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Autore: _Lightning_    23/12/2015    4 recensioni
Dal Capitolo 2, "Odio gli indifferenti": Il mio era un mondo dorato che mascherava qualcosa di molto più turpe di cui non volevo curarmi minimamente. Ero corazzato dietro l'indifferenza perché, tanto, non sarei stato io a subire i risultati del mio stesso lavoro. Mi sarei limitato a coglierne i frutti.
È facile parlare quando sei dalla parte sicura, quando il tuo punto di vista è l'unico che conosci.

Dopo Iron Man 3 troviamo un Tony diverso, cambiato dagli eventi nella mente e nel fisico, con una realtà del tutto nuova con la quale confrontarsi... e con una gran voglia di parlarne con qualcuno, meglio ancora se quel qualcuno è il suo migliore amico improvvisatosi controvoglia psicologo.
Non si parla però solo di Iron Man 3: si torna alle origini, al giorno in cui è nato Iron Man, alle scelte e alle decisioni che hanno portato Tony ad essere ciò che è adesso.
E tra un capitolo e l'altro qualche filosofo -e non- dice la sua.
[pre-Iron Man // Afghanistan // post-New York // Serie: Newborn]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bruce Banner, Tony Stark, Yinsen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Newborn'
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Capitolo 6

A mani nude


 

 

"Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno."

[F. Nietzsche da La Gaia Scienza]
 



"Uno dei miei primi ricordi è il laboratorio di mio padre, nel quale mi era ovviamente vietato entrare. Adesso, nonostante tutti i suoi rimproveri, mi rendo conto che se davvero non avesse voluto che ci entrassi l'avrebbe semplicemente chiuso a chiave. Ma io lo trovavo sempre aperto e mi ci rifugiavo. Era il mio personale luna park, il mio Paese dei Balocchi a portata di mano e senza effetti collaterali.
Anche da adulto, ho sempre amato più la robotica della gente e mi è sempre risultato molto più semplice relazionarmi col motore di un'auto che con una persona in carne ed ossa. Quello che costruivo e costruisco mi dà soddisfazione, è qualcosa che dalla mia testa si traspone nel mondo reale, bullone dopo bullone e contatto dopo contatto. È il processo più naturale e allo stesso tempo complesso che io riesca ad immaginare, e mi appartiene.
Che questa mia inclinazione servisse a produrre qualcosa di buono o meno, mi interessava relativamente. Il senso di colpa è arrivato dopo, il disgusto verso le mie innovazioni belliche ancora più tardi. Ma, nel buio di quella grotta, avevo iniziato a temere ciò che ero in grado di creare. Mi sembrava molto più grande di me e mi chiedevo se sarei stato in grado di controllarlo."

 

*

 

«La prossima volta potresti almeno prendere in considerazione l'idea di metterti un paio di guanti,» commentò secco Yinsen, arrotolando una benda sommariamente pulita attorno alla mano di Tony.

Lui si limitò a fare una smorfia e a guardare platealmente dalla parte opposta. Il dottore gli assicurò la fasciatura e si alzò per tornare ai circuiti del Jericho, mentre lui rimase seduto sulla cassa sbilenca. Prima di riprendere a lavorare avrebbe dovuto rendere più sicura quella fiamma ossidrica, o la prossima volta ci avrebbe rimesso un braccio. Si fissò le mani e le strinse in un pugno, sentendole indolenzite. Aveva lavorato ininterrottamente per quasi quattro ore, ma se n'era reso conto a malapena. Detestava ammetterlo persino a se stesso, ma rituffarsi nel lavoro manuale era piacevole. Gli impediva di pensare alla sua situazione, e spesso fingeva di essere di nuovo nel suo laboratorio e che quello che stava costruendo fosse un nuovo motore per le sue auto sportive, non un missile devastante. Era una bella finzione.

Schiuse i pugni e si ritrovò ad osservarsi le mani. La fasciatura sulla sinistra si era già allentata e scurita. Si chiese quando, esattamente, il fatto di avere le mani costantemente ricoperte di polvere e sporco avesse smesso di essere un problema. La terra rossastra delle grotte rendeva visibile ogni linea e venatura che gli solcava il palmo sano. Sfiorò col pollice i calli che si erano venuti a formare a forza di impugnare martelli, fiamme ossidriche e altri attrezzi. Senza contare la miriade di tagli, scottature ed escoriazioni che le costellavano. Il dorso della destra era attraversato da una piaga non ancora guarita, causata dal metallo bollente che vi era caduto sopra. Forse Yinsen non aveva tutti i torti, riguardo ai guanti. Si sfregò la mano sui pantaloni lisi, nel tentativo di ripulirla un poco, ma l'unico risultato fu quello di macchiarsi di grasso per motori.

Prima di partire, le sue mani sembravano quelle di un pianista, eccezion fatta per qualche lieve calletto dovuto ai suoi costanti armeggi in laboratorio. Adesso erano più simili a quelle di un manovale. Sospirò rassegnato e strinse di nuovo il pugno. Si alzò in piedi, sollevò la batteria ed esitò, poi prese di nuovo la fiamma ossidrica dal tavolo, soppesandola esitante. Doveva iniziare a lavorare sul suo piano di fuga, ma una morsa allo stomaco lo frenava mentre pensava alle possibili conseguenze. Lanciò un'occhiata a Yinsen, ancora impegnato a saldare i circuiti della centralina elettronica, poi guardò di sottecchi il cumulo di metallo, cavi e componenti che aveva conservato in un angolo, lontano da occhi indiscreti. Poteva già vedere il suo progetto sorgere da quel mucchio di rottami e portarlo fuori di lì. In quel momento, il peso della batteria divenne terribilmente invadente e sentiva il manico affondare nella fasciatura tirandolo verso il basso. La sagoma dell'uomo di ferro sembrò crollare su se stessa e venire inghiottita nuovamente da quell'ammasso informe di metallo.

Si girò un po' bruscamente verso Yinsen e si accorse che lo stava fissando acutamente oltre gli occhialetti rotondi. Non disse nulla e riprese a lavorare, ma Tony era sicuro di aver colto una traccia di delusione nei suoi occhi, un'aspettativa mancata. Fece per avvicinarsi ai componenti che aveva selezionato, ma si bloccò repentinamente e voltò loro le spalle. Poggiò la batteria sul tavolo di malagrazia e sentì una vibrazione nel petto, ma la ignorò, rimettendosi la maschera da saldatore.
Poco dopo era nuovamente immerso nel lavoro, ma non iusciva a cancellare dalla sua mente l'immagine di quell'uomo di ferro.




 

Note Dell'Autrice:

Avevo promesso di aggiornare prima di Natale! Sono brava, eh?
Questo robo è nato di getto, e si vede. Mi piaceva l'idea di partire da un dettaglio piccolo, ovvero le mani di Tony, per riferirmi alla situazione generale. E poi ovviamente ho sfaciolato nella solita insicurezza del costruire Iron Man ma di essere debilitato fisicamente e bla bla bla e Yinsen è l'ammmore. L'angst è più natalizio del torrone!


Ringrazio _Atlas_, _Stark, mega n e Kane0042 per aver recensito lo scorso capitolo!
Auguro a tutti voi un
Buon Natale e un Felice Anno Nuovo! Buone feste e strafogatevi di dolci e cose buone <3

Frohes Fest,

-Light-


 
   
 
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