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Autore: stormbraver    24/12/2015    2 recensioni
"Forse io potrei vivere così, in fondo una vecchia canaglia come me non avrebbe problemi ad affogare i dispiaceri nell'alcol e dimenticarsi come si fa a ricordare, ma tu hai un cuore troppo puro caro il mio vecchio Moony."
E' la notte di Natale e Remus non riesce a dormire.
Remus/Sirius
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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'till we're old and grey

A Sabb, la mia maggiemae, Buon Natale 


 















Sometimes I wish for falling
Wish for the release
Wish for falling through the air
To give me some relief
Because falling's not the problem
When I'm falling I'm at peace
It's only when I hit the ground
It causes all the grief

Florence + The Machine - Falling

 

Per quella che doveva essere la centesima volta quella notte, Remus si rigirò nel letto. Si era coricato da qualche ora ormai, eppure non riusciva ad addormentarsi. La sua testa era piena di pensieri che si muovevano confusi in un flusso di coscienza incessante, sovrapponendosi l'uno all'altro senza sosta e avendo come unico risultato quello di riuscire a non fargli chiudere occhio nemmeno per un minuto. Sbuffò risistemandosi il cuscino e sperando che almeno questa volta cambiare posizione sarebbe servito a qualcosa. Al contrario, l'unico effetto sortito fu quello di provocare un grugnito all'uomo nel letto accanto a lui.
"Moony, se non la pianti di muoverti ti rifilo un calcio là dove non batte il sole" borbottò Sirius, che sfoggiava un'espressione più torva di quella del Barone Sanguinario in uno dei suoi giorni buoni.
"Hey, scusa, non volevo svegliarti" sussurrò mortificato Remus.
"Più che svegliarmi non mi hai proprio lasciato dormire! Va bene che è Natale e siamo tutti più buoni ma la mia pazienza ha un limite Moony, quindi vedi di darti una calmata e startene fermo e buono."
Remus sbuffò spazientito. Non solo era stanco morto e non era riuscito a riposarsi, adesso si era pure dovuto sorbire la ramanzina di Sirius, tra tutti. La situazione stava diventando paradossale.
"Come se non ci stessi provando da secoli, la mia mente non mi lascia in pace"
Di tutta risposta, Sirius scalciò via le coperte e si alzò di scatto.
"Pad... che diavolo stai facendo?"
"Mi vesto" ribattè l'altro annusando una camicia appena raccolta da terra e decidendo che era abbastanza pulita per essere indossata.
"E perché?"
"Perché, dato che ormai si è capito che nessuno dei due riuscirà a dormire, ce ne andiamo a fare un giretto" ribattè placidamente Padfoot.
Remus sbuffò esterrefatto. "Sono le quattro del mattino, non so cosa hai in mente ma non penso che questo sia un orario adatto a fare... beh, a fare niente in realtà. Se non dormire!" si lamentò, guardando di sbieco il compagno che saltellava per la stanza cercando di infilarsi le scarpe senza slacciarle.
"Ah certo, perché prima eri immerso in sogni così tranquilli!" sbottò sarcastico l'altro.
"Non di mia spontanea volontà..."
"Sì sì ho capito, adesso vestiti e copriti bene che fuori fa freddo"


Dopo quasi due ore di viaggio, Sirius uscì dalla strada deserta dove stava conducendo la sua moto e si fermò sul ciglio, spegnendo il motore. "Puoi aprire gli occhi Remus, sei miracolosamente scampato alla morte ancora una volta" commentò divertito, guardando attraverso il casco le mani bianche dell'amico, che fino a qualche secondo prima gli cingevano la vita in una morsa strettissima, rilassarsi gradualmente mentre il loro possessore si rendeva conto della fine della corsa. Lentamente, fece scivolare via le braccia dal torso di Sirius e smontò dalla moto, con le gambe ancora un po' tremanti. "Non è colpa mia se guidi quella cosa come un pazzo in preda ad una crisi isterica" borbottò gesticolando all'indirizzo generale dell'altro e del veicolo da cui stava scendendo.
"Oh quante storie, hai proprio bisogno di un po' di avventura nella tua vita bello mio"
"Ah certo, l'avventura mi manca proprio, siamo solo nel bel mezzo della guerra più terribile che la comunità magica britannica abbia mai visto!"
A quelle parole Sirius perse la sua allegria. Infilò le mani nelle tasche dei jeans e cominciò a camminare nel prato, allontanandosi dalla strada e dal suo inquieto amico. Remus lo guardò imbabolato per qualche secondo, stupito dal suo repentino cambio di umore, ma quando si rese conto che probabilmente era stata la sua uscita un po' infelice a provocarlo si decise a seguirlo.
Era una bella notte. La neve, che era scesa incessantemente sin dal mattino ma che in quel momento aveva smesso di cadere, aveva formato a terra uno spesso strato che scricchiolava sotto il suo peso mentre camminava. Faceva decisamente freddo, ma a lui non dava fastidio. Inspirò ed espirò profondamente, osservando il suo fiato condensarsi in nuvolette accanto alle sue labbra. In poche falcate aveva raggiunto Sirius, che si era fermato apparentemente senza motivo in un punto e se ne stava in silenzio con il naso all'insù e gli occhi semichiusi. Remus gli si mise accanto, ma decise di non dire nulla. L'aria fredda gli aveva schiarito la mente, facendo sì che i pensieri confusi che l'avevano tenuto alzato tutta la notte si diradassero, diventando più nitidi, seppur di certo non ancora gestibili.
Sirius, tuttavia, decise di interrompere il silenzio. "Insomma, me lo vuoi dire che cosa non ti faceva dormire?".
Remus sospirò, chiuse brevemente gli occhi e poi li riaprì, per poi fissarsi la punta delle scarpe per qualche minuto. Sirius, insolitamente, non tentò di interrompere il silenzio, aspettando che il suo compagno fosse pronto a condividere ciò che lo turbava.
"Ci pensi mai che potremmo mollare tutto questo e scappare da qualche parte?"
"Non è una domanda che un Grifondoro si farebbe questa, Moony, non mi starai mica diventando una serpe?"
"Sirius..." lo ammonì il compagno.
Padfoot aprì gli occhi, fissando la luna che in quell'istante stava uscendo momentaneamente dal suo nascondiglio dietro le nuvole.
"Certo che ci penso. Tutto quello che voglio è avere la possibilità di essere felice insieme a te, a James, a Lily, al piccolo Harry e anche insieme a quel bambinone di Wormtail, da solo non possiamo di certo lasciarlo. E sai Remus, avere questo desiderio come scopo primario della propria esistenza e sapere che da qualche parte nel mondo in questo momento c'è un posto in cui potremmo essere felici da fare schifo, in cui nessuno si aspetti nulla da noi, è una tentazione molto, molto forte, ma non quanto i motivi per cui sono invischiato fino al collo in questa guerra."
Fece una pausa, abbassando la testa e schiarendosi la voce. Poi, senza dare il tempo a Remus di commentare, continuò.
"Ma, dopotutto, sono convinto che se anche smettessimo di credere in quello che stiamo facendo, anche se decidessimo di mandare a quel paese tutta questa merda, abbandonare la nostra vita e rifarcene una nuova da capo, la verità è che non potremmo Remus. Non potremmo lasciarci alle spalle tutti gli innocenti, i più deboli, i morti, perché seppure andassimo fino all'altra parte del mondo i rimorsi ci seguirebbero, e una vita con un piede ancora nel passato non è una vita che vale la pena di essere vissuta."
Si girò verso di lui, guardandolo con un sorriso triste che provocò a Remus una fitta al centro del petto. Sirius era sempre così piena di vita, così convinto delle sue scelte, come se le conseguenze delle decisioni che aveva preso nel corso della sua vita, anche quando erano state traumatiche e dolorose, non lo avessero scalfito minimamente. Ma lui sapeva benissimo come tutta quella noncuranza fosse una montatura. Poteva ripetere quante volte voleva che odiava ogni singolo membro della sua famiglia con tutte le fibre del suo corpo, ma Remus lo conosceva ed era certo che per quanto risentimento ci fosse tra lui e i suoi genitori, lasciare la propria casa a soli sedici anni comportasse un vuoto e un dolore che nessuno, nemmeno Sirius, con la sua forza d'animo e i suoi solidi ideali, poteva affrontare senza rimanerne segnato. Il suo cuore era pieno di cicatrici, proprio come quello di Remus, e nonostante Padfoot le nascondesse molto meglio di lui, Moony riusciva comunque a scavare attraverso la sua corazza e a toccare con mano i segni che erano rimasti sul cuore del suo amante.
"Non è questo che voglio per te, almeno" continuò poi Sirius, volgendo di nuovo gli occhi al cielo. "Forse io potrei vivere così, in fondo una vecchia canaglia come me non avrebbe problemi ad affogare i dispiaceri nell'alcol e dimenticarsi come si fa a ricordare, ma tu hai un cuore troppo puro caro il mio vecchio Moony."
Remus osservò il suo profilo angolato stagliarsi contro il cielo, che cominciava a poco a poco a schiarirsi in vista dell'alba. Sentirlo parlare così di se stesso lo faceva star male. Sirius era sempre stato la sua forza, il pilastro su cui appoggiarsi per riuscire ad andare avanti e a combattere la parte più oscura di sé, ma questa guerra stava logorando tutto ciò che toccava e neanche lui, purtroppo, ne era immune.
"Tu ti sottovaluti Sirius, sono certo che neanche con tutto l'alcol del mondo riusciresti a dimenticarti di qualcuno che hai amato e hai dovuto lasciarti alle spalle"
Un ghigno divertito lampeggiò sul volto del giovane Black. "Forse hai ragione, ma, fidati, di sicuro ci proverei".
Remus allungò la mano e prese quella dell'altro ragazzo tra le sue, portandosela alle labbra.
"Non finché ci sarò io ad occuparmi di te"
Sirius si voltò e incrociò il suo sguardo.
"Hai intenzione di farmi da balia fino a quando non sarò un anziano bacchettone, eh Moony?"
"Finché non saremo vecchi e grigi"
Sirius lo guardò con un'espressione enigmatica per quella che gli sembrò un'eternità, poi scoppiò in una fragorosa risata e gli mise un braccio attorno alle spalle.
"Che ne dici, è ora di andare a dormire?" chiese, sfiorandogli la tempia con un leggero bacio.
"No, non ancora. Restiamo qui un altro po'."
"Remus, è il 25 dicembre, altri due minuti fermo qui e mi si congeleranno le chiappe."
Per tutta risposta, il lupo mannaro gli si gettò addosso, facendogli perdere l'equilibrio e spedendolo dritto con il sedere sopra all'erba ricoperta di neve.
"Aaah, qua è tutto bagnato! Ma che ti è preso lupo da strapazzo, sei diventato scemo?"
"Hai detto che stai congelando no? Adesso ti scaldo io"
Prese il viso del moro tra le sue mani callose e lo baciò con passione, premendo i loro corpi infreddoliti insieme. Era il giorno di Natale e Lily e James li aspettavano di lì a poche ore nella loro casa di Godric's Hollow per godersi uno dei pochi giorni spensierati a loro disposizione, ma in quel momento erano insieme, innamorati, stretti l'uno all'altro, e per un po' di tempo potevano scordarsi di tutto il resto.





Questa voleva essere un'allegra e leggera one-shot natalizia, poi invece ha preso vita propria ed è diventato un nido di angst, dolore e quasi involontari riferimenti al futuro traumatico che aspetta questi due. C'è poco da fare, Remus e Sirius non so scriverli se non con un retrogusto agrodolce, quindi anche quando parto con ottime intenzioni finisco sempre per sfociare negli psicodrammi. A parte questo piccolo chiarimento che evita di farmi sembrare il grinch della situazione, voglio ringraziare chiunque sia arrivato fin qua giù e abbia quindi deciso di dedicare un po' del suo tempo a questa lettura. Questa one-shot vuole essere un regalo di Natale e in quanto tale è ovviamente stata scritta proprio nelle ultime ore disponibili, perciò probabilmente potranno esserci errori e/o sviste, che se avrete la gentilezza di segnalarmi provvederò a correggere. Grazie ancora per aver letto e Buon Natale a tutti!
Greta

   
 
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