Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |       
Autore: Queen_V_Introspective    24/12/2015    6 recensioni
1842. È il 24 dicembre, in una Londra di metà ottocento. Il giovane baronetto Julian Ebenezer Scrooge, altezzoso, avaro e scorbutico figlio di un banchiere deceduto sette Natali addietro, mal tollera le festività natalizie e tutti coloro che coinvolgono con allegria la città in questo evento. Restio nel concedere una giornata di ferie in vista del 25 dicembre, costringe la sua malpagata dipendente, Amy Ross, a trascorrere la vigilia di Natale al lavoro. Una visita alquanto bizzarra ed inaspettata, avrà il potere di mutare per sempre la vita del giovane Julian.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 
 
Image and video hosting by TinyPic
 
Image and video hosting by TinyPic
Capitolo 1.

A Christmas Carol.
Image and video hosting by TinyPic
 

 

La nevecon il suo candore aveva inondato tutta la città di un bianco puro. L’aria natalizia si percepiva ovunque: i canti intonati dai coristi per le strade, le ghirlande di pino ornate con agrifoglio e decorazioni varie, il profumo del tacchino e i comignoli fumanti emanavano gioia e felicità.

Tutti erano entusiasti per l’arrivo imminente del Natale: la vigilia era forse l’evento più atteso di tutto l’anno. Le vetrine dei negozi erano adornate con stile ed amore, ricche di ogni prelibatezza mai esistita prima. La persone per strada si scambiavano frasi cariche di affetto, abbracci caldi e auguri sinceri. La città nel periodo natalizio appariva diversa, veniva letteralmente stravolta, dalla gioia, dall’amore e dalla dolcezza.

Solo una persona, odiava il Natale. Julian Ebenezer Scrooge.

Lui era un giovane uomo sui trent’anni, di bell’aspetto, alto, dalle iridi nocciola, i capelli castani, un fisico tonico e forte, temuto da tutti per la sua cattiveria e la sua avarizia. Non vi era al mondo forse un uomo più taccagno. Figlio unico di un lord inglese, aveva ereditato la banca di famiglia dal suo defunto padre, sette Natali prima. Da quando il giovane aveva iniziato a dirigere le finanze del suo esercizio, era divenuto ancor più altezzoso e scorbutico. Odiava le festività, rispondeva in malo modo a chiunque osasse contraddirlo, intonasse un canto di natale o gli augurasse buone feste. Per lui era inconcepibile dover chiudere il negozio per una intera giornata a causa delle feste, perdendo così buona parte dei guadagni. Nonostante il titolo nobiliare e l’eredità cospicua di famiglia, il giovane baronetto non era soddisfatto. Il suo obiettivo principale erano le finanze, voleva arricchirsi più di chiunque altro in tutta Londra. Ogni giorno era solito controllare moneta dopo moneta che tutti i suoi guadagni non fossero stati rubati.

Scrooge aveva assunto una ragazza come sua dipendente, Amy Ross. Una giovane donna di origini umili, molto bella, snella, alta, dai capelli ramati, dagli occhi ambrati e dall’ incarnato rosa pallido. La donna aveva un viso gentile e un sorriso spontaneo; le efelidi e la sua bocca rosata la rendevano ancora più raggiante e pura. Nonostante la ragazza svolgesse mansioni importanti e lavorasse tutti i giorni, il suo salario era misero. Gli orari assurdi e massacranti che Julian le imponeva avevano lasciato fuggire a gambe levate qualsiasi persona avesse provato a lavorare nel suo negozio.

« Amy… Amy… AMY!! »

« M – mi dica s - Scrooge. »

« Ah, siamo giunti direttamente ai toni confidenziali? »

« Mi scusi, signor Scrooge. »

« Cosa stavate facendo di così importante, stupida incompetente, da non prestarmi attenzione? »

« Mi stavo occupando di trascrivere tutte le nuove finanze, Signor Scrooge. »

« Finirete quel lavoro domani, venite qui adesso che abbiamo delle pratiche urgenti da sbrigare. »

« M – ma signore domani è… »

« Domani cosa? EH? »

« Domani è Natale, vorrei poter trascorrere con i miei zii questa giornata importante. Il Natale giunge solo una volta all’anno. Le prometto che sarò puntualissima il giorno dopo. »

« Stupide festività. Il Natale, bleah. Una festa insulsa tanto quanto chi crede in essa. E così non ci sarete per l’intera giornata di domani, eh? Volete il giorno libero? »

« Se non le dispiace… le sarei immensamente grata signore. »

« Certo che mi dispiace! Dovrei detrarvi mezza corona dalla paga, razza di ladra inetta. Devo pagarvi un salario per una giornata senza che lavoriate! »

« Ma è solo un giorno, le prometto che sarò puntuale. »

« Certo! Altrimenti verrete licenziata. Andate pure. Faccio da solo qui. »

« Grazie, Signor Scrooge. »

« Amy, ho detto che potete andare, ma non a casa, dovete finire di trascrivere le nuove finanze. Ah, e lavorerete fino in tarda serata oggi, e dopodomani vedete di venire ben per tempo, anzi in anticipo di almeno due ore! E ora sparite dalla mia vista. »

« Va bene signore. Grazie, mi rimetto subito all’opera. »

“ Eccone un’altra, una commessa che guadagna quindici scellini la settimana che parla di voler trascorrere un felice Natale con i familiari, di questo passo mi rinchiuderò in manicomio!”

Anche se il suo capo era un uomo poco cortese e per niente affabile, Amy non riusciva ad odiare nessuno. Non era solita discutere con nessun essere umano, anzi, lei in parte apprezzava la tempra ed il carattere aspro del datore di lavoro. Il suo bell’aspetto certo aveva la sua influenza, e come ogni fanciulla alla sua giovane età provava dei sentimenti che celava nel suo cuore per quel giovane angusto.

« Ah buon pomeriggio, cerchiamo il proprietario del negozio. »

« Sono Io. »

« Ho il piacere di parlare con il signor? »

« Scrooge. Scrooge Ebenizer Julian. »

« In questo gioioso tempo dell’anno, signor Scrooge, è più che mai auspicabile fare qualcosa, anche poco per i poveri e gli indigenti. Ah! Sono migliaia coloro a cui manca financo il minimo benessere, signore. »

« Per caso le prigioni sono state chiuse? »

« No, signor Scrooge. »

« E ditemi gli ospizi sono ancora in funzione? »

« Sì, certo! Anche se vorrei poter affermare il contrario. »

« Bene! Avevo il timore che qualcosa avesse rovinato queste utili istituzioni. »

« In questo periodo Natalizio, alcuni di noi cercano di raccogliere dei fondi, per comprare ai poveri da mangiare, da bere, e qualcosa con cui scaldarsi. Quanto posso segnare a vostro nome? »

« Niente. » Julian aveva tentennato per diverso tempo prima di rispondere alla domanda.

« Oh! A voi piace mantenere l’anonimato? Allora… »

« Mi piace non essere seccato! – affermò battendo un pugno sul banco – Io non festeggio il Natale! Non vedo perché dovrei sprecare il danaro per far festeggiare dei perdigiorno! Contribuisco a mantenere le istituzioni che ho nominato e chi se la passa male è lì che deve andare. »

« Molti non ci possono andare; in verità preferiscono morire piuttosto che andarci. »

« Che lo facciano allora! Così diminuisce la popolazione in eccesso! Ed ora sparite dal mio negozio! Buon pomeriggio signori. »

« Buon pomeriggio! Uhm! »

I gentiluomini erano usciti borbottando a causa della scortesia eccessiva di Julian. Amy aveva osservato la scena dispiaciuta. Avrebbe voluto con tutto il suo cuore fare una donazione per i più bisognosi, purtroppo ne sarebbe conseguita una furiosa lite con il suo capo semmai ci avesse anche solo provato.

La tensione era palpabile, i minuti scorrevano così lentamente che quella manciata di secondi mancanti alla chiusura del negozio quasi apparivano interminabili.

Finalmente l’ora era scoccata ed entrambi potevano rientrare nelle proprie abitazioni. La ragazza non desiderava altro che trascorrere il Natale insieme ai suoi cari.

« Signor Scrooge… »

« Cos’altro vi occorre ora? »

« Ecco… io… mi stavo chiedendo se voi andate a far visita a qualche vostro parente. Festeggiate con qualche vostro familiare il Natale oppure… »

« Perché? »

« Vede mi farebbe piacere invitarla a casa mia se lei… »

« IO NON FESTEGGIO IL NATALE! Ci vediamo dopodomani. Sia puntuale! »

Dopo essersi assicurato che la porta fosse ben sigillata, afferrò il mantello dalle mani affusolate della giovane e andò via. Una lacrima amara solcava le gote di Amy, arrossate dal freddo gelido che emanava la notte. Purtroppo un cuore avido, non ha speranze! Con immensa tristezza, a causa dell’arroganza di Julian che l’aveva immensamente ferita, si diresse verso la propria dimora. Ormai lavorava da diversi anni insieme a quell’uomo che, giorno per giorno, la insultava ed umiliava per pochi spiccioli. Lei aveva cercato in tutti i modi di insinuarsi nella sua vita, facendogli spesso visita a casa sua, con la scusa di voler continuare il lavoro interrotto, anche al di fuori dell’orario prestabilito. Durante la pausa pranzo era sempre solita cucinare per entrambi. Aveva preso così a cuore quel giovane solitario, da innamorarsi ogni giorno persino dei suoi difetti. Spesso l’ipotesi di andar via l’aveva sfiorata, cercare un altro tipo di lavoro e magari trovare anche qualcuno che, oltre a rispettarla, la apprezzasse come donna, tuttavia, quel sentimento puro e sincero che provava da diverso tempo per Scrooge, le impediva di allontanarsi. La mera illusione che un giorno lui, magari, mutasse il suo essere subdolo e cattivo, l’aveva sospinta troppo in avanti, in un limbo oscuro dal quale per lei era molto difficile risalire.

I canti allegri intonati per le strade e le risa gioiose dei bambini le avevano riscaldato il cuore, infondendole una gioia nuova. Aveva asciugato quella stilla di delusione lasciando spazio ad un sentimento d’amore rivolto solo ai suoi cari. Non avrebbe permesso che le insidie di quell’uomo burbero la ferissero a tal punto da lasciarsi annientare.

Dall’altro lato della città, invece, il baronetto stava rientrando nella sua dimora. Durante il tragitto tra le stradine della metropoli aveva percepito una strana presenza, come se qualcuno lo stesse scrutando o addirittura pedinando. Più e più volte si era fermato e aveva voltato il capo in direzione degli anomali e strani rumori che le sue orecchie avevano udito, ma nulla appariva ai suoi occhi, se non una strada deserta ricoperta di candida neve.

Non appena aveva varcato l’uscio del suo cancello, un bagliore improvviso, proveniente dalla enorme porta d’entrata, l’aveva inondato. Il blasone inciso sulla porta della famiglia Scrooge, era quasi fluorescente data la luce forte che emanava. Aveva assunto la forma di un viso assai conosciuto al giovane: suo padre.

Si era ritratto d’improvviso, quasi era scivolato e Dio solo sa come la prontezza dei suoi riflessi nell’aggrapparsi ai pomi della scala esterna era stata più veloce delle sue gambe, permettendogli cosi di non cadere rovinosamente sul manto di neve gelido.

« Julian, vi sentite bene? »

« C - chi siete? »

« Sono io, vostro cugino Oliver. »

« Ah siete voi, cosa vi occorre? Per caso del danaro? Non ho nulla da darvi! »

« Non sono in cerca di danaro, cugino, ero solo venuto ad invitarvi per il giorno di Natale, nella nostra umile dimora. Io, Patricia e i bambini, saremmo lieti di ospitarvi; anche se non possediamo molto non importa. La famiglia unita è ciò che conta. »

« Vai via pezzente! Fuori da casa mia! Non festeggerò il Natale né con te né con nessun altro! »

« Io ci ho provato. Buon Natale cugino, che Dio ti benedica. »

Dopo aver inveito contro il cugino, cacciandolo in malo modo, era entrato in casa. Il sontuoso maniero, adornato con pregiatissime sculture, tendaggi e mobilio apparteneva alla dinastia dei Scrooge da molti secoli; suo padre gliel’aveva donata in eredità insieme alla banca nel suo testamento. La sua giovane collaboratrice, Amy era innamorata di quel maniero. Non appena aveva l’opportunità di varcare la soglia di quella dimora così maestosa, era solita incantarsi dinanzi alla sua bellezza. Una scala a chiocciola ampia presenziava al centro della casa. I quadri degli avi del giovane erano tutti stati appesi alle pareti di quell’immensa sala d’attesa. Una dimora così superba negli arredi, nelle rifiniture e nello stile, una dimora imperiale e sontuosa, ma anche una dimora solitaria. Julian aveva assunto una cameriera che si occupava di rassettare solo l’ala utilizzata da lui, mentre il'altra ala del maniero era stata sigillata e chiusa per inutilizzo. Una Manor ove tempo addietro vi erano state le grida felici dei bambini, le loro risa, balli in maschera, feste sfarzose e tanto altro ancora. Tutto conclusosi a causa dell’avarizia di un giovane uomo privo di sentimento.

Con gran fatica aveva raggiunto la sua camera da letto, dopo essersi fatto un bagno caldo e aver riscaldato sul fuoco del camino la zuppa che Amy gli aveva amorevolmente preparato il giorno prima, si era accomodato per cenare. D’improvviso aveva udito di nuovo quei rumori che lo avevano perseguito per tutto il tragitto del ritorno a casa. I rumori di passi pesanti divenivano sempre più insistenti, fin quando il pomo della sua porta aveva iniziato a girare da solo. Era ben certo di aver chiuso a chiave qualsiasi entrata, quindi quasi tremante aveva agguantato un candelabro come arma di difesa contro i malviventi che sicuramente volevano derubargli tutta la sua fortuna.

La serratura della porta scattò, l’uscio man mano si apriva. Il giovane era sempre più spaventato e indifeso e la figura che comparve quando essa venne spalancata gli fece raggelare il sangue nelle vene.

 

Image and video hosting by TinyPic


 

 « Padre? »

« Sì, figlio mio. »

« V – voi non siete r – reale »

« Certo che lo sono! »

" Questo è solo un sogno Julian, è solo uno stupido brutto sogno! " continuava a ripetersi ininterrottamente Julian, spaventato.

« Non è un sogno figliolo… sono io, sono giunto qui per parlare con te di alcune cose molto importanti. »

« M – ma voi siete morto. Perché portate quelle catene? »

« Queste catene le ho costruite io con le mie stesse mani, giorno dopo giorno quando ero in vita. A causa della mia avarizia ho derubato, ho imbrogliato e ho deriso quei poveri malcapitati, ed ora sto scontando la mia pena. Sono in viaggio da sette anni, sette Natali per l’esattezza. Un viaggio senza fine, senza mai riposare. »

« Siete morto da sette anni e siete in viaggio da tutto il tempo? »

« Tutto il tempo… niente riposo né pace… Io sono stato stupido, ho perduto tutte le occasioni che la vita mi concedeva, non le ho comprese per tempo. »

« Ma voi siete stato un eccellente uomo d’affari! »

« I miei affari dovevano essere la misericordia, il bene comune! Non l’avarizia e la cattiveria. Dimmi è questo quello che desideri? »

« No, padre… ma cosa c’entro io, in tutta questa faccenda? »

« Julian, la catena che tu con le tue stesse mani ti stai costruendo, a causa del tuo caratteraccio e della tua avarizia, è ben più spessa di questa che porto io sul mio corpo, infinitamente lunga e dieci volte più pesante. »

« Padre, non voglio che accada questo, non voglio che le catene mi rendano schiavo e prigioniero per l’eternità. Ditemi cosa fare, aiutatemi vi prego. »

« Ascoltami figliolo, il mio tempo è quasi finito. »

« Vi ascolto ma non siate duro con me padre, ve ne prego. »

« Sono qui per avvertirti che hai ancora una strada e una speranza a disposizione per sfuggire alla mia sorte: una strada che ti offro io, Julian. »

« Siete sempre stato un ottimo padre per me, vi ringrazio. » disse Julian più per convincere suo padre che sé stesso.

« Riceverai la visita di tre spiriti… »

« Sono la strada e la speranza? Ne farei volentieri a meno. » rispose in modo sarcastico Julian.

« Attendi il primo, domani al rintocco della prima ora. »

« Non è che si potrebbero vedere insieme tutti e tre e risolvere la questione quanto prima? »

« Attendi il secondo la notte dopo alla stessa ora, e il terzo la notte dopo ancora quando l’ultimo rintocco della dodicesima ora, avrà cessato di vibrare. Rimembra queste mie parole figliolo. Solo così potrai salvarti. »

In quel preciso istante, il fantasma del padre di Scrooge si avvicinò alla finestra e volò via, lasciando suo figlio solo ed impaurito nella sua camera a rimuginare sull’accaduto. Tremante si rifugiò sul sontuoso letto a baldacchino richiudendo ben bene tutti i tendaggi per non lasciar che alcun essere potesse penetrare in quel suo rifugio di riparo.

 

Peccato però che lui, non avesse fatto i conti con la volontà divina.



Image and video hosting by TinyPic


© Credits

Il personaggio di Ebenezer Scrooge e la storia "A Christmas Carol" appartengono al celebre autore: Charles Dickens.
Alcune battute o scene appartengono alle opere originali. Esse sono state tratte dal film "A Christmas Carol"diretto da: Robert Zemeckis e dal romanzo del suo autore originale: C.Dickens.
Il tutto è stato fatto senza fini di lucro o fini commerciali.
 


Image and video hosting by TinyPic
 


Note dell'autrice:
 
Buonasera, dopo un periodo di inattività eccomi qui, il giorno della vigilia di Natale con una minifanfiction, sul bel racconto di :

Charles Dickens “A Christmas Carol”

Ho sempre amato questa storia, così giorni fa tra una chiacchierata e l'altra ho deciso di rivisitare un po' la storia per diversi aspetti, senza discostarmi troppo dall'originale. Spero gradiate questo piccolo esperimento. Ho utilizzato i nomi in inglese, grazie anche al consiglio di Tamarinda, data l'ambientazione della storia. Ho scelto per  Amy il cognome Ross, dato che non viene citato da nessuna parte il suo nome in inglese. Ci tenevo a precisare che appunto l'autrice Tamarinda, che sta pubblicando una versione sempre Natalizia sulla storia di Dickens in questa sezione, era a conoscenza della mia fanfiction, anzi è stata proprio lei ad invogliarmi nella pubblicazione, ed io, la ringrazio infinitamente. Pertanto non mi sono nè ispirata nè ho plagiato altri, o almeno spero. Ho cercato di rendere la storia quanto più fiabesca possibile anche nella scelta del font di scrittura (Ho usato il font WaltDisney) per cercare di creare un'atmosfera Natalizia, ovviamente non l'ho utilizzato per esteso nel capitolo dato che alcuni potrebbero avere difficoltà nella lettura. Infine vi lascio qui un link è una canzone di Natale, cliccate sul titolo qui in rosso Somewhere in memory
da ascoltare durante la lettura del capitolo, ovviamente se vi fa piacere. Detto questo vi auguro una serena Vigilia di Natale.
Ringrazio:

Tamarinda, per aver revisionato i testi, per il suo supporto, i tanti consigli e soprattutto per la sua gentilezza.
Grazie ai lettori silenziosi, coloro che recensiranno ( se ovviamente ne avranno piacere) . Dedico questa fanfiction  a :
Gratia, Reggina, Tamarinda, Solerena e il gruppo di Captain Tsubasa. Mi scuso per eventuali refusi, errori di battitura ecc. In tal caso li notaste evidenziateli pure, provvederò a correggerli subito.
 

Questa è la mia pagina personale di Facebook, ove potrete seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle mie fanfiction: Queen_V_Introspective
Gestisco anche un gruppo nel fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP)
(Basta cliccare sopra i Nickname scritti in azzurro e potrete giungere alle pagine o sul gruppo).

Con affetto,
Annalucia.



Image and video hosting by TinyPic
 
 

© Disclaimer. Tutti i personaggi tratti dal Manga/Anime Captain Tsubasa non mi appartengono, il suo autore originale è Yoichi Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Captain Tsubasa nei vari paesi.
La storia “A Christmas Carol”appartiene all'autore Charles Dickens.
La Fanfiction non è stata scritta con finalità di lucro.

 
 
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Queen_V_Introspective