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Autore: Aliaaara    26/12/2015    1 recensioni
A tredici anni ti ho incontrato.
A sedici anni mi hai lasciato.
A diciannove anni ho ancora bisogno della tua presenza.
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Fairy Tail vista dal punto di vista di Laxus e Mirajane da quando si sono conosciuti in poi (MiraxLaxus)
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Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mirajane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Io & Lui – Lei & me

 
 
1- Sbruffone
















Camminavo senza sosta su e giù, senza fermarmi o darmi un attimo di tregua. Ero agitata, arrabbiata, sconvolta e leggermente suscettibile. Non c’era niente di buono in quello che mi accadeva attorno quella mattina. In gilda nessuno osava interrompere i miei pensieri o anche solo osare ad avvicinarsi a me, cosa che compresi benissimo visto che nemmeno io ero sicura di quel che avrei potuto fare.

Qualche mese fa mi ero unita alla gilda di Fairy Tail, insieme a mio fratello Elfman e mia sorella Lisanna. Da quando i nostri genitori erano morti e il villaggio ci aveva cacciati per il mio potere che definivano ‘maledetto’, abbiamo vagato in giro per le città in cerca di un posto dove stare, senza grandi risultati. Ero la più grande, dovevo dimostrarmi forte e decisa in certe cose, ma nemmeno io sapevo cosa poter fare per salvare me, mia sorella e mio fratello dalla misera condizione in cui eravamo. Ringraziavo ogni giorno infatti il Master Makarov di Fairy Tail per averci salvato dalla strada, dandoci un rifugio nella sua accogliente gilda. Ora che eravamo qui, ci davamo da fare per riuscire a racimolare qualcosa, non tanto per via delle nostre scarse doti magiche ma quel minimo che guadagnavamo lo davamo alla gilda. Così erano passati dei mesi e potevo definire quel posto una vera casa, nonostante certa gente che c’era dentro.

Tra queste quella spocchiosa della Scarlett che, con tutto il rammarico che possedevo, detestavo con ogni mia cellula magica. Quella ragazzina era il ritratto dell’irritazione, se non peggio. E dire che aveva la mia stessa età!

Insomma, non la sopportavo. E il sentimento era reciproco.

Quella mattina proprio, mentre ero nell’intento di dare una lezione su chi era di turno, avevo sentito ciò che le mie orecchie era meglio non sentivano.

Passavo di lì per caso, leggermente annoiata e pensando a quanto la gilda sembrasse silenziosa. Era da un po’ di tempo che Natsu continuava con sta storia dell’uovo di Drago, sinceramente non ci facevo molto caso, non lo badavo, preferivo badare a questioni più serie, come i miei scontri con Erza.

-Eh? Un uovo di Drago?- chiese scettico Laxus, attirando la mia attenzione e facendomi voltare a sentire la conversazione che stava prendendo con Wakaba e Macao. A quanto pare era tornato da poco da una missione. Raramente Laxus rimaneva in gilda, era sempre via, così gli altri gli stavano spiegando la stramberia della settimana.

-Una cosa del genere non può esistere.- affermò ancora il biondo con le cuffie a borchie, assumendo un’aria scocciata. Come dargli torto, pure io trovavo l’idea assurda.

-Natsu diceva di esser stato cresciuto da un drago.- gli ricordò Macao sorridente. Come dimenticarlo, se quel moccioso lo ripeteva tremila volte al giorno? Questo però non toglieva il fatto che potesse benissimo esserselo inventato.

-Sì, come se fosse vero.- rispose con ironia l’adolescente.

-Puoi crederci! Natsu e Lisanna hanno costruito una base segreta dove giocano con l’uovo.- aggiunse Wakaba con voce dolciastra, ridendo insieme a Macao.

-Bambini.- commentò Laxus allontanandosi con un’espressione in volto che faceva intendere che avesse perso tempo con i due.

-Ragazzi, come vorrei essere ancora un bimbo.- disse sorridente Macao portandosi le mani dietro la testa.

-Sono così coccolosi!- aggiunse Wakaba pieno di entusiasmo.

Non ci vidi dalla rabbia. Strinsi i pugni con tutta la forza che avevo cercando di controllarmi, ma con scarsi risultati. Iniziai a tremare visibilmente mentre cercavo il modo in cui sfogare la mia collera. Mi trovavo ad un metro di distanza dal tavolo in cui erano Macao e Wakaba e con uno scatto fulmineo attaccai.

Mi buttai addosso al tavolo, alzando una mano tesa e stretta, con le dita attaccate tra di loro, poi la fiondai sopra al ripiano in legno, spaccandolo a metà, rompendolo, rendendolo inutilizzabile; mentre Macao e Wakaba saltavano via spaventati da lì.

Mi ricomposi, facendo un grosso sospiro, mi sentivo già meglio dopo quel piccolo sfogo. Mi raddrizzai in piedi e mi limitai a guardare gli altri spaventati urlarmi contro come al solito.

-Qual è il problema, Mirajane??- chiese sconvolto Wakaba alzando troppo la voce per i miei gusti. Questo non fece altro che aumentare la mia ira.

-Sei davvero pericolosa a volte, lo sai?!- aggiunse Macao con più rabbia rispetto all’amico.

Strinsi i pugni, tendendo al massimo le braccia, mentre stringevo i denti cercando di darmi una calmata. Il mio pensiero fisso però non si smuoveva e di conseguenza, non faceva altro che rendermi più arrabbiata ogni minuto che passava.

-E io che mi chiedevo perché fosse stata poco a casa ultimamente…- dissi stringendo i denti al massimo –Lei è insieme a Natsu?- dissi con l’ultimo barlume di lucidità, poi scoppiai.

-Come osa fare amicizia con qualcuno dalla parte di Erza?!?!- urlai con ira funesta.

-Di che cosa sta parlando?- chiese Macao confuso.

-Cosa intendi con “dalla parte di Erza”?- chiese invece Wakaba, anche lui leggermente scosso.

Il resto fu caos totale, non riuscii a calmarmi finché non ruppi almeno altri tre tavoli.

Così oltre ai miei tormenti sul perché Lisanna continuasse a frequentare quel marmocchio, reputandolo come un tradimento; dovetti anche sopportare il peso della noia che era aggravata in quel periodo, dato che molti si davano da fare nelle missioni.

In quel momento me ne stavo a girare insistente per la gilda, nel tentativo di far passare il tempo. Mi annoiavo alla grande e non era un bene. Lisanna passava il tempo con Natsu, Erza era in missione, Gray da qualche parte in totale solitudine e mio fratello Elfman era ancora a casa a fare chissà cosa per riuscire ad ritrovare il pappagallino che gli era scappato. Nemmeno il Master era più in gilda, a quanto pare era nel suo ufficio a cercare di archiviare i danni fatti dalla gilda in quella settimana, per poi dover spedire il resoconto al Concilio della Magia.

In poche parole mi stavo annoiando.

All’ennesimo giro in tondo, decisi di accasciarmi sopra ad una panchina e buttarmi con tutto il peso dell’addome sopra al tavolo, appoggiandoci anche la testa.  Non avevo nulla da fare, ero annoiata e l’unica cosa che riuscivo a fare era vedere chi c’era in gilda. Nessuno con cui valeva davvero la pena di scambiarsi due parole in croce, tanto per ammazzare il tempo.

Non trovai nessuno degno di parola, finché i miei occhi caddero su un individuo, solo, in un tavolo lontano da tutti, con un paio di cuffie a borchie nelle orecchie da cui probabilmente usciva la musica a tutto volume.

Da quando ero entrata a Fairy Tail avevo visto poche volte in gilda Laxus. Non gli avevo mai rivolto la parola ed ero del tutto intenzionata a non incominciare in quel momento. Piuttosto la forca. Non che fosse terribile, per carità, in quel posto di pazzi da manicomio era l’unico con un briciolo di cervello, ma mi sembrava più il tipo che stava meglio da solo e che le persone intorno a lui le reputasse solo un fastidio. E io, non volevo essere uno di quei fastidi.

Cosa che non riuscivo a spiegarmi era la sua parentela col Master. Sì, era il nipote di quel vecchietto simpatico e altruista che mi aveva accolta a braccia aperte, pronto a tutto per la sua gilda. Lui invece, rigido, freddo, solitario e scontroso. Dov’erano le somiglianze? Boh, altro che fata con o senza coda, piuttosto era questo il vero mistero di tutta la storia di Fairy Tail.

Rimasi lì, ferma a guardare quel ragazzo assente mentalmente, non mi muovevo, rimanevo lì, con il mento sul tavolo a guardarlo leggermente perplessa. Non era molto lontano da me, circa di tre tavoli. Sì era piuttosto lontano dagli altri, ma nemmeno io ero così vicino se era per questo, il fatto di stare un po’ in disparte mi faceva solo sentire bene, per questo la maggior parte delle volte preferivo allontanarmi da tutti e da tutto.

Il tizio che al momento stavo scrutando con un sopracciglio leggermente inarcato, sembrava del mio stesso parere. Ma non per questo gli avrei rivolto parola. Alla fine che ne sapevo di lui? Niente. Un punto interrogativo vivente completo di gambe, braccia e cuffie con le borchie. Partiva e tornava come il vento. Come se fosse parte di esso e di conseguenza dovesse seguirlo, per non rimanere indietro.

-Che hai da guardare mocciosa?- parlò ad un tratto portandomi alla realtà e facendomi notare con quanta intensità mi ero trovata a fissarlo per quel breve ma intenso tempo.

Mi raddrizzai sul posto, leggermente frastornata, impreparata, come se mi avessero gettato un secchio d’acqua gelida addosso, bloccandomi.

Laxus non era molto cambiato dalla posizione in cui l’avevo lasciato. Continuava a stare con le braccia incrociate sul petto, le cuffie nelle orecchie e i piedi sul tavolo. Solo lo sguardo, prima rivolto in un punto fisso e indefinito sulla parete alla sua destra, ora su di me, penetrante come se potesse scannerizzarmi con solo i suoi occhi.

-N..Niente…- riuscii a dire con un po’ di fatica, cercando di risultare il più convincente possibile.

Lui per tutta risposta alzò la testa leggermente più in alto, come per mostrarmi che mi stava guardando dall’alto in basso e dirmi un brusco –E allora smettila di fissarmi. Mi da fastidio.- disse voltando la testa e tornando sulla parete che trovava probabilmente interessante.

Un brivido di rabbia mi passò per tutto il corpo. La stessa sensazione di quando facevo le mie litigate con Erza mi si scatenò dentro in quel momento. Solo che con lui era diverso. Il suo modo di rispondermi mi aveva dato sui nervi per altro, ma non riuscivo ancora capire per cosa.

Come offesa, incrociai al petto le braccia e voltai lo sguardo indispettito verso un’altra parte.

Ma chi si crede di essere quello?, pensai. È insopportabile! Ora capisco perché non è mai in gilda, ci mancherebbe solo che ci stesse. Mi chiedo proprio perché solo lui sia qui… I miei pensieri si bloccarono, mentre la mia mente arrivava a quella consapevolezza.

Mi rivoltai sul ragazzo, fissandolo intensamente per qualche secondo per poi chiudere gli occhi e sospirare pesantemente, prendendo con me tutto il coraggio e la pazienza che avevo in corpo ed alzarmi dal tavolo.

Mi ero sempre detta che mai mi sarei scomodata per qualcosa di simile come dovergli parlare. Ma insomma… io mi annoiavo, lui era perso chi sa dove con la mente, il resto della gilda era misteriosamente scomparsa e qualcosa mi diceva che lui conoscesse la risposta a riguardo.

Mi avviai con passo lento fino al suo tavolo, per poi afferrare in malo modo una sedia con una mano e tirarla indietro, sedendomici sopra senza fare complimenti e attirando con quest’ultimo gesto l’attenzione del biondo su di me.

Appena mi sedetti mi limitai al silenzio per un paio di secondi, guardandolo in quei occhi grigi che sembravano fulminassero chiunque si posassero sopra, scrutandolo per intero la sua figura.

-Che vuoi?- mi chiese quando passò circa un minuto di silenzio da quando mi sedetti lì.

-Perché sei in gilda e non in missione come tutti gli altri?- chiesi arrivando al punto, non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi nemmeno un secondo, sapendo che i miei occhi suggestionavano le persone a parlare quando li avevano addosso. Non mi sarei staccata da lui finché non avrebbe parlato, era questo il messaggio che gli lanciavo.

Lui però non sembrò per nulla provato dal mio sguardo, anzi mi guardava come se fosse scocciato da ritrovarmi tra i piedi, con un misto perplessità, come se stesse aspettando che facessi qualcosa.

-Non sono affari tuoi, mocciosa.- rispose semplicemente, distogliendo lo sguardo indifferente e ripuntandolo sulla parete.

Nella lotta che c’era stata con gli occhi, avrei dovuto vincere per essere riuscita a non abbassare lo sguardo per prima, ma nonostante fosse stato lui a cedere, lo fece in un modo che mi lasciò intendere che era stato lui ad avere la vittoria. Per un attimo fui spaesata.

Mi ripresi quasi subito, scossando impercettibilmente la testa –Sono tutti andati in missione, tu invece sei qui.- osservai ad alta voce, costringendolo a non potermi ignorare visto che non accennavo ad andarmene.

Appena riportò lo sguardo su di me, mi fulminò con gli occhi, ma non mi scomposi di una virgola a quel gesto. Anzi, ne approfittai per dimostrargli la mia tenacia nel non voler mollare la presa sull’argomento.

-Potrei dirti la stessa cosa.- ribatté lui con tono sprezzante, di chi si era rotto le scatole e che mi avrebbe fatto a pezzettini se non me ne fossi andata. Però visto che non avevo voglia di tornare da sola al mio tavolo a commiserarmi, visto che iniziavo a trovare interessante quel battibecco che si stava creando tra noi due e visto che non avevo la più pallida idea del perché nessuno era in gilda quel pomeriggio; continuai.

-Per me è diverso. Non so nemmeno il perché tutti hanno questa gran voglia di lavorare in questo periodo.- dissi semplicemente, ponendogli il mio dramma senza troppe cerimonie o giri di parole, aspettando che lui potesse risolvermelo appoggiandomi allo schienale della sedia.

Mi guardò come per capire se dicessi sul serio o se lo stessi prendendo in giro, ma dalla mia espressione doveva aver compreso che non stavo mentendo e subito la sua espressione si fece scocciata –Ogni anno il vecchio da inizio all’Esame di promozione alla Classe S, fra poco si disputerà e verranno scelti i partecipanti a seconda delle proprie potenzialità, per questo si danno tanto da fare.- disse con malavoglia, con il tono seccato di chi stesse spiegando l’A-B-C ad un bambino piccolo.

Mi irritò non poco il modo in cui lo disse, ma cercai di trattenermi, visto che mi aveva fornito le informazioni che volevo.

-E così chi vince questo esame viene promosso a Mago di Livello S, eh?- dissi tra me e me, la cosa mi incuriosiva assai. Era la prima volta da quando ero entrata in Fairy Tail che sentivo parlare di quell’esame ma sapevo che vincerlo mi avrebbe portato ad un sacco di vantaggi.

Osservai ancora il biondo di fronte a me –Tu non ci tieni a diventare Mago di Classe S?- chiesi, notando che il soggetto in questione se ne stava a poltrire su una sedia anziché darsi da fare.

La mia domanda sembrò divertirlo, perché per la prima volta lo vidi sorridere. Per metà, a dire il vero, ed ero più sicura che si trattasse di un ghigno di scherno ma era già qualcosa. Sembrava che trovasse divertente o la mia stupidità riguardo la materia o il fatto che non mi decidessi di lasciarlo in pace. In entrambi i casi, nella sua mente probabilmente mi stava immaginando morta.

-Certamente.- rispose solo, lasciandomi perplessa.

-E allora perché non ti dai da fare?- chiesi scettica a riguardo, mentre lo guardavo interrogativa.

Se era possibile, il suo ghigno aumentò -Semplicemente perché non ne ho bisogno.- disse semplicemente come se avesse fatto intendere tutto con quelle parole –Vincerò io, puoi starne certa.- continuò con sicurezza nella voce, aggiungendo quella frase come se si aspettasse che altrimenti non sarei riuscita ad arrivarci.

Mi sentii irritata per queste sue frasi, della sicurezza che dimostrava, della sfrontatezza che dava sia davanti a tutti che davanti al Master quando gli capitava l’occasione.

Si diverte a sentirsi superiore agli altri?, pensai frustrata mentre lo guardavo più che irritata.

-Non pensi di essere un po’ troppo sicuro di te?- dissi sprezzante, incrociando le braccia al petto con decisione.

-Forse. Ma che male c’è ad esserlo?- rispose lui ghignante, i suoi occhi mi potevano bene dare il messaggio che contro di lui non c’era competizione, avrebbe avuto la risposta pronta per ogni singola cosa.

-Ad esempio che, chi si comporta in questo modo, gli si ritorce contro.- risposi del tutto convinta di poter batterlo sul suo stesso campo, senza nemmeno sforzarmi più del dovuto.

Lui sembrò intendere il mio sguardo di sfida e divise le mani dall’incrocio che aveva al petto per poi portarle dietro la testa, apparendo più rilassato di prima –Oppure prende tutta la gloria.- concluse divertito, curioso di sapere in che modo avrei ribattuto.

-Una gloria amara, se poi pensi al disprezzo che ne ricavi dagli altri.- ribattei convinta, sicura che non avrebbe saputo rispondere a questo. Era un componente di Fairy Tail in fondo. Freddo o meno, i compagni dovevano importargli qualcosa per lo più.

Con mia grande sorpresa, non lo mise in difficoltà, tutt’altro, sembrava che non aspettasse altro. Il suo sorriso enigmatico diventò intero e con estrema rilassatezza chiuse gli occhi compiaciuto –E allora? Se è il potere, ad attendermi, non mi importa altamente di cosa ne pensano di me gli altri; fin tanto io sia temuto e rispettato il resto non conta.- affermò convinto.

Un senso di disgusto mi salì fin alla gola. Il modo in cui lo aveva detto, come chi fosse del tutto convinto delle proprie parole, senza rimorso o ripensamenti. Aveva detto quello che pensava senza preoccuparsi di dire la cosa sbagliata o delle conseguenze. Ve bene, lo facevo anch’io, ma almeno quello che dicevo io non era altrettanto assurdo e insensato quanto il suo.

È davvero convinto di quello che dice, pensai con una certa sorpresa nel vederlo convinto e deciso. Il suo modo di fare, la sua sfrontatezza, superava ben oltre il mio modo di esprimermi, il suo non sembrava a vere una logica o un sistema, qualsiasi cosa che gli passasse per l’anticamera del cervello finiva sulla lingua, facendolo sembrare un…

Ipocrita.

-E questo ti farebbe sentire superiore agli altri?! In che modo?- dissi facendo trapelare nelle mie parole la rabbia che mi aveva invaso durante quella conversazione.

-Non puoi capire. Sei solo una mocciosa, mocciosa…- rispose semplicemente squadrandomi con un occhio solo aperto e ripetendo quel nomignolo che giovava la mia rabbia.

-Uno sbruffone, ecco cosa sei!- gli sputai infine, non trovando un appellativo più adatto di quello.

-Ti ringrazio.-

-Non era un complimento!- ribattei –Chi ti credi di essere?! Pensi di poter guardare tutti dall’alto in basso con l’aria da superiore?- sbottai poi con rabbia, alzandomi dal tavolo con le mani ancora sopra la superficie legnosa; il tutto non perdendo il contatto visivo con il ragazzo che mi osservava indifferente, increspando verso l’alto un angolo della bocca.

-Non lo penso.- mi corresse –Lo faccio.-

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso della mia pazienza. Feci uscire fuori dalla bocca tutte le cose che mi venivano in mente senza trattenermi o curarmene –Sei uno sbruffone arrogante! Non ti importa nulla di quello che pensano i tuoi compagni?? Non ti preoccupa di poterli ferire dentro? Li guardi credendoti migliore a loro, maltrattandoli e giudicandoli mentre quello che dovrebbero giudicare sei proprio tu! Se sei così sicuro di te, evita di rinfacciarlo di fronte alle persone che si danno da fare! Se pensi che solo perché sei il nipote del Master, tutto ti sia dovut…- non finii nemmeno la mia sfuriata che le sue parole mi gelarono.

-Sta zitta.- disse semplicemente, anche se il suo sguardo diceva altro. Infatti, i suoi occhi sembravano volessero uccidermi per quanto odio trasudassero in quel momento. Non avevo fatto una piega di fronte al suo sguardo fulminante di prima, ma questo fu così tanto intenso che non fece a meno di farmi passare i brividi per tutto il corpo.

-Vattene. Sono stanco delle tue chiacchiere.- aggiunse freddo, come se volesse darmi la possibilità di liquidarmi prima che perdesse sul serio la pazienza e mi uccidesse lì sul colpo.

Di solito mi sarei rimessa a ribattere ancora per un ordine del genere, ma il mio corpo si mosse da solo e in poco tempo me n’ero andata da lì senza dire niente. Forse per timore, forse per saggezza o anche per scocciatura per aver perso tempo con un tipo del genere.

Questa era una delle ragioni per cui non avevo nessuna intenzione di conoscerlo.



 

Passarono i giorni e nulla sembrava cambiato. Continuavo a sfidarmi con Erza, cercando un modo per ucciderla, ma senza buoni risultati visto che o finivamo in parità o qualcuno ci fermava. La cosa più irritante era che avevo preso la consueta abitudine ogni volta che arrivavo alla gilda di controllare se ci fosse al suo interno un biondino scorbutico di mia conoscenza, con il quale non gli avevo più rivolto parola.

Quello che però mi scocciava era trovarmelo spesso al suo interno. Non così spesso, ma veniva in gilda molto più spesso di prima, cosa molto strana visto che l’Esame per la promozione alla Classe S si era già disputato.

Inutile dire che era stato Laxus stesso a vincerlo e a guadagnarsi il titolo di Mago di Classe S.

Che si aspetti qualcosa?, pensai per l’ennesima volta, quando varcai la porta quel giorno trovandolo su un tavolino piuttosto lontano dagli altri. Se si aspettava che lo compiacessi, dicendogli che aveva ragione o che mi congratulassi con lui, allora avrebbe dovuto aspettare molto tempo.

Ogni volta che i nostri sguardi si incontravano, come in quel momento, distoglievamo subito gli occhi focalizzandoci su altro. Comportamento o no da bambini, per noi era la giusta soluzione.

Ovviamente lo ignorai e mi focalizzai su Erza, pronta all’ennesimo sconto. Appena ci affrontammo, volarono di tutto e di più per la gilda, tanto che molti si dovettero riparare da qualche parte.

-Finitela una buona volta di litigare voi due.- ci riprese il Master, fermandoci di botto dal lanciare tavolini e sedie –Per questo mese sono stanco di dover ricomprare i mobili per la gilda.- ci rimproverò Makarov, costringendo entrambe a chinare il capo in segno di scuse e lanciandoci un’occhiataccia come chiaro segno che la sfida era rimandata.

Mi staccai da Erza per andare a bere qualcosa al bancone del bar quando una voce a me troppo conosciuta giunse alle orecchie.

-Che lavata di testa… I miei complimenti, mocciosa.- si complimentò Laxus con me, completo di sorrisino di scherno, facendomi irritare più del dovuto per la sua chiara provocazione.

Era la prima volta che mi rivolgeva parola dopo la discussione di giorni fa e sembrava pronto ad intraprenderne un’altra da quel che avevo udito.

-Smettila di chiamarmi così, sbruffone!- ribattei, allontanandomi dalla parte opposta con passo veloce, decisa più che mai ad allontanarmelo.

Da quel momento in poi il nostro rapporto si limitò a quello. Le missioni di Laxus si erano dimostrate sempre più corte e era diventato più lungo il tempo che passava in gilda. Sì, ogni tanto continuava a sparire da qualche parte in giro ma quando tornava  ci scambiavamo di tanto in tanto qualche provocazione e sguardo omicida, ma niente di complicato o di serio. Se ci capitava di rinfacciare qualcosa all’altro, lo facevamo e basta, senza tanti giri di parole. Non capitava spesso, ma era sempre qualcosa.

-Hai deciso di battere la fiacca, mocciosa?- mi provocò per l’ennesima volta lui, in piedi, appoggiato ad una colonna della gilda.

-Quante volte te lo devo dire, sbruffone?! Ho un nome, Mi-ra-jane! Imprimitelo in quella tua testaccia!- gli urlai addosso fuori di me mentre lo sorpassavo per dirigermi a prendere una missione dalla bacheca anche quel giorno.


 
A tredici anni ti ho incontrato.

A sedici anni mi hai lasciato.

A diciannove anni ho ancora bisogno della tua presenza.














Note dell'Autrice:

Ecco il primo capitolo di questa storia a cui io tengo molto. So che certe fan di Laxus non saranno d'accordo sulla coppia di lui e Mira e preferifebbero qualcunaltro, lo capisco benissimo, io speravo in lui e Erza all'inizio. Poi però a forza di cogliere indizi mi sono insospettita e mi sono riguadata tutta la storia da capo, cogliendo un sacco di prove ovunque, da qui è nata quest'idea.
Si tratta dei fatti realmente accaduti durante Fairy Tail, sotto tutto un punto di vista LaxusXMira. Spero lo possiate apprezzare col tempo, perchè dall'inizio non si può cogliere granché di quello che voglio fare.
Spero vi sia piaciuto!

Per chi si stesse chiedendo cos’è il WhitePeper, no non sto delirando, la spiegazione è qui sotto, dateci un occhiata se siete curiosi:

Il WhitePaper non è un contest e non serve nessun tipo di iscrizione per parteciparvi. Le vostre storie non verranno corrette da noi e non ci sarà nemmeno una classifica. Noi vi daremo soltanto degli spunti ogni mese e voi potrete scegliere se seguirli o meno. Ovviamente se starete al gioco vi chiediamo di mettere -Questa storia partecipa al WhitePaper "TEMA DEL MESE DATO"- Alla fine della fiction e nella trama esterna. Insieme a -Se ti interessa partecipare o sei curioso di scoprire cos'è un WhitePaper contatta Aliaaara o Diavolo Bianco.-
Quindi, se vi interessa, ditecelo con un messaggio privato così avremo un vostro contatto con cui vi invieremo un tema diverso ogni mese con una data di scadenza.
Ovviamente se avete dei possibili temi da proporre ditecelo (ne terremo conto). Il divertimento sta anche nello scrivere qualcosa quando il tema deciso non vi ispira, è come un modo per vedere cosa siete in grado di riuscire a creare. Speriamo che il WhitePaper vi ispiri e sproni a scrivere quando ne avete voglia ma non sapete cosa raccontare.
Se avete domande non esitate a chiedere.

Ora non mi resta altro che augurarvi Buone Feste e Buon Anno!
Grazie tante per aver letto,
 
Bye-bye
Aliaaara
  
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