Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Piuma_di_cigno    26/12/2015    2 recensioni
Elsa guarda sua sorella Anna volteggiare entusiasta tra le braccia di Kristoff il giorno del suo matrimonio. Per un attimo, rimpiange che il suo cuore sia tanto freddo da non permetterle di conoscere davvero qualcuno.
Ma quella sera, quando decide di fare una passeggiata nei giardini del castello, qualcosa stravolge il cuore di Elsa.
*“Come mai siete qui tutta sola? Vostra sorella ha dato inizio alle danze, dovreste andare a cercarvi un cavaliere.”
Strinsi le labbra.
“E voi lo stesso.”
(...)
“Non sono interessato alle dame nel castello.”
“Perché, se posso chiedere?”
Il giovane mi lanciò un'occhiata.
“Ballo solo con la dama che amo.”*
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18 – Il tempo

"Certe volte tutta la vita si riduce ad un unico, folle gesto."
-Avatar.

Tre giorni: tre giorni prima di rivedere mia sorella. Se qualcuno mai avesse potuto pensare che il tempo fosse solo un'utile invenzione umana, in quel momento, nel mio stato d'animo, avrebbe capito quanto si sbagliasse.

Ogni minuto, ogni secondo, ogni ora … Era tutto un'interminabile attesa dell'ignoto più totale. Da quando aveva smesso di nevicare, il castello era stato circondato da una spessa coltre di nebbia e tutto sembrava bianco, evanescente, irraggiungibile.

Tre giorni, mi ripetevo. Tre giorni era il tempo che avevo con Harry prima di andarmene, tre giorni erano i giorni che servivano per radunare il numero minimo di Custodi e tendere un'imboscata ai Capi Neri, e tre giorni erano quelli che avrebbero impiegato per rispondere al nostro messaggio.

Mi sarei unita a loro, avevo dichiarato nella lettera, ma volevo rivedere mia sorella. Non sapevamo cosa aspettarci: un invito al loro covo nel buio, o il loro arrivo al nostro castello? Quasi sicuramente un invito. Nessuno di noi si sarebbe risparmiato la possibilità di giocare in casa, sarebbe stato uno splendido vantaggio.

Ma noi non l'avevamo.

Non avevamo nessun vantaggio. Per quanto li riguardava, avrebbero potuto non rispondere e uccidere mia sorella, ponendo fine anche alla mia vita. Cosa importava mai a quelle creature di lasciarci in vita? Per quanto ne sapevano, a parte i nostri poteri, servivamo a poco.

Ero insofferente a tutto e a tutti. Harry cercava di starmi vicino, ma era talmente … Doloroso. Non pensavo che lo sarebbe stato così tanto, sapere che ogni attimo con lui mi avvicinava sempre di più alla fine. Tre giorni e se tutto fosse andato bene sarei sparita per sempre dalla sua vita. Curioso come, a volte, il lieto fine fosse tanto assurdo.

Ero seduta all'ombra, sulla trave più alta del soffitto della biblioteca, e guardavo fuori dalla finestra lo spettrale paesaggio bianco. E se fosse stato così? Mi era capitato, a volte, di pensare a quello che c'era dopo la fine della vita: limbo, ombre, paradiso, angeli … Ma non l'avevo mai messo sul serio in conto. E perché mai? Niente lasciava presagire che quel momento fosse vicino, ma ora … Se mi avessero uccisa, avrei dovuto affrontarlo. Ero così spaventata! Perché nessun custode lo era? E se tutto fosse semplicemente finito? Se avessimo dimenticato tutto e ci fossimo ridotti a vagare nel nulla che era quella nebbia fuori dalla finestra, come ombre nell'infinito? Come poteva non essere una sorte terribile, quella?

Fissai la nebbia, cercando disperatamente di capire, quando una voce mi fece sussultare.

“Il fatto che tu voglia stare sola non ti autorizza a rubare il mio posto preferito.” disse Sam, divertita, sedendosi agilmente sulla trave accanto alla mia. “Anche se devo ammettere che senza sole non mi perdo un granché.”

Abbozzai un sorriso, senza sapere bene cosa dire e ripresi a guardare fuori dalla finestra.

“Che ci trovi di tanto interessante nel nulla totale?” chiese Sam, seguendo il mio sguardo.

Mi limitai ad alzare le spalle.

“E' lì che andremo dopo.” risposi, sperando quasi che non capisse.

“Perché ti crucci tanto?” borbottò. “Tanto tu non ci andrai mai, in quel dopo.”

Quando la guardai sorpresa, ridacchiò.

“Ricordi? L'udito di un gatto.”

“Harry …?”

“No, non lo sa. E non sa nemmeno come ti senti quando sei con lui, crede che tu sia preoccupata per tua sorella.”

Sospirai, guardando distrattamente la biblioteca sotto di noi. Chissà cos'avrebbe detto Anna, se l'avesse vista; forse che c'erano troppi libri, o che era troppo silenziosa … Aveva passato troppo tempo, nella sua infanzia, immersa nel silenzio più totale per apprezzare il clima di quel posto. Del resto, era stato così per entrambe.

Improvvisamente, mi fischiarono le orecchie. Era tutto troppo silenzioso. Non volevo il silenzio. Volevo sentir parlare mia sorella tutto il giorno. Non volevo il silenzio.

Prima di rendermene conto, saltai giù dalla trave e uscii di corsa da quella stanza, con la vista annebbiata e le pareti che mi ondeggiavano attorno. Sapevo di essere sudata, ma sentivo freddo ovunque, avevo i brividi. Corsi per tutto il castello, nel buio e nella luce lattea delle finestre, fino ad arrivare nella mia stanza.

Anche lì c'era troppo silenzio.

Uscii di nuovo, cercando di respirare regolarmente. Stavo impazzendo.

Cominciai a piangere e corsi finché non ebbi più fiato e arrivai nell'atrio del castello, illuminato dalla calda luce delle candele. Vidi il mio ritratto sulla vetrata, lo sguardo determinato e coraggioso, la neve che mi circondava come una coperta. Avrei voluto essere davvero quella custode.

Volai vicino a lei e appoggiai con delicatezza le dita sul vetro freddo, che si cristallizzò immediatamente. Controllare i poteri quando ero così spaventata era praticamente impossibile.

Il vetro divenne opaco, pieno di brina, e il ghiaccio salì ramificandosi lungo la finestra, fino a ricoprirla completamente. Quando cominciò a formarsi la neve, tolsi la mano.

Volevo solo sedermi lì e piangere.

Volai cautamente giù e presi a passeggiare su e giù per l'atrio. Non sapevo più nemmeno io a cosa pensare. C'era silenzio ovunque.

Poi, di colpo, uno scricchiolio ruppe il silenzio. Mi voltai di scatto, alla ricerca della fonte del rumore.

Non proveniva dalla porta. Non c'era nessuno lì, l'atrio era deserto.

Lo sentii ancora e perlustrai di nuovo la sala con gli occhi. Nessuno. Forse erano state le candele? Ma poi lo sentii ancora e non ebbi più dubbi.

Mi voltai verso la vetrata e dovetti trattenere un grido di orrore.

Si era completamente sciolta. Non c'era niente. Non c'era più niente. Cosa significava?

E non era solo rimasto il vuoto: era rimasto il buio. Un grosso buco nero.

Mi alzai in volo e mi avvicinai con cautela. Era assolutamente statico. Non si muoveva e sembrava innocuo. Deglutendo, tesi una mano, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa la vetrata si tinse di bianco, bianca come la neve.

Cominciò a formarsi un'immagine, tassello dopo tassello.

Due volti gemelli si fronteggiavano, ai lati opposti della vetrata, e il fuoco dell'una lambiva il ghiaccio dell'altra. Legate insieme dalle catene, le corone che quasi si toccavano, due regine erano in piedi sulla cima di una montagna, le mani giunte.

Due regine.

Io e Anna.

 

Il messaggio dei Capi Neri arrivò il mattino dopo, molto prima di quanto sospettassimo. Che fosse molto prima, non importava: il messaggio era, come avevamo previsto, un invito al loro covo.

Che ironia! Pensai, quando vidi che anche il secondo inquietante incontro della settimana sarebbe avvenuto a mezzanotte. Avevamo a malapena il tempo di radunare gli ultimi Custodi e di prepararci ad affrontare la notte più nera della nostra esistenza.

Fece buio alle tre. Non era quel buio che calava lentamente, né quel buio in cui era sufficiente avere una torcia. Nel giro di pochi secondi non vedevamo a un palmo dal nostro naso. Per quel poco che riuscii a distinguere, c'era anche una terribile nebbia.

E, ovviamente, niente luna.

Quando si parlava di giocare in casa, nessuno era bravo come loro a sfruttare ogni potenzialità.

Non sapevo esattamente come prepararmi, né se fosse possibile prepararmi. Sapevo soltanto che il massimo che potevo fare era passeggiare su e giù per il castello, sperando e pregando, e cercando di evitare Harry e la stanza dei Sigilli.

Volevo allontanare il più possibile il momento dell'addio, ma sapevo di non poterlo fare ancora a lungo e questo fu presto confermato, quando trovai Harry appoggiato alla porta di camera mia.

Lui non mi aveva ancora vista e, per un attimo, osservai i lineamenti distesi, rilassati, i capelli che gli coprivano gli occhi, il capo chino. Per un istante, pensai di voltarmi e scappare. Potevo fingere di non averlo visto.

Ma poi mi resi conto di quanto fosse crudele.

Avremmo sofferto ugualmente, ma un taglio netto sarebbe stato meglio di una lunga ed inutile agonia. Perciò raddrizzai le spalle e mi feci avanti, cercando di essere il più silenziosa possibile; ancora speravo di ritardare quel momento. Ma Harry, come se avesse percepito la mia presenza, alzò la testa e i suoi occhi blu mi inchiodarono sul posto.

“Ciao.”

“Ciao.” la mia voce uscì in un soffio. Harry abbozzò un sorriso.

“Cosa c'è che non va, Elsa?”

Nessuno avrebbe mai potuto essere più diretto di lui in quel momento. Dopotutto, però, avevo voluto io stessa un taglio netto, e che taglio netto fosse, allora.

Presi un bel respiro e mi costrinsi a guardarlo negli occhi.

“Me ne vado, Harry. Torno a casa con mia sorella.” mi sorpresi della calma della mia voce. Una parte della mia mente, non concentrata su Harry, capì che ci erano voluti anni e anni di allenamento.

Ma la parte concentrata su Harry, notò la sua espressione: quella di chi ha ricevuto una secchiata d'acqua gelata, dopo averla aspettata per tanto tempo. Strinsi le labbra fino a farle diventare bianche, lo stomaco stretto in una morsa, il cuore che batteva furiosamente.

La gola era serrata, come a costringermi ad aprire la bocca per prendere aria e così a dire quelle parole che avrebbero mandato tutto a monte.

Harry rimase in silenzio per un tempo che parve infinito e, nonostante tutto, quello fu il peggior silenzio a cui avessi mai assistito.

Infine, in un sussurro, chiese:”Perché?”
“Non posso dirtelo.” risposi quasi automaticamente. Avevo provato talmente tante volte quella conversazione nella mia mente, che ormai tutto mi sembrava scontato. Ma quello che successe dopo non era affatto scontato.

Harry si avvicinò a me con un unico, lungo passo e mi abbracciò stretta. Sentii tutti i miei muscoli liquefarsi contro la mia volontà, come se fuoco liquido mi attraversasse le vene. Quasi istintivamente strinsi Harry a me, pregando e supplicando che mi baciasse e al tempo stesso che non mi sfiorasse nemmeno, perché sarebbe stato troppo doloroso.

Quando si staccò da me, mi guardò negli occhi.

“Qualunque cosa sia, ho giurato di fidarmi di te e intendo farlo.” esitò un attimo. “So che non lo faresti se non avessi una buona ragione.”

Spazio autrice: dopo tanto tempo, posso dirvi che il colore di oggi è un morbido grigio chiaro, di cui l'intero mondo pare essere circondato oggi; mai vista tanta nebbia in vita mia! Ho un perenne mal di testa -.-" Come avete passato il Natale? :) Qui le luci sono state coperte tutte dalla nebbia, tranne quelle della mia vicina: ha appeso una cascata di lucine in perenne movimento al suo ulivo e penso che la loro funzione, con questo clima, potrebbe tranquillamente eguagliare quella di un faro nella nebbia.
Per il resto, mi dispiace di averci messo tanto ad aggiornare, ma purtroppo la scuola non mi ha dato tregua. Solo io ho una valanga di compiti per le vacanze!? Tutti quelli con cui parlo non fanno altro che dirmi:"Compiti? No, ce ne hanno dati pochissimi!" -.-" Comincio a capire perché, da 25, in classe siamo rimasti in 17.
In ogni caso, la nostra storia si avvia verso la parte centrale. All'inizio avevo pensato di arrivare a questo punto, scrivere ancora qualche capitolo e poi concludere, ma ora ho deciso di modificare un po' la trama, perciò allungherò ancora il racconto.
Si prospetta un capitolo pieno di azione! :)
Ora vado a finire di tradurre l'Anfitrione (mando tanti auguri a chi deve ancora farlo o è alle prese con l'opera ...), nel frattempo spero che la storia vi piaccia e tanti saluti da ... Montagne e montagne di nebbia. ;)
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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