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Autore: writer01    27/12/2015    0 recensioni
dal testo:
"Nel leggere quei due numeri separati da una barra non posso fare a meno di provare un moto di gioia dentro di me, alla fine la mia penitenza sta per giungere al termine, un altro incarico compreso questo e sarò finalmente libero. Apro la busta e tiro fuori la lettera. Come sempre c’è scritto il nome, il cognome, l’indirizzo di casa e di scuola del semidio che mi mandano a recuperare o del mostro che mi mandano ad uccidere"
orami gli mancano solo due incarichi prima di tornare ad essere libero, libero dagli ordini divini che vi vengono imposti. solo una cosa però rischia di renderlo di nuovo schiavo, l' amore.
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la lettera arriva sono seduto su una panchina a mangiare un panino del Mc Donald’s. Come al solito appare dal nulla e come al solito, io non sono per niente entusiasta nel vederla. Mi ricorda troppo lui, mi ricorda troppo ciò che eravamo. Tuttavia sono obbligato ad aprire la lettera e leggere quale sarà il mio prossimo obbiettivo. Prima di aprirla leggo il numero inciso nella parte frontale.
 
1998/2000
 
Nel leggere quei due numeri separati da una barra non posso fare a meno di provare un moto di gioia dentro di me, alla fine la mia penitenza sta per giungere al termine, un altro incarico compreso questo e sarò finalmente libero. Apro la busta e tiro fuori la lettera. Come sempre c’è scritto il nome, il cognome, l’indirizzo di casa e di scuola del semidio che mi mandano a recuperare o del mostro che mi mandano ad uccidere. A volte si divertono a farmi fare cose imbarazzanti. Una volta in una lettera aveva trovato scritto:
 
“se un giorno vuoi tornare a essere libero, devi superare la seguente prova: devi dire ad una bambina al parco che Babbo Natale non esiste. Con amore, gli Dei Dell’Olimpo.”
 
  Se solo ci ripenso, mi viene da ridere. Quando mi capitano ordini di quel tipo non esito a farli, insomma, sempre meglio di rischiare la vita per uccidere un mostro o magari tentando di proteggere uno dei tanti pargoli che gli dei non esitano a generare. Mi fa schifo pensare a quanto gli dei siano infedeli. Insomma, pensate alla povera Era, che ormai ha delle corna più grandi dell’isola di Creta. Che buon esempio può dare un dio che ha generato qualche migliaio di figli illegittimi durante la storia? Ecco, nessun esempio, o almeno sbagliato. Mi alzo dalla panchina con la lettera ancora in mano. Mi guardo intorno e vedo un corvo a cinque metri da me che mi fissa. Ho imparato a mie spese che mio padre usa i corvi per guardare il mondo di superficie. Non ci penso due volte e alzo il dito medio in direzione del volatile. Non sembra farci molto caso, ma posso immaginare la faccia indignata di mio padre. Il corvo resta immobile e mi costringo a guardarlo meglio. La mia mente non vuole credere a ciò che gli occhi le dicono di vedere. L’animale ha dei bellissimi occhi azzurri, lo stesso azzurro del cielo più limpido che si possa immaginare. Ho osservato troppo a lungo quelle iridi per non riconoscerle. Sembrano i suoi occhi. Posso immaginarmi le risate che degli dei dell’olimpo mentre osservano la mia reazione.
 
 Inizio a tremare e il foglio mi cade dalle dita. Quel corvo non è stato mandato da mio padre, ma de quei maledetti che mi mandano a salvare i loro figli. In preda all’ira raccolgo un sasso e lo lanciò verso l’uccello, non lo colpisco ma almeno vola via. Mi tremano le mani, tento di farle smettere e alla fine ci riesco. Col passare degli anni son diventato bravo far smettere le mani di tremare, sono diventato bravo a sopprimere le lacrime ma, soprattutto, son diventato bravo a ricacciare indietro i ricordi, soprattutto i ricordi di lui o di noi. Sono quelli che fanno più male perché mi ricordano tutto ciò che eravamo, e quello che saremmo potuti essere se solo qualcosa non si fosse interposto. Ormai la gioia per quel numero è scomparsa, lasciando spazio ad un terribile senso di infelicità e vuoto.
 
 Una vecchietta mi sta fissando, forse per la pietra che ho lanciato verso quel maledetto, ma non m’importa. Per un attimo mi viene voglia di fermarmi e sfogarmi, dire a questa signora ciò che ho passato, ho sentito dire che condividere i propri sentimenti con qualcuno aiuta ad affrontarli. Magari riuscirei persino ad ottenere un abbraccio, un po' di quel calore umano che ormai da tempo non sento sulla mia pelle. Vorrei tanto sedermi affianco a lei e parlare, ma immagino cosa vede lei: un ragazzo sui sedici anni, magro, capelli più neri della pece con addosso dei pantaloni in stile militare e un maglione di lana troppo leggero per la pungente aria di dicembre. Inoltre penserà che io sia un vandalo, dopo quello che ho fatto. Alla fine mi limito a passarle davanti senza neanche guardarla negli occhi. Quando la sorpasso mi sembra di sentire il suo sguardo accusatorio puntato sulla mia schiena, è una consapevolezza dolorosa, sapere che una persona ha l’idea sbagliata di te. Per la seconda volta in un minuto mi viene voglia di fermarmi e chiarire, ma desisto. Ho imparato da tempo ad infischiarmene di ciò che la gente pensa di me. Ho imparato che le cose assumono l’importanza che noi decidiamo di dargli, è per me lui era così importante da farmi scordare ciò che stavo facendo prima di vederlo, così importante da farmi maledire per lui. A volte penso che quella che mi è stata inflitta sia la peggiore delle torture. Infondo il dolore fisico prima o poi sparisce, ma quello emotivo? No, quello no. Può attenuarsi ma non sparire. Sarà sempre in un angolino della mia mente, pronto a colpirmi quando meno me lo aspetto. Consapevole che la mia tortura non finirà neanche dopo la fine degli incarichi, esco dal parco, con una ferma intenzione nella mia mente: “Ho sofferto troppo per amore, è giunto il momento di dire addio a questo sentimento”.
 
Allora, se state leggendo queste poche righe, significa che avete letto il capitolo qua sopra perciò, grazie in partenza. Allora, come già avrete capito dal titolo, la ff si ispira ad un manga intitolato “Gravitation”; un manga che mi è particolarmente piaciuto e non esito a consigliarvi di guardarlo. Su YouTube trovate tutti gli episodi più i due OVA con i sottotitoli in italiano. Comunque, non son qui per fare pubblicità. Allora, mi rendo conto di essere stato molto ma molto evasivo riguardo a questo personaggio, ma ben presto saprete altro. Ho deciso di eliminare il vecchio primo capitolo perché ho cambiato qualcosa nella trama ma comunque non molto.
p.s.: se trovate errori ,per favore, ditemelo e magari lasciate una recensione che mi renderebbe molto felice.
-Writer01
   
 
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