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Autore: LittleHarmony13    27/12/2015    1 recensioni
Harry Styles frequenta il corso di letteratura inglese alla Oxford University, ed è in procinto di dare la tesi. Ha un ragazzo, buoni voti e una migliore amica perfetta. Tutto sembra andare per il meglio ma...
Louis Tomlinson ha una laurea in storia dell'arte della Oxford University, un lavoro ben poco retribuito alla biblioteca della suddetta università, un dottorato da conseguire, e tanta voglia di riscattarsi.
Il giovane non ha mai conosciuto l'amore, ma...
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AU, Harry!LiteratureStudent, Louis!HistoryofArtStudent ~ Larry Stylinson.
Slash| Louis/Harry| Niall/Lottie| Harry/Matty Healy| Zayn/Emma Watson.
AVVISO: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE IN PAUSA MA NON E' FINITA. CERCHERO' DI TORNARE IL PRIMA POSSIBILE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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 8. Soddisfazioni e delusioni.

 


“Eravamo come dei all'alba del mondo,
e la nostra gioia era così accecante che non riuscivamo
a vedere niente ad eccezione dell'altro.”
La canzone di Achille, Madeline Miller


 


 

 

Louis' Pov

 

Appena apro gli occhi la luce che entra dalla finestra enorme della camera di Harry mi acceca. Ancora mezzo tramortito, cerco un cuscino sotto cui poter mettere la testa, ma tastando non ne trovo nessuno. In un secondo momento capisco che Harry se li è presi tutti.
Che stronzo! Vorrei svegliarlo e convincerlo a scusarsi, anche con malizia se necessario, ma poi mi accorgo di come è bello, così sdraiato fra le mie braccia, con il sole che gli accarezza il viso ed i boccoli sparsi lungo il viso. Basta una veloce occhiata al suo viso per rendermi conto che tutto quello che mi è successo ieri sera, da quella pazza che ha provato a sedurmi, all'aver visto mia sorella in atteggiamenti in cui mai avrei voluto trovarla, passa in secondo piano.
Sono consapevole che è ancora molto presto, e che non dovrò presentarmi al lavoro prima di almeno un'ora e mezza, quindi mi rimetto comodo e mi prendo tutto il tempo che voglio per osservare Harry dormire.
Lo so che è una cosa da stalker, come quel vampiro di quel libro che piace tanto a mia sorella, ma non posso evitarlo: guardare Harold dormire sta diventando il mio nuovo piacere proibito.
Facendo attenzione a non svegliarlo, passo le dita fra i suoi capelli, e lo stringo forte con le braccia. Con delicatezza, gli sposto i capelli dal viso, e gli lascio alcuni baci sul collo. Harry ha uno spasmo, ma non si sveglia.
Qualcos'altro, però, si è svegliato, ed ha intenzione di farmi notare che c'è.
Ho cercato di essere romantico con Harold, o almeno il più dolce possibile, ma sono comunque un ragazzo di ventiquattro anni, e la combinazione mattino, il mio braccio su Harry, e il suo corpo praticamente mezzo nudo attaccato al mio, ha delle ripercussioni.
Prima che possano succedere cose per cui probabilmente Minniti non è ancora pronto, decido di alzarmi, lasciargli un bigliettino ed avviarmi al lavoro, anche se con largo anticipo. Ma nel momento in cui provo a togliere il braccio dal corpo di Harold, quello sbuffa e se lo ritira vicino. Provo a vedere se è sveglio, ma lui continua a dormire beato.
Poi però Harry muove i fianchi all'indietro, contro di me, contro ogni parte di me, come se avesse il sonno agitato, ed io cerco di contenere un gemito (inutilmente).
Ed è in quel momento che mi accorgo del ghigno divertito, con tanto di fossetta, che si è venuto a creare sul volto di Harold.
Quello stronzo non sta dormendo proprio per niente, ma comunque non si convince ad aprire gli occhi.
Gli mordo il lobo dell'orecchio. “Guarda che lo vedo che stai ridendo! La recita è finita, Harold.”
Harry non ha intenzione di girarsi e con voce impastata dal sonno, mi risponde: “Ma se non sto ridendo!”
“Harry Styles sei un pessimo bugiardo.”
Ed allora, come se gli costasse uno sforzo indicibile, Minniti si gira a fronteggiarmi, portando il suo viso ad un millimetro di distanza dal mio. Alcune parti di me ne risentono più di altre.
“D'accordo, hai ragione, ma mi stavo divertendo a guardarti mentre mi contemplavi.”
“Non ti stavo contemplando proprio per niente!”
“Allora come hai fatto a vedere che ero sveglio?” Touché.
“Cristo Santo, Harold, ti agitavi come se stessi avendo un incubo.”
Harry si china a lasciarmi un bacio sul collo che dura più del dovuto. Nelle mie condizioni serve solo a far aumentare il fuoco che sta nascendo dentro di me. “In realtà volevo solo far agitare te!”
Oh, cazzo! Harry si è reso conto di quello che... ehm, di quello che sta succedendo qui sotto?
Adesso sono più che mai deciso ad alzarmi e ad andarmene. Volevo che il nostro primo contatto più intimo fosse in un contesto un po' più romantico di così, ma se continuo a rimanere qui, non lo sarà di sicuro.
Gli lascio un bacio sul naso. “Senti, Harold, devo andare, ci sentiamo do...”
Ma Minniti è più veloce di me, di nuovo, e con un colpo di reni si sdraia sopra di me, mettendo le mani ai lati della mia testa.
Ecco, sono in trappola. Di nuovo.
“No, non ci sentiamo dopo, Louis. Ci sentiamo adesso. Voglio sentirti proprio bene.”
Harold mi bacia ma io lo stacco leggermente. “Senti, Haz, non credo che sia il caso. Non so dove queste coccole mattutine potrebbero portare.”
“Nemmeno io, Loulou! Perché non lo scopriamo insieme?”
“Non mi sembra il caso.”
Ma poi Harold fa salire una mano lungo la mia gamba, per fortuna ancora coperta dai pantaloni della tuta, ed io mi zittisco.
“Spiegami perché non è il caso, Lou.” Harry sta tracciando con le labbra il contorno del mio viso. “Per caso non ti piaccio abbastanza?”
Cosa cazzo sta dicendo? “Che cosa?!? Harry, no! Assolutamente no! Ma come ti ho già detto voglio andarci piano con te e... Harry, cosa cazzo stai facendo?”
Non faccio in tempo a finire che Harry mi ha tolto i pantaloni della tuta. Adesso siamo entrambi in boxer.
“Cristo Santo, Minniti, è impossibile ragionare con te!”
“Perché io non voglio ragionare Louis. Vorrei soltanto che tu chiudessi quella bella bocca che ti ritrovi e mi lasciassi fare quello che voglio.”
Con uno sguardo malizioso Harry si impossessa delle mie labbra e mi morde il labbro inferiore. Questo mi fa uscire il suo nome in un gemito incontrollato, e ben poco dignitoso.
Harry si stacca e mi guarda con occhi pieni di desiderio. “Scherzavo, non devi per forza stare zitto. Puoi gemere il mio nome ogni volta che vuoi. Mi piace molto quando lo fai.”
Prima che perda completamente la testa gli porto le mani sul petto. “Harry, non dovremmo farlo.”
Ma Harold è irremovibile, e comincia a baciarmi il petto, scendendo sempre più giù. Adesso è palese che sono eccitato, ed un po' mi vergogno a mostrarmi così a lui.
“Io credo proprio di sì, invece, Loulou.”
“Ma Harry...”
Quando Minniti rialza la testa, capisco che è infastidito. “Louis, sei davvero il massimo a rovinare l'atmosfera, lo sai?”
“Mi dispiace, è solo che non voglio rovinare tutto.”
Harry mi accarezza una guancia, ed arrossisce. “Senti, non voglio fare... non voglio fare tutto quello che pensi. Solo... lascia che ti faccia divertire un po', va bene?”
“Harry Styles, sai benissimo che non vorrei altro che questo, ma ti prego, ho bisogno di essere rassicurato. Dimmi che non cambierà niente fra di noi, dopo questo.”
“Cosa dovrebbe cambiare, Louis? Te lo prometto, non cambierà niente.”
“D'accordo!”
Harry mi guarda con occhi divertiti. “Sei convinto adesso?”
“Non proprio.”
“Non mi sembri nelle condizioni di fare troppo il prezioso.”
Lo guardo, confuso e sorpreso. “A cosa ti riferisci?”
Harry indica con la testa i miei problemini evidenti nella parte inferiore del corpo ed io sbuffo infastidito. “Sai che non è educato farmelo notare?”
Ma Harry non mi ascolta, perché in circa tre secondi mi ha già sfilato i boxer e li ha tirati dall'altra parte della stanza.
“Harold! Adesso per ritrovarli dovrò fare tutto il giro e tu potrai ammirare il mio bel sedere! E' per questo che lo hai fatto, vero?”
Harry mi guarda da sotto le lunghe sopracciglia, con uno sguardo furbo. “Sì, forse.”
Ma poi i suoi occhi si abbassano ed io mi sento scoperto e vulnerabile come non lo sono mai stato in vita mia.
“Sei bellissimo, Louis.”
Arrossisco come non credo sia mai arrossito nessuno, e giro lo sguardo. “Ma per favore!”
“Dico davvero, Louis. Sei la cosa più bella che abbia mai visto.”
Non ci credo nemmeno per un minuto, ma poi giro impercettibilmente la testa, e la convinzione e il desiderio nello sguardo di Minniti mi sciolgono come neve al sole. “No, sei tu.”
Harry, che si era chinato a baciarmi l'interno di una coscia, rialza la testa, sorpreso. “Cosa?”
“Sei tu. Tu sei la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia.”
Harry mi guarda con una dolcezza disarmante, e poi china la sua testa su di me, ma non fa quello che mi aspetterei, anzi. Harold mi lascia un bacio, proprio lì, dove lo voglio di più ed è così dolce che rischia di eccitarmi di più di quello che avrebbe potuto fare.
Lo guardo ad occhi spalancati. “Harry!”
Harold alza un secondo lo sguardo, e arrossisce. “Scusami, credo di essere un inguaribile romantico, anche in queste situazioni.”
Gli accarezzo una guancia. “No, Harry, Dio, sei... sei perfetto, ecco cosa sei. Il tuo essere dolce è una parte di te, e non la scambierei per nulla al mondo, Harold!”
Harry sembra ritrovare un po' della precedente malizia, e mi sorride. “E posso essere molte altre cose.”
“Tipo?”
Ma Minniti non mi risponde, e la sua bocca torna sulla mia coscia. Nell'arco di un secondo, però, con un movimento improvviso e totalmente inaspettato, la posa dove la voglio davvero, e questa volta non è una finta. Il contatto della sua bocca su di me mi fa perdere il controllo, e mi ritrovo a stringere un cuscino.
Dalla mia bocca escono gemiti che non riesco a fermare, e dopo poco, involontariamente, stringo i capelli di Harold.
La mia mano, senza volerlo, gli spinge la testa in basso, e devo costringermi a fermarmi.
Harold è... cazzo, se è bravo.
Provo a trattenermi, ma dopo poco il suo nome mi esce dalla bocca in urlo troppo a lungo soffocato.
Con un sospiro, giro la testa sul cuscino, e mi costringo a guardarlo davvero. E quella visione riesce quasi a mandarmi fuori di testa. La testa di Harold su di me, è... è semplicemente troppo.
“Cristo, tesoro, tu vuoi uccidermi.”
Come in risposta affermativa, Harold aumenta il ritmo, ed io alzo i fianchi verso di lui, per ricercare ulteriormente il piacere. Ma Harry mi posa un braccio sulla pancia, come a volermi fermare, per far durare il tutto più a lungo. Ma io non credo di esserne capace.
Quasi non riuscendo a parlare, gli sussurro: “Minniti, tu giochi sporco.”
Harry ride, senza staccarsi da me, e quella sensazione, la sua risata su di me, la vibrazione della sua bocca, il rumore che fa, mi portano completamente al limite, e stavolta neppure Harold può fermarmi. Con un ultimo movimento dei fianchi raggiungo il piacere, urlando il nome di Harry come una preghiera.
Harold non si stacca finché non si rende conto che mi sono calmato, e quando stacca le labbra da me vorrei baciarlo, ma lui è più veloce e si alza, andando solo lui sa dove.
Rimango basito, ma poi Harold torna con un asciugamano, e mi pulisce dalle ultime prove evidenti del misfatto che abbiamo messo in atto.
Quando toglie l'asciugamano e la sua mano mi sfiora involontariamente, tremo. Harry mi guarda, curioso.
“Scusami, sono ancora estremamente sensibile.”
Harry si china a baciarmi su una guancia. “Un po' mi fa piacere pensare che è grazie a me.”
Rieccolo, l'Harry timido e dolce.
“E' totalmente grazie a te, tesoro mio.”
“Felice di sentirlo! E sono anche felice di sapere che adesso i miei vicini sapranno sicuramente il mio nome!”
Harry mi fa l'occhiolino, ed io arrossisco. “Sì, ehm, ecco... Scusami riguardo a quello.”
“Non ti scusare mai più per quello.”
Harold si china, e mi bacia di nuovo, con passione. Se non si fermerà subito, credo che fra poco potrà succedere di nuovo quello che è appena finito. Mi stacco e faccio strusciare i nostri nasi.
“Sei la cosa migliore che potesse capitarmi, Harry Styles.”
Minniti mi accarezza una guancia. “Credo che sia il post-orgasmo a parlare, Louis.”
Lo guardo, e cerco di fargli capire solo con uno sguardo quanto è importante per me. “Come fai in fretta a liquidare i miei sentimenti. E no, ovvio che non è solo il post-orgasmo, stupido.” - Vedo Harold trattenere un sorrisino. - “Anche se un po' influisce.”
Harry stavolta sorride divertito. “Ah sì eh? Beh, ti farò pentire di averlo detto, Loulou.”
E con un movimento deciso fa incontrare le nostre labbra. Quando si piega su di me, sento che anche Harold mi vuole, ed in quel momento mi sento uno stronzo per non averci pensato prima.
Ricambio con più forza il bacio e alzo i fianchi per far incontrare le nostre parti più importanti. Harold geme, ed io mi alzo, così che si ritrovi a sedere sulle mie gambe.
Comincio a lasciargli dei baci lunghi e studiati sul collo, e porto l'altra mano sopra i suoi boxer.
Sì, avevo proprio ragione. Harold mi vuole, decisamente.
Quando parla la sua voce è roca e carica di desiderio. “Lou, cosa vuoi fare?”
Continuo ad accarezzarlo, quando gli rispondo. “Ricambio.”
Harry fa dei respiri lunghi e spezzati, prima di rispondere. “Sarebbe fantastico, se non fosse che fra esattamente trenta minuti devi essere al lavoro. E non hai mezzo vestito, se non il pigiama, quindi devi passare da Lottie.”
Guardo il telefono, con sconcerto. “Non può essere...”
“E invece è così, Louis.”
“Posso ritardare cinque minuti.”
“No, Loulou, non puoi.”
So cosa ci vuole per farlo stare zitto, quindi stringo un po' di più la presa della mia mano su di lui, e ricomincio a baciargli il collo. Harry sta per scoppiare, posso constatarlo con mano. Letteralmente.
Harold mi stringe i capelli con passione, ma poi mi sposta la mano da dove invece so che la vorrebbe. “Ero serio, Louis, non puoi. Farai molto tardi.”
Ha ragione, se arrivo tardi quella nevrotica del mio capo mi licenzia, ed io ho bisogno di questo lavoro.
Prendo la sua mano e gliela bacio. “Se pensi che ti lasci qui, così, ti sbagli.”
Faccio un cenno della mano, come a fargli capire a cosa mi riferisco.
Harry soffoca una risata. “Posso sopportarlo, Louis.”
Poi si abbassa e mi sussurra all'orecchio. “Posso finire da solo.”
“Questo dovrebbe in qualche modo convincermi ad andarmene? No, perché non ci stai riuscendo, Haz.”
E quello, bastardo e malizioso com'è, mi morde sul collo. “E puoi giurare che penserò a te.”
Sento una familiare sensazione di eccitazione che si sta facendo strada in me, e allora capisco che devo andarmene. “Cazzo, Harry, vuoi proprio farmi impazzire.”
Harry si siede con le spalle appoggiate alla tastiera del letto. “Beh, sì, forse... Ma ora vattene, o farai davvero tardi.”
Mi alzo dal letto, e comincio a girare per la stanza, nudo come un verme. Io lo ammazzo quell'Harry Styles. “Certo, se riuscissi a trovare i miei boxer prima.”
Harry soffoca una risata, ed io li intravedo dietro l'armadio. Mi chino per raccoglierli e per tutto il tempo sento lo sguardo di Harold su di me. Me li rimetto con calma. “Ti stai godendo lo spettacolo, Minniti?”
Harry si sta mordendo un labbro, ed io mi rivesto il più in fretta possibile. “Forse.”
“Forse sei uno stronzo, Harold, ecco cosa sei. Ora vado, ci sentiamo più tardi, va bene?”
“Ok.”
Mi chino per lasciargli un bacio sulle labbra. “Beh, grazie per l'ospitalità e per... beh, quello.
Non ci credo! L'ho veramente ringraziato per il servizietto che mi ha fatto? Mi sono fuso il cervello?
Ma Harry scoppia a ridere, e poi mi ritira vicino e lui, per baciarmi. Quel ragazzo ha una resistenza pazzesca.
Con le labbra ancora praticamente attaccate alle mie, mi sussurra: “Penserò a te per tutta la mattina, Loulou!”
Cristo Santo! “Ok, adesso me ne vado davvero, tesoro.”
“A dopo, Lou.”
Esco dalla sua camera, e mi fermo un attimo nell'ingresso per cercare le chiavi. Poi però dall'altra stanza sento uscire il mio nome, come in un gemito, e quando mi rendo conto di quello che sta facendo Harold mi costringo ad uscire di casa senza guardarmi indietro.
Cazzo, Harry Styles, ti piace proprio giocare sporco eh?

 

 


 

Harry's Pov.

 

Dovevo incontrarmi con Ems un quarto d'ora fa, ma la mia amica non è ancora arrivata. Ci siamo dati appuntamenti all'unico Starbucks della città, perché Emma lo adora, specialmente in inverno, e chi sono io per negarle un Frappuccino al caramello?
Solo che Emma non è ancora arrivata, quindi ordino sia per me che per lei. Mangiucchio un po' del muffin al cioccolato che so che dovremmo dividere, ma sto quasi cominciando a preoccuparmi, quando la vedo entrare nel locale con un cappotto marrone lungo fino ai piedi, i capelli scompigliati dal vento, e le guance arrossate dal freddo.
Appena arriva al tavolo mi si siede accanto e si stringe al mio braccio. “Oh, Harry, sei caldo!”
Nascondo una risata e mi chino a stropicciarle le guance. “Eri ad amoreggiare con Zayn?”
Ems alza gli occhi al cielo. “Magari! Ero a seguire una noiosissima lezione di diritto privato. E poi ho dovuto attraversare l'Antartide, perché credimi, fuori è l'Antartide, solo per vederti.”
Si sporge per lasciarmi un bacio sulla guancia, e poi mi guarda, insospettita. “Sei troppo calmo.”
“Cosa intendi per troppo calmo?”
“Intendo che di solito, se ritardo anche solo di cinque minuti, ti arrabbi.”
“Non è vero, Ems.”
“Oh, certo che è vero, Haz. C'è qualcosa che non quadra.”
Alzo gli occhi al cielo, e bevo un po' del mio cappuccino. “Quando lo capisci informami.”
Emma strabuzza gli occhi, come se avesse avuto una rivelazione, e poi mi tira una gomitata. Non me lo aspettavo, quindi perdo leggermente l'equilibrio, e il cappuccino mi si riversa un po' sul tavolino.
“Ems! Ehi!”
“Haz, sei uno stronzo, perché non me lo hai detto?”
Ora sono confuso. “Perché non ti ho detto cosa?”
A voce un po' troppo alta, Emma mi risponde: “Che hai fatto sesso con Louis, strambo!”
Sto per strozzarmi con la mia stessa saliva, e le metto una mano sulla bocca. Due ragazzi al tavolo dietro di noi si sono girati a guardarci.
“Cavolo, Ems, puoi abbassare la voce?”
Emma brontola qualcosa che non capisco, perché ho sempre la mano sulla sua bocca. Colgo parole a caso come “togli”, “mano” e “bocca.”
“Se la tolgo mi prometti di non urlare?”
Emma annuisce.
“Sicura?”
Alza gli occhi al cielo, e so che se non la smetto mi beccherò un morso, quindi tolgo la mia mano.
Questa volta Emma sussurra, in modo concitato, come se fosse un affare di stato. “Allora, avete, sì insomma... ci avete dato dentro?”
Rispondendole nel solito modo concitato, per prenderla in giro, le dico: “No, Ems, non proprio.”
All'inizio non capisce, ma poi la consapevolezza si fa strada sul suo volto.
“Oddio! Vi siete dati da fare con i preliminari?”
Cerco di non guardarla in viso, quando le rispondo. “Vuoi troppi particolari, Ems.”
Ma Emma vuole sapere di più. “Bocca o mano, Haz?”
Il cappuccino, che non è destino che beva, mi si ferma in gola, e comincio a tossire. “Vuoi decisamente troppi particolari, Emma!”
“Eddai, Haz, cosa vuoi che sia? Sai che puoi dirmi tutto!”
“Sì, ma ci sono certe cose che non posso condividere nemmeno con te.”
Emma mette il broncio. “Pensavo che la nostra amicizia valesse molto più di così, Harry!”
“Il broncio con me non attacca! E non chiamarmi con il mio nome intero, Emma Charlotte.”
So che odia essere chiamata con il suo secondo nome, per questo lo faccio.
“Sei uno stronzo, Harry!”
“Eddai, Ems! Come ti sentiresti se ti chiedessi se con Zayn hai usato bocca o mano?”
Emma è decisa, quando mi risponde. “Non avrei problemi a dirtelo. Cosa credi, che tu e Louis abbiate inaugurato quel letto? Pivelli! Io e Zayn in quel letto abbiamo...”
Non la faccio finire, e quasi urlando, mi prendo la testa fra le mani, scuotendola furiosamente. “Emma, cazzo! Non lo voglio sapere veramente!”
La mia amica si mette a ridere, ignara che sto per sentirmi male. Il muffin mezzo mangiucchiato che giace dimenticato sul tavolino all'improvviso non mi sembra più una buona idea.
“Haz, quando la smetterai di comportarti come se fossi mio fratello?”
Mi giro e le prendo il viso freddo fra le mani. “Mai! Per questo non voglio sapere quello che fai sotto le coperte.”
Emma trattiene una risata, poi mi prende una mano e la stringe fra le sue. “Puoi anche chiamarlo col suo vero nome, Haz: sesso. Io e Zayn facciamo sesso.”
Quel sentimento di nausea si impossessa di nuovo di me, e stacco la mano dalle sue. “Sei veramente cattiva con me, Ems. Lo capisci che mi sta tornando su la cena di Natale dell'anno scorso?”
Emma si avvicina, e mi lascia un bacino sulla guancia. “Hai ragione, scusa Haz.”
La guardo di sottecchi. “Adesso è tardi per comprarmi con le coccole.”
“Harry, lo sai che ti compro sempre con le coccole, anche se dici che non sono in grado di farlo e...”
Ma poi Emma si interrompe all'improvviso ed io alzo gli occhi per guardarla. Il suo sguardo è fisso sulla porta, e questa volta penso che sia lei quella che sta per sentirsi male.
Preoccupato, la prendo per un braccio. “Ems, cosa succede?”
Ma poi seguo il suo sguardo, e il mio stomaco si contorce. Matty sta entrando nel locale, con gli occhiali da sole sulla testa, i soliti jeans strappati, ed un maglioncino nero che gli calza a pennello.
Emma prende la mia mano, ancora intenta a stringerle il braccio forse con un po' troppa forza. “Haz, se vuoi ce ne andiamo...”
Ma Matty è più veloce, e mi vede. Quando i suoi occhi incontrano i miei sobbalza. Ormai non c'è via d'uscita. Alzo una mano nella sua direzione, e lui ricambia imbarazzato, non sapendo se venirci a salutare o no.
Per un momento penso e spero che ci ignorerà, ma poi il mio ex si avvicina a noi, ed io devo usare tutta la mia forza di volontà per non nascondere il viso nella spalla di Ems e pregare che se ne vada.
“Ehi, ciao Harry! Ciao, Emma!”
Sono passate quasi due settimane dall'ultima volta che ho visto Matty, e la vista del mio ex-ragazzo mi fa più male di quello che mi piacerebbe ammettere. Va bene, adesso io e Louis ci vediamo, ed io non penso a nessun altro che non sia lui, lo giuro, ma rivedere la persona con cui hai passato tre anni della tua vita, e che hai amato con tutto il cuore, fa comunque male.
Con molto imbarazzo Matty scambia due baci sulle guance con la mia amica, e poi arriva a me. C'è un momento imbarazzante in cui non sappiamo cosa fare, ma poi Matty mi abbraccia, e io ricambio. E' un abbraccio troppo lungo e decisamente imbarazzante, per due persone che si sono lasciate da poco, e che si sono amate così tanto.
Quando ci stacchiamo Matty rimane in piedi, indeciso su cosa dirci, ed io gli faccio segno di sedersi con noi. D'accordo, ci siamo lasciati, ma io non sono, e non sarò mai, una persona maleducata. Emma mi prende la mano, come a farmi forza, e Matty, dopo un momento di confusione, si siede.
“Scusate, ragazzi, non volevo interrompervi.”
E' Emma a rispondere. “Tranquillo, Matt, non ci hai disturbato affatto. Come va?”
“Tutto bene, grazie mille, Emmina, e tu?”
Ma Matty è agitato, lo vedo da come si muove, da come si tocca i capelli, perfino da come respira. Dio, lo conosco così bene.
Non ce la faccio a vederlo così per un minuto di più, e quindi glielo chiedo: “Matty, cosa c'è che non va?”
Sta male, lo vedo dalla sua faccia, e mi ricorda una di quelle innumerevoli volte in cui è tornato a casa con una sbronza, e a me è toccato accudirlo mentre non si sentiva bene.
“Io? No, niente, Haz.”
Alzo gli occhi al cielo, e lo guardo, cercando di farmi strada sotto quei lunghi capelli. Quando gli parlo, provo a essere dolce. “Non me la dai a bere, uragano.”
Matty si riprende, forse un po' rinvigorito dal fatto che l'ho chiamato col suo vecchio soprannome. E' stato solo un riflesso, ma non me ne sono pentito. Alla fine gli voglio ancora bene, e le abitudini che erano nostre rimarranno nostre per sempre.
Matty guarda brevemente Emma, prima di rispondermi. “Io... Senti, Haz, non sapevo che tu fossi qui, ma già che ci siamo devo parlarti di una cosa.”
Mi preoccupo, ma penso che riguardi qualche questione burocratica. “Ci sono dei problemi con la vecchia casa? Ho lasciato qualcosa? Io...”
Ma Matt mi interrompe, con dolcezza. “Credo che dovremmo parlarne in privato, Haz.”
Emma fa per alzarsi. “Avete ragione, ragazzi, scusate, vado.”
Ma io la riprendo per la manica del giacchetto. “Qualsiasi cosa devi dirmi, puoi dirmela anche davanti ad Ems.”
Emma sorride, sorpresa, e si rimette a sedere.
Matty scuote la testa, e cerca le parole giuste. “Ok, senti Haz, so che ti stai vedendo con una persona.”
Stringo la tazza di cappuccino che ho davanti, come a darmi forza. “Anche se fosse non sono affari tuoi.”
“Hai ragione, se non che ciò mi ricorda quanto poco ci hai messo a sostituirmi. Ma non è per questo che voglio parlarti.”
Ho la decenza di restarmene in silenzio, perché so che ha ragione. Delle lacrime mi si formano ai lati degli occhi, ma cerco di trattenerle.
“Allora cosa vuoi dirmi, Matt?”
“Il ragazzo che stai vedendo, Louis Tomlinson, beh... Non credo sia il ragazzo giusto per te, Harry. Non sono affari miei ma...”
“Hai detto bene, Matt. Non sono assolutamente affari tuoi.”
Matt sembra rassegnato, ed un po' mi dispiace, anche se mi sta facendo incazzare. “Haz, ti prego, dammi retta: quel ragazzo ed io abbiamo conoscenze in comune, e credimi non è una brava persona.”
Questa volta è Emma a rispondergli, abbastanza infastidita. “Anche io lo conosco, Matthew, e ti posso assicurare che Louis è una persona fantastica. Non sempre quello che si dice in giro è vero.”
Matty risponde guardandomi dritto negli occhi. “Sai che aveva una ragazza fissa, l'anno scorso?”
“Sì, lo so. Io e Louis parliamo, Matty.”
Se il mio ex è sorpreso dal fatto che Louis me lo ha detto, non lo dà a notare. “E ti ha anche detto perché si sono lasciati?”
“Sì. Avevano idee di futuro diverse.”
Matty sorride, quasi come se fosse divertito. “Ah, ora si dice così? Perché a me risulta che Louis le abbia messo le corna, e poi la abbia mollata con una telefonata di trenta secondi in cui le diceva che lui poteva avere molto più di una come lei.”
Mi si ferma momentaneamente il cuore, ed Emma sembra notarlo. “Quali prove hai?”
Ma prima che Matty possa rispondere, gli dico: “Senti, non mi interessa neppure. Queste sono cose di cui discuterò con il mio ragazzo in sede privata. Grazie dell'informazione, ma non mi sono mai piaciute le persone che cercano di seminare zizzania. Alla prossima, Matt.”
Matty rimane a bocca aperta, mentre prendo il giacchetto e esco dal locale.
Emma mi segue, ed io, appena fuori, mi fermo in mezzo alla strada.
Non so più a chi credere, e sono deluso. Deluso da me stesso per aver creduto alle parole di Louis senza conoscerlo così bene, per aver mollato Matty per una persona che non mi dice la verità, deluso da Matty per essere diventato una persona che porta rancore e che vuole fare di tutto per rovinare la mia felicità, dopo tre anni in cui proclamava che la mia felicità era l'unica cosa ad importargli, e deluso da Louis, per avermi potenzialmente mentito.
Sento una mano che mi accarezza un braccio, con delicatezza. “Haz, stai bene?”
Intreccio le mie dita a quelle di Ems, e faccio un respiro profondo. “Non proprio.”
Emma mi guarda stupito. “Non puoi credere davvero alle parole di quello.
Il modo in cui lo dice, quasi con disprezzo, mi fa innervosire, perché comunque quello è stato il mio ragazzo per tre anni, e la persona che amavo più di ogni altro. E a cui continuerò a voler bene per tutta la vita. Ed Emma dovrebbe saperlo.
Quando gli rispondo, sono un po' brusco. “Guarda caso, quello è una persona di cui mi fido infinitamente, Emma.”
Emma incrocia le braccia al petto, risentita dal mio tono. “D'accordo! Quindi adesso cosa vuoi fare?”
“Vado in biblioteca. Devo parlare con Louis. Adesso.”
E appena lo dico capisco che è vero: è l'unica cosa che voglio e devo fare.
La mia amica alza le braccia al cielo. “Cavolo, Haz, no! Non puoi costringerlo a dirti qualcosa che magari non vuole raccontarti. Dagli tempo!”
Non posso credere a quello che Emma mi ha appena detto. “Ems, mi ha mentito!”
“Magari aveva le sue buone ragioni!”
“Chi mente non ha mai delle buone ragioni, Emma.”
“Oh, ma per favore, Harry, smettila di fare il moralista!”
Quest'ultima frase mi ferisce oltre misura, anche se cerco di non farlo notare. “Senti, Emma, ma tu da che parte stai?”
La mia migliore amica mi guarda con stupore. “Dalla tua, Haz! Sempre dalla tua! Come fai anche solo a metterlo in dubbio?”
Le rispondo quasi urlando. “A me non sembra proprio che tu sia dalla mia parte.”
Emma mi squadra, rossa dalla rabbia. “Questo non dovevi dirlo, Harry Styles. Sai che c'è? Io sto solo cercando di darti dei consigli, e tu mi tratti come se non te ne importasse niente. Vaffanculo, Harry!”
Io e Emma abbiamo litigato in passato, certo, ma non siamo mai arrivati ad offenderci seriamente. Questa è la prima volta, e le sue parole mi feriscono oltremodo.
Intenzionato a farla soffrire tanto quanto lei ha fatto soffrire me, le dico: “Io andrò anche a quel paese, Emma, ma perché tu non vai dal tuo nuovo migliore amico Louis, visto che adesso ti importa solo di lui?”
Emma mi guarda come se non mi conoscesse nemmeno, e poi in un impeto di rabbia, mi tira un pugno sul petto. “Sei uno stronzo, Harry, ecco cosa sei!”
Poi, con gli occhi pieni di lacrime, si gira e se ne va verso la sua macchina, senza mai voltarsi a guardarmi.
Sento a mia volta i miei occhi riempirsi di lacrime, ma decido che devo affrontare un problema alla volta. Mi dirigo a mia volta alla mia macchina, e poi guido fino alla biblioteca.

 

 

 

 

Louis' Pov

 

Sono al bancone all'ingresso, e sto catalogando vari libri al computer, quando vedo Harry entrare nella biblioteca come una furia, con gli occhi lucidi. Fermo Jennifer, una mia collega, e dico: “Anticipo la pausa di venti minuti. Le recupero più tardi. Coprimi con il capo, d'accordo?”
Poi mi avvio verso Harry, e appena sono davanti a lui gli metto le mani sul petto. “Harry, tesoro, cosa è successo?”
Ma lui si scansa da me. “Non toccarmi! Dobbiamo parlare.”
Se qualcuno mi avesse marchiato col fuoco, probabilmente avrebbe fatto meno male.
Apro la porta e gli faccio cenno di uscire. “Usciamo da qui.”
Fuori, nel parcheggio, Harry si appoggia ad un lampione, ed io mi metto davanti a lui, a debita distanza. “Mi spieghi cosa cazzo sta succedendo? Mi sembrava che fino a questa mattina andasse tutto bene. Anzi, molto più che bene.”
Harry non mi guarda negli occhi, e questo mi dà fastidio. “Oh, lo pensavo anche io, prima di scoprire che sei un bugiardo schifoso!”
Fermi tutti. Cosa?!?
“Harry, ma di cosa stiamo parlando?”
Lui mi risponde con un'altra domanda. “Perché ti sei lasciato con Eleanor, Louis? Il motivo vero, niente cazzate.”
Questa risposta mi colpisce come un pugno in pieno petto. Faccio un respiro profondo, e incontro il suo sguardo. “Quanto sai di questa storia?”
“Abbastanza. Molto carino da parte tua metterle le corna e poi dirle che non era abbastanza per te. Con una telefonata di trenta secondi, per di più.”
Ok, adesso sono stupito! “Harry, aspetta... cosa?!?”
“Non fare il finto tonto. Ho delle buone fonti!”
La rabbia si impadronisce di me, e devo fare un lungo respiro, prima di prendere la parola. “No, Harry, hai delle fonti di merda. E' vero, io e Eleanor ci siamo lasciati per un tradimento, ma di certo non è stato il mio.”
Harry sembra sempre incazzato con me, ma qualcosa deve aver sfondato la sua armatura, perché la sua espressione dura vacilla.
“Aspetta. E' lei ad aver messo le corna a te?”
Il ricordo è ancora doloroso, più per l'imbarazzo che per l'interesse che avevo verso di lei. “Cazzo, Harry, ho scoperto che mi tradiva con il suo migliore amico, con cui sta tuttora! Sì, so che diceva in giro che ero stato io a tradirla, probabilmente per non fare la figura della stronza, ma non ci ho mai dato troppo peso. Diciamo che a me andava più che bene non fare la figura del cornuto. Forse ho sbagliato a lasciarlo credere a tutti, ma così stanno le cose.”
Harry sembra ancora più confuso di prima. “Ma la telefonata?”
“Sì, è vero, l'ho lasciata in trenta secondi, perché ero incazzato! E le ho detto che meritavo di più di lei, perché, beh... Perché era vero, cazzo!”
Minniti adesso sembra pentito, e si sta nascondendo il viso nelle mani. “Cazzo, Louis, mi dispiace così tanto. Dovevo sapere dal primo momento che Matty mi aveva detto una cavolata, ma...”
Non lo faccio finire. “Aspetta! Il tuo ex ragazzo ti ha detto questo?”
Una rabbia cieca si impossessa di me, e devo cercare di mantenere la calma.
Harry capisce di aver fatto un passo falso, e mi guarda quasi con una supplica muta. “Sì, l'ho incontrato per caso al bar, e mi ha detto questo. Ero con Emma, te lo può confermare. L'ho incontrato per caso, Lou.”
“Ti credo, Harry. Mi fido di te.”
Haz mi prende le mani e se le porta alle labbra. Dopo averci lasciato un bacio, mi dice: “Lou, non dovevo credergli. Mi fido veramente di te. Mi perdoni?”
So che dovrei essere più offeso di così, ma la preghiera silenziosa negli occhi di Harry mi scioglie come neve al sole. “Ma certo che ti perdono, tesoro. Solo che se succede di nuovo una cosa del genere vieni subito da me, d'accordo?”
“Sono venuto subito da te, Loulou.”
Lo stringo fra le mie braccia, e lui affonda la testa nella mia spalla. Gli accarezzo i capelli. “Hai fatto benissimo!”
Stringendomi più forte, Harry esala un respiro troppo a lungo contenuto. “Dio, perdonami, sono un coglione!”
Lo bacio sulla fronte. “Haz, smettila di scusarti. E smettila di piangere.”
Harry si asciuga velocemente una lacrima. “Non piango solo per te. Ho trattato male, Emma. E lei mi ha mandato a quel paese. Sono stato uno stronzo con lei, Lou. Non vorrà più vedermi.”
Gli metto le mani sulle guance, per asciugargli le lacrime. “Ma per favore! Voi due non resisterete neppure un giorno l'uno lontano dall'altro.”
Harry soffoca un singhiozzo. “Le ho detto delle cose orribili, Loulou.”
Lo riporto fra le mie braccia, e lo stringo forte, sperando segretamente di avere la possibilità di proteggerlo da qualsiasi cosa. “Ci parlo io con la bambolina, Haz!”
Harry ride, e poi mi lascia un bacio sulle labbra. “Sono così fortunato ad averti incontrato, Louis Tomlinson.”
E c'è qualcosa nel modo in cui lo dice, forse la naturalezza, come se fosse la cosa più vera di questo mondo, che rischia di portare anche me alle lacrime. Ed io non piango. Mai.
Nascondo il viso nel suo petto, per non far vedere la mia debolezza. “No, Harry, il piacere è tutto mio.”

 

 

 

Appena stacco il turno telefono a Zayn. Il mio amico mi risponde dopo uno squillo.
“Ciao Lou! Senti, puoi dire al tuo ragazzo che passi da casa nostra stasera? Emma piange da mezza giornata, ormai, e non ce la faccio più a vederla così. Quei due devono chiarire.”
“Harry non sta tanto meglio. Ma stasera non posso portarlo lì. Stasera mi servi tu, Zayn.”
Il mio amico mi risponde, sorpreso. “E per che cosa? Non posso lasciare Emma in queste condizioni, stasera.”
Sospiro, infastidito. “Puoi passarmi la bambolina?”
“Cosa vuoi da lei, Louis?”
“Per favore, non la mangio, Zayn. Due minuti.”
“E va bene.”
Una vocina triste mi saluta, dall'altra parte del telefono. “Ehi, Lou, ciao!”
“Senti, bambolina, Minniti è disperato quanto te, d'accordo? Probabilmente domani mattina verrà davanti a casa tua e ti canterà una canzone d'amore. I miei poteri psichici presumono che sarà Wonderwall degli Oasis. Voi due farete pace, vi sbaciucchierete per un po' dicendovi quanto non potreste sopravvivere l'uno senza l'altra, e saremo tutti di nuovo felici. Ora, puoi lasciarmi il mio migliore amico per una serata, grazie?”
Emma mi risponde divertita: “Oh, ma certo che te lo lascio, Louis. E' che Zayn è un po' troppo protettivo nei miei confronti. E non fargli conoscere ragazze.”
“Uomini vanno bene?”
Emma soffoca una risata. “Smettila, Louis. No, neppure quelli. Aspetta la tua dolce metà ti rivuole, te lo passo. Passate una buona serata, Lou.”
“Pure tu, bambolina!”
E un secondo dopo, è di nuovo Zayn a parlarmi. “Allora, Lou, cosa ti ha detto la mia ragazza?”
“Che posso portarti a conoscere pollastre per tutta la notte.”
“Non è vero, non ti ha detto questo.”
“No, è vero, ma tu mi servi sul serio. Ehi, Zayn, perché io e te non ci diciamo mai delle cose diabetiche come Emma e Harry? Dovremmo cominciare. Non posso stare senza di te, Zay! Ti prego, accompagnami stasera. Sei la mia gioia, Zayn Malik!”
Zayn ride, divertito. “Se ti dico che ci sto chiudi la bocca?”
“Te lo giuro!”
“Allora considerami già lì!”
“Perfetto, ti passo a prendere fra un quarto d'ora.”
“Ehi, aspetta, Lou... Non mi hai detto dove si va.”
“Oh, stasera io e te andiamo ad un concerto rock, Zayn!”

 

 

 

“Ripetimi cosa ci facciamo fuori al freddo, con delle ragazzine di tredici anni, ad aspettare un fottuto cantante di una fottutissima band, Lou.”
“Ti ripeto che voglio solo parlare con l'ex ragazzo di Harry, niente di più. Per caso ho letto su Internet che il suo gruppo suonava qui stasera. E questa è l'unica uscita del locale.”
Zayn alza gli occhi al cielo, e si soffia sulle mani, per scaldarle. In effetti si congela stasera, cazzo. “Se Emma sa che sono qui, mi ammazza.”
“E tu non dirglielo.”
“Mi stai chiedendo di dire delle bugie alla mia ragazza, Lou?”
“E' esattamente quello che ti sto chiedendo, Malik.”
“E Harry? Non stai da lui questa settimana? Non ti aspettava per cena?”
“Gli ho detto che ceno da mia sorella, e che torno tardi.”
Zayn mi tira una gomitata nelle costole, forte. “Sei uno stronzo, Louis. E ti prego, non fare cazzate con Matty!”
“Tranquillo, Zayn, ma quello non si doveva permettere di parlare così di me a Harry.”
“Hai ragione, ma alla fine sono stati insieme per molto tempo.”
“Ma ora ci sto io con lui, Zayn!”
Zayn mi stringe un braccio, e poi posa la sua testa sulla mia spalla. Lo guardo con occhi spalancati. “Ehi, bello, cosa fai?”
“Scusami, stavo morendo di freddo.”
Sorrido, divertito, e poso la mia testa su quella di Zayn. Per il mio amico è un gesto innocente, invece io so che tutte le ragazze intorno a noi lo prenderanno per gay, e la cosa mi diverte.
“Va bene, non mi farò domande ed accetterò questo tuo momento in cui la tua omosessualità latente si mostra.”
Zayn ride contro la mia spalla. “Se fossi gay ti farei di brutto, Louis.”
“Hai bevuto per caso?”
“No, ti faccio solo sapere quello che vuoi sentirti dire da cinque anni.”
“Grazie, bello, ma arrivi in ritardo. Ormai mi interessa di una persona e basta.”
Zayn mi guarda con tanto d'occhi. “Aspetta. Ti sei fatto Harry?”
“No.” - Ma non riesco a trattenere un sorriso. - “Ma diciamo che Minniti ci sa fare con la boc...”
Ma prima che possa finire, vedo Matty uscire dal locale. Accanto a me c'è soltanto un gruppetto di ragazze locali. Probabilmente le uniche a conoscere questo gruppo di merda.
Matty e gli altri si fermano a parlare con queste ragazzine, e poi lui mi vede. Ovviamente non sa chi sono, quindi sono io a chiamarlo.
“Ehi, tu sei Matty vero?”
Lui arriva verso di me, sorridente. “Sì, in persona. Eravate al concerto, ragazzi?”
Zayn, che si è scostato da me, mi lancia uno sguardo di ammonizione.
“Io sono Louis Tomlinson.” Prima che l'informazione possa raggiungere il cervello di Matty, gli tiro un pugno in pieno viso, che, prendendolo alla sprovvista, gli fa anche più male del dovuto. “E non osare mai più raccontare cazzate su di me al mio ragazzo.”
Zayn mi guarda sconvolto. Prima che quello si alzi prendo il mio amico per un braccio e gli faccio cenno di andarcene.
Ma Matty è più veloce di me, e prima che possa girarmi mi assesta un pugno nello stomaco.
Provo a rifilargliene un altro a mia volta, ma le nocche di Matty mi spaccano un labbro, ed io cado in terra. L'ultima cosa che vedo prima di svenire è la faccia preoccupata di Zayn che mi chiede se sto bene.



Angolo Autrice: Buona serata a tutti! Rieccoci qui :).
Grazie mille per seguire questa storia e per essere arrivati fino a questo punto :).
Come forse avrete notato, non ho cambiato il rating, perché non avendo scritto nulla di dettagliato o scabroso non mi sembrava il caso.
Voglio dedicare questo capitolo a Martina, Lucrezia, e soprattutto a Marianna per avermi sopportato, supportato e aver revisionato alcune scene. Siete fantastiche! :).
Grazie anche a tutti voi che mi seguite, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e spero di non aver fatto pasticci. E' la mia prima volta con una scena un pò, ehm... hot (?).
E niente, se avete voglia fatemi sapere qualcosa perché a me fa sempre tanto piacere!
Un bacione, e alla prossima,
S. <3.


P.s: Il prossimo capitolo potrebbe venire pubblicato fra due settimane, poiché potrei andar via alcuni giorni di questa settimana, e non avere quindi il tempo per scriverlo. Mi dispiace :'(.

 

 






 
  
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