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Autore: Recchan8    28/12/2015    3 recensioni
Dal testo:
"L'amministratore era un ragazzo che andava per i trenta, dalla pelle abbronzata, i capelli bianchi e gli occhi color grano; abitava al piano terra del condominio nell'appartamento numero 1. Si chiamava Xemnas, e la leggenda narrava che avesse guadagnato la proprietà del palazzo in un modo alquanto... bizzarro".
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Sullo stesso pianerottolo dell'appartamento numero 4 si affacciava un secondo appartamento, il numero 5, abitato da un uomo dalla stazza imponente coi capelli ricci e ramati tirati all'indietro; i suoi occhi azzurri erano come due zaffiri incastonati nella roccia del suo volto, caratterizzato da duri lineamenti. Lexaeus era il suo nome e la sua passione una sola: il giardinaggio. Il suo lavoro era talmente preciso e impeccabile che Xemnas l'aveva assunto come giardiniere del condominio.
Data la sua indole taciturna, schiva e pacata, Lexaeus veniva chiamato "Il Giardiniere del Silenzio".

 

 

-"Giardiniere!"- lo richiamò Vexen con poco garbo.
Lexaeus posò le cesoie per terra e si voltò lentamente verso la sgradevole voce che lo aveva appena chiamato. Vide Vexen davanti al portone del condominio che indicava con foga qualcosa ai suoi piedi. Lexaeus strinse gli occhi e cercò di mettere a fuoco ciò che il Freddo Enologo stava tentando di fargli vedere.
"Forse devo mettermi gli occhiali...", pensò con una punta di dispiacere.
-"Sei stato tu, vero?!"- continuò Vexen.
Lexaeus vide della terra sparsa davanti al portone. Strinse le labbra, cercando di ricordare come avessero fatto quelle piccole zolle a finire lì. Forse quando, poco prima, aveva piantato dei semi di azalea; oppure quando era rientrato un momento in casa per prendere le cesoie che aveva dimenticato. Oppure...
-"Giardiniere!"- lo apostrofò Vexen. Era talmente fuori di sé che il suo tono di voce era un continuo crescendo. -"Pulisci immediatamente!"-.
Lexaeus, accigliato, gli indicò la siepe di alloro che aveva appena iniziato a tosare.
-"Prima devo finire"- disse con tono pacato.
-"Non posso rientrare in casa finché non pulisci questo schifo!"- sbraitò Vexen pestando i piedi. Quando si accorse di aver calpestato una zolla di terra, cacciò un urlo e si precipitò ad aprire la cartella di pelle per tirarne fuori un fazzoletto e iniziare a pulirsi la suola della scarpa.
-"I germi, i germi...!"- piagnucolò.
Lexaeus, dopo aver assistito al pietoso spettacolo, si strinse nelle grandi spalle, recuperò la cesoia e tornò a occupparsi della siepe. Non poteva di certo perdere tempo con un professore psicopatico! Veniva pagato per svolgere il suo lavoro rapidamente ed efficientemente.
"La toserò a forma di gatto", pensò compiaciuto mentre il Freddo Enologo continuava a imprecare alle sue spalle.
"Anzi, a forma di alpaca!".

 

 

-"Secondo me si scrive con la E"- disse Xigbar.
Xaldin scosse il capo ed espirò il fumo dal naso.
-"Da qualche parte c'è una A"-.
-"Nah"-.
-"Ti dico di sì"-.
Xigbar fulminò Xaldin con un'occhiataccia e gli tese una mano. Il Pasticcere la guardò con aria scettica, poi intese l'intenzione dell'inquilino e la strinse con forza.
-"50 munny?"- domandò.
-"50 munny"- confermò Xigbar. Lasciò Xaldin in giardino e si diresse a passo spedito verso il primo piano. Senza tante cerimonie, bussò con insistenza alla porta dell'appartamento numero 5. Dopo pochi secondi Lexaeus si presentò con indosso il suo grembiule verde da giardiniere. Squadrò lentamente l'Importunatore da capo a piedi e alzò un sopracciglio, domandandosi cosa mai Xigbar potesse volere da lui.
-"Senti un po' "- esordì l'uomo con la coda di cavallo. -"Come si scrive il tuo nome?"-.
-"L-e-x-a-e-u-s"- rispose il Giardiniere del Silenzio senza scomporsi.
-"L'hai memorizzato?"- sentirono dire da Axel dal pianerottolo del terzo piano.
-"Zitto tu!"- sbraitò Xigbar. -"Con o senza A?"- domandò a Lexaeus.
-"Con"-.
L'Importunatore ridusse l'occhio giallo a una fessura e serrò la mascella. Lexaeus lo guardò, impassibile come una roccia.
-"Vai a fanculo"- borbottò Xigbar allontanandosi e scendendo le scale.
Il Giardiniere rimase qualche istante fermo sull'uscio del proprio appartamento, poi rientrò, chiudendosi le spalle.
"Chissà se è una bella città, questa Fanculo", pensò.

 

 

Che errore madornale.
Come aveva fatto a commettere un errore così grave?
Imperdonabile.
E adesso?
Se Xemnas l'avesse scoperto l'avrebbe prima licenziato e poi sfrattato.
Doveva trovare una soluzione prima che l'Amministratore tornasse a casa.
Lexaeus fissò il suo errore per un paio di minuti, il volto impassibile ma il cuore attanagliato dal terrore. C'era un solo modo per rimediare. Si fiondò al quinto piano, salendo gli scalini a due a due, e suonò il campanello dell'appartamento di Larxene. La ragazza ne uscì con un asciugamano avvolto attorno al corpo e uno portato in testa come un turbante. Lexaeus non si scompose minimamente e andò dritto al punto.
-"Hai lo smalto bianco?"- le domandò.
-"...Sì"- rispose cauta Larxene.
-"Me lo presti?"-.
La ragazza si sorprese non poco dell'assurda richiesta del Giardiniere, ma non fece domande e lo accontentò; del resto Lexaeus era uno degli inquilini che le aveva arrecato minor disturbo da quando era andata ad abitare nel CCNE.
L'omone dai capelli ramati la ringraziò con un cenno del capo e si precipitò in giardino.
Una mezz'oretta dopo, Roxas trovò Lexaeus in giardino chino su un cespuglio di rose rosse; con un pennellino da smalto stava dipingendo di bianco i petali dei fiori, e Larxene, dalla finestra del suo appartamento, gliene stava dicendo di tutti i colori. Si strusciò gli occhi, credendo di stare sognando.
"La prossima volta col cavolo che faccio chiusura in discoteca con Demyx", pensò rientrando in casa.

 

 

   
 
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