Dicono che il mio destino fosse
segnato fin dal mio primo
istante di vita. Nato negli anni più oscuri della guerra
civile, gli Anni del
Contenimento, sotto l’influsso di
quell’indefinibile oscurità nefasta, ero
condannato ad essere emarginato e odiato da tutti: questo fino al
momento in
cui, seguendo l’impulso dei miei occhi rossi, non avrei
tradito il genere umano
per andare a ingrossare le loro file.
Il termine a loro collegato, negli
ultimi 50 anni, era divenuto sinonimo di terrore.
Terrore verso le silenziose
ombre che, protette da un’eterna notte senza stelle,
scivolavano tra i
conflitti intestini alla City, lasciando dietro di sé solo
agghiaccianti grida
di morte.
Sessant’anni prima, la City
non era altro che una macchia urbana in
continua espansione, che si nutriva del territorio circostante e
vomitava
quotidianamente serial killer, delitti e storia da prima pagina.
Tra i fumi
delle industrie e la perenne nebbia grigia, figure in nero si
aggiravano con il
loro carico di colpe mai riscattate, emissari dell’unico
mestiere ormai in
grado di procurare loro da vivere nel labirinto della City. Durante il
conflitto civile, i serial killer si erano fatti estremamente e
ironicamente
popolari.
Chi sopravvive ancora alla macchina sanguinaria del destino, ricorda
bene
l’anno in cui i due principali candidati alla carica di
sindaco erano al
contempo i più “gettonati” serial killer
di tutta la City: dopo essersi
arricchiti con quel girone infernale che oramai era definito come
“macelleria
di bestie”.
E le bestie non erano altro che i comuni esseri umani, la
sottocategoria della City: relegati per una piccola eternità
nei quartieri
bassi, tana della peggior feccia esistente sulla faccia della Terra, la
loro
misera esistenza scorreva lontana dalle vie illuminate dei quartieri
alti.
Cercando un’inesistente cura alla mia
“malattia” ho fatto domande in giro sui
primi anni della guerra civile: in risposta, non ho ricevuto altro che
sguardi
carichi di angoscia, disperazione e ancora dolore.
Quello che sapevo sugli anni
prima del buio, veniva da riassuntivi paragrafi sui libri di storia,
incentrati
sull’ingigantimento delle “nobili
motivazioni” della parte ricca della City.
Riguardo agli interessi dei più deboli, di coloro che erano
considerati dal
Governo alla stregua di bestie, nulla.
E poi, solo sangue e violenza, per anni
talmente lunghi e difficili che verranno ricordati semplicemente con
“Terrore”.
E terrore non è che l’ennesimo eufemismo di questa
guerra, un aggettivo che può
solo sminuire la reale intensità di quella paura. Dal
Terrore, in quegli anni
comparvero loro: i Figli del
Terrore,
la vera assurdità di quel conflitto. Mutazioni genetiche?
L’estremo tentativo
di una delle due fazioni di aver finalmente ragione
sull’altra? Anche chi sa,
tace.
La fredda realtà dei fatti metterebbe comunque a tacere ogni
spiegazione: loro erano incontrollabili.
Erano l’essenza stessa del terrore,
nascosti tra incubi ed inconcepibili verità; non avevano
limiti umani e per
questo potevano spingersi fino ai confini estremi del possibile.
Erano macchine
di morte dotate dell’arma omicida più pericolosa
in assoluto: ideali, ideali
distorti, ideali per cui sentivano di dover combattere ed uccidere.
Non
parteggiavano né per l’una, né per
l’altra fazione: semplicemente, uccidevano
chi si metteva contro di loro.
E le persone che arrivavano a tanto per un puro
gesto eroico destinato a fallire erano sempre meno. I vampiri erano
impossibili
da fermare o da contenere.
Mentre l’avidità delle due parti in lotta
cresceva,
saliva anche la loro sete di sangue; mentre quell’assurdo
conflitto sembrava
già destinato a concludersi con un niente di fatto, la loro
crudeltà era invece
inarrestabile.
La svolta arrivò in una gelida primavera, un mese prima del
Contenimento: niente era bastato ad impressionare la
sensibilità di un pubblico
avido di notizie cruente, nulla era servito a scuotere
l’opinione pubblica sul
reale pericolo di quel conflitto.
Ma erano pur sempre uomini inutili tirati su
davanti ad uno schermo, programmati per provare emozioni a comando,
nutriti con
pasticche di notizie e riassunti oggettivi di vicende lontane dalla
loro
comprensione. Davanti a notizie assurde ed inconcepibili come quella,
gli
automi sono programmati su “vergogna”.
E vergogna è quello che provarono quando
la distaccata notizia dell’assassinio di 27 bambini, vittime
innocenti di un
vampiro a caccia, rimbalzò sui loro schermi piatti.
E la vergogna, si trasformò
in protesta. E la protesta, dopo appena 3 mesi, si concluse con il
Contenimento.
“C’è qualcosa che sfugge al controllo del Governo? Qualcosa che minaccia di sollevare un inutile polverone a danno dei nostri affari personali? Allora facciamo in modo che venga dimenticato e cancellato. Facciamo in modo che questa città sia grattata via dalla memoria di ogni singolo cittadino. Facciamo sì che l’orrore in essa contenuto non debba ulteriormente sconvolgere le menti dei nostri automi.”
E così andò. A trent’anni dall’inizio della guerra civile, fummo separati dal resto del mondo. Contenuti. Intrappolati nella gabbia della City. Una città sotterranea, intestina, dove il Terrore sarebbe stato finalmente contenuto e controllato. E dove i Figli del Terrore ancora oggi regnano indisturbati sulla loro notte senza stelle.