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Autore: Armstrong_44    30/12/2015    2 recensioni
Fred e George stanno crescendo, lo sanno. E ogni anno che passa, ogni compleanno, arricchisce un po' di più le loro vite strettamente annodate in un forte amore fraterno. E tra i preziosi momenti che imperlano i loro ricordi felici, purtroppo sgomita l'evento che ha cambiato tutto, che ha lasciato George in ginocchio accanto al fratello.
(La mia prima one-shot su Harry Potter, che ripercorre passo per passo la vita dei due gemelli)
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George e Fred Weasley, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Count to me


1 Aprile, 1978
Dal vetro opaco delle finestre traspirava un unico ed esile fascio di luce pallida, affogato nel buio del cielo cieco in cui la luna tondeggiava quieta e silenziosa.
Nella cameretta solo un piccolo angolo era rischiarato da una bassa luce azzurra e le pareti ancora fresche dell’aria del giorno racchiudevano i gemiti improvvisi che scuotevano una culla grigia e bianca.
Come se avesse percepito la paura del fratello, il gemello nella seconda culla cominciò a dimenarsi, muovendo i piccoli pugni nel buio e stringendo gli occhi chiusi.
Uno scalpiccio di passi affrettati comparve veloce lungo il corridoio stretto che precedeva la porta dischiusa. Presto una terza figura fu nella stanza, restando in piedi accanto ai due lettini. Con un sorriso tiepido e lo sguardo colmo di soffice affetto, un canto di madre si arrampicò nell’aria.
 

1 Aprile, 1979
La foto è vecchia e sbiadita, i bordi ingialliti a chiazze rotonde e irregolari sul bianco cereo della carta.
La scena all’interno del rettangolo al centro, priva di colore, è appena un po’ sfocata, ma ogni elemento rimane perfettamente distinguibile e le espressioni ancora nitide, così forti da far sorridere i due gemelli, che ora guardano i visi di due vispi bambini ricoperti di crema e di panna, in una traccia che riconduce alla torta appoggiata su un tavolo rotondo, un’unica candela a righe azzurre che sprofonda nel soffice strato del dolce.
Ciascuno stringe tra le dita piccole e sottili un giocattolo, ancora nella confezione che li custodisce gelosamente, mentre la carta da regalo decorata con piccoli elfi giace strappata e abbandonata sullo sfondo.
 

1 Aprile, 1980
Stanno crescendo, e i gemelli lo sanno, lo sanno bene.
Siedono vicini sulle sedie attorno al tavolo della cucina, aspettando i tortini al limone e i bicchieri con succo di zucca che Arthur gli ha promesso, scambiandosi risate sotto i denti e bisbigli eccitati mormorati piano, a fior di labbra.
Bill li sorprende scompigliando i capelli a entrambi da dietro e regalandogli un sorriso bianco quando si voltano verso di lui.
Presto tutta la famiglia si unisce, e questa volta tra le braccia dei gemelli c’è un piccolo fagottino avvolto in coperte rosse fiammeggianti, e un visino sorpreso sbuca  dalla lana con uno sguardo incuriosito.
Stanno crescendo, i gemelli lo sanno.
Perché ora la loro famiglia è cambiata ed è arrivato Ron, e i loro petti si gonfiano con un dolce calore, in un sentimento che incominciano lentamente a comprendere.
Amore.

 
1 Aprile, 1981
Gli occhi brillarono di un riflesso di stelle e i volti dei due malandrini si tinsero di curiosità, mentre questi si scambiarono un fugace sguardo complice e soddisfatto.
Un sorriso increspò le loro labbra, facendo ballare le lentiggini sulle guance chiare come avorio. Una soffice e fresca brezza si snodò nell’ingresso della casa, accompagnando Percy che entrava, chiudendosi la porta del legno lievemente tarlato dietro alle spalle.
Un cenno di capo condiviso, una risata soffocata da piccoli palmi, e lo scherzo dettagliatamente pianificato cominciò.
Il primo di una lunga serie.
 

1 Aprile, 1982
“Mamma, quando arriva Ginny?”
I due fratelli osservarono con gli occhi dipinti di stupore e magia il rigonfiamento decisamente evidente della pancia di Molly, coperta da una leggera vestaglia azzurra di lino, abbottonata solo fino a tre quarti.
La risata della donna echeggiò tranquilla contro le pareti di un tenue color giallo, il tono colmo di un amore così intenso da inumidirle gli occhi con qualche lacrima commossa “Presto”.
Quattro piccole manine si arrampicarono sul pancione, riposandovi sopra, e i loro cuori si riempirono di una dolce sensazione, come una coppa di vino e miele.

 
1 Aprile, 1983

Quel giorno le strade erano affollate, traboccanti di gente che incalzava il passo in diverse direzioni, sbattendo valigie e sporte contro le gambe di altri passanti e inciampando nelle pozzanghere ancora umide, bagnandosi scarpe e pantaloni.
Ormai però il sole splendeva alto, colorando tetti e vie di sfumature dorate.
“Hey Giorgie”
“Sì, Freddie?”
“Lo conosci quel negozio?” il dito di Fred si puntò come una bussola contro una grande scritta definita che leggeva ‘Zonko’, in alto a un ampio ingresso rosso. Dalle vetrine si potevano intravedere gli articoli più disparati, ognuno più impressionante dell’altro.
Nelle pupille dei gemelli balenò un lampo acceso di meraviglia e curiosità, rapido come un battito d’ali.
Si guardarono intorno, cercando Molly con lo sguardo, che piacevolmente trovarono distratta e intenta a leggere il cartello esposto davanti a Mondomago.
“Andiamo a vedere!”
 

1 Aprile, 1984
“Georgie… sei sveglio?” la voce è debole e fioca, quasi timida, nascosta nel buio della stanza, sconfitto solo dalla pallida luce che proviene dalla finestra.
Il tono è insicuro e cela un velo di paura, suscitando la reazione immediata del fratello.
“Sì” la risposta è veloce, forse un po’ affrettata, ma nessuno dei due ci si sofferma “Perché?”
C’è un momento di esitazione, un silenzio denso e palpabile, interrotto da respiri pesanti e irregolari.
“…Ho fatto un incubo”
Fred sente dei rumori dal letto a castello di sopra e le molle del vecchio materasso sembrano quasi cedere sotto a un peso improvviso, poi dei piccoli passi risuonano sulla scaletta che porta fino alle assi del pavimento, ricoperto di polvere e di figure di giocatori di quidditch.
E all’improvviso George è seduto accanto a lui, una mano gentile tra i suoi capelli “Non puoi fare incubi il giorno del tuo compleanno, è deprimente”
“Lo so” Fred non nasconde la risata che gli trema trai i denti bianchi. Si scosta lievemente, lasciando al fratello lo spazio per coricarsi.
E solo quando George è sdraiato al suo fianco, Fred sente il cuore rallentare e realizza che aveva accelerato.
“Torna a dormire, ora”  e Fred chiude gli occhi, sentendosi protetto e al sicuro.

 
1 Aprile,1985
Fred e George non erano mai stati fratelli ‘affettuosi’: sapevano quanto l’uno tenesse all’altro, perciò non sentivano il bisogno di dimostrarlo continuamente.
E poi, erano ragazzi.
Eppure, quel settimo compleanno qualcosa fu diverso dalle altre volte.
George era guarito solo da poco tempo da una pesante e grave forma di otite, periodo che aveva passato sfinito dalle medicine e dai forti dolori, e che Fred aveva trascorso in una paura costante che non aveva mai provato nemmeno durante i suoi incubi, un’emozione che scavava continuamente nelle sue ossa, portando brividi e gelo.
Perciò quando quel mattino di aprile si alzò dal letto, non esitò a stringere le braccia intorno alle forti spalle del fratello e a mormorargli nell’incavo del collo con un sorriso “Buon Compleanno”.

 
1 Aprile, 1986
“Buon Compleanno!” Ginny saltò sul letto di George, svegliando entrambi i fratelli con un sorriso e un foglio bianco stretto delicatamente tra le piccole dita ricoperte di piccole macchie di colori, orme di diversi pennarelli.
Fred si alzò dal suo letto e si sedette su quello del gemello, lanciando uno sguardo divertito alla bambina di quasi cinque anni “E quello cos’è?”
Il suo viso si tinse improvvisamente come il cielo al tramonto “E’ un disegno” e si affrettò ad aggiungere “Per voi”
I due si scambiarono uno sguardo sorpreso e piacevolmente commosso.
“Vieni qui” entrambi le posarono un bacio sulle guance, abbracciandola e stringendola  a sé.
Che cosa avevano fatto di tanto buono per meritarsi quella sorellina?

 
1 Aprile, 1990
Fred e George si alzano presto quel sabato, prendendosi tutta la calma di cui hanno bisogno per assicurarsi di non fare rumore e rischiare di rovinare i loro progetti.
Si allontanano in silenzio lungo i passaggi segreti celati dai quadri misteriosi di Hogwarts, svelati anni prima dalla mappa del malandrino.
Arrivano al campo da Quidditch in poche decine di minuti, e subito portano le scope tra le gambe, ascoltando il respiro del vento e sentendo l’aria pungente contro il petto.
“Pronto, Freddie?”
“Prontissimo, Georgie”
E con un delicato colpo delle scarpe consumate, si alzano lentamente, volteggiando e godendo del momento prezioso.
Perché ora, Fred e George, volano insieme.
 

1 Aprile, 1992
“Sento i tuoi pensieri che corrono” George si sedette sulla sponda del lago scuro come il petrolio, accanto al posto che il fratello stava occupando da alcune manciate di minuti “A che cosa pensi?”
Fred non si voltò verso il fratello, continuando ad osservare invece la superficie che si increspava dolcemente “Stiamo crescendo, Georgie”
‘Merlino, non starai mica diventando sentimentale?’ avrebbe voluto scherzare, ma dalle labbra sfuggì solo un incerto e sconfitto “Già”.
“Che cosa credi ne sarà di noi, dopo Hogwarts?”prese una piccola pausa, il respiro tremante nell’aria serale “E’ da un po’ che ci penso, George… Non penso sarò mai pronto a cambiare, a non essere come sono ora… a crescere”
“Non farlo” la risposta non ebbe esitazione “Non farlo, Freddie. Non c’è niente che non vada in te, così come sei”
 

1 Aprile, 1993
“Ma porca pluffa, Lee! Volevi farci venire un infarto?”
Fred si portò una mano al petto e una alla fronte, con fare tragico e teatrale, ma poteva davvero sentire il suo cuore accelerare leggermente.
“Che cos’è tutto questo?” la domanda di George, spontanea, fece roteare gli occhi al ragazzo dalla pelle più scura, “Come sarebbe a dire?” allargò le braccia in un ampio gesto, come ad indicare la folla di gente raggruppata nella sala comune, ai regali incartati accanto al camino in cui ardeva una debole fiamma e ai festoni che si allungavano lungo le pareti fino alle rampe di scale “E’ la vostra festa a sorpresa!”

 
1 Aprile, 1996
“Hey Fred”
“George”
“Stai diventando vecchio, eh?”
“Io? Sei tu, caro gemellino, quello nato per primo”
“Sì, ma sono tuoi i capelli bianchi che cadono sul pavimento”
“Almeno la mia schiena è ancora bella dritta, tu incominci ad assomigliare un po’ a un cammello”
“Ma per favore, fratellino, guarda il mio viso, così fresco di bellezza naturale”
“Mi spiace informati, Georgie, che purtroppo non è uno specchio quello che stai guardando”
“Ah, touché, fratellino, touché”
“Come, ti arrendi così in fretta? Non è da te”
“Sarà l’età”
Fred scoppiò a ridere.
“Hey Fred”
“George”
“Buon compleanno, fratellino”

 
1 Aprile, 1997
“Non ne posso più, George” Fred appoggiò la fronte stanca contro la spalla del gemello, l’unico momento, ora che erano solo loro due, in cui si sarebbe concesso di mostrarsi per quanto debole era.
“Lo so”
“Ho paura per Ronnie. Nessuno ha idea di dove sia”
“Anch’io”
George passò un braccio attorno alle spalle del fratello, attirandolo a sé.
“Però lui deve stare bene. Deve”
“Sta bene” si affrettò a dire George, guardando il vuoto “Sta bene”

 
1 Aprile, 1999
Accidenti, Fred.
Perché, perché, perché?
Perché mi hai lasciato solo, Freddie? Non lo sai che tu eri una parte di me? Ora solo un puzzle a metà, non sono niente.
Mi manchi Freddie.
Sii vivo, per favore. Smettila di essere morto.
Dovevamo crescere, invecchiare insieme. Raccontare ai nostri nipoti le avventure dei loro zii, dovevamo vivere insieme, morire insieme.
Ma ora tu non ci sei più, e io sono solo.
Distruggo ogni specchio, Freddie.
Mi manchi, Freddie, torna qui.
Perché, Fred, perché?

 
1 Aprile, 2000
La pancia di Angelina continua a crescere, come quando eravamo piccoli e la mamma aspettava Ginny, ricordi Freddie?
Ora manca poco, Fred, tra un mese nascerà mio figlio.
Oh Fred, perché non sei qui?
Vorrei che lo conoscessi. Vorrei vederlo tra le tue braccia, vederlo sorridere come faceva Ronnie quando lo tenevi.
Vorrei il tuo abbraccio, il tuo sorriso, il tuo sguardo, il tuo amore.
Eri l’unica persona al mondo che mi abbia mai capito, e ora non ci sei più.
Dove sei, Freddie?

 
2 Maggio, 2000
Benvenuto, Fred, figlio mio.
Porti il nome di un uomo che è morto col sorriso sulle labbra mentre combatteva per te, mentre combatteva affinché molti potessero avere un futuro.
Un uomo che è morto ragazzo, che non potrà crescere né vivere la sua vita.
Porti il nome della persona che ho amato più di tutte e che non ha mai mancato di starmi accanto quando ne avevo il bisogno o anche quando non avevo.
Crescendo, ti racconterò molto di lui, dello zio che non hai conosciuto, dello zio Fred, che so è da qualche parte lassù, e che ti ama quanto ti amo io. 

Angolo dell'autrice
Ciao a tutti :) questa è la mia primissima one-shot in assoluto, e spero davvero sia di vostro gradimento! Non è venuta come me la ero immaginata, ma tutto sommato direi che non mi spiace ;)
Quando ieri sera l'ho scritta, era decisamente tentata dal non pubblicarla, dal lasciarla nascosta in una cartella del mio computer, ma questa mattina ho cambiato idea :)
E' incentrata su due dei miei personaggi preferiti, anche se forse tra i due il mio preferito è Fred :3
Era da un po' che volevo scriverla, ma alla fine non l'ho mai fatto fino a ieri, un po' per impegni, un po' per mancanza di voglia. 
Ad ogni modo, per favore fatemi sapere cosa ne pensate ;)!
Mar 
  
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