Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: Carmenkodocha400    30/12/2015    1 recensioni
Sana Kurata è appena tornata nella sua terra Natale, il Giappone, da Los Angeles, ma ad accoglierla non c'è il ragazzo di cui è follemente innamorata, Akito Hayama. La loro relazione era stata interrotta quattro anni prima per evitare di apparire insieme sui giornali, dato il lavoro nel mondo dello spettacolo di Sana. Nonostante tutto, i due ragazzi cominciano ad essere molto intimi tra di loro e sembra andare tutto bene, quando delle fotografie...
Una storia romantica e introspettiva che porta Sana e Akito davanti a scelte, che porta loro problemi, che li porta a trovare delle soluzioni. Cosa succederà se il loro amore verrà mostrato al mondo intero?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Scusatemi se ci ho messo davvero molto per aggiornare, e scusatemi se non vi ho augurato Buon Natale, ma sono stata in famiglia, spero siate stati bene come me, buone feste e un bacio <3

Capitolo 4: L’uscita
Il giorno seguente Sana si svegliò con gli occhi ancora impastati di sonno. SI alzò a sedere e spostò lo sguardo verso la finestra. La tenda si muoveva lentamente alla spinta del dolce vento, e dei raggi di sole cominciarono ad accarezzarle la pelle. Sentì una sensazione di nostalgia…quel sole le ricordava, e non sapeva perché, Akito. In effetti i capelli erano dello stesso colore. Non erano biondi, erano…ocra…quasi dorati.
Sana scese giù percorrendo le scale, saltò sulla sedia con agilità e cominciò a spalmare il miele sul pane.
Quel miele le ricordò gli occhi profondi di Akito. Ogni cosa le ricordava lui.
Intanto Akito, che era a casa sua, mentre faceva colazione, continuò a fissare il cellulare. Quando si convinse, compose un numero e premette il tasto touch screen verde. Da un’altra parte, Tsuyoshi stava con la sua Aya.
-Ciambellina mia, è vero che mi ami?- domandò al suo amore.
-Certo pasticcino-
-Anche io, mia caramellina gommosa-
La loro dolce conversazione venne interrotta da uno squillo di un cellulare.
-Oh, Tsuyoshi, ti sta squillando il telefono- disse Aya, mettendo il broncio. Quando era offesa lo chiamava per nome.
-Farò subito- promise lui, e le rubò un piccolo bacio a stampo.
-Pronto?-
-Tsu! Questa è la quarta volta che ti chiamo…!-
Tsuyoshi sentì la voce di Akito:- Giuro che non ho sentito! Comunque che cosa c’è?-
-Ehm…volevo chiederti se potevamo uscire stasera-
-Veramente stasera volevo stare un po’ con la mia ciambellina cremosa…- disse quasi offeso
-Ma cosa hai capito?! Mica voglio uscire solo con te, figuriamoci!- esclamò quasi indignato.
-E allora con chi vuoi uscire?-
-Con tutta la comitiva…Tu, Sugita, Hisae, Gomi, Fuka e…Sana- sull’ultimo nome Akito esitò un poco.
-Che COOOSA? Allora vi siete riconciliati!- esclamò Tsuyoshi
-Beh…più o meno..- esitò Akito, ripensando alla litigata del giorno precedente.
-Che bello, oh…- disse Tsuyoshi quasi piangendo.
-Smettila, piuttosto vai ad avvisare ’’La tua ciambellina cremosa’’- ordinò Akito.
-Adesso vado…- singhiozzò lui
-Ok, io avviso gli altri- annunciò Akito, e riagganciò sospirando. Continuò a fissare il display rotto del cellulare con aria nervosa. Adesso avrebbe dovuto informare Sana.
Si fece coraggio, continuò a scorrere con il dito nella rubrica, ma non trovò il suo numero, e si ricordò che in quei quattro anni lo aveva cancellato.
Non aveva affatto dimenticato il numero della ragazza che amava, così lo compose velocemente e premette di nuovo sul tasto verde.
Sana era agli studi televisivi quando sentì vibrare il telefono. Aprì la borsa che portava al braccio, raccattò il cellulare con agilità e vide il numero eliminato di Akito.
All’inizio esitò, poi fece scorrere il dito nella parte verde per rispondere e portò il cellulare all’orecchio.
-Pronto, chi è?-
-Ehm…Sana…Sono Akito-
Il nome e la voce la raggelarono:-Sì, dimmi…-
-Volevo chiederti se volevi venire con me e gli altri in discoteca stasera- pronunciò la frase tutto d’un fiato.
-Ha organizzato Tsuyoshi?-
-No, sono stato io.- rispose.
-Ehm…wow! Caspita, cos’è, sei diventato più socievole?-
’’No, voglio solo stare con te’’ pensò Akito, ma la risposta fu un’altra:- Allora vieni, o no?-
-Accetto la tua proposta- disse lei in tono scherzoso –Adesso devo andare, sto lavorando-
-Ok, avvisa gli altri, ciao-
-Sicuro! Ciao!- esclamò l’ultima frase e poi posò il cellulare nella borsa per tornare a lavorare. ’’Avviserò gli altri dopo ’’ pensò.
Finito di lavorare, tornò a casa e chiamò tutti gli altri, tranne Tsuyoshi e Aya che erano già stati invitati.
Dopo aver chiamato, aprì l’armadio per cercare qualcosa da mettere.
Decise di indossare delle calze a rete nere, dei pantaloncini di jeans, e una maglia bianca con su scritto ’’I’m not perfect, i’m honest’’ in nero. Rimase i capelli sciolti sulle spalle, tanto sapeva che ballando si sarebbero rovinati, e chiamò i suoi amici dicendo che era pronta.
Scese salutando Rei, Misako e la signora Shimura e salì nell’auto di Akito. Appena ficcò il viso in quella macchina, venne invasa da un profumo veramente fantastico. Un po’ stordita da ciò che sentiva, si sedette vicino a Fuka e Aya. Avanti c’erano Akito alla guida e Tsuyoshi affianco a lui. Gomi e Hisae erano andati con la loro auto.
-Sana, sei veramente splendida!- si complimentò Fuka.
-Già, magnifica!- intervenne Aya.
-Oh beh… se lo dite voi, grazie mille…- ringraziò Sana, e spostò lo sguardo su Akito che guidava, e non sembrava interessato alla conversazione. Ma d’un tratto alzò lo sguardo verso lo specchietto, e incontrò gli occhi nocciola di Sana. Fu un’istante magico, che però venne interrotto da Fuka che disse:-
Beh, siamo quasi arrivati…-
Scesero dalla macchina, e andarono verso l’entrata. Un gruppo di ragazzi era appoggiato a un’automobile a fumare, ma al passaggio di Sana alzarono gli occhi su di lei, e la fissarono fino a che non entrò. Akito li vide, fece finta di niente ed entrò, tenendo d’occhio Sana.
Sana subitò si lanciò in una danza scatenata insieme alle sue amiche, ballò con energia e grinta, ma si sentiva osservata. Quasi tutti i ragazzi avevano gli occhi fissi su di lei, e in quel momento desiderò essere orribile.
Decise di smettere di ballare per prendersi una pausa, si sedette e ordinò un drink.
Si rese conto di star seduta vicino ad Akito.
-Tu non balli?- chiese.
-Nah, non lo faccio quasi mai- rispose lui, e inghiottì un lungo sorso di bibita.
-Perché?-
-Preferisco prendere un drink- disse lui, alzando il bicchiere di alcool.
-Mh…capisco- disse lei. Il drink ordinato le arrivò, e lo portò alle labbra. Sentì ridacchiare Akito.
-Che hai da sghignazzare?- chiese facendo un sorriso malizioso.
-Sembra la prima volta che bevi un alcolico- la stuzzicò lui.
-Ah, sì, e perché?-
-Al tuo posto lo avrei bevuto tutto in un solo sorso- disse lui –E poi, secondo me, non reggi bene l’alcool-
-Chi te l’ha detto?- chiese lei indispettita.
-Cosa c’è? Vuoi fare una gara?- la provocò, alzando la voce perché era partita una canzone ancora più forte.
-Mi sembra un’ottima idea- bevve tutto d’un fiato quel poco che l’era rimasto nel bicchiere, e le provocò un solletico alla gola fastidioso e non poco.
-Ok, quindi chi beve più drink stasera vince- si alzò dalla sedia. –Io vado a prendere una boccata d’aria, e non barare- le raccomandò
-Sana Kurata non bara mai- si vantò, e si portò i capelli dietro con un gesto energico, e in quel momento Akito pensò che era bellissima.
Uscì fuori, e Sana ordinò un altro drink.
–Io non baro- ripeté, e bevve velocemente il secondo bicchiere. Stavolta sentì un pizzico all’esofago. Il terzo le provocò un bruciore allo stomaco e quando bevve il quarto si sentì lacerare le budella.
Nonostante tutto, ordinò anche il quinto.
-Hayama non vincerà- ridacchiò -non importa se prima di me ne aveva già bevuti quattro, lo sto superando, adesso berrò il quinto e saremo pari. Quanto berrò il sesto l’avrò già superato, e se lui non verrà dentro a bere, berrò anche il decimo, e lì vincerò la gara!- si sentiva entusiasta ed eccitata.
Il quinto le arrivò, e il tizio lì dietro lo fece scivolare sul bancone con aria indifferente.
Sana lo acchiappò agilmente e lo portò alla bocca per assaporare il quinto. D’un tratto, la vista le si annebbiò…lei non era così abituata all’alcool.
Fece scorrere un sorso, ma alcune gocce caddero sul suo pantaloncino, e Sana fissò la macchia.
Bevve il quinto, e quasi esausta ordinò il sesto.
Intanto Akito era lì fuori a camminare, mani in tasca e testa tra le nuvole, e non si immaginava proprio che Sana aveva resistito al secondo bicchiere.
Ridacchiò tra sé, credeva che si era arresa e il secondo bicchiere le aveva causato troppo bruciore e aveva smesso.
Si aspettava un rimprovero come:- Non mi sono arresa, sei tu uno sciocco che bevi questa schifezza!-
Ripensò a quando avevano provato ad essere adulti, e Sana aveva assaggiato l’alcool, per poi sputarlo con disgusto.
Non poteva essere che adesso li aveva bevuti, così rimase ancora un bel po’ lì fuori, quando gli si avvicinarono dei ragazzi. Erano gli stessi che erano appoggiati alla macchina prima di entrare, che avevano fissato Sana. Akito li riconobbe, e li guardò male:- Cosa volete?-
-Volevamo chiederti se ci potevi offrire quella ragazza con i capelli rossi- disse uno di loro –se non sbaglio, eri tu a fargli compagnia-
Akito strinse i pugni. –Esatto, c’ero io a fargli compagnia, e per tutta la serata non ci sarò nessun’altro se non io-
-Appunto, c’eri, adesso l’hai lasciata sola, potrebbe venire con noi- disse lo stesso ragazzo con aria di sfida.
-Scordatevelo- disse Akito, stringendo gli occhi con odio.
-Vuol dire che la prenderemo noi da soli-
Il ragazzo non finì di pronunciare la frase che gli arrivò un pugno dritto in faccia.
-Non permettetevi- disse Akito, pieno di odio per quei ragazzi che stavano per prendere Sana.
Il ragazzo sollevò un pugno, ma colpì soltanto l’aria, perché Akito lo schivò agilmente e presto gli diede un calcio dritto nello stomaco.
Gli altri fecero per intervenire, ma quello che aveva parlato e che aveva ricevuto le botte li fermò:- Lasciamolo stare-
Akito gli rivolse un ultimo sguardo di odio, e tutti se ne andarono dentro.
Intanto Sana aveva bevuto il settimo e l’ottavo bicchiere, e completamente ubriaca, si apprestò ad ordinare il decimo.
Gli arrivò e lo portò alle labbra per assaporare il drink della vittoria, quando sentì qualcuno che le prendeva con violenza il braccio.
Posò gli occhi su quella figura, ma non riuscì proprio a distinguere chi fosse, continuò a fissarla, e quasi perse i sensi per il troppo alcool. Si sentiva quasi morta. Sentiva la testa scoppiare e il sangue pulsare con più violenza dentro le vene.
Le faceva male quasi tutto.
In un attimo di lucidità, abbandonò la presa, ma poi sentì una voce:- Non preoccuparti, baby, non vogliamo farti nulla-
Venne presa in braccio, e portata dove non sapeva.
Da una parte sapeva che quella persona non aveva buone intenzioni, ma l’alcool l’aveva resa debole e non riusciva ad ascoltare quella buona parte di essa.
Venne poggiata vicino a un muro, e vide delle labbra avvicinarsi alle sue.
In un attimo di lucidità, si liberò da quella presa.
-Vieni qui, non voglio farti niente- disse quel tizio.
Ma Sana ormai, nonostante non riusciva a reggersi ancora bene in piedi, mollò un pesantissimo ceffone a quella figura nera e malvagia.
Quello resistette e si voltò nuovamente verso di lei, ma Sana presto ne mollò uno ancora più pesante.
Stavolta lo aveva steso K.O.
Guardò con disgusto quella persona distesa per terra, e poi scappò, ma le gambe erano deboli e non faceva altro che inciampare.
D’un tratto le venne in mente la persona di cui aveva bisogno.
’’Hayama…vieni a salvarmi’’ pensò, quasi con disperazione perché si sentiva debolissima e priva di forze.
-Co-sa…aspetti? V….i-eni- sussurò tra sé con tristezza.
D’un tratto non ce la fece più e cominciò a singhiozzare, lì distesa sul pavimento freddo e sporco del bagno.
-Devo…ess…ere…forte…- disse a bassa voce.
Cercò di sollevarsi in piedi, ma le ginocchia sembravano di gelatina, e si afflosciarono nuovamente.
-Adesso…co-cosa faccio?- sussurò ancora tra le lacrime.
D’un tratto sentì una voce.
-Sana, oddio!- esclamò quella voce, e Sana riconobbe subito quella di Akito.
-Ha…ya…ma- sussurò, e si sentì invadere da una sensazione di sollievo.
-Sana, oddio, ma come ti sei ridotta?!- esclamò Akito, prendendola tra le braccia.
-N-on volevo…poi un raga…zzo...mi ha preso e…-
-E…?- chiese Akito, temendo che fosse lo stesso che aveva picchiato poco prima.
-Mi…ha port…ato qui e mi st..ava bac..iando e p-poi…-
-E poi?- Akito la costrinse a parlare. Voleva sapere tutto.
-E poi io…l’ho p-picchiato e l-lui è disteso in b-bagno- balbettò a bassa voce, prima di svenire tra le braccia di Hayama.
Akito si accorse che era svenuta, e la distese con cura nella sua macchina, e intanto lui si mise alla guida e la portò a casa sua.
Appena arrivati, Sana non si era ancora ripresa.
Akito la prese dolcemente tra le braccia, le stampò un piccolo bacio sulla guancia e la portò all’interno della sua casa.
La distese sul divano e la guardò ’’riposarsi’’, trattenendo la voglia di baciarla da tutte le parti.
Quando Sana rinvenne, rimase un po’ confusa, ma quando vide il viso di Akito si tranquillizzò.
-Cosa è successo?- chiese, e si rese conto che la sua voce era veramente debole.
-Vorrei saperlo io da te- ribatté Akito –Insomma…davvero ti sei ubriacata?-
La mente di Sana venne sorvolata da diversi ricordi.
-Sì…con dieci bicchieri…-
-Non ci posso credere!- esclamò lui.
-Volevo vincere alla gara che abbiamo organizzato- ridacchiò lei.
-Sì, ma guarda adesso in che condizioni sei…e poi, quel ragazzo…-
-Ah sì, quello che mi ha portato in bagno...- disse –Che sciocco! Nessuno può violentare Sana Kurata!-
-Sei proprio modesta- ironizzò lui, e poi le offrì una tazza di cioccolata con un bel fiocco di panna sopra –Tieni-
Sana non riusciva proprio a resistere quando si trattava di dolci, così subito afferò la tazza tesa verso di lei, e affondò il naso e le labbra all’interno di quella buonissima panna.
Quando sollevò la testa, aveva tutta la panna sul naso e sulle labbra.
Akito ridacchiò, poi la fissò.
Sana si sentiva osservata, così abbassò lo sguardo timidamente, poi lo sollevò, e guardò Akito dritto negli occhi, così come stava facendo lui con lei.
Akito prese quel viso tra le mani, e i capelli di Sana solleticarono le sue dita.
Sana arrossì leggermente, ma per fortuna la panna evitava di far vedere il suo rossore.
Akito avvicinò le sue labbra a quelle di Sana, e le diede un piccolo bacio lungo ma a stampo. Poi colpì leggermente le labbra di Sana con la lingua per farle capire le sue intenzioni, e Sana aprì leggermente la bocca. La lingua di Akito incontrò quella timida di Sana, e insieme rimasero seduti a godersi quel lungo bacio.




 
   
 
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