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Autore: Yukashin    30/12/2015    1 recensioni
“ I Kitsune sono molto pazienti, non dimenticano nulla fin dalla nascita e per attuare un vendetta ci mettono impegno. Se loro hanno un piano esso non fallirà e se il loro nemico fa parte del Clan esso è destinato a prolungarsi per decenni. Ma avrà sempre una conclusione"
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Glicine e Gigli   

 
 


Introduzione:
I Kitsune sono creature potenti, vivono ormai da tempo immemore su questa terra, da molto prima del uomo. Esse sono temute da ogni creatura che le conosca almeno un poco, uomo o demone che sia. Sono creature imprevedibili, nessuno saprà mai se durante la guerra un Kitsune sarà dalla sua parte o da quella del nemico, bisogna solo sperare poiché nel momento in cui un Kitsune ti è contro solo la morte potrà salvarti. Creature dal sesso femminile, possono avere sembianze sia animali che umane, mantenendo del loro vero io una leggera assomiglianza con la volpe che risiede in loro. possono avere sembianze ibride che sono quelle che più prediligono dove oltre ad avere le sembianze di una giovane donna attraente si trovano munite delle loro code a dimostrazione del potere e del rango. La natura stessa la riconosce come propria pari e le concede poteri sia distruttivi che rigenerativi. Questa creatura racchiude in sé un equlibrio di forze perfetto, occhio a non richiamare su di se la loro ira.
Si può capire la forza e il livello di queste creature dalle code che porta alla fine della schiena come simbolo di potere nel proprio clan e per farsi rispettare. La perdita della coda equivale alla nascita di un Oni, demone Samurai che seguirà fedele il proprio padrone per l’eternità. Nel momento in cui la coda viene persa non ricrescerà, penalizzando così il potere del demone stesso.
Essa risulta per molti immortale, ma in realtà è solo longevola, può vivere per millenni se non contrae malattie o viene ferita mortalmente, ma nessuno ancora sa cosa può essere realmente mortale per un Kitsune dato che un arma che ne uccide uno può fallire con un altro.
Di solito sono creature che nascono dalla saggezza e anzianità di una volpe baciata dal fato, ma esse possono nascere anche dall’unione di un Tengu, Demone Corvo di sesso maschile e una Kitsune. Il cucciolo prenderà i poteri dei genitori in base al sesso con cui nascerà. Quindi se sarà maschio diverrà un Tengu, se nascerà femmina diverrà una Kitsune.
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Quella notte sarebbe stata ricordata come la notte del massacro al tempio di Iyoshima…
 
Un giovane Tengu si trovava nella camera patronale con la sua dolce compagna, ella portava orgogliosamente sul capo due grosse orecchie volpine che vibravano leggermente ad ogni carezza del compagno per rimarcare il piacere che provava.
La camera illuminata da leggere lanterne in carta di riso era la loro piccola dimora, unica parte del tempio a loro concessa per stare assieme. Un’altra camera più piccola e adiacente ad ella era concessa alla loro bambina che a loro non era concesso vedere se non durante la stagione della semina, momento in cui il cucciolo avrebbe fatto una parata per la fertilità dei campi.
Essendo ella l’unica Kitsune di nascita, veniva venerata e ossequiata da tutti, riverenze doni erano all’ordine del giorno.
 
I giovani amanti si stavano preparando per andare a letto, era ormai notte inoltrata e dopo aver svolto gli ultimi impegni della giornata erano pronti per un po’ di riposo.
Sprofondarono presto in un sonno profondo, senza rendersi conto che degli occhi glaciali li guardavano dalla finestra.
 
La piccola volpe quella notte ebbe un incubo orribile, la stanza dei genitori che spesso aveva visitato di nascosto era coperta di sangue, i suoi piedini di solito immacolati erano ora bagnati dal sangue scivoloso che a ogni suo passo creava un inquietante sciaquettio che di solito collegava alle giornate passate con la sua bali alle terme. I corpi dei genitori riversi a terra e coperti dal loro stesso sangue avevano gli occhi chiusi come se stessero ancora dormendo, ma le labbra rigide e violacee dimostravano che sul loro cammino era passata la morte. La piccola Hanako si svegliò di soprassalto, il corpo sudato e tremante per la paura provata nel sogno.  Si alzò dal letto in cui riposava e aprì la piccola porta scorrevole in carta di riso che collegava la sua camera a quella dei genitori. Quello che vide fu peggio del sogno, il sogno era un illusione creata dal inconscio, ma quello che si parava davanti ai suoi occhi era la realtà, i corpi dei genitori mutilati a terra erano lì reali senza veli senza censure. I suoi piedi prima candidi erano ora sporchi del sangue delle persone che amava… ma la cosa che più la spaventò furono quegli occhi color ghiaccio che fissi su di lei rubarono dalla teca di giada la sfera cimelio di ogni Kitsune… nessuno avrebbe dovuto sapere di quel segreto, nessuno era in grado di uccidere i Kitsune, nessuno tranne un altro Kitsune…
Le mani della bambina iniziarono a tremare, le guance si arrossarono e gli occhi a gonfiarsi di lacrime. Un urlo squarcio la notte silenziosa e una figura vestita di bianco corse giù dalla collina del tempio, nessuno la vide o la sentì se non per quell’ urlò che interruppe la tranquilla notte.
 
 
 
“Le lacrime di un Kitsune sono sacre, racchiuse in una fiala di cristallo esaudiranno ogni desiderio che tu vorrai…occhio però, nessun desiderio si avvera senza un prezzo da pagare e i Kitsune chiedono un prezzo molto caro per il loro dolore
 
Per le vie della città di Kyoto un bambina dalla veste candida e i capelli neri come la notte camminava senza meta, ma ciò che più sorprendeva i passanti erano le orecchie fulve poste sul suo capo che non davano alcun dubbio a quale razza ella apparteneva. Nessuno le si avvicinava per paura di incorrere nell’ira di qualche membro del suo clan. Una legge silenziosa vigeva sulla razza dei Kitsune, tutti ne avevano paura, nessuno li sfidava se non voleva morire. Era una legge silenziosa ma tutti la rispettavano o almeno così si credeva…
Solo un ragazzo impietosito da quegli occhi pieni di lacrime e spaesati gli si avvicinò.
-Il mio nome è Kaname. Tu chi sei?-
 
Il ragazzo porse la mano alla bambina per incoraggiarla ed essa tremante rispose.
-Io sono il Diavolo Rei ma i sacerdoti mi chiamano Hanako, poiché il mio passo fa nascere i fiori in primavera-
 
Il giovane Kaname prese la piccola Hanako per mano, era notte fonda e andare in giro per la città era pericoloso anche per un Kitsune soprattutto se mostrava di non avere nemmeno una coda…
-Va bene Hanako, per stasera dormirai da Ka-chan, ok?-
 
“ E’ difficile che un Kitsune socializzi con un umano, ma nel momento in cui  lo fa ella crea un legame. Si affeziona in modo indelebile al mortale, spesso quel sentimento di devozione si trasforma in amore, ma non è mai il Kitsune a genoflettersi al mortale ma sempre il contrario, nessuno potrà mai sottomettere un Kitsune”
 
La mattina dopo Kaname riportò la piccola Hanako al santuario sulla collina, la bambina venne accolta da ancelle e sacerdoti, tutti pronti a risanare il piccolo cuore ora triste per il lutto. Hanako non rispondeva a nessuno di loro, guardava fisso davanti a se mentre i fiori del santuario sfiorivano, uno a uno fina a lasciare solo desolazione in quel paesaggio un tempo paradisiaco. La natura stava rispecchiando il dolore di una delle sue signore…
Kaname assistette a quella scena con tristezza, vide i sacerdoti battere le mai contenti e le ancelle abbracciare orgogliose il loro cucciolo, gli facevano schifo…
Tutto ciò per un potere che non è ancora nato…
Scrisse su di un pezzo di carta tre parole e poi andò ad abbracciare la bambina.
-E’ stato un piacere conoscerla Diavolo Rei-
Gli infilò il pezzo di carta nelle pieghe del vestito e allontanandosi gli fece segno di non dire nulla portandosi l’indice sulle labbra.
 
“ I Kitsune sono molto pazienti, non dimenticano nulla fin dalla nascita e per attuare un vendetta ci mettono impegno. Se loro hanno un piano esso non fallirà e se il loro nemico fa parte del Clan esso è destinato a prolungarsi per decenni. Ma avrà sempre una conclusione”
 
La piccola Hanako al calare della Luna si presentò sotto al Glicine, come scrittogli da Kaname-sempai. L’uomo si trovava già lì, seduto su una panca in marmo, in mano teneva un Giglio Tigre che faceva dondolare lievemente al ritmo scandito dal suo pensiero.
La bambina gli si  avvicinò silenziosamente, egli essendo sovra pensiero sobbalzò quando vide i suoi piedi scalzi. Alzò lo sguardo e vedendo le guance leggermente arrossate e un timido sorriso sul volto della bambina si intenerì subito. Le porse il fiore con un dolce sorriso.
-Ti va bene se giochiamo assieme qualche volta? Ka-chan si vuole un po’ divertire ma nessuno vuole giocare!-
La bambina si sedette sulla panca vicino al ragazzo e con tono sconsolato gli disse.
-A noi Kitsune non è permesso giocare, noi siamo creature eleganti e serie, solo quando avremo il nostro elemento ci sarà permesso avere un carattere e dovrà rispecchiare rigorosamente l’elemento a noi appartenente-
Da quella sera il giovane Kaname insegnò alla piccola Hanako ad essere umana…
 
 
“I Kitsune sono creature molto sagge, è difficile distoglierli dai loro ideali.
Essi hanno il dono dell’immortalità e qualora volessero la potrebbero donare a chiunque essi vogliano”
 
 
Erano passati ormai diversi anni e il legame di Hanako e Kaname si era fatto sempre più solido, nessuno sapeva dei loro incontri notturni, come nessuno sapeva che la piccola Kitsune stava sviluppando un carattere proprio, senza però sviluppare i propri poteri. Una sera in particolare Kaname rimase sorpreso dalla piccola Hanako…
… Quella sera la bambina si presento sotto al glicine con uno splendido Giglio Tigre, bello come quello che gli aveva portato Kaname la prima sera che si erano incontrati in quel luogo.
-Simbolo del mio potere della mia femminilità è questo fiore splendido, che per me è la fine di una vita e l’inizio di un'altra.
Io ti faccio dono di questo fiore ed assieme del mio bacio così che tu mi possa rimanere fedele in eterno-
 
“I Kitsune chiamano il rito dell’immortalità °bacio° qualora questo rito venisse fatto il mortale guadagna come unico potere l’immortalità, ma non per questo sarà esente dalla morte. Una ferita, un veleno o una malattia possono ucciderlo… egli sarà per sempre vincolato al proprio Kitsune da un legame indissolubile”


Cosa ne pensate? Questo non è il vero finale, la storia potrebbe continuare... pensavo di fare una serie di one-shot se vi può far piacere.
Solo fatemi sapere cosa ne pensate, gli aggiornamenti non saranno regolari ma spero di poter aggiornare almeno una volta al mese... ^^

 
  
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