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Autore: dr3amerthings    02/01/2016    3 recensioni
E se Jennifer fosse incinta?
Se il suo futuro stesse per cambiare radicalmente e l’idea la terrorizzasse a tal punto da non riuscire ad annunciare la notizia al suo Josh? E come reagirebbe alla notizia?
Dal testo:
“Molto delicatamente arrotola il bordo della maglia del pigiama e incastra il tutto sotto il ferretto del reggiseno, scoprendo il ventre.
Sono giorni ormai che Jennifer non fa altro che controllarsi allo specchio, controllare se quel piccolo - ma allo stesso tempo grande - segreto stia crescendo sempre di più.”
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just give me a reason
 
Sono passate due settimane dall’incidente.
Josh continua ad andare dal terapista regolarmente e piano piano riesce ad ‘inquadrare’ la propria vita con Jennifer anche se fino ad ora non si sono ancora confrontati veramente.
 
È una fredda giornata di gennaio.
La neve ancora fresca imbianca i tetti e le strade.
Josh, tirandosi su la sciarpa fino al naso per proteggersi dall’aria pungente, si pente di non aver indossato un berretto di lana per tenere al caldo le orecchie, ormai diventate due pezzi ghiaccio. Con la testa sprofondata nel caldo tessuto della sciarpa e i passi attutiti dallo strato di neve, il giovane cammina a passo lento verso la casa in cui viveva insieme a Jennifer per un pranzo con la famiglia e con la ragazza.
 
Il ragazzo, arrivato davanti all’entrata, sbatte i piedi per terra per togliere la neve e suona il campanello prima di guardarsi attorno, dando le spalle alla casa. La porta si apre e Josh si volta di scatto ritrovandosi davanti una Jennifer sorridente e con i capelli raccolti in uno chignon provvisorio che slega subito con una mano “Ciao Josh...” lo saluta timidamente prima di invitarlo ad entrare in quella che era la loro casa, in quella che è la loro casa.
Josh mette piede in casa e sente che il silenzio regna sovrano “Non sono ancora arrivati gli altri?” chiede togliendosi la giacca “Tua madre mi ha telefonato 5 minuti fa dicendo che avrebbero tardato di qualche minuto” informa la ragazza “Ah... e pensavo di essere io quello in ritardo” commenta il giovane e un silenzio imbarazzante scende tra i due “E così...” inizia Josh addentrandosi in salotto “questa è la casa in cui abitavamo insieme?” “Sì, l’abbiamo scelta e arredata insieme” “Devo dire che abbiamo fatto un bel lavoro” ammette il giovane sorridendo alla ragazza, che dopo aver visto il suo meraviglioso sorriso si tranquillizza un po’.
Girovagando tra un mobile e l’altro del salotto l’attenzione del ragazzo viene catturata da un raccoglitore blu scuro aperto su una pagina vuota “Mi hanno detto che prima dell’incidente ero solito scattarti una foto di profilo...” racconta “Suppongo che questo sia l’album di cui mi hanno parlato” ipotizza Josh sfogliando lentamente le pagine del libro “Perché non sei più andata avanti?” le chiede spostando lo sguardo e guardandola negli occhi. Jennifer gli si avvicina cautamente e posa entrambe le mani sul pancione “Perché non mi sembrava giusto” dice perdendosi nei suoi occhi color nocciola “Questa magnifica idea è stata tua e lo scatto della foto era una cosa tra noi, un nostro momento ricorrente che condividevamo aspettando questo piccolino” spiega la ragazza cercando di rimanere più calma possibile “Che ne dici di rimediare?” propone Josh con in mano la macchina fotografica e in men che non si dica la foto viene scattata. Entrambi stavano osservando l’immagine quando papà Chris telefona al figlio per avvisare che lui e Michelle non avrebbero più potuto raggiungere i due a causa di un contrattempo; non avendo specificato il perché sembra che l’inconveniente sia stato una scusa per lasciare i due da soli.
“Questo vuol dire che mangeremo solo io e te” esordisce il ragazzo una volta terminata la chiamata e un piccolo sorriso compare sulle sue labbra.
 
Josh ha voluto continuare il ‘tour’ della casa come se quel giro avrebbe potuto in qualche modo fargli ricordare la vita di prima. Passando per la cameretta del bambino, le scarpette bianche che il ragazzo aveva comprato appena venuto a sapere della gravidanza sembra avergli risvegliato il ricordo, a sprazzi, di lui in piedi davanti alla vetrina del negozio per neonati.
“È già qualcosa” si ripeteva mentalmente.
Arrivati alla soglia della loro camera da letto, Josh entra per primo seguito da Jennifer che subito si siede sul letto appoggiando le mani sul pancione e facendo una leggera smorfia “T-tutto bene?” chiede il ragazzo un po’ preoccupato sedendosi accanto a lei “Sì sì tranquillo, senti...” afferma prendendogli la mano – un po’ insicura di come avrebbe potuto reagire Josh a quel primo contatto fisico da molto tempo – e la posa sul pancione premendone leggermente le dita “Lo senti?” domanda guardandolo negli occhi e sorridendo “Non sento niente” risponde lui “Aspetta...” chiede la ragazza spostandogli la mano sulla parte bassa del ventre. Sul viso di Josh compare un sincero sorriso non appena percepisce il piccolo movimento “Sta... sta scalciando”  sussurra il ragazzo, come se il volume della sua voce potesse far smettere il piccoletto di muoversi.
“Era voluto?” chiede il futuro papà tornando serio “Come?” “Il bambino intendo, lo desideravamo entrambi?” ripete Josh formulando la domanda in un modo diverso “Credo che ci avremo pensato di lì a poco, prima o poi ne avremo parlato...” risponde guardandosi il pancione.
“È mio?” la domanda resta sospesa in aria.
Jennifer, incredula di quello che ha appena sentito sgrana gli occhi  “Jennifer rispondimi, sono io il padre?” ripete il giovane “Josh come puoi chiedermi una cosa del genere? Non dovrebbe nemmeno passarti per la testa... Sì, sei tu il padre. Josh, la realtà che vivevamo era una vita serena. Ci amavamo l’un l’altro e con questa gravidanza tutto andava per il meglio e-” inizia la ragazza ma viene interrotta “Tutti mi ripetono che tu sei l’amore della mia vita e che ti amavo alla follia, ma se non ricordo nulla di te e della nostra vita insieme come faccio a credere a loro? Come faccio a credere a te?” sbotta finalmente Josh.
Questa domanda era come un macigno sullo stomaco che da giorni lo tormentava.
Jennifer prende un respiro profondo e chiude gli occhi per qualche secondo, come se stesse riflettendo silenziosamente su cosa dirgli per farlo ragionare. Decide di non parlare e solleva lentamente il bordo della maglia dal lato destro, iniziando a mostrare un lembo di pelle nuda.
“Ma cosa... Jennifer cosa stai facendo? Credo tu stia fraintendendo le mie parole” ammette il ragazzo alzandosi frettolosamente dal letto e mettendo le mani avanti in modo da poter fermare eventuale contatto fisico. La ragazza non lo ascolta e scopre l’anca, abbassando anche l’orlo dei jeans, fino a mostrare un piccolo segno nero che altera la figura della sua pelle apparentemente immacolata.
È  una J.
Una piccola J tatuata per sempre sulla sua pelle.
Josh è confuso e lentamente abbassa le mani che ricadono lungo i fianchi.
Jennifer osserva il tatuaggio per un momento prima di iniziare a parlare “Può sembrare un tatuaggio da egoisti ma non è questo il caso. È una coincidenza che entrambi i nostri nomi inizino con questa lettera, non trovi? Se non te ne fossi accorto questa è la stessa J che hai tatuata anche tu sul fianco sinistro, proprio vicino all’ancora perché, come hai detto tu, io sono la tua ancora di salvezza.” spiega guardandolo negli occhi e posandogli delicatamente una mano in prossimità del tatuaggio dopo essersi alzata in piedi ed essersi messa di fronte a lui.
Ora solo il pancione li divide.
 
Josh sa bene che non si sarebbe mai fatto un tatuaggio tanto per fare perché ogni tatuaggio deve sempre avere un significato importante per il quale valga la pena segnare la propria pelle.
 
Il ragazzo si allontana dalla ragazza, che non prova nemmeno a fermarlo, ed esce di casa senza neanche dire una parola.
Jennifer si risiede sul letto guardando il vuoto e, torturandosi le dita, inizia a pensare se quello che aveva appena fatto fosse stata la cosa giusta o no.
 
Camminare senza una meta precisa è una delle cose che a Josh riesce meglio, lo aiuta a tranquillizzarsi ma soprattutto lo agevola a riordinare i pensieri e a riflettere.
Quando mandò il messaggio a Jennifer il giovane stava girovagando da quasi 2 ore e ormai il sole se n’era andato lasciando spazio all’oscurità. La risposta arrivò quasi subito e così Josh andò a casa dei suoi genitori dove abitava momentaneamente e prese un po’ di cose – tra cui la sua vecchia chitarra e il quadernetto in cui, dal giorno dell’incidente, annota i suoi pensieri e le cose importanti – per tornare a vivere con la madre di suo figlio.
Forse ancora non si ricorderà dei sentimenti che provava per Jennifer o i momenti passati insieme ma il ragazzo non lascerebbe mai che un figlio cresca senza il padre accanto.
 
“Per il momento va bene se dormo nella stanza degli ospiti?” chiede Josh indicando con un gesto del capo in direzione della camera “Certo! Credo che il fatto che tu sia già tornato qui sia un passo avanti...” ammette Jennifer sorridendo felice “Grazie” aggiunge posandogli un leggero ma veloce bacio sulla guancia e il ragazzo sorride perché sa che quello che sta facendo è la cosa giusta.
 
Dopo aver sistemato un po’ di vestiti nell’armadio, una volta rimasto solo, Josh tira vicino a sé l’enorme borsone e prende tra le mani una catenella con una targhetta di metallo che dice:
 
Hutcherson Joshua R.
687-12-0432
12/10/1992
Gruppo 0+
 
È la piastrina militare identificativa che si era fatto fare quando era un ragazzino.
Chi non ha mai voluto essere un eroe come il proprio padre?
 
 
Hola e buon 2016!
Dopo tanto tempo ecco il nuovo capitolo! (avevo messo in ‘pausa’ questa fanfiction per scrivere “Sorry, goodbye” http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3259318)
Nella storia Chris (il papà di Josh) ha fatto il militare per qualche anno, per Josh è come un eroe perché partiva per servire il paese.
Grazie a @sabrinastronaut e a Elisabeth
Al prossimo capitolo,
dr3amerthings
  
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