Capitolo Tre
– Si parte!
Bill, Vulpix’s Version
“Samuel, ti prego, dimmi che il Monetamuleto era solo un normalissimo
medaglione…” sospirò il ricercatore, seduto su un alto
sgabello, sempre al telefono, con una stupitissima Joy che lo osservava incuriosita
e un Gary piuttosto annoiato, seduto ad un tavolo con la testa tra le mani.
“Ho fatto molte analisi
e non ho trovato niente di strano… anche se…”
“Anche
se…?”
“No, niente” Non
che queste parole avessero convinto Bill. Sapeva che doveva esserci qualcosa di
strano. Oak non era tipo da parlare per indovinelli. Che
ci fosse qualcosa di speciale in quel semplice amuleto? O
forse era un normale souvenir comprato da un nonno per l’amato nipote?
Mosse le code a disagio, lanciando un’occhiata all’allenatore.
“Sembra depresso. Spero che non voglia fare qualche sciocchezza…”
“Tipo inseguire quella
ragazza?” il Professore scosse il capo “Per ora il nostro unico
indizio per ritrovare il tuo Teletrasporto, nonché
il tuo corpo, è il Team Rocket e quella Recluta.” L’uomo
tamburellava lentamente le dita sul tavolo. “Sono preoccupato…
chissà cosa vogliono quei furfanti da te? E
perché ti hanno derubato?”
Il Vulpix scosse il capo.
“Non lo so. Eppure una Recluta con un Alakazam
mi sembra una cosa sospetta. Penso che quella tipa non fosse
veramente chi voleva sembrare. Ma adesso non importa
vero? Dobbiamo scoprire cosa stanno combinando…”
“E’ strano, nessun
furto di Pokemon è stato denunciato ultimamente, me
lo diceva proprio l’Agente Jenny ieri, quando è venuta da me a prendere
il the, ed era parecchio stupita…” si appoggiò comodamente
alla sedia, socchiudendo gli occhi. “
“Giovanni hai detto? Ho
sentito parlare di lui… dicono che sia parecchio
bravino a combattere… ma sei sicuro che sia lui dietro a tutto?”
domandò incuriosito.
“No. Anzi. Ma è
la vostra… cioè, la nostra unica pista,
no?” sospirò Samuel Oak, in tono vagamente preoccupato. Sapevano
così poco… come avrebbero fatto a concludere
qualcosa o anche solo a trovare il Teletrasporto di Bill? E
Facevano veramente bene ad impicciarsi negli affari di quella terribile
organizzazione? Le Reclute Rocket non esitavano ad usare i loro Pokemon contro
gli Umani e non voleva mettere in pericolo Gary. Dopotutto era ancora un
ragazzo. E Bill non era certo l’adulto
più responsabile che conosceva….
“So a cosa stai
pensando. Ma non devi preoccuparti. Ci sono io. E il tuo ragazzo è bravo con i Pokemon. Ma soprattutto vuole ritrovare il mio Teletrasporto
perché sa che è l’unico modo per riavere il suo
Monetamuleto… non c’è niente che non va, no?”
“Bill, non metterti
sulle loro tracce...” cominciò,
voltandosi poi di scatto, verso destra, verso qualcosa invisibile a lui che lo
guardava attraverso lo schermo. “Una e- mail…
è di Jenny… dice che sembra ci siano parecchie persone vestite di
nero e decisamente sospette ad Azzurropoli… proprio di fronte alla Torre
Azzurra…” notando l’aria attenta del piccolo Vulpix, Samuel sospirò
sonoramente. “Almeno promettimi di fare
attenzione”
“Puoi scommetterci,
Sammy. A proposito, quando Gary ha parlato della ragazza
ti è passato uno strano sguardo negli occhi… Non è che la
conosci?”
“Chi?
“Oh. Se lo dici
tu…”
“Quindi
la tua idea sarebbe quella di andare ad Azzurropoli, sconfiggere il Team
Rocket, ritrovare il mio amuleto ed il tuo Teletrasporto e tornarcene a
casa?” domandò incredulo Gary, ripetendo le parole che pochi
istanti prima aveva pronunciando quel piccolo e grazioso Vulpix. “Ma sei ammattito completamente?”
“No… anzi, pensavo
che tu saresti stato d’accordo con me su questo. Ti facevo più
avventuroso. E pensavo che ti sarebbe piaciuto
riprendere ciò che è tuo e fargliela vedere a quella ragazzina,
che ti ha chiamato bimbo” Non ci cascherà. Non si farà
abbindolare così facilmente. Però
sarebbe carino se lo facesse. Davvero parecchio.
“D’accordo,
d’accordo!” esclamò il giovane scattando in piedi “Hai vinto. Ma Azzurropoli non è proprio a due passi
da qui… non ci sono mezzi più veloci che non la mia bici, che tra
parentesi ha una ruota bucata… cos’hai
intenzione di fare Mister “Ricercatore di Pokemon”?”
“Andiamo a piedi, come
tutti gli Allenatori fanno… sentire l’erba sotto i piedi,
l’aria tra i capelli, il sole sulla pelle… deve essere una
bellissima sensazione!”
“Tu? Non ti vedo proprio
camminare per sentieri impervi e polverosi, con il vento negli occhi che ti impedisce di vedere e il sole che ti bruciacchia la schiena…”
“Ehi! Sono più
resistente di quello che sembro!” si alzò
sulle zampe posteriori, muovendo qualche passo incerto con aria divertita,
muovendo le orecchie.
“Hai
vinto, hai vinto. A piedi fino ad Azzurropoli… dovremo passare per
Zafferanopoli e, se va tutto bene, in una settimana dovremmo
essere arrivati…” pronosticò il giovane Oak, scuotendo il
capo.
“Zafferanopoli? Ma è proprio necessario?” esclamò Bill, sedendosi
sul tavolo con aria vagamente preoccupata. “Sai… tra me e Sabrina
non scorre buon sangue…”
“Non scorre buon
sangue…?”
“Beh, quella era una
metafora per dire che ci detestiamo. Ma sai
com’è, non sta molto bene…” ammiccò, ora
divertito “Sai, è cominciato tutto quando
ho, casualmente, causato un Black Out in tutta Zafferanopoli… non me
l’ha mai perdonata…”
“Grandioso… io ho
già vinto quella medaglia e quella donna mi
è sembrata una pazza scatenata… sei sicuro che ti odi tanto?
Insomma, magari se ne è
dimenticata….”
Il
Vulpix scosse il capo color fuoco “No, ha
più memoria di un Phamphi e più facile all’ira di uno
Spearow arrabbiato… appena mi vede mi spella…”
L’Allenatore
sorrise improvvisamente, come colto da un’idea geniale e fulminante.
“Ma Sabrina non sa che tu sei un Vulpix… e
poi non penso che ti ucciderebbe davvero…”
“Non la conosci…
si vede che non la conosci…”
“Sei certo di voler
partire Gary? Non sei arrivato da neanche un giorno….” Disse
l’Infermiera Joy, preoccupata, dopo aver saputo dell’improvvisa
partenza del giovane allenatore e del suo strano Vulpix. “Non è meglio
che tu ti riposi per qualche tempo?”
“No, Infermiera, grazie comunque per l’aiuto… ho un affare urgente da
sbrigare ad Azzurropoli…” sorrise, salutandola leggermente con una
mano e raccogliendo lo zaino con l’altra. “Davvero grazie”
“Allora
alla prossima… e ciao anche a te, piccolo e grazioso Vulpix”
“Graz… ehm…
Vul, vulpix!” fece Bill, saltellando allegro.
Così i due si
allontanarono, salutati dalla gentile infermiera, diretti verso