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Autore: Barbara Baumgarten    06/01/2016    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato Twilight se a parlare fosse stato Edward. Ecoo che, allora, ho deciso di ripercorrere l'intera vicenda con gli occhi del vampiro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Edward guidava con un sorriso beffardo. Bella non aveva ancora capito dove stessero andando, eppure sembrava così ovvio. Era bellissima. Alice le aveva fatto indossare un abito stupendo che le donava una femminilità da mozzare il fiato. Con così tanta bellezza, anche la gamba ingessata passava inosservata.

“Posso sapere quando ti prenderai la briga di dirmi cosa sta succedendo?”. Era agitata, lui poteva sentirlo.

“E’ assurdo che tu non abbia ancora capito”. Rise nel dire quelle parole.

Bella stava per dare libero sfogo ai propri pensieri quando il cellulare di Edward squillò.

“Pronto, Charlie?”. Non si aspettava davvero una telefonata dal padre di Bella, nonostante dal rientro a Forks il rapporto fra loro fosse un incrinato.

“Senti, Edward. C’è qui Tyler. Sostiene che doveva portare Bella al ballo della scuola”. Edward non poteva credere alle sue orecchie: possibile che quel mezzo uomo non avesse compreso che Bella fosse impegnata?

“Stai scherzando!”, disse sull’orlo di una crisi di nervi. Lo infastidiva che qualcuno all’infuori di lui potesse fare certi pensieri su Bella. Tyler… Tyler… a fatica trattenne un ringhio.

“Edward, ti sembro il tipo che scherza su queste cose?”. Il tono di Charlie era serio. Forse un po’ troppo.

“Posso parlargli io?”. Dall’altro capo del telefono Edward udì un passaggio della cornetta.

“Pronto?”. Era la voce di Tyler.

“Ciao Tyler sono Edward Cullen. Mi dispiace che ci sia stato un fraintendimento, ma Bella è occupata, sta sera. Anzi”, continuò cambiando il tono da ironico a minaccioso, “per la verità, è occupata tutte le sere per chiunque escluso il sottoscritto. Senza offesa. Spiacente che la tua serata non andrà come speravi”. Interruppe la conversazione e si rimise il cellulare in tasca, mentre Bella lo guardava perplessa. Poi, l’illuminazione.

“Mi stai portando al ballo!”, strillò. “Perché mi stai facendo questo?”

“Sinceramente, Bella, dove credevi ti stessi portando?”. Il viso della ragazza si fece rosso dalla vergogna. Probabilmente aveva intuito che sarebbe stata una serata speciale ma non immaginava il ballo. Edward era divertito.

“Assecondami, per piacere”, la pregò. Per lui il ballo rappresentava una tappa fondamentale nella vita di Bella e non voleva che si perdesse nulla di ciò. Se Alice avesse avuto ragione, se un giorno Bella fosse diventata un vampiro, quelle piccole esperienze umane sarebbero stati importanti.

 

Il ballo della scuola si teneva nella palestra dell’istituto. Il parcheggio era pieno di auto e molti studenti si avviavano lungo la strada agghindati e ben vestiti. Edward aiutò Bella a scendere dalla Volvo.

“Sembra l’inizio di un film dell’orrore”, disse sarcasticamente la ragazza.

“Beh”, le fece eco sorridendo, “I vampiri non mancano”.

Quando entrarono si resero conto che la pista da ballo era occupata da sole due coppie di ballerini, mentre gli studenti si erano accalcati attorno per ammirare la grazia e la leggerezza dei danzanti. Alice e Jasper, volteggiavano con eleganza a ritmo di valzer, seguiti da Emmett e Rosalie. Tutti li guardavano affascinati e rapiti. Edward prese Bella e la portò in direzione della pista.

“Edward! Non so ballare!”. Bella cercò di resistere alla sua presa, inutilmente.

“Sciocca, non preoccuparti. Io sì”, disse e con gesto fulmineo le mise i piedi sopra i propri. Cominciarono a volteggiare con la stessa grazia degli altri quattro. Edward si sentiva bene, era felice. Soprattutto quando vide un sorriso illuminare il volto di Bella: finalmente, si stava divertendo anche lei.

“Okay, non è così male, lo ammetto”, disse la ragazza, incapace di togliersi il sorriso dalle labbra. Sembrava essere una serata perfetta, quando dalla porta dell’ingresso giunse un odore fin troppo famigliare. Lo sguardo di Edward cambiò, mentre incrociava gli occhi di Jacob. Cos’era venuto a fare? Cosa voleva quel cagnaccio?

“Che c’è?”, chiese Bella notando lo sguardo arrabbiato di Edward. Il vampiro non riuscì a controllare il suo istinto e un cupo ringhio gli salì dalla gola. Bella seguì il suo sguardo fino a raggiungere il ragazzo dalla pelle ambrata, vestito con una camicia bianca e la cravatta.

“Vuole fare due chiacchere con te”, le sibilò Edward all’orecchio. Davvero non poteva sopportare la presenza di quel cane, anche se al momento, Jacob, ignorava la propria natura. Presto si sarebbe trasformato, Edward lo sapeva. Era stato il vecchio Clearwater a dirgli che i ragazzi avevano ripreso a diventare lupi. Era solo questione di tempo. La corporatura del giovane Quileute si era fatta più grande ed era cresciuto notevolmente in altezza. Per non parlare dell’odore… Sì, Jacob sarebbe diventato presto un cagnaccio rognoso.

“Mi concedi un ballo?”, chiese con leggera strafottenza Jacob, guardando Edward con sfida. Il vampiro cercò di rimanere impassibile: non voleva dare a Jacob la soddisfazione di averlo infastidito. Fece scendere Bella dai suoi piedi e la consegnò nelle mani del Quileute. Si distaccò di diversi metri, ma non fu difficile per lui ascoltare la loro conversazione. Jacob si era intrufolato al ballo della scuola per mettere in guardia Bella. Ah, niente di più ridicolo! Quel Bill proprio non riusciva a mettere da parte i dissidi fra i Quileute e i Cullen e mandava suo figlio a fare da intermediario. Era chiaro come il Sole che Jacob fosse attratto da Bella e questo lo irritava parecchio. Si sforzò di non leggergli i pensieri: non voleva avere una brutta reazione. Attese, perciò, che la comunicazione di servizio fosse terminata e si riavvicinò a Bella.

Decise che non era più il momento di ballare e la portò sulla panchina, nel prato antistante la scuola. Lì potevano rimanere soli, come piaceva a lui.

La luna era sorta, portando con sé la malinconia che tanto oscurava i pensieri di Edward.

“Di nuovo un crepuscolo”, mormorò guardando l’astro, “Un’altra fine. Ogni giorno deve finire, anche quello perfetto”. C’è chi ama il sorgere del sole perché segna un nuovo inizio. E c’è chi teme la luna perché segna una nuova fine. Edward aveva imparato a tenere il conto del tempo attraverso le lune che aveva visto nascere… ogni luna era una tacca in più nella sua lunga ed inesorabile esistenza. Eppure, era arrivata Bella. Si era meritato davvero tanta felicità? E che prezzo avrebbe dovuto pagare?

“Mi dici una cosa?”, le chiese dolcemente e guardandola negli occhi.

“Non ti dico sempre tutto?”, ribattè Bella, sorridendo.

“Mi sei sembrata sorpresa quando hai capito che ti stavo portando al ballo. Eppure, ho l’impressione che ti aspettassi qualcos’altro. Dimmi, dove credevi che ti avrei portata?”. Lei era imbarazzata.

“Beh… mi chiedevo se non avessi cambiato idea… e speravo ti fosse deciso a trasformarmi”. A quelle parole, Edward fu investito da un arcobaleno di emozioni. Era arrabbiato, tormentato, divertito e deluso.

“Ci terresti davvero?”. Sapeva che lei gli avrebbe risposto sì, ma Edward era convinto che non avesse ben compreso cosa potesse significare una vita da vampiro. Avvicinò il proprio volto a quello di lei.

“Saresti disposta a accettare la fine? Ad accogliere un crepuscolo sulla tua vita appena iniziata? Rinunceresti a tutto?”.

“Non sarebbe la fine”, disse lei, “E’ l’inizio. È la luce dell’alba”.

“Non ne sono degno”. Quelle parole, forse, per Bella acquisirono un significato diverso. Lui non si sentiva degno di averla trovata. Non era degno di una tale grazia. Non era degno di lei.

“Davvero questo sarebbe il tuo sogno, Bella? Diventare un mostro?”. La domanda era sincera: Edward non capiva come potesse voler gettare tutto per stare con lui.

“Sogno di restare con te per sempre”. Gli occhi di Edward si addolcirono e la voce s’incrinò, leggermente. L’amava, avrebbe dato la sua stessa vita per lei. Ma non l’avrebbe mai condannata ad essere un vampiro.

“Starò sempre con te, non ti basta?”. Lei sorrise, delusa.

“Per ora”, fu tutto quello che Edward riuscì ad ottenere da lei.

Lui non sapeva cosa dire. Come avrebbe potuto farle cambiare idea? Davvero non lo sapeva. Ma su una cosa non aveva dubbi.

“Ti amo, Bella. Più di qualsiasi persona la mondo, senza eccezioni. Non ti basta?”.

“Mi basta, per sempre”.

 

 

   
 
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