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Autore: Lumos and Nox    06/01/2016    4 recensioni
Cinque capitoli, cinque coppie diverse, ognuna con cinque diversi prompt. Pronti a tornare nella follia dei nostri Villains?
#1: Chans [Charlotte/Hans]
#2: Yzier [Yzma/Facilier]
#3: Aderis [Ade/Eris]
#4: Jalefica [Jafar/Malefica]
#5: Medelia [Medusa/Crudelia]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Yzma/Facilier



1. Neve
Facilier aveva sempre avuto un rapporto complicato con la neve, il che probabilmente derivava dal fatto che, a dire il vero, non ne era nemmeno mai stato abituato, dato che quei piccoli fiocchi bianchi non andavano poi molto d'accordo con il clima soleggiato e paludoso di New Orléans. Perciò, ehi, niente neve per questo stregone voodoo.
In quel momento, doveva ammettere che la neve, per quanto così... candida, esercitasse un certo fascino su di lui. Certo, il freddo si faceva più pungente, ma tutto si ricopriva di bianco, un bianco che quasi feriva gli occhi e che faceva sembrare ogni cosa più... semplice, ecco. Forse se ci fosse stata la neve anche a New Orléans allora...
Quando il vento si fece troppo forte, fece comparire con un gesto distratto della mano una sorta di telo fatto di ombre sulla sommità del suo bastone, così da usarlo come ombrello, mentre si perdeva ad osservare le danze di quei fiocchi che si andavano ad appoggiare sul terreno. Stava quasi per convincersi a sfiorare un fiocco, quando un mezzo grido frustato attirò la sua attenzione. Si girò di scatto- se qualche suo collega l'avesse scoperto nel mezzo di pensieri troppo... malinconici sarebbe stato un problema- e si ritrovò davanti nientemeno che Yzma, avvolta in un'improbabile pelliccia violacea. «Argh!» strillò ancora l'alchimista, inciampando sulla lunga sciarpa a pois che portava e cercando allo stesso tempo di difendersi dai fiocchi che scendevano inesorabili su di lei. «Stupida, stupida neve! Quanto la odio! La odio, la odio, la odio!» esclamò, sottolineando ogni affermazione con un particolare salto sul posto.
Facilier abbozzò un sorriso e si fece avanti mettendo ben in mostra il suo ombrello. «Serve aiuto, Yzma?»
«Ah!» L'alchimista puntò su di lui i suoi occhi sgranati, resi particolarmente arrossati da un raffreddore poco clemente. «Proprio te cercavo! Guarda te, se per colpa tua devo beccarmi tutta questa stupida neve addosso! Beati i tempi dell'Impero atzeco!»
Lo stregone rinsaldò il suo sorriso, rendendolo addirittura meno sghembo, e le porse il braccio offrendole, con discrezione, un riparo sotto l'ombrello improvvisato. Yzma accettò con nonchalance, arpionandosi al braccio e osservando male la neve, quasi le avesse fatto un grande torto. «Quello stupido di Kronk si è beccato il raffreddore ed è rinchiuso a letto» masticò con un brontolio.
«Bè, mia cara, sono solo i migliori quelli che resistono sempre» affermò, riuscendo perfino a strappare una risatina a Yzma.
Per un po' stettero entrambi in silenzio, tra i loro respiri e la neve che cadeva leggera, volteggiando. «Per quale motivo mi cercavi?» si costrinse infine a chiedere Facilier, quando si accorse che l'alchimista si era fatta fin troppo silenziosa.
Yzma si riscosse con un sobbalzo, quasi non si fosse accorta di essere ancora attaccata a lui e di non essersi più lamentata della neve. «Al... al momento non ricordo» dichiarò, infischiandosene altamente del rito che voleva chiedergli per guarire Kronk- il suo assistente le serviva, non trovava nessun altro disposto a prelevare le scaglie da un drago vivo!
«Io vorrei chiederti di passeggiare un altro po' sotto la neve» tentò Facilier con un altro sorrisetto a cui Yzma rispose con una mezza smorfia, che ben nascose quella strana sensazione che le aveva stretto lo stomaco. E dire che odiava davvero la neve.

2. Nastro
Quella mattina Facilier si era alzato senza cercare di riporre troppe speranze nel fatto che quel giorno fosse... bè, lo stesso in cui aveva acquisito tutti i suoi poteri.
Tutti i Malvagi avevano il proprio giorno e i più tentavano di nasconderlo agli altri per evitare delusioni dovute a false speranze di doni o scherzi orribili- d'altronde, pure lui aveva partecipato ad orchestrarne uno ai danni di Crudelia insieme a Ade. Perciò, si era alzato come sempre e come sempre aveva indossato i suoi consueti abiti, leggermente sollevato da non essere ancora incorso in qualche pericolo mortale o meno- Crudelia era piuttosto vendicativa, specie se sua complice era Medusa. Quando però Facilier aveva cercato di afferrare la sua tuba infilandoci dentro il suo bastone per farsela scivolare sulle spalle, aveva avvertito quello che avrebbe potuto definire un brivido scivolargli lungo la schiena. Stringendo i denti, aveva afferrato il cappello con entrambi le mani, scuotendolo come se temesse che presto ne sarebbe uscito un serpente- e l'esperienza gli comunicava che si, sarebbe potuto accadere. Invece era scivolato fuori un bigliettino.
Lo aveva preso al volo con due dita e lo aveva letto, scoprendovi un "Buon Powerday! Fatti piacere il regalo" in inglese e in quello che sembrava atzeco. Corrucciato- ed un poco arrossito-, girò la tuba e la osservò meglio, scoprendovi un particolare insolito: un nuovo nastro, lucente, era avvolto attorno al suo cappello.
Un sorriso gli arricciò la bocca quando vi ritrovò, abbozzata in un angolo del nastro, la firma di Yzma.

3. Favola
Per la maggior parte del tempo, Yzma adorava essere servita e riverita, lamentandosi di ogni cosa. Davvero, era splendido, le permetteva di essere costantemente al di sopra di tutti gli altri.
La situazione era diversa, però, quando si ritrovava interniata in un letto con una stupida febbre che causava un impacco di ghiaccio sulla fronte e un termometro infilato a forza in bocca. Si annoiava a morte, in quei momenti, e finiva inevitabilmente per picchiare in modo brutale Kronk.
Il suo umore già di per sé pessimo aveva subìto un ulteriore motivo per dimostrare il suo disappunto quando Facilier era venuto a trovarla nel suo appartamento per proporle un'alleanza contro Magò. Sapere di starsi perdendo una vera e propria continua battaglia all'interno del Castello Oscuro le dava il nervoso come poche cose a quel mondo. E così, eccola lì a sbraitare nel suo letto, con Kronk in cucina che spadellava broccoli fingendo di ascoltarla e Facilier appoggiato sullo stipite della porta, con un ghigno che le sembrava sapere tanto di commiserazione.
«E smettila di guardarmi così!» sbottò infine, incrociando le braccia sul suo pigiama rigorosamente viola.
Facilier si avvicinò mantenendo il suo sorriso storto e si sedette sulla sedia che la sua ombra gli aveva portato. «Spero tu non mi abbia frainteso, Yzma. Non ti sto guardando in modo diverso ma...»
«Oh, piantalaaaa» lo interruppe l'alchimista, rigirandosi sul letto per cercare una posizione più comoda e tirando su col naso. «Mi sto annoiando a morte. Potrei morire per la noia, venire lentamente consumata dalla noia e poi essere divorata dagli stupidi broccoli di Kronk!» sputò fuori, ignorando il suo aiutante che chiedeva dalla cucina se qualcuno lo avesse chiamato. «Sto perfino per arrivare a rimpiangere Kuzko! Kuzko! Ti rendi conto dello stato di noia in chi mi trovo?!»
Facilier si passò una mano sulla fronte, sembrando vagamente assente. E ciò non piacque per niente ad Yzma, che scattò in avanti ad afferrargli un braccio. «Ma dico! Mi stai ascoltando?»
«Certo che si! Stavo solo pensando a cosa succederebbe se questo povero idiota Kuzko incontrasse l'insopportabile Tiana...» ragionò, massaggiandosi il mento.
«Bah, farebbero solo doppiamente schifo!» esclamò Yzma rigettandosi nel letto, stavolta a pancia in su.
«A questo proposito, ci ho abbozzato su una storia» confessò lo stregone con noncuranza. L'alchimista si voltò a guardarlo di scatto, con un sonoro crack del suo collo. «Tu cosa?»
Facilier ghignò ancora e avvicinò maggiormente la sedia a lei, mentre la sua ombra portava loro quello che pareva un vecchio libro rilegato in una copertina nera, con nel bel mezzo disegnati un principe atzeco e una ragazza degli anni venti che correvano precipitosamente via, inseguiti da spade vorticanti, ombre e un gigantesco broccolo.
I due cattivi si scambiarono un'occhiata carica d'intesa e Yzma si accocolò meglio sui cuscini mentre Facilier cominciava a leggere quella che prometteva essere davvero un'ottima favola.

4. Gatto
«Ripetilo, se ne hai il coraggio!»
«Lo ripeto e lo stra ripeto, vecchia megera!»
La lite tra Yzma e Grimilde andava avanti già da un bel po' nella sala da pranzo del Castello Oscuro. Nessuno vi aveva fatto troppo caso. Ursula si stava ingozzando con poco ritegno dall'altro capo del tavolo, mentre Clayton la fissava disgustato accanto a Gothel e a Frollo. A metà sala, invece, Ade passava il tempo ad accendersi a e spegnersi le dita, fissando perplesso il cellulare che aveva da poco carbonizzato nella speranza di capire perché non si fosse acceso. Quindi, si, nessuno prestava minimamente attenzione al conflitto in corso tra l'alchimista e la regina.
Nessuno tranne Facilier, che entrò esattamente in quel momento, ritrovandosi davanti i due che sbraitavano. «La tua forma animale è patetica!» gridò Grimilde, sbattendo le sue manine perfettamente curate sulla tavola. «Chi potrebbe mai essere spaventato da uno stupido gatto?»
Vaghe risatine fioccarono qua e là nella Sala, causando uno sgradevole rossore sulle guance di Yzma, che passò al contrattacco. «Non permettermi di parlarmi così! Sei solo una vecchia dal naso a gancio!»
Altre risate. Grimilde si tastò freneticamente il naso alla ricerca di eventuali imperfezioni, e, constatato il falso allarme, arricciò la bocca. «Almeno la mia è una forma umana, che sa incutere timore. Ma non credo che tu sappia di cosa parlo, poverina gattina rosa».
Le risate degli altri- quella di Ade in primis- furono superate dall'osservazione a sorpresa di Facilier. «Ma è proprio questo il punto. Una vecchia orribile sarebbe subito riconosciuta per le sue intenzioni, mentre, bè, signore mie, nessuno sospetterebbe mai di un gatto».
Grimilde spalancò gli occhi e la bocca, cercando con poco successo di ottenere nuovamente l'appoggio degli altri, impegnati a discutere sulla corretta osservazione dello stregone. Nessuno notò troppo l'occhiata complice che Yzma e Facilier si erano scambiati. Dopotutto a nessuno, per il momento, importava troppo appurare che il gatto potesse essere l'animale preferito di un certo Signore delle Ombre.

5. Computer
«No, no, no, no! Non così!»
Troppo tardi. Il computer si schiantò a terra con un tonfo, sparpagliando ovunque pezzi di monitor e cavi.
Facilier si sbatté la mano sulla fronte. «Yzma, ti avevo detto di aspettare...» mormorò mentre la sua ombra trasformava la sua mano in una scopetta per spazzare via quello che avrebbe potuto essere l'unico modo per connettersi a quello che alcuni di loro chiamavano "Mondo delle Fanfiction".
«Non ne potevo più!» sbottò Yzma a mo' di scusa. «E poi, dai, tanto non eravamo nemmeno riusciti ad accenderlo».
«Perlomeno non gli abbiamo dato fuoco come Ade» concesse Facilier, ridacchiando insieme all'alchimista e arrendendosi al fatto che insieme erano davvero la prova che la cultura atzeca e quella di New Orléans non erano affatto pronte per oggetti avveniristici come i computer.



N.d.A.
Salve a tutti! Ricompaio qui con questo capitolo dedicato agli Yzier, dedicato alla mia affezionata MissVillains, che segue sempre le mie storie in questo fandom! Grazie mille, carissima!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che piaccia anche a lei :)
Baci e a presto,
Nox

  
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