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Autore: Lady_Stonewall    06/01/2016    1 recensioni
-Credevo fossi venuta per me-disse avvicinandosi e io mi sentii avvampare
-Idiota ti ricordo che sono fidanzata-dico tirandogli un pugno sulla testa
[...]
-Grazie-sussurrò. A me bastava perché detta da lui quella parola valeva molto.
-No sono io a ringraziare te, per tutto-
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2:pomeriggio insieme

Axel POV
Avevamo fatto il giro della zona giapponese e ora ci eravamo fermati a prendere un gelato.
-Cono fragola e vaniglia senza panna-erano i miei gusti preferiti.
-Tze ma dai come fai a prenderlo senza panna? Io voglio cioccolato e cappuccino con panna sopra-era stata piuttosto sicura nella scelta.
-Ahahah dai che ne dici di andare in spiaggia?- volevo passare ancora un po’ di tempo con lei. Ma perché poi? Stavo saltando gli allenamenti pomeridiani, anche se  il mister era stato piuttosto comprensivo e mi aveva dato il pomeriggio libero per oggi.
Mentre ci dirigevamo alla spiaggia non potevo fare a meno di osservarla. Indossava un paio di pantaloncini corti neri che le arrivavano poco sopra il ginocchio e una maglietta bianca con un cuore alato stampato sopra. Ai piedi delle semplici ciabatte di quelle estive, che più che ciabatte sembravano sandali, che si potevano mettere sempre, semplici e carine. Al collo portava una collana a forma di zanna, forse era una zanna, che da quel che sapevo le era stata regalata tempo fa dal suo ragazzo. I capelli, castano chiaro che sfumavano sul biondo, erano lunghi, le arrivavano poco sotto le spalle, erano spettinati come al solito. Quasi si fosse appena alzata dal letto.
Sentii qualcosa di freddo sulla mano e mi accorsi che il gelato stava colando. Oh cavolo.
-Qualcosa non va?-si voltò e il suo sguardo mi trafisse. Mi sentivo strano ogni volta che mi guardava.
-No no tutti a posto-cercai di sembrare normale, ma mi sentivo un’idiota.
-Ok se lo dici tu-si voltò di nuovo riprendendo a mangiare il gelato.
Iniziai a mangiare il mio, cercando di evitare che mi colasse del tutto. I suoi occhi mi tornavano in mente. Erano di un bel colore verde, ma non del tutto verde. Vicino alla pupilla assumevano una tonalità marroncino, nocciola, e questo condizionava, almeno per me, tutto il colore delle iridi. Erano stupendi, eppure mi sembrava nascondessero qualcosa, ogni tanto un’ombra oscurava quel lieve brillio che avevano. E in quel momento successe proprio questo. Così senza un motivo apparente quello sguardo che mi aveva trafitto prima, quella luce, si affievolì.
-Ehy..- mi avvicinai e lei si voltò.
-Sto bene fiammifero-mi passa una mano tra i capelli- Mi ero solo lasciata prendere da alcuni miei pensieri-. Sorrise e il mio cuore perse qualche battito.
-Allora? Lo finisci quel gelato o ti deve cadere del tutto prima che te ne ricordi?-
Mi lasciai sfuggire un sorriso e diedi gli ultimi morsi a quel gelato. La guardai e iniziai a ridere.
-Che c’è?- chiese. Aveva un tono piuttosto contrariato. Alzai una mano e mi sfiorai un labbro. Lei aveva del cioccolato in quel punto.
-Oh!- si pulì velocemente e la vidi arrossire un po’-Dirlo prima no eh porcospino?
-Ma se me ne sono accorto ora?-smisi di ridere e mi sedetti sul muretto che dava sul mare. Mi aspettavo che si sedesse accanto a me e invece…
-Si sta facendo tardi. L’ultimo autobus per la zona italiana passa tra un po’ e a piedi la strada è lunga..quindi-
-Oh! Si certo-era già ora?
-Anche per te è piuttosto lunga la strada misà, abbiamo camminato parecchio-
-Nahh non ti preoccupare. Se cammino lungo la spiaggia arrivo alla sede. E sicuramente ci sarà Mark che continua ad allenarsi-
-ok allora… ci vediamo domani-e si incamminò verso la fermata più vicina.
Aspettai fino all’arrivo dell’autobus e solo quando la vidi salire e partì iniziai a camminare verso la sede. Il mio pensiero già al giorno successivo.
Caleb POV
Non li sopportavo. Nessuno di loro. Axel aveva avuto il permesso d saltare gli allenamenti per via di quella ragazza. Non potevo ancora credere che mi fossi fatto superare da una ragazza. Dannazione. Quella ragazzina… dovevo smetterla di pensare a lei.
“Stonewall si può sapere che ti prende? Svegliati” pensai.
Durante gli allenamenti avevo ripreso a litigare con Jude, anche se ero stato io a sbagliare. Mi ero distratto un attimo e allora? E il mister mi aveva cacciato dal campo.
-Idiota- sussurro.
Presi il mio paio di cuffiette e iniziai ad ascoltare musica. Avevo bisogno di staccarmi.
Dopo un po’ mi fermai, il sole stava iniziando a tramontare. Da quanto ero via? E dove mi trovavo? Le gambe mi avevano portato da sole, mi ero lasciato trasportare dalla musica e dai pensieri. Feci scorrere lo sguardo intorno e mi resi conto di essere vicino al quartiere italiano. Ma che cavolo!
Passò un autobus e lo fermai. Era l’unico modo che avevo per tornare senza dover camminare ancora. Era quasi del tutto vuoto, tranne per una ragazza. Quella ragazza. Ma tutte a me capitavano oggi? Mi sedetti nei primi posti e dal lato opposto rispetto al suo. Mi voltai a guardarla un po’. Volevo capire come avesse fatto a superarmi. A guardarla non si sarebbe mai detto che..insomma..fosse brava a calcio. Era piccolina di corporatura, non aveva neanche troppe curve… sembrava che un abbraccio potesse spezzarla. Un momento… perché stavo pensando di abbracciarla? Mi sbattei una mano sulla faccia per cercare di riprendermi. A un certo punto sentii sospirare dietro di me e tornai a osservarla. Se ne stava a guardare fuori dal finestrino, non si era ancora accorta di me. Notai che aveva qualcosa di diverso dal mattino. Aveva uno sguardo più..perso, vuoto, grigio. Non sapevo come definirlo.
Si alzò e allora mi vide. Sorrise, ma era un sorriso forzato. Poi l’autobus si fermò e lei scese. La guardai mentre si dava una rapida occhiata intorno per orientarsi e poi si incamminava in una direzione. Nascondeva qualcosa forse?
-Ragazzo, dove devi scendere?- fece a un certo punto l’autista.
-Eh… ah emh- fu l’unica cosa che riuscii a dire. Lui ridacchiò e borbottò qualcosa che mi sembrò vagamente “ah l’amore e i giovani d’oggi”o qualcosa del genere.
-Glielo dico io- dissi
Dopo un po’ tornammo vicino alla zona giapponese.
-Ecco si fermi qui-
-Va bene-fermò l’autobus, e così potei scendere. Lo sentii ridacchiare ancora mentre posavo i piedi a terra. Ma che problemi aveva quel tipo?
Dovetti camminare un altro po’ e arrivai alla sede. Che noia. Entrai e salii subito di sopra. Qualcuno mi chiamò , ma lo ignorai. Di sopra incontrai Axel.
-Tsk allora ti sei divertito?-gli chiesi.
-Abbiamo passato un bel pomeriggio, perché?-
-Semplice curiosità... e lei? Credi che si sia divertita con te?- ma perché glielo stavo chiedendo? L’immagine dello sguardo della ragazza mi tornò in mente.
-Credo di si-mi fissò
Cercai di difendermi –E che…l’ho vista sull'autobus e… no niente-lo superai ed entrai nella mia stanza, chiudendomi la porta dietro.
Tolsi la maglietta e mi infilai nel letto con i pensieri che tornavano a lei e ai suoi occhi.

Angolo di Caleb
ciao a tutti e mi scuso per il ritardo. Volevo ringraziare chi ha recensito e messo la storia tra le seguite/preferite... non posso credere che sia vero grazie di tutto cuore.
Spero che anche questo capitolo possa piacervi e al prossimo
Lady
   
 
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