Viviamo nello stesso pianeta C’era volta un paese qualunque dove abitava un ragazzo gay che veniva insultato, deriso, calpestato, escluso da grandi e piccini . Anche se soffriva per quell’ignobile trattamento non si era mai ribellato. Però una volta con le lacrime agli occhi penso: “un giorno o l’altro qualcuno pagherà per tutti!” E quel giorno venne. Uccise una persona normale che lo stava insultando. Ci fu un processo regolare. Il giudice chiese all’accusato: “Perché hai ucciso?” Ma non ebbe risposta. Rifece diverse volte la stessa domanda senza ottenere la risposta. Il magistrato seccato per quell’inspiegabile silenzio urlò alterato: “Insomma, vuoi rispondere. Ho perso la pazienza!”. Il ragazzo gay, con la sua espressione ebete, rispose: “Quando ho ucciso, anch’io avevo perso la pazienza!”. La morale di questa favola è di non insultare, deridere, calpestare nessun ragazzo gay, compreso me, perché anche per noi la pazienza ha un limite. Viviamo nello stesso pianeta. Perché allora non rispettarci? Anche noi, “esseri inferiori”, abbiamo diritto al rispetto.