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Autore: LittleHarmony13    10/01/2016    4 recensioni
Harry Styles frequenta il corso di letteratura inglese alla Oxford University, ed è in procinto di dare la tesi. Ha un ragazzo, buoni voti e una migliore amica perfetta. Tutto sembra andare per il meglio ma...
Louis Tomlinson ha una laurea in storia dell'arte della Oxford University, un lavoro ben poco retribuito alla biblioteca della suddetta università, un dottorato da conseguire, e tanta voglia di riscattarsi.
Il giovane non ha mai conosciuto l'amore, ma...
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AU, Harry!LiteratureStudent, Louis!HistoryofArtStudent ~ Larry Stylinson.
Slash| Louis/Harry| Niall/Lottie| Harry/Matty Healy| Zayn/Emma Watson.
AVVISO: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE IN PAUSA MA NON E' FINITA. CERCHERO' DI TORNARE IL PRIMA POSSIBILE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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9. Hai mai...?


 
You know Monsieur Marius,
I think I was a little bit in love with you.
- Les Misérables by Victor Hugo.


 



Louis' Pov

 

Sento la testa estremamente pesante, e quando trovo la forza di riaprire gli occhi a lungo tenuti chiusi, mi rendo conto di essere steso sul retro della mia macchina. Non che riesca veramente a metterla a fuoco, ma riconosco l'odore familiare delle sigarette e della colonia che ci spruzzo ogni tanto, così da poter nascondere eventuali cattivi odori.
Solo che adesso, visto che ho un po' di nausea, li sento tutti.
Il profumo di Hugo Boss si mischia con l'odore di una bustina di ketchup del McDonald's aperta, che cola sul pavimento da non so quanto tempo.
Dovrei davvero pulire la macchina!
Questo misto di odori mi provoca un conato di vomito ed è in quel momento che sento una mano sostenermi la testa, e poi posarmela dolcemente sulle sue gambe. Per un secondo penso che sia Harry, ma poi capisco che non sarebbe così gentile con me se sapesse che ho appena preso a botte il suo ex. O farei meglio a dire che il suo ex ha appena preso a botte me.
Cazzo, quello sembra una mezza sega, ma sa picchiare sul serio!
Una mano mi accarezza i capelli.
“Ehi, Lou, tutto bene? Quel tipo te le ha suonate proprio per bene!”
In quel momento mi rendo conto che a parlarmi, e a sostenermi, è Zayn.
Provo a rimettermi a sedere, ma è difficile, visto che mi fa male tutto.
“Io direi che sono io ad averle suonate a lui.
Zayn mi guarda scettico, ma non ribatte, forse perché non vuole cominciare una discussione con me mentre non sono nemmeno in grado di stare seduto.
“Come ti senti?”
Giro la testa sulle gambe di Zayn, ancora scosso, e il mio viso si va posare vicino ad un punto molto preciso del suo corpo.
“Potrei sentirmi meglio se potessi farti un servizietto.”
Ok, sto esagerando, e forse sono un masochista che ricerca solo un altro pugno, ma non mi sono potuto trattenere.
Come mi aspettavo, Zayn si incazza. Mi tira una botta sulla testa e mi alza a sedere. Allora forse ce la faccio a stare seduto.
“Il fatto che tu sia in grado di fare ancora il coglione mi fa capire che quello avrebbe dovuto picchiarti più forte.”
Mi massaggio il viso, che mi fa ancora molto male, e mi giro verso il mio amico.
“Cristo, Zayn, tu sì che sai come rovinare un momento di amicizia profondo. Ti stavi quasi preoccupando per me, sono colpito.”
“Il momento l'hai rovinato tu quando mi hai chiesto se potevi prendermelo in bocca. Ed ora allacciati le cinture, e mettiti sul posto del passeggero, perché ti riporto a casa del tuo ragazzo.”
“Ehi, bello, non ti farò guidare la mia macchina!”
“O la smetti o ti lascio qui, Louis.”
“Non hai le chiavi.”
Zayn fa un sorrisetto furbo e poi me le fa tintinnare davanti.
“E quelle dove le hai prese? Le avevo nella tasca posteriore dei pantaloni! Malik, mi hai appena tastato il culo?”
Zayn fa finta di rabbrividire e si copre la faccia con le mani. “Non è stato per niente piacevole!”
“Cazzate, tutti amano il mio culo!”
Zayn apre la portiera, si mette sul sedile anteriore, e mette in moto. “Andiamo, Tommo, ti riporto da Harry.”
Mi siedo accanto a lui, ma la sua ultima frase non mi piace. “Riportami da Lottie, per favore.”
Zayn stringe le nocche sul volante. “Non ci pensare nemmeno.”
“Perché ti stai opponendo, Zayn? Dovresti essere amico mio.”
“Mi sto opponendo perché uno, devi fronteggiarlo prima o poi, lo dico per te. E due, perché voglio farti notare che sono senza macchina, ergo, devo farmi venire a prendere da Emma. Se ti lasciassi da Lottie si farebbe molte domande, e anche se sono sicuro che al momento ucciderebbe Harry, non sono molto sicuro che voglia che voi due non vi vediate. In ogni caso ci vado di mezzo anche io.”
“Perché non facciamo che ti lascio a casa e poi decido io dove andarmene?”
“Non ci pensare nemmeno. Non ti lascerò trattare male quel ragazzo, Louis.”
“Non lo tratto male. Tecnicamente lo evito.”
Zayn alza gli occhi al cielo, e poi, inaspettatamente, tira un pugno al volante. Io sobbalzo, sorpreso.
“Cosa ti prende?!?”
“Louis, per una buona volta, smettila di fare il coglione! Quello che hai appena fatto a Matty, seppur sbagliato per mille motivi diversi, mi fa capire che a quel ragazzo ci tieni davvero. Non buttare tutto via adesso. Dammi retta, per una cazzo di volta nella tua vita!”
Zayn non mi ha mai parlato così da quando ci conosciamo, e questo mi sprona, probabilmente, a fare la cosa giusta.
“D'accordo, vado da Harry, te lo giuro, ma prima passiamo da casa tua, e ti scendo lì.”
Zayn sembra considerare l'opzione ma è sempre scettico. “Chi mi assicura che ci vai veramente?”
Alzo le braccia al cielo, ormai esasperato. “Zayn ho un labbro spaccato, lividi sparsi più o meno in tutta la faccia, e un dolore assurdo allo stomaco. Ti giuro che torno a casa!”
Zayn non sembra ancora convinto, ma poi si avvia in direzione di casa sua. “Promettimi che mi mandi una tua foto davanti a casa di Harry!”
Sono indeciso se scoppiare a ridere o tirargli l'ultimo pugno della serata. “Col cazzo che mi faccio un selfie, Zayn Malik!”
Zayn ormai si è rassegnato. “Almeno mandami un messaggio, va bene?”
“Ci sto!”
Ormai siamo davanti a casa sua, e prima di scendere Zayn si volta e mi dà una pacca leggera sulla spalla. Io mi sporgo e lo abbraccio.
Il mio amico rimane stupito per un attimo ma poi mi circonda con le braccia.
“Grazie per stasera, Zayn!”
“Non che abbia avuto molta scelta, ma devo dire che sei stato fortunato ad avermi con te, Lou.”
Non mi sfugge il suo tono di rimprovero, e non posso fare a meno di dargli ragione.
Sospiro contro la sua spalla. “Lo so. Zayn, posso dirti una cosa?”
Zayn si scosta leggermente da me, e mi guarda da sotto un ciuffo di capelli che gli è cascato sugli occhi. “Se stai per dirmi che mi vuoi bene non ci provare nemmeno e stattene in silenzio, d'accordo Tommo? Siamo uomini grandi e vaccinati.”
Non dico una sola parola. Zayn ride, ed esce dalla macchina.
Poco prima di entrare in casa, si gira e mi sorride.
“Te ne voglio anche io, stronzo.”

 

 

 

Mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per suonare il campanello di casa di Harry, ma alla fine lo faccio.
Sul mio telefono ci sono due sue chiamate perse, forse perché si è insospettito dal fatto che è l'una ed io non sono ancora tornato da “casa di mia sorella.”
Harry apre la porta dopo circa tre secondi ed appena mi mette a fuoco il suo viso passa da sollevato a confuso ed arrabbiato nello stesso tempo.
Quando parla la sua voce è dura, ed io mi faccio piccolo piccolo.
“Dove cazzo sei stato, Lou?”
Cerco di prendere tempo. “Si congela fuori. Posso entrare?”
Harry si fa da parte ma non parla, e continua a fissarmi. La cosa sta diventando inquietante.
“Smettila di guardarmi, Harold.”
Harry è fermo immobile accanto alla porta, e quando trova la forza di parlare, guarda in terra. “Ti prego, ti prego, ti prego, Louis, dimmi che non hai fatto quello che sto pensando!”
Penso bene a cosa dire, prima di parlare. Punto sull'ironia. “Pensi che io sia caduto di faccia fuori dalla porta di mia sorella all'una del mattino?”
“No, non lo penso affatto!”
Provo a simulare una risatina. “Bene, perché saresti fuori strada.”
Ma ad Harold non è piaciuta la mia ironia, quindi mi si avvicina, e mi guarda dritto negli occhi. “Ti prego, non dirmi che sei andato a picchiare il mio ex ragazzo. E che lui ti ha ridotto così.”
“Se vuoi non te lo dico.”
La mia risposta lo fa incazzare ancora di più, ed esasperato, tira un calcio al tavolino davanti al divano, prendendosi in seguito la testa fra le mani.
“Ehi, ehi, calmo, Harold. Quel tavolino non ti ha fatto niente!”
Harry si toglie lentamente le mani dagli occhi, e poi mi urla in faccia quello che vuole dirmi.
“Perché, Matty ti aveva fatto qualcosa, Cristo Santo?”
Adesso comincio ad arrabbiarmi pure io. “Ti aveva detto delle stronzate su di me!”
“E tu per questo l'hai picchiato? Non giustifico la violenza, Louis, mai, credo che sia giusto che tu lo sappia. Cazzo, quasi ti odio per quello che hai fatto!”
La sua scelta di parole mi fa rimanere in silenzio, ed è come se qualcuno mi avesse tirato un pugno nella pancia. Molto più forte di quello che ho preso veramente. Cazzo, quello non era niente, in confronto alle parole di Harold.
Ma lui si deve accorgere che ci sono rimasto male, perché si corregge, con urgenza, come se si fosse accorto di aver detto una cazzata.
“No, Louis, aspetta... Non odio te. Odio come ti sei comportato. Odio il fatto che mi fai desiderare di nuovo di sapere come sta Matty, quando volevo soltanto cancellarlo dalla mia vita, e crearne una nuova con te.”
Le sue parole mi colpiscono più del previsto. “Per quello che conta, Matty sta meglio di me.”
Harold sembra scocciato. “Devo comunque chiamarlo.”
Sospiro, rassegnato. “Ho proprio rovinato tutto, vero?”
“Un po'. Un po' sì, se devo essere sincero.”
La consapevolezza mi travolge. Devo andarmene subito, prima che Harold mi butti fuori. Ho ancora un po' di orgoglio anche se sono stato pestato da un coglione, e successivamente lasciato dall'unico ragazzo di cui mi importa.
Sono già a mezzo metro dalla porta, quando sento una voce alle mie spalle, scocciata. “Ed ora dove cazzo te ne vai, Louis?”
Lo guardo, esasperato. Che almeno mi lasci andarmene in pace! “Da Lottie, fuori da casa tua. Dove evidentemente vuoi che stia!”
Harry sembra sorpreso, e si avvicina cautamente a me, come se fossi un animale che potesse morderlo da un momento all'altro.
“Non ho mai detto che voglio che tu te ne vada!”
Stavolta sono io ad essere sorpreso. “Ma... Che cosa? Mi hai appena detto...”
Harry fa un cenno con la mano, come a zittirmi. “Lascia perdere cosa ho detto. Pensa alla realtà dei fatti. Fra due minuti tu prenderai la tua macchina, ed io comincerò a farmi le paranoie, chiedendomi se non sono stato troppo brusco con te. Mi chiederò se hai fatto tutto questo perché, sebbene tu lo abbia dimostrato in un modo sbagliato, ci tieni a me. E verrò a cercarti dopo esattamente due minuti, perché la verità è che non riusciamo a starci lontani. Quindi, per favore, metti il tuo culo sul divano, ed evitiamo ulteriori perdite di tempo!”
Per un minuto entrambi stiamo zitti. Harry in cerca di una mia risposta, ed io in cerca della mia voce, troppo emozionato per parlare.
Non pensavo che Harold accettasse così facilmente quello che io ho sempre saputo, ovvero che insieme stiamo bene, separati resistiamo male.
“Allora? Cosa fai? Rimani davanti alla porta tutta la notte?”
Questa volta Harry me lo chiede con una risata, ed è quello che mi scioglie definitivamente. Mi avvicino a lui e gli getto le braccia al collo.
Prima che possa avere una qualsivoglia reazione, lo bacio intensamente, sperando che non mi scansi.
Ma Harry non lo fa, anzi. Mi mette una mano dietro la nuca, e mi trascina con urgenza verso il divano. Indietreggio, fino a che non ci inciampo sopra e faccio cascare entrambi. Mi ritrovo con il peso del corpo di Harry sopra il mio, e gemo di dolore, perché casca precisamente sul livido enorme che devo avere sullo stomaco, ma lui non se accorge, troppo preso com'è a baciarmi. Ed io non ho certo intenzione di farglielo notare.
Muovo i fianchi verso di lui, poi circondo la sua schiena con una gamba. Un suono gutturale molto profondo si riversa dalla bocca di Harry alla mia, ed è in quel momento che perdo definitivamente il controllo.
Prima che lui se ne possa anche solo rendere conto, prendo i lembi della sua maglietta, e gliela tolgo. Cristo, ho veramente avuto paura di perderlo! Non farò mai più un errore del cazzo. Non posso permettermi di stare senza Harold.
Quando la sua maglietta finisce sul pavimento mi voglio prendere il tempo per ammirarlo per bene, ma Minniti non me ne dà occasione e si china per baciarmi. Schiudo subito le labbra, fino a che non sento un dolore allucinante al labbro superiore.
Lo ignoro, perché non mi sembra il momento di fare la femminuccia. Non con Harold sopra di me. E non scherzo quando dico che non l'ho mai visto più incline a farmi le coccole, se così le vogliamo chiamare.
Ma poi lui si stacca velocemente, e mi posa una mano sulla guancia.
“Louis, vieni subito con me!”
Mi spavento dal suo tono perentorio, e lo seguo ovunque stia andando, anche se scocciato per l'interruzione. Dopo un po' capisco che ci stiamo avviando verso il bagno.
“Vuoi farti una doccetta per calmare i bollenti spiriti, Harold? Potremmo farla insieme.”
Ma poi Harry si gira, e mi guarda, preoccupato. “Ti sanguina un labbro!”
Tutto qui?
“Harry, cazzo! Mi hai fatto morire di paura! E' solo un labbro, non sto morendo.”
Harold mi guarda come se proprio non ci arrivassi. “Ma sta sanguinando, Loulou.”
Il fatto che mi abbia chiamato con un nomignolo mi rincuora, e mi fa pensare che forse non è poi così arrabbiato come sembra.
“Harry, per favore, stai calmo. Non sei mia madre.”
Lo osservo frugare ovunque, fra i mobiletti bianchi che arredano la stanza. Ma tutto a un tratto si ferma e scuote le spalle.
“Scusami, ok? E' che odio l'idea che sia stato Matty a ridurti così! E odio il fatto che tu lo hai ridotto non so nemmeno io come.”
Lo interrompo subito. “Come ho già detto, lui sta meglio di me.”
Harry non ne sembra felice. “Un po' ti ci sta bene, se devo essere sincero, ma non è questo il punto. Odio che qualcuno abbia fatto tutto ciò per me. Non sono sicuro di valere così tanto. E non sono nemmeno sicuro di volerlo. Non voglio valere quanto una violenza indesiderata.”
Mi avvicino, e gli apro le mani che non si era nemmeno reso conto di aver chiuso a pugno, intrecciandole con le mie.
“Senti mi dispiace di aver fatto quello che ho fatto. Non mi controllo a volte, e sono esagerato. Me ne sono pentito, per quello che può contare.”
Harry mi guarda da sotto le lunghe sopracciglia. “Dici davvero?”
Non so se dico davvero, ma al momento per me l'importante è rassicurare Harold, per cui annuisco. Poi prendo le nostre dita intrecciate e me le porto alle labbra.
“E... Harold?”
“Sì?”
“Non pensare mai di non essere degno di qualcosa. Sei degno di qualsiasi cosa che faccio e anche di più. D'accordo? Sono io che non riuscirò mai a farti vivere tutte le cose di cui sei degno. Ma ti giuro che ci proverò.”
Vedo una difesa cadere da Harry, quindi lui si avvicina e mi abbraccia forte. Ricambio, godendomi l'odore della sua pelle.
Poi però sembra ricordarsi di una cosa, e con mio grande disappunto, si stacca da me.
“Il tuo labbro sta sempre sanguinando.”
Sospiro, come se la stanchezza di tutta la giornata si fosse abbattuta su di me tutta in un colpo. “Harold, davvero, non è necessario...”
Ma Minniti mi prende per mano e mi fa sedere sul bordo della vasca. “Stai fermo e non urlare come una femminuccia.”
“Haz cosa hai intenzione di...?”
Ma poi quello stronzo mi posa un pezzetto di cotton fioc imbevuto di disinfettante sul labbro, ed io devo trattenere un sussulto. Cavolo, se brucia!
Provo a scansarlo, ma la presa di Harry è ferma.
“Louis, ti prego, non muoverti.”
Non lo ascolto, e provo a togliere la sua mano dal mio labbro.
Harry sembra aver perso la pazienza. “Cazzo, Louis, ce la fai a stare fermo per due minuti?”
“Sai, preferivo quando stavi in ginocchio davanti a me per un altro motivo.”
Posso notare che Harry si è innervosito, infatti prende il cotton fioc e lo butta nel cestino. “Medicati da solo, puffo rompicoglioni!”
Non riesco a trattenere una risata, anche se dovrei essere offeso. “Come mi hai chiamato, scusa?”
“Hai capito benissimo. E anche l'altra cosa di cui parlavi, sai quella per cui devo stare in ginocchio? Beh, fattela da solo, se ce la fai! Uno si preoccupa, e questa è la ricompensa che riceve.”
E pensavo di essere io quello lunatico! Ma non mi sembra il momento di far incazzare ulteriormente Harry, quindi mi avvicino e lo abbraccio da dietro. “Ehi, tesoro, non arrabbiarti. Mi faceva piacere il fatto che tu ti preoccupassi per me.”
Harry non risponde, quindi gli lascio un bacio sulla schiena nuda. “Haz?”
Harry si gira a fronteggiarmi. “Cosa c'è?”
“Questo labbro non si medicherà da solo.”
Harold non sembra convinto, ma poi il suo spirito da crocerossina prevale, quindi sospira, e porta il disinfettante in camera da letto.
Si siede sul materasso del grande letto matrimoniale, allarga le gambe e mi fa segno di sedermici in mezzo. Mi arrampico sul letto e mi siedo dove vuole lui, poi poggio la testa sul suo petto.
“Questa volta non ti muovi, vero Lou?”
Faccio un piccolo sorriso, per convincerlo che sono sincero. “No, te lo giuro, Haz!”
Harry sembra soddisfatto, e comincia a pulirmi la ferita sul labbro, e in seguito quella sul sopracciglio. Tremo, ma non mostro il dolore. Harold, però, sembra accorgersene, perché ogni tanto alterna il disinfettante ad un bacio sulla guancia. Quando alla fine capisco che per ogni momento che sto in silenzio corrisponderà un bacio, non apro più bocca.
Quando ha finito con il viso, si china per lasciarmi un leggero bacio sulla fronte, e poi mi chiede: “Dove altro ti ha picchiato?”
Vorrei evitare di dirgli dell'imbarazzante pugno sulla pancia, ma decido che devo essere sincero con Harry.
“Mi ha dato un pugno sullo stomaco, ma non è niente, davvero.”
Prima che riesca a finire, la mia maglietta vola via, ed Harry si china per controllare che sia tutto a posto.
Anche io abbasso la testa, e quello che vedo mi sorprende. Ho un livido, ma non è nemmeno tanto grande, e comunque niente di cui preoccuparsi.
Harry ci passa un dito intorno, facendomi rabbrividire, ma non per il dolore. Nemmeno lui sembra troppo sconvolto.
“Non è niente di grave! Credo che tu e Matty vi siate picchiati come due femminucce.”
“Ehi, bello, picchiatelo da solo la prossima volta!”
Harry mi guarda severo, mentre cerco di divincolarmi, e mi stringe più forte a sé. “Non ci sarà una prossima volta, Louis.”
Sospiro, consapevole di avere utilizzato una brutta scelta di parole. “Hai ragione, perdonami Haz.”
Harry, però, con mio grande stupore, scoppia a ridere. “Non ci sarà una prossima volta perché sto facendo di te un gran bravo ragazzo, Louis Tomlinson.”
Probabilmente Minniti si aspetterebbe che gli rispondessi per le rime, ma non lo faccio. Mi giro, e gli lascio un bacio sul petto. “Per te, diventerò tutto quello che vuoi.”
Ho l'orecchio puntato precisamente sul cuore di Harry, per questo lo sento accelerare a quelle parole. Credo di non aver mai sentito un cuore battere così tanto. Gli accarezzo distrattamente quel punto della pelle.
“Ehi, Harold, calmati, non ho detto niente di che! Sembra che tu abbia appena corso una maratona.”
Harry arrossisce, ma cerca comunque di darsi un contegno. “Questo è il battito standard quando sono con te. Forse perché starti dietro è veramente come correre una maratona.”
“Mi piace che il tuo cuore abbia anche un battito-Tommo.”
Harry mi guarda, scoppiando a ridere. “Sei l'unico essere al mondo talmente egoista da dare il proprio nome al battito del cuore del suo ragazzo.”
Sto per scoppiare a ridere anche io, quando mi rendo conto di come mi ha appena definito Minniti. Sembra accorgersene anche lui, perché se prima era arrossito, adesso è incandescente.
Prova a salvarsi, balbettando qualcosa come “scusa, Lou, non volevo”, ma lo fermo subito, posandogli una mano sulla bocca.
“Ehi, tesoro, va bene così. Credo che sia arrivata l'ora di darci un'etichetta, se così vogliamo definirla. Non che a noi serva. Noi siamo quello che vogliamo essere, siamo al di sopra delle etichette Haz. Ma se a te fa piacere definirti il mio ragazzo, per me va benissimo.”
Harry mi guarda perplesso. “A te farebbe piacere?”
“Non rispondere ad una mia domanda con un'altra domanda, Harry Styles. E comunque sì, lo adorerei. Non avrei potuto sperare di avere un ragazzo migliore.”
Minniti è emozionato, lo vedo dalla luce nei suoi occhi, infatti si china e mi bacia con passione. Il labbro mi fa sempre un po' male, ma al momento non c'è niente di cui potrebbe importarmi di meno.
Quando si stacca, vedo che ha delle lacrime ai lati degli occhi. Quella visione mi fa stringere così tanto lo stomaco, che devo trattenermi dal dire qualcosa di cui potrei pentirmi amaramente.
“Grazie, Loulou, grazie veramente!”
E' l'unico essere umano al mondo che potrebbe ringraziarmi per il semplice fatto di averlo definito il mio ragazzo, e questo me lo fa adorare ancora di più. Lo stringo così forte che ho paura che per un momento non riesca a respirare.
“Non dirlo nemmeno per scherzo. E... Harry?”
“Sì.”
Credo di starmi innamorando follemente di te.
“Perché non ce ne andiamo a letto? Siamo distrutti! Lo vedo dai tuoi occhi che sei stanco.”
“Non sono stanco, per niente.” Harry mi fa l'occhiolino, e poi mi toglie i pantaloni, lasciandomi in boxer. Ripete la stessa operazione su di sé, ed io devo usare tutta la mia forza di volontà per non guardare. Poi si china a baciarmi. Ricambio, ma lo stacco subito.
“Non stasera, tesoro.”
Harry mette su il broncio, e sporge in fuori un labbro. Glielo bacio, e poi mi accoccolo sul suo petto. “E perché, se posso saperlo?”
Rido contro la sua pelle. “Lo hai detto tu che volevi fare di me un bravo ragazzo.”
Sbuffa, ma non ribatte alle sue stesse parole. “D'accordo. Sei un rompicoglioni, lo sai?”
“Lo so, ma ti piaccio anche per questo.”
Harry mi accarezza i capelli, e poi me li bacia. “Sbagliato. Mi piaci proprio per questo.”

 

 

 

 

Harry's Pov

 

 

Non ho chiuso occhio per tutta la notte, e questo perché non riesco a togliermi dalla mente l'immagine di Emma che se ne va in lacrime dopo la nostra discussione di ieri. L'unica cosa che mi aggrappa fermamente alla realtà è la consapevolezza che Louis è fra le mie braccia, e sta dormendo come un angioletto.
Quando ieri sera me lo sono visto arrivare alla porta, coperto di graffi e lividi, ho subito capito quello che era successo, e mi sono arrabbiato.
Non aveva nessun diritto di andare a picchiare come se niente fosse una persona che per me è stata davvero importante, ma ho subito capito che lo ha fatto per me, e la mia rabbia si è un po' ridimensionata.
Quelle tre parole orribili di cui mi pentirò per sempre, quel potrei quasi odiarti, mi sono uscite senza nemmeno pensarci, ma sono tutto tranne che vere.
E mi hanno tormentato tutta la notte, insieme al pensiero di aver ferito la mia migliore amica, e quello di Matty pestato da Louis.
Ok, è stato Matty a pestare Louis, ma poco importa.
La verità è che sono deluso da tutti e due. Da Matty, perché, anche se ha reagito per difesa, sapeva benissimo che avrebbe fatto del male a qualcosa di prezioso per me, e da Louis, perché non si sarebbe dovuto permettere di fare una mossa del genere.
Ma la realtà dei fatti è che non penso più a Matty, neanche un po', mentre sono quasi sicuro (con un buon 95%) di starmi innamorando follemente di Louis Tomlinson.
Continuo a non accettare quello che ha fatto, ma mentre lo guardo dormire sereno fra le mie braccia mi scordo di ogni cosa. Del mio litigio con Ems, di Matty, e persino della nostra discussione della sera prima.
Poi però, sebbene sia perso nel mio momento di ammirazione totale per Louis, mi rendo conto di che ora sia. Cristo, Louis deve essere al lavoro fra quindici minuti!
Lo scuoto velocemente, ma lui non si sveglia. Si rigira su un fianco e lo sento borbottare. Non è ancora sveglio, ma quello che dice mi immobilizza.
Amore, è presto. Cosa fai?”
So che non dovrei dare importanza ad una parola detta nel sonno, in stato di incoscienza più totale, ma Louis mi ha chiamato amore. E a me ha fatto decisamente troppo piacere.
Ma probabilmente non se ne è nemmeno reso conto. Mi avvicino e gli bacio prima una spalla, e poi un'altra.
Il mio ragazzo. Louis Tomlinson è il mio ragazzo. Quelle parole hanno un suono davvero fantastico!
“Loulou, fra tredici minuti devi essere al lavoro.”
Louis prende un cuscino, e se lo posa sopra la testa. “Non è vero.”
“Non farmi ricorrere alle maniere forti, Louis.”
A quel punto il mio ragazzo si sveglia completamente, e si volta con un sorrisino malizioso. “Le maniere forti comprendono la tua bocca in posti vietati ai minori?”
Lo spingo giù dal letto, con forza. “No, le mie maniere forti comprendono io che chiamo Lottie e le dico che porti la sua amica qui. Sai di chi parlo? Quella con la vagina, per intenderci.”
Louis alza la testa da terra, spaventato. “Vado via, subito!”
Lo guardo rivestirsi, quasi con ammirazione, e nel frattempo trattengo una risata. Prima di uscire Louis si china a darmi un dolcissimo bacio sulle labbra. E poi mi abbraccia forte.
“Lo so che stai male per la bambolina, ma lascia fare a me!”
Le sue parole mi confortano e spaventano allo stesso tempo. “Non voglio mettere un'amicizia che dura da ormai quasi vent'anni nelle tue mani.”
Louis prende il telefono e mette un piede fuori dalla porta della camera.
“E invece lo farai, perché sono il tuo ragazzo, nonché un essere splendido e ti fidi di me.”
Se c'è qualcosa di meglio di avere la certezza che Louis è davvero il mio ragazzo, è sentire Louis che dice di essere il mio ragazzo.
“Ehm... devo proprio fidarmi di te? Non c'è un piano B?”
Louis raccoglie un cuscino caduto in terra e me lo tira. “Ti manderei anche a quel paese, ma fra nove minuti devo essere in biblioteca. Alla bambolina ci penso io, discorso chiuso.”
Sospiro, rassegnato. “Fra tutte le persone, proprio tu dovevo trovare?”
“Lo penso anche io di te raggio di sole, ma senza il punto interrogativo finale.”
Poi mi fa l'occhiolino, ed esce di casa.
Rimango esterrefatto e guardo il soffitto, mentre rettifico quello che ho pensato prima: c'è un 100% di probabilità che mi stia innamorando follemente di Louis Tomlinson.

 

 

 

E così, nel tardo pomeriggio, mi ritrovo a bussare come un perfetto sconosciuto a casa di Emma e Zayn.
Louis mi ha telefonato verso le tre, per dirmi che lui e Zayn avevano organizzato una cena a casa della mia amica e del suo ragazzo. Gli ho chiesto se Emma era d'accordo, e Louis mi ha borbottato un “ma certo, Haz” non troppo sicuro. Così, invece di presentarmi all'ora stabilita per la cena, alle otto, sono qui con due ore d'anticipo, davanti alla porta della casa della mia migliore amica, con un mazzo di fiori in una mano e una scatola di biscotti nell'altra.
So che una scatola di cioccolatini sarebbe stata più appropriata, ma Emma è una tipa da biscotti. E non qualsiasi tipo di biscotti, ma quelli che hanno più burro che farina, al loto interno. So che fanno malissimo, e glielo ripeterò almeno dieci volte alla settimana, ma per oggi ho deciso di fare un'eccezione.
Prendo coraggio e suono al campanello. Emma apre dopo un minuto. Appena mi mette a fuoco, mi guarda con cattiveria.
“Non voglio niente, grazie”.
Prima che possa rendermi conto di quello che ha detto, mi chiude la porta in faccia. Non so se essere offeso da quello che è appena successo, o scoppiare a ridere.
Suono un'altra volta, ma nessuno mi risponde. Decido di passare alle maniere forti, quindi comincio a chiamarla da fuori.
“Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeems, per favore, apri la porta. Dobbiamo parlare.”
Nessuna risposta.
“Emmaaaaaaa, lo sai che ci tengo a te! Sono stato un coglione, ti prego, tesoro, apri.”
Questa volta sento dei passi, e quasi sicuro di aver vinto, sorrido soddisfatto. Ma quando la mia amica mi apre è tutto tranne che contenta di vedermi. Mi prende per una manica del cappotto, e mi fa entrare velocemente in casa.
“Per l'amor di Dio, entra prima che i miei vicini pensino che abbia un amante ubriaco.”
Con un sorrisetto che vorrebbe essere rassicurante, le passo i fiori e la scatola con i biscotti. “Per te.”
Emma li prende, senza prestarci troppa attenzione, e li mette sul grande e alto tavolo della cucina. “Grazie. Non era necessario. Lo sai che la cena è fra due ore, vero?”
Incrocio le braccia al petto, e la guardo risoluto. “Emma, dobbiamo parlare e lo sai anche tu.”
“Non c'è niente da dire. Sei uno stronzo, e questo è il fatto.”
Mi avvicino e le metto le mani sulle spalle. Non le sposta, il che mi sembra già una vittoria. “Hai ragione, lo sono. Scusami, tesoro, ieri ero nervoso, e avrei dovuto ascoltarti. Non volevo trattarti male, Ems, te lo giuro. Me ne sono pentito nel momento stesso che l'ho fatto.”
Emma non mi guarda negli occhi, quindi le metto un dito sotto il mento, e la faccio girare.
“Emma, ti prego, ti prego, ti prego, lascia che ti convinca che non volevo farti soffrire. Mi metto anche in ginocchio, se vuoi.” - aggiungo infine, con un sorriso triste.
Emma mi risponde in modo severo, ma alla fine mi sembra divertita. “Non provarci neppure, Harry Styles.”
Sospiro, rassegnato, e poi mi avvicino ancora di più a lei. “Dai, Ems, per favore, non farmi aspettare ancora. Dimmi cosa devo fare per farmi perdonare, e lo faccio. Emma, lo sai benissimo che ti voglio bene, non avrei mai voluto farti soffrire intenzionalmente e...”
Ma Emma mi interrompe con una leggera botta sul braccio. “Smettila, strambo, ti ho perdonato due ore dopo esserci salutati. Aspettavo solo che tu ti facessi vivo. Ma se vuoi continuare ad adularmi un po' fai pure, la mia autostima ti ringrazia.”
Sono così felice che, abbracciandola, la prendo in braccio e la faccio girare. “Ti faccio tutti i complimenti che vuoi. Anzi, dimmi quali vuoi sentirti dire, e saranno quelli che ti farò.”
Emma ridacchia e mi fa segno di farla scendere, ma io la porto di peso sul divano e ce la butto senza troppa gentilezza, cascando sopra di lei.
“Harry!” - si lamenta la mia amica - “Mi pesi, spostati!”
Ma io comincio a farle il solletico, fino a quando entrambi non siamo senza respiro. In quel momento realizzo davvero che è tutto a posto fra me e lei, ed è come se un peso mi si fosse tolto dal petto.
Con un'emozione inaspettata persino per me, che sono un sentimentale, la prendo fra le braccia, e poso la testa sulla sua. “Non litighiamo mai più così, va bene? Ho veramente temuto il peggio, Ems.”
Emma poggia la testa sul mio petto, e quando mi risponde, si alza per guardarmi negli occhi. “Sai che non potremmo mai litigare seriamente noi due, Haz. Ti voglio troppo bene!”
“Oh, allora lo hai ammesso!”
“Non lo ho mai negato, strambo!”
“Te ne voglio tanto anche io, Ems.”

 

 

 

Stiamo per un altro po' sul divano, a guardare la tv, fino a che non arriva l'ora di cena, e aiuto Ems a preparare la tavola. Nessuno di noi due sa cucinare così bene, quindi ci buttiamo su Pizza Express ed il suo adorabile servizio a casa.
Alle otto, a distanza di cinque minuti l'uno dall'altro, arrivano i nostri rispettivi ragazzi.
Sì, se non si fosse capito adoro specificare che Louis Tomlinson è ufficialmente il mio ragazzo. Pensavo di non volere relazioni dopo Matty, e specialmente non così presto, ma con Louis voglio tutto. Tutto quello che posso avere e che è disposto ad offrirmi.
Zayn mi saluta e poi si avvicina ad Emma, per lasciarle un dolce bacio su una guancia. Devo distogliere lo sguardo, perché c'è talmente intimità e complicità, fra di loro, che ho paura di rovinare il momento solo con il mio sguardo. Ma poi la voce alta e prepotente di Louis si intromette fra noi, ed io mi ritrovo a sorridere, senza nemmeno pensarci.
“Ciao gente! Dove avete nascosto il mio Haz?”
Il mio Haz. Stasera credo che non risponderò di me.
Con il poco fiato che mi è rimasto in gola, esco dalla cucina e lo saluto.
“Sono qui, Loulou, come va? Tutto be...?”
Ma Louis non mi fa finire, perché mi prende per un braccio e mi trascina nell'ingresso, che si divide dalla cucina grazie ad un muro. Mi ci appoggia contro e comincia a baciarmi con passione. Niente a che vedere con il casto bacio sulla guancia che Zayn ha dato ad Emma. Presumo che la nostra relazione sia sempre in quel primo periodo in cui non riusciamo a toglierci gli occhi, e soprattutto le mani di dosso. E a me va più che bene.
Quando Louis si stacca da me abbiamo tutti e due il fiatone, e lui appoggia la fronte alla mia. “Mi sei mancato.”
Sempre senza respiro, poso le mani sulle sue spalle. “Dio, mi eri mancato anche tu, Loulou.”
Ma poi la voce di Zayn interrompe il nostro piccolo angolo di paradiso. “Ehi, ragazzi, cosa fate nell'ingresso? Aspettate il fattorino con le pizze o profanate casa nostra?”
Arrossisco violentemente, ma poi Louis intreccia una mano alla mia, e mi trascina dietro di lui in cucina, senza nessuna vergogna. “Più la seconda Zaynie, perdonami.”
Io sono sempre più in imbarazzo, ma Zayn scoppia a ridere, Emma ci guarda con aria sognante, e Louis mi dà un bacio su una guancia.
Nonostante tutto, forse, questa cena non sarà così imbarazzante.

 

 

 

Le ore passano senza nessun tipo di intoppo, e la compagnia di Emma, Zayn e Louis è tutto quello che voglio. Certo, i lividi sul volto di Louis sarebbero l'ultima cosa che vorrei vedere, e mi ricordo che devo ancora mandare un messaggio a Matty, ma quello può aspettare domani. Stasera ci siamo solo noi.
La mia mano e quella di Louis stanno intrecciate tutto il tempo, come quelle di una vera coppia, e il solo pensiero mi riempie di gioia.
Non so come, ma la conversazione è volata sulla mia scarsa resistenza all'alcol. Emma sta raccontando a tutti una storiella di quando eravamo alle superiori, quando ad una festa tracannai troppi bicchieri di birra e finii a vomitare nel bagno di Ems per tutta la notte.
Non è un bel ricordo, e ancora peggio è il fatto che Louis stia ridendo di me. Si gira verso di me e mi bacia una mano.
“Ricordami di non offrirti mai qualcosa che non sia un succo di frutta!”
Lo guardo, un po' offeso. “Ehi, bello, sono migliorato da allora.”
Emma sta ridendo e gli mima un “non è vero, Louis” con le labbra. Decido di prendermela anche con lei.
“Ehi, signorina, non mettertici anche tu! Non ne sai niente! Vuoi mettermi alla prova?”
Ems sembra avere un'idea, e la cosa mi fa paura. “Ma sì, dai, la vedo una buona serata per sbronzarci! Ehi, ragazzi, volete fare un gioco?”
Louis e Zayn sembrano entusiasti, ma io non lo sono per niente. Scherzavo quando dicevo di essere migliorato. Continuo a non reggere per niente l'alcol. Ma ormai i miei amici sono troppo contenti per deluderli, quindi deciso di starci anche io.
“Di che gioco si tratta?”
Emma sorride, con la luce negli occhi. “Avete mai giocato a Non ho mai..?”
Oh cazzo! Sì, ci ho giocato, e odio quel gioco. In pratica il gioco consiste in una serie di azioni che una persona può o non può aver compiuto. Se una persona ha fatto quello che dice la frase (come ad esempio “Non mi sono mai ubriacato”) allora deve bere un bicchiere di qualcosa di alcolico. Non mi piace per niente quel gioco perché, uno, mi fa sempre ubriacare come una spugna, e quando mi ubriaco divento molto loquace, quindi di conseguenza, due, mi fa sempre dire troppe verità.
Credo di aver cominciato a sudare freddo, perché Louis si gira e mi guarda preoccupato. “Ehi, tesoro, va tutto bene?”
Deglutisco, sperando di togliermi di bocca il fastidioso sapore della paura. “Sì, come no. Stiamo per giocare ad un bellissimo gioco.”
Il sarcasmo trabocca dalle mie parole, e Louis scoppia a ridere. Mi fa cenno di sedermi sulle sue gambe, ed io accetto, più che altro perché voglio essere rassicurato dal suo tocco.
Quando sono sulle sue ginocchia, Louis porta una mano sulla mia schiena, per accarezzarmela, e, facendo in modo che mi senta solo lui, mi sussurra: “Non preoccuparti per quello che potrebbe uscire allo scoperto, piccolo, ho fatto cose peggiori di te.”
Lo so, ma non per questo voglio raccontare i dettagli piccanti della mia vita, a tutti.
Provo a buttarla sul ridere. “Non sono un santo neppure io, Lou!”
Prima che possa anche solo formulare un pensiero di senso compiuto, Louis mi porta una mano sul cavallo dei pantaloni, senza farsi vedere da nessuno, e lo stringe. “Questo mi piace molto.”
Devo soffocare un gemito, e mi giro per guardarlo, facendogli capire che è un pazzo. Ma gli sembra il caso, qui davanti a tutti?
Ma Emma e Zayn non ci stanno prestando attenzione, anzi. Sono impegnati entrambi nella ricerca di alcuni bicchierini da shot, che evidentemente non stanno trovando, quindi Louis continua il suo massaggio.
Non mi sembra comunque giusto, quindi provo a spostare la mano di Louis dai miei jeans. Compito impossibile.
Poi Emma prende Zayn per un braccio, e infastidita, gli dice: “Forse sono sempre negli scatoloni da aprire. Quelli nello studio. Vieni, andiamo a cercarli.”
Zayn la segue, riluttante, probabilmente non troppo contenta di dover cercare dei semplici bicchieri. Ma i miei pensieri rivolti al povero Zayn durano poco, perché Louis ha cominciato a mordermi il lobo di un orecchio.
“Adesso siamo soli, Haz.”
“Siamo comunque in casa di altre persone” - gli sussurro, concitato. Ma la sua mano sulla stoffa dei miei pantaloni sta facendo magie, e non riesco a non volerlo.
“Non mi sembra che al tuo corpo questo interessi, Minniti.”
E' vero sono eccitato oltre misura, e mi picchierei per questo.
“Non importa, perché...”
Ma Louis non mi fa finire, perché porta la mano all'elastico dei miei boxer, e a me si spezza la voce. “Non hai detto che non eri un santo?”
“E' vero, ma...”
Louis mi dà un veloce bacio sulle labbra, per tranquillizzarmi. “Niente ma, Harold. Non so quando torneranno quei due, quindi per favore, fai silenzio.”
E poi, prima che possa ribattere, Louis porta la sua mano sotto i miei boxer, ed io credo che potrei morire dal piacere. Non riesco nemmeno a pensare che è la prima volta che lo sento davvero su di me, senza barriere, perché la sensazione è troppo forte, e rischia di travolgermi.
Forse, dopotutto, mi piace l'idea di essere beccato. Non lo avrei mai fatto con nessun altro, ma di Louis mi fido.
“Lou, cazzo...”
Louis, in risposta alle mie imprecazioni, intensifica i movimenti della sua mano, ed io credo che potrei finire in circa due minuti, se non la smette. E poi mi sento uno scemo, perché il significato di sveltina è proprio quello. Louis si china a baciarmi una guancia, poi la pelle dietro l'orecchio ed infine il collo, ed è questo che mi porta al limite. Affondando con forza le dita nelle sue cosce, mi dimeno fra la sue gambe, ricercando sempre di più la sua mano.
Anche la voce di Louis è spezzata. “Sei stupendo, Harold.”
“Mai quanto te!”
Un'altra spinta di Louis, unita ad un altro bacio sul collo, mi fanno capire che non posso sopportare tutto questo un altro minuto di più.
“Louis... Louis sto per...”
Ma il mio ragazzo mi porta una mano sulla bocca, probabilmente capendo che sennò mi sarei messo ad urlare, e con un ultimo colpo della sua mano, mi porta al limite. I miei suoni si attutiscono contro la mano di Louis e quello contribuisce a rendere questo momento ancora più proibito.
I respiri mi escono spezzati, e tendo l'orecchio per sentire le voci di Emma e Zayn, o i loro passi, ma sento soltanto un rumore di scatoloni.
Louis non stacca la mano da me, non finché non mi sono calmato, e poi velocemente, quando sente dei passi nel corridoio, mi chiude il bottone dei jeans. Io mi risistemo come meglio posso, cercando di ignorare il fatto che ho appena avuto l'orgasmo più soddisfacente della mia vita.
Louis si avvicina per sussurrarmi all'orecchio. “Allora è vero che non sei poi così bravo, Harry Styles.”
Sto per ribattere ma Zayn ed Emma entrano nella stanza.
Louis si sporge ancora di più contro di me. “E attento a quello che dici in quel gioco, Minniti, perché potrei eccitarmi davvero molto.”
Mai quanto me.

 

 

 

 

Louis' Pov

 

Emma posa al centro della tavola una bottiglia di Jack Daniels, probabilmente molto alcolica e posa un bicchierino da shot davanti ad ognuno di noi.
“Ok, ho scaricato le domande da internet. Chi ha dei problemi ad ammettere cose anche abbastanza personali di fronte a noi alzi una mano.”
Minniti ne alzo una, incerto, ed Emma lo incenerisce con lo sguardo.
“Ad eccezione tua, Haz.”
Harold mette il broncio, ed io lo bacio sulla schiena, dal momento che è sempre sulle mie ginocchia, per rassicurarlo.
Mi fa strano che Minniti non voglia parlare di certe cose, quando non ha esitato nemmeno un attimo a farmi mettere una mano fra le sue gambe e regalargli degli ottimi cinque minuti a casa dei suoi migliori amici.
Non so se quei cinque minuti sono stati più belli per lui o per me. Trovare Harry già pronto per me, e sentirlo per la prima volta, è stata un'esperienza indimenticabile. Non posso pensarci o rischio di avere la reazione di un ragazzino di quindici anni davanti al primo porno.
Sono già estremamente sensibile, e credo che Minniti lo senta, visto che è seduto su di me.
Ma la voce della bambolina mi riporta alla realtà. “Ok, siamo tutti d'accordo, tranne Harry, che non conta. Cominciamo?”
Uno sbuffo da parte di Harold, e cenni di assenso da me e Zayn.
Emma comincia con la prima domanda, leggendola dal suo cellulare.
“Ok, cominciamo con qualcosa di soft: non mi sono mai fumato una canna.”
Cazzo, cominciamo bene. Credo che stasera mi berrò pure un fiume, se partiamo così.
Io e Zayn tiriamo su quel liquido forte ed amaro e mi sporgo stupito a guardare Harry.
“Harold, stavi con un cantante diciamo rock, se così possiamo definirlo. Non dirmi che non ti sei mai fatto una cannetta?”
Haz mi guarda come se fosse ovvio che no, non ci aveva neppure pensato. “Dovevo?”
Gli metto una mano sotto la maglietta, e comincio ad accarezzare la sua pelle nuda. Adoro che rabbrividisca anche al minimo tocco.
“Non preoccuparti, ce ne faremo una insieme.”
Harry borbotta un “non credo proprio” ed io faccio ad Emma un cenno, come a dirle di andare avanti.
“Prego, Watson.”
La prossima sentenza è sempre abbastanza calma. “Non ho mai bevuto tanto da sentirmi male.”
Beviamo tutti, tranne Emma. Zayn le versa un goccetto.
“Mi stai facendo venire l'ansia, amore. Bevi anche tu.”
Emma lo guarda come a sfidarlo. “Tranquillo, aspetta di sentire le altre, vedrai che bevo. E tu berrai con me, Zayn Malik.”
Zayn impallidisce, ed io sorrido, lieto di sapere che presto saprò dei particolari piccanti sulla relazione del mio migliore amico e la bambolina. Harry non sembra tanto contento quanto me. All'improvviso capisco che per lui è come se io stessi giocando con Lottie e Neil, e allora provo un po' di pena nei suoi confronti.
“Non ho mai guardato un filmino hot.”
Con mio grande stupore, stavolta, beviamo tutti. Guardo sconvolto la bambolina, e lei scoppia a ridere. “Ehi, belli, anche io dovevo capirle certe cose!”
Harry la guarda negli occhi, serio. “Ora tu mi dici di preciso cosa hai visto, e perché lo hai fatto!”
Quel tono inquisitorio mi urta. “Eddai, Harold, è grande e vaccinata e non sei suo padre. Se devi fare il rompiballe non giocare neppure.”
Harry si risente, ma finalmente si zittisce, quindi decido che è il mio turno di intervenire. “Ora, bambolina, anche io voglio sapere cosa hai visto. Così per curiosità.”
Zayn mi guarda come a volermi mangiare, quindi faccio retromarcia. “Ok, ok, scherzavo, andiamo avanti.”
Emma ci avverte: “Ragazzi la prossima è abbastanza spinta, quindi potete non rispondere se volete.”
Sento Minniti irrigidirsi, ed io lo bacio sulla nuca, per calmarlo, poi rispondo alla bambolina: “Tranquilla, Ems, rispondiamo tutti.”
“Ok, allora... La domanda è: “Hai mai fantasticato su qualcuno in questa stanza? Bevi il numero di bicchieri uguale al numero delle persone su cui hai fantasticato.”
Zayn è l'unico che se ne versa uno. Io, Minniti e la bambolina ne beviamo due. Ne dovrei bere tre, visto che le tette di Emma sono meravigliose, e spesso ci ho pensato, ma non voglio prendere un pugno da Zayn, visto che mi sembra già piuttosto scosso.
Ci guardiamo tutti curiosi, come a voler sapere, ma timorosi di chiedere, e poi Zayn rompe il silenzio: “Non so se sono più sconvolto dal fatto che il mio migliore amico faccia pensieri su di me, o che Emma e Harry se li siano fatti a vicenda.”
Minniti attacca subito, sulla difensiva: “Zayn, scusami, ero in un periodo di scoperta, è successo una sola volta e...”
Ma Emma lo interrompe subito. “Zayn, amore, non fare il moralista. Non voglio neppure sapere su quante ragazze hai avuto dei pensieri, prima di conoscermi. Avevamo sedici anni, non ti conoscevo, eravamo migliori amici ed era una cosa normale. E a me è successo più di una volta, per la cronaca.”
Harry sta per vomitare dall'imbarazzo, mentre io scoppio a ridere.
Comincio a disegnargli dei piccoli cerchi sulle gambe. “Ehi, Minniti, non stupirti, sei bellissimo, mi sembra normale. Non sai quante volte ho fantasticato io su di te nell'ultimo mese.”
Questo fa allentare la tensione, e tutti scoppiamo a ridere, tranne Minniti che sembra sempre che stia per avere un infarto, ma c'è della verità nelle mie parole. Molta verità.
Non riesco nemmeno a contare il numero di volte in cui mi sono dato piacere negli ultimi tempi, pensando ad Harry, a come si muove, a come si morde le labbra, a lui che si piega davanti a me, alla sua bocca su di me, a lui che si tocca pensando a me.
Ok, sono ufficialmente eccitato. Ed Harry lo sente, e si sta divertendo da matti. Si sposta lentamente su di me, facendomi trattenere il respiro.
D'accordo, forse è già un po' brillo. E la perversione che c'è in questa stanza ci sta dando alla testa.
La prossima domanda è: “ Non ho mai fatto un bagno in mare completamente nudo.”
Con mio grande stupore, bevono solo Emma e Harold. E qualcosa dai loro sguardi, mi fa capire che erano insieme. Non so se esserne geloso o eccitato. Credo che Zayn conosca già questa storia, perché si trattiene dal ridere. Mi sento fuori dal gioco.
“Ok, mi sento escluso. Qualcuno mi racconti.”
Comincia Harold, e sento che strascica le parole. Perfetto, è già mezzo ubriaco. Cavolo, gli serve davvero poco.
“Io e Ems siamo andati in vacanza con la scuola in Spagna, al penultimo anno. Non sembra ma io e lei siamo abbastanza ribelli. Una sera ci è venuta voglia di farci un bagno, e quindi lo abbiamo fatto.”
Le parole mi muoiono in gola. “Nudi?”
Harry scoppia a ridere, e si struscia ancora un po' su di me. Lo odio. “Tranquillo, sapevo già che non mi piacevano le donne. Ed Emma non ha avuto certi pensieri a vedermi come mamma mi ha fatto.”
La bambolina si versa uno shottino, questa volta non per il gioco, ed io la guardo alzando le sopracciglia, ma non dico niente, per non metterla in imbarazzo. Zayn sembra non ascoltarci, forse perché sa già la storia, ed io penso che sia meglio così.
“Ok, ragazzi, ultime due.”
Mi dispiace che il gioco stia per finire, ma sono anche felice, perché se Minniti beve un altro po' sviene, me lo sento.
“Ok, vediamo: “Non ho mai fatto sesso nel letto di un mio amico.”
All'inizio nessuno sembra bere, ma poi mi ricordo della scorsa mattina, di come ci siamo svegliati io e Harold, nel vecchio letto di Emma, ed anche se non era sesso comunque era qualcosa, quindi bevo.
Minniti sembra capire e ridacchiando, beve a sua volta.
Zayn ci guarda, quasi offeso. “Non in quel letto, vi prego.”
Harry risponde allo sguardo, quasi sfidandolo. “Beh, ora è casa nostra.”
Cazzo, deve essere davvero ubriaco per definire casa sua casa nostra. Ed io devo essere davvero cretino, perché il mio stomaco si contrae di gioia alle sue parole.
Zayn non sembra mollare. “Sì, ma io e Ems abbiamo dei ricordi lì e..”
Ma Emma lo ferma subito. “E' casa loro, ci fanno quello che vogliono!”
Minniti, un po' troppo brillo, si intromette nella conversazione. “Diciamo che non era proprio sesso, era più, ehm... un servizietto mattutino? Diciamo che Louis si è svegliato con la pistola carica, ed io e la mia bocca l'abbiamo scaricata.”
Questa volta sono io ad arrossire, evento più unico che raro.
“Oddio, Harold, Emma e Zayn non lo vogliono sapere, davvero!”
I nostri amici scoppiano a ridere, ed io nascondo il viso fra le mani.
La bambolina mi dice: “Te lo avevo detto che si ubriaca per niente.”
Minniti si agita sulle mie gambe, colpendo zone ben precise di me, anche se involontariamente. Gli poso le mani sui fianchi, per farlo stare fermo.
“Eeeeeeeehi, non sono ubriaco!”
Come no, amore. Poi mi tiro uno schiaffo mentale. E' già la seconda volta che lo chiamo amore, nella mia testa, oggi.
Una volta questa mattina, e ora anche adesso. Se non starò attento, un giorno mi uscirà dalle labbra. E non sono ancora pronto ad ammettere a me stesso, o a qualcun altro, che amo Harry Styles. Il solo pensiero mi spaventa.
“Andiamo avanti con l'ultima domanda.”
“Non ho mai baciato qualcuno del mio stesso sesso.”
Ah, questa è facile, dai. Io, Minniti ed Emma beviamo, con mia sorpresa.
La bambolina ci guarda, scocciata. “Cosa avete da guardare? Era una mia amica, e ci siamo baciate per scherzo. Per provare. Cosa c'è di male?”
Le rispondo subito, perché non vorrei che pensasse che la sto giudicando. Posso fare tutto, tranne giudicarla. “Oh, tranquilla, non c'è niente di male, anzi...”
Ma poi Minniti, ormai ubriaco, si intromette. “Quindi il bel tenebroso è l'unico a non aver mai baciato un uomo. Mi dispiace per te, Zayn, non sai cosa ti perdi.”
Poi Harold si versa un altro bicchierino. Gli strappo la bottiglia di mano, perché sta esagerando.
“Credo che resisterò lo stesso, Haz.”
Ma poi ad Harry si illuminano gli occhi, ed io temo il peggio.
“Ehi, Zayn, perché non provi stasera?”
Ok, è decisamente troppo ubriaco.
“Tu non bacerai Zayn, Minniti.”
Ma Harold mi guarda innocentemente, da sotto le sue lunghe sopracciglia. “Infatti lo bacerai tu.”
Io e Zayn esclamiamo, in contemporanea. “Nemmeno per scherzo.”
Ma poi Emma si intromette, e prende le parti del suo migliore amico. “Harry ha ragione, amore, dovresti provare.”
Zayn ci guarda come se fossimo impazziti. “Ma neanche per sogno.”
Poi però vedo Zayn cambiare espressione ed io mi spavento. “Non pensarci neppure.”
“Potrebbe essere divertente invece, Tommo. Se ai nostri ragazzi e ragazze sta bene non ci vedo il problema.”
Io ce lo vedo eccome, invece! Il pensiero di baciare quelle belle labbra che Zayn si ritrova mi ha tenuto sveglio giorno e notte negli ultimi anni, ma adesso, con Harold accanto, non voglio fare nulla che potrebbe ferirlo. E' lui l'unico di cui mi importa.
Mi sporgo, per fronteggiarlo. “Haz, tesoro, sei sicuro che per te vada bene?”
Harry annuisce, un po' troppo brillo per avere veramente un'opinione.
“Quando sarai sobrio e te la prenderai con me, ricordati che è stata un'idea tua.”
“Non sono ubriaco, Lou!”
“Come no!” Poi Harry scende dalle mie gambe ed io mi alzo. Prima di avviarmi da Zayn mi chino per lasciare ad Harold un bacio sulla guancia.
“E ricordati che sei tu l'unico che voglio.”
Gli do un ultimo bacino sul naso, e mi avvio da Zayn.
Quando lo fronteggio, vedo che tutto a un tratto non pensa più che sia una buona idea.
“Puoi sempre tirarti indietro, Zaynie.”
“Non ho paura ti te, Tommo.”
“Ok, a noi due, Malik!”
Zayn si alza, e mi poggia le mani sul petto. “Se sento che ti ecciti ti tiro un pugno.”
Gli sorrido, malizioso. “Stai attento a non eccitarti tu, Malik.”
Poi, prima che possa ribattere, poso le labbra sulle sue. Zayn è sconvolto, e non fa niente, ma poi porto le mani fra i suoi capelli, e il mio amico comincia a ricambiare. Gli faccio schiudere le labbra, e provo a mettergli la lingua in bocca, ma Zayn mi scansa prima.
“Dio Santo, che schifo! Baci bene, Toms, ma non sei il mio tipo. Posso assicurartelo!”
Scoppiamo tutti a ridere, specialmente io. Non lo avrei mai ammesso, ma avevo davvero paura che mi sarebbe piaciuto. Invece non ha significato niente. Non ho sentito niente.
Vado verso le uniche labbra di cui ho bisogno, come se fossero acqua ed io stessi morendo di sete.
Harold sta ridendo con Emma, ed io mi chino per lasciargli un bacio profondo.
Ecco, queste sì che sono le mie labbra. Soffici, morbide, delicate e che sanno del mio Harold.
Ma poi, con mia grande sorpresa, Harry si stacca da me. Non vorrei che si fosse offeso per il mio bacio con Zayn, quindi lo guardo preoccupato.
“Harry, tesoro, è stata un'idea tua.”
Ma Harry mi guarda come se non sapesse di cosa sto parlando.
“No, Loulou, non è quello. E' che... sto male. Penso davvero di aver bevuto troppo.”
Poi si alza velocemente. “Oddio, credo di aver bisogno di un bagno.”
Emma si mette le mani a coprirsi la bocca. “Oddio, il pavimento nuovo! Harry il bagno è dietro l'ultima porta a destra.”
La fulmino con uno sguardo, e poi mi affretto a reggere Harold, che sta barcollando. “Piccolo, ce la fai ad arrivare a casa?”
Harry sembra sentirsi meglio per un secondo. “Sì... sì, ce la faccio.”
Non ne sono sicuro, ma prendo le chiavi della sua macchina dalla sua tasca e saluto velocemente Zayn ed Emma, ringraziandoli per l'ospitalità.
Poi mi metto il braccio di Harold su una spalla, e lo bacio sulla guancia.
“Vieni, tesoro, ti riporto a casa.”
“Andiamo a casa nostra?
Non mi sembra il caso di contraddirlo adesso. “Sì, Harold, andiamo a casa nostra.”



Angolo Autrice: Buona serata a tutti! Sono di nuovo qui, vi sono mancata? ;)
*coro delle cavallette*.
Ok, sto scherzando, ma scusate davvero il ritardo. La scorsa settimana non sono stata a casa, e quando sono tornata ho scoperto che questo capitolo era infinito da scrivere ahaha ;).
Perdonatemi per la lunghezza, ma preferivo spiegare per bene tutte le cose. E scusate se è anche un pò, ehm, spinto (?). Spero di non aver messo in imbarazzo nessuno.
In ogni caso, spero davvero che vi sia piaciuto, perché per l'ultimo non avevo ricevuto un grande riscontro ed ho paura che la storia cominci ad annoiare? Non saprei, voi in caso fatemi sapere. Ci terrei davvero ad un vostro commento, nel bene e nel male.
Grazie se siete arrivati fino a qui e scusate l'angolo autrice lunghissimo ahahah ;).
A settimana prossima (questa volta davvero).
Un bacione,
S. <3

 

  
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