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Autore: Hi Im a Kupo    10/01/2016    2 recensioni
”Questa è una raccolta di piccole storie che trattano della vita di una persona comune, una ragazza, al fianco di un Sith. O anche il contrario magari.
È ambientata nel mondo attuale, immaginatevi quindi un Sith, poveretto, alle prese con la stressante vita odierna e tutte le sue complicanze.
Spero che la lettura vi faccia sorridere, ed almeno un po' vi faccia divertire. Buona continuazione.“
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

 

Un Sith per amico, amante, e..

 

Introduzione 

”Questa è una raccolta di piccole storie che trattano della vita di una persona comune, una ragazza, al fianco di un Sith. O anche il contrario magari. 

È ambientata nel mondo attuale, immaginatevi quindi un Sith, poveretto, alle prese con la stressante vita odierna e tutte le sue complicanze. 

Spero che la lettura vi faccia sorridere, ed almeno un po' vi faccia divertire. Buona continuazione.“

 

La vedo, appoggiata al muro contro quell'angolo di strada imbrattato di muschio e di graffiti sbavati, le cuffiette alle orecchie e la testa china a scrutare il piccolo IPod che tiene tra le mani, quasi a proteggerlo.

Percepisco la sua presenza, la riconosco distintamente fra quella delle altre persone che camminano distrattamente per la strada e che quasi non sembrano vederla. Non capisco come ci riescano.

Quella ragazza, dall'aria distratta e dal costante sorriso sulle labbra, ha catturato la mia attenzione circa un anno fa. Lei non sa controllare la Forza, non ne ha le capacità né la predisposizione per farlo, non è neanche di quelle bellezze sconvolgenti o di quelle ragazze piene di capacità, brave in ogni cosa. Lei non è niente di tutto questo, anzi, è distratta, impacciata a volte, le si disegnano le espressioni sul viso in un modo così limpido, ogni qualvolta in cui si perde in un pensiero, e poi, come si morde le labbra giocherellando con una ciocca di capelli quando parla al ragazzo che le piace. Già, quel ragazzo. Quello in grado di usare la Forza, nettamente peggio di me, certo, e così debole da essere rimasto cieco al richiamo del Lato Oscuro, il quale però sembra aver vinto la sua piena attenzione. Tsk. Stupida.

Vedo arrivare la sua amica, quella dai capelli rossi che proprio non mi piace, ma con la quale sembra avere un rapporto migliore che con gli altri. Eccola, si apre in quel sorriso tipico di lei non appena la seconda ragazza le si parla davanti, stacca le cuffiette con un lieve strattone e la abbraccia, stringendola a sè. L'altra le dice qualcosa, lei si allontana di un poco per guardarla in faccia, esibendo un espressione confusa per poi sciogliersi in una risata leggera, sporgersi oltre la rossa, e.. guardare me. 

La stronza deve avermi visto guardarla, e glielo deve aver detto. Stringo la mandibola in un moto di nervosismo mentre lei mi regala un sorriso per poi sparire nuovamente dietro l'amica e tornare a chiacchierare con lei.

Sbuffo, voltando la testa infastidito e tornando a seguire gli altri verso il solito parco mezzo abbandonato, che la gente non frequenta più poiché si dice ci si trovino brutte compagnie. Credo di intuire il perché. Ghigno.

 

 

Questa sera c'è festa nella piazza di questo piccolo paesino, stranamente. Sono d'accordo di andarci a fare un giro con la mia migliore amica, una ragazza dai bellissimi capelli rossi che tanto invidio per questo. Oggi pomeriggio mi ha invitata lei, io neanche la sapevo l'esistenza di questa fatidica festa. Ci saranno bancarelle, ha detto. Magari suoneranno anche, in qualche bar, per intrattenere i clienti seduti ai tavolini esterni a godersi qualche raro spiffero di aria di questa estate caldissima. Ma soprattutto, ha ribadito la rossa, ci saranno più possibilità che io incontri lui. Il ragazzo col futuro da Jedi, quello che ha un evidente cotta per me, corrisposta inoltre, con il quale lei spera che io abbia un futuro. Beh, non che io speri diversamente, intendiamoci.

Mi preparo davanti allo specchio della camera, sistemandomi la camicetta bianca alla bell'e meglio, tentando di domare tutte le pieghe ribelli che non intendono stare al loro posto. Sospiro, guardando la mia immagine riflessa e tentando di mantenere l'equilibrio sui tacchi fastidiosamente alti, messi per qualche malsano intento di attirare la sua attenzione. Spero che mi noti, che si fermi a parlarmi magari, che magari succeda addirittura qualcosa di più. Divago nei miei pensieri, sorprendendomi a sorridere come una stupida. Maledizione a me.

Finito di vestirmi, in estremo ritardo ormai, mi precipito fuori casa zampettando su quei trampoli il più veloce possibile, per arrivare in piazza ad un orario almeno decente.

La vedo, seduta su una panchina con lo sguardo scuro, che si apre però in un sorriso rassegnato non appena mi vede.

"Scusami" sollevo le spalle con innocenza, ridacchiando, con la stessa espressione colpevole di un bambino dispettoso.

"Sei sempre la solita.." mi sgrida mollemente lei, alzandosi poi in piedi per abbracciarmi  con dolcezza "comunque non l'ho ancora visto, speriamo di essere più fortunate nel resto della serata."

Mi guardo intorno immediatamente dopo le sue parole, alla ricerca del suddetto ragazzo, ma assolutamente nulla. Prendo un sospiro profondo tornando a posare gli occhi su di lei.

"Speriamo.. andiamo a dare un occhio?" indico le bancarelle con un dito, dipingendo sul mio viso un sorriso estasiato mentre mi affretto verso la mercanzia di ogni genere posata su quel tavolo improvvisato. 

"Guarda chi sbuca dalle tenebre, invece" la voce della mia amica si fa più fredda, quasi innervosita, mentre mi distrae dal braccialetto che stavo ammirando con tanto interesse.

"Eh?" volto la testa verso di lei, per poi girarla nuovamente nella direzione del suo sguardo, che punta esattamente ad un gruppo di ragazzi vestiti di nero. Inizialmente li confondo per una compagnia di metallari qualsiasi, per poi riconoscere, tra tutti, lui. Il ragazzo che frequenta la mia stessa scuola, ho sentito parlare di lui, era uno dei migliori nell'usare la forza, ma poi ha scelto il Lato Oscuro. Praticamente tutti hanno sentito parlare della sua scelta, e davvero pochi l'hanno apprezzata o condivisa, probabilmente solo quelli che ne hanno compiuta una simile, come il gruppo che frequenta. 

La rossa dice che continua a beccarlo mentre mi fissa, e si, ad essere sinceri l'ho notato anche io. Gli ho parlato solo qualche volta, tempo fa, e non ci ho mai visto niente di male in lui, ma dopo la sua decisone le mie amiche hanno fatto il possibile per evitare che lo frequentassi. A me non danno fastidio i suoi sguardi, e men che meno l'idea di parlargli, anche se effettivamente, viste le sue frequentazioni più recenti, non ho avuto nessuna occasione per farlo.

Appena sente il mio sguardo pesare su di lui si volta a fissarmi, ma la mia attenzione viene improvvisamente attirata da qualcos'altro. Qualcosa di peggiore. Qualcosa didoloroso.

Il ragazzo che cercavo appena arrivata, quello per cui mi ero vestita bene, impiegando ore a cercare i vestiti adatti e torturandomi i piedi con quei tacchi insopportabili, era lì. Con un altra. 

Abbracciati davanti alla luce di una bancarella si guardavano teneramente negli occhi per poi, cazzo, avvicinare i loro visi e congiungere le loro labbra in un appassionato bacio. Sbianco, sentendomi le forze mancare davanti a quella scena. 

Lui, del quale mi fidavo, col quale speravo davvero di costruire una storia, e le cui possibilità di farlo risultavano così concrete, ora è lì. Con un altra.

"Devo andare" le uniche parole che mi scivolano dalla bocca quasi come un sussurro, prima di dare le spalle all'amica e scappare, il più veloce possibile, lontano da tutti.

"Ma cosa?" chiede lei, per poi accorgersi della situazione, capire, e guardare la mia schiena mentre mi allontano.

Voglio soltanto stare da sola.

 

 

La vedo. È lì, con la solita amica alle calcagna. Mi sta guardando, mi sorprendo della cosa, per una volta è lei a farlo. Ma dopo pochi secondi si volta, la sua espressione cambia, i suoi occhi diventano vacui, perde il sorriso costante che si porta sempre appresso. Sollevo un sopracciglio, non capisco.

Vedo le sue labbra muoversi rapide formando poche parole, la vedo voltarsi, correre. Seguo la direzione su cui il suo sguardo si era posato prima di tutto questo, e capisco. È lui, lo stronzo. Sento della rabbia crescermi dentro, mista ad una certa felicità. 

Lei ora sta soffrendo, ma ora, il suo cuore non è più dello Jedi.

Aspetto qualche secondo prima di congedarmi dagli altri e seguirla, cercandola tramite la Forza per le strade di quel minuscolo paese.

La trovo, seduta su un marciapiede di una minuscola via a senso unico, decisamente lontana dal centro. È lì, i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa fra le mani, la sento emettere qualche singhiozzo, così silenzioso da essere impercettibile.

Non so cosa dirle, la guardo da lontano, abbastanza lontano così che lei non si accorga di me.

"Cosa fai qua?" parlo e quasi non mi accorgo di farlo, il mio tono è severo, sono arrabbiato, sono arrabbiato perché lei tiene a lui tanto da piangere.

Sussulta, solleva la testa di scatto e mi guarda, non è spaventata però, sembra solo stanca. Gli occhi lucidi, il viso stravolto.

"Niente che t'interessi" 

Non ha voglia di parlarmi, lo si capisce benissimo, ma io non ho voglia di andarmene.

"Non sempre i Jedi sono dalla parte della ragione, ricordatelo" 

Spalanca gli occhi nel sentire le mie parole, si sorprende che io abbia capito tutto, ma la cosa non le sembra importare, non più.

Emette una risata leggera, portando lo sguardo a fissare qualcosa di impreciso sul muro dall'altro lato della strada.

"Già" 

Si gira verso di me di nuovo, mi sorride. È un sorriso triste, ma sincero.

La guardo senza riuscire a smettere, e senza più parlare. La vedo alzarsi, pulirsi con le mani i pantaloni dalla polvere del marciapiede su cui era seduta, e prendere un sospiro.

"Credo che ora sia meglio che io vada a casa" 

Non voglio che lo faccia, ma non so come impedirglielo, così rimango fermo a vederla avanzare verso di me, si ferma appena a qualche passo di distanza, mi guarda negli occhi e lascia che le si disegni un sorriso sulle labbra. Si slancia in avanti, mi avvolge con le braccia ed improvvisamente sento il suo calore contro di me, il profumo dei suoi capelli a pochi centimetri dal mio naso. Io mi irrigidisco sotto al suo tocco, non ricambio, rimango solo lì, fermo con lei addosso. Si stacca, mi guarda negli occhi.

"Grazie per quello che hai detto" si mette le mani nelle tasche posteriori dei jeans "a presto".

Ammorbidisco le membra solo quando lei mi passa di fianco, e sento la sua presenza allontanarsi. Il mio saluto è stato un cenno della testa, ma sembra esserle bastato. 

Prendo un respiro più profondo degli altri, ora tornerò dal resto della compagnia.

 

 

NOTA AUTRICE

Salve,

Ho deciso di scrivere questo piccolo esperimento ispirata ad un video che ho visto su Facebook, che parlava del rientro a casa (tardi) della figlia di un Sith. Mi ha fatto morire dal ridere, così ho pensato di scrivere qualcosa di simile. Il primo capitolo non credo mi sia uscito molto divertente, ma spero che i prossimi lo siano di più.

E spero anche che a qualcuno sia piaciuta, e se ho fatto errori non esitate a dirmelo.

Grazie per aver letto ed avermi dato fiducia.

A presto!

   
 
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