Crossover
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Autore: Crybaby    12/01/2016    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Tripla Battaglia Per Il Destino Del Mondo (Ottava Parte)

Hotaru si sentiva più confusa che mai.
-C-che cosa è successo?! Io… non capisco…
-È semplice, mia piccola rivale.
Lentamente, per via della stanchezza, Kaolinite s’incamminò per andare a riprendere il suo scettro, cadutole poco lontano.
-Ti sei messa contro Chaos e Sailor Moon, due avversari che, uniti, nessuno potrebbe mai abbattere. Nemmeno il tanto temuto potere della Distruzione. Quello con cui ti ho appena sconfitta era una variazione del colpo con cui Sailor Moon esorcizzava le povere vittime trasformate in mostri dai suoi nemici: nel tuo caso, ti ha liberata dalla temporanea ibernazione mentale in cui Sailor Saturn ti aveva fatta cadere, e viceversa ha… “rimesso a dormire” quella dannata guerriera. Ora…
La donna raccolse lo scettro, e ci giocherellò distrattamente.
-La nostra prova di forza ha danneggiato anche me, ma non ti illudere. Le mie ferite non sono gravi. Non appena avrò recuperato abbastanza forza, compirò quello che avevo in mente di eseguire poco fa. Distruggendo il tuo corpo, porterò alla luce lo spirito di nuovo dormiente e inoffensivo di Sailor Saturn, e senza esitazione lo offrirò a Chaos su un piatto d’argento. Nel caso tu non l’abbia capito, Hotaru, questi saranno gli ultimi minuti della tua vita. Se c’è qualcosa che vuoi dire, è meglio che parli ora.
La ragazzina spalancò gli occhi. Non poteva credere alla sua fortuna. Una simile occasione non si sarebbe ripresentata mai più.
-In… In effetti, c’è qualcosa che desidero dirti…

-TIME STOP!!!

Immobilizzata, Kaolinite capì a malapena quello che le accadde nei successivi secondi. Tre sfere d’energia, un pugno gigantesco e un calcio alle costole mitragliarono la strega senza darle tregua e la spedirono addosso alla barriera magica, che all’impatto tremò come se dovesse scoppiare da un momento all’altro.
-Aah… Ancora… Ancora voi?!
Sfoggiando le rispettive armi e i pugni, fra lei e Hotaru si erano schierati Tsunade, Mamoru, Setsuna, Haruka, Michiru e Choji; quest’ultimo però si separò subito dal resto del gruppo, per voltarsi e verificare le condizioni della piccola amica.
-Hotaru! Sei ancora viva, grazie al cielo! Dimmi, ti ha fatto male? Sei ferita? Ce la fai a camminare?
-Non si nota che è preoccupato, proprio per niente- sospirò Ino tra sé e sé, entrando per ultima nella cupola insieme a Kiba e Akamaru.
-S-sto bene, Choji, non temere. Ma, tu… Tutti voi, cosa ci fate qui? E come siete arrivati?
-Oh, avresti dovuto vederci! È stato epico!- le rispose Kiba, passandosi un indice sotto il naso con fierezza -prima di tutto Choji si è trasformato in un gigante, e con noi in spalla ha scalato la torre in men che non si dica! Nemmeno gli spuntoni e le colate di lava sono riusciti a fermarlo! Arrivati in cima, poi, abbiamo scoperto che Tsunade-sama e gli altri due erano stati fatti prigionieri: come liberarli, senza rischiare che precipitassero nel vuoto? È qui che Akamaru ed io siamo entrati in gioco! Con un salto ben calcolato e grazie alle nostre infallibili Zanne Perforanti abbiamo distrutto il sostegno della gabbia in cui era stata rinchiusa la nostra Hokage, che caduta nella sicura mano di Choji ha potuto così distruggere con i suoi potenti calci la base della prigione ed estinguere le fiamme d’energia che la bloccavano, così da…
-Poi abbiamo salvato gli altri due e siamo entrati da quel varco- tagliò corto Ino, prendendo Hotaru per mano -lo stesso varco da cui adesso ce ne andremo. Forza, non perdiamo tempo…
Ancor prima di cominciare a correre, la strada dei tre ninja fu sbarrata da Kaolinite, mossasi col teletrasporto.
-E voi, cimici al mio confronto, vorreste rovinare i miei piani? Sparite!
La strega sparò dei fulmini dalle dita, ma a difendere i ragazzi intervenne Endymion, che disperse l’attacco riflettendolo con la sua spada. Nello stesso istante Tsunade si gettò su Kaolinite e la atterrò con un devastante pugno al volto.
-Se fossimo davvero cimici, non potremmo farti questo- commentò il quinto Hokage, massaggiandosi le nocche -l’ultima volta che ho provato a colpirti in questo modo la mia mano è rimasta spappolata, ma ora è diverso. Ora sei indebolita, e noi possiamo tenerti testa!
-Già, già… Ora voi potete ferirmi- ammise la strega, rialzandosi -proprio una bella fortuna sfacciata, la vostra. Mi chiedo solo…
La strega disegnò un cerchio nell’aria, per far precipitare Hotaru in un buco nero e farla riapparire al suo fianco.
-…come farete a sfruttarla…
Quindi disegnò un secondo cerchio, più grande, in direzione degli altri.
-…se non potete raggiungermi?
Sailor Saturn fissò i suoi amici, confusa: erano ancora lì, tutti insieme, eppure si guardavano attorno interdetti quanto lei, senza fare nulla.
-Ma… che cosa gli hai fatto, Kaolinite?!
-Sai, sarebbe stato facile spedirli dall’altra parte del pianeta… ma così è più divertente.

Lo spazio in cui si trovavano gli eroi si era esteso all’infinito, ma non fu quello a spaventarli.
A perdita d’occhio, intorno a loro non videro altro che copie esatte di loro stessi, che ripetevano alla perfezione i loro movimenti.
Sailor Pluto e Sailor Uranus capirono subito in che razza di guaio si trovavano.
-Oh, no! DI NUOVO!

Trunks scese cautamente nello stadio. A seguito del suo calcio l’enorme demone era stato scaraventato nel bel mezzo del campo, e ora giaceva stordito al termine di un grosso solco che aveva scavato.
Il saiyan pensò che non avrebbe potuto sperare in un teatro migliore per l’imminente scontro. Lontano dagli altri ingombranti edifici della città, Trunks avrebbe finalmente avuto tutto lo spazio e la libertà di movimento che a lui e a Goten erano precedentemente mancati. Purtroppo, lo stadio di baseball difettava in visibilità: nonostante i vari squarci nei muri e la luce prodotta dall’aura del saiyan e dal chakra della volpe, il luogo era davvero troppo grande perché quelle fonti potessero illuminarlo a sufficienza.
“Temo che non ci sia altra soluzione… Ma sarà l’ultima devastazione che questa città dovrà subire questa notte. Lo giuro.”
Dopo aver respirato a fondo, Trunks sprigionò la sua aura da super saiyan di terzo livello e, un po’ anche per allenarla, scatenò verso l’alto un’onda d’urto che si abbatté sul soffitto, strappandolo con poca difficoltà dagli spalti più alti dell’edificio e spedendolo in cielo.
-YAAAAAH!!!
Il saiyan lo distrusse quindi con un raggio, per evitare che ricadesse e provocasse altri danni, ma quella piccola distrazione permise alla volpe di riprendersi e di lanciarsi a fauci spalancate sull’avversario. Il ragazzo, però, riuscì a tenerle le mascelle lontane l’una dall’altra spingendole con le gambe divaricate.
-Eh, no… Io non ci sono sul menù stasera!
Trunks afferrò una zanna della bestia con entrambe le mani, la sollevò con uno sforzo quasi indifferente e la schiantò alle proprie spalle, per poi saltarle con entrambi i piedi sullo stomaco e affossarla nel terreno.
“In quanto a battute sarcastiche non posso certo competere con Gotenks… e in fondo è meglio così. Ora conta solo picchiare duro!”
Allontanata da sé una zampata con un pugno, il figlio di Vegeta cominciò a tempestare tutto il corpo del nemico di colpi fisici come fosse stato una pallottola vagante, finché il demone non riuscì ad allontanarlo da sé con un colpo di coda. Trunks piroettò in aria, ma atterrò in piedi senza danni evidenti e ripartì a testa bassa. Passato sotto il ventre della volpe, che nel frattempo si era rimessa sulle quattro zampe, le sparò contro un raggio d’energia, da cui si difese sollevando una coda: dopo una breve prova di forza, la coda cedette e si rimpicciolì.
“Sì, SÌ! Funziona!”
Continuando a mantenere attivo il raggio con una mano sola, Trunks usò quella libera per spararne un secondo sulle altre code. Questo però gli si ritorse contro, quando la volpe si voltò e lo prese di mira con un raggio sparato dalla bocca: per non farsi colpire il saiyan fu costretto a interrompere la sua offensiva e scansarsi, ma questo lo espose ad una zampata del mostro, che lo schiacciò a terra. Ma solo per una manciata di secondi.
-…aaaaaaaAAAAAAAH!!!
Sorreggendo l’enorme zampa sopra la testa Trunks si rialzò in piedi, quindi sparì per un attimo alla vista grazie alla sua velocità e riapparve proprio sotto le fauci del nemico, per assestargli un poderoso uppercut che lo sollevò da terra. Il ragazzo prese di nuovo la bestia per una zanna e lo schiantò come prima al suolo, quindi si mise in posizione.
-GALICK… GUN!!!
Il colpo con cui in un tempo suo padre Vegeta aveva tentato di annientare Goku insieme all’intero pianeta Terra si abbatté sul demone, il quale non poté far altro che usare tutte e sei le code come scudo.

-E ora, veniamo a noi.
Kaolinite schioccò le dita. Sailor Saturn si gettò da una parte, aspettandosi la solita saetta, ma invece qualcosa di diverso accadde. Due mani azzurre, fatte interamente di cristallo, si innalzarono dal terreno e catturarono la guerriera per le braccia, bloccandola per esporla alla mercé della strega.
-I miei poteri riguardanti la creazione e manipolazione della materia sono tornati. Questo significa che sono pronta.
Caricandosi di energia, la donna puntò lo scettro verso la sailor, la quale tentò disperatamente di divincolarsi.
Però, più della sua sorte, in quell’istante il pensiero di Hotaru temeva per quella di qualcun’altro.
-Non farlo… Ti prego, Kaolinite! Non farlo! Stai commettendo un errore! Chaos non ti darà mai la libertà!
-Questi sono affari miei. E poi, cosa te ne può importare della mia fine? È inutile che tu faccia la santarellina, sappiamo tutte e due che tu muori dalla voglia di rivedermi seviziata da quello spirito maligno! …?
-…no, ti sbagli.
Alcune lacrime cominciarono a scendere dagli occhi di Hotaru, ma questo accrebbe ancora di più la rabbia di Kaolinite, che seppellì la nemica di violenti schiaffi.
-Disgustosa… Ipocrita… Sgualdrina!!! È facile compatirmi, adesso che conosci la mia storia! Ma fino a pochi minuti fa tu mi odiavi a morte, e se io non ti avessi scioccamente raccontato il mio passato ora non…
Ripensandoci con attenzione, la donna si ricordò che non era affatto andata così. Era stata Hotaru, per prima, a voler essere a conoscenza della ragione per cui Kaolinite la odiasse. E non si era nemmeno trattato di un pretesto per prendere tempo, visto che la piccola sailor non aveva poi opposto alcuna resistenza.
-No… No, non è possibile! Non puoi essere sincera! Poco prima che io rapissi Soichi tu hai detto che mi odiavi! Che mi volevi vedere morta!
-Ero accecata dall’ira, come ora lo sei tu. Sarebbe stato impossibile ma, se me ne fossi ricordata già allora, forse, avremmo potuto evitare tutto questo.
-Sei ti fossi ricordata… di cosa?
Hotaru sollevò la testa, e sorrise.
-Degli insegnamenti della mia principessa. Non potrei mai ritenermi una degna guardiana di Sailor Moon, se non la salvassi come lei un tempo ha salvato me e le altre guerriere.
-Di cosa stai parlando?- domandò la strega.
-Pochi anni fa, per vendicare un torto subito, una regina di nome Nehellenia aveva deciso di distruggere la vita di Sailor Moon, pezzo per pezzo. Le aveva portato via il suo amore, le sue amiche, la sua felicità, tutto. Ma Sailor Moon, invece di arrendersi o rispondere con la violenza, ha cercato di capire le ragioni della sua nemica. Ne ha compreso la sofferenza, e le ha offerto la possibilità di ricominciare una vita migliore… !
Un altro schiaffo ammutolì la ragazzina.
-Il discorso non cambia di una virgola, allora!- gridò Kaolinite -il tuo compatimento non è comunque sincero, se hai voluto conoscere la mia storia solo per emulare la tua adorata principessa!…
-È vero.
-C-come?
-Lo ammetto, inizialmente non ho provato davvero interesse per la tua storia. Ma ora, dopo aver saputo quante sofferenze hai dovuto patire e quante ancora ne patirai… io…
Hotaru riprese a piangere, in silenzio.
Questa volta, Kaolinite fu troppo colpita per schiaffeggiarla di nuovo.
“È vero, dunque. Hotaru, la stessa Hotaru a cui ho reso l’infanzia un inferno fino a farmi odiare a morte… ora è dispiaciuta per me… Purtroppo, nemmeno questo cambia le cose. Io ho bisogno dell’amore sincero di un uomo per essere libera, non di compatimento. Niente, se non Chaos, può salvarmi ormai dalla mia condanna…”

“Ma che?!...”

La strega alzò il suo scettro, per eseguire ancora una volta il colpo che avrebbe portato alla luce lo spirito dormiente di Sailor Saturn.
Accorgendosi, solo in quel momento, che la parte dorata del suo corpo aveva iniziato a brillare.
Viceversa, l’esoscheletro formato dal sangue nero di Chaos si stava lentamente deformando.
-C-c-che cosa mi succede?! Mi sento debole… e forte al tempo stesso! Che stregoneria è mai questa?
-Non è una stregoneria- ipotizzò Hotaru, tornando a sorridere -se la luce rappresenta il cristallo della mia principessa, significa che, nel profondo del tuo cuore, stai…
-TACI! TACI! TACI! Non ne voglio sapere, mi rifiuto di credere alle tue stronzate buoniste! Inoltre quello che insinui è impossibile, fra il cristallo di Sailor Moon e il sangue di Chaos c’è un perfetto equilibrio che non è stato mai rotto! È impossibile che un potere possa prevalere sull’altro! È…

"Che cosa mi è accaduto? Non riesco a…"
La donna si guardò un avambraccio, inorridita. Uno dei colpi di falce era riuscito a scalfire la sua pelle, e a farle perdere qualche goccia di sangue.
-Ma… Maledetta!…
Kaolinite rimarginò la ferita con la magia; fece quindi per bere il sangue perduto, ma Sailor Saturn le fu di nuovo addosso e la atterrò con una ginocchiata e un altro colpo di falce, e per buona misura scagliò una piccola sfera d'energia sulle gocce cadute sul pavimento per distruggerle.

“Quelle poche gocce... Quelle quattro, misere gocce hanno sbilanciato l’equilibrio tra le due forze, e i risultati, a scoppio ritardato, si stanno manifestando solo adesso… Non posso crederci… No! Non posso arrendermi!”
Kaolinite tentò un’ultima volta, disperatamente, di sferrare un attacco verso Hotaru, ma per lei fu ormai troppo tardi. Sopraffatto dalla purezza della luce di Sailor Moon, come un animale impaurito il sangue di Chaos cominciò a tremare, e in fretta uscì dal corpo della donna.
-NO! TI SCONGIURO, NON LASCIARMI!
La strega alzò una mano per afferrare il nero mostro liquido, ma la luce prodotta dal suo corpo divenne così intensa da atterrarlo e, prima che potesse scappare, lo disintegrò per sempre.
-NOOOOO!!!

La base sottomarina delle Witches 5.
I resti del Labirinto della Follia.
La torre.
Una dopo l’altra, le opere create da Kaolinite grazie al potere conferito dal sangue di Chaos si dissolsero, scomparendo nel nulla.

Appena al di fuori dello stadio di baseball, Goten, appoggiato stancamente ad un lampione, percependo le aure stava seguendo l’evolversi dello scontro fra Trunks e il demone.
Indebolito al massimo e incapace di volare o anche solo di correre, il figlio di Goku era comunque soddisfatto.
“Trunks gliele sta dando di santa ragione” constatò, sorridendo “è bello rivederlo di nuovo così entusiasta, dopo tutto quello che ha passato. Un po’ mi dispiace, non aver potuto fargliela pagare personalmente a Viluy… ma ciò che conta ora è che Trunks sia tornato quello di sempre, e che tutta questa brutta vicenda possa terminare una volta per tutte. …ehi, ma…?”
Con la coda dell’occhio, il saiyan notò qualcosa di bianco che giaceva immobile sulla strada alla sua sinistra. Zoppicando, lo raggiunse, e per poco non diede un calcio a una sfera metallica caduta vicino al marciapiede.
“Se non ricordo male, nell’altra dimensione Ami aveva accennato al fatto che le streghe fossero in realtà gli androidi mancanti dell’esercito di Chaos. Ma allora…”
Goten raccolse la sfera.
“Questa dev’essere lei, la strega che poco fa ha distratto il mostro salvandoci la vita. Poveretta, non meritava una fine del genere.”
Il ragazzo raccolse il cuore metallico.
“Si merita una degna sepoltura, senza dubbio… ?”
Dei rumori di balzi giunsero alle sue orecchie. Il ragazzo alzò la testa, appena in tempo per vedere un gruppo di strane creature, almeno una quindicina, saltare da un tetto all’altro e dirigersi spediti verso lo stadio. Goten fece per corrergli incontro, ma non riuscì a fare più di un paio di passi prima di crollare in ginocchio per la fatica.
-N-no… Trunks! TRUNKS!

Trunks aveva speso circa metà della sua energia per eseguire il Galick Gun, ma a suo avviso ne era valsa la pena. A seguito del devastante colpo, la bestia giaceva ora immobile sul ventre: il corpo era solo lievemente ferito, ma quello che più contava erano le code, schiacciate in loro stesse e rimpicciolite.
Parzialmente stanco, il saiyan tornò a terra e, con una leggera punta di vergogna, si sedette su una poltroncina delle tribune dello stadio per riprendere fiato.
“Papà mi sgriderebbe se mi vedesse in questo momento, ma ho il diritto di riposarmi, anche se solo per un minuto. Vedo che le code stanno già cominciando a rigenerarsi, quindi fra non molto sarà già tempo per il secondo round. Non ho nulla da temere, comunque: grazie all’energia che Goten mi ha passato, sento di poter sostenere la battaglia ancora a lung…”
Qualcosa o qualcuno colpì Trunks alla nuca, facendolo schiantare in mezzo al campo. Il combattente fece appena in tempo a rialzarsi che fu assalito da un folto gruppo di creature alte il doppio di lui e somiglianti in tutto e per tutto al demone, tranne che per la mancanza di code.
-AAAAAAAAHHH!!!
Il saiyan sprigionò l’aura per staccarseli di dosso, quindi si alzò in volo per guardare meglio i nuovo arrivati.
“E questi? Sembrano cloni in miniatura della bestia, ma da dove sono sbucati? E quando sono stati creati? …!”
Un raggio di fuoco proveniente dal basso schivò di poco la tempia di Trunks, che vide arrivare nello stadio altri cinque mostri, tra cui quello che gli aveva appena sparato con la sua bocca.
“Non posso perdere tempo anche con loro, devo sbarazzarmene subito!”
Trunks sparò a sua volta un raggio. Il mostro venne colpito in pieno, ma non fu ucciso: essendo fatto di chakra, si scompose in tanti microscopici filamenti e risalì il colpo del saiyan, per raggiungerlo e stritolargli il volto con una zampa. Indebolito dalla pressione, Trunks precipitò di nuovo al suolo sotto il peso del nemico e fu ben presto soverchiato dalle pseudo-volpi.
Nel groviglio di corpi che lo sovrastavano, il ragazzo intravide la bestia principale rialzarsi sulle quattro zampe.
“Non posso permetterle di avere la meglio in questo modo! Se solo… riuscissi a…”
-Sono corse fin qua, le ho viste!
-Non ci sfuggiranno di nuovo, le vigliacche!
-Potrebbero star tramando qualcosa, stiamo attenti!
Trunks riconobbe quelle voci. Sailor Venus, Temari, Gohan… attraverso lo squarcio nello stadio, li intravide. Quasi tutti i suoi amici e alleati dal fondo della strada principale stavano giungendo di gran carriera. Dritti dritti in una trappola: mentre le pseudo-volpi lo tenevano bloccato, il demone principale, nascosto alla vista degli altri, forte delle sue code appena rigenerate aveva appena spalancato le fauci.
“Merda… Vuole incenerirli in un colpo solo… Non posso permetterglielo… non…”
La bestia sparò il raggio.
-…NOOOOOOO!!!
Il raggio distrusse un'altra sezione dello stadio e continuò la sua corsa, ma nello stesso istante Trunks diede fondo a tutta la sua rabbia per togliersi di dosso i nemici. Grazie alla sua velocità, il super saiyan si frappose in meno di un secondo fra i suoi amici e il colpo a loro diretto; non avendo però il tempo materiale per lanciare un contrattacco, Trunks spalancò le braccia per immolarsi.
“Ho giurato a me stesso che nessuno avrebbe più sofferto per causa mia! E manterrò il giuramento, costi quel che costi!!!”
Il devastante attacco del demone si infranse contro il corpo del saiyan, che grazie alla sua energia e determinazione era diventato un ostacolo insormontabile.
Dopo circa un minuto, il raggio infuocato si spense. Così fece però anche l’aura di Trunks, che regredito al suo aspetto normale crollò inerme al suolo ai piedi dei suoi amici e alleati.
Gohan e Pan furono i primi a gettarsi al suo capezzale, seguiti da tutti gli altri.
-T-Trunks! Trunks, non è possibile… Dì qualcosa!
-Pan, mantieni la calma per piacere. Ha subito un duro colpo, forzarlo a riprendersi peggiorerebbe le cose…
-Quelle… Quelle creature… Cos… Cos’erano?…
Con uno sforzo visibile, seppur barcollante il saiyan si rialzò da solo.
-Trunks, sei ridotto malissimo! Riposati e lascia che Majin Bu ti rimetta in sesto!
-Gohan… Cos’erano quelle creature?- ripeté lui, stoico.
-Ipotizziamo che si trattino di frammenti di chakra staccatisi dal demone- gli rispose Neji -stavamo combattendo contro di loro, quando improvvisamente hanno battuto in ritirata. Mi dispiace, siamo caduti nel loro tranello. Se non li avessimo inseguiti, tu non ti saresti dovuto sacrificare così per salvarci…
“Frammenti staccati dal demone? Forse… forse quei mostri sono le code che io e Goten abbiamo mutilato con la spada!” rifletté il figlio di Vegeta “ma c’è comunque qualcosa di poco chiaro. Finora la volpe ha agito come una bestia senza razionalità e mossa solo dalla suo istinto, invece quest’ultima mossa era tatticamente intelligente… No. Non ditemi che…”
La bestia ululò al cielo. Quindi, stranamente, si accucciò, e le sue sei code, come le dita di due mani che si intrecciavano, la avvolsero completamente, dandole la forma di una gigantesca sfera di chakra.
Una sfera da cui si scatenarono due, poi quattro, infine sei barriere di fuoco, che in maniera confusa e incontrollata le rotearono attorno, respingendo e distruggendo tutto ciò che si trovava nelle immediate vicinanze, ad eccezione delle quindici pseudo-volpi.
Non appena le tribune e le mura dello stadio, salvo una piccola sezione, furono totalmente incenerite, le barriere si fermarono e una ad una si rimpicciolirono fino a schiacciare ciò che le aveva generate. A quel punto, la bestia era diventata un ammasso informe di fuoco che roteò a sua volta, scatenando un forte vento: invece di spazzare via tutto, però, questa nuova tempesta ebbe un effetto risucchiante, e gli eroi se ne accorsero quando sentirono i loro piedi strisciare sull'asfalto contro la loro volontà.
-È come se stesse implodendo!- gridò Gohan, facendo da scudo alla sua famiglia -allontaniamoci! PRESTO!
Tutti quanti obbedirono prontamente. A meno di cento metri da loro, troppo indebolito per correre Goten si era invece aggrappato con una mano sola al bordo di un marciapiede.
-Non... ce la faccio... Più…
-Goten! Afferrati!
Il saiyan aveva appena mollato la presa sul suo appiglio quando gli altri si accorsero di lui, ma fortunatamente Majin Bu fu lesto ad allungare un braccio e trarlo in salvo; purtroppo, nella concitazione il saiyan si fece sfuggire di mano il cuore metallico di Mimete, che venne risucchiato nel fuoco.
-NO!
Con un lampo di luce, lo spaventoso fenomeno terminò di colpo. L'aria sembrò essersi pietrificata e gli eroi, presi alla sprovvista, crollarono in ginocchio o faccia a terra.
Quando si ripresero e si voltarono, il gigantesco demone aveva lasciato il posto a qualcun altro.
-Si è… trasformata… di nuovo…- sussurrò Goten, terrorizzato come quasi tutti i suoi amici.
Seppure più bassa delle quindici pseudo-volpi che la circondavano, la creatura incuteva parecchio più timore. Di sembianze e proporzioni umanoidi, era rivestita di uno strato di chakra rosso scuro, a sua volta protetto da un esoscheletro d'ossa simile proprio allo scheletro di un animale, che dalla precedente forma aveva mantenuto le sei code.
La testa della creatura era costituita dal teschio di una volpe, dal muso allungato e zannuto, e da una chioma di capelli rossi come il sangue legati in tre trecce.
-C-c-che cosa è diventata, papà?- chiese Pan, tremando.
-Non so risponderti, piccola. Ma posso dirti cosa non siamo diventati noi. Dei vigliacchi.
-Giusto- concordò Sailor Venus, spalleggiata dalle sue compagne e dai ninja -dopo tutti gli sforzi e i sacrifici che abbiamo fatto, non possiamo arrenderci proprio ora!
Con Gohan, Trunks e Majin Bu in testa, gli eroi si fecero coraggio ed avanzarono lentamente.
Ma si bloccarono subito, quando udirono la risata della loro nemica.
Una risata non bestiale o animalesca, ma umana e femminile.
-A-avete sentito?!
-Purtroppo, è proprio come temevo- disse Trunks, digrignando i denti.
Il mostro si passò una mano artigliata sul volto, corrodendolo.
Il teschio di volpe non era altro che una maschera, dietro cui si celava il viso di una ragazza.

Prima ancora di accorgersi di essere tornati liberi, gli eroi si sentirono mancare il pavimento sotto i piedi e precipitarono nel vuoto.
-CHO BAIKA NO JUTSU!!!
Rapido, Choji si trasformò in un gigante e, crollato per primo sul molo, permise agli altri di cadere e rimbalzare sulla sua pancia, così da salvarli dallo schianto.
-Ce l’ho… Fatta… Ah!
Riprese le sue normali dimensioni l’Akimichi provò a rimettersi in piedi, ma un forte dolore alla schiena dovette richiedere l’intervento di Kiba e Ino per aiutarlo ad alzarsi.
-Ti sei preso un bel rischio, amico- lo rimbeccò l’Inuzuka -ma senza di te, ora non saremmo qui a dircelo. Fa tanto male?
-Non… ahiahiahi… Non importa, dov’è Hotaru?
-Lassù, guardate!
Tsunade indicò a tutti il cielo. Dall’alto, lentamente, videro discendere Kaolinite: Hotaru era sotto un suo braccio, saldamente sostenuta, mentre fra i suoi lunghi capelli sorreggeva il dottor Tomoe, che in precedenza aveva rinchiuso sulla sommità della cupola.
“Il papà di Hotaru…” pensò Choji, preoccupato “era lassù anche lui! Come ho fatto a non accorgermene?”
Giunta a terra la strega lasciò andare padre e figlia, che vennero subito tirati indietro dalle apprensive Haruka e Michiru, ma la donna nemmeno se ne accorse, più impegnata a guardarsi il corpo: non più dorato, era tornato alle precedenti sembianze.
-Il sangue di Chaos ha abbandonato il mio corpo… eppure io sono ancora viva. Com'é possibile?
-Dentro di te scorre ancora il potere di Sailor Moon, tramite il suo cristallo. È quello a tenerti in vita- spiegò Sailor Pluto.
-Già, è vero…
La strega si guardò una mano, trovando la sua pelle ancora liscia e giovane.
-…ma mai, come in questo caso, avrei tanto desiderato morire.
Choji, Haruka e gli altri che non erano al corrente della storia di Kaolinite rimasero sbigottiti, quando videro la loro nemica stringersi fra le proprie braccia, tremante, e mettersi a piangere lacrime vere.
-Se nemmeno il potere di colei che incarna la luce e l'amore in persona può sciogliere la maledizione, significa che non ho più speranze. Io… Io mi arrendo.
In silenzio, Kaolinite tracciò con le dita un piccolo cerchio all'altezza del proprio ventre. Un piccolo buco nero, attraverso il quale avrebbe potuto raggiungere il cristallo del cuore.
-Ecco, è tutto vostro. Potete riprendervelo…

-Aspetta!

Hotaru aveva bloccato il polso della strega. Impedendole così di togliersi la vita.
Le altre sailor, i ninja e Mamoru erano rimasti senza parole. Haruka e Michiru erano anche sul punto di farsi avanti per protestare, ma Setsuna e Tsunade, comprese le intenzioni di Saturn, alzarono un braccio e le convinsero a stare calme.
-Non devi disperare, Kaolinite- disse Hotaru -puoi ancora salvarti!
-E… E come? Né Soichi né nessun altro potranno mai amarmi davvero dopo tutto quello che ho fatto, e io stessa ho dimostrato di essere incapace di provare vero amore…
-Ma ora sai riconoscere di aver sbagliato. Hai appena ammesso e riconosciuto i tuoi errori, e questo è un passo importante. Ora, ne sono sicura, sarai in grado finalmente di riconoscere l'amore vero e amare a tua volta. E inoltre, non devi preoccuparti- aggiunse Hotaru, con un sorriso -ti resta ancora molto tempo, circa qualche secolo, per riuscirci!
Sorprendendo persino sé stessa, Kaolinite abbozzò un mezzo sorriso a sua volta. Ma si incupì di nuovo, quando incrociò lo sguardo con quello carico di tensione di Haruka e Michiru.
-Hai ragione, a me resta ancora molto tempo… Ma senza il suo cristallo, alla vostra principessa ne resta invece molto poco. Hotaru, hai davvero intenzione di rischiare… anzi, di sacrificare a tutti gli effetti la vita di Sailor Moon per permettere a me di vivere ancora a lungo? Ti vuoi davvero far carico di un peso simile?
La guerriera di Saturno abbassò lo sguardo, e per qualche secondo non disse nulla. Quella, senza dubbio, era una domanda a cui non avrebbe mai saputo dare una risposta.
-Io… Ho giurato di proteggere la mia principessa, e contraddirei me stessa se proprio io la lasciassi morire… Ma allo stesso tempo, mi odierei per sempre, sapendo di averti condannata di nuovo alla sofferenza eterna… E sono certa, certissima che anche lei la penserebbe come…

Hotaru si staccò di colpo da Kaolinite. Come i suoi amici dietro di lei, sembrava spaventata da qualcosa. Ma non terrorizzata.
-Cosa c'è? Cosa vi prend… !
Alzando le mani verso la sailor, Kaolinite le scoprì rugose e avvizzite.
-Le mie… Le mie mani… La mia voce… La mia voce!
Improvvisamente debole, la donna crollò in ginocchio e si toccò il viso trepidante. Subito, Hotaru andò a raccogliere la sua falce e la porse alla strega, così che potesse specchiarsi nella lama.
Il volto che Kaolinite vide era quello di una donna anziana.
Anziana, e sorridente.
-Io sto invecchiando… Sto invecchiando davvero! Io… Non posso crederci… Sono…
Al culmine della gioia, Kaolinite si chinò in avanti, per poter abbracciare Hotaru.
-…libera…

KAOLINITE’S SOUL HAS BEEN RETURNED TO THE AFTERLIFE.
POWER OFF.

Ma, prima di riuscire a toccarla, il suo corpo si era ormai sfaldato in una miriade di granelli di polvere, che il vento si premurò di disperdere. Al suo posto, per terra, giaceva un fantoccio bianco e privo di volto, dal cui petto levitarono fuori un cristallo del cuore puro, e una sfera metallica, che Hotaru raccolse.
-Eh-ehm… Qualcuno, per caso, ha idea di cosa è successo?- domandò Haruka, a nome di tutti. Setsuna fece per risponderle, ma Tsunade la fermò con un cenno.
-No. Non ritengo sia giusto parlare così apertamente della sua storia. Vi basti sapere che Kaolinite stava cercando da anni un rimedio a una maledizione che le impediva di morire in pace, e ora lo ha trovato. Anche se ancora non capisco come…
-Posso fare un’ipotesi- propose Hotaru, con un tono di voce sempre più tremante -Kaolinite era convinta che l’amore di un uomo fosse necessario per spezzare la maledizione, ma forse ciò che l’ha veramente salvata… è stato il suo altruismo. Fino ad ora, anche nell’innamorarsi di mio padre, Kaolinite ha sempre agito mettendo al primo posto il suo interesse. Però poco fa, quando mi ha chiesto se fossi pronta a sacrificare la principessa, si è preoccupata per lei… e per me… è stato il suo primo atto puramente altruistico e disinteressato… Aveva appena cominciato a capire, a vivere davvero… Ed è morta proprio per questo! Non è… giusto…
Lasciato cadere a terra il cuore metallico, la bambina corse fra le braccia di suo padre e sfogò tutto il suo dolore in un pianto liberatorio.
Non sapendo cosa dire per consolarla, sul momento Soichi non riuscì a far altro che accarezzarle la testa.
-Su… Su, piccola mia. Non essere triste. Sono certo che adesso Kaori…
Il dottor Tomoe ebbe un piccolo sussulto, nel sentir riaffiorare un piccolo frammento della sua parte di memoria cancellata.
-…sono certo che ora lei si trovi in un posto molto migliore di questo.
-Tuo padre ha ragione, Hotaru- la rassicurò Michiru, posandole le mani sulle spalle -l’aldilà è un luogo molto grazioso, sai? E il re che ne è a capo può sembrare un po’ burbero, ma in realtà è una persona giusta! Sono convinta che saprà giudicare l’anima di Kaolinite con il massimo riguardo e… uh?
Tutti, Hotaru compresa, si erano messi a fissarla con sguardo obliquo.
-Beh, che c’è? Sono morta anch’io una volta, sapete?
Haruka si schiaffò una mano in faccia.
-Basta con questa storia, per piacere… Non per essere indelicata, ma il momento in cui possiamo sederci e chiacchierare tranquillamente di morte e argomenti affini dovrà aspettare. Ci sarebbe almeno un affare più urgente a cui pensare, al momento.
Non ci fu bisogno di dire altro.
Mamoru annuì, emozionato, e si avvicinò con Setsuna al cristallo del cuore puro lasciato da Kaolinite.
-Giusto, Sailor Uranus. C’è ancora una cosa da fare. La più importante.

-Eudial… Ha ripreso il controllo sui suoi poteri.
-Complimenti, Trunks. La tua affermazione è corretta- si complimentò la strega, passando in rassegna i suoi nemici con lo sguardo -sai, devo ammettere che per un attimo avevo temuto per la mia sanità mentale. Ad un certo punto della mia battaglia con quel Gotenks… Ormai ho capito che si è trattato di una tua trasformazione combinata con Goten… Per non rischiare la sconfitta, ho ceduto alle pressioni del cristallo del demone Kyuubi e ho lasciato a lui libertà d’azione. Da quel momento in poi, nella mia memoria c’è il vuoto. Non ricordo nulla di ciò che il potere del cristallo ha fatto a voi. Nulla… fino a quando una inutile piattola umana non ha deciso di rifarsi viva per l’ultima volta.
Eudial si guardò una mano e la strinse forte, immaginando di avere ancora fra gli artigli la carcassa della persona che più odiava.
-Mimete… Dovrei smetterla di definirla inutile, in fondo è solo grazie al suo patetico e ipocrita tentativo di fare l’eroina che io e il potere della volpe abbiamo finalmente raggiunto l’equilibrio assoluto. Così come io ho compreso il suo odio viscerale per Naruto, lui ha compreso il mio per Mimete. Ora posso finalmente dirlo…
La ragazza puntò di nuovo lo sguardo sui nemici. In quella, mentre la sua maschera si ricostruiva, una delle code frustò il suolo, per sollevare dal campo una colonna di cemento e permettere alla strega di sovrastare tutti.
-…io e il demone siamo DAVVERO una cosa sola! E dopo che mi sarò sbarazzata di voi…
Le costole dell’esoscheletro si aprirono, e dallo stomaco di Eudial emerse un enorme serpente di chakra oscuro dalla testa a forma di volpe, che spalancò la bocca per eseguire un ennesimo attacco.
-…nulla mi impedirà di dominare il mondo!
-Non te lo permetterò!
Imitando l’esempio di Trunks, Majin Bu si immolò davanti a tutti e, inalata quanta più aria poteva, espanse ed appiattì il suo corpo fino a trasformarlo in un gigantesco telone vivente.
-Sei un illuso, se pensi che quel trucco riuscirà a fermarmi!
Ignorandola, il demone girò la testa verso i suoi amici.
-Tutti quanti, presto! Scappate! Andate via!
-Bu, sei impazzito?!- gridò Makoto -non possiamo tirarci indietro! Se uniamo le nostre forze…
-Ora che Eudial ha raggiunto la forma definitiva, la sua forza si è moltiplicata di parecchio rispetto a prima! Il raggio che prima ha quasi steso Trunks ora può ucciderlo davvero, e voi con lui! Io posso sopravvivere, anche se mi ci vorrà molto per rigenerarmi! Andate! ANDATE!… …ma che diavolo?!?

In quella, Bu sentì qualcosa passeggiargli nel cervello. Prima che se ne potesse rendere conto, un ragazzo microscopico saltò fuori da uno dei fori del suo cranio.
-SIETE SPACCIATI!!!…
La volpe spalancò la bocca.
Nello stesso istante, il ragazzo riprese le sue dimensioni originali.
-KAGE BUNSHIN NO JUTSU!!!
Un secondo più tardi, un esercito di ninja biondi si gettò nelle fauci del serpente per soffocarlo: soppresso, il raggio che era in procinto di scagliare gli esplose in bocca, costringendolo a tornare nel corpo di Eudial.
Dopo che il fumo si fu diradato, la strega scoprì la causa di tutto. Fra lei e Majin Bu, in piedi al centro del campo, a fissarla con sguardo spavaldo e determinato, c’era Naruto.

-TU!?- gridarono la strega e il demone contemporaneamente.
-Come diavolo hai fatto? Ti avevo trasformato in cioccolatino, Ti avevo mangiato!
-Non esattamente, signor Majin Bu- rispose l’Uzumaki, senza voltarsi -ho semplicemente riproposto il trucco che avevo già usato col tuo fratellino malvagio più di un anno fa.
-Il mio che?
-Ti ho fatto credere di avermi colpito e trasformato con il tuo raggio caramellante, ma in realtà, dopo averlo schivato per un pelo, sono stato io, con la tecnica della trasformazione, a prendere le sembianze di un cioccolatino. Una volta finito all’interno del tuo cervello, ho ripreso il mio aspetto e ho atteso il momento migliore per scappare. E ora…
Il fiero ninja alzò un pugno verso la strega.
-…sono pronto a saldare i conti! Eudial, è con me e solo con me che devi prendertela! Sono io il ragazzo della profezia, ricordatelo! Sono io l’uomo sul cui cadavere devi passare per prima! Fatti sotto!

-…no.
Con stupore di tutti, e soprattutto di Naruto, Eudial si limitò a stiracchiarsi.
-Co-come no? Come sarebbe a dire? Io sono ancora vivo, dovresti essere super incavolata!
-Wow, in qualche modo hai ammesso di essere odioso. Beh, in effetti un po’ innervosita lo sono… ma come ho appena detto io e il cristallo della tua volpe abbiamo raggiunto una perfetta sintonia, nonché un’assoluta pace interiore. Quindi, sarò superiore a certe futili arrabbiature e non scenderò a massacrarti come l’altra volta. …non quando qualcuno può farlo per me.
Gli eroi si schierarono a fianco di Naruto e si misero in posizione di difesa, aspettandosi un assalto da parte delle pseudo-volpi.
Invece, qualcuno di più disgustoso scese in campo.
Tra le costole di Eudial fece capolino una testa, seguita dal resto di un corpo.
-M-m-m-m-ma…
Naruto aveva un’ottima ragione per balbettare. L’ultimo arrivato aveva infatti le sue stesse sembianze, ma al contrario di lui questo clone era privo di occhi e consumato da un chakra oscuro che ne rendeva i lineamenti mostruosi.
-Non fare quella faccia, Naruto! Non riconosci più i tuoi stessi cloni?- scoppiò a ridere Eudial, mentre dal suo ventre ne spuntava fuori un’intera squadra -i cloni sono essenzialmente fatti di chakra, se non vado errata…
-E c-c-c-con ciò?
Dietro la maschera, sul volto di Eudial si dipinse un sorriso perverso.
-Nessun ninja… o guerriera sailor, o chiunque altro voglia opporsi a me… può più ostacolarmi. La mia padronanza del chakra, mio o dei miei avversari, è perfetta e assoluta. Come recitava la tua sciocca profezia, io porterò la rivoluzione nel mondo. E adesso, MORITE!
A un gesto della strega, brandendo Rasengan oscuri le copie malvagie di Naruto partirono all’attacco.

-Moon. Spiral. Heart. ATTACK!!!

Gli pseudo-Naruto gridarono tutta la loro agonia prima di morire.
Una pioggia di lastre d'energia a forma di cuore si era abbattuta con violenza su tutti loro, facendoli svanire nel nulla.
-Che… Che cosa è stato? Ragazze, siete state voi?- domandò Naruto confuso, girandosi verso le sailor. Sulle prime, le ragazze non risposero: sapevano benissimo chi era stato, ma per l'emozione e la sorpresa non riuscivano a parlare.
Anche Eudial aveva capito, ma al contrario delle sue nemiche non sapeva ancora bene come reagire alla notizia.
-Lei… Dove ti nascondi, vigliacca?!? Mostrati! …uh?
Gli eroi e la strega guardarono in alto. Un megaschermo, installato in cima all'unica sezione degli spalti dello stadio ancora in piedi, si era appena acceso: non mostrava nulla, solo una serie di strisce verticali colorate.
Poi, una voce parlò.
-Parli di vigliaccheria, Eudial, quando proprio tu, con un colpo alle spalle, hai dato inizio a tutto questo. Mi hai privata dell'anima, e della possibilità di lottare al fianco dei miei amici. A causa della vostra insana sete di potere, tu e le altre streghe avete portato sofferenza e disperazione in ogni angolo del mondo… compresa la mia città. Le tue azioni, però, non sono ancora riuscite a distruggere la cosa più importante. I miei alleati, i miei amici, sono ancora in piedi e determinati a combattere. È solo grazie ai loro sforzi se tutte le altre streghe sono state fermate, ed è sempre grazie ai loro sforzi se posso dire di avere salva la vita.
Una crepa cominciò ad allargarsi sulla superficie del monitor.
-A loro devo tutto, ed il momento in cui ho l'occasione di ricambiare il favore è finalmente arrivato!
Il megaschermo si incrinò fino a saltare in aria in una pioggia di scintille.
Alla luce prodotta dai due piccoli incendi causati dall'esplosione, e soprattutto dalla luna alle sue spalle, i presenti poterono finalmente vedere la proprietaria della voce.
Una guerriera sailor alata, dai decisi e determinati occhi azzurri, e dai codini biondi mossi dal vento.

-Sono Sailor Moon, e sono tornata per punirti… in nome della Luna!

  
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