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Autore: crige    14/01/2016    7 recensioni
Storia ispirata dall' altra mia FF "Save Me".
Parla della "favola" d' amore di Feffe e Federica.
Non c'è bisogno di aver letto "Save Me" per poter seguire questa!
Il racconto parla di Francesca, una 15enne abbandonata a sé stessa che ha perso fiducia nelle persone e nella vita, a causa della sua situazione familiare.
L' altra protagonista è Federica, una ragazza piena di vita, solare e terribilmente imbranata e sbadata!
Due persone totalmente differenti, che finiranno per scontrarsi e sconvolgersi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Spesso vediamo solo buio.
Ci ritroviamo in un angolo, da soli.
Niente stimoli dall' esterno.
Niente che ci faccia aver voglia di vivere.

Sorridere sembra essere un ricordo ormai lontano.
Nelle tue orecchie rimbomba solamente musica triste.
Le tue gambe non si vogliono alzare.

Ti senti così quando tutto intorno a te cede.
Si spezza, svanisce.
E tu puoi soltanto restar fermo a guardare.
Puoi quasi sentire ogni cosa scivolarti via dalle mani.

Gli occhi si chiudono, come se non volessero vedere più niente.
Non volessero più stare ad assistere a tutto ciò che ti colpisce.
Le braccia si legano intorno allo stomaco.
Come a difenderti da altri colpi.
Dentro di te, vorresti soltanto che finisca tutto in fretta.

Ma poi, quando meno te lo aspetti, uno spiraglio di luce penetra le tue difese.
Illumina ovunque.
Una mano si tende verso di te.
Ti aiuta a rialzarti.
A rimetterti in piedi.

Una mano che non conosci.
Che non ti è familiare.
Ma pur sempre una mano.
Ciò di cui adesso hai bisogno.

Si stringe intorno alle tue dita.
Ti accompagna fuori dal tuo cantuccio.
E, piano piano, ti mostra tutto ciò per cui vale la pena continuare a lottare.

A volte l' aiuto che ti occore, arriva proprio da chi non ti saresti mai aspettato.
Perché quello è un aiuto sincero.
Vero, genuino.
Puro.

Un aiuto da chi non si aspetta niente da te.
Che non ha secondi fini.
Che non vuole gloria.

Per cui, affera quella mano.
Alzati.
Apri gli occhi e torna a vedere quanto è bello il mondo.



                                                                                                                 **********


-Francesca- 

Mi sento chiamare e scuotere leggermente.
Lascio andare uno sbadiglio.
Mi stropiccio un po' gli occhi, prima di aprirli.

Metto a fuoco ciò che mi circonde.
Una stanza luminosa.
Due occhi verdi smeraldo e un bellissimo sorriso.
Devo essermi addormentata in camera di Fede.

-Dormigliona!- mi sbeffeggia, ridendo -io studio e tu ti addormenti? Non mi sembra giusto!-

-Scusami- biascico, con la voce ancora impastata dal sonno -non ho dormito molto, stanotte-

Solamente perché dormire al freddo su una panchina in un parco, non è proprio comodo.
Ormai sono quasi due mesi che non dormo in un letto vero.
Senza contare l' ultima ora.

Due mesi che me ne sono andata di casa.
Che ho lasciato Marta.
Chissà se sta bene...

All' improvviso la bionda mi salta addosso.
Inizia a farmi il solletico, urlando come una scema.
Mi dimeno, cercando di invertire le posizioni.
Alla fine ci riesco.

-Sei una maledetta stronza!- rido della sua faccia contrariata -è così che mi dai il buongiorno?-

-E come lo avresti preferito?- sorride, maliziosa -non credo che ti meriti i miei baci! Ti sei addormenata quando avresti dovuto sostenermi!-

-Ah, si?!- inarco un sopracciglio -Se è così che la metti, me ne vado subito!- faccio per alzarmi, ma lei mi blocca per un braccio.

-Stupida- soffia, prima di baciarmi.

Incrocio le mani tra i suoi capelli.
Le sue vagano sulla mia schiena.
Su e giù con ritmo sensuale.

Negli ultimi mesi ci siamo trovate spesso in questa situazione.
Ormai il mio imbarazzo è quasi del tutto sparito.
Mi sento veramente a mio agio con lei.
Come non mi era mai capitato con nessuno.

Sua madre si è abituata alla mia presenza in casa.
Non ha alcun  problema a farci stare da sole in camera.
Se solo penso alla mia di madre...

-Ehi, resta con me- sussurra, accarezzandomi una guancia.

-Sono qui- dico, puntando gli occhi nei suoi.

-Non è vero- s' imbroncia -conosco quell' espressione corrucciata-

-Stai tranquilla- bisbiglio, prima di ribaciarla.

L' atmosfera si fa sempre più passionale.
Sento le sue mani a contatto con la mia pelle sotto la maglietta.
Le mie si fanno largo sotto la sua.
Le sfioro l' ombelico.
La pancia piatta.
Il reggiseno...

-FEDERICA- l' urlo di sua madre ci fa saltare entrambe.

Ci stacchiamo immediatamente.
Come se avessimo paura che possa apparire da un momento all' altro.
Sospiriamo insieme, un po' scocciate per essere state interrotte.

-CHE C'E'?- urla di rimando, F.

-E' ARRIVATA ELEONORA!-

-SCENDIAMO SUBITO- risponde, prima di alzarsi dal letto.

La imito, alzandomi a mia volta.
Mi ricombongo, sistemandomi i vestiti.
M' infilo le scarpe.

-Cerca di comportarti bene- mi ammonisce, portandosi di fronte a me.

-Lo farò se lo farà anche lei- sbuffo.

-Siete due bambine- afferma, voltandosi -E Francesca- mi richiama, dandomi ancora le spalle -non mi piace quello sguardo che hai- sospira -vorrei che un giorno me ne parlassi- dice, lasciando poi la stanza.


                                                                                                           **********


Se mia madre non ci avesse interroto, non so cosa sarebbe successo.
Maledetta Testona.
Arriva sempre al momento meno opportuno.

Negli ultimi due mesi, io e Francesca, abbiamo fatto molti progressi.
Adesso mi appella pure come "La mia ragazza".
E diciamo che stiamo anche iniziando a scoprire i corpi reciprochi.
E Dio, quando mi sfiora....

Comunque, non è questo il punto.
Il punto è che si sta lasciando andare.
Si sta aprendo con me.
Ed è bellissimo.

Anche se ancora non si apre con me.
Non mi dice cosa la preoccupa.
Cosa la fa stare continuamente con il pensiero altrove.

Vorrei che mi parlasse.
Che mi lasciasse entrare.
Vorrei esserle d' aiuto...

-Ele!- grido di gioia, saltando addosso alla mia amica.

-Ehi, F- sorride, scompigliandomi i capelli.

-Santoro- soffia, Francesca, venendoci incontro.

-Creatini- 

-Quand'è che vi chiamarete per nome?- sbuffo, contrariata.

-Ah, perché, ne ha uno?- sogghigna la bionda.

-Eleonora- la richiamo, dura -non iniziare-

E' impossibile.
Quando provo a farle stare insieme, va a finire che si scannano.
Mi sembra di essere all' asilo.
Sono insopportabili.

-Non importa- Francesca mi viene di fronte -tanto devo scappare- Si abbassa, lasciandomi un bacio a stampo -ti chiamo dopo-

-Come vuoi- sospiro, un po' dispiaciuta.

L' abbraccio di slancio.
Mi lascio sollevare un po'.
Alla fine mi rimette a terra, sorridendo.
Mi bacia una guancia e sparisce dietro la porta.

-Ma perché devi sempre fare la stronza?- sbotto, rivolgendomi alla mia amica.

-E te la vuoi smettere di baciarti con lei di fronte a me? Mi fate venire la nausea o peggio ancora, il diabete!- 

-Idiota- rido, spingendola di lato -dai, andiamo in camera-

Una volta in stanza, Ele si impossessa del letto.
Si sdraia a pancia in su, allargando le braccia.
La sento sospirare.

-E comunque dov'è che andava?- chiede, riferendosi a Francesca.

-Ha detto che aveva una cosa da fare in centro- rispondo, alzando le spalle -Allora? Che mi racconti?- sorrido, raggiungendola sul matrimoniale.

-Ho mollato Elia- dice, con non curanza -mi aveva stufato- 

-Strano- storcio il naso, ironica -almeno questo è durato più di due giorni-

-Cosa vorresti dire?- si mette a sedere, puntandomi un dito contro -non è colpa mia se i ragazzi sono appiccicosi!-

-Sei tu a volere solo del sesso!-

-E che c'è di male?- ribatte, lasciandosi cadere di nuovo.

Alzo gli occhi al cielo, sbuffando.
Ci risiamo.
Non cambierà mai.
Non capisco perché abbia bisogno di una vita sessuale così attiva.

Abbiamo solo quindici anni, in fondo.
Ne abbiamo di tempo per fare quelle cose.
O almeno potrebbe farlo con un ragazzo solo.
Che bisogno c'è di cambiarne uno ogni tre giorni?

-I miei sono tornati- afferma -hanno promesso di non fare viaggi di lavoro per un po'-

-Sono contenta-

So quanto l' assenza dei genitori, la faccia star male.
Non fraintendetemi, Maria e Giovanni sono fantastici!
Si interessano molto alla figlia.
E' solo che spesso si perdono alcuni suoi avvenimenti importanti a causa del lavoro.
Ma le vogliono un mondo di bene e non perdono mai l' occasione per dimostrarglielo.

-Babbo ha detto che domenica viene a vederci giocare- sorride -e dopo mi porta a bere una birra fuori- 

Posso vedere come le si illuminano gli occhi.
Eleonora venera suo padre.
Lo ammira molto.

In fondo ha creato la sua società dal niente.
Si è fatto un nome importante e rispettato.
Lo conoscono tutti in città.
Come anche Maria!

-Mi fai le coccole?- domando, con voce da cucciolo.

-Perchè? Non te le ha fatte la Creatini?-

-Abbiamo fatto altro!- sorrido, sorniona.

-Bleah! Non lo voglio sapere!- bubbola,  guardandomi -e poi hai il coraggio di sgridarmi per la mia vita sessuale!-

-Idiota!- le tiro una lieve manata su una spalla -non abbiamo fatto quello- arrossisco in modo imbarazzante -e comunque, me le fai le coccole o no?-

-Vieni qui, scema- sorride, facendomi segno di avvicinarmi.

Prendo posto accanto a lei.
Poggio la testa sul suo petto.
Le circondo lo stomaco con un braccio.
Mi lascio beatamente accarezzare i capelli.

Non è che io non abbia pensato a quello.
Ci penso ogni volta che Francesca mi bacia.
Ogni volta che mi sfioria.
Ma non siamo ancora  a quel punto.
Non siamo ancora pronte.
Serve il momento adatto.

-Mi sei mancata, Testona- sussurro, stringendola.

-Anche tu, Sgorbio- sospira -dopo ti va di fare un giro in città?-

-Ci sto!-



                                                                                            **********

"Vorrei che un giorno me ne parlassi".
Quelle parole mi rimbombano in testa da quando Federica le ha pronunciate.
Mi entrano dentro, ferendo tutto ciò che incontrano.

Io vorrei parlarle.
Vorrei dirle tutto.
Intendo, proprio tutto.
Ma come faccio?

Come le dico che mia madre mi ha praticamente cacciato di casa?
Come le dico che ho abbandonato mia sorella?
Come le spiego il "lavoro" che devo fare per mantenermi?
Come potrà mai capire e passare sopra a tutto ciò?

Non posso.
Non posso dirle niente.
La perderei.
E non  voglio.
Non  voglio perché è la prima cosa bella che mi sia mai successa.
La prima che mi dia una ragione per affrontare questa vita di merda.

Lascio andare un sospiro.
Mi ficco le mani in tasca, continuando a camminare.
Ormai sono quasi a destinazione.
Devo fare una "consegna" e poi posso andare a cercare un posto dove passare la notte.
Spero di trovare un riparo al chiuso e non il solito parco freddo.

Svolto l' angolo, addentrando una viuzza semi buia.
Vedo già l' uomo che mi sta aspettando.
Gli faccio un cenno col capo, raggiungendolo.

-Ce l' hai?- mi chiede, sbrigativo.

-Sì- rispondo, porgendoli una busta di carta marrone.

La apre.
Controlla che ci sia ciò che aveva richiesto.
Successivamente recupera il portafoglio allungandomi due banconote da cinquanta.
Ficca tutto nello zaino e si allontana.

Abbandono la stradina, subito dopo di lui.
Alzo gli occhi, riponendo i soldi nella tasca del giubbotto.
Solo in quel momento, realizzo chi ho di fronte.

Due occhi verdi mi fissano.
Sbarrati, increduli, feriti.
Scrutano me e le spalle dell' uomo che ho appena incontrato.

-Non ci vuole una laurea per capire cosa facevi laggiù- soffia, con le lacrime agli occhi -io credevo che fosti diversa da quello che dicono di te- scuote la testa -sono una stupida-

-No, Fede- quasi urlo, facendo un passo nella sua direzione.

-No- sibila -No- ripete, prima di darmi le spalle e correre via.

Inizio a correre, cercando di raggiungerla.
Mi accorgo della presenza della Santoro, solo quando un suo pugno mi colpisce allo stomaco.
Mi piego in avanti tossendo.

-Non ti azzardare- ringhia, a denti stretti -suo fratello ha problemi con la droga- sussurra al mio orecchio -da anni cerca di ripulirsi- aggiunge, cercando il mio sguardo -non sforzarti di cercarla- sorride falsamente -questa non te la perdonerà mai-

Gli occhi si fanno lucidi immediatamente.
Il respiro mi viene a mancare.
E' come se il mio cuore avesse smesso di battere.

-Non lo faccio perché lo voglio fare- dico, con la voce spezzata -Ho bisogno di soldi-

-Non è più semplice chiedere ai tuoi genitori?- ride, prendendosi gioco di me.

-Io non esisto per loro- abbasso la testa, lasciando uscire quelle parole.

Non so perché io le stia dicendo ciò.
Forse sono solo disperata.
O più semplicemente, avevo bisogno di dirlo a qualcuno.

Qualcuno che non sa praticamente niente di me.
Che non mi è amico.
Qualcuno per cui non conto niente.
Per il quale sono totalemente indifferente.

La Santoro fa un passo indietro.
Si passa una mano tra i capelli.
Lo sguardo confuso.

-Che intendi dire? Stai cercando di impietosirmi, Creatini? Perché sappi che mi fai già abbastanza pena-

-Mi hanno cacciato di casa- punto gli occhi nei suoi -mia madre mi ha visto baciare Fede-

-Cosa?-

-Ma quello è stato solo un pretesto- sorrido, amara.

Restiamo a fissarci per un tempo indefinito.
Nessuna delle due sa cosa dire.
Ci guardiamo e basta.
Immobili.

Sento che non ho altro da perdere.
Sento che le cose non possono andare peggio di così.
E la colpa è solo mia.

-Ricomponiti, Creatini- dice, in fine -ci hai provato, ma con me non funziona- afferma, prima di voltarsi e andarsene.



                                                                                             **********



Fanculo Creatini.
Lo sapevo che quella lì è una poco di buono.
E poi ha pure avuto il coraggio di raccontare cazzate pur di attirare la mia attenzione!
Che si fotta.

Ci ho messo due ore buone per calmare un minimo Federica.
Non l' avevo mai vista così.
Vorrei tanto prendere a calci quella stronza.

L' ho lasciata quando è riuscita ad addormentarsi.
Sono uscita di casa e sono tornata in centro.
Perché?
Perché la mia migliore amica ha un brutto effetto su di me.

Devo assicurarmi di una cosa.
Devo essere certa che sia davvero così.
Perché se dovessi scoprire il contrario e Fede lo venisse a sapere, non mi perdonerebbe mai.

Quindi ho girato tutte le strade.
Ho guardato in ogni dove.
Poi finalmente l' ho trovata.
Francesca Creatini.

Una vocina nella mia testa mi ha imposto che dovevo controllare.
Che dovevo seguirla e vedere con i miei occhi che prima mi stava mentendo.
Ho bisogno di sapere.

L' ho seguita per quasi tutta la città.
Ha scrutato varie strade.
Vari parchi e giardini.
Come se stesse cercando qualcosa.

Alla fine è entrata in un parco in periferia.
Adesso sta fumando una sigaretta, seduta su una panchina.
La vedo aprire lo zaino e recuperare una felpa e una coperta.

Arrotola la felpa a mo' di cuscino.
Si sdraia poggiandovici la testa e coprendosi successivamente con la coperta.
Inizio a credere che non mi stesse prendendo per il culo.

-Creatini- sobbalza, scattando a sedere.

-Santoro- mi guarda sorpresa -se sei venuta a picchiarmi, fà pure, non reagirò-

-Non mentivi- non è una domanda -mi stavi dicendo la verità, prima-

Si limita a fissarmi.
Mi scruta, curiosa.
Aspetta che continui a parlare.

-Io ti ascolto- affermo, sedendomi accanto a lei.

E così rimango qui.
Sto qui a sentire dei maltrattamenti che ha subito da parte dei suoi genitori.
Di come ha da sempre dovuto badare a sé stessa e a sua sorella.
Del motivo per il quale si è trovata a spacciare.
Di come sua madre l' abbia cacciata di casa dopo che l'ha vista baciare Federica.
Del fatto che vive in giro da due mesi.

Sto qui ad ascoltarla e mi sento sempre più stupida.
Più stupida per tutto quello che pensavo di lei.
Mi sento in colpa per come la tratto da sempre.
Com'è che mai nessuno si è accorto di tutto ciò?

-Ma non potevi chiedere aiuto a qualcuno? Qualche familiare?- le domando, scioccata.

-Avevo solo mia nonna ed è morta- afferma, abbassando lo sguardo.

-I tuoi amici?-

-Non volevo coinvolgerli- alza le spalle -questo è un problema mio, non loro-

-idiota- sbuffo, mollandole un pugno sulla spalla -perché cazzo non l' hai detto a Federica?-

-E cosa avrei dovuto dirle?- ribatte, massaggiandosi la parte lesa -sai, Fede, per vivere spaccio droga! Spero tu possa capirlo!- blatera, ironica.

-Avresti potuto dirle dei tuoi!- alzo leggermente la voce -spiegarle la situazione!-

-No!- si alza in piedi -è solo un mio problema!-

-Quanto sei imbecille, Creatini- soffio, alzandomi a mia volta -prendi le tue cazzo di cose-

-Perchè?-

-Fallo e basta!- le mollo un altro colpo sulla solita spalla.

-La smetti di colpirmi?- si lamenta, afferrando lo zaino -e dimmi perché devo prendere le mie fottute cose!-

Alzo gli occhi al cielo, scocciata.
Non so perché io stia facendo tutto ciò.
Molto probabilmente solo perché è quello che farebbe la mia amica.
O almeno credo sia per questo.

-Vieni a vivere da me- quasi non mi sembra vero di averlo detto.

-Non se ne parla! Io..-

-E stai zitta!- la interrompo -per prima cosa, verrai a stare da me fino a quando non troveremo un' altra soluzione e seconda cosa, aggiusterai le cose con Fede-

-Perché stai facendo tutto questo?- chiede, a bassa voce.

-Credimi, non lo so neppure io-



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ANGOLO AUTRICE:

Buona sera a tutti,

immagino che le scuse per questa lunga assenza siano solamente inutili.
Spero di aver rimediato.
Prometto che da adesso in poi, cercherò di aggiornare regolarmente.

Questo capitolo è uscito leggermente diverso da come lo avevo pensato.
Ovviamente, come al solito, non mi soddisfa.
Ma è fondamentale.
Adesso la storia entra nella seconda parte.
Chi ha letto "Save Me" riuscirà finalmente a capire varie cose.

Detto questo, vi saluto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Scusatemi ancora.

Un abbraccio,

Crige.
  
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