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Autore: LittleHarmony13    18/01/2016    1 recensioni
Harry Styles frequenta il corso di letteratura inglese alla Oxford University, ed è in procinto di dare la tesi. Ha un ragazzo, buoni voti e una migliore amica perfetta. Tutto sembra andare per il meglio ma...
Louis Tomlinson ha una laurea in storia dell'arte della Oxford University, un lavoro ben poco retribuito alla biblioteca della suddetta università, un dottorato da conseguire, e tanta voglia di riscattarsi.
Il giovane non ha mai conosciuto l'amore, ma...
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AU, Harry!LiteratureStudent, Louis!HistoryofArtStudent ~ Larry Stylinson.
Slash| Louis/Harry| Niall/Lottie| Harry/Matty Healy| Zayn/Emma Watson.
AVVISO: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE IN PAUSA MA NON E' FINITA. CERCHERO' DI TORNARE IL PRIMA POSSIBILE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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10. Opera d'arte



 
"Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro, e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante."

Inferno (Canto V), Dante Alighieri.

 




Louis' Pov.

 

Non sono mai stato credente, ma questa sera ho capito che una qualche divinità deve pur esistere, altrimenti non so spiegarmi come ho fatto ad arrivare a casa di Harry senza che lui vomitasse in macchina.
Per tutto il tragitto mi sono imposto di guardare la strada, perché ci sarebbe mancato giusto un incidente, ma l'idea di Harold tremante e sofferente accanto a me non mi ha fatto mantenere la giusta concentrazione. Ad un certo punto, a più o meno il quindicesimo gemito, gli ho stretto forte la mano e ho pregato di arrivare presto a casa.
Per fortuna Harry ha avuto la forza necessaria per arrivare fino a qui, e adesso, davanti a casa sua, dove posso finalmente prestargli attenzione, vedo quanto sta male.
Il suo viso è pallidissimo, alla luce della luna, qui davanti all'ingresso, e delle goccioline di sudore gli imperlano la fronte. Capisco che se non entriamo adesso, Harry avrà seriamente dei problemi, quindi mi avvicino a lui, e prendendogli entrambe le mani, gli sussurro: “Harold, tesoro, dove hai messo le chiavi?”
Il mio ragazzo mi guarda, ma non sembra capire. “Le chiavi?!?”
Ok, è peggio di quanto pensassi. “Sì, Harry, sai, quelle per aprire la casa.”
Un lampo di consapevolezza passa sul suo viso, e poi si rabbuia. “Non saprei.”
D'accordo, so che è ubriaco, ma ora sto seriamente perdendo la pazienza. “Cosa cazzo vuol dire non lo so, Harold?”
Harry continua a guardare per terra, confuso. “Vuol dire che non mi ricordo.”
Poi barcolla un po' e poggia una mano sul mio polso. “Dio, Lou, quella roba era proprio forte. Sto malissimo.”
Ok, è arrivato il momento che prenda in mano la situazione. Dove può tenere una persona le chiavi? Poi, però, vedo una sporgenza dalla sua tasca, e sorrido, perché Harold ha le chiavi in tasca, e nemmeno se ne è reso conto. Mi chino per prendergliele, e lui neppure se ne accorge.
Quando apro, mi guarda come se fossi un mago.
“E quelle da dove sono spuntate?”
Alzo gli occhi al cielo, e gliele porgo di nuovo. “Dal mio cilindro. Insieme ne è uscito anche un coniglietto bianco.”
Harry, adesso, mi guarda come se fossi pazzo. “Un coniglio?!? E dov'è? Possiamo tenerlo Loulou?”
Devo trattenermi dallo scoppiargli a ridere in faccia, ma questo Harold ubriaco mi fa morire. “Se fai il bravo! Ora entra, che fuori fa freddo!”
Harry sembra non riconoscere neppure casa sua, a momenti, e appena arriva nell'ingresso si guarda intorno, spaesato.
“Siamo in casa tua, Lou?”
Scuoto la testa, ormai sconsolato dal fatto che Harold, probabilmente, o vomiterà, o dirà sciocchezze per tutta la serata, o magari tutte e due insieme, quando alla fine sembra avere un'intuizione.
“No, ora mi ricordo! Questa è casa nostra!”
“Non proprio, tesoro.” Cerco di farlo ragionare, ma mi sa che stasera è impossibile.
“Ma sì che è casa nostra! Dovremmo proprio ridecorarla un po'. Prenderò alcuna di quelle lettere componibili e ne attaccherò alcune qui.”
Poi si dirige al divano, e mi indica la parete che lo sovrasta. Decido di stare al gioco, perché è più facile.
“E cosa ci vorresti scrivere?”
Harold si posa un dito sul mento, come se fosse un grande pensatore, e la cosa mi fa sorridere. Alla fine si illumina, come se avesse avuto un'idea eccezionale.
“Ci scriveremo Larry!
Ok, è più ubriaco di quello che pensavo! “E cosa cazzo vorrebbe dire, Larry?”
Harry mi guarda come se proprio non ci arrivassi, e spalanca quei suoi meravigliosi occhioni. “Ma come cosa vuol dire, Loulou? Louis ed Harry, no? E' il nome della nostra coppia! Ce l'hanno anche tutte le coppie famose, come Brad ed Angelina.”
Mi batto una mano sulla fronte, e cerco di trattenermi dal ridere. “Sto con un cretino. Un cretino molto ubriaco.”
“Senti, Lou, io non sono ub...”
Ma poi Harry si interrompe e corre verso il bagno. Ecco, lo sapevo.
Sono stato nella sua situazione tante di quelle volte che ormai so a memoria tutte le cose che succederanno. E purtroppo non c'è niente che io possa fare per farlo sentire meglio. La sbornia deve seguire il suo corso.
Gli corro dietro, in bagno, e quando apro la porta, lo trovo chino sul wc, intento a riversare ogni cosa che ha mangiato questa sera.
“Oh, Harold.”
Non so cosa fare, e mi sento completamente impotente. So che non è niente, e che Harry starà benissimo. Lo so perché ci sono passato talmente tante volte che ormai non riesco neppure più a contarle, ma non so perché, vedere la stessa cosa su Harold per me è devastante.
Vorrei prendere tutto il dolore che sta provando adesso, e trasferirlo su di me. Vorrei poter esserci io, chino su quel wc, e vorrei che Harold fosse qui, a guardarmi dalla porta, e per un momento mi stupisco di me stesso, chiedendomi cosa mi stia succedendo.
Una vocina nella testa mi parla di amore, e per una volta non la scanso. E' davvero questo l'amore? E' starsene qui a guardare Harold vomitare anche l'anima, ma rendendomi conto che è comunque la persona che preferisco al mondo? Ed è questa voglia irrazionale di voler fare cambio con lui e prendermi tutte le sue sofferenze?
Poi però mi rendo conto che non è il momento adatto per fare discorsi filosofici, quindi mi ricompongo, e mi inginocchio accanto a lui. Gli circondo la vita con le braccia, e provo, con il mio affetto, a rendergli il dolore un po' meno difficile da sopportare.
Harry prova a parlare, ma non ci riesce. Capisco che vorrebbe mandarmi via, perché non vuole che lo veda in quelle condizioni, ma lo zittisco subito.
“Shh, Harold. Ormai non potresti farmi scappare via neppure se tu lo volessi.”
Harry non riesce a ribattere, perché è scosso da un altro conato.
Gli sposto i capelli dal viso, ma poi vedo che ha un elastico al polso, quindi con dolcezza glielo sfilo e lo uso per fargli un codino.
Poi mi sposto, per lasciargli un bacio sulla guancia, e scopro che il suo viso è coperto di lacrime. Lo so, essere ubriachi fradici fa schifo, e capisco come si sente.
Provo a scacciargliele, con le mie mani, ma lui si sente di nuovo male, quindi non posso fare altro che starmene abbracciato a lui, e baciargli la nuca, nella speranza che si calmi.
Quando lo stomaco di Harry arriva al punto in cui non ha più niente contro cui prendersela, il mio ragazzo è scosso da tremiti, e si appoggia con la schiena contro il lavandino. Gli passo lo spazzolino, così che possa lavarsi velocemente i denti, e togliersi il cattivo sapore di bocca.
Io tiro lo sciacquone e poi gli tendo una mano. “Ce la fai ad alzarti?”
Harry mi prende la mano, ma poi scuote la testa. E' debole, lo vedo da come incurva le spalle.
“Neppure per arrivare fino in camera?”
La voce gli esce flebile, come in sussurro. “No, non credo.”
“Non c'è problema, allora ce ne stiamo qui.”
“No... No, tu vai a letto, Loulou. Io ti raggiungo quando sto meglio.”
Sbuffo, scocciato, e conto fino a dieci. Poi però dico lo stesso quello che penso. “Ma lo fai apposta o hai battuto la testa da piccolo?”
Harry sobbalza, e vedo che nel suo stato di incoscienza non riesce a capire cosa voglio dire, quindi mi pento subito e uso un tono più dolce.
“Harold, non ti deve neppure passare per la testa che ti lasci qui quando stai male. E' una cosa che non dovrebbe sfiorarti minimamente neppure un angolo del cervello.”
Mi chino, e lo trascino con me fino al muro accanto alla porta. Abbastanza vicino alla camera, se si sentisse meglio, e con il lavandino a portata di mano, se dovesse stare di nuovo male.
Harry si siede accanto a me, ma io lo prendo per la vita, e lo faccio sedere sulle mie gambe. Harold poggia la testa nell'incavo della mia spalla, e per un po' ce ne stiamo così.
Perdo completamente il senso della realtà, un po' per la stanchezza, un po' perché la sensazione del corpo di Harold sul mio mi fa sempre questo effetto, quindi quando mi sussurra nell'orecchio fra un po' nemmeno ci faccio caso.
“Grazie, Loulou, dico davvero.”
Ed è proprio perché non lo stavo ascoltando più di tanto, che rispondo nel modo più spontaneo, non appropriato, e stupido possibile. “Ma figurati, amore.”
L'avevo detto io, che se non avessi fatto attenzione quella parola mi sarebbe sfuggita di bocca! Stupido! Sei proprio uno stupido, Louis Tomlinson!
Mi rincuoro un po' a pensare che Harold è talmente ubriaco che probabilmente non se ne è nemmeno reso conto.
Ma poi quello stronzo alza la testa del mio collo, e con gli occhi lucidi per il troppo alcol, mi dice: “Mi piace quando mi chiami amore. Come questa mattina, quando ci siamo svegliati!”
Ma di cosa cazzo sta parlando? “Harry, sono abbastanza sicuro che io non abbia detto niente sta...”
Ma Harold mi blocca prima che possa finire, posandomi un dito sulle labbra, e quando mi risponde, strascica le parole: “Sì sì lo hai detto, Loulou!”
Non mi sembra il caso di mettermi a discutere con lui adesso, quindi annuisco, e gli do ragione, come si fa con i pazzi. “E va bene, mi hai beccato furbetto!”
“Lo so che non mi credi, ma ti assicuro che è così!”
Gli metto un dito sul naso, ed Harry comincia a ridere. “Non ti credo, perché sei completamente andato, Harold.”
“Eeeeehi! Io sto be-nis-si-mo.”
“Il fatto che tu scandisca le parole mi fa già pensare che non è vero, Harry.”
“Preferivo quando mi chiamavi amore.”
Sospiro, e penso che tanto Harry domattina non si ricorderà niente. “E va bene, amore, ma solo per stasera.”
Harry, che chiaramente adesso sta meglio, si sporge e mi bacia sul collo. Credo che sia l'alcol a dargli questa forza, ma non mi lamento.
“Perché solo per stasera, Loulou? O mi ami sempre o non mi ami per una serata e basta!”
Porgo le mani avanti, come a volerlo staccare da me. Il suo respiro sul mio collo è pesante, e sa di whiskey, e lo percepisco anche troppo bene.
“Io non ho mai parlato di amore, Harry, andiamoci piano, per favore.”
Gli occhi di Harold sembrano essere attraversati da un lampo di consapevolezza, e poi si stringe forte contro il mio petto. “Hai ragione, non ne hai parlato. Però tu mi piaci proprio tanto, Loulou.”
Mi viene da ridere, perché i suoi discorsi non hanno senso, e mi chino a baciargli una guancia. “Anche tu mi piaci proprio tanto, Harry.”
Harold incrocia le braccia, e mi lancia un'occhiata che dovrebbe sembrare minacciosa. “Come mi hai chiamato?”
Alzo gli occhi al cielo, ma non lo lascio andare. “E va bene. Mi piaci tanto anche tu... amore.”
Domattina Harry non si ricorderà niente, Louis. Niente.

Harold mi accarezza il petto, distrattamente, e molto soddisfatto per aver vinto. “Piaci di più a me, Loulou.”
“Oh dubito seriamente di questo.”
Ma Harry non mi ascolta più, perché mi sta passando l'indice sulle labbra, tracciandone il contorno. E' grave che io sia eccitato a causa di un ragazzo ubriaco? Mi possono mettere in prigione per questo?
Non lo so, ma stringo le gambe, così forse Harold non si accorgerà di niente.
“Mi piacciono le tue labbra, Loulou.” Poi si sposta a baciarmi sul mento.
“Mi piace anche il tuo mento. E le tue palpebre. Dio, mi piace tanto anche l'attaccatura dei tuoi capelli!”
So che dovrei ridere, ma sono senza parole. Cazzo, mi sto facendo sedurre da un ragazzo vicino al coma etilico. Sposto le sue labbra dalla mia fronte, e gli prendo il viso fra le mani.
“Tesoro, non sei in te in questo momento.”
Harry si china a baciarmi sulle labbra, velocemente, e poi avvicina il pollice e l'indice. “Ok, forse sono un taaaantino brillo, ma mi piaci davvero.” Poi si china ad accarezzarmi la pancia, sotto la maglietta. “E mi piace così tanto come mi fai sentire, Loulou.”
Respiri lunghi e ben distesi, Louis, è tutta una questione di respiri.
“Mi piace quando mi baci, e il sapore delle tue labbra. Mi piace quando mi stuzzichi con battute che non dovresti fare, ma che mi fanno eccitare subito...”
Lo interrompo, sconvolto. “L'Harold sobrio non avrebbe mai ammesso queste cose, e lo sai bene!”
Harry si sistema meglio sulle mie gambe, e mi accarezza il collo. Poi si china per sussurrarmi qualcosa all'orecchio.
Stasera va malissimo.
“L'Harry sobrio non ti direbbe nemmeno che ha adorato quello che gli hai fatto stasera, da Emma e Zayn.” Poi mi lecca la pelle dietro l'orecchio, ed io rabbrividisco. “Dio, Louis, nessuno mi aveva mai fatto provare quelle sensazioni, toccandomi.”
Mi si blocca il respiro in gola, e quando parlo, la mia voce è soffocata. “Harry, credo che sia meglio che andiamo a letto, perché davvero amore, sei ubriaco, ed io sto cercando di fare il bravo ma...”
Ma Harry non mi ascolta, e comincia a ragionare. “In realtà c'è solo una cosa che non mi piace del nostro rapporto.”
Ora sono interessato. “Cosa, tesoro?”
“Non mi piace per niente, il fatto che non facciamo sesso. Io credo che dovremmo farne taaaantissimo, Louis, perché tu e io, voglio dire, ma ti immagini....?”
Lo blocco subito, perché rischio di avere un infarto, se non la finisce subito. “Questa è una cosa di cui parleremo quando sarai sobrio. Sicuramente non stasera, Harold.”
Harold si rabbuia, ma so che a cose normali non mi terrebbe il muso per una cosa del genere, quindi non mi preoccupo.
“E' perché non ti piaccio abbastanza, vero?”
Ok, questa devo ammettere che non me l'aspettavo. Mi casca così tanto la mascella che penso che potrebbe staccarsi da un momento all'altro.
“Cazzo, Harry, quel whiskey era forte veramente!”
“Perché dici questo?”
Sospiro, e gli scompiglio i capelli. “Perché non esiste motivo per cui tu non debba piacermi abbastanza, Harry Styles. Tu sei più che abbastanza. Tu sei perfetto, ecco cosa sei.”
Harold sembra calmarsi un pochino, ma poi riparte all'attacco. “Quindi perché non facciamo sesso?”
Non so dargli una vera risposta, anche perché pure io me lo sono chiesto spesso di recente (specialmente di notte, con lui accanto a me, il suo respiro sul mio collo, ed un dolore intenso fra le gambe). “Io credo... beh, perché ci sono delle cose che hanno bisogno del loro tempo, Haz, e questa è una di quelle. Non è che dobbiamo programmarlo. Sarà una cosa spontanea, e capiterà quando capiterà.”
Harry, sempre con gli occhi rossi e gonfi, mi risponde: “Hai ragione, LouLou! Però voglio fare sesso per le feste programmate, tipo Natale e Pasqua. Ah e poi anche per il mio compleanno!”
Cazzo, è proprio andato! “E va bene, Harold, te lo prometto. Ora però andiamo a dormire!”
“D'accordo! Però mi abbracci perché...”
Non lo lascio nemmeno finire. “Perché ti addormenti meglio se qualcuno ti abbraccia. Lo so. Me lo hai detto come minimo ottocentocinquanta volte.”
Harry scoppia a ridere, ed io provo a farlo alzare. Ovviamente non ce la fa, quindi, sperando di non fare la figura del bambino rachitico, provo a prenderlo in braccio. Scopro con piacere che Harold è molto più leggero di quanto pensassi, e lo porto in camera senza nessuna fatica.
Arrivati davanti al letto, ce lo tiro senza troppi problemi, causandogli un attacco di riso isterico. Provo a restare serio, perché comunque so che le risate di Harold sono dovute al suo aver bevuto come una spugna, ma non ce la faccio, e dopo circa due minuti mi butto accanto a lui, scosso dalle risa a mia volta. Sul suo viso compaiono quelle adorabili fossette, e perdo dieci minuti buoni a baciargliele ripetutamente, cosa che lo fa ridere ancora di più.
Quando ad entrambi comincia a mancare il respiro, mi accoccolo sul suo petto, ed Harry mi passa una mano fra i capelli.
“Ce la fai a cambiarti, amore?”
Harold mi sorride maliziosamente. “No, non credo.”
Non me la dà a bere neppure per un secondo. “Lo dici perché non ce la fai davvero, o perché vuoi che ti vesta io?”
Harry non risponde, ed io gli tiro una leggera botta su un braccio. “Questo non è giusto, Harry Styles. Hai ventidue anni, vestiti da solo.”
“Ma io sto male, Loulou.”
“E guarda caso lo ammetti solo adesso...”
Harry ridacchia, soddisfatto. “O mi vesti tu, o dormo come mamma mi ha fatto. Puoi giurarci.”
Il respiro mi muore in gola, ed è in quel momento che capisco che dovrebbero darmi una medaglia per stare con Harry Styles e non essere ancora morto. “Non mi sembra il caso, Harold.”
“Mi cambi tu?”
“No, sei grande e vaccinato.”
“Perfetto, lo hai voluto tu!”
“No aspetta, Harold, ma cosa...?”
Harry si toglie la maglietta bianca, con un movimento fluido, ed io sto per svenire. O per venire. O entrambe le cose. Cristo Santo, Louis Tomlinson, stasera devi veramente calmarti.
Prendo la t-shirt di Harold e la piego. “E va bene, e va bene, ti vesto io, per la miseria!”
Prendo la felpa del suo pigiama, e gli ci faccio passare le braccia, come si fa con i bambini. Harry sorride soddisfatto. “Non c'è niente da ridere, Harold. Dovresti vergognarti! Sei un adulto, e ti comporti come un bambino di cinque anni. Scommetto che Joe non avrebbe...”
Ma Minniti mi blocca con un bacio mozzafiato, ed io, a discapito della mia volontà, mi ritrovo ad intrecciare le dita nei suoi capelli. Harry fa aderire ancora di più i nostri corpi, ed io, in modo completamente involontario, gemo senza ritegno. Quando Harry si scosta, ha la faccia di uno che ha appena vinto alla lotteria.
“Un bambino non avrebbe potuto farti questo.
Non ribatto, tanto credo che la mia faccia accaldata dica anche troppo, e continuo nella mia opera. Tolgo i jeans ad Harold, e prendo i pantaloni del suo pigiama. Quando gli ci faccio passare le gambe, cerco di non guardare troppo i suoi boxer (ed il rigonfiamento al loro interno).
Alla fine, alzo gli occhi, ed incontro i suoi. “Harry, mi farai morire un giorno o l'altro, credo che sia giusto che tu lo sappia.”
Harry ridacchia, ma poi, da un momento all'altro, le sue palpebre diventano pesanti, e capisco che sta per addormentarsi.
Io mi accoccolo sul suo petto, e lui mi bacia i capelli. “Grazie di prenderti cura di me, Loulou.”
“E' sempre un piacere, Harry Styles.”
Dopo poco il respiro di Harold cambia e capisco che si è addormentato. Mi sporgo per baciargli la fronte, e, consapevole che non può sentirmi, gli sussurro: “E' sempre un piacere farmi torturare il cuore da te.”
Detto questo, poso la testa sul suo cuore, e non mi addormento fino a che non mi accerto che stia bene.

 

 

 


 

 

Harry's Pov

 

A detta di Louis, ieri sera ho avuto una sbornia pazzesca, e non stento a credergli. Ho un mal di testa assurdo, e sento ogni suono acuito. Louis si diverte a prendermi in giro, e ogni tanto mi dà del ninfomane, cosa che mi porta a credere che ieri sera potrei aver provato a sedurlo in qualche modo. Alla mia domanda, però, lui si è limitato a ridere, ed io sono diventato rosso come un peperone, all'idea di quello che potrei aver detto.
Ci sono soltanto due momenti in cui potrei dire davvero di tutto: quando bevo, e quando... beh, quando sono in intimità con una persona, quindi spero vivamente di non aver detto cose troppo imbarazzanti ieri notte. Se così fosse, Louis non me lo ha comunque fatto notare, e per questo lo ringrazio.
Oggi pomeriggio avremmo dovuto studiare e mettere mano alla mia tesi, ma io mi sono svegliato all'una del pomeriggio passata, con un'emicrania fortissima, ragion per cui Louis ha pensato che sarebbe stato meglio portarmi a fare una passeggiata in centro, giusto per prendere una boccata d'aria. Lavoreremo alla tesi quando torneremo, questa sera.
Louis mi ha portato a mangiare un gelato in un bar molto carino, ma il ghiaccio non ha aiutato per niente il mio mal di testa. Questo, però, ho evitato di dirlo, perché lui invece ne sembrava entusiasta.
Quello che mi fa bene veramente è l'aria fresca sul viso. Fra poco sarà Natale, e le strade sono già decorate per la festività imminente.
Ogni tanto mi fermo ad ammirare qualche vietta, od un posticino particolarmente carino.
Quando siamo sulla strada principale della città, quella circondata da negozi e vetrine decorate a festa, intreccio le mie dita a quelle di Louis, sperando che non si ritragga, o che non si senta in imbarazzo.
Il mio ragazzo sobbalza, ma non si stacca da me. E' tutto così bello, che penso che potrei piangere dalla gioia. Poi però, quando passiamo davanti ad un negozio di dolci, e vedo una torta di compleanno in vetrina, mi ricordo di una cosa.
“Loulou, ma è il tuo compleanno fra poco!”
Louis fa una smorfia, e mi trascina via dalla vetrina. “Non è così importante! E poi tu come fai a saperlo?”
Arrossisco leggermente, e mi chino a lasciargli un bacio sulla guancia. “Potrei aver stalkerato un pochino il tuo profilo Facebook,” - ammetto - “ma non è questo il punto. Il punto è che venticinque anni si compiono una volta sola, e vanno celebrati.”
Louis alza gli occhi al cielo. “Come tutte le altre età, Harry.”
Sbuffo, infastidito dalla sua mancanza di interesse verso il giorno che dovrebbe preferire in tutto l'anno. “So che sei nato il 24 Dicembre, quindi sarà difficile averti per quel giorno, perché è la Vigilia di Natale, ma magari per quando torni dalle vacanze organizziamo una festa enorme. Chiamerò Emma, Zayn, Lottie, Niall e...”
Ma Louis mi interrompe. “Cazzo, Harry, ti prego, no! Non la voglio, una festa!”
Chino la testa di lato, un pochino offeso, e mi appoggio ad un lampione. “Per quale motivo?”
“Odio le feste con tanta gente. Specialmente se sono dedicate a me.”
Deciso a non mollare, incrocio le braccia, risoluto. “Non c'è verso che io non festeggi quella giornata, Loulou. E' nata una persona molto importante per me, in quel giorno.”
Louis sbuffa, e si sistema il cappellino di lana blu che porta in testa. “Gesù è nato il giorno dopo, Harold.”
Non riesco a contenere una risata, e gli tiro il cappellino sopra gli occhi.
“Parlavo di te, puffo!”
Louis si tira su il cappello, e mi guarda malissimo. “Non chiamarmi mai più così!”
“Mica è colpa mia se sei un nano. E poi anche tu che ti metti un cappellino blu non mi aiuti, Lou.”
“Torni a casa a piedi!”
“Questo me lo hai già detto varie volte. E non è mai accaduto.”
“Stavolta sono serio, Harry Styles.”
Louis si incammina verso la parte opposta della strada, quella dove non sono io, e so che sta facendo finta di essere offeso.
Lo rincorro, e mi ci vogliono giusto trenta secondi a riprenderlo, visto che ha le gambe corte, e un mio passo equivale a dieci dei suoi.
Lo raggiungo da dietro, e gli circondo la vita con le braccia. “Ed ora dove te ne vai?”
Louis si ferma, e non mi scansa. Meglio di niente. “Vado da persone che mi apprezzano per ciò che sono e che non si divertono a darmi del puffo.”
Mi chino a baciarlo sul collo. “Ma io ti apprezzo tantissimo, Lou.”
“Non mi sembra per niente.”
So che scherza, ma la sua risposta mi fa comunque male.
Continuando a tenerlo stretto nella mia morsa, lo bacio su una guancia. “E se ti dicessi che il tuo compleanno lo festeggiamo io e te, soli soletti?”
Louis si rilassa, e si appoggia al mio petto. “Non potrei volere niente di meglio, davvero.”
Accarezzo la sua guancia con il mio naso, e poi gli ci appoggio la fronte. “Sì, ti piacerebbe?”
Louis si gira, e mi ritrovo con le sue labbra a due centimetri dalle mie. Perfetto, questo momento è perfetto.
“Certo che mi piacerebbe, stupido gigante! Ecco, credo che ti chiamerò GGG, hai presente? Grande Gigante Gentile. Perché sei un orsacchiotto enorme, Haz e...”
Ma non lo lascio finire, ed appoggio le labbra contro le sue, facendole schiudere. Ci baciamo così, in mezzo a tutti, incuranti delle occhiate delle persone, del freddo, o del vento che ci batte addosso.
E' tutto straordinario, ma...
“Haz! Uì! Che fate?”
Riconosco immediatamente quella vocina, e con riluttanza mi stacco da Louis. Io adoro Joe, ma negli ultimi tempi ha sviluppato la capacità di spuntare ovunque, specialmente quando sono con Louis.
Faccio un respiro profondo, e mi abbasso alla sua altezza. “Joe, piccolino, cosa ci fai in giro da solo? Hai quattro anni!”
Louis trattiene a stento un sorriso. “Questi giovani di oggi sono avanti rispetto a noi, Haz!”
Ma poi una voce quasi senza fiato mi impedisce di rispondere a Louis. “Joe, amore, quante volte te l'ho detto che non devi correre così, quando sei con la mamma? E non devi importunare gli sconosciuti!”
Alzo lo sguardo, e vedo la mamma di Joe, Rose, che ci viene incontro, correndo. Quando si rende conto che sono io, si rilassa un po'.
“Harry, oddio, sei tu! Ciao tesoro, come stai? Scusami per Joe. Scappa sempre.”
Rose è sempre gentile con me, e spesso mi ha anche invitato a cena a casa sua. Le stringo la mano, e poi prendo il piccolino in braccio. Joe sembra scomparire nel suo cappottino enorme e nel cappello che gli casca sugli occhi. E' così carino che comincio a baciarlo sulle guance.
“Tranquilla, Rose, non mi ha dato fastidio.” - Poi mi rivolgo a Joe. - “Però tu non devi scappare dalla mamma, piccolo, hai capito?”
'Cusa, Haz!”
Gli punto un dito sul petto. “No, niente, 'cusa, Haz, perché tutte le volte che dici 'cusa, Haz, poi rifai esattamente la stessa cosa per cui ti rimprovero.”
Rose ride, e si china a scompigliare i capelli di suo figlio, sempre fra le mie braccia. “Ah, quindi non dà retta neppure a te?”
Ma Joe non ci ascolta, perché si è appena ricordato della presenza di Louis e sta ridendo per le boccacce che gli sta facendo il mio ragazzo. In quel momento mi rendo conto di quanto sono stato cafone, a non presentarlo.
“Rose, lui è Louis, il mio ragazzo.”
Arrossisco un po', perché non so se Rose era a conoscenza del fatto che mi sono lasciato da poco con Matty, ed ho paura di sembrare uno che cambia ragazzo molto facilmente. Ma se lo pensa non lo dà a vedere, perché stringe cordialmente la mano di Louis.
“Ciao, Louis, ho sentito molto parlare di te da Myrna, mia madre. So che vi siete conosciuti. Lei ti adora.”
Louis si sistema il cappello, notevolmente in imbarazzo. “Sì, è una signora molto simpatica.”
All'improvviso Joe comincia a scalciare contro il mio petto, ed io sobbalzo. “Ehi, monello, cosa vuoi?”
“Voglio Uì” Il suo dito paffutello indica il mio ragazzo, e Louis sporge le braccia per prenderlo. Io mi giro verso sua madre.
“Ehi, Rose, cosa ci fate in giro?”
Lei si copre il viso con le mani, e sospira. “Lascia perdere, Haz, è un casino spiegartelo.”
Ho paura che sia successo qualcosa di grave, e mi preoccupo. “Di che cosa si tratta?”
“In pratica settimana prossima io e mio marito dobbiamo andare via due giorni. Lui deve concludere un affare con una grande azienda, ed ha bisogno del mio sostegno. Solo che mia madre, proprio in quei giorni, andrà a trovare sua sorella, ed io non so a chi lasciare Joe. Ho cercato ovunque, ma in questa città non trovo delle baby sitter nemmeno per sbaglio. Sto quasi pensando di dover abbandonare mio marito, visto che non ho altra scelta.”
Le sorrido, tristemente. “Mi dispiace tanto, Rose, davvero.”
Lei scrolla le spalle. “Tranquillo, non è niente, a meno che...”
Ma poi si blocca, e i suoi occhi si illuminano, fermandosi su qualcosa alle mie spalle. Io seguo il suo sguardo, e sorrido a vedere Louis e Joe che guardano incuriositi dei giochi, nella vetrina di un negozio.
In quel momento la mia attenzione torna su Rose, che mi sta toccando un braccio. “Haz, quanto ti tornerebbe male guardarmi il bambino per il prossimo weekend? Non te lo chiederei mai ma sono disperata. E ti pagherei ovviamente.”
Non so cosa rispondere, perché sono un po' interdetto. “Io... Rose, mi farebbe molto piacere, ma ovviamente devi fidarti di me, io non ho mai...”
Rose si sporge a togliermi un ciuffo di capelli dagli occhi, in modo molto materno. “Ovvio che mi fido di te, Harry. Sei la persona più dolce e responsabile che conosca, e sinceramente preferisco molto di più lasciare il piccolino a te che a degli sconosciuti. E poi sembra adorare anche il tuo ragazzo.”
“A proposito di lui, c'è una cosa che voglio mettere in chiaro, Rose: ovviamente, se non vuoi, io e Louis non ci vedremo in quei due giorni. Voglio dire, è tuo figlio, devi decidere tu come educarlo.”
La mamma di Joe mi guarda ad occhi spalancati. “E perché mai non dovreste vedervi?”
“Beh, non so, magari non vuoi che tuo figlio veda, insomma... persone come noi.”
Rose è sempre più stupita, ma poi mi mette una mano su un braccio. “Quello che non voglio che mio figlio veda, Harry, sono persone che si odiano, persone che si fanno la guerra l'un l'altro o che usano violenza, non certo due ragazzi che si amano. Voglio che Joe cresca capendo che può amare quello che vuole. Tutto chiaro, adesso?”
Rose mi stringe leggermente la mano, ed i miei occhi si riempono di lacrime. L'abbraccio e lascio che le sue braccia mi tranquillizzino.
“Grazie davvero, Rose.”
“No, tesoro, grazie a te. In questo modo sono libera di andare con mio marito!”
In quel momento Louis e Joe tornano dalla vetrina, e Louis, vedendomi con gli occhi lucidi, si preoccupa. “Ehi, che succede qui?”
Mi asciugo con una manica del cappotto, e poi mi giro verso di lui, sorridendo a trentadue denti e prendendogli Joe dalle braccia. “Niente di che, Loulou.”
Rose dà un bacino a suo figlio, e poi gli dice: “Amore, abbiamo trovato da chi starai settimana prossima, quando mamma, papà e nonna saranno via.”
Joe la guarda, spalancando gli occhietti, tutto interessato. “Da chi, mamma?”
“Starai con Haz e Louis.” - gli risponde la madre, battendo le mani entusiasta.
Joe per un attimo sembra incredulo, ma poi si gira fra le mie braccia, e mi abbraccia. “Sìììì, Haz! Veramente 'tarò con te e Uì?”
“Sì, amore, veramente.”
Mi giro a guardare Louis. “Cioè, starai sicuramente con me, poi non so se Louis...”
Ma il mio ragazzo mi blocca. “Ma certo che starai con noi, Joe. Per quanto starà con noi, Haz?”
“Un weekend.”
Louis si illumina quasi più di Joe. “Ohh, batuffolo, ci divertiremo così tanto io e te, settimana prossima.”
Mi sento messo da parte, e lo faccio notare. “Ehi, ci sarei anche io qui, bellezze.”
Sia Joe che Louis scoppiano a ridere, ma poi Rose si riprende il bambino, e gli dice che ci deve salutare. Dopo aver sbaciucchiato un altro pochino Joe, prendo la mano di Louis, e anche noi decidiamo di tornarcene a casa.

 

 

 

 

“Dobbiamo proprio farlo, Loulou?”
“Sì, dobbiamo, Haz.”
Una montagna di libri ci guarda dai piedi del mio letto, ed io li guardo a mia volta, con repulsione e sfida. So che dovrei mettere a punto la mia tesi, una volte per tutte, ma oggi proprio non ne ho voglia. Quei volumi mi sembrano mostri pronti ad attaccare me e Louis in ogni modo possibile.
“Ma potremmo fare molto altre cose, Lou. Alla fine è il weekend. Non dovrei studiare! Potremmo guardare un film, ordinare della pizza, o...”
“O? Quali altre proposte hai, piccolo ninfomane?”
Chiudo con forza uno dei quaderni che avevo avuto il coraggio di aprire, e guarda malissimo Louis, che se ne sta seduto a gambe incrociate sul mio letto, ridacchiando.
“Ok, adesso basta! Cosa ti ho detto ieri sera?”
“Davvero non ti ricordi?”
Comincio a sudare freddo. “No. Dovrei?”
Louis scuote le spalle, e sottolinea una frase importante in qualche libro di cui non mi importa. “Oh, meglio così!”
“Voglio sapere se ti ho fatto delle proposte indecenti, Louis.”
Louis ride sotto i baffi, e mi tira uno dei biscotti che abbiamo portato in camera, in caso ci fosse venuta fame.
“Non me ne hai fatte. Altrimenti avrei accettato!”
Lo guardo, facendo finta di offendermi, e mi porto una mano al petto. “Avresti approfittato di me mentre ero incosciente?”
Louis si rabbuia un attimo, ma poi scoppia a ridere, e si muove a gattoni sul materasso, fino ad arrivare a me, e sfiora il naso contro il mio. “Sì, perché sono un cattivo ragazzo che non aspetta altro che entrarti nelle mutande, Harry Styles.”
Io arrossisco oltre misura, e lui torna dove era seduto fino ad un minuto prima. Torna a concentrarsi sul libro, e morde inconsciamente il coperchio di un evidenziatore. La sua bocca è... Dio, Harry, sei osceno.
“Smettila di fissarmi, Styles. Sei inquietante.”
“E tu sei bellissimo, Loulou.”
Louis alza lo sguardo, incontra i miei occhi, e poi sospira, come se avesse appena compiuto una fatica enorme, a sostenere i miei occhi fissi nei suoi.
“Io vado a farci una cioccolata calda, Harry!”
Si alza, e se ne va in cucina, senza che io lo fermi. Recentemente, questi momenti sono sempre più frequenti. E per questi momenti intendo il tipo di momenti della serie: “se non me ne vado subito potrei davvero fare in modo di essere entrambi nudi fra cinque minuti”.
Non so perché ci stiamo trattenendo così tanto, anche se entrambi lo vogliamo. Lui forse perché ha paura di mettermi fretta, io per la paura di tradire così velocemente il pensiero di Matty.
Pensiero che ho tradito per la prima volta quasi un mese e mezzo fa, sotto la doccia, quando l'acqua fredda ha portato via per la prima volta il frutto della mia eccitazione verso Louis, e il mio amore per il mio ex-ragazzo.
Dopo cinque minuti, Louis rientra nella stanza con due tazze fumanti di cioccolato e panna, interrompendo i miei pensieri.
Si china a raccogliere un quaderno che è caduto dal letto, e il suo sedere mi è pericolosamente vicino. Ok, forse li intensifica, quei pensieri.
Quando mi passa la mia tazza fumante le nostre dita si sfiorano, ed io mi ritrovo ad arrossire come un mese e mezzo fa, quando ci siamo conosciuti in biblioteca. Anche Louis è imbarazzato, e va a sedersi sul letto, dalla parte opposta rispetto a me.
Soffio sulla tazza, per far raffreddare un po' la cioccolata, e vedo che anche Louis fa lo stesso. Nessuno di noi due parla. Imbarazzante.
Louis prende un biscotto, e lo inzuppa nella sua tazza. Questo mi fa riprendere vita, e lo guardo schifato.
“Eddai, Loulou, cioccolata con tanto di biscotti ricoperti di gocce di cioccolato? Sei orribile! Sai quante calorie ci sono in quei biscotti?”
Faccio per strappargli la busta di mano, ma lui è più veloce, e la nasconde sotto il letto. Poi però sembra ripensarci, e la ritira su, sventolandomela davanti alla faccia. Mi fa un occhiolino che non ha niente di casto, e scherzando, mi chiede: “Vuoi che inzuppi io il biscotto per te, Harold?”
Non so se essere sconvolto, imbarazzato, o scoppiare a ridere, quindi mostro un misto di queste tre emozioni, tutte insieme.
“Forse è meglio se ci mettiamo a studiare.”
“Sì, forse è meglio, Harold.”

 

 


 

Un'ora e mezza dopo Louis è seduto con la schiena appoggiata alla testata del letto, ed io sono spaparanzato sul suo petto, fra le sue braccia.
Abbiamo provato a fare i bravi e studiare nel metodo convenzionale, ma a quanto pare tutto quello che è convenzionale non fa per noi.
Louis sta leggendo ad alta voce un passo che devo approfondire per la tesi, ovvero l'episodio di Paolo e Francesca, ne “La Divina Commedia” di Dante Alighieri.
Non so l'italiano, quindi purtroppo ne leggo una traduzione, ma sono sicuro che sto perdendo sicuramente molto a livello di musicalità. L'ho fatta leggere a Louis perché, almeno, se non posso godermi l'italiano, posso godermi la sua voce.
Probabilmente però, non sto prestando molta attenzione a quello che Louis dice, perché la sua voce mi incanta ed io mi perdo.
Ad un certo punto, prima del finale, Louis si ferma e comincia a baciarmi una guancia. “Sai come finisce la storia di Paolo e Francesca, tesoro?”
“Tre anni di Lettere mi hanno insegnato qualcosina, Loulou. Sì, so come finisce, ma sarebbe meglio che tu me la rileggessi, perché mi ricordo a grandi linee la fine, ma non mi ricordo proprio le parole. Parole che devo citare nella tesi, per essere precisi.”
Poi arrossisco, perché per quello che mi ricordo, la storia di Paolo e Francesca finisce con i due amanti che, interrompendo le loro letture, sono presi dalla passione e... Beh, ovviamente fanno quello che fanno tutte le persone innamorate. Tutte tranne me e Louis. Oddio, non posso credere di averlo pensato sul serio.
Louis, però, non sembra intenzionato a voler finire di leggere il libro, e lo sposta con un calcio.
“Cazzo, Louis, quel libro vale più di me! Per favore, trattalo bene!”
Ma lui non mi ascolta, e comincia ad accarezzarmi con la bocca tutto il perimetro del viso. “Ehi, Loulou, la storia non era finita.”
Ma Louis alza gli occhi al cielo, e mi accarezza il contorno delle labbra. Forse non mi interessa della storia, dopotutto.
“Zitto, Harold, ti sto mostrando con metodi alternativi come va a finire la vicenda. Sono un ottimo insegnante, io.”
“Tu mi dovresti aiutare con la storia dell'arte, Loulou.”
Louis mi morde il lobo di un orecchio, ed io tremo. Poi il mio ragazzo scrolla le spalle. “Oh, per Piero e Francesca useremo Blake. Sai, quello che era anche un poeta. Ha fatto un quadro bellissimo su quei due. E tu dovresti saperlo.”
Arrossisco, perché ha ragione, forse dovrei, ma poi Louis sorride, e chiude ogni libro che abbia davanti agli occhi. “Sai, Harold, la tua scarsa conoscenza della storia dell'arte mi sconvolge. Insomma, tesoro, non sei l'unica opera d'arte al mondo!”
Sobbalzo a quell'affermazione, e mi giro per guardarlo. “Infatti non sono affatto un'opera d'arte, Loulou.”
“Oh, Harold, eccome se lo sei.”
E detto questo Louis si china a baciarmi, ed in men che non si dica si sdraia sopra di me. Le sue labbra sono sempre un sollievo per me, come se ne fossi dipendente, e non potessi farne a meno.
Louis mi toglie la maglietta, e comincia a baciarmi sul petto, dal collo fino allo stomaco, e stavolta non lo scanso. Non lo scanso per niente, cavolo.
Mentre le sue labbra mi accarezzano la pancia, gli accarezzo i capelli.
Poi mi faccio coraggio, e glieli tiro leggermente, per richiamarlo, perché devo dirgli una cosa importante.
“Louis devi sapere che o ci fermiamo ora, o non sono sicuro di poterlo fare, dopo. Quindi o prendere o lasciare. Ti voglio, Louis Tomlinson. E ti voglio adesso.”
Louis mi guarda con gli occhi in fiamme, occhi nei quali vedo passione, affetto, ed anche un misto di paura ed emozione. “Prendo, Harold, prendo tutto quello che hai da offrirmi, cazzo.”
E in men che non si dica, anche il suo maglione finisce a terra, seguito dai suoi jeans e dai miei. Louis ha la capacità di spogliarmi senza smettere di baciarmi, e cavolo, non so davvero come faccia, ma è bravissimo.
Quando si stacca, per prendere fiato, il suo respiro mi solletica l'orecchio, mentre mi sussurra: “Harry, te lo chiederò una volta sola: ne sei sicuro, tesoro?”
Con le mani ad accarezzargli i capelli, poso le mie labbra sulla sua fronte. “Non sono mai stato tanto sicuro in vita mia, Loulou.”
Louis annuisce, nervoso, ed io annuisco a mia volta. “Ma guardaci, Louis, sembriamo due bambini nervosi all'idea di essere giudicati.”
Louis deglutisce, preoccupato. “E' che non l'ho mai fatto così, Harold.”
Adesso sono incuriosito. “Cosa intendi per così?”
“Non con qualcuno di cui mi interessa così tanto. Non con te.”
Lo guardo negli occhi, con convinzione, quando gli rispondo. “Sarà perfetto, Louis. E lo so per un semplice motivo, ovvero perché sono con te. Finché stai con me sarà tutto perfetto.”
Louis annuisce, più rilassato, e comincia ad accarezzarmi una guancia, poi riprende a baciarmi. Prima che possa rendermene conto i nostri boxer si uniscono agli altri vestiti dimenticati sul pavimento.
Adesso non ci sono più barriere, e siamo ad un punto di non ritorno.
Vorrei ammirare Louis nella sua interezza, ma sono troppo preso dal suo sguardo su di me, che mi scruta. Ed è in quel momento che mi rendo conto che è la prima volta che Louis mi vede così, senza nessun vestito a coprirmi. Il suo sguardo è talmente intenso che penso che se non la smette, potremmo finire anche prima di aver cominciato.
Il suo dito si ferma sul tatuaggio che rappresenta due foglie, che ho tatuato sul bacino, e poi me lo bacia. Cazzo. Partiamo malissimo.
“Parlando di Dante, ti sei fatto queste foglie perché annunciano l'entrata nella selva oscura, Harold?”
Arrossisco così tanto che penso che prenderò fuoco, fra poco. “Solo tu puoi rendere malizioso un riferimento letterario, Louis.”
Louis alza le spalle, come a dire che il suo commento era ovvio, e poi, con il dito, comincia a tracciare la lunghezza delle foglie. Sempre più vicino...
Ma poi, con mio grande dispiacere, torna indietro, ed io sbuffo di frustrazione. Louis si rende conto dell'effetto che mi fa, e sorride soddisfatto.
“Non so come fai ad avere tutto questo autocontrollo, Dio Santo.”
Louis mi accarezza nell'interno coscia, facendo finta di non sentirmi. Io faccio del mio meglio per non svenire. “Sai, Harold, avevo ragione prima. Sicuramente non sei l'unica opera d'arte al mondo, ma certamente sei la più bella.”
Le sue labbra accarezzano velocemente il mio collo, ed io tremo. “Smettila di dire queste cose, Louis, mi metti in imbarazzo.”
Quando parla il suo sussurro si riversa sul mio collo, ed io devo fare leva su tutta la mia forza di volontà per rimanere relativamente calmo. “Io dico solo la verità. Cazzo, Harry, Caravaggio, Friedrich, Millais, Delacroix, non erano niente in confronto a te.”
“Smettila, Louis.”
Louis si alza dal mio corpo, e appoggia il suo peso su un braccio, per guardarmi interamente e soffermandosi forse un po' troppo su alcune parti di me. “No, Harry, sono serio. Voglio dire, come ha fatto il mondo a tirare fuori una persona come te?”
Provo a rispondere, ma il respiro è diventato un lusso che sembra che non possa permettermi. “Mi stai idealizzando.”
“No, Harold, cazzo, proprio no! So con chi sto parlando.”
“Non ti merito nemmeno un po', Louis.”
Louis si china a baciarmi i tatuaggi che ho sul petto. “Mi hai rubato la battuta, tesoro.”
Faccio per ribattere, ma poi la sua bocca si posa su di me, nel punto che la richiede di più, e ogni senso mi abbandona, lasciandomi con nient'altro se non un accecante piacere. Per un po' nessuno di noi due parla più, e gli unici suoni a rompere il silenzio sono i miei gemiti, fino a quando non ce la faccio più e tiro leggermente i capelli di Louis, per richiamarlo.
“Loulou, se non la smetti subito tutto questo finirà molto presto.”
Louis non sembra ascoltarmi, e continua imperterrito. Il mio corpo è ormai mosso da spasmi. “Louis, non sto scherzando.”
Poi, un secondo prima di farmi arrivare al limite, Louis si stacca da me, lasciandomi insoddisfatto e dolorante. “Non sei simpatico, Loulou.”
“E non hai ancora visto niente, tesoro.”
“Cosa intendi per...?”
Ma poi le dita di Louis trovano la mia apertura, e comincia a prepararmi, in silenzio. La sensazione è talmente travolgente che stringo il cuscino in modo convulsivo. Gli prendo il viso, e comincio a baciarlo appassionatamente, cercando di espiare in qualche modo la sensazione delle sue dita dentro di me, pensando ad altro. Compito impossibile, perché quando il dito di Louis sembra trovare un punto magico, sono costretto a staccarmi da lui, per dar voce ad urlo che ha la forma del suo nome.
Quando Louis capisce cosa ha appena fatto, sposta di nuovo le sue dita, ed io sono scosso da nuovi tremori.
Il mio ragazzo si ferma un momento, e mi scruta, leccandosi le labbra. Alla fine di questa giornata devono darmi una medaglia per la resistenza.
“Harry, devo sentirti dire che sei pronto, perché ho bisogno di te, tesoro.”
Anche Louis è provato, e capisco che anche lui è al limite, come me.
Sorrido, pensando a come ci riduciamo, a vicenda.
“Lo sono, Louis, sono pronto ad accoglierti dalla prima volta che ti ho visto.”
E poi Louis si sdraia sopra di me, e comincia a baciarmi, questa volta dolcemente, senza fretta, come a volersi godere questo momento.
Quando si stacca, gli trema la voce, e posso vedere che è emozionato. Mi accarezza i riccioli, poi sussurra qualcosa che non sono certo di capire appieno.
L'amor che move il sole e le altre stelle.”
Non comprendo tutta la frase, ma capisco che è italiano. “Loulou, piccolo, io non lo so, l'italiano.”
Louis ride, e si china a baciarmi la fronte. “Nemmeno io, tesoro, ma questa frase è famosa, e dovresti saperla. Divina Commedia, Paradiso, Canto Trentatré.”
Scuota la testa. Conosco il canto, ma non capisco lo stesso il significato della sua frase. Louis, quindi me la traduce, e a me si ferma momentaneamente il battito cardiaco.
“E' questo che penso quando ti vedo, Harold, ovvero che quello che provo per te è in grado di smuovere fiumi, mari, montagne, sistemi solari, pianeti, tutto. Tutto è nuovo da quando ti conosco, Minniti. Sei in grado di muovere ogni cosa dentro e fuori di me, tesoro.”
Delle lacrime impercettibili si formano ai lati dei miei occhi. “Ora capisco, Loulou.”
Louis mi guarda incuriosito, da sotto le ciglia. “Cosa capisci, Harold?”
“Capisco perché le persone impazziscono quando si innamorano, perché si sono combattute delle guerre per amore, e capisco anche perché ho passato la mia vita cercando di dar voce a qualcosa che non sapevo esprimere. Poi sei arrivato tu, e ho ritrovato tutte le parole che avevo perso, o che non ero mai stato in grado di formulare, Louis. E ora non riesco a dirle, perché ho questo groppo in gola che non mi fa riuscire a respirare, e il mio cuore batte ad una velocità inaudita e...”
Louis poggia una mano sul mio petto. “Il Tommo-battito?”
“Il Tommo-battito, esattamente quello. Ma devi sapere che mi hai stravolto la vita, Louis Tomlinson. Cazzo, hai cambiato tutto, ed io non potrei esserne più felice e...”
Ma poi mi si spezza la voce, e non riesco ad andare avanti, perché sto tremando come una foglia. Louis ha il viso stravolto dall'emozione ed i suoi occhi azzurri traboccano di desiderio e anche di qualcosa di molto più dolce, che non riesco a decifrare. “Cristo, Harry, sei tutto per me, tutto.”
Mi sporgo per baciargli le labbra, trattenendo le lacrime. “Ti voglio, Louis, ti voglio tantissimo.”
Louis si china, e poggia la fronte sulla mia. Mi guarda negli occhi per tutto il tempo. “Sono tuo, Harry Styles. Irreparabilmente, totalmente e indissolubilmente tuo, Harold.”
E poi, con un movimento deciso dei fianchi, entra dentro di me.

 


 

 

Louis' Pov.

 

Pensavo che non ci fosse niente di più bello di Harry Styles, ma mi sbagliavo. Niente è più bello che stare dentro Harry Styles, stretto fra le sue gambe, e le sue braccia.
Alzo lo sguardo, per vedere la sua reazione, e quello che vedo mi preoccupa così tanto che penso di ritrarmi.
Il volto di Harold è rigato da due lacrime solitarie, che cerco disperatamente di eliminare dal suo viso, con le mie mani. “Harry, cosa c'è? Ti ho fatto male, tesoro?”
Ma Harry scuote la testa così velocemente che fra un po' nemmeno la vedo. “No, Louis è che sentirti così... Dio, è bellissimo. Ti sento ovunque.”
So cosa intende, perché è come se ogni parte di me fosse collegata ad ogni parte di lui, e mi rendo conto che distanti non potrebbero funzionare.
Sentirlo così, senza nessuna barriera mi sta uccidendo. Poi però mi salta alla mente un piccolo particolare di cui mi sono scordato.
Senza nessuna barriera. Cazzo, il preservativo!
“Harold, cavolo, le protezioni! Come abbiamo fatto a scordarcene?”
Harry sembra avere un mancamento, ma si riprende subito. “Io... Loulou, non le voglio. Non voglio niente a separarti da me. Non ho più avuto nessuno dopo Matty, e non c'è pericolo. Ho degli accertamenti che lo provano e...”
Non posso credere che ne stia parlando adesso! Lo interrompo con un bacio veloce. “Non sto con nessuno da due mesi, Harold. E ti assicuro che sono pulito. Ma se vuoi, posso sempre...”
“NO.”
Harry mi ferma così velocemente che mi viene da ridere. Poi però lui muove i fianchi verso di me, e non c'è proprio più niente da ridere.
“Harold, oh cazzo... Non sai quello che mi fai.”
Poi comincio a muovermi dentro di lui, ed in contemporanea a baciarlo. La lingua di Harry è un'arma, nella mia bocca, e mi manda fuori di testa.
Sto facendo l'amore con un ragazzo che fa concorrenza a tutti i soggetti efebici che ho studiato per tutta la vita. Sto facendo l'amore con un piccolo cherubino che è in realtà un giovane dio.
Sono solo vagamente consapevole di quello che gli faccio, di come mi muovo, perché il mio spirito artistico è volto a cogliere la bellezza, la perfezione e l'estasi suprema di questo momento.
Poi però sento Harry gemere vergognosamente, e capisco che è vicino al termine, quindi entro ancora di più dentro di lui, con una spinta più decisa, e nello stesso momento tocco la sua eccitazione evidente e comincio a muovere una mano su di lui. Colpisco un punto ben preciso dentro di lui, e dopo un bacio sul collo ed un'ultima spinta, sento il caldo risultato delle mie fatiche scorrermi sulla mano, mischiato alla voce di Harold che urla il mio nome.
Quando oso alzare la testa per scrutarlo, vedo Harry con gli occhi chiusi, scosso dal piacere, i boccoli che gli cadono sul cuscino, come nella più bella Venere di Giorgione, ed è questa visione, più di ogni altra, a portarmi al limite.
Mi chino a baciargli il collo e poi gli accarezzo una guancia. “Harry... Harry guardami.”
Harry apre gli occhi, e li punta nei miei. “Sono qui, Lou. Sono qui.”
Con un'ultima spinta decisa mi riverso dentro di lui, ormai stravolto dal piacere.
Dopo essermi sfogato faccio per uscire da lui, ma Harry mi ferma. “Non... non ancora.”
Rimango dentro di lui ancora un po', e gli lascio un bacio sulla fronte. “Harold è stato il momento migliore della mia vita.”
Harry mi accarezza il viso, con le sue dita fredde. “Per me il secondo.”
Provo a buttarla sul ridere, ma sono curioso. “Oh, e chi è che mi supera?”
“No, stupido, il momento migliore è stato quando ho conosciuto te.”
Lo bacio con trasporto, e poi esco da lui e mi accoccolo sul suo petto, lasciando che Harry mi accarezzi e mi abbracci, e godendo di questa piacevole stanchezza che ci aggredisce.
Ormai è scesa la sera, e la luce della luna accarezza il volto di Harold, creando delle bellissime ombre. Io spengo la luce, per godere ancora di più della bellezza di questo spettacolo.
Harold ha chiuso gli occhi, ed io gli bacio una guancia.
Il cielo è stellato e si riversa su di noi, come se anche noi fossimo infiniti, come l'universo. Come l'amor che move il sole e l'altre stelle.


Angolo Autrice: Buona serata a tutti! Eccomi, ce l'ho fatta, finalmente! :)
Scusate se ho saltato l'aggiornamento di ieri, ma il capitolo non era proprio come lo volevo, e ho perso molto tempo ad aggiustarlo e riguardarlo. Se non si fosse capito, sono una persona molto nervosa quando riguarda questa storia ;).
E stasera lo sono più che mai, perché è la prima volta che scrivo di... sì, dai, avete capito, non fatemelo dire ;).
Spero che possiate apprezzare questo capitolo, perché io ce l'ho messa davvero tutta per cercare di far uscire una cosa decente :).
Come al solito grazie a tutte le persone che seguono la mia storia, e a quelle che la recensiscono. Come dico sempre, il vostro parere è la cosa più importante! Quindi, come dico sempre, spero che vogliate lasciarmi un piccolo parere, perché per me sarebbe davvero utile!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Noi ci sentiamo la settimana prossima :).
Un bacione enorme,
S.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
  
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