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Autore: damaristich    15/03/2009    14 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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eccomi qui con l'aggiornamento.. spero di scrivere un po di più stasera ma non vi prometto nulla.. sono stanchissima! posto quello che riesco:)

si inizia! ah e ultima cosa: forse qualche scena risulterà un pò.. violenta!

 

Presi a tremare... quella voce aveva un che di familiare, ma non riuscivo a ricordare a chi appartenesse. Era come chiusa in un cassetto che non aprivo mai. Celata dalla mia stessa mente.Ero certa di averla sentita ma non sapevo a che volto attribuirla e di certo l'oscurità non aiutava. Era completamente buio. Non si distinguevano profili o ombre. Era un muro impenetrabile. Silenzioso. Nero. La voce di colui che mi aveva portata li aveva eccheggiato. Quindi dovevo trovarmi in una stanza ampia e vuota. Lui probabilmente era ancora li dentro. Non avevo sentito nessuna porta aprirsi o chiudersi ma se era un vampiro, come probabile, questo non significava nulla. Probabilmente stava passeggiando ma non potevo ne udirlo, ne vederlo. E il gelo della sua voce non era l'unica cosa ad avermi fatto venire i brividi. Faceva molto molto freddo. Avevo la pelle gelata e la testa mi girava.

Ma soprattutto avevo un'insana, folle, maledetta paura che non mi faceva ragionare.

Tremavo, avevo la fronte imperlata di sudore ghiacciato. Non riuscivo a riflettere consciamente e quel buio era terribile perchè ero certa che celasse un mostro, o più di uno: per quanto potevo saperne potevo essere attorniata di mille vampiri assetati del mio sangue. Per quanto potevo saperne la mia ora sarebbe potuta scattare da li a qualche secondo, e non potevo farci niente.

Ero cieca, sorda, incapace di pensare, privata del mio amore, sola.

Avrei desiderato che quello fosse il buio della mia cameretta, quando da piccola ero terrorizzata che la mamma spegnesse la luce, ma non lo era. Non ero nella mia stanza a Phoenix, non c'era Renee a darmi il solo bacio della buonanotte, ne Esme. No. se ci fosse stata Renee mi avrebbe detto di avere paura. Mi avrebbe avvertita del pericolo come ogni madre. Perchè questa volta era diverso. Quel buio doveva far paura.. e per quello era ancora più spaventoso.

Dopo il < ben svegliata > non aveva pronunciato più niente e quella frase continuava a rimbombare nella mia mente: vuota senza un vero significato. Me ne giacevo immobile, con un dolore atroce al polso, sdraiata su qualcosa che doveva essere vagamente un letto. Non avevo il coraggio di dire nulla per dare voce alle mille domande che avevo in testa: dove ero? chi era lui? perchè ero li? ma soprattutto dov'era Edward!?! Al solo pensiero di lui ebbi una fitta lancinante al petto: il sogno.. edward che scompariva via, edward al telefono che mi chiedeva dove fossi. Sicuramente mi stava cercando..Dovevo fidarmi di lui.. Ma se non fosse riuscito a trovarmi? Magari in pochi attimi sarei morta dissanguata, o peggio.. torturata e non l'avrei mai più rivisto. Non avrei più potuto guardare quegli occhi dorati dentersi un sorriso solo per me, non avrei assaporato il suo dolce odore di sole e lillà, non avrei più udito la sua voce rassicurante sussurrare di amarmi, Non avrei visto la mia nuova mamma Esme, Carlisle, non avrei più sentito la trillante risata della mia migliore amica. Sarebbe potuto scomparire tutto in un attimo. Una lacrima muta mi scese giu per la guancia.

Una mano gelida la spostò:

< sento l'odore della tua paura > sussultai, e smisi di respirare. Spalancai gli occhi per captare almeno la sua ombra ma niente, non vedevo nulla. Di certo era un vampiro, aveva le mani troppo fredde. Fui scossa da un'altro fremito.. Mi avrebbe uccisa. Altre lacrime scesero. E la sua voce mi colpì terribile come una lama sul collo, ma debole come un soffio:

< ma che begli occhioni! è un peccato che tu li rovini con queste lacrime.. ti diventano rossi sai, non ti donano.. anche se > rise appena < se ti trasformassi dovresti abituarti a quel colore >

trasformarmi? lui?

< NO! > lo urlai con quanto fiato avevo in corpo, e fu la prima parola che dissi.

< oh oh oh... la piccola si agita! > mi afferrò lievemente il polso < non devi mai contraddirmi, hai capito? > no.. non avrei ceduto < RISPONDI! HAI CAPITO? > questo lo urlò e io trasalii, mi morsi il labbro forte, non avrei ceduto. mai! ma lui... mi strinse il polso. No.faceva troppo male, la pressione aumentava, e sentìì un grido provenire da me < RISPONDI! NON MI CONTRADDIRAI MAI > aumentò la stretta tanto che mi venne un canato di vomito < NOOOOOOOOO >

Staccò la mano dal mio polso.

< ah no? Bene, sarà tutto molto più divertente... io lo dicevo per te BELLA > Il mio nome pronunciato da lui mi portò un moto di rabbia. < io per te sono isabella > Sibilai a denti stretti

< Pizzica la bambina eh? > rise sprezzante < e sentiamo, perchè mai tutti possono chiamarti Bella e io no? eppure ci conosciamo.. da tempo direi > tutte le mie risposte malvagie sfumarono via a quell'affermazione. Quindi avevo ragione.. ci conoscevamo.

< n..noi ci conosciamo? > glielo chiesi tremante

< ma certo "cherie" > Aveva un accento francese e questo pizzicò ancora più i miei ricordi.. ma niente, non ricordavo.

< non so chi sei. dimmelo. fatti vedere >

< lo saprai a tempo debito ISABELLA > accentuò l'ultima parola con una risata.

Poi mi strinse la testa tra le mani, quel gelo mi provocava una repulsione inaudita, non ricordava quello della mia famiglia. Sentivo il suo respiro sferzarmi le labbra. Cercai di voltarmi ma non mi era possibile. ero bloccata nella sua stretta ferrea, Gli strinsi un braccio con la mano buona per spingerlo via. L'altra giaceva sul materasso: evitavo di spostarla. Spinsi più che potei ma non lo mossi di un millimetro. Non parve nemmeno accorgersene.

< Hai davvero un'odore incantevole piccola, i miei ricordi non ti fanno giustizia > inspirò < davvero buono, Ma non desidero ucciderti, non ora almeno > sogghignò. tremavo come una foglia. Non volevo, non dovevo dargliela vinta, non dovevo mostrare la mia paura ma non riuscivo a trattenermi < sai... la tua paura rende l'odore ancora più buono, l'adrenalina è estremamente eccitante sai > qualcosa di freddo mi sfiorò il collo, era il naso, perchè sentivo l'aria spostarsi < si.. davvero sublime >

< non mi toccare > lo dissi prima piano, e lui non cesso di sfiorarmi, cosi lo urlai:

< NON MI TOCCAREEEE > l'urlo rimbombò forte nella stanza. Lui rise, estremamente divertito:

< saranno dei giorni molto belli con te, mi piaci, cosi ribelle, cosi coraggiosa, renderai tutto molto divertente sai? Ma questo carattere non ti manterrà tanto in vita sai? > Poi qualcosa di gelido mi premette sulle labbra, NO, NON LO STAVA FACENDO.

Provai a sforzarmi, serravo le labbra, lui cercava di schiuderle. Strinsi i denti cosi forte che le mandibole mi facevano male. Non, non gliel'avrei permesso mai. Mai! Si staccò, ridendo:

< hai anche un buon sapore sai ISABELLA? il tuo sangue deve essere sublime, peccato non lo possa assaggiare >

< sei una bestia > Gli sputai in faccia, o almeno, dal rumore dovevo averlo centrato. Mi assestò uno schiaffo sulla guancia che mi fece voltare

< imparerai le buone maniere piccola umana impertinente > con una manata mi spinse sul letto che cigolò furiosamente. Avevo il cuore impazzito, ero impietrita, La guancia scottava tremendamente e il polso era un dolore sordo.

< Se non mi servissi per separare i cullen ti terrei qualche giorno per appagare i miei desideri e poi ti dissanguerei, ma sei necessaria: si separeranno per cercarti, e saranno deboli, cosi deboli che farli a pezzi e bruciarne i resti sarà solo un gioco divertente > Rise.. con quella sua risata gelida che sapevo, avrebbe abitato fino alla mia notte i miei peggiori incubi. Poi una porta si aprì e una lama di luce e lo investii. Fu solo un attimo: voltai il viso per vederlo, ma la luce ne disegnava solo i contorni: era di spalle; alto, aveva i capelli scuri, lunghi, legati con una coda bassa, ma non avevo idea di chi fosse. Chiuse la porta e fui nuovamente immersa nell'oscurità.

 

Rimasi con gli occhi spalancati probabilmente per ore. Ero atterrita, terrorizzata. Ancora di più ora che sapevo le motivazioni del rapimento. Il loro amore per me li avrebbe portati alla morte. Stavo desiderando di non aver mai ricondotto Edward a me. In quel caso loro sarebbero stati lontani, in salvo, non si sarebbero separati e soprattutto non l'avrebbero fatto per me. Li stavo lentamente conducendo alla distruzione.

Rosalie aveva ragione dall'inizio, non avrei creato che guai. E cos'ero io per loro? Non ero altro che una semplice umana, niente a confronto della loro magnificenza, brutta rispetto alla loro divina bellezza, incapace rispetto alla loro forza, cieca per la loro vista, e infine ero inutile. Una stupida inutile umana avrebbe distrutto la famiglia più bella che esisteva. No.. non me lo sarei potuto mai perdonare. Ma come avrei fatto? I loro sforzi non sarebbero valsi a niente, tempo qualche giorno la bestia mi avrebbe uccisa, e mi ero comportata troppo male perchè lui lo facesse velocemente. l'aveva detto, me l'avrebbe fatta pagare. Non avevo bisogno di essere una veggente, o di leggere nel pensiero per sapere che m'avrebbe torturata finchè il dolore non m'avesse tramortita; mi era bastato sapere che per ottenere un semplice "si" mi aveva stretta il polso fino alla nausea. Rabbrividì e i singhiozzi si tramutarono in un pianto convulso. Mi accucciai su me stessa cercando di rendere silenziosi i miei fremiti con poco successo. Anche perchè il movimento aveva fatto spostare la mano e quindi il polso: non potrei contenere uno strillo di dolore. Edward di certo mi stava cercando... Non avevo dubbi, mi amava.. e per questo avrebbe distrutto la sua esistenza. Il dolore al petto divenne insostenibile. Le lacrime non bastavano, Era tutto inutile, ero inerme. Dovevo solo attendere la loro morte, la mia tortura e infine l'agognata fine della mia esistenza che m'avrebbe ricondotta dal mio amore, questa volta per sempre. Non mi accorsi di gemere il suo nome, nel buio, per ore..

Edward

Sferrai un pugno alla porta che saltò via dai cardini per schiantarsi contro il tavolo di cristallo di Esme che si frantumò, ma parve che nessuno ci badò.

I loro pensieri mi innervosivano

Calma fratello cosi non risolvi niente

. MA COSA NE SAPEVA EMMETT! AVREI VOLUTO VEDERE COSA AVREBBE COMBINATO SE QUALCUNO AVESSE PRESO ROSALIE E LUI NON AVESSE IDEA DI DOVE FOSSE! E SE POI ROSALIE FOSSE STATA UNA FRAGILISSIMA UMANA? Mi tremavano le mani, ma prenderlo a pugni non avrebbe risolto nulla, dopotutto anche lui era preoccupato, le voleva bene.

L'ansia mi stava distruggendo lentamente. Non potevo perderla ancora, non l'avrei permesso.

Jasper mi guardava fisso, lo sentivo, tentava di calmarmi ma non ne era capace. Tutta la mia famiglia era raccolta in salone. Alice appollaiata sul divano con le mani sulla testa tentava di vedere qualcosa ma non faceva che lamentarsi per il forte mal di testa. Ogni qual volta tentasse di focalizzare Bella, non vedeva altro che buio. La supposizione era che colui che l'aveva rapita doveva avere qualche particolare potere, perchè Alice non vedeva, io non leggevo i pensieri, e gli odori scomparivano come chiusi in una bolla: solo se vi si entrava si riusciva a sentire qualcosa, motivo per cui carlisle non era riuscito a trovare alice e io e jasper si perchè ci eravamo avvicinati. Evidentemente lui era lì vicino. Un ringhio mi proruppe in petto: se solo l'avessi notato l'avrei lacerato lentamente e dolorosamente in mille pezzi, gli avrei strappato gli occhi solo per aver guardato Bella e pensato di rapirla, ma ero stato un'incapace e ora lei chissà dov'era, chissà come stava, perchè.... era viva, ne ero certo, e la speranza sarebbe morta solo quando avrei visto il suo corpo esanime. Ma questo, ovviamente. non sarebbe mai accaduto:

< .... evidentemente deve avere il potere di generare una sorta di campo magnetico, o qualcosa di simile, infatti mi avete detto che i cellulari non prendevano > era carlisle a parlare

< si.. niente campo, Hanno riiniziato a prendere nel momento in cui edward ha sentito i pensieri di Alice e io ho avvertito i loro sentimenti, infatti Ed ha chiamato subito Bella e lei ci ha risposto >

< non avrei mai dovuto permetterle di andare a fare una passeggiata > esme era pienamente distrutta, ma non riuscivo a consolarla, e mi sentivo uno schifo per questo, eppure ce l'avevo con lei, era vero, non avrebbe dovuto. Ma il mio silenzio la stava dilaniando.

Singhiozzava incapace di piangere, Carlisle la stringeva a se

Edward, dovresti dire qualcosa a tua madre

, Carlisle lo pensò ma io non potevo, non ce la facevo a andare da lei. Una parte di me la riteneva responsabile, ma dall'altra sapevo che era solo colpa mia e della mia natura animale: non avrei dovuto abbandonarla, gliel'avevo promesso, eppure l'avevo fatto. Ora lei era in pericolo, e io non potevo fare niente. Rimasi immobile, stringendo i pugni. Lessi una grande delusione mista a dolore nella mente di mio padre ma rimasi impassibile.

< quali sono le ultime cose che avete sentito al telefono con bella? > l'avevamo ripetute mille volte. Rimasi in silenzio, Jasper parlò per me:

< Bella ha detto che si trovava nel bosco, poi è rimasta in silenzio e abbiamo sentito un tonfo, quindi probabilmente il cellulare le era caduto per terra >

< non poteva essere altro quel rumore? > chiese emmett

< no... perchè non si sentiva più il respiro di Bella vicino al microfono quindi non lo aveva più appoggiato all'orecchio >

< mmm... poi? >

< poi abbiamo sentito che tratteneva il respiro, lo scricchiolio dell'erba, quindi dei passi, e una risata di un uomo, la voce limpida pareva quella di una vampiro, ma non era una risata gioiosa... > no.. infatti era la risata di una bestia, mi maledissi ancora più per la mia negligenza.

< poi abbiamo sentito un'altro tonfo, e l'urlo di Bella... era... > questa volta finii io per lui

< era terrorizzata > Esme alzò gli occhi incrociando i miei e io abbassai lo sguardo, ruppe in un'altro singhiozzo < poi si è sentito lo scricchiolio di un osso che si rompeva > strinsi i denti ringhiando, non ero capace di continuare, l'ultima cosa che avevo sentita non l'avevo detta, annuii quando jasper mi chiese mentalmente se poteva dirlo lui, quindi parlò:

< ehm.. alla fine s'è sentita la voce debolissima di bella che, mmm... diceva il nome di edward, pianissimo, probabilmente era schiacciata, o aveva una mano sulla bocca, poi... ha preso a singhiozzare e li la chiamata si è interrotta > non potevo stare ancora li senza far niente. Esplosi. presi i resti della porta e li scaraventai contro il muro, si fecero mille scheggie. Mi inginocchiai a terra, le mani sulla testa. Maledizione!!!!! che dovevo fare!!! non sapevo dove cercarla, avevamo setacciato il bosco per ore ma del suo odore nessuna traccia.. Tutti erano rimasti in silenzio dopo il racconto di jasper, in rispetto al dolore. Si udivano solo i singhiozzi di mia madre. Un'altro dolore la cui fonte ero io. Poi carlisle parlò:

< il vampiro controlla questo potere, visto che all'inizio era accanto a bella ma il cellulare prendeva ancora e voi potevate sentirlo. E ora, dato che alice non la vede,lui deve essere ancora accanto a lei e sta sfruttando il suo potere.l'unico modo per trovarla è individuare questi buchi tra le tue visioni alice... >

< vi giuro che ci sto provando... > aveva ancora le mani sulla testa, e avvertivo il suo dolore atroce per lo sforzo. Andai alla finestra e strinsi il davanzale fino a sbriciolarlo. Dove sei amore mio?

 

allora? è più chiaro di chi si tratta? ci sono un paio di indizi che lasciano capire proprio tutto :D vediamo un pò chi indovina!? E proponetemi anche un nome da uomo che vi pare "cattivo" sarà usato per un nuovo personaggio probabilmente! :) quindi REEECENSITE!

A PRESTO!

 

 

 

 

  
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