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Autore: Maty66    20/01/2016    2 recensioni
Cosa si nasconde nel passato del più giovane e brillante capitano della Flotta Stellare? Quali oscuri ricordi tornano all’improvviso a tormentare l’animo di James Tiberius Kirk, proprio quando ha trovato una famiglia nel suo equipaggio ed una casa sull’Enterprise? Potranno i suoi amici aiutarlo a superare l’incubo che credeva ormai sepolto nella sua mente?
Ambientato dopo Into Darkness, durante il primo anno della missione quinquennale.
Attenzione è una storia NO SLASH.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Dottore, James T. Kirk, Montgomery Scott, Nyota Uhura, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 26
Una famiglia

TARSUS IV
Data Stellare 2261.5.31
 
“Ho detto toglili subito le mani di dosso”
La voce familiare ed irata era ben nota a Jim, ma lui non riusciva davvero a credere che appartenesse a chi ricordava.
Ed invece dopo alcuni secondi un volto apparve nel suo campo visivo.
“Cy… ma che…” balbettò stupefatto con quel poco di voce che gli rimaneva, mentre Kodos non accennava ad allentare a presa al collo.
“Le consiglio di lasciare immediatamente il capitano. L’aggressione ed il rapimento di un membro della Flotta Stellare sono già crimini molto gravi”
La voce di Spock, dura tagliente ed assolutamente priva di emozioni colse Kirk ancor più di sorpresa.
Con la visione periferica che gli era permessa vide Scotty e Fix  entrare phaser spianati.
Cy e Spock erano già nella stanza tenendo sotto tiro gli altri presenti.
“Buttate subito le vostre armi in terra ed inginocchiatevi, mani sulla testa” intimò  il vulcaniano.
Tutti obbedirono, e vennero immediatamente disarmati da Scotty e da Fix, tranne Kodos che continuava a tenere le mani al collo di Jim, guardandolo quasi beffardo.
“Non lo ripeterò di nuovo: lo lasci subito” intimò di nuovo Spock puntando direttamente il phaser contro Kodos.
Ma il vecchio governatore fu più veloce.
Fulmineo estrasse il coltello dalla tunica che indossava e  posizionatosi alle spalle di Kirk gli tirò la testa all’indietro poggiandogli la lama alla gola.
“Non ti conviene” ringhiò Cy puntando anche lui il phaser contro Kodos.
Jim sentiva la lama premere sulla pelle sin quasi a ferirla. Una minima pressione alla giugulare.
“Penso che a voi non convenga. Basta un minimo scatto e potete dire addio al vostro prezioso capitano”.
“Il suo comportamento è del tutto illogico. Lei è solo e  ha almeno due phaser puntati contro. E se spera che arrivino gli altri mercenari a suo servizio sappia che sono stati già disarmati ed immobilizzati. Non ha via di scampo”
Kodos sorrise sempre più beffardo.
“Vero, ma prima che qualcuno di voi mi spari esiste la possibilità  che io tagli la gola al tuo capitano. Ti va di rischiare vulcaniano?”
Jim ansimando si guardò intorno cercando una via di scampo.
I suoi occhi incontrarono quelli di Spock e bastò uno sguardo di intesa.
“Va bene, abbassate le armi” intimò Spock.
“Ma che sta dicendo!!” urlò Cy infuriato.
“Fate come ho detto” intimò il vulcaniano con voce dura.
Dopo un attimo di indecisione Cy e gli altri si decisero ed iniziarono a poggiare le armi in terra.
Kodos ebbe un sussulto di soddisfazione e per un momento allentò la presa della lama sul collo.
Era l’attimo che Kirk aspettava.
Velocissimo colpì Kodos con una gomitata nello stomaco, sufficiente a farlo barcollare all’indietro.
Quasi nessuno dei presenti ebbe il tempo di accorgersi di Spock che si avvicinava e afferrava il polso di Kodos. A Jim parve di sentire distintamente il rumore dell’osso che si rompeva mentre il vulcaniano lo torceva sino a far cadere il coltello.
Poi  il vulcaniano afferrò Kodos per il collo, con una sola mano, e lo sollevò di parecchi centimetri d terra, schiantandolo contro il muro.
Era spaventosamente forte.
Jim ansimò pesantemente.
“Stai bene?” la voce di Bones arrivò all’improvviso, subito prima che il medico si materializzasse dal nulla, agitando  il suo tricoder come una bacchetta magica su Jim.
 “Io sto bene… pensa a Claire” sospirò il capitano, indicando la ragazza che guardava spaventata rannicchiata in un angolo.
McCoy si trattenne ancora un momento per controllare i segni vitali di Jim e poi si diresse verso Claire, non prima di aver lanciato uno sguardo furioso al suo migliore amico.
“Sei completamente disidratato e i tuoi livelli di zucchero nel sangue sono nel sottoscala. Spero tu sia contento. Questa non la passi liscia, marmocchio idiota”. sibilò sottovoce.
Mentre Tom e gli altri venivano immobilizzati Spock continuava a tenere, senza alcuno sforzo, Kodos per la gola sollevato dal pavimento di alcuni centimetri.
Le labbra dell’ex governatore stavano diventando blu e l’uomo boccheggiava per l’aria.
“La prego comandante, ce lo lasci solo  cinque minuti. Ci pensiamo noi” disse truce Cy mentre si avvicinava con Fix al suo fianco.
“Questo è omicidio… non potete farlo. James… James… io ti ho amato come un figlio lo sai”
“Lui per te è ‘capitano Kirk’ e non rivolgergli la parola, non guardarlo nemmeno” sibilò Spock con una furia che McCoy  aveva visto solo quando il vulcaniano aveva tentato di vendicarsi di Khan.
“Me lo lasci due minuti solo Spock. Ci penso io,  posso fare in modo che la Federazione non perda tempo e denaro per celebrare un processo contro questa feccia”  scandì Cy ridendo beffardo.
“James ti prego” sussurrò Kodos con il terrore negli occhi.
Jim si avvicinò.
“Lo lasci andare, signor Spock. Ha comunque diritto ad un processo equo” scandì Jim.
Spock lo guardò per un lungo attimo, prima di mollare la presa.
Kodos cadde in terra come un burattino cui avevano tagliato i fili.
Cy ne approfittò per mollargli un paio di calci ben assestati nello stomaco.
“Cy!!! Smettila!!!” intimò Kirk.
“Avevo capito che non  lo potevo uccidere, non che non potevo neppure prenderlo un po’ a calci” sorrise il vecchio mercenario.
“Piuttosto cosa ci fate tutti qui?” chiese guardando il gruppo.
“Cosa ci facciamo qui??? Siamo venuti a salvarti il culo, moccioso idiota… E te l’ho detto: questa non la passi liscia” urlò McCoy, mentre aiutava Claire ad alzarsi.
“Dottore le consiglio di esprimere la sua ira verso il capitano in un altro momento” fece Spock con la sua solita aria neutra.
“E voi? Come…” fece Jim verso Cy e Fix.
“Diciamo che è una specie di riunione di famiglia, solo con molte più armi” sorrise Cy mentre abbracciava Jim.
“Felice di vederti tutto intero, ragazzino” disse Fix, dandogli una grande pacca sulla spalla.
“Tanto non resta intero per molto tempo, ve lo assicuro. Come hai potuto? Come hai potuto lasciare la nave senza dire nulla? Come hai potuto nascondere a me, il tuo migliore amico, quello che stava succedendo…”
Jim rabbrividì nel guardare McCoy negli occhi, con tutto il dolore e la delusione che vi leggeva.
“Dottore, a costo di ripetermi, le sue  illogiche manifestazioni di fastidio verso il capitano possono aspettare” fece Spock mentre legava le mani di Kodos, incurante dei gemiti  di dolore che l’uomo emetteva a causa del polso rotto.
“Andiamo Spock, se non fosse per le ‘illogiche’ intuizioni del dottor McCoy a quest’ora saremmo dall’altro lato del pianeta. Fortuna che alla fine gli abbiamo dato retta sulla direzione da prendere” protestò Cy.
“Mi sa che sei nei guai fino al collo, ragazzino” ridacchiò Fix guardando McCoy che a sua volta sembrava sul punto di esplodere come una pentola a pressione.
“Lo so” ammise Jim cercando di evitare lo sguardo del medico.
Claire si avvicinò con passo incerto a Tom, ancora inginocchiato con le mani sulla testa.
“Sei uno schifoso traditore. JT avrebbe fatto meglio a lasciarti nelle mani della milizia, quel giorno” gli disse con odio.
Tom non rispose limitandosi a guardare un punto fisso davanti a lui.
“E ora che facciamo con questi qui? La navetta non ci può trasportare tutti” chiese Fix.
“Signori penso che abbiamo un problema più urgente” disse con urgenza Scotty che sino ad allora era rimasto praticamente in silenzio.
Poco dopo la stanza fa invasa dai Klingon.
 
 
Nave  Cargo DG667WC  Phoenix
Data Stellare 2252.5.20

“Insomma Cy, siamo bloccati qui in orbita da tre settimane. Tutto per dare retta al ragazzino e al suo capriccio del motore a curvatura” protestò Fix sbuffando ed agitando le antenne.
“Dobbiamo vendere la nave? E possiamo ricavare molto di più  se ha il motore a curvatura” ribattè Cy.
“Sì, un motore a curvatura messo insieme da un diciannovenne con mezzi di fortuna ed un cristallo di dilitio rubato”
“Rubato… l’ho vinto a carte” rispose ironico Cy.
“Barando, dopo che hai fatto ubriacare quel mercante” disse a sua volta Fix.
“La verità è che ormai quel ragazzino ti tiene in scacco. Gliele fai passare tutte” continuò l’oroniano.
“Sai bene che questa nave sta ancora in piedi grazie a lui. E non gli abbiamo dato granchè in cambio”
“Solo che questa storia sta diventando una ossessione per il marmocchio. Sta lì dentro da due settimane e non mangia quasi nulla. E dubito anche che  stia dormendo”  disse Stir indicando la porta, chiusa ermeticamente, del vano motore.
Un lampo di preoccupazione passò sul volto di Cy.
“Ragazzo vieni fuori di lì” disse  il vecchio mercenario azionando il comunicatore sulla parete.
“Non ho tempo Cy. Ho quasi finito” gracchiò in risposta Jim dopo molti minuti e varie chiamate.
 “Ti ho detto di venire fuori di lì, o ti vengo a prendere io e non ti conviene, credimi” intimò Cy con voce dura.
Dopo altri lunghi minuti la porta scorrevole si aprì rivelando un ragazzo completamente sporco di grasso, con i capelli scompigliati e gli occhi spiritati.
“Che c’è?” chiese Jim infastidito.
“Vai a lavarti ragazzo, puzzi. Mettiti in ordine, scendiamo sul pianeta per cena” fece Cy con aria disgustata.
“Non ho tempo. Devo finire qui. E poi non è che  tutti voi profumate tanto” chiosò Jim  girandosi per tornare al lavoro.
“Per caso ho chiesto la tua opinione? Non mi pare. Sono il comandante qui e ti sto ordinando di scendere con me sul pianeta. Ora puoi farlo volontariamente, oppure ti prendo a calci prima fino alla doccia e poi sino alla navetta. A te la scelta”
Jim valutò per un attimo la situazione. Quando Cy parlava così era meglio non contraddirlo.
“Ok… ma poi mi lasci in pace sino a che non ho finito” borbottò mentre si avviava verso le docce.
 
Il locale su Cety Alfa  era poco frequentato e scarsamente illuminato.
Cy e Jim presero posto ad uno dei tavoli sul fondo.
“Allora ragazzino. Secondo Stir non stai mangiando e non dormi. Non farmi pentire di averti procurato quel  cristallo” iniziò Cy.
“Stir dovrebbe proprio farsi i fatti suoi. Sto bene, devo solo finire il lavoro”
 “Sai bene che venderò la nave comunque. Non mi sembra il caso di prendersela tanto o di ammalarsi per questo motore su cui ti sei fissato”
“Non mi sono fissato. Se ha il motore a curvatura la Phoenix vale il doppio, non devo spiegartelo io” protestò Jim guardando  fisso a terra.
“A proposito… hai pensato a cosa vuoi fare? Alla mia proposta?” chiese Cy.
“Non molto in realtà…” bisbigliò Jim sempre guardando a terra.
Cy rimase in silenzio per un po’.
“Non voglio forzarti ragazzo. Ma devi comunque decidere cosa vuoi fare dopo. Non puoi stare rintanato nelle fogne per sempre. Te lo ripeto, non mi piacciono gli sprechi”
I due rimasero in silenzio per un po’.
“Senti ragazzo, aspetta qui. Io vado a procurare qualcosa da mangiare. E poi c’è qualcuno che voglio farti conoscere” disse alla fine il  mercenario.
Jim notò una certa incrinazione nella voce ed intuì subito la persona che doveva conoscere quella sera. La donna di Cy… la sua nuova madre secondo i piani del mercenario.
Improvvisamente il giovane si sentì agitato, senza motivo.
Cy l’aveva lasciato libero di decidere e in quei mesi non gli aveva fatto alcuna pressione. Ma Jim  iniziò comunque a sudare al pensiero di avere  di nuovo una famiglia.
Il pensiero corse subito ad Hoshi.
In quegli anni era riuscito ad avere solo notizie sporadiche della donna,  sapeva che aveva ripreso  l’insegnamento di xenolinguistica   e che lavorava all’Accademia della Flotta e che fondamentalmente stava bene, vista l’età.
Più volte era stato sul punto da  inviarle un messaggio, ma la paura di essere scoperto e di metterla nei guai era ancora forte.
Hoshi era stata quanto di più vicino ad una madre avesse mai avuto.
Perso nei suoi pensieri non si accorse della donna, occhi  verdi e capelli biondi, che lo fissava dall’altro lato della sala.
Cy stava discutendo seduto al bancone del bar con una donna di mezza età, molto ma molto formosa. La donna rideva felice mentre Cy le parlava ammiccando. Ogni tanto i due guardavano verso Jim e la donna gli lanciava grandi sorrisi.
Decisamente  il tipo di donna che piaceva a Cy, pensò Jim sorridendo di rimando.
Lo sguardò gli scivolò sul fondo della sala e solo allora la vide.
Era cambiata negli anni ed invecchiata, ma Jim non poteva dimenticare  quegli occhi, i capelli biondi.
Quando era piccolo una delle cose che amava di più era passare le dita fra quei capelli lunghi e lisci come la seta.
 E amava quegli occhi verdi, quanto avrebbe voluto  essere guardato da quegli occhi con amore, come veniva guardato Sam, suo fratello maggiore.
 Invece quei magnifici, tristi occhi verdi non lo  guardavano mai.
 Non lo guardavano quando orgoglioso le porgeva il fiore che aveva raccolto per lei, non lo guardavano quando le mostrava la pagella scolastica con tutti voti massimi, non lo guardavano mentre lei gli faceva auguri distratti ed indifferenti, subito prima  di chiudersi in camera per tutto il giorno, piangendo sulla morte di suo marito al posto di festeggiare il compleanno del suo bambino.
Quegli occhi non erano  con lui tutte le volte che era finito in ospedale per le percosse del suo nuovo marito, non erano lì ad accoglierlo quando era tornato da Tarsus.
Ma ora quegli occhi lo stavano guardando dal fondo della sala.
E Jim sapeva di essere stato riconosciuto, nonostante gli anni passati.
In fondo una madre riconosce sempre suo figlio.
“Mamma” bisbigliò fra sé e sé.
“Che c’è Winnie? Conosci quel ragazzo?” chiese l’uomo che sedeva accanto a sua madre.
Winona Kirk fissò Jim ancora per un momento.
 “No, non so chi sia” rispose alla fine la donna subito prima di alzarsi e uscire dal locale.
 
Cy Gentry  si svegliò la mattina successiva con un gran mal di testa, ma sodisfatto.
La serata era andata bene.
All’inizio Jim gli era sembrato un po’ strano, distante, ma poi aveva chiacchierato volentieri con Nancy e le aveva sorriso, mentre alla donna era bastato solo un minuto per innamorarsi del ragazzino.
Sì forse il suo progetto poteva davvero andare in porto, pensò soddisfatto mentre buttava le gambe fuori dalla cuccetta .
“Cy forse è meglio che scendi al vano motore” gracchiò la voce di Stir all’interfono.
Quando Cy Gentry arrivò a destinazione non potè fare a meno di rimanere a bocca aperta dalla sorpresa.
“Per la miseria… ce l’ha fatta…” borbottò orgoglioso, mentre guardava il nucleo a curvatura che pulsava nella camera isolante.
“E’ un piccolo fottuto genio” fece Fix mentre gli porgeva un biglietto, scarabocchiato con una penna vecchio stile.
Gli occhi dell’oroniano denotavano tristezza.
“Ovviamente il motore va testato. Non credo che potrà raggiungere più di warp tre, forse quattro. Grazie di tutto. Siete stati dei veri amici. Jim”
“Dov’è?” chiese Cy, conoscendo già la risposta.
“Se n’è andato” rispose triste Stir.
 
Star Trek non mi appartiene (ovviamente altrimenti sarei molto ricca e starei a Los Angeles a preparare Star Trek-Beyond). Come al solito grazie alla mia splendida beta e a Cladda, magnifica amica che con le sue recensioni rende la storia molto più profonda di quanto non sia. E come al solito se qualcuno vuole lasciare un segno del suo passaggio… benvenuto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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