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Autore: Little_Lotte    20/01/2016    4 recensioni
Fra le trincee della guerra in Afghanistan, un giovane soldato scrive una lettera al grande suo amore.
"Siamo nati in questo mondo nello stesso modo in cui ce ne andremo: da soli.”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quandahar, Afghanistan

13 luglio 2002



Carissimo amore mio

Questa mattina, durante un agguato alle nostre truppe, ho ucciso degli uomini.

E' accaduto tutto talmente in fretta, che non ho avuto neppure il tempo di realizzare l'accaduto: era pochi uomini, armati di kalashnikov, pronti a sterminarci uno dopo l'altro, a sangue freddo; alcuni dei nostri uomini sono caduti, altri invece sono riusciti a cavarsela solo con qualche ferita profonda.

Io non ricordo esattamente che cosa è successo, so solo che ad un tratto mi sono ritrovato a sparare all'impazzata su tutti quei dannati nemici, con una cieca furia omicida che mai avrei creduto possibile da parte mia. Ho ucciso senza pietà e senza esitazione alcuna, come una di quelle bestie assassine che troppo spesso ho sentito disprezzare dalle tue labbra.

Non so perché te lo sto raccontando.

Come dovrebbe farti sentire il fatto che fra quegli spietati assassini, fra quei militari spregiudicati e dal grilletto troppo facile che tu hai sempre spregiato con tanta fierezza, adesso ci sono anche io?

Mi guarderesti ancora con gli stessi occhi?

Mi ameresti ancora, come hai sempre fatto fino ad ora?

Sono trascorsi mesi dal giorno della mia partenza e ancora questa fottutissima guerra non accenna a voler finire; mi chiedo se giungerà mai ad un termine e se questo nostro combattere senza alcuno scrupolo potrà mai servire a qualcosa.

Fino ad ora, non ha portato altro che morte e distruzione.

Ricordi che prima di partire ti dissi che questa guerra non era come tutte le altre, che servire la patria era un mio dovere e che avrei mancato di rispetto ad un importante giuramento se mi fossi sottratto ad essa?

Soltanto adesso capisco di essermi sbagliato.

Adesso mi rendo conto che questa dannata guerra non ha davvero alcun senso e che tutto ciò in cui avevo così ciecamente creduto, tutte quelle ridicole baggianate alle quali non avevo fatto che appigliarmi per tutto questo tempo, altro non erano che fumo negli occhi, una cieca nube fatta di illusioni e meri inganni, che mi hanno costretto ad allontanarmi da tutto ciò che di più caro avevo, per trascinarmi in questo maledetto e dannatissimo inferno.

Ho visto cose terribili in questo posto, sai?

Ho visto uomini cadere uno dopo l'altro come marionette senza fili, donne morire fra le mie braccia senza alcuna valida ragione apparente, bambini implorare per un misero bicchiere d'acqua o esplodere all'improvviso al tocco di una subdola mina antiuomo, nascosta in un piccolo giocattolo o sepolta sotto infiniti strati di sabbia e di detriti.

Ho visto la morte in faccia, così spesso da non averne più alcuna paura.

La morte in sé non è poi così terribile, se paragonata a questo inferno.

Ogni giorno mi chiedo se farò mai ritorno a casa, se arriverà nuovamente il giorno in cui potrò rivedere i tuoi occhi azzurri e bearmi del tuo tenero sorriso, stringerti fra le mie braccia e fare ancora l'amore con te, per tutta la notte e fino all'alba.

Ho paura di non rivederti mai più e che la vita non vorrà darci una seconda occasione... Ho paura del vuoto che lascerei dentro di te, se mai dovessi andarmene per sempre.

Non ho paura, tuttavia, di andarmene da questo mondo, né di farlo da solo.

Ricordo ancora le parole che mio padre mi disse, il giorno in cui espressi alla mia famiglia il mio desiderio di arruolarmi nell'esercito: lei piangeva a dirotto, così come mia sorella, ma lui mi si avvicinò pacatamente e dopo avermi messo entrambe le mani sulle spalle mi disse: “ Servire la patria è un grande onore, figlio mio, e tu devi essere orgoglioso di aver preso questa decisione. Non devi temere il giudizio degli altri, ricordati sempre queste mie parole: Siamo nati in questo mondo nello stesso modo in cui ce ne andremo: da soli.”

Non scorderò mai quelle parole.

Forse, in un certo senso, servirono proprio a prepararmi per questo momento.

Come ho già detto, amore mio, non è della morte che ho paura.... Mi spaventa solamente l'idea di non poterla affrontare insieme a te.

Sento il tempo scorrermi addosso ad una velocità estenuante, quasi volesse avvertirmi che di tempo ormai non ne è rimasto più. Perciò adesso chiudo gli occhi e proverò a dormire un po', nella speranza che domani ogni cosa sarà diversa e che, magari, ti rivedrò ancora una volta.

Così, come ancora amo rammentarti.

E forse questa stupida guerra sarà ormai diventata solamente un triste, lontano ricordo.


Con tutto l'amore di questo mondo


 

Tuo Benjamin




 

N.d.A: Questo prompt mi è stato dato da Karla R.Wincester per la settima dei prompt indetta dal gruppo "We are Put for Prompt" di facebook. Nella richiesta vi era anche scritto di scegliere se indirizzare questa lettera ad un uomo o ad una donna; io ho deciso di non specificarlo, lasciando libera interpretazione al lettore.

  
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