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Autore: k_Gio_    21/01/2016    4 recensioni
Era tardi, a quell'ora doveva esserci pochissima gente, e infatti era così . Uno strano incontro con un ragazzino sbucato fuori dal nulla che si è perso.
< Ehi ragazzino, guarda dove corri, potevi farti male. Tutto bene?! > Killian lo guardò ma il ragazzino non accennava ad alzare lo sguardo.
Buona lettura
Aggiunto #Special
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     Capitolo #3



 

«Sono a casa!!!»
«Ciao mamma!»
«Ciao Swan!»
Le due teste che spuntavano da dietro il divano neanche si voltarono verso di lei. Maschi e videogiochi, accoppiata vincente...per avere casa in un totale caos.
«Mamma lo sai che che Killian è super bravo in questo gioco, lo è quasi quanto te!» quel quasi le suscitò un moto d'orgoglio.
«Mi fa piacere, ma Henry non ti avevo detto che avresti dovuto sistemare casa prima di ogni cosa?!»
Non la guardava nemmeno e l'occhiataccia che rivolse a Killian non valse a nulla, dopotutto  cosa si aspettava ,era figlio suo non di Killian.
«Henry mi stai ascoltando!»il tono di voce era aumentato notevolmente.
«Lo faccio appena finiamo la partita» rispose il ragazzino.
«No, lo fai ora!» come poteva la situazione essere degenerata in pochi secondi? Non sapeva perchè si stesse arrabbiando così, davvero non lo sapeva. Voleva dimostrare che fosse una buona madre facendosi rispettare a tutti i costi? Davvero ?!
Henry mise il gioco in pausa e in collera quasi quanto lei urlò «Tanto che sistemiamo a fare la casa se poi tra poco la cambieremo di nuovo e di nuovo e di nuovo!!!»
Silenzio.
Questo aveva fatto male. Eccome se le aveva fatto male.
Henry consapevole di ciò che aveva appena detto abbassò la testa.
Killian era ammutolito. Non se l'aspettava .
«Scusa mamma, non volevo urlarti contro. Scusa»
Gli occhi di Emma erano lucidi. Killian temette che avrebbe pianto da un momento all'altro ma come aveva ormai iniziato a capire lei era una donna che non mostrava le sue debolezze.
Henry iniziò a riordinare i cuscini sul divano. Emma si stampò un sorriso tirato «Finisci qui e poi vai a fare i compiti, immagino tu non li abbia neanche toccati»
«Già» mormorò il bambino.
Lei si avviò in cucina seguita da Killian, si sentiva in colpa, forse sarebbe dovuto intervenire per non far incrinare la situazione così come era successo, ma davvero non sapeva cosa avrebbe dovuto fare o dire...non era abituato a tali confronti.
«Avete fatto i popcorn, siete riusciti a mangiarne un po'?» il suo tono era più tranquillo sebbene lui sapesse che stava solo cercando di mantenere il controllo.
Il pavimento era invaso da puntini bianchi.
«Si, beh forse la situazione ci è sfuggita un po' di mano» si grattò dietro la nuca con fare colpevole.
«Ripetimi perchè sei qui?!» chiese portandosi le mani a strofinarsi gli occhi. « Sono qui perchè tuo figlio doveva ridarmi il libro e visto che tu dovevi andare al lavoro e la tua amica non poteva badare a lui abbiamo unito l'utile al dilettevole, e quindi eccomi qui» scoprì i denti perfetti incorniciati da quella barba che più di una volta si era immaginata ad accarezzare...Falso!!! No, non era vero....accidenti, bugiarda anche con se stessa. Che fine avrebbe fatto.
«E poi» continuò lui «Henry mi adora...e sono sicuro che anche sua madre non faccia eccezione» parlò con la massima nonchalance. Come se fosse scontata una cosa del genere.. Che tipo irritante...certo un pizzico di verità c'era ma ovviamente lui non lo avrebbe saputo. «Siamo fin troppo sicuri di noi signor :ho un attico favoloso, una mercedes nera all'ultimo grido e si, sono ricco sfondato!» anche lei ora con un sorriso divertito sulle labbra. Killian rise e lei lo seguì. Sembrava tutto troppo bello.
Infatti sembrava.
Il crollo arrivò.
Mentre lui spazzava e lei riponeva le ciotole e i piatti sporchi nella lavastoviglie il frantumarsi di un bicchiere fece voltare Killian che la vide appoggiata al bancone. Le fu subito vicino e la fece voltare verso di lui, le mani le afferrarono  il volto alla ricerca di un contatto.
«Ehi Swan cos'hai!? Stai bene. Guardami!»
«Sono una pessima madre...» la voce incrinata e le lacrime che iniziavano a scendere.
«Ma cosa dici! Che ti passa per quella testa bionda? Henry è fortunato ad avere una madre come te» era sincero.
«Ma se nemmeno mi conosci» disse mestamente.
«Mi è bastato quello che ho visto e sopratutto mi è bastato vedere Henry»
«Quasi ogni anno dobbiamo cambiare casa a seconda di dove il mio lavoro chiama ,Henry non dice nulla ma lo so che ne soffre. Chi non ne soffrirebbe» strinse la sua camicia e si poggiò sul suo petto. Questo atteggiamento non era della Emma che stava iniziando a conoscere, poi l'aveva vista quante, tre volte? Ma forse è così, ci si apre più facilmente con chi non si conosce bene.
La strinse a se. «Emma sai anche tu che Henry è felice di quello che ha perchè tutto ciò di cui ha veramente bisogno sei tu e non una bella casa o una macchina all'ultimo grido» citò facendole il verso.
La sentì ridere contro il suo petto. «Ora asciuga quelle lacrime che non sono della Emma Swan che conosco e finiamo di sistemare questo posto» stranamente gli diede ascolto. Stranamente. Tirò su con il naso «Hai ragione» e lo spinse via da lei non prima di avergli rivolto uno di quei suoi sorrisi disarmanti. La sua Swan. Sua. Forse un giorno.

Il pomeriggio stava trascorrendo tranquillo, dopo quel piccolo confronto madre-figlio e poi Emma-Killian gli animi si erano rasserenati. Henry e Killian avevano ricominciato la partita interrotta mentre Emma stava caricando la lavatrice.
« MA PORCA...!!!!» si sentì urlare
I due si guardarono e scattarono verso il bagno. Si fermarono sulla soglia e iniziarono a ridere come matti alla vista di Emma che cercava di coprire la fuoriuscita dell'acqua dal lavandino  rotto.
«Smettetela subito di ridere!» cercava di fare la seria ma veniva da ridere anche a lei «Henry vai a chiamare Marco per favore, e tu Killian non rimanere impalato lì vieni a darmi una mano.
Si avvicinò cercando di coprire gli spruzzi ancora liberi «Quindi hai anche un vicino idraulico» iniziò lui
«Che c'è, sei geloso?» fece con tono fintamente ingenuo.
«Marco...anche italiano» sembrava irritato
«Già» fece civettuola « è un piacere quando si rompe qualcosa, sai, è un tutto fare» sbattè  le ciglia con fare ammaliante. Per risposta lui rafforzò la presa sul rubinetto e inconsapevolmente anche le mani di lei che si trovavano sotto.
Per tutta risposta lei ebbe l'idea di togliere una mano così che l'acqua lo colpì in pieno volto. Lei rise, lui un po' meno.
«Ah è questo che vuoi Swan? D'accordo e guerra sia» Cominciarono ad indirizzare l'acqua verso l'altro ,ridendo come due bambini.
«Mamma ecco Marco». Si voltarono entrambi sulla nuova figura vicino ad Henry.
Killian non se l'aspettava. Gliela aveva fatta e brava Swan.
Marco ,un uomo sulla sessantina, quasi stempiato e con la faccia buona come quella di un nonno. Si sentiva un cretino.
Si girò verso Emma che sorrideva vittoriosa.
Marco li salutò e si avvicinò al lavandino, ora ci avrebbe pensato lui.
In meno di un quarto d'ora finì. « Posso offrirti qualcosa Marco, un caffè?»
« Oh no Emma grazie» le sorrise per poi riporre gli attrezzi nella cassetta.
«Come posso sdebitarmi?!» voleva dargli qualcosa ma lui non accettava mai. « Figurati Emma, se non ci aiutiamo tra di noi, qui crollerebbe tutto a pezzi» si rivolse a Killian « il padrone di casa si fa pagare profumatamente l'affitto ma per la manutenzione del palazzo non ci sono i soldi...più sono ricchi e più li spendono male» li salutò e usci dall'appartamento.
«Una fortuna dietro l'altra, visto Jones» disse amara Emma.
«Siete completamente fradici!» Henry rise.
«Ma davvero!» fece Emma « Allora sarà meglio che ci andiamo a cambiare mentre tu asciughi tutto, no?» Henry smise di ridere all'istante al contrario di Emma e Killian che non riuscirono a trattenersi davanti alla faccia del ragazzino.
La casa non era grande e in poche falcate raggiunsero quella che probabilmente era la stanza di Emma. La bionda aprì l'armadio e si mise a cercare vestiti puliti.
«Attacca il phon intanto, lo trovi nel secondo cassetto» gli indicò lei. Lo prese e inserì la spina poi si puntò il calore addosso. Si stava beando di quel tepore quando qualcosa lo colpì ,si voltò e prese una maglietta grigia con scritto KEEP CALM  AND.... ,più una felpa di un grigio più scuro. « Ehi Swan non metterò vestiti da donna»  e si voltò verso di lei. Si era cambiata alla velocità della luce, la maglietta bagnata era finita sul letto e si era infilata una canottiera nera e ora si stava mettendo una maglietta dello stesso colore grigio che aveva dato a lui ma con sopra, cos'era una tazza di caffè? In mano una felpa nera.
«Non è da donna, è unisex e lo è anche la felpa» e gli si avvicinò sedendosi sul letto accanto a lui e sfilandogli l'asciugacapelli dalle mani.
Era rimasto come un pesce lesso. Emma si era cambiata con lui nella stanza e lui non si era accorto di nulla, che tonto, ecco cos'era ,un tonto.
Come se fosse la cosa più normale del mondo mentre Emma si asciugava i capelli umidi lui si tolse la camicia fradicia proprio li vicino a lei. Lei fece finta di niente anche se il rossore che si fece strada sulle sue guance non passò inosservato.
«Avanti Swan, non dirmi che ti imbarazzo» disse mentre si infilava la maglietta pulita « sono troppo bello per te , non ti aspettavi tanta bellez...»non finì che Emma gli indirizzò l'aria calda sulla faccia cogliendolo di sorpresa « Swan...smettila!» cercava di deviare il phon  ma inutilmente.
«La smetto se tu la smetti di dire queste sciocchezze !» lo disse nascondendo un sorriso e non smettendo di comportarsi come neanche Henry aveva mai fatto.
«Ok ok la smetto! Pace!» e alzò le mani in segno di resa.
«Bene.»
«Bene» e riprese ad asciugarsi i capelli mentre lui si infilava la felpa.. Ogni tanto asciugava anche i suoi passandogli la mano tra quei capelli scuri, un po' come faceva con Henry ,ma Killian non era Henry. No. Lui si limitava a guardarla, quel contatto gli piaceva.
Finì di asciugare entrambi. 3,2,1...silenzio imbarazzante. Si guardavano. Si studiavano. Si cercavano negli occhi dell'altro.
Emma iniziò ad avvicinarsi lentamente e lui fece altrettanto, erano così vicini, stavano per toccarsi e...Emma gli alzò la maglietta e accese il phon alla massima velocità. Killian saltò. E lei rise e per lui fu impossibile rimanere indifferente a quella risata.
«Swan potrei insultarti nel peggiore dei modi per questo» ed indicò loro due alludendo a quello che pensava starebbe accaduto «ma fortuna per te sono un gentiluomo» finì risoluto.
«Buon per me allora» sorrise e ripose il phon nel cassetto.
«Swan ma che razza di magliette sono?!» indicò la sua e quella di lei quando si alzò dal letto.
«Secondo te?! Magliette coordinate ovviamente, non potevo non comprarle» disse con fare ovvio.
«La mia, ok, è comprensibile, ma la tua? Cosa sei, una tazza di caffè?» chiese confuso. Emma sembrò scandalizzata «Caffè!? Certo che no! E' cioccolata calda!» e tese la maglia per far vedere meglio il disegno. Strana ragazza. «D'accordo non ti scaldare era una domanda» e scrollò le spalle.
«Mai contraddire la mamma se si parla di cioccolata Killian!». Henry era entrato e aveva assistito al loro ultimo scambio di battute. Guardò sua madre e lei guardò lui per poi avvicinarsi e stringerlo forte alla vita.
«Il mio ometto preferito»
«E l'unico»
«E l'unico» concordò lei e rivolgendogli uno dei sorrisi più dolci che Killian le avesse mai visto fare.
«Mamma perchè non andiamo da Granny? Killian ha detto che cucina da favola»
La vide mordersi il labbro. Intervenne « Henry magari facciamo un'altra volta, tua madre sarà stanca». Emma non si aspettava che Killian giungesse in suo aiuto e inaspettato fu anche Henry che concordò senza fare storie. «Ok allora cosa mangiamo per cena?» domandò.
«Bhe,io pensavo di ordinare una pizza e guardare un film» ammise lei ;no non aveva voglia di uscire.
«Perfetto ,ordino io, tu Killian cosa prendi?»
Emma e Killian si scambiarono uno sguardo indecifrabile:
doveva rimanere?
Doveva invitarlo a restare?
« Non so se sia il caso che io resti...»disse poco convinto.
«No, non c'è problema, anzi meglio così almeno pago uno dei debiti» gli sorrise.
«Brava mamma!» e corse in cucina a prendere il telefono.
«Brava ragazza» e mentre la superava gli diede un buffetto sul naso. Un calcio, un calcio era d'obbligo. Da comprensivo e gentiluomo a sbruffone e seduttore in un battito di ciglia. Peccato che avesse schivato quel calcio.


 

Ordinarono le pizze e mentre aspettavano Henry andò a cambiarsi, i pantaloni zuppi per aver asciugato il pavimento.
Emma stava prendendo i bicchieri e quello che serviva per la cena, Killian era seduto sulla sedia e la guardava.
«Smettila» disse all'improvviso lei.
«Smettila di fare cosa» chiese
«Di fissarmi» proseguì lei, non era abituata a quelle attenzioni, la facevano sentire strana.
Stava per ribattere ma fu interrotta dal campanello.


 

Henry si era voluto mettere al centro, con Emma e Killian ai lati, e per lei andava più che bene.
Alla fine aveva deciso Henry il film da vedere e la scelta era ricaduta su Pocahontas. La serata trascorse piacevolmente con discussioni sul film, qualche aneddoto divertente tirato fuori così, la pizza che piano piano finiva e i cartoni abbandonati sul tavolino. Henry si era appoggiato a Killian ed inevitabilmente si era addormentato. Nessuno dei due si mosse. Lei prese il telecomando e cominciò a cambiare canale senza guardare realmente i programmi, una specie di tic. Troppo silenzio e non era da lui, per quanto poco l'aveva conosciuto ora stava iniziando ad inquadrarlo. Si voltò verso di lui e lo vide con lo sguardo perso nel vuoto.
«Tutto bene? Il film non ti è piaciuto?» chiese e pensava avrebbe fatto qualche battuta. Non fu così. Continuando a fissare davanti a se le rispose « Io sarei rimasto con lei» poche parole, lei perse un battito...parlava del film, si riferiva al film, calma Emma.
«Ma lui era ferito, doveva curarsi» davvero stavano avendo quella discussione?
Lui la guardò , non l'aveva mai guardata così ,una strana luce brillava nei suoi occhi «Se si fossero davvero amati avrebbero trovato un modo per stare insieme no!?» e amaramente proseguì « e sappiamo che non sono tornati insieme, il sequel ha messo in chiaro le cose» e sorrise triste.
«Beh se forse lui fosse tornato da lei una volta guarito sarebbero tornati insieme e sarebbero stati felici» si stava scaldando un po' troppo per una discussione nata su un cartone animato...anche se sapeva che dietro quei commenti c'era più verità di quanta ne volesse ignorare.
«Già forse hai ragione» concesse lui e le sorrise mentre con una mano le sfiorava la guancia. Quel contatto inaspettato la fece rabbrividire ma non lo diede a vedere e si rimise a fare zapping. Lui mise la mano sul divano, dietro la testa di lei.


 

«Si è fatto tardi, forse è meglio che vada». Si erano addormentati e nemmeno sapeva quando; aveva aperto gli occhi e si era ritrovato Henry quasi del tutto in braccio e Emma appoggiata alla sua spalla. Non avrebbe detto nulla se la sua schiena fosse stata in una posizione più comoda. Prima di parlare però si era permesso di accarezzare quella chioma bionda  che in quel momento era proprio sotto il suo naso. Lei sembrò prendere coscienza di ciò che le era intorno e si tirò su fin troppo velocemente, la colse un capogiro.
«Che ore sono» e si sporse verso l'orologio alle loro spalle «Quasi l'una» mormorò e si stropicciò gli occhi. Sembrava una bambina.
«Porto Henry a letto e poi vado» doveva alzarsi o si sarebbe giocato la schiena.
«Ok vieni» e si alzò anche lei per fargli strada e aprirgli la porta.
Con Henry non più in braccio riuscì a stiracchiarsi provando un immediato sollievo. Emma lo stava fissando.
«Cosa c'è Swan, troppa bellezza ti acceca» chiese maliziosamente.
Lei alzò gli occhi al cielo «Ma per favore» e lo spinse verso la porta di ingresso.
«Mi stai cacciando per caso?» si finse offeso.
«Non mi permetterei mai!» anche lei poteva giocare a quel gioco.
«A me sembra di sì»
«Ti sbagli; avevo capito che eri stanco e volessi tornare a casa» e si appoggiò allo stipite della porta.
Intanto recuperò il giacchetto «Se preferisci rimango qui» sorrise malizioso come lui sapeva fare.
«E' la frase che dici a tutte» sorrise divertita.
«Tu non sei tutte Emma». Lei tremò.
«Buonanotte Killian» tagliò corto lei, strani movimenti nello stomaco.
«Buonanotte Swan» e si chiuse la porta alle spalle non interrompendo  il contatto fino all'ultimo.
Fissò la porta per dieci secondi buoni per poi spostare gli occhi sulle chiavi che si era dimenticato sul tavolino all'entrata. Le afferrò ,stava per urlare mentre apriva la porta ma se lo ritrovò ad un palmo dal naso. Troppo vicino, lui era troppo vicino. «Hai scordato...le..chiavi»soffiò sulle sue labbra. Un attimo e si ritrovarono sulle labbra dell'altro. La mano di lui tra i capelli biondi di lei mentre l'altra unita a quella di Emma che teneva ancora le chiavi. Mentre lei se lo portava più vicino.
Si separarono per prendere fiato appoggiandosi alle loro fronti.
«Se vuoi resto» soffiò lui sorridendo, conoscendo già la risposta.
«Ciao Killian» sorrise anche lei, ma non si spostò.
«Domani ci vediamo» non era una domanda. Ora che l'aveva assaggiata non poteva lasciarla andare. Non ci sarebbe riuscito.
«Forse» continuò a sorridere per poi prendere coraggio e allontanarlo.
«'Notte»
«'Notte» 


                                                                                     ______oOo______





Ooook eccoci qui alla fine di questo terzo capitolo!!!
Se siete arrivati fin qui vuol dire che non è stato male...oppure vuol dire che non avevate niente di meglio da fare xD ok scherzi a parte spero che vi siate divertite un po' leggendo questo capitolo perchè a me scriverlo ha divertento un sacco x')
Piccolo chiarimento io non so se esistano magliette coordinate come quelle che ha Emma, se esistono meglio così ahahah
Se ci sono eventuali errori che sono riusciti ad eludere la mia supervisione segnalate ;)

Buona giornata a tutti!!!!
Gio



 

  
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