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Autore: Full Moon    16/03/2009    3 recensioni
NEW!!! Storia di vampiri. Di UN vampiro! Nobile, antico, con un oscuro passato alle spalle è risorto dalle sue ceneri per nutrirsi di una ragazza che finirà per avere un destino alquanto surreale. Non cercate di arrivare al Sole, altrimenti le vostre Ali di Cera non reggeranno. Però se ne avete un paio di vere…
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ali di cera
Ali di cera
Let me bleed you this song of my heart deformed
And lead you along this path in the dark
Where I belong until I feel your warmth

Hold me like you held onto life
when all fears came alive and entombed me
And love me like you loved the sun,
scorching the blood in my vampire heart

Lascia che io sanguini per te questa canzone dal mio cuore deforme
E portati lungo questo sentiero nel buio
Dove sto finché non sento il tuo calore

Tienimi come ti tenevi in vita
Quando tutte le paure diventavano vive e mi seppellivano
E amami come amavi il sole
Che brucia il sangue nel mio cuore vampiro

HIM_Vampire Heart_

Prologo:
«Non toccatela! Non osate toccarla!».
Il corpo di Tula giaceva sul pavimento liscio e freddo e attorno a lei, i miei “fratelli”.
«Se la toccate non passerà giorno in cui io vi cercherò e quando vi troverò sarà troppo tardi per scappare! »
Tula era mia. La mia preda. Non avrei mai amato nessuno come lei, e ora che aveva più bisogno di me, non potevo fare nulla per salvarla.
Le catene stringevano forte i miei polsi, il mio corpo agitato si dimenava instancabilmente.
Io avrei salvato Tula. In un modo, o nell’altro!

Capitolo1: Tula
L’artefice di tutto? Si, sono io.
“Serie di morti con causa sconosciuta si ripetono da una settimana nelle umide strade di New York”.
Gettai il giornale nel caminetto che scoppiettava di fronte alla poltrona.
Questi stupidi umani, giornalisti. Se cercassero veramente le cause le troverebbero. Anche se non vivrebbero abbastanza per raccontarle.
La cosa mi fece sorridere. Impossibile pensare che un uomo potesse sopravvivere alla sete di un vampiro.
Ne andava quasi del suo onore.
«Hicaro, ancora a pensare a quegli stupidi umani?». La voce di Monique mi fece quasi sussultare.
«No. O forse si. Qualche problema?», dissi alzandomi e portandomi di fronte a lei quasi in un secondo, facendola cadere su una sedia. Il suo respiro si fece ansioso, muovendo i suoi seni delicatamente. I riccioli castani vi cadevano morbidi, soffici e incorniciavano perfettamente i suoi grandi occhi verde mela.
Se non fosse stata una vampira, l’avrei assaporata lentamente, mordendo quelle pallide labbra piene.
«Assolutamente» disse sinuosa.
Mi prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo: «E tu?»
Sorrisi sommessamente spostandomi da lì, e uscendo dal salone urlai gioioso: «Vado a cacciare!»
 
Lasciai la mia bellissima villa nella notte più scura, per poi arrivare quasi in un istante, nella brillante città gremita di vita.
Meravigliose figure slanciate ticchettavano sulle loro scarpette e cinguettavano di fronte alle vetrine. Coppie correvano nei cinema per non perdere l’ultima proiezione.
Io invece, cercavo una ragazza in particolare.
Avevo iniziato ad ascoltare i suoi pensieri, a seguirla dalla sua famiglia, le amicizie, i luoghi di divertimento.
Prima di assaporarla volevo far mia la sua vita.
Strano da dire poiché potrebbe sembrare la stessa cosa, tuttavia capire a pieno la vita di una persona significava gustare più a fondo il giorno in cui l’avresti uccisa.
Ma dov’era in questo momento Tula?
Eccola, sta tornando a casa: 3 isolati da qui.
Mi dispersi tra la gente e la raggiunsi.
Quella sera indossava un leggero vestito bianco con sopra stampate delle rose blu e un paio di scarpette dello stesso colore.
I suoi capelli corvini danzavano sull’aria, accarezzando la pelle nocciola. Poi si girò e i suoi occhi luminosi, dorati come il giorno, scrutando verso la mia direzione.
“Impossibile cara, non riuscirai mai a vedermi”, pensai nascosto nell’ombra di una quercia.
Il suo profumo arrivava tagliente alle mie narici, ma non volevo averla ora, così.
Si avviò con passo spedito verso casa e arrivata ci entrò, salutò la madre, suo padre non c’era, prese una porzione di macedonia e corse su dalle scale, rifugiandosi in camera da letto.
Ogni volta dovevo fare un lavoraccio per osservarla, salire sul tetto di casa, sull’albero che dava sulla finestra di camera sua, e il tutto senza sporcarmi l’abito elegante.
Questo però non sarebbe durato troppo a lungo, ero stanco di pasti di seconda mano.
I suoi pensieri erano tutti per un ragazzo dell’università, uno carino.
Sorrisi al pensiero che potesse ritenerlo il più bello, caro e simpatico.
“Ma per favore!” pensai. “Lo ucciderò.”
Cambiai idea all’istante, non sarebbe servito a nulla, io volevo lei e nessun altro.
Prese un libro e continuò a leggerlo: “Twilight”.
Stupide fantasie di una donna che non aveva ancora imparato a vivere. Poter pensare che le creature pure della nostra razza possano innamorarsi degli umani! Risi ancora al mio pensiero.”Ucciderò l’autrice!”
Scartai anche quest’ipotesi. Tula non sarebbe stata contenta.
Ma che me ne importava?! In fondo dovevo solo berne il sangue!
Però la volevo felice per quel fatidico giorno in cui l’avrei uccisa io. A quel punto sì che avrebbe potuto soffrire!
Non aspettavo altro che affondare i miei canini su quel collo perfetto e poi assaporare il nutrimento, la vita, i ricordi.
Strinsi la mascella a quel pensiero così eccitante e vedendola crollare per il sonno, me ne andai.
“Monique” la chiamai mentalmente: “spero che tu me ne abbia portata una bellissima questa volta, perché ho proprio sete!”
Arrivato alla villa spalancai le porte e mi diressi convinto in camera da letto.
Monique era sul vano che mi aspettava: «Le donne del tuo harem si lamentano che è un po’ di notti che non vai da loro.»
«Ho avuto da fare» cercai di entrare, ma mi bloccò tendendo un braccio sull’altro lato della porta.
«Stai attento Hicaro, quella ragazza può farti fare una brutta fine».
«Non dire sciocchezze Monique! È indifesa, delicata e ha un profumo…».
«Fai come vuoi» disse sottile quasi divertita, «Questa qui dentro invece è una donna malvagia, ha ucciso suo marito per il suo denaro e l’ho colta a voler farla finita. Allora l’ho presa e te l’ho portata!»
«Grazie. Ora lasciami solo.» passai il suo braccio e le chiusi la porta in faccia.
Quella donna bionda dormiva inquieta sul mio letto.
E poi, improvvisamente, mi venne in mente il volto di Tula e preso da un attacco d’ira, distrussi un quadro lì appeso facendo svegliare quella che si chiamava Kye.
«Dove mi trovo!? Chi è lei?!» chiese in preda al panico.
«Io?? Nessuno.» mi avventai su di lei e le ruppi il collo, le strappai il cuore e lo gettai via, fuori dal balcone che dava sull’oceano.
«Io non voglio te!!» urlai al vento.
Perché permettevo a Tula di vivere ancora?!
Mi accasciai a terra e osservai il corpo morto della giovane.
«Non posso continuare così tutte le sere».
Poi un’idea mi balenò in testa: «Mi presenterò a lei, domani».
In quel modo l’avrei uccisa sapendo di essere un suo conoscente, con violenza! Sapendo che se fossi stato anche il suo migliore amico sarei stato l’unico a poterla uccidere. Non c’è morte più apprezzata che quella che ti viene imposta dalla persona che si ama.
«Con passione, con piacere ma chère!».

§Vov!! Questa è una mia nuova storia…spero che possa allettarvi tanto quanto alletta me lo scriverla!! Non ho nulla contro la signora Meyer!! anzi la adoro!! Se no  fosse stato per lei non avrei mai iniziato ad amare i Licantropi!!
Un bacio a tutti miei simili e non!!XD grazie x aver letto!!§
  
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