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Autore: Mary P_Stark    22/01/2016    3 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Jerome’s Secrets – Part 4
(Maggio 2016)
 
 
 
 
 
Era stato un autentico tour de force, organizzare ogni cosa al meglio, ma Brianna sapeva che la posta in gioco era alta, e non aveva nessuna intenzione di sbagliare.
 
Jerome faceva parte della sua Triade di Potere, era uno dei suoi migliori amici e, forse per la prima volta, le aveva chiesto un favore. Si sarebbe fatta in quattro, per lui, anche a costo di far arrabbiare Duncan.
 
Il caso specifico richiedeva il suo assoluto silenzio, poiché spettava a Jerome decidere se e quando dire al branco di Cynthia. Come Prima Lupa, avrebbe innanzitutto protetto i suoi lupi, ma aveva fiducia nel suo Sköll, e non gliel’avrebbe fatta mancare proprio ora.
 
Dopo il fattaccio di Lance e Diane, tutti erano particolarmente sensibili sull’argomento, specialmente Sarah – in quanto Freki – perciò comprendeva bene le ritrosie di Jerome a parlare di Cynthia. Il fatto che si fosse arrischiato a parlargliene era sintomo di quanto tenesse a lei, e di quanto lui avesse fiducia nella sua wicca.
 
Quando, perciò, Brianna lo vide all’uscita dell’aeroporto, un sorriso incerto sul viso e l’aria di chi non sapeva come comportarsi, per lei fu facile capire come agire.
 
Corse ad abbracciarlo e lo baciò sulle guance, mormorando commossa: “Grazie per aver pensato a me, J. Grazie di tutto cuore.”
 
“Sono un opportunista, ecco cosa. Ma sono contento di averti qui, principessa. Ero stanco di dover tacere con tutti” replicò lui, stringendola forte a sé per un istante.
 
Presolo sottobraccio dopo aver dato e ricevuto calore con quell’abbraccio, i due si diressero verso un taxi e, annuendo, Brie asserì: “Capisco le tue reticenze, ma credi davvero che Duncan si rifiuterebbe di accettarla? Sei suo cugino, andiamo! Lui si fida di te.”
 
Jerome storse il naso, ma ammise: “Non è di Duncan che non mi fido… è di mia madre che ho paura.”
 
“Sarah, eh?” mormorò torva Brianna, salendo sul sedile posteriore dell’auto.
 
Lasciarono perdere l’argomento fino a che non arrivarono all’appartamento di Cynthia e lì, nel salire sull’ascensore, Jerome mormorò: “Non si fida degli umani e, se non fosse stato perché Mary B e Gordon sono tuoi parenti, non avrebbe accettato così facilmente la loro entrata nel branco. Né che Gordon frequentasse Erika quando ancora era umano.”
 
“Posso capirne le motivazioni. Fu lei a dare la caccia agli affiliati di Diane. Sono cose che non si dimenticano” assentì Brie, dandogli una pacca sulla spalla. “Ma non si fiderebbe del tuo giudizio?”
 
“Sono suo figlio. Il suo primogenito. E’ protettiva all’inverosimile, quando si tratta di me ed Erika, e poco importa se ormai siamo grandi e vaccinati. Inoltre, se anche Lance ha sbagliato, a suo tempo, chi sono io per ritenermi esente da errori?” sospirò Jerome, uscendo dall’ascensore assieme all’amica.
 
Il suo volto rispecchiava il timore assoluto di non essere compreso dalla donna che l’aveva messo al mondo.
 
“Beh, sì, essendo Freki, l’istinto di protezione è bello alto, in lei” ammise la giovane, non potendo smentire l’amico. “Ma sono sicura che Cynthia sia una brava persona.”
 
“Mamma non avrebbe il tuo stesso ottimismo. Le staccherebbe la testa prima ancora che io possa aprire bocca e dire ‘bah’. Sai com’è fatta. E’ dolce e gentile finché qualcosa non turba la sua quiete domestica. Diversamente, diventa una belva.”
 
“E’ una mamma.”
 
“E’ la madre di tutte le mamme protettive dell’universo” si lagnò Jerome, aprendo la porta dell’appartamento con una chiave.
 
Brianna sorrise di quella battuta e replicò: “Dalle una possibilità.”
 
“Prima, voglio che tu conosca Cynthia” asserì lui, facendola entrare.
 
In piedi accanto a un bell’esemplare di labrador nero, Brianna vide una donna alta ed esile, dalla lunga chioma bionda sparsa sulle spalle.
 
La riconobbe subito come colei che aveva intravisto il giorno prima, su Skype. Dal vero, però, era infinitamente più bella.
 
Le sorrise spontaneamente ma, prima di potersi dedicare a lei, richiamò a sé il cane guida per tranquillizzarlo. Nel momento stesso in cui aveva messo piede nell’appartamento, la sua postura si era irrigidita ed era giusto che lo chetasse in merito alle sue intenzioni.
 
Piegatasi su un ginocchio, emise quindi un basso fischio modulato e, subito, il cane trottò da lei. Dolcemente, lo carezzò sul testone ricoperto di morbido pero e, con tono sommesso, disse: “Bellissimo… sono qui in visita, e non voglio fare del male alla tua padrona. Mi permetti di rimanere?”
 
Rocky abbaiò un paio di volte prima di tornare al fianco di Cynthia e, a quel punto, Brianna si risollevò per procedere con le presentazioni.
 
Avvicinandosi a Cynthia con la mano protesa, disse: “Scusa se prima ho pensato a lui, ma era piuttosto confuso dalla mia natura e non volevo che si innervosisse, sapendomi vicino a te.”
 
“Rocky ha fatto qualche storia anche la prima volta che ha visto Jerome” ammise Cynthia, stringendo la mano di Brie.
 
“Diciamo che io ho qualcosa di diverso… e di più pericoloso, rispetto a lui, e il cane riesce a percepirlo abbastanza bene” replicò Brianna, guardando dubbiosa il suo Sköll.
 
Lui scosse il capo, perciò alla giovane non restò altro che aggiungere: “J ti ha spiegato da chi discende la nostra razza?”
 
“Sì, anche se ho faticato a credere a una simile eventualità. Parlare di dèi e creature ancestrali non è come sapere che esiste un’altra razza senziente, a parte quella umana. Al DNA mutato posso credere molto più che a qualche colpo di bacchetta magica, o a divinità scese sulla terra per fecondare donne umane.”
 
“Anima scientifica. Ne so qualcosa” sospirò divertita Brianna, rammentando bene quanto fosse stato difficile, per lei, accettare se stessa e i lupi. “Ma posso assicurarti che è tutto vero.”
 
Detto ciò, lasciò che la sua aura si espandesse un poco e Cynthia, esalando un sospiro di sorpresa, strinse maggiormente la mano di Brianna e mormorò: “E’… è completamente differente da quella di Jer! Molto più potente!”
 
“Coesistono tre entità distinte, in me, per questo la trovi differente” le spiegò Brie, aiutandola ad accomodarsi.
 
Non erano cose di cui si poteva parlare restando in piedi, per quanto una persona potesse essere forte di stomaco, o larga di idee.
 
“Tre? In che senso?” esalò la dottoressa, fissando il suo viso nella direzione da cui proveniva la voce di Brianna.
 
“Sono una wicca, la Saggia del mio branco, e possiedo doni legati alla luna e alla Madre Terra. Ma sono anche una licantropa, oltre che Prima Lupa del clan. Per finire, sono la custode dell’anima di Fenrir, il capostipite della razza.”
 
Cynthia sussultò a quelle parole e Jerome, stringendo le mani sulle spalle della sua donna, mormorò roco: “E’ tutto vero. Per questo, l’ho voluta qui.”
 
La donna si fece aria con una mano, il viso percorso dallo sconcerto più totale e Brianna, sorridendole con sincerità pur sapendo di non poter essere vista, disse: “Non sei svenuta, né hai dato di matto. Hai fatto meglio di me, credimi. Io ho avuto una bella crisi di nervi, quando seppi solo in parte ciò che mi attendeva.”
 
Cynthia scoppiò a ridere per diretta conseguenza e, nel passarsi le mani tra i capelli, esalò: “Oh, non sono ancora del tutto sicura che non sverrò. Cielo! Ma è sul serio tutto vero?”
 
“Sei una Percepente molto forte, da quello che mi ha spiegato J, prima che partissi. Se te la senti, posso escludere le altre auree per farti percepire solo quella di Fenrir. Noterai subito la differenza.” Poi, lanciata un’occhiata a Jerome, aggiunse: “Non è pericoloso, Skŏll. Rinfodera gli artigli, mio lupo. Non mi permetterei mai di farle del male."
 
“Jer… non innervosirti. Non penso che la tua amica voglia ferirmi, visto che si è sobbarcata questo viaggio per noi. Ti pare?” lo rabbonì a sua volta Cynthia, dandogli una pacca sulla mano destra.
 
“Scusate entrambe. E’ che, quando si parla di Fenrir, mi agito sempre un poco” borbottò il licantropo, sbuffando sonoramente.
 
Non mi permetterei mai di farle del male, figliolo. E’ l’ultimo dei miei pensieri.
 
Jerome sobbalzò, di fronte a quell’intrusione mentale e, rabbrividendo leggermente, esalò: “Le mie scuse, Padre, ma…”
 
Ho la mia reputazione a precedermi, lo so e, per quanto voi siate la mia eredità, certe ataviche paure sono dure a morire. Ma, se non ti senti sicuro, puoi chiedere a mio figlio, no? Dovrebbe essere abbastanza obiettivo, poiché mi ha conosciuto nelle vesti di genitore, e non di dio della Distruzione.
 
Jerome, allora, diede retta a Fenrir e, incuneandosi nella sua anima come alcune volte faceva – Sköll, il primo Sköll, non era molto ciarliero, ma era piacevole ascoltarlo quando aveva voglia di parlare di se stesso – domandò: “Posso stare tranquillo?”
 
La sua energia è inimmaginabile ma ormai, anche grazie al dominio di Brie, è totalmente sotto controllo. Se anche la Prima Lupa escluderà le sue altre due nature, Cynthia non rischierà nulla. Posso giurartelo, Jerome.
 
“D’accordo… grazie. E scusa se sono un po’ iperprotettivo.”
 
Per Cynthia lo sarei anch’io, se fosse mia, ironizzò l’anima di Sköll, facendo sorridere il licantropo.
 
“Più tranquillo?” domandò allora Brie che, sicuramente, aveva seguito quello scambio di battute.
 
“Procedi pure” assentì a quel punto Jerome.
 
Afferrata gentilmente una mano a Cynthia, Brianna chiuse gli occhi e mormorò nella sua mente: “Pronto a dare spettacolo?”
 
Se vuoi, le parlo. Questo lo posso fare, contrariamente a te.
 
“Oh… ma dai? Davvero?”
 
Sarò anche in un involucro umano - molto carino e intelligente, bada bene - ma sono pur sempre un dio.
 
“Sbruffone” ironizzò Brianna, facendosi però da parte.
 
Cynthia…
 
La donna, sobbalzando sulla sedia, esalò: “Oh, cielo! Chi è stato?!”
 
“Fenrir. Vuole parlare con te” le spiegò Brianna, trattenendo la sua mano per darle conforto.
 
Non volevo spaventarti, ma rassicurarti, e dirti che hai la mia benedizione, oltre a quella che ti imporrà Brianna come wicca. Vedo come rendi felice mio figlio, e questo è per me fonte di gioia. Tutti gli altri problemi si risolveranno. Ora, pensa solo che nessuno potrà farti alcun male. Noi siamo qui con te, e per te.
 
“Beh… grazie…” sussurrò Cynthia, scoppiando in una risatina vagamente isterica. “E’ proprio vero che, con te, non ci si annoia mai, Jer!”
 
“Poco ma sicuro” assentì lui, baciandola sul capo prima di sillabare la parola ‘grazie’, rivolta a Brianna.
 
Ritirando la mano, la giovane wicca dichiarò: “Molto bene. E ora, procediamo alla barriera mistica. Con questa, nessun lupo si sognerà mai di fare anche solo uno starnuto nelle tue vicinanze.”
 
Scoppiando a ridere per quell’esempio apparentemente assurdo, Cynthia domandò loro: “Ma perché… i lupi prendono il raffreddore?”
 
“Eccome, se lo prendono” brontolarono i due licantropi, chiaramente scocciati da quella possibilità.
 
***
 
Seduta accanto a Cynthia, le gambe che pencolavano dal muretto di cinta ove si erano fermate, Brianna lanciò un’occhiata tutt’intorno prima di domandare: “Come hai scoperto chi fosse in realtà Jerome? Solo avvertendo la sua aura?”
 
“Anni addietro, conobbi un dottore licantropo. Naturalmente, all’epoca, non sapevo che lo fosse. Sapevo soltanto che aveva un’energia speciale nelle mani, e lui mi disse che questa energia mi avrebbe aiutato a stare un po’ meno male.”
 
Assentendo, Brie mormorò: “Sì, in effetti i Percepenti possono assorbire parte delle nostre energie latenti. Così, questo dottore non ti disse mai chi era veramente.”
 
“Ero troppo piccola per capire, ma mi fece piacere saperlo al mio fianco. Era il mio angelo custode” le spiegò Cynthia, sorridendo a quei dolci ricordi. “Quando avvertii un’aura del tutto simile in Jerome, pensai fosse un parente del dottor Withlock. In seguito, fu Jer a spiegarmi come stavano in realtà le cose.”
 
“Devi averlo colpito molto, se si è arrischiato a rivelarti la sua vera identità” le fece notare Brianna.
 
Cynthia rise dolcemente e, annuendo, ammise: “Mi baciò, dopo aver parlato con me, al nostro primo incontro. Fu una cosa strana, e mi sentii anche un po’ sciocca per aver apprezzato così tanto un gesto simile da un perfetto sconosciuto, ma sapevo che era… giusto.”
 
“E molto da Jerome. E’ assai fisico, …più ancora del normale, per noi licantropi” assentì Brianna. “E’ un uomo impulsivo, quando si tratta di donne o, per lo meno, lo era fino a qualche anno addietro. Con te, invece, è molto attento e paziente. E non dipende dalla cecità. Ci tiene davvero molto, a te. Ti ama sinceramente.”
 
“E io amo lui, anche se so di frenarlo.”
 
Scrollando le spalle, Brie replicò pratica: “J non farebbe mai nulla, se non lo volesse. E’ una creatura solare per natura e dall’animo libero e, da quel poco che ho visto, con te brilla. E lui fa brillare te.”
 
“In che senso?” volle sapere Cynthia, sorpresa da quell’uso delle parole.
 
“Ogni creatura vivente è dotata di una propria luce interna e, come wicca, io posso vedere queste luci. La tua è sfolgorante, quando sei con lui” le spiegò Brianna, dandole una pacca sulla spalla.
 
Un attimo dopo, però, si irrigidì e, volgendo il capo, mormorò torva: “Ecco la tua persecutrice.”
 
“La avverti?” sussurrò la dottoressa, stringendo nervosamente le mani in grembo.
 
“Sì. E’ così sfacciata da non fare nulla per nascondere la sua aura. Se ci fosse qualche sensitivo come te, nei paraggi, avrebbe un attacco di prurito devastante” brontolò Brianna, levandosi in piedi. “La blocco prima che ti si avvicini. Con l’aura così esposta, potrebbe darti parecchio fastidio.”
 
“Grazie” mormorò Cynthia.
 
“Di nulla. Questo e altro, per J” ammiccò Brie, allontanandosi a grandi passi.
 
Accanto a lei, Rocky uggiolò.
 
“Non credo che le farà del male, Rocky. Brianna mi sembra abbastanza forte per reggere qualsiasi incontro” mormorò bonaria Cynthia, rivolta al suo cane.
 
L’unica a correre pericoli, è quella sciagurata.
 
Sbattendo le palpebre, confusa, la donna mormorò: “Fenrir?”
 
Ho pensato volessi una telecronaca dell’evento, visto che non puoi godertelo di persona.
 
Sorridendo divertita, Cynthia replicò mentalmente: “Con tutto il rispetto a lei dovuto, ma… non parla come una divinità.”
 
Passa anni e anni nella testa di una ragazza come Brianna, e acquisirai anche tu un certo slang.
 
“Oh, giusto. Ebbene, signor Fenrir, cosa sta succedendo?”
 
Solo Fenrir, cara, e dammi pure del tu. Comunque, Brianna si è fatta riconoscere, e le sta facendo notare che il suo comportamento è da veri idioti.
 
“Con queste esatte parole?”
 
No, ci sta andando giù più pesante, ma non volevo essere scurrile.
 
“Oh, …molto obbligata” sorrise Cynthia, trovando tutta quella conversazione davvero assurda.
 
Ancora faticava a credere di stare parlando con un dio, eppure era sveglia e lucida e, a meno che non fosse del tutto impazzita, stava succedendo davvero.
 
Anche Brianna ebbe qualche difficoltà ad accettare tutto, all’inizio. Le vostre menti sono molto simili, tra l’altro, perciò so che non avrai problemi, col tempo, a prendere per buono il nostro mondo.
 
“Credi che dovrei farmi trasformare da Jerome, una volta che avrò terminato il mio Master?”
 
E’ una decisione che spetta solo a te, ma mio figlio ti ama così come sei, perciò non è la mutazione che ti deve preoccupare.
 
“E cosa, allora?”
 
Devi capire se questo mondo può essere il tuo, indipendentemente dalla tua mutazione o meno.
 
“Non devo preoccuparmi di Freki?”
 
Di Sarah? Può sembrare molto protettiva e feroce, ma ama i suoi figli, perciò capirà ogni cosa, quando ti vedrà. E passerà sopra anche al fatto che sei umana.
 
“Lo spero…”
 
***
 
La brunetta che Brianna aveva incrociato lungo il marciapiede aveva un’aura davvero forte ma anche assai disarticolata, perciò fu semplice farle, per così dire, lo sgambetto.
 
Brianna le si avvicinò a passo di carica e, senza perdere tempo, le scaricò addosso la sua energia residua senza badare troppo all’etichetta.
 
Chi si comportava in maniera così esplicita e maleducata, non meritava il guanto di velluto.
 
La reazione della ragazza fu immediata.
 
Incespicò nei suoi stessi piedi, la fissò arcigna per un momento e, quando furono vicine, sibilò a denti stretti: “Come diavolo ti permetti di darmi fastidio? Questo territorio è mio!”
 
Brianna la scostò di malagrazia dal passaggio pedonale, portandola nei pressi di un prato poco distante. Lì, avrebbero avuto modo di confrontarsi senza attirare troppo l’attenzione.
 
“Nessun capobranco governa questo territorio, ho controllato prima di giungere qui, perciò frena la lingua, garmr1. Sei al cospetto di qualcuno che, invece, ha un titolo e un ruolo ben definiti, all’interno del suo branco di appartenenza. Porta rispetto e china il capo. Da brava.”
 
Ciò detto, Brianna lasciò che il suo potere di wicca venisse a galla come un’eruzione di lava da un cratere.
 
Questo fece impallidire la brunetta che, accigliandosi, esalò: “Una strega non può essere anche un lupo! Sei… sei un abominio! Questo è contro natura!”
 
Brie sbuffò. Quante altre volte, nel corso degli anni, le avrebbero dato dell’abominio?
 
Non le era bastato dover sopportare Sebastian? No, ci voleva anche quella ragazzetta presuntuosa, adesso.
 
“Quindi, qui ci chiamate streghe? Come quelle di Salem, forse? Comunque, è storia vecchia, mia cara. Mi hanno già chiamata così e guarda caso, chi l’ha fatto, ora sta marcendo nelle prigioni di Svartalfheimr, controllato dai nani oscuri in persona. Vuoi fare la sua stessa fine, figliola?”
 
Indietreggiando di un passo, la ragazza lanciò un’occhiata alle spalle di Brianna, alle persone che placide se ne andavano avanti e indietro per l’ateneo.
 
Fu solo dopo alcuni secondi che scorse Cynthia e, sputando un’imprecazione, le ringhiò contro: “Se sei venuta per lei, ti avverto. Non potrai proteggerla in eterno. Dopo la tua tirata da spaccona, saprò ben io come farla pagare alla tua amichetta umana. Rimpiangerà il giorno in cui ti ha chiamata in mezzo a questa faccenda.”
 
“Oooh, ma allora non capisci!” sbottò Brianna, sorridendole gelida. “Tu non toccherai neppure un capello a quella donna, perché è sotto la protezione di una wicca e, se non lo sai, il mio potere può seguirla – e proteggerla – anche se io non sono presente. Inoltre, grazie al tuo gesto idiota, non solo io la proteggerò…”
 
…ma avrai a che fare anche con me!
 
La voce di Fenrir rimbalzò nella mente della brunetta come un colpo di maglio, facendola barcollare fisicamente.
 
Mai mi sarei aspettato un comportamento così irriguardoso, da parte dei miei figli. La mancanza di capiclan di antica stirpe, nelle terre americane, ha prodotto generazioni di vagabondi, a quanto pare. Da quel che mi sembra di capire, neppure i tuoi genitori ti hanno insegnato a vivere nel modo corretto in un mondo che condividiamo in pace con gli umani. Forse, dovrei porre rimedio io stesso, a questo problema.
 
“Chi… chi sei?” balbettò la giovane studentessa nella sua mente ansiosa. “Perché avverto un potere così enorme intorno a me?!”
 
“Tu cosa credi che sia?” domandò a sua volta Brianna, parlando direttamente alla sua mente, ora terrorizzata. “Non mi piace impormi, o imporre la presenza di Fenrir, ma non mi hai lasciato scelta. Hai dato fastidio a una mia amica, alla compagna del mio Sköll e a una protetta del nostro Progenitore. Un bel risultato, complimenti, per una volta sola.”
 
“Non merita di conoscere il nostro segreto, e rimanere anche umana! Mio padre sa di Sköll e degli altri titoli che usate oltreoceano, ma dice che qui non contano nulla, che noi possiamo fare come vogliamo! Non ho paura di te e delle tue esibizioni da quattro soldi!” protestò stupidamente la ragazza “Inoltre, se il tuo lupo la voleva nella sua vita, doveva trasformarla, invece di lasciarla vivere nella sua forma impura e imperfetta!”
 
“Attenta a quel che dici. E perché mai non dovrebbe rimanere umana? Da quando in qua i lupi sono diventati così razzisti, da queste parti?”
 
“Qui funziona così. Non sottostiamo a stupide e vecchie regole” borbottò la brunetta, mettendo il broncio e fissandola con occhi colmi di sfida, oltre che di paura. “Nessun Fenrir può dirci come e quando dobbiamo fare le cose. Nessuno ci governa. Siamo liberi come dovrebbe essere qualsiasi lupo, e gli umani non fanno parte del pacchetto.”
 
“Oh, e così fate ciò che vi pare, vero? Complimenti! E quando verrete scoperti, cosa farete? A chi vi affiderete? Nessuno vi proteggerà, perché voi per primi non vi siete protetti!” sbottò Brianna, accigliandosi.
 
“Siamo più forti di loro…”
 
“E in minoranza numerica” sottolineò la wicca. “Vi ritroverete su un tavolo operatorio per essere vivisezionati, ecco che fine farete se non cercherete di creare un ordine dal caos.”
 
La brunetta sbuffò, ma il panico sorse imperioso a sostituire il suo senso di fiducia nei propri mezzi.
 
Alla fine, era davvero come una bulletta di quartiere. Messa con le spalle al muro, non sapeva più che dire, o fare.
 
“Sei proprio un garmr. Abbai, abbai ma, al minimo cenno di pericolo, guaisci come un cucciolo spaurito. Scommetto che, se adesso ti dicessi di saltare su una gamba, lo faresti” brontolò Brianna, disgustata.
 
“Non sei diversa da me…” protestò la ragazza.
 
“Pensi mi stia divertendo a imporre la mia superiorità? Mi fa schifo! Ma mi ci hai costretta. Hai dato fastidio – pur se indirettamente – a un lupo a te superiore, e questo ha richiesto che la sua Prima Lupa intervenisse. Si chiama gerarchia, cara, e tu dovresti imparare a conoscere i tuoi limiti, prima di pestare i piedi a qualcuno di troppo grande per le tue possibilità.”
 
***
 
Impressionata dallo scambio di battute che stava svolgendosi a pochi passi da lei, pur se tutto stava avvenendo nelle menti delle due contendenti, Cynthia esalò: “Non pensavo esistesse un simile potere. E Brianna riesce a imbrigliarlo senza problemi?”
 
Questo è niente, in confronto a quello che può sviluppare. Ma è meglio che tu non sappia mai cosa può fare, perché allora sarebbero guai seri.
 
“Beh, non penso possa far scoppiare il mondo, ti pare?” ironizzò Cynthia.
 
Non avvertendo alcuna risposta da parte di Fenrir, però, esalò turbata: “Non può… vero?”
 
Non tutte le storie sul mio conto, sono fasulle.
 
“Oh…” gracchiò Cynthia.
 
Direi che non devi comunque preocc… oh, toh! Le sta dando il suo numero di telefono.
 
“Come?” esalò Cynthia, sorpresa.
 
Brianna lo fa, ogni tanto. Preferisce la parola, alla verga. Ora sta tornando, perciò il resto te lo spiegherà lei.
 
“Grazie… di tutto.”
 
Di nulla, fanciullina. Di nulla.
 
Quando Brie tornò ad accomodarsi accanto a Cynthia, le domandò: “Chiacchiera molto, vero?”
 
“Ma è stato assai gentile. Come fate a dividervi a questo modo? Non ti confonde sentirlo parlare, mentre tu sei impegnata in tutt’altra attività?”
 
“Abitudine. E anni di addestramento. Volevo che fosse un po’ più libero di quanto non può esserlo normalmente, confinato com’è nella mia testa, così abbiamo iniziato ad allenarci a suddividere i miei e i suoi pensieri” scrollò le spalle Brianna. “Comunque, la tipa non ti darà più fastidio.”
 
“Posso chiederti come, se lecito? A un certo punto, ho chiacchierato con Fenrir, e abbiamo più seguito il vostro interludio.”
 
“Oh, è semplice. Le ho detto che le avrei staccato la testa a morsi, se ti avesse toccata e, grazie alla protezione che ho esteso su di te, le sarà impossibile toccarti. Ma, se provasse a minacciarti, lo saprei subito.”
 
Cynthia fece tanto d’occhi, sapendo che non scherzava affatto. La sua voce non mostrava alcun cenno di ironia.
 
“Lo faresti… sul serio?”
 
“Non so quanto sai delle regole all’interno di un branco, ma minacciare un umano è uno dei crimini più gravi concepiti nel nostro sistema giudiziario. A seconda del crimine commesso, viene inferta una punizione corporale adeguata.”
 
“E… staccarle la testa, sarebbe stata la sua punizione?” esalò Cynthia.
 
Annuendo, pur sapendo quanto fosse inutile, in quel caso, Brianna asserì: “Sei la compagna del mio Sköll, e sei umana. Sei doppiamente preziosa, e doppiamente da proteggere.”
 
“Gli vuoi davvero molto bene…”
 
“A quel mattacchione di J? Eccome. Ma voglio essere onesta, con te. Non lo faccio solo perché gli voglio bene. Il tuo essere umana ti rende preziosa anche dal punto di vista evolutivo. Non è una cosa che posso lasciar correre, anche se ti fa sembrare solo un oggetto, …cosa che assolutamente non sei.”
 
Cynthia, però, sorrise e le batté una mano su un braccio.
 
“Non devi scusarti, Brianna. Sono un medico anch’io, anche se mi occupo della mente, e non del corpo. So cosa comportano le leggi evolutive, e Jerome mi ha spiegato perché è difficile, per una mannara, portare a termine la gravidanza.”
 
“Non dico che Jerome debba metterti incinta…” sottolineò Brianna. “… ma è una cosa che devo valutare, come Prima Lupa del mio branco. Perciò, ti ho protetto perché lui ti ama, tu ami lui e il tuo essere umana è un dono prezioso. Da non denigrare affatto.
 
“Ti ringrazio per la tua sincerità e, soprattutto, per esserti sobbarcata questo viaggio per noi due. Non tutti l’avrebbero fatto. Gerarchia o meno che sia.”
 
“E’ la prima volta che J mi chiede un favore, perciò l’ho assecondato ben volentieri” sorrise Brie, carezzando una spalla a Cynthia. “Inoltre, ho approfittato di questa opportunità anche per capire come funzionano le cose qui in America.”
 
“Oh… coi lupi, intendi?”
 
“Sì. Da quel che mi ha spiegato quella ragazza, ci sono ben pochi branchi attivi, e molti lupi errabondi e senza clan, che addirittura non conoscono nulla del proprio passato. Dopo averla strigliata per bene, ho capito che, in fondo in fondo, era solo spaventata e incapace di capire come comportarsi senza una guida, così le ho dato il mio numero perché si metta in contatto con me, qualora ne avesse bisogno” si limitò a dire Brianna, facendo spallucce.
 
“Immagino che questo comporti non pochi pericoli” ne convenne Cynthia.
Annuendo, Brie aggiunse: “Se i lupi si cacciassero nei guai, non ci sarebbero wiccan nella zona a salvare loro e il loro segreto, compromettendo la sicurezza di molti. Se, però, qualcuno fosse interessato a diventare un po’ meno selvaggio e un poco più civilizzato per maniere e comportamenti, io potrei dare loro una mano, così eviterebbero di farsi beccare.”
 
“Parla la wicca, o Fenrir?”
 
“Tutta quanta me. Mi piace creare unioni, piuttosto che divisioni” sorrise Brie. “E ora, sarà meglio che chiami J, prima che gli venga un infarto.”
 
***
 
Sciogliendosi dall’abbraccio caloroso di Jerome, Brianna salutò con un bacio sulle guance anche Cynthia e, nell’afferrare il suo trolley, ricordò loro: “Chiamatemi ancora, se dovesse esserci bisogno di me per qualsiasi cosa.”
 
“Contaci” annuì Jerome, sorridendole.
 
“E’ stato un piacere conoscerti, Brianna, e grazie ancora per quello che hai fatto per me. Per noi” aggiunse Cynthia, stringendo con mani tremanti la maniglia del suo cane guida.
 
Afferrando d’impulso quelle mani, Brie espanse la sua aura calda e carezzevole per chetarla e, dolcemente, le disse: “Sei una sorella, ora. E ci si aiuta, in famiglia. Sappilo sempre. Qualsiasi cosa deciderai per te stessa.”
 
“Grazie” mormorò Cynthia, annuendo.
 
Con un saluto, Brie si diresse quindi verso il check-in e Fenrir, nella sua mente, asserì: I miei complimenti. Hai gestito molto bene l’intera situazione.
 
“Spero solo che anche Sarah la penserà così, quando saprà che io sapevo molto prima di lei” si lagnò Brie, un po’ preoccupata.
 
Anche Jerome è teso, all’idea di dirlo a sua madre. Ma, dopotutto, Sarah è una brava persona, oltre a essere assai intelligente.
 
“E’ una mamma. Una mamma mooolto protettiva. Ed è un Freki. Un Freki mooolto bravo. Fai due più due, e cosa risulta?”
 
Fenrir non rispose per un minuto buono. Alla fine, però, mugugnò: Un potenziale disastro.
 
“Ecco, vedo che siamo d’accordo, su questo punto” sospirò Brianna, mettendosi in fila.
 
Sperò con tutto il cuore di sbagliarsi.
 
Ma da quando la iella non la ascoltava, e non metteva il becco per smentirla?
 
 
 
 
 
 
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1 garmr: cane a protezione dell’entrata del regno di Hell. E’ assai rabbioso e coperto di sangue, ma un’anima può passare senza danno, se gli offre del pane imbibito del suo sangue.
Insomma, abbaia, abbaia, ma si fa anche alla svelta a rabbonirlo. Per questo, Brianna definisce la ragazza una ‘garmr’.

 


 
N.d.A.: Non ci rimane che capire se Jerome avrà il coraggio di dire tutto alla madre, o se manterrà il segreto per evitare ripercussioni. Secondo voi, che farà?
 
Grazie a tutt* per aver continuato a seguire le vicende dei nostri amici lupi!
  
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