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Autore: The_Storms_Sisters    23/01/2016    1 recensioni
In una cross-over senza pretese, la nostra prima scritta a sei mani, i protagonisti di Naruto si ritroveranno sull'Espresso per Hogwarts. Tra burrobirre, tomi vecchi e ingialliti, stanze ampie e umide, amori e problemi, lacrime e sangue.
Dal prologo:
"«Naruto!» le voci, come lo strepito del fuoco, delle onde.
Respiro. Come se fosse la prima volta. Mi oppongo, anche se fa male. Fa male. Come una lama; la pioggia di calcinacci, le colonne dissestate e le campate sfondate. La realtà straccia i ricordi, l’odore acre del fuoco e della morte mi soffoca, sotto ad una luna arcuata come una falce.
La falce della morte che ha mietuto la vita dei miei genitori; di quei primini dalle mani rigate di sangue e lacrime.
«AHHHH!» urlo. E vi è tutto dentro.
Double, double, toil and trouble;
Fire burn and cauldron bubble.
Double, double, toil and trouble;
Something wicked this way comes!"
Buona lettura.
Genere: Avventura, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Jiraya/Tsunade, Kiba/Hinata, Shikamaru/Temari
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Volate Ascenderai

- Acqua ghiacciata -


Il preside Hiruzen trovava Hogwarts fosse un luogo magico, e non nel senso più banale della parola. Seduto alla sua ampia scrivania in mogano davanti alla vetrata che dava sul cortile interno, aveva assistito alla morte e nascita di ogni stagione, al loro ciclo ordinato. Aveva visto gli alberi essere coperti di neve e di foglie, il terreno venir oscurato da coltri bianche o rosse. Ed Hogwarts rimaneva sempre stupenda e sicura. Quella sera del primo settembre, con la pioggia a sfuriare sulle finestre e sui muri, la secolare scuola manteneva il suo fascino, e le luci dei dormitori e delle aule rendevano quei contorni scuri ed avvolti nel manto d’acqua vivi e palpitanti.

Si adagiò contro lo schienale, passandosi una mano sul volto con un sospiro. Era vecchio ormai, troppo, per dirigere una struttura come quella. Era consumato, scarnificato dal precedente scontro con Orochimaru; sperava che la sua vita terminasse in modo sereno, eppure il destino aveva in serbo altri pericoli che sperava vivamente non raggiungessero Hogwarts. Non sarebbe sopravvissuto ad un altro massacro delle proporzioni del precedente.
«Come intende gestire la situazione?» domandò la vicepreside Tsunade, in piedi difronte alla scrivania.
«Non intendo mettere gli studenti al corrente delle notizie che stiamo ricevendo. Solo il caposcuola ne è a conoscenza.» l’anziano si alzò, fermandosi davanti all’ampia finestra, le mani rugose unite dietro la schiena.
«E Naruto? Dovrebbe essere avvertito!» replicò la donna di getto, sporgendosi in avanti.
Sarutobi Hiruzen distese il viso rugoso in un sorriso pacato ed opalescente: «Oh, suvvia, non vorremmo mica rovinare il suo prima anno ad Hogwarts. No, fino a che la minaccia non si farà vera e palpabile Naruto ne rimarrà all’oscuro.»
Senju Tsunade esitò nel silenzio, stringendo i pugni lungo i fianchi, «Pensi… Che arriveranno fino a qui?»
Il preside Hiruzen sospirò, voltandosi verso la nipote: «Non lo si può dire. Spero di no, Tsunade. Spero davvero di no.»  



Tenten si lasciò cadere sulla poltrona di velluto, davanti allo spento camino di pietra annerito dal fumo.
«Lee,» brontolò seccata, passandosi la mano sul viso «riesci a stare fermo per tre secondi?»
Sì, perché l’amico d’infanzia, che allora saltellava dalla finestra al divano e viceversa, l’aveva svegliata quella mattina battendo un mestolo sul fondo della padella incrostata e urlando qualcosa che aveva a che fare con la “Giovinezza”. Sull’Espresso non aveva fatto che strillare e sporgersi fuori dal finestrino per salutare i genitori, ed aveva attraversato tutte le carrozze di corsa per arrivare allo scompartimento dei prefetti e chiedere a Neji di farli entrare assieme a lui. Naturalmente l’altro ragazzo non lo aveva fatto. Poi in Sala Grande si era abbuffato no-stop di curry piccante, deglutendo talmente rumorosamente da sovrastare la voce del Preside Sarutobi Hiruzen, mentre teneva il solito discorso d’inizio anno.
«Devo sfruttare appieno la mia Giovinezza Tenten! Dovresti farlo anche tu!» esclamò Rock Lee, gonfiando il petto.
Senza ascoltarlo – Lee delirava spesso – la Grifondoro si nascose dagli sguardi dei compagni di casata, intenti a bisbigliare e ridacchiare osservando straniti il ragazzo. Rock Lee non era il tipo di persona che si preoccupava dei giudizi altrui. Aveva dei bei capelli neri lucenti e puliti tagliati però in un tremendo caschetto e delle sopracciglia troppo folte sopra i grandi occhi a palla, e da piccolo non aveva avuto molti amici. I suoi genitori gli ripetevano sempre che era un bambino speciale – lo avevano avuto tardi, e già sui loro visi gentili s’intravedevano già le prime rughe – e che non doveva lasciarsi scoraggiare. Quando era arrivata la lettera da Hogwarts aveva undici anni da sei settimane e i capelli acconciati in una lunga e voluminosa treccia.
Neji lo aveva incontrato sull’Espresso per Hogwarts; Tenten, che aveva acconsentito a dividere lo scompartimento con Lee, gli aveva lanciato uno sguardo strano, e, nascondendo le parole dietro la mano, gli aveva detto che era orfano. Allora l’undicenne aveva cercato di essere il più amichevole possibile, ma si era accorto presto che Neji “non si comportava da orfano”, a dire la verità, non capì bene, quella volta. Solo, Neji sembrava non sentire nulla.
O almeno, era ciò che Hyuuga Neji voleva far credere: aveva strane teorie, secondo cui solo i perdenti e gli illusi piangevano o tentavano di ribellarsi al proprio destino. Di quell’episodio cruento avvenuto con sua cugina Hinata, cui aveva sempre riservato un odio sottile e spietato, si sentirono molte versioni, spesso inzuccherate, pompose e maledettamente false.
Ciò che era certo, è che senza l’intervento immediato di Rock Lee, il quale aveva cominciato a definirsi “il-più-grande-rivale-di-Hyuuga-Neji” dal secondo anno ad Hogwarts, probabilmente Hinata non sarebbe uscita tutta intera da quello scontro. Probabilmente, nemmeno Neji.



Ad Hogwarts spesso pioveva. Quella notte, diluviava.
L’acqua piovana scendeva in copiosi rivoli lungo le finestre ogivali, folate di vento gelido facevano turbinare le sferzate di pioggia. Le gocce sul terreno creavano aloni grossi come monete.
Ren ignorava le ciocche zuppe e piatte che le si erano appiccicate alla pelle chiara della fronte, inondandole il viso. L’acqua le scendeva a fiotti sulle palpebre tremanti, raggrumandosi agli angoli degli occhi e scendendo ghiacciata sulle guance, percorrendo i tratti sottili del volto come grosse lacrime. Ma Ren non piangeva, non ricordava un giorno in cui lo avesse fatto, nemmeno quando Aki aveva soffiato sulle candeline del suo quinto compleanno al posto suo, spegnendo quelle fiamme che non potevano essere rimpiazzate. Si era limitata ad urlare, e tirarle i capelli, per poi intrecciarsi le braccia sul petto ed arricciare le labbra ed il mendo in un broncio.
Erano passati dieci anni. La ragazza alzò il viso al cielo senza chiudere gli occhi, la lunga treccia di capelli corvini le cadde lungo la schiena come una frusta.
“Sei una sociopatica?” le aveva chiesto quel ragazzino del terzo anno, guardandola come si guarda un osceno animale in via d’estinzione.
“Sì.”
“I sociopatici non provano sentimenti.”
“Lo so.”
“Deve piacerti molto.”
Non lo sapeva a dire la verità. O non ne era sicura. Aveva osservato con occhi imperturbabili quello studente, si sarebbe dovuta sentire come un fenomeno da baraccone. Non fu così, non sentiva niente. Sul serio.
“Sì, mi piace.”
Avvertì ovattato il rumore di quei passi affrettati nella pioggia, piegò di lato il viso per vedere quella figura alta – molto più di lei, anche da lontano – che si proteggeva dalla pioggia con la borsa.
Hyuuga Neji, caposcuola, Corvonero del settimo anno, si fermò per un attimo, la cartella zuppa sopra il capo e le labbra bagnate di pioggia, come i lunghi capelli scuri. I suoi occhi perlacei si fusero per un momento in quelli ambrati ed arrossati dall’acqua impietosa che lo stavano osservando da sotto le palpebre socchiuse. Si limitò a tirar dritto, senza soffermarsi a chiedersi perché la minore dei Senju fosse immobile, zuppa; non si chiese nemmeno come ebbe fatto a riconoscerla, avvolta dalle grosse gocce, che sembravano volerla corrodere, come fa il fuoco con la carta.
Neji era appena tornato dalla Guferia; imboccò un corridoio laterale, ed ascoltò i suoi stessi passi riecheggiare nella penombra stringendo nella tasca quella lettera tanto preziosa, attento a non stropicciarla. La pergamena era polverosa, si sgretolava sotto i suoi polpastrelli, l’inchiostro scuro era sbavato, le parole scritte con fretta, eppure quel modo di smussare ogni angolo, rendere ogni lettera rotonda e soffice non era svanito. Infilò le scale di pietra a passo spedito, ad ogni movimento i vestiti gocciolavano sugli scalini, i capelli gli si appiccicavano agli zigomi pronunciati. L’ufficio del preside si trovava oltre la ripida scalinata, alla fine del corridoio voltando a destra. Neji estrasse la busta dalla tasca del mantello, avanzando frettolosamente con un accenno di fiatone; strinse le labbra e deglutì, indurendo l’espressione – le sopracciglia corrugate, i denti serrati e la mascella in tensione. Si fermò dinnanzi alla porta sorvegliata da quel gargoyle sornione scolpito nella pietra. Scandì la parola d’ordine nella solitudine e silenzio del piano, ed imboccò la scala a chiocciola per salire nella torre. L’ufficio del preside era ampio e ben illuminato da un’enorme vetrata; un camino di pietra animava un fuoco pacifico che gettava i suoi bagliori aranciati sulle pareti ovali. Il Pensatoio era stato estratto dalla sua nicchia incantata, Sarutobi l’osservava mestamente, le dita ossute e nodose che tremavano sulla pietra levigata.
«Ah, Neji» esclamò con voce non troppo alta, alzando gli occhi stanchi sul ragazzo «Buone notizie spero.» e il suo sguardo cadde sulla busta stretta convulsamente fra le dita diafane di quello. Il sigillo di ceralacca era stato rotto, la lettera ripiegata con fretta e rinfilata al suo posto senza cura.
«Signore…» il tono dello Hyuuga era perso, un verso strozzato a metà fra il gemito di un neonato e il rantolo di un morente. Gli porse la lettera trattenendo il tremare delle mani, assottigliando gli occhi madreperlacei nello scrutare il preside, cercando nei suoi movimenti calmi un qualche conforto. L’anziano gli poggiò una mano sulla spalla, sfilando con delicatezza la pergamena dalle sue dita. L’appoggiò sulla scrivania senza donarle troppe attenzioni.
«Hai fatto un buon lavoro, Neji. Ora va’ nella tua Sala Comune a riposarti. Sei fradicio, ragazzo mio.»
Lo Hyuuga annuì poco convinto, e, con un cenno, uscì dall’ufficio.



Senju Aki nascose una risata dietro la mano sottile, ascoltando divertita i borbottii di Naruto, che blaterava di quanto quel Sasuke fosse un “Teme” o un “Maledetto figlio di papà” a cui: «…Gliela farò pagare sicuramente!»
«Sì, lo so, Naru-chan, è da quando siamo scesi dall’Espresso che continui a ripeterlo, hai fatto perdere la pazienza pure a Shizune in infermeria.» capitolò la ragazza, riavviandosi una ciocca bionda e raddrizzando la schiena.
«E per colpa di quel Teme abbiamo pure perso la cena d’inizio anno! Non vedo l’ora di rompergli il naso con un cazzot-» Naruto arrestò le sue ingiurie assieme ai suoi passi, fermo davanti al quadro – porta sull’entrata della Sala Comune di Grifondoro. Un mago dal lungo mantello scarlatto sonnecchiava sulla poltrona di velluto tenendo in un precario equilibrio il calice di cristallo tra le dita.
«Merda!» sibilò, arricciando il naso. Aki si sporse affianco a lui, guardandolo incuriosita: «Che succede?»
«Oltre che aver perso la cena non ci hanno nemmeno detto quale è la parola d’ordine!» il ragazzo si cacciò le mani nelle tasche della divisa, e cercò di svegliare il mago nel quadro, ricevendo in cambio ben poca cooperazione.
La ragazza prese a massaggiarsi le tempie, Questo sì che è un bel casino… rifletté sconsolata, prima di essere riscossa da un ringhio di Naruto: «Brutto vecchiaccio, vuoi svegliarti?!» sbottò, facendo roteare i pugni in aria.
«Perché tutto questo rumore?» si lamentò una voce scocciata e lapidaria. Lauren camminava distintamente nel corridoio con le mani intrecciate dietro la schiena, come se stesse sfilando davanti al popolo del suo regno.
«Ren-chan!» sorrise Aki, saltellando davanti la sorella minore, che schivò il suo sguardo, abbassandolo sulla scalinata a sinistra «Non sappiamo la parola d’ordine…»
«Tutta colpa di quel Teme!» puntualizzò Naruto, digrignando i denti bianchi.
Ren sembrò pensarci un attimo, ed i due ragazzi biondi si soffermarono a chiedersi come mai fosse… bagnata fradicia? Sul serio?
«Mah, provate a tirare ad indovinare.» concluse lei, con un gesto vago della mano.
L’Uzumaki sbarro i grandi occhi azzurri, guardandola sconcertato: «Cooosa? Come pensi che potremmo mai indovinare?»
«Naruto ha ragione, Ren. Come-» tentò di aggiungere Aki, prima di essere interrotta dai passi cadenzati della sorella. Quella si fermò dinnanzi al quadro, ed esitò un attimo, prima di scandire: «Volate Ascendarai.»
Non accadde nulla.
«Visto? Che ti avevo detto?» cominciò Naruto, sgranando gli occhi quando il dipinto scivolò di lato, mostrando un cunicolo nella parete dal cui proveniva un vociare soffuso.
Aki e l’altro ragazzo rimasero attoniti a fissare il passaggio; Ren scrollò le spalle e riprese a camminare lungo il corridoio, alzando lievemente una mano come saluto.





Angolo Autrici

Buongiorgio cari arancini inzuppati nel brodo (? Checchifo) buon 22 notte e ben ritrovati su Volate Ascenderai. Secoli, ere glaciali che non aggiornavamo, ma abbiamo avuto problemi con l'editing (del tipo che non avevamo voglia di farlo mentre il capitolo era già pronto da un mese).
Dunque, che dire, finalmente i nostri eroi ed eroine (ogni riferimento all'effetto grave della droga in questa fic è puramente casuale) sono arrivati ad Hogwarts, ed abbiamo conosciuto Tenten e Lee, e le grandi capacità di quest'ultimo. Riuscire a parare il culo al miglio amico-(a)nemico? Sorridere ignorando i pareri altrui? Macché: ingozzarsi come gnu dopo una lezione di repertorio di punte al cenone di Natale dalla nonna senza prendere un chilo! E c'è ancora chi nell'anime pensa che Lee non sappia usare Arti Magiche ed Illusorie. Pfff.
Allora, si comincia anche ad accennare ai terribili avvenimenti su cui si baserà la storia... sì, perché c'è anche una trama... non... non si era capito?
Oh, chi sarà mai il misterioso mittente delle lettere a cui Neji è così tanto affezionato? Vi diamo un indizio: nell'anime esso/a e Neji non si parlano mai, esso/a in teoria avrebbe il doppio dell'età del povero orfanello Hyuuga e sicuramente nessuno di voi si ricorda della sua esistenza. Perché usare un personaggio normale è troppo facile. Capiteci, con chi diavolo ha rapporti di affetto quell'asociale del cazzo di Neji? Anche lui, farsi una vita no?
A proposito di asociali del cazzo, Ren è sociopatica? O.O non l'avrei mai detto guarda; ma tanto non sembra fregarsene un granché... come... sì... di tutto... il resto. Puis, Naruto è il solito polemico, Aki gli da corda ma secondo me cercava pure lei di trattenere istinti omicidi nei confronti di quell'urlatore seriale. D'ora in poi si chiamerà l'Urlo di Calagonone!
E... quale furbizia ritrovarsi davanti al dormitorio senza sapere la parola d'ordine! :)
Meno male che c'è Asociale-del-cazzo n. 2 che tira a indovinare e indovina. Sherlock, fatti da parte, non hai capito un cazzo dalla vita: non si usa né metodo induttivo che deduttivo, il segreto sta nel Dire Cose A Cazzo.
Per pudore nostro/mio (sì, perché di solito gli angoli autrici gli scrivo io ridicolizzandomi più di quanto già non abbia fatto... "I'm never going to have a boyfriend" _cit. no scherzo ce l'ho già :P) direi di finire qua con un grande ringraziamento a tutti i santi che seguono, leggono o recensiscono pure! We laaave yaaa raga', we laaave yaaa. Vi bacerei, ma finirebbe che vi mangerei la faccia come fa Lee col curry data l'enormezza (?) della mia bocca! :)
Beh, ragazzi, seriamente. Grazie mille.
Speriamo continuerete a leggere e commentare, segnalateci errori, orrori, qualsiasi cosa ci sia da sistemare!
The_Storms_Sisters

PS Ringraziamo Sulfus per le campagne pubblicitarie XD









   
 
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