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Autore: damaristich    16/03/2009    12 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vediamo un pò se avete capito.. in questo capitolo si svelerà l'identità del misterioso vampiro dalla risata gelida BRRRRR

buona lettura!

Lo sapevo, non avrei resistito ancora per molto, mi ero svegliata da pochi minuti, dopo un tempo indefinito popolato da incubi vividissimi e l'aria iniziava a mancarmi. Avevo il respiro pesante, irregolare, come se potesse venirmi una crisi respiratoria da un momento all'altro. Il battito del cuore rimbombava, e il pensare di rallentarlo non faceva altro che accellerarne l'andamento. Era inutile... tanto, anche se fosse stato tenue, per il vampiro che avevo vicino non avrebbe fatto alcuna differenza: l'avrebbe trovato gustoso e irresistibile. Il buio era pesante, opprimente, forse ero sola, forse no. Poteva essere passato un minuto o un'ora da quando mi ero assopita, non ne avevo idea, ma la coperta sulla quale ero sdraiata in corrispondenza del mio viso era completamente bagnata. Nello sonno avevo pianto,quindi era passato del tempo. Frse avevo anche gridato: vedevo continuamente il viso di edward scomparire lentamente, la sua voce affievolirsi, e sentivo quella maledetta risata rimbombare: malvagia, gelida. Edward. edward amore mio vienimi a prendere! Lo urlavo nei pensieri con la speranza che potesse udirlo ma tanto non mi avrebbe mai sentita,la mia mente gli era preclusa e chissà quanto era lontano, sicuramente disperato, alla mia ricerca. Ero inerme, inerme alla mercè di un mostro che li voleva uccidere tutti quanti. Iniziai a piangere forte involontariamente, ma il solo pensiero di scendere da quel letto e affrontare l'oscurità bloccava ogni mia volontà: cosa c'era intorno a me? Cercai di muovere la mano ferita ma faceva eccessivamente male: pareva essere piena di scheggie. Evidentemente l'osso s'era completamente fratturato. Dovevo fasciarla in qualche modo, almeno per tenerla immobile e evitare che fuoriuscisse sangue: mancava solo un'altro motivo a tentare di più la sete del vampiro. Ma come potevo farlo? Solo la stoffa non bastava.. maledizione! Evitai di muoverla ulteriormente, e con l'altra mano, quella buona, cercai a tentoni nell'oscurità nelle mie immediate vicinante.

Tastai il piano su cui ero adagiata analizzandone il profilo: ero su una coperta probabilmente di lana infeltrita, era dura, grinzosa. Il letto era grande, e io dovevo essere giusto in mezzo perchè dovetti sporgermi per toccarne i bordi, ero sdraiata longitudinalmente. Mi spostai di poco, non c'era la testiera. Al suo posto gelido muro. Il letto quindi era appoggiato alla parete della "stanza" . Con le dita sfiorai qualcosa di gelido, umido, pareva pietra. Di tanto in tanto nelle insenature c'era qualche batuffolo di muschio. L'oscurità aveva fatto acuire i miei sensi: l'udito e il tatto. Mi erano rimasti solo quelli. Mi sentivo uno di quei pesci abissali, soli, nell'oscurità in balia di chissà quale mostro. Percorsi la pietra fino a che potevo senza scendere dal letto, ma era completamente nuda, non c'era niente. Ne cemento, ne qualche pensile, nulla.

C'era un silenzio pesantissimo, s'udiva il mio respiro affannato, il cuore che martellava velocissimo nel petto, e di tanto in tanto qualche singhiozzo che mi sfuggiva. Poi nient'altro: nè il suono del vento, ne degli uccelli, ovviamente non uno spiraglio di luce, niente. Molto probabilmente ero in qualche cavità sotterranea: si sentiva odore di terra umida recentemente vangata. Il tempo passava inesorabile senza che io potessi calcolarlo... ma... mi venne un'idea, spostai la manica dal polso dolorante con un gemito, e eccolo li! l'orrendo regalo di compleanno di charlie. Avrei voluto piangere anche per la contentezza: l'orario riluceva nell'oscurità: erano le 4 del mattino! Ma ciò che mi interessava maggiormente non era l'orario, quello non mi serviva più di tanto, bensì la mia attenzione si concentrò sul lato destro dell'orologio dove sapevo esserci un pulsante. Mi vennero in mente le parole di Charlie:

< lo so che non è il massimo della bellezza questo orologio ma è molto utile, perchè vedi, se premi qui lui emette un fascio di luce, è comodo la sera quando vuoi prendere qualcosa sul comodino, o magari leggere > che stupida.. avevo pensato che non mi sarebbe mai servito visto che edward era con me ogni notte, lo mettevo solo per far contento mio padre: ebbi un'altra fitta al petto al pensiero della condizione in cui mi trovavo ora rispetto a qualche ora prima. Come avrei potuto sapere che in un momento come questo avrei amato mio padre per quel regalo? Con mano tremante poggiai il dito dove sapevo essere il pulsantino, e davanti a me si proiettò un breve cono di luce, si affievoliva a nemmeno un metro da me, ma era gia tanto:

Con la mano buona mi tenevo quella che pendeva dal polso spezzato, dove si trovava l'orologio: spostai la direzione del raggio. Avevo ragione, ero su una coperta di lana, ma il letto non era altro che una rete, c'era solo l'intelaiatura. Mi spostai leggermente al bordo del materasso nudo e puntai la luce verso il terreno, come pensavo era di terra, piano piano spostavo la luce, fortuna che la batteria si ricaricava con i movimenti della mano..

Ma... il cono di luce portò alla mia vista un piede nudo, Trattenni il fiato, il battito accellerò. In un istante spostai il polso, provocandomi un atroce dolore. Il piccolo farò illuminò due accesi occhi rossi. Un viso malvagio sorridente.

Lanciai un urlo e la mano mi cadde a peso morto sul letto, gridai ancora di più, NO, NO NON LUI, NON LUI, NON LUI!

< e cosi, hai trovato il modi di capire chi sono eh.. piccola ISABELLA? > Una stretta gelida mi strinse il collo. Ero ricaduta nell'oscurità

< ti ricordi di me? > non risposi, ero scioccata, il dolore al polso non era niente rispetto a quello del mio petto schiacciato dal suo gomito di pietra < rispondi, sai chi sono? > allentò la presa solo per permettermi di parlare:

< la..laurent > Bisbigliai il suo nome tremando. Lui rise forte, senza gioia. Mi tolse la mano dalla gola, ma lasciò il gomito conficcato al centro del petto, poggiandovisi con tutto il peso. Mi sfuggi un gemito di dolore.

< e brava... bene.. ti ricordi di me! ma questo non cambierà assolutamente nulla, anzi, sarà solo un piacere per me >

< perchè? > riuscì solo a pronunciare questa parola. Rise ancora

< lo saprai presto > Ripiombai nel silenzio, lui tolse il peso dal mio petto, e presi di nuovo a respirare convulsamente, lacrime mi scendevano per le guance, ma a malapena me ne accorsi. Perchè lui? Ci aveva avvertiti del pericolo di James, era stato cortese a casa cullen, e ora? Perchè voleva distruggere la mia famiglia perchè???? edward aiutami, edward! voglio tornare a casa! questi pensieri non fecero altro che acuire il mio dolore. Piansi più forte.

Una mano mi tappo la bocca e un sussurro mi giunse alle orecchie.

< non sopporto le tue lacrime, se prometti di stare calma renderò il tuo soggiorno più confortevole, hai capito? Tolgo la mano ma tu devi stare in silenzio > poi urlò: < HAI CAPITO? > Annuii lentamente e lui tolse la mano. Restai in silenzio. Mi morsi il labbro per non piangere.

< bene, vedo che inizi a comprendere come funziona >

pochi attimi dopo una luce mi accecò e dovetti coprirmi gli occhi con la mano buona.

< Qualcuno verrà a portarti da mangiare, non vorrei che morissi proprio ora > rise di gusto < non lo dico di certo per te ovviamente, mi servi, per MOLTI scopi > sottolineò il "molti" con la voce. Perchè cos'altro voleva da me?? Poi non udii più niente.

Sbattei piano piano le palpebre per mettere a fuoco il luogo in cui mi trovavo ma l'oscurità assoluta aveva fatto dilatare totalmente le mie pupille. La luce mi feriva gli occhi dolorosamente. Impiegai qualche minuto per poter distinguere gli oggetti attorno a me.

A illuminare la stanza era una lampadina nuda che pendeva dal soffitto. Mi trovavo in una stanza sotterranea. Le pareti erano di pietra, come avevo immaginato e il pavimento lo era anch'esso anche se ricoperto in molti punti da terra. Non c'era nulla nella stanza se non un vecchio tavolo senza sedie e una poltrona sfondata nel punto da cui proveniva la voce di Laurent la sera prima: al suo pensiero fui percorsa da un brivido ma non ci badai. Inoltre dal lato opposto della porta da dove era uscito il vampiro, ce ne era un'altra aperta che lasciava intravedere un bagno. C'era solamente un lavello con un pezzo di specchio appoggiato sopra e il water. La stanza era disseminata di detriti, pezzi di legno, botti rotte, spazzatura. Un'asta di legno attirò la mia attenzione e mi venne un'idea. Mi alzai, attenta al polso offeso. Le gambe mi tremavano violentamente. Traballante andai verso un mucchio di spazzatura e presi quel pezzo di legno, era piatto, spesso vari centimetri. perfetto! Mi strappai un bel lembo della maglia. Con un gemito appoggiai la mano sul pezzo di legno. Era curvata con un angolo innaturale e pendeva inerme. Presi un respiro aspettandomi il dolore, e misi dritta la mano. Urlai con quanto fiato avevo in gola. Cavolo!!! faceva un male tremendo. Ma l'urlo fu breve, cercai di stare zitta per evitare che laurent tornasse, ma le lacrime scendevano copiose. Con la stoffa strappata iniziai a creare una fasciatura come meglio potevo. Imitai i movimenti che avevo visto fare mille volte da carlisle e da molti altri dottori ad ogni mia caduta. Lo legai stretto. Orgogliosa di me stessa guardai il lavoro, Faceva meno male. Almeno una cosa buona ero riuscita a farla. Respirai a fondo cercando di calmare il battito del cuore. E mi guardai intorno. Andai verso il bagno. Era lercio. Sussurrai: < speriamo almeno che ci sia acqua > . Cosi ruotai la manopola del rubinetto. Era cosparsa di una sostanza viscida, repellente, mi venne in mente il bagno della scuola ma questo era "leggermente" più sporco. I tubi fecero un rumore sinistro, batterono qualche colpo e dal rubinetto fuoriuscì qualche pezzo di terra, poi della melma e infine acqua gialla ricca di pezzettini di qualcosa di indefinito. Ogni tanto sbucava il cadavere di un ragno o di un'altro insetto. Mi allontanai e lasciai scorrere l'acqua. Lentamente divenne sempre più chiara fino a che, quando la toccai, risultò pura. Avevo una gran sete, cosi misi la mano a coppa, e presi un goccio d'acqua ma fortunatamente prima di avvicinarla alle labbra l'annusai. Storsi il viso in una smorfia: sapeva terribilmente di ferro! Promemoria... evitare di bere quell'acqua. Ci mancava solo che mi sentissi male e prendessi la dissenteria.

Mi sciacquai le mani, il viso. Evitai di bagnare i vestiti. Li dentro faceva freddissimo tanto che ogni respiro si condensava in piccole nuvolette davanti al mio viso. Alzai lo sguardo e incontrai i miei occhi nel frammento di specchio.

Ero più bianca del solito, avevo profonde occhiaie e i capelli sconvolti. Me li tirai indietro e li legai con un elestico che avevo sempre in tasca. Mi pulii meglio che potei e tornai sul letto. Presi la coperta e mi ci avvolsi come un bozzolo: un ricordo mi strappò il cuore a metà:

< rimani con me? >

< certo principessa, sarò sempre qui con te >

< non mi lascerai mai!? >

< te lo prometto > edward mi sfiora le labbra con un bacio.

una lacrima mi percorse il viso, prepotente. Mi aveva lasciata sola...

mi stringo forte a lui. Adoro il freddo della sua pelle, adoro il caldo della sua voce, adoro il suo profumo, adoro il suo tocco. Edward mi allontana da sè, lo guardo imbronciata. Che sarà successo ora! Lui mi osserva divertito:

< piccola.. ti gelerai se mi stai cosi vicina! >

< no non mi stacco, se no poi tu scappi via da me > lo so, ho l'espressione triste dei bambini. Lui si fa nero in volto, non sa come convincermi che non mi lascerà. Mi stringe forte.

< no che non scappo.. dove potrei andare? il mio posto è qui.. con te.. fino a quando vorrai > sorrido

< cioè sempre! > sorride anche lui. Forse riuscirò a convincerlo a trasformarmi. Il pensiero addolcisce la mia espressione, e lui lo vede. Mi dà un dolce bacio sulla fronte.

< su su.. ora a dormire > prende una pesante coperta e mi ci avvolge come un bozzolo. Non posso muovermi!

< edward non cosi stretto, NON RESPIRO!! > allenta la coperta e io mi accoccolo così infagottata sul suo petto.

< buonanotte principessa, fai bei sogni... >

< sognerò te... >

Mi strinsi forte alla coperta infeltrita piangendo lacrime amare. Mi sentivo cosi sola, ma dovevo essere forte, dovevo essere forte per lui. Per tutti loro: per carlisle, esme, Alice, Jasper, Emmett, Rosalie. Dovevo esserlo per Charlie e Renee. Chissà quanto erano preoccupati. Ma dovevo avere fiducia in loro. Una scintilla di speranza mi animò il cuore: non si sarebbero separati, Alice avrebbe sicuramente previsto qualcosa, magari erano già sulle mie tracce e tra qualche ora edward sarebbe sbucato da quella porta e sarebbe corso ad abbracciarmi. Fissai intensamente la porta per lunghi minuti ma quella rimase immobile. Nessuno apparve sulla soglia. Niente di niente. Poi una vocina maligna si insinuò tra i miei pensieri: e se Laurent avesse avuto qualche jolly nascosto? se le sue risate malvagie erano date da qualche strana certezza di vittoria? e se Alice non avesse avuto una visione e tutti brancolassero alla cieca, separandosi per venire facilmente attaccati e distrutti?.......... tutto ciò per colpa mia. Una lama mi trafisse il petto.. un unico ricordo mi gelò l'espressione in un urlo angosciato e silenzioso:

il vampiro che mi aveva rapito... lui non era Laurent, era un'altro.Quindi Laurent aveva degli alleati, non era solo! Lui mi aveva detto: < non posso ucciderti! > E questo gli era stato ordinato. Chi era a capo di tutto? Laurent!? che stava succedendo e perchè?! Mille domande mi ferivano come pugnali e la vocina malvagia nella mia testa diventata sempre più insistente. Cosa diavolo potevo fare?! Li avrei portati tutti alla morte! Mi maledissi per questo. Ma una cosa era certa, non sarei rimasta li inerme a piangermi addosso, avrei fatto qualcosa, avrei agito, e l'avrei fatto per tutti loro. Non restava che capire cosa fare.

 

angolo dell'autrice

E QUINDI SIII ERA LAURENT!! complimenti a tutti quelli che l'avevano capito..cioè:

 

 

 

aliceundralandi

UN APPLAUSO!! è STATA LA PRIMA E SENZA INDUGIO! AHAHAHA

 

 

Ashlein

 

 

ale03

 

 

mistica88

 

 

AmyGoku

 

 

kiarab

 

 

mileybest

 

 

keska

 

 

Noemix

 

 

cullengirl

Gli indizi erano "cherie" "accento francese" e ovviamente il fatto che lei l'aveva già visto e si trovava in un cassetto dei ricordi che "non apriva mai" ovvio... l'esperienza james-victoria-laurent non era proprio carina! :D bravi bravi! come sempre mi fa estremamente piacere leggere tutti i vostri commenti! Il prossimo capitolo arriva presto.. La storia la sto costruendo mano a mano quindi non saprei nemmeno dirvi qualche SPOILER ehehe.. chissà come andrà a finire.. sono curiosa anche io!!!!! la mia mente malata partorirà qualche altra pazzità! comunque.. se vi fa piacere... posso far durare per un pò di capitoli questa fic perchè mi sta piacendo. che ne pensate? svolgimento lungo? come sempre.. fatemi sapere!!!

al prossimo aggiornamento! (e proponete altri nomi da UOMO PERFIDO E CATTIVO! sto ancora scegliendo:D )

  
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