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Autore: LittleHarmony13    24/01/2016    2 recensioni
Harry Styles frequenta il corso di letteratura inglese alla Oxford University, ed è in procinto di dare la tesi. Ha un ragazzo, buoni voti e una migliore amica perfetta. Tutto sembra andare per il meglio ma...
Louis Tomlinson ha una laurea in storia dell'arte della Oxford University, un lavoro ben poco retribuito alla biblioteca della suddetta università, un dottorato da conseguire, e tanta voglia di riscattarsi.
Il giovane non ha mai conosciuto l'amore, ma...
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AU, Harry!LiteratureStudent, Louis!HistoryofArtStudent ~ Larry Stylinson.
Slash| Louis/Harry| Niall/Lottie| Harry/Matty Healy| Zayn/Emma Watson.
AVVISO: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE IN PAUSA MA NON E' FINITA. CERCHERO' DI TORNARE IL PRIMA POSSIBILE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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11. Quella volta in cui ho fatto da babysitter.

 

“Love can change a person
the way a parent can change a baby, awkwardly,
and often with a great deal of mess.”
Horseradish, Lemont Snicket.


 



Louis' Pov.

 

E' un freddo e piovoso giovedì pomeriggio, ed io sono chiuso in un pub con Zayn Malik, mentre aspettiamo il ragazzo di mia sorella.
“Ripetimi perché abbiamo invitato Neil al nostro pomeriggio per soli uomini.”
Zayn alza gli occhi al cielo per quella che penso sia la milionesima volta oggi, e beve un sorso della sua birra. “Non lo abbiamo invitato. L'ho invitato io.”
“Senza chiedermi il permesso aggiungerei.”
“Questo perché non mi serve il permesso per invitare un mio amico ad un'uscita con te, Lou.”
Alzo le braccia al cielo. “Ma tu non sei nemmeno amico di quel Neil! Lo fai solo per darmi fastidio.”
Zayn punta al mio petto con la bottiglia ormai mezza vuota di birra. “Ehi, bello, non tutto ruota intorno a te. Ho invitato Niall perché mi sembra molto solo, e poi perché so che ci terrebbe molto a conoscerti meglio.”
“Quindi mi hai incastrato? Zayn, ti vedo una volta alla settimana se va bene, e devo raccontarti cose. Non voglio che ci sia anche Neil.”
“Ma smettila, Tommo. Non te ne è mai fregato un fico secco dei nostri pomeriggi insieme, ed una volta che invito Niall tu giochi a fare il mio amicone preferito.”
Questo mi punge un po' sul vivo, ma non lo dico. “Ma io sono il tuo migliore amico, Zaynie, sei tu che non mi apprezzi quanto dovresti.”
Riesco a strappare una risata a quel tenebroso di Zayn, ma poi torna subito serio. “Senti, Lou, lo sai benissimo che tu sei il mio migliore amico, ma devi dare una possibilità a Niall. E' una brava persona, davvero. E poi devi ringraziarmi, visto che ho invito Haz al posto tuo. Volevo fare davvero un pomeriggio tutti uomini oggi.”
A sentire il nome del mio ragazzo, mi si blocca per un secondo il respiro in gola. “Hai invitato Harold e non mi hai detto niente?”
Zayn scrolla le spalle. “Non può venire, aveva lezione.”
Sentir parlare di Harry mi destabilizza sempre un po', come se non fossi ancora abituato a pensare davvero a lui come al mio ragazzo. Non posso ancora credere che quel dono del cielo abbia deciso di stare davvero con me.
Da quando Lunedì sono venuti i tecnici ad aggiustarmi la caldaia e sono tornato a casa mia non sono più stato davvero con lui.
Certo, ci siamo visti tutti i pomeriggi, ma niente è come stare insieme quasi ventiquattro ore su ventiquattro ogni giorno. E mi manca. Cristo se mi manca. Ok, ci siamo visti questa mattina per colazione, ma è stato veloce, come tutte le volte questa settimana.
Una colazione prima di una sua lezione, un pranzo quando ho buco al lavoro, un caffè veloce fra una visita di Harry all'aula studio e l'altra.
Ho bisogno di sedermi con lui come facevamo quando stavo momentaneamente a casa sua, e sentirlo parlare della sua giornata, di quel professore che lo ha fatto annoiare, o di quel libro che ha letto fra le pause.
Ho bisogno di sentirlo di nuovo fra le mie braccia, le mie mani fra i suoi capelli e...
“Louis, ti sei incantato?”
Mi rendo conto solo in un secondo momento che la mano di Zayn sta sventolando davanti al mio viso.
“Ok, senti, so che vuoi saperlo, quindi te lo dico, ma non chiedermi dettagli: io e Harold siamo stati a letto insieme!”
A Zayn va la birra di traverso, e quando smette di tossire, mi guarda come se fossi pazzo. “E chi te lo ha chiesto, amico?”
Ok, è vero, non mi aveva chiesto niente, ma io glielo dovevo dire, o non sarei riuscito a parlare di nient'altro. “So che morivi dalla voglia di saperlo, Malik. Sei una piccola pettegola, nel profondo.”
Zayn strabuzza gli occhi, ma poi mi dà corda. “E certo! Proprio io lo volevo sapere. Non sei tu quello che moriva dalla voglia di dirmi che è entrato nelle mutande di Haz.”
“Ehi, bello, è del mio ragazzo che stai parlando!”
Zayn non riesce a trattenere una risatina. “Dai, raccontami. Com'è Harry a letto?”
“Non che voglia davvero dirtelo ma...”
“Ma? Eddai, Louis, non sto più nella pelle. Muoio dalla voglia di saperlo.”
Tiro una botta al braccio di Zayn, ma mi viene male, visto che è dalla parte opposta del tavolo rispetto alla mia. “Sento del sarcasmo Malik, e questo non mi piace. Ma visto che insisti posso dirti che Harry è molto meglio di quanto puoi pensare.”
“Non che io pensi a Harry in certe situazioni, Tommo, ma sono contento che ti sia piaciuto.”
Arrossisco un po' troppo, ma do la colpa all'alcol contenuto nella birra che sto bevendo. Poi prendo un'altra sorsata, perché devo fare una domanda importante a Zayn, e mi serve coraggio.
“Zaynie, devo chiederti una cosa seria.”
“Mi devo preoccupare?”
Arrossisco di nuovo, e poi prendo un respiro profondo, e butto fuori quello che penso da ormai quattro giorni. “Secondo te è normale, almeno in un primo periodo di un rapporto, desiderare costantemente l'altra persona? Intendo sia su un livello fisico che non. Voglio dire, ad un livello personale ho bisogno che Harry sia quasi sempre con me. Quando c'è sto bene e quando non c'è mi manca e...”
Non finisco, perché noto che Zayn si sta trattenendo dallo scoppiare a ridermi in faccia. “Ehi, io ti sto facendo una confessione a cuore aperto, bello, non dovresti ridere!”
“No ti prego, vai avanti, Lou, sei quasi adorabile.”
Cerco di non fare caso a Zayn, e continuo: “E poi non parliamo del livello fisico. Non sono mai stato così attratto da una persona, Zayn. Se vai a dire quello che sto per dirti in confidenza alla bambolina ti uccido, ma quando sono con Harold non vorrei fare altro che baciarlo, abbracciarlo, toccarlo, e stare con lui in ogni modo.”
“Cazzo, Haz deve essere davvero bravo per averti rincoglionito così, Tommo. Quasi quasi gli chiedo se dà una ripassatina anche a me, già che c'è. A quanto pare il pene di Harry ha poteri quasi salvifici, per averti ridotto così.”
Metto una mano intorno al bicchiere, e vedo che mi si cominciano a vedere le vene, per quanto lo sto stringendo. “Stai attento a come parli, Malik.”
Zayn alza le mani in segno di resa, quasi impaurito. “Sto scherzando, Louis! Continuiamo con la terapia di coppia: fino ad ora mi hai parlato di quando Harry è con te. Ma questa attrazione che senti continua anche quando lui non c'è?”
Mi sporgo verso di lui con aria confidenziale, e lui si sporge a sua volta, come se dovessimo confessarci dei segreti di stato. “In tutta onestà, Zayn, persino scrivere sta cominciando a diventare un problema, da quanto mi fa male il polso. Dio, Zaynie, sono sempre a mast..”
Zayn sbianca, e si appoggia di nuovo alla poltrona. “Cazzo, Tommo, non voglio sapere quante volte ti tocchi. E Haz è uno dei miei migliori amici, Dio Santo.”
“Sei tu che lo hai chiesto.”
Zayn si massaggia velocemente le tempie, come se non ne potesse più di tutto questo, ma poi il bene che mi vuole torna a farsi sentire, perché, gentilmente, mi rassicura, dicendomi: “Senti, Lou, è normale, davvero. Non pensare di essere un ninfomane, perché non lo sei. Non più di me o Emma almeno. Io e lei i primi tempi eravamo sempre senza vestiti e...”
Con un dito gli faccio cenno di saltare questa parte ed andare avanti, perché sono davvero troppe informazioni.
“E per quanto riguarda la parte sentimentale, Tommo, è normale sentirsi così. Se stai con una persona è ovvio che vuol dire che con lei stai bene, e che quindi quando non c'è ti manca. Io non potrei sopravvivere due giorni senza la mia Ems.”
“Sì, ma è diverso, Zayn. Tu la ami, la bambolina, te lo leggo negli occhi...”
Ma c'è qualcosa adesso nei suoi occhi che mi fa quasi paura e che mi costringe a scuotere la testa come un ossesso. “No, Zayn, NO. Assolutamente no. Non puoi sottintendere che io... Che io nei confronti di Haz... No, proprio no. Non dirlo nemmeno per scherzo.”
Zayn mi sorride molto dolcemente, in un modo che non mi sarei mai aspettato da lui. “Mi piace il fatto che io non abbia aperto bocca e che tu abbia fatto tutto da solo.”
“Questo è perché ci conosciamo da tanti anni, e ti capisco al volo ormai.”
“O forse è perché anche tu stai cominciando a pensare che forse ho ragione.”
“Senti io ora vado al bancone a chiedere un altro giro di bevute, perché ho bisogno di tanto alcol. Quando tornerò qui prenderò un po' per il culo Neil, e non parleremo più di quel tipo con i capelli strani e un gusto orrendo nel vestire conosciuto anche con vari soprannomi quali Minniti, Harold, Haz, o altri. Intesi?”
Mi avvio senza aspettare una sua risposta, ma la sua voce mi raggiunge alle spalle, gioiosa e allegra. “Il mio migliore amico si è innamorato, che bello! Posso farti da testimone, alle nozze?”
Senza nemmeno girarmi alzo un dito medio e urlo di rimando: “Vaffanculo, Zayn Malik.”
Quando arrivo al bancone chiedo due birre. Il barista me ne porge tre. E' uno nuovo, perché non l'ho mai visto prima, e deve avere più o meno la nostra età. Dal cartellino scopro che si chiama Liam, e a vederlo ha la faccia molto simpatica e dolce.
“Te ne ho chieste solo due, Liam.”
Ma lui sorride, comprensivo e spinge davanti a me anche la terza. “Insisto, veramente. Ho sentito che ti sei innamorato, e credimi, tre birre è il minimo sindacale per riuscire a sopportare una cosa del genere.”
E ora cosa cazzo vuole, questo? “Io non sono innamorato, va bene?”
La mia voce deve suonare talmente falsa che persino questo Liam, che neppure sa chi sono, si mette a ridere. “E va bene, se lo dici tu...”
“Sì, lo dico io. Ed ho ragione.”
Prendo le due birre da me richieste, poi però mi giro e prendo anche la terza, che non si sa mai.
Liam, che è andato momentaneamente a rifornire il barattolo con il ghiaccio, sorride pensando che non lo veda.

 

 

 

Dopo circa mezz'ora, con un ritardo su cui non sono deciso a passare sopra, arriva anche Neil.
E' bagnato fradicio, ed i capelli gli ricadono disordinatamente sugli occhi. Sembra quasi che abbia dovuto combattere un uragano, per arrivare qui. Guardo fuori, e vedo quanto diluvia. Ok, forse dopotutto lo ha dovuto attraversare davvero, quell'uragano.
Scuote i capelli, per togliersi l'umidità di dosso, come un piccolo cagnolino, di quelli che mi stanno antipatici e sono sempre ovunque. Tutta l'acqua di riversa dai suoi capelli sui miei jeans. Partiamo male.
E' agitato, lo vedo da come si muove, come se non sapesse nemmeno dove sedersi. Poi sceglie di mettersi vicino a me. Cavolo, questo ragazzo è davvero masochista.
“Scusate il ritardo, ragazzi, ma questa pioggia blocca tutto. E poi voi lo sapevate che le gioiellerie chiudono per l'ora di pranzo?”
Zayn scoppia a ridere, mentre io borbotto un “come tutti i negozi, Neil.”
Poi però gli porgo una domanda, preso da un dubbio, e la risposta che potrebbe darmi mi fa quasi paura. “Ehi, Neil! Cosa ci facevi in una gioielleria? E ti prego non dirmi che ha a che fare con mia sorella, perché potrei incazzarmi.”
Niall sembra perdere molti anni di vita, e poi si attacca all'altra birra che avevo ordinato per me. Sempre peggio.
“Senti Louis, non voglio farti arrabbiare, ma è quasi Natale e...”
“E? E questo ti dà l'opportunità di fare delle cazzate?”
Niall abbassa la testa, in imbarazzo, ed io incrocio lo sguardo di Zayn, che è tutto tranne che amichevole nei miei confronti, al momento.
Provo a risollevare la situazione e ad essere meno stronzo, ma non so se ne sarò in grado. Sospiro pesantemente e poi poso una mano sulla spalla di Neil. Quello sussulta, spaventato, ed è una reazione più che prevedibile.
Un po' mi dispiace ad essere sincero. Ok, più di un po'. Devo smetterla di essere così. “D'accordo, Niall, ricominciamo da capo. Cosa hai regalato a mia sorella per Natale?”
Quando Niall alza lo sguardo, è impaurito, ma deglutisce e mi risponde. “Sono... sono due piccoli anellini d'argento. Uno per me ed uno per lei. Così è come se, avendolo indosso, si ricordasse sempre un pochino di me, no?”
Zayn gli sorride con dolcezza, mentre io sbuffo. E' più forte di me, non riesco a resistere. “No, no, no, Neil. Così le farai subito capire che sei cotto perso. Con le donne bisogna giocare un po' d'astuzia.”
Neil si stringe nelle spalle, come se non capisse. “Ma io sono cotto perso.”
Mi viene da sorridere, ma deve essere stato sicuramente uno spasmo, perché non c'è verso che io provi simpatia nei confronti di quel biondo tinto. “Ho capito, Neil, ma questo non dobbiamo farlo capire a Lottie. Credi a me, impara dal migliore!”
Zayn sbuffa e si pulisce distrattamente la bocca. “Ha parlato l'esperto.”
Ignoro il suo commento, e poi ritorno a parlare con il biondo seduto accanto a me. “Senti, Neil, ormai hai comprato quelli anellini, e li darai a Lottie, ma falla stare un po' sulle corde, va bene?”
Zayn alza gli occhi al cielo, e si intromette. “No, Niall, non farai niente di tutto ciò, perché Louis è tutto tranne che un buon consigliere in fatto di relazioni amorose.”
“Ehi, bello, attento a come parli! Io gli ho solo detto di tirarsela un po'. Un rapporto senza mistero non è divertente.”
“Disse quello che racconta ad Harry anche quante volte va al bagno al giorno.”
“Senti io ed Harry abbiamo i nostri spazi. Non siamo una di quelle coppie che stanno sempre a scriversi messaggi o...”
Per un qualche assurdo scherzo del destino in quel momento il mio telefono si illumina, perché mi è arrivato un messaggio. Zayn e Niall cercano di soffocare una risata ed io mi sporgo per vedere chi è. Appena vedo il nome “Minniti” cerco di nasconderlo, ma è troppo tardi, perché Zayn lo ha già visto.
“Dicevi, Lou?”
Infame di un Harry Styles. “Non mi messaggia mai, sicuramente è successo qualcosa di importante, dovrei leggerlo.”
Zayn mi fa un cenno con la mano come a dire “fai pure”, ed io, impaziente, apro il messaggio.
Mi manchi, Lou. Anche se ci siamo visti questa mattina. Ma è stato tutto troppo veloce. Mi manchi e... Niente, vorrei far finta di averti scritto per dirti qualcosa di più importante, ma non è così. Mi manchi e basta.”
Gli rispondo velocemente, cercando di non farmi vedere da Neil che sta chiaramente cercando di leggere da sopra la mia spalla.
Oh Minniti, mi manchi anche tu. Non vedo l'ora di rivederti. Preparati ragazzaccio, perché ci divertiremo ;).”
Dopo essermi assicurato di aver fatto venire un infarto ad Harold, ripongo il telefono nella tasca e alzo lo sguardo. Zayn mi sta guardando in modo malizioso, come a voler insinuare qualcosa.
“Era importante, Tommo?”
“Sì, molto. Molto importante. Ma io stavo parlando con Neil, prima di tutto questo.”
Niall non sembra per niente contento di essere tornato al centro del mio interesse, ma mi sorride comunque. “Dimmi tutto, Louis.”
“Beh dal momento che sei praticamente mio cognato,” - a queste parole Niall sta per soffocare - “credo che sia giusto darti dei piccoli suggerimenti. Ad esempio, non le hai mica scritto pure un biglietto in cui le confidi tutto il tuo amore?”
Neil diventa di un'adorabile sfumatura di rosso, e poi guarda in terra. Io scuoto la testa. “Oddio, sei un caso perso!”
“Ma... ma io pensavo fosse una cosa carina!”
Zayn si sporge e gli batte una mano sulla spalla. “Lo è, Niall, davvero. Non stare a sentire questo insensibile.”
In quel momento, se per sua fortuna o sfortuna non saprei dirlo, il telefono di Niall suona. Lui mi guarda e con questo capisco che è mia sorella.
“Rispondi, Neil, non ti mangio.”
Niall mi ringrazia con gli occhi, e poi accetta la chiamata.
“Ciao piccolina! Dimmi tutto.”
Alzo gli occhi al cielo, e mi metto due dita in bocca, come a far capire che mi stanno facendo tornare su il pranzo. Zayn mi tira un calcio sotto il tavolo.
“Lottie? Lottie, non ti sento, aspetta, esco dal locale.”
“Ma fuori diluvia.” - gli sussurro.
Lui alza le spalle, come a dire che non ci può fare niente, e poi esce.
Mi giro, incredulo, e guardo Zayn. “Sbaglio o è andato nell'occhio del ciclone solo per parlare con mia sorella?”
“Questo ti fa capire che ci tiene, Tommo.”
“No, mi fa capire che è rincoglionito, ecco cosa è.”
Zayn mi guarda con disapprovazione, e fra noi crolla il silenzio. Poi mi giro, e vedo la busta della gioielleria, dove Niall ha probabilmente messo il regalo per mia sorella.
Poi alzo lo sguardo, e incrocio quello di Zayn. “Secondo te ci ha messo anche la lettera?”
Il mio migliore amico mi fulmina con lo sguardo. “No, Lou, assolutamente no. Non lo faremo.”
Supplico Zayn con gli occhi, sperando di convincerlo. “Eddai, Zay, pensa a come sarebbe divertente!”
“E tu pensa a quanto sarebbe sbagliato.”
“Tu controlla che lui non entri, va bene?”
“No, non ci sto Tommo.”
“Eddai, tanto mia sorella ci sta degli anni al telefono. E poi noi due siamo “partner nel crimine”. Per sempre. Ricordi?”
“Ce lo siamo detto a sedici anni!”
“Cosa vorrebbe dire? Che non conta più?”
“E va bene, faccio il palo, ma leggi veloce.”
Contento come un bambino il giorno di Natale, scopro che la busta di carta contenente la lettera è davvero in quel sacchetto, e la apro con cura, facendo in modo di non rovinare niente. Comincio a leggerla ad alta voce, scandendo bene le parole, così che Zayn capisca bene.

 

Lottie, tesoro mio, ti rendi conto che siamo già al primo Natale insieme? Non sai come sono felice che tu sia sempre qui con me, amore. Da quando ho incrociato il tuo sguardo, quel primo giorno alla festa di Betty, sapevo che mi sarei innamorato follemente di te, e così è stato, piccolina.
Quando quel giorno di sei mesi fa hai accettato di uscire con me, pensavo di essere l'uomo più felice del mondo, ma quello era niente, paragonato al nostro primo bacio, alla prima volta che ti ho toccato, alla nostra prima volta.”

 

Tiro giù la lettera, e guardo Zayn. “No, ok, basta, non posso andare avanti.”
Ma il mio amico mi fa cenno di continuare. “Eddai, Lou, questo Niall sembra uscito da un libro di Nicholas Sparks. Ti prego continua.”
“Ok, ma se continua a parlare di come mia sorella ha perso la verginità me ne vado, è giusto che tu lo sappia.”

 

Sei la persona che preferisco al mondo, amore, perché oltre ad essere bellissima, sei anche buona e ti interessi sempre agli altri più che a te stessa. Piano piano sei diventata tutta la mia vita, Lots, e per te sono disposto a sopportare ogni cosa, ogni litigio, ogni parola storta, persino tutte le angherie di tuo fratello (sbuffo sonoro da parte mia).
Sei tutta la mia vita, Lottie, e ti amo così tanto, piccolina.
Spero di poter passare anche il prossimo Natale, e tutti quelli a venire con te, amore.
Per sempre tuo,
Niall.”

 

Quando riesco a staccare gli occhi da quella lettera, non riesco a smettere di ridere, e Zayn sta facendo lo stesso. Siamo due stronzi, ma quel Neil è proprio perso per mia sorella.
Questo mi rassicura un po', perché capisco che non le farebbe mai niente di male. Non che questo mi impedisca di essere un po' maligno con lui, ma mi fa sentire meglio.
Poi, però, quando sta cominciando a sentirmi la pancia per il troppo ridere, Zayn mi tira una botta su un braccio, e mi fa notare che Niall sta rientrando.
Rimetto la lettera nella busta alla velocità della luce, giusto in tempo prima che Neil si sieda e si renda conto di cosa abbiamo fatto io e Zayn in sua assenza.
E' più bagnato di quando è entrato per la prima volta, ma gli brillano gli occhi. “Sei fradicio, Neil! Ti prenderai un raffreddore.”
“Sì, ma tua sorella voleva parlarmi. Penso che anche tu sappia quanto è insistente, quando ci si mette.”
Faccio finta di rabbrividire, perché so benissimo com'è quella, se non ottiene subito quello che vuole, e Niall scoppia a ridere. La sua risata fa ridere anche me, perché è spontanea e si sente che gli viene dal cuore.
Non posso credere di star davvero legando con quel Neil.
“Ehi, biondo, posso fartela una domanda?”
Niall mi scruta, incerto, da sotto gli occhiali da vista appannati, ma poi mi sorride. “Certo, spara!”
“Ne è valsa la pena di stare sotto la pioggia, per mia sorella?”
Neil non sembra capire appieno quello che gli chiedo, ma poi risponde sinceramente. “Certo che ne è valsa la pena. Lei voleva parlarmi, ed io cosa dovevo fare? Lasciar perdere?”
Gli poso una mano sulla spalla, stavolta con fare quasi fraterno, e gli sorrido. “Sai, Neil, stai cominciando a piacermi sempre di più.”
Niall arrossisce, ma Zayn mi guarda con orgoglio, come se avessi detto la prima cosa sensata della giornata.

 

 

 

 

Harry's Pov.

 

“Gems, tranquilla, non fa niente.”
Sono al telefono con mia sorella, e sto aspettando l'arrivo di Rose e Joe, e anche quello di Louis. Il mio ragazzo si è proposto di venire a darmi una mano per questo weekend in cui Joe starà da me, visto che sua mamma non ha trovato nessun altro disposto a guardarlo. Louis è stato gentilissimo, forse perché sa che sono un pochino nel panico. E' la prima volta che guardo un bambino tutto da solo, ed ho paura di non essere all'altezza.
Ora, però, prima di cominciare a preoccuparmi per il bambino, devo tenere a bada mia sorella. E' la milionesima volta che mi telefona, in un mese, e sempre per scusarsi perché la mia famiglia non potrà esserci a Natale.
Proprio così, quest'anno passerò Natale da solo, e non potrei esserne più triste. Mia mamma e il suo compagno si sono concessi una vacanza ai Caraibi, come hanno sempre sognato, pensando che io e Gems avremmo comunque festeggiato insieme. Solo che mia sorella aveva già fatto programmi con la famiglia di Ashton, il suo ragazzo, quindi anche lei avrà da fare.
“Dio, Haz, mi sento così in colpa! Vieni anche tu dai genitori di Ashton, è deciso!”
“No, Gem, non vengo a fare il fratello solo e depresso a casa dei tuoi futuri suoceri. Non c'è storia.”
Quando Gemma mi risponde, sento che ha la voce flebile, come se stesse per piangere. “Allora l'unica soluzione è quella di annullare tutto con Ashton. Ce ne staremo soli soletti, io e te. D'accordo?”
Sospiro, perché ho già sostenuto questa conversazione almeno cento volte, negli ultimi giorni. “No, Gem, non siamo d'accordo, perché non è giusto che tu rinunci ad una bella giornata per me. Tranquilla, io starò bene. Starò con Ems.”
Bugia, perché Ems se ne torna a casa, per Natale, ma mia sorella questo non lo sa.
“Guarda che le telefono, a Emma, per sapere se è vero.”
Quando le rispondo, cerco di essere convincente. “Vai, chiamala, tanto non ho niente da nasconderti.”
Tanto Emma mi parerà il culo in ogni caso.
Poi però suona il campanello, ed io capisco che deve essere Louis, visto che gli ho detto di venire un po' prima, per assicurarmi che fosse lì nel momento che il bambino sarebbe arrivato.
“Gem, scusa, è arrivato il mio ragazzo, ti devo salutare.”
“Ne riparliamo, Haz.”
“Certo, come no! Ciao Gem.”
Mia sorella continua a dire qualcosa, ma io ho già tirato giù. Sono impaziente di rivedere il mio Lou. E' troppo tempo che non stiamo da soli, io e lui, e non ho mai avuto la possibilità di abbracciarlo, baciarlo o toccarlo come avrei voluto fare.
Quando apro la porta, lo trovo con un sorriso a trentadue denti.
“Ciao, Haz! Come te la passi?”
Ma io sono più veloce, e gli metto una mano su una guancia, chiudendo la porta dietro di lui con l'altra. “Dio, mi sei mancato tanto, Loulou.”
“Anche tu, Haz, ma...”
Non lo faccio finire, perché appoggio le mie labbra sulle sue, e lascio che il loro sapore mi inebri e mi intorpidisca la mente, come fa ogni volta.
Louis però è impaziente, e si sporge sempre più su di me, fino a spingermi con le spalle contro il muro. Capisco subito cosa vuole fare, e purtroppo sono costretto a fermarlo. Quando mi stacco da lui, fa uno sbuffo che credo dovrebbe mostrare disapprovazione.
Gli poso una mano sulla guancia, e lui ci si appoggia. “Scusami, Loulou, ma il bambino arriva fra un quarto d'ora.”
“Sì, ma mi sei mancato Harold. Sei mancato ad ogni parte di me, capisci? E poi, nelle condizioni in cui sono adesso un quarto d'ora è anche troppo tempo. Abbiamo tutto il tempo del mondo!”
Mi stacco da lui, cercando di non piegarmi in due dalle risate. “Non posso credere che tu lo abbia detto davvero! Sei messo così male? Mi sembrava di ricordare che tu avessi un po' più di resistenza, Loulou.”
Louis alza un dito, con quell'atteggiamento a principessina viziata che si ritrova, ed a me viene anche più da ridere. “Senti, bello, è tutta colpa tua.”
Mi avvicino e gli lascio un bacio veloce sulle labbra. “Senti, Lou, mi dispiace, ma Joe sta per arrivare, ed io ho bisogno di sapere che sia tutto a posto, e fare gli ultimi controlli!”
Louis strabuzza gli occhi, e poi si siede sul divano. “Controlli?!? Cosa diavolo hai comprato, Haz?”
Arrossisco, e poi comincio ad elencare tutti i prodotti secondo me necessari quando si ha un bambino in casa. “Vediamo, ho preso gli omogenizzati, dei pannolini, perché non si sa mai, un ciuccio in caso Joe perdesse il suo, o si sporcasse. Poi ho comprato due dvd: uno è Cars, l'altro Monsters&Co, perché so che il piccolino li adora, cerotti di riserva, anche se prego il cielo che non ci servano, l'acqua ossigenata e...”
Louis mi interrompe, ma gli presto poca attenzione, perché sto continuando mentalmente la mia lista. “I preservativi gli hai comprati?”
“Oh, no, cazzo! Quelli me li sono scordati!”
Louis scoppia a ridere, si alza e mi abbraccia. “Harold, tesoro, Batuffolo ha quattro anni, non gli servono per ora. Stavo scherzando, stai tranquillo.”
“Sono tranquillissimo, Loulou.”
“Non è vero, sei nel panico. E poi, Haz, Joe starà da noi solo due notti, non ha bisogno di tutta questa roba.”
“Non sono nel panico.” Ma poi mi accoccolo ancora di più fra le sue braccia, e Louis sembra capire che ho bisogno del suo supporto, perché mi lascia un bacio fra i capelli.
“Hai ragione, Minniti, non sei nel panico. Sei al di là del panico. Qualsiasi cosa ci sia, tu sei lì.”
Ha ragione, sto esagerando. Devo fare la respirazione per l'ansia che mi ha insegnato mamma quando avevo sette anni ed avevo paura che gli altri bambini mi prendessero in giro. Comincio a respirare regolarmente, prendendo grosse boccate d'aria.
Louis, che mi tiene sempre fra le braccia, si scosta per guardarmi. “Harold, cosa cazzo stai facendo?!?”
Mi stacco da lui, e cerco di mantenere la concentrazione. “E' la respirazione per l'ansia, non interrompermi che poi devo ricominciare da capo.”
Louis mi scruta come se fossi pazzo, ma poi lascia perdere, e comincia a parlare da solo. “Un cretino. Ho deciso di stare con un cretino. Grande scelta, Louis.”
Però poi, tutto a un tratto, suona il campanello, e la mia respirazione non serve più a niente, perché sono di nuovo nel panico più totale.
Louis mi richiama all'ordine, con una pacca sulla schiena. “Tesoro, hanno suonato.”
Dopo un ultimo respiro, vado ad aprire.
Quello che mi trovo davanti mi fa sorridere. Rose è sulla soglia di casa mia, con Joe per mano, e il piccolino ha uno zaino che è quasi più grosso di lui. E mi sta sorridendo, mettendo in mostra quelle adorabili guanciotte.
Non faccio in tempo a dire niente, che mi corre incontro, ed io lo prendo in braccio, facendo entrare Rose, nello stesso tempo.
“Vuoi fermarti un secondo, Rose? Posso farti un caffè? O un po' di tè? Dovrei avere anche dell'orzo.”
Rose trattiene a stento una risata, e mi posa una mano sul braccio. “Hai un bar in casa?!? Tranquillo, Harry, non serve, devo andarmene subito, tanto.”
Louis si intromette, e mi mette un braccio intorno alle spalle. “Perdonalo, è un po' schizzato.”
Alzo gli occhi al cielo, e mi chino a lasciare un bacino sui capelli biondi di Joe. “Eeehi, io non sono schizzato, non dirlo davanti al bambino! Amore, stai tranquillo, sto bene, e ti divertirai tanto con me e Louis, in questi giorni.”
“Questo è auto-convincimento ai massimi livelli.”
“Oh, stai zitto, Lou.”
Rose ci guarda con dolcezza. “Non avrei potuto sperare di meglio, per Joe. Siete così carini, ragazzi.”
Poi prende un attimo in braccio suo figlio, e si siede sul divano. “Vieni Haz, ti faccio vedere cosa ha nello zainetto.”
Mi siedo accanto a Rose. “Allora, Harry, Joe mangia tutto, quindi non devi preoccuparti per il cibo. Fai quello che vuoi, e vedrai che Joe sarà felice. Va in bagno da solo, ma magari gli servirà una mano per la doccia, se non volete un bagno allagato. Nello zainetto gli ho messo i cambi per tre giorni, il pigiamino e il suo spazzolino. Penso che possa bastare così, giusto?”
“Oh, avevo comprato anche io uno spazzolino. Sai in caso il suo cadesse, o...”
Ma l'occhiataccia di Louis mi fa desistere dall'andare avanti. “Scusalo, Rose, è un caso perso.”
La mamma di Joe sorride, ma poi diventa seria, e guarda Joe negli occhi. “Ora parliamo di una cosa seria: il ciuccio. Questo bricconcello qui lo vorrebbe sempre, ma ormai è grande, e si deve abituare a non usarlo più. Però, di notte, non si addormenta senza, quindi credo che vi convenga metterglielo. Gliene ho messo uno nello zainetto.”
“Gliene avevo comprato uno anche io, sai se...”
Louis, poggiato al muro, dall'altra parte della stanza, mi interrompe: “Haz, ti prego, no.”
Rose trattiene a stento una risata, ma si ricompone subito. “Ok, credo sia tutto ragazzi. Grazie grazie grazie, di nuovo. Non so davvero come ringraziarvi. Mi avete salvato.”
“Niente, Rose, è un piacere, davvero. Dai, Joe, dai un bacino alla mamma, che poi deve andare.”
Rose si sbaciucchia per un po' il figlioletto, e poi, dopo averci ringraziato per la milionesima volta, se ne va.
A quel punto mi giro verso Joe, per toglierli il giacchettino e cose varie, ma Louis è più veloce di me, e lo prende in braccio, facendolo girare.
“Ed ora, batuffolo, comincia il divertimento.”
Mentre guardo Louis e Joe girare per la stanza, ridendo, non posso fare a meno di sentirmi veramente felice anche io.

 

 

 

“Haaaarold, vieni a giocare con noi, dai, non fare l'asociale.”
“Vi sto preparando cena, ingrati! Vuoi fare cambio, Loulou?”
Questo procura uno scoppio di ilarità in Joe, che ride come se avessi detto la cosa più divertente del mondo. Non lo vedo, perché è in camera a giocare con Louis a solo loro sanno cosa, ma posso sentirlo.
“Non ridere di me, amore! Perché non chiedi a Lou se viene a prepararti qualcosa da mangiare, così posso venire a giocare io con te?”
Louis mette su la voce più stupida che abbia mai sentito in vita mia, e fa finta di imitare Joe. “Ma Haz, è più bavo di te a giocale ai supeleloi.
Questa imitazione di Joe da parte di Louis mi fa ridere così tanto che sono costretto per un minuto a smettere di cuocere la carne che stavo preparando. “Louis, scemo, ti riconosco eh!”
Sento che anche Joe sta ridendo di gusto, quindi gli urlo, dalla cucina: “E tu non ridere di me, piccoletto! Siete un'associazione a delinquere, voi due!”
Sorridendo, ritorno a tagliare le verdure, fino a quando non sento un'imprecazione di Louis, e i passetti di Joe, che mi raggiungono in cucina. Capisco subito che c'è qualcosa che non va, e ovviamente mi preoccupo.
“Ehi, voi due, cosa succede?”
“Haz, ho trovato una spada per giocare ai supeleloi.”
“Una spada, amore? Ma cosa...?”
Quando mi giro per vedere di cosa sta parlando Joe, però, penso che potrei quasi vomitare. Il piccoletto ha trovato il mio ehm... giocattolino per adulti, e Louis è dietro di lui, che combatte per toglierglielo di mano.
“Vieni, batuffolo, questo dallo a me. E' una cosa per bambini grandi.”
“Ma io sono un bambino grande, Uì. Me lo dice sempe anche Haz.”
Louis alza gli occhi al cielo, e mi guarda malissimo come a dirmi “anche tu però non mi aiuti.”
Io sono talmente paralizzato, da non rendermi nemmeno conto di quello che sta succedendo. Per fortuna che Louis ha preso in mano la situazione.
“Joe, questo dallo a me, tu vai in camera di Haz e aspettami lì. Arrivo subito e ricominciamo a giocare, te lo prometto.”
Il piccolo fortunatamente dà retta a Louis, ma io sono ancora sconvolto.
Louis chiude la porta della piccola cucina, e ci si appoggia.
“Cristo, Harold, e lui chi è? Ho concorrenza per caso?”
Cerco di mantenere la calma, ma quando gli rispondo sto praticamente urlando. “LOUIS TOMLINSON, PERCHE' FAI FRUGARE JOE NEI MIEI CASSETTI?”
“Cazzo, Haz, l'ho perso di vista un secondo. Quello è più veloce della luce. Ma abbiamo fatto rientrare subito la situazione, stai calmo. Cioè io l'ho fatta rientrare, tu hai avuto un attacco di panico. Ma il sunto è lo stesso.”
“Rimettilo subito a posto. E chiudi il cassetto a chiave.”
Ma Louis non ha intenzione di andarsene, e mi sta fissando, con un sorrisino malizioso stampato in volto.
“E ora cosa vuoi?”
“Niente, Harold. Ma non è il massimo trovarmi con questa cosa in mano, considerando che in questo momento non vorrei essere altro che dentro di te. Sai, mi distrae un po' dal compito di bravo baby-sitter.”
Arrossisco talmente tanto che faccio cadere il cucchiaio con cui stavo girando la pasta. “Louis, c'è la creatura di là, ti prego.”
“Disse quello che tiene in casa, alla portata di tutti, i suoi giochini.”
“Non dirmi che tu non ne hai uno.”
Louis ride, a questa affermazione, come se gli avessi fatto una domanda stupida. “No, Harold, non ce l'ho, ad essere sinceri.”
“Peggio per te, dovresti procurartelo.”
Louis sbuffa, ma poi si illumina. “Vuoi che lo usiamo, quando... Beh, hai capito?”
Mi porto le mani alla faccia, per nascondermi il viso. “Cristo, Louis, ti prego, manteniamo un contegno.”
“No, hai ragione, io sono meglio.”
Sorrido, perché quello che dice è vero. “Beh, sì, sono d'accordo, tu sei meglio, ma non sottovalutare Nicholas.”
Louis si pietrifica sul posto, ed io sbianco, perché so che, sovrappensiero, ho appena fatto una gaffe enorme.
“Harold?”
“Loulou?”
“Dimmi che non hai chiamato questo coso col nome di Nick Grimshaw.”
“Non ho chiamato quel coso col nome di Nick Grimshaw.”
“Perfetto. Adesso dimmi la verità.”
Sospiro, rassegnato e soprattutto pieno di vergogna. “Senti, era prima di conoscerti, va bene? E poi era un sogno proibito, non lo sapeva neppure Matty. Del nome intendo. Ti prego, Loulou, non prendermi in giro, la situazione è già abbastanza imbarazzante così.”
Louis non mi risponde, quindi mi avvicino e lo bacio. “Lou, non dirmi che ti sei arrabbiato, dai.”
Ma Louis si scosta da me, e mi guarda negli occhi, con aria di sfida. “Io e te, stasera, camera tua, dopo aver messo batuffolo a letto. Ti farò provare cose che non avresti nemmeno mai immaginato. Altro che Nick Grimshaw.”
Non so se ridere o essere in imbarazzo per quello che Louis mi sta dicendo, ma mi si secca talmente tanto la gola, che tutto quello a cui riesco a rispondere è: “Ok, Loulou.”
Poi Louis riprende “l'oggetto incriminato” e si gira per andare in camera. “Adesso me ne vado a giocare con Joe, che è meglio. Grazie mille per avermi offerto l'immagine di te che giochi con questa cosa. Grazie davvero! Come se non ti pensassi già abbastanza, in quel senso.”
Provo a ribattere, ma Louis è già uscito. Per tutto il corridoio che conduce dalla cucina alla camera da letto lo sento borbottare: “Cosa avrà mai di bello, quel Nicholas Grimshaw?”

 

 

 

La serata passa senza nessun tipo di intoppi, sia ringraziato il cielo. Joe è un bambino bravissimo, ha mangiato tutto senza storie, e adesso è sul divano con me e Louis, mentre stiamo guardando Cars.
Il piccolino è stato felicissimo di sapere che avevo quel film, dandomi la conferma che ho fatto benissimo a comprarlo per lui.
Al momento, però, Joe è stravaccato su Louis, che gli sta accarezzando teneramente i capelli, e noto che sta morendo di sonno. Prendo in mano la situazione, e decido che è l'ora della nanna.
Sporgo le braccia verso di lui. “Vieni, amore, ti porto a letto. Stai crollando.”
Ma Joe non sembra volermi dare retta, per niente. “Volio vedele finire il cartone.”
“No, Joe, è tardi, devi andare a nanna.”
Inaspettatamente, è Louis a prendere in mano la situazione. “Dieci minuti e basta, e poi vai a letto batuffolo! Non accetto un no come risposta.”
“Ok, Uì.
“Ehi! Perché a te dà retta e a me no?”
“Io ci so fare con i bambini, Harry, è un talento naturale.”
Passati quei dieci minuti mi volto per annunciare a Joe che è arrivata l'ora della nanna, ma il piccoletto è già crollato, in braccio a Louis. E' così carino, col ciuccio in bocca, e quegli occhietti chiusi.
Alzo lo sguardo verso Louis. “Lo sapevi che sarebbe crollato, vero?”
“Esattamente, Harry. E non mi sembrava il caso di sorbirci un capriccio per niente.”
“Però! Sono impressionato, Loulou. Sei furbo!”
“Non dirlo come se fosse una sorpresa.”
Non gli rispondo, ma gli faccio un occhiolino complice, poi prendo il bambino e lo porto nella camera degli ospiti che ho preparato apposta per lui. Dopo avergli dato un bacino sulla fronte, gli rimbocco le coperte, e torno in salotto.
“Louis, do una sistemata e poi me ne vado a letto anche io, tu avviati se...”
Ma non riesco a finire, perché Louis si alza, e con una determinazione che non gli ho mai visto, mi bacia e mi trascina in camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Quando mi stacco per prendere aria, sono accaldato, e mi gira anche un po' la testa. “Louis, ma cosa...?”
La pausa dura poco, però, perché il mio ragazzo mi fa schiudere di nuovo le labbra, e quando la sua lingua comincia a cercarmi, non riesco più a darmi un contegno. Mi è mancato così tanto.
Lo prendo per le spalle, e lo faccio appoggiare al muro, e poi con lentezza, comincio a baciarlo su una guancia, poi sul collo, e sugli addominali che spuntato da sotto l'orlo della maglietta.
Quando mi inginocchio, per aprirgli il bottone dei pantaloni, vedo che trema. “Haz, tesoro, cosa hai intenzione di fare?”
Con una smania che non so da dove arrivi, gli tolgo i pantaloni e i boxer, contemporaneamente. “Non possiamo fare tutto quello che vorresti, Loulou, perché il bambino è nell'altra stanza, e non posso rischiare che ci trovi intenti a... hai capito! Ma questo non vuol dire che non posso farti comunque divertire per dieci minuti buoni.”
Poi abbasso lo sguardo, e vedendo quanto mi vuole, il mio istinto è quello di leccarmi le labbra. So che lo farò impazzire, e infatti posso vedere l'effetto che gli faccio, facendolo eccitare ancora di più.
Involontariamente, scoppio a ridere. “Facciamo cinque minuti.”
Comincio ad accarezzarlo, ma quando vedo che Louis sta tremando, alzo gli occhi per guardarlo. “Non ti ricordavo così impaziente, Loulou.”
“E' tanto che non ci vediamo. Ho sentito la tua mancanza.”
“Questo posso notarlo.”
“Dovevo essere io a farti dimenticare di quel... di quel Nick Grimshaw, Haz!” - mi risponde Louis, le cui parole escono un po' per volta, perché è troppo concentrato a ricordarsi di respirare.
“Non mi sembri nelle condizioni di ribattere a quello che dico, Lou.”
E poi, prima che risponda, poso la bocca su di lui. Louis trema come se non avesse mai provato niente di tutto ciò prima d'ora, ed io non posso fare altro che sorridere felice, e provare a dargli piacere in ogni modo che posso. Il sapore di Louis è tutto ciò che voglio, in questo momento, e la sua mano che mi tira i capelli, come a farmi capire che vuole di più, porta quasi anche me al limite.
Quando sento che il corpo di Louis è arrivato ad un punto da non poter più sopportare le mie angherie, mi stacco lentamente, per un secondo, e Louis sbuffa infastidito.
“Prima che finisca, ricordati che nell'altra stanza c'è un bambino, e tu non devi urlare per nessun motivo al mondo.”
Lou mi fa il dito medio, incapace di parlare, tormentato dal piacere, ed io riprendo da dove avevo interrotto e finisco il lavoro, concentrato solo sui tremori del corpo di Louis, e sui suoi gemiti fatti a bassa voce.
Quando mi stacco, Louis continua ad accarezzarmi i capelli, in quello stato di beatitudine che ho imparato a riconoscere come il suo post-orgasmo.
Gli lascio un ultimo bacio nel punto in cui fino a un attimo primo era la mia bocca, ma poi capisco che Louis è sensibile, e se non la smetto potrei dover rifare tutto da capo, quindi mi alzo e gli tiro il pigiama, cambiandomi a mia volta.
“E adesso ce ne andiamo a nanna anche noi, Loulou.”
“Tu ogni volta mi stuzzichi e poi mi dici di andare a dormire. Non è giusto, Haz!”
Gli sorrido maliziosamente, e poi mi metto sotto le coperte. “Che vuoi farci? Sono un provocatore, sono fatto così.”
“No, sei uno stronzo, il che è ben diverso.”
Ma nonostante tutto, si sdraia dietro di me, e mi circonda la vita con le braccia.

 

 

 

Louis' Pov (molto consigliato l'ascolto.)

 

E' piena notte, quando vengo svegliato da un suono simile a qualcuno che piange. Apro velocemente gli occhi, e vedo Joe, ai piedi del letto che condivido con Harry, con le lacrime agli occhi, il ciuccio in bocca e il suo pupazzetto stretto al petto. Minniti è già sveglio, ovviamente, e lo sta consolando.
“Amore mio, non è niente, stai tranquillo.”
Mi alzo a sedere e poggio una mano sulla schiena di Haz. “Che è successo?”
“Joe ha avuto un incubo.”
“Oh, no, batuffolino! Dimmi, cosa hai sognato?”
“C'era... c'era un mostro e... E mi voleva mangiare.”
Harry prende il bambino in braccio e se lo porta in grembo, per poi baciarlo ripetutamente sulle guance. “Amore, calmati, non era vero, era solo un brutto sogno.”
Dopo un po' che Haz lo culla il bambino sembra calmarsi, così lo prendo dalle braccia del mio ragazzo e lo faccio sdraiare nello spazio vuoto fra me e Harry. “Non ti preoccupare, batuffolo, stanotte, e anche domani, dormi con noi.”
Joe sorride, e la sua gioia si riversa su di me, facendo in modo che anche io rida come un bambino piccolo.
Pelò volio una ninnananna.”
Incrocio lo sguardo di Harry, cercando il suo aiuto, ma anche lui sembra sperso. “Le ninnananne non me lo sono preparate, cavolo.”
Alzo gli occhi al cielo, perché Harry e la sua lista sono ridicoli. “Vuol dire che improvviseremo, Harold.”
Prendo un respiro profondo, e faccio una carezza a Joe. “Sei pronto per la ninnananna più bella che tu abbia mai sentito, piccolo?”
“Sì, , cantami una bella ninnananna.”
Provo a pensare a cosa potrei cantare, ma poi le parole mi escono fuori prima che possa fermarle, e comincio a cantare una delle mie canzoni preferite.
Oh, oh, oh, be my baby, oh oh oh be my baby, and I'll look after you.”
Continuo così per cinque minuti buoni, guardando gli occhietti di Joe chiudersi sempre di più, e sotto lo sguardo di Harry che mi studia come se non mi avesse mai visto prima, o almeno non davvero.
Abbasso sempre di più la voce, fino a che gli occhi di Joe non si chiudono, facendomi capire che si è addormentato.
Quando smetto di cantare, Harold continua a guardarmi. “E' successo davvero, quello che ho appena sentito, Lou?”
“Se intendi dire che mi sono appena messo in ridicolo con le mie doti canore, allora sì, è successo veramente, tesoro.”
Ma Harold non ci trova niente da ridere, e si avvicina, baciandomi una guancia. “Hai appena fatto diventare Look After You dei The Fray la mia canzone preferita al mondo.”
Arrossisco, e cerco di non guardarlo in faccia. “Esagerato...”
Ma Harry poggia la fronte contro la mia, mentre mi accarezza la guancia con il pollice. “Non sono esagerato. E' diventata la mia canzone preferita perché l'ha cantata la mia persona preferita, con una dolcezza che mi ha sconvolto.”
Ridacchio, e gli lascio un veloce bacio sulla bocca. “Ci sono ancora tanti modi in cui posso sconvolgerti, Harry. E mi divertirò a farteli scoprire tutti.”
Harry mi abbraccia, e poso la testa sulla mia spalla, mentre io lo stringo forte. “Sono pazzo di te, Louis Tomlinson.”
“Vale lo stesso per me, Haz.”

 

 

 

Questi giorni passano troppo velocemente, e purtroppo è già arrivata Domenica, e stasera Rose passerà a riprendere batuffolo.
Mi dispiace che se ne vada, perché ormai mi sono abituato a vederlo girare per casa a piedi scalzi, con Harold dietro che lo rincorre per fargli mettere un paio di calzini, o quando la notte non riesce ad addormentarsi e allora si stringe un po' a me, e un po' a Haz, così come capita.
Non posso credere di essere malinconico all'idea che il piccoletto se ne vada, ma è così.
Stamattina io e Haz abbiamo deciso di portarlo al parco, ed io ho preso anche un pallone da calcio, perché ho intenzione di insegnargli due o tre cosette. Per questo adesso mi trovo sul campetto da calcio del parco, con Joe davanti a me, ed Harold in porta.
“Joe, non devi mettere tutta la forza su un piedino solo, devi usarli tutti e due.”
Provo a fargli vedere come deve fare, e faccio un tiro, che Harold scansa palesemente. “Lo sai vero che il pallone devi pararlo?”
Harry sembra spaventato, come se stessi per colpirlo con una bomba a mano. “Lo tiri troppo forte, Louis, potresti farmi male.”
“Lo scopo è proprio quello di tirarlo con forza, Haz.”
“Questo gioco non fa per me.”
Joe si diverte a vederci discutere, e comincia a ridere. “Batuffolo, ora ti insegno a tirare con forza. Io ho imparato quando ero piccolino come te. Allora, devi fare finta che Haz sia il bersaglio e...”
Ma Harry alza una mano timido, per farmi cenno di voler parlare. “Dimmi, Harold.”
“Non mi piace dove vuoi andare a parare, e non mi piace la piega che sta prendendo questa discussione.”
“Se c'è qualcuno che deve parare qualcosa qui sei tu. Quindi taci.”
“Non parlarmi così, Louis, non dirmi...”
Ma in quel momento, Joe, approfittando del siparietto comico a cui lo stiamo facendo assistere io ed Harry, e della nostra distrazione, prende la mira e tira un calcio al pallone, più forte di tutti quelli che ha fatto in precedenza, e senza volerlo colpisce Harold proprio sui gioielli di famiglia. Io sbianco, spaventato.
“Oh, cazzo, quelli mi servono!”
Harry reprime un gridolino, e vedo che sta trattenendo il dolore, perché non vuole far capire a Joe che gli ha fatto male.
Io mi sento tirare per la manica della maglietta. “Hai vitto Uì? Sono 'tato bavo? Ho preso Haz come bezzaglio, come mi hai detto tu.
Harry mima con le labbra un “grazie tanto, Louis” ma vedo già che sta meglio. Io mi giro per parlare con Joe.
“Non in questo modo, batuffolo. Gli hai fatto male.”
Joe sembra dispiaciuto, e si volta per gridare ad Harry: “'cusa, Haz.”
Harold gli risponde con quella che secondo lui è convinzione, mentre per me è dolore puro. “Niente, amore, Haz sta già meglio!”
Mi volto verso Harold, e vedo che sta facendo dei grandi respironi. Mi avvicino a lui, e gli prendo una mano. “Tutto bene, tesoro?”
“Tutto bene, ma forse è meglio se torniamo a casa.”
Scoppio a ridere, e gli metto un braccio intorno alle spalle. “Sì, forse è meglio, Minniti.”

 

 

Arrivati a casa, Harry decide che Joe ha bisogno di una doccia, perché è molto sudato a causa del calcio, quindi lo spogliamo e lo mettiamo sotto il getto dell'acqua, mentre noi ce ne stiamo fuori, provando a pulirlo.
Capisco dal primo momento che lo scopo di Joe è fare quanto più casino possibile, perché comincia a tirare in terra tutti i bagnoschiuma possibili, e a schizzarci con l'acqua.
Harold prova a rimproverarlo, ma non ce la fa, perché è troppo buono. “Joe, amore, per favore, stai buono. Non fare così o mi arrabbio davvero.”
Io, che sono appoggiato al lavandino dietro di lui, alzo gli occhi al cielo. “Harry, hai la capacità di indurre spavento di un cerbiatto sperso nel bosco.”
Harry, esasperato, continua ad insaponare il bambino, senza rispondermi.
“Haz, volio fammela da 'tolo, la doccia.”
“Non sei in grado, amore mio. Dopo allaghi tutto il bagno.”
Ma io intervengo, e prendo dalle mani di Harry il getto da cui esce l'acqua. “Lascia fare a me.”
Poi mi avvicino e Joe, e gli dico: “Guarda, batuffolo, ora Lou ti insegna come si fa a farsi la doccia come i bambini grandi.”
Ma prima che qualcuno possa ribattere, giro il getto dell'acqua verso Harry, e lo bagno completamente. Harold mi guarda come se fossi pazzo, ma Joe scoppia a ridere talmente tanto che deve sedersi sul pavimento.
“Louis! Sono mezzo! Ma sei pazzo?”
La maglietta di Harry gronda d'acqua, così come i suoi jeans ed i suoi capelli, e vedo che si è arrabbiato, perché ho bagnato i suoi bei vestiti. Non voglio neppure sapere se erano della linea di Nick Grimshaw.
“Scusami, Harold, ma mi servivi per una causa superiore.”
“E quale cavolo sarebbe, questa causa?”
Io indico con un cenno del capo Joe, che adesso sta ridendo come un pazzo, senza pensare più a tirare all'aria tutti i prodotti da bagno di Harry.
Prendo il bagnoschiuma e finisco di lavarlo, ma lui non ci fa nemmeno caso, intento com'è a ridere del povero Harry, che si sta asciugando con il phon, un po' come capita.
“Voi due oggi ce l'avete con me!” - dice il mio ragazzo, come se fosse offeso. Ma dal riflesso dello specchio, vedo che anche lui sta sorridendo.

 

 

 

Asciughiamo e rivestiamo Joe giusto in tempo per l'arrivo di Rose, che è venuta a riprendersi il bambino.
Appena Joe vede la sua mamma le salta in braccio, ma poi si gira, con un visino molto triste, e punta un dito verso Harold.
“Haz venite anche tu e a casa con me!”
Harry, allegro e divertente fino a cinque minuti fa, adesso si rabbuia, e riesce solo a mormorare un “ora devi andare a casa con mamma, Joe”, prima di prendere il suo zainetto, che ha preparato meticolosamente e passarlo a Rose.
Mi chiedo cosa stia succedendo, perché l'umore di Minniti è cambiato in un batter d'occhi.
Ma Rose, probabilmente non accorgendosi di niente, si avvicina a lui e gli mette una mano sul braccio. “E' stata brava, questa piccola peste?”
Harry sospira, e si sporge per fare una carezza a Joe. “Tuo figlio è stupendo, Rose, davvero! Non potevi sperare per niente di meglio!”
La mamma del piccolo, soddisfatta, sorride. “Grazie davvero Harry, e grazie anche a te, Louis! Non avrei saputo come fare senza di voi.”
Io gli faccio un cenno con la testa, come a dire che non abbiamo fatto niente di che, ma Harold non risponde. Brutto segno.
Rose, poi, passa alle questioni pratiche, e tira fuori il portafoglio. “Allora, Haz, quanto ti devo? Dimmi tu una cifra, qualsiasi, veramente.”
Ma Harry fa un gesto brusco con la mano, e risponde a Rose in modo stizzito, lasciando sia me che lei senza parole. “Non li voglio i tuoi soldi, Rose, lascia perdere!”
La donna lo guarda ad occhi spalancati, e poi gli mette una mano sul braccio. Harold si scansa. “Harry, ma certo che devi prendere i soldi. Mi hai guardato il bambino per due giorni e...”
Ma Minniti la interrompe e quando alza lo sguardo su di lei vedo che delle lacrime gli si stanno formando ai lati degli occhi. “Non l'ho fatto per i soldi, Rose. Joe non è un bambino a cui faccio il babysitter perché devo pagarmi la retta dell'università, ok? Gli vooglio bene come se fosse il mio fratellino, o un mio cuginetto. Per favore, non chiedermi quanto voglio, perché mi offendi in questo modo.”
Sia io che Rose non sappiamo cosa dire, ma poi la mamma di Joe si sposta e abbraccia forte Harry. “Allora grazie mille, tesoro. Joe, amore, saluta Harry e Louis, e ringraziali.”
Joe dà un bacino sia a me che a Harry e poi ci saluta con la manina paffutella. “Ciao Uì, ciao Haz! Mi sono divettito tanto tanto tanto con voi.”
Con mio grande stupore, Harold non gli risponde, e cala il silenzio quindi sono costretto a prendere in mano la situazione. “Ci siamo divertiti anche noi con te, batuffolo. Ci torni a trovare poi, vero?”
Joe annuisce convinto, poi ci saluta un'ultima volta, e lui e Rose vanno via.
Finalmente sono rimasto solo con Harry, ma quando mi giro per chiedergli cosa sia successo che gli abbia fatto cambiare umore così velocemente, noto che non è più in salotto con me.
“Harold? Ma dove...?”
Ma poi sento dei singhiozzi provenire dalla porta chiusa di camera sua, e allora capisco. Busso, ma nessuno mi risponde.
“Harold? Harry, tesoro, posso entrare?”
Sento un suono soffocato probabilmente da un cuscino, e poi la voce di Haz mi arriva flebile alle orecchie, attutita dalla porta chiusa. “No, vattene, Louis! Voglio stare da solo!”
Ovviamente entro.
Harry è nascosto sotto una marea di cuscini, quindi non mi vede. Io mi siedo sul letto, cercando di fare meno rumore possibile, e comincio a togliergli i cuscini dal viso. Harry grugnisce qualcosa, e poi se li riporta sul viso. Io glieli tolgo di nuovo.
Questo siparietto va avanti per due minuti buoni, prima che Harry, preso da un attacco di rabbia, li prenda e li butti in terra.
“Cosa vuoi, Louis?”
Il suo viso è rigato di lacrime, ed io capisco cosa è successo prima ancora che me lo dica, quindi mi sporgo verso di lui, e lo abbraccio teneramente.
Harry all'inizio prova a scansarsi, ma io me lo stringo forte al petto, baciandogli i capelli, e provando a tenerlo fermo.
Harry non smette di lottare, quindi porto le mie labbra vicino al suo orecchio, e gli sussurro: “Harold, tesoro, puoi vedere Joe tutte le volte che vuoi, lo sai vero?”
Il mio ragazzo non smette di provare a scansarmi, tirandomi leggeri pugni sulle braccia, ma io gli fermo le mani. “Harold, vuoi parlare con me, per favore?”
Quando mi risponde il suo corpo è scosso da tremori, e la voce è rotta dal pianto. “Non è per Joe, cretino. Cioè sì, mi mancherà nei prossimi giorni, ma so che se voglio posso vederlo quanto voglio. Quindi non è per lui.”
Cerco di intercettare i suoi occhi ormai velati dal pianto, e gli dico: “E' perché sai che tu... che tu non potrai mai avere un figlio tutto tuo, Harold?”
Harry prova a rispondermi, ma poi è scosso da un'altra ondata di singhiozzi che non riesce a fermare, e questa volta è lui a buttarsi fra le mie braccia, ed io lo stringo forte a mia volta, baciandogli le guance, togliendogli le lacrime dal viso con le mie dita, e sussurrandogli in un orecchio di calmarsi.
“Shh, Haz, shh. Per favore, non piangere, fai stare male anche me.”
Ed è vero, vedere Harry così, e pensare a tutto quello che gli sta passando per la testa è così difficile che per un minuto penso che potrei crollare anche io.
Harold non ha intenzione di smettere di piangere, quindi provo a rassicurarlo in ogni modo possibile. “Harry, per favore, dimmi cosa ti passa per la testa, almeno forse posso tranquillizzarti. Parla con me tesoro mio, ti ascolto.”
“E'...è che mi piacerebbe così tanto avere un figlio, un giorno. Un figlio mio, che mi assomigli anche un pò, che giri per casa con i suoi piccoli piedini, che faccia casino ovunque, che mi chiami papà. Mi piacerebbe così tanto ma...”
Harry non riesce a finire, perché la voce gli si spezza. Non so cosa dirgli, perché non ho mai pensato veramente ad un figlio, è una possibilità così remota ora come ora, per me, che l'idea non mi ha mai sfiorato il cervello.
Però mi costringo a pensarci per un momento, a come sarebbe avere un figlio con Harold, un bambino con i miei occhi ed i suoi ricci, con la mia sfacciataggine, la sua dolcezza e la sua voglia di vivere, un mix dei nostri difetti e delle nostre qualità. Il pensiero porta quasi alle lacrime anche me.
“Lo faccio io un figlio con te, Harry! Te lo giuro! Lo voglio, Harold. Facciamolo! Adesso!”
Nonostante tutto, Harry scoppia a ridere e mi lascia un bacio sulla guancia.
Quando parla, però, è sempre triste. “Non possiamo, Loulou. E sappi che non ci sarebbe niente che vorrei di più al mondo che avere, in un futuro lontano, facciamo dieci anni, un bambino con te, Louis. Ma è per questo che piango. Non è una soluzione che ci è permessa, questa. Semplicemente non possiamo.”
Quando gli rispondo, cerco di smorzare il tono della conversazione, perché ciò che mi ha detto Harold mi ha emozionato, e non so se sono ancora pronto ad affrontare questo tipo di argomento. L'unica cosa che importa, per me, al momento, è rassicurare il mio ragazzo.
“Forse non possiamo concepirlo, però possiamo provarci. Molto.”
Con mia grande gioia Harold scoppia a ridere, e si sporge per baciarmi dolcemente. “Vuoi provarci adesso?”
Sorrido contro le sue labbra. “Perché no? Tutte le volte che vuoi.”
Harry china la testa, e le sue labbra mi baciano il collo. Mi piace molto la piega che sta prendendo questo pomeriggio. “Ad una condizione, Loulou.”
“Non so se mi piace avere delle condizioni, ma spara!”
Harry sorride e quel sorriso lo illumina, facendo sorridere anche me. “Se è donna il nome lo scelgo io.”
Sfioro il naso contro il suo, e poi lo bacio con passione, facendo intrecciare le nostre lingue, e prendendogli il viso fra le mani.
Quando mi stacco poso la fronte sulla sua. “Affare fatto, Harry Styles.”
Harold ride, e poi riprende a baciarmi.
Ed è così che nel pomeriggio io ed Harold proviamo ad avere un figlio. Una volta, poi due... poi tre, perché non si sa mai, magari è la volta buona.



Angolo autrice: Buona serata a tutti!
Allora, intanto voglio un applauso per il tempismo, perché voglio dire, ragazzi, non potevo scegliere un momento migliore per questo capitolo eh (ridiamo per non piangere). Beh, nella mia idea iniziale non era programmato che il nostro Louis diventasse papà tre giorni fa, a mio discapito posso dire solo questo, purtroppo.
Allora, questo è stato uno dei capitoli  più emozionanti per me da scrivere per ovvi motivi :'(. Vi basti sapere che l'ho scritto ascoltando "Small Bump" di Ed Sheeran, che per chi la conosce, sa cosa voglio dire.
Spero che vi sia piaciuto, anche al di là degli eventi, perché davvero, io non volevo affrontare questo tema proprio adesso, sono state coincidenze.
Ci terrei, questa settimana più che mai, a sentirvi, per ricevere i vostri insulti o anche solo per accertarmi di non avervi fatto deprimere ulteriormente.
Detto questo, vi auguro un buon proseguimento di serata, e noi ci sentiamo la prossima settimana (o prima, se avete voglia di dirmi qualcosina).
Un bacione, e alla prossima.
S. <3

 

 
 
  
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