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Autore: Recchan8    28/01/2016    4 recensioni
Dal testo:
"L'amministratore era un ragazzo che andava per i trenta, dalla pelle abbronzata, i capelli bianchi e gli occhi color grano; abitava al piano terra del condominio nell'appartamento numero 1. Si chiamava Xemnas, e la leggenda narrava che avesse guadagnato la proprietà del palazzo in un modo alquanto... bizzarro".
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Saïx era un giovane che abitava nell'appartamento numero 7; aveva dei lunghi capelli azzurri, due occhi gialli da felino e una grande cicatrice a forma di X sul viso. Dal momento che era in ottimi rapporti con Xemnas, l'amministratore e proprietario del condominio, a Saïx era stato affidato il ruolo di rappresentante dei condomini.
Tutti i martedì sera, il giovane aveva lezione di flamenco; amava così tanto quella danza da esercitarsi ogni momento della giornata in qualunque posto, soprattutto sul terrazzo del suo appartamento.
Gli altri inquilini del CCNE lo avevano soprannominato "Il Bailaor che Danza sul Terrazzo".

 

 

Saïx aveva un caratteraccio.
Non era ai livelli di Xaldin, certo, ma nemmeno lui scherzava. Permaloso, irascibile e tendente al bipolarismo, fondamentalmente odiava due cose: essere contraddetto e Axel. Quando poi era proprio quest'ultimo a contraddirlo, le urla isteriche di Saïx erano facilmente udibili per tutto il condominio. Solitamente i primi a lamentarsi erano Zexion (con cui Saïx condivideva il pianerottolo) e Vexen, il cui appartamento si trovava esattamente sotto a quello del Bailaor.
Quella volta, però, nessuno ebbe il coraggio di fiatare.
-"Ho solo espresso la mia opinione!"- si giustificò Axel nascondendosi dietro al divano del salotto di Saïx.
-"Con l'opinione di un ignorante come te mi ci pulisco il culo!"- gridò Saïx lanciandogli un piatto. Axel abbassò la testa all'ultimo ed evitò per un pelo di beccarsi la stoviglia in pieno viso. Guardò il piatto infrangersi contro il muro e, con un misto di paura e panico negli occhi, si voltò verso Saïx, in piedi accanto alla sua fonte di munizioni: la lavastoviglie.
-"Okay, okay, facciamo che me ne vado...!"- disse Axel indicando timorosamente la porta.
Saïx ringhiò, afferrò due bicchieri e li scagliò contro il ragazzo dai capelli rossi, il quale riuscì a evitarne uno solo.
-"Cazzo!"- borbottò Axel cadendo all'indietro a causa del bicchiere che gli aveva appena colpito la fronte.
-"Sì! Facciamo che te ne vai! Ma morto!"-.
Axel rotolò su un fianco, esponendosi all'ira di Saïx. Con un tuffo in avanti schivò una forchetta e trovò riparo dietro a una pianta. Quel nascondiglio era inutile. Doveva uscire da quel maledetto appartamento prima che Saïx finisse le stoviglie. Una volta che ciò sarebbe accaduto, c'erano due possibilità: nella prima, Saïx avrebbe rimpiazzato le munizioni con l'artiglieria pesante, ovvero pentole e padelle, e Axel sarebbe morto; nella seconda, Saïx sarebbe passato all'attacco in prima persona, e Axel sarebbe morto malissimo.
-"La feccia come te non dovrebbe nemmeno esistere!"- sbraitò Saïx tirando fuori dalla lavastoviglie due coltelli.
-"Sono d'accordo!"- si sentì esclamare da qualcuno nell'appartamento al piano di sotto.
C'erano solo tre metri a separare Axel e la sua unica via di fuga. Ce l'avrebbe fatta a raggiungere la porta prima di venir crivellato dalle posate di Saïx appena lavate? Doveva tentare. Non aveva alternative.
-"Farò sapere al signor Xemnas della tua blasfemia!"-.
-"Come se gliene importasse qualcosa!"- ribatté Axel schivando i coltelli.
"Forza!", si spronò il giovane dai capelli rossi. Balzò in piedi e con un gesto deciso levò la tovaglia a quadri dal tavolo; si lanciò contro Saïx e, prima che quest'ultimo potesse reagire, gli gettò la tovaglia addosso. Axel raggiunse la porta dell'appartamento con un balzo, la spalancò e se la richiuse violentemente alle spalle, scappando poi al piano superiore.
Saïx, dopo essersi liberato della tovaglia, armato degli ultimi due piatti che gli erano rimasti, si fiondò all'inseguimento di Axel.
-"La pagherai! La pagherai cara per aver detto che il flamenco è un ballo ridicolo!"-.

 

 

Seduti su una panchina in giardino, Demyx e Marluxia stavano osservando Saïx ballare sul proprio terrazzo. Il volume dello stereo era talmente alto che i due ragazzi riuscivano a sentire la musica e a distinguere perfettamente le parole (per quanto ciò fosse possibile).
-"Sembra uno col mal di pancia"- commentò Demyx riferendosi al cantante. -"Non si capisce niente"-.
Marluxia annuì, concordando con l'opinione dell'amico.
-"Se continua a battere i piedi in quel modo, prima o poi il balcone crollerà"- disse.
-"Lo penso anch'io"- borbottò Demyx incrociando le braccia al petto. Abbassò un poco gli occhiali da sole, guardò le mani di Saïx e scosse la testa. -"Assurdo"- proclamò.
Marluxia gli lanciò un'occhiata interrogativa.
-"Guarda come muove le mani. Ma come fa? Sembra che le stia torcendo!"-.
Il ragazzo dai capelli rosa strizzò gli occhi per mettere a bene a fuoco Saïx. Con un'espressione concentrata e apparentemente sofferente, il Bailaor si muoveva a ritmo di musica, ruotando su se stesso, pestando i piedi per terra, battendo e contorcendo le mani e, a volte, facendo delle brevi grida esortative.
-"E lui sarebbe il nostro rappresentante..."- sospirò poi Marluxia.
-"Secondo te ci viene a ballare con noi una sera?"- domandò Demyx con uno sbriluccichìo negli occhi. -"Gli facciamo un video e lo mandiamo a tutti!"- sghignazzò.
Marluxia si strinse nelle spalle, sconsolato.
-"Non penso cambierebbe qualcosa, sai? Voglio dire... Tutti i giorni balla in bella vista sul terrazzo; si mette in ridicolo per conto proprio"- fece notare al ragazzo con gli occhiali da sole.
Demyx strinse le labbra, cercando di capire il ragionamento di Marluxia, poi strinse le labbra e annuì più volte.
-"Peccato"- disse dispiaciuto.
Demyx e Marluxia passarono altri trenta minuti seduti sulla panchina a osservare Saïx. In quel lasso di tempo la canzone non era cambiata di una virgola.
"Mado', che palle...", pensarono i due discotecari alzando gli occhi al cielo.

 

 

-"Larxene, ho bisogno di una compagna per il saggio di flamenco"- disse Saïx intercettando la ragazza nell'androne del condominio.
-"Non pensarci nemmeno"- lo freddò lei chiudendo di scatto la sua buca delle lettere.
Saïx si lasciò sfuggire un sorrisetto di compassione e scosse lentamente la testa.
-"Oh, Larxene, come sei ingenua! Il flamenco è un ballo coinvolgente attraverso cui l'animo della Spagna rivive con fierezza e nostalgia; è un'arte, una magnifica arte che Joaquin Cortes..."-.
-"A me fa schifo il flamenco"-.
Lexaeus, appena rientrato dal giardino, assistì all'ultimo scambio di battute tra il Bailaor e Larxene. Prima che Saïx potesse reagire, si caricò Larxene sulle spalle e corse su per le scale, cercando di salvare la vita di un'innocente.
-"Vi ammazzo tutti, luridi ignoranti!"- gridò Saïx dal piano terra.
Larxene, caricata come un sacco di patate sulle spalle di Lexaeus, sbuffò.
-"L'anno prossimo cambiamo rappresentante, okay?"-.

 

 

 

   
 
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