Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: Artist_at_Work    31/01/2016    0 recensioni
Per lui: Una lettera arrivata all'improvviso cambierà tutto il suo mondo.
Per lei: Una lettera decisamente imbarazzante scritta per il suo idolo.
Per loro: Una lettera che cambierà le loro vite.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ed Sheeran
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*Jolene Martins

Scosto le tende cercando di non farmi vedere, lui è ancora là, davanti al cancello del mio giardino che si guarda la punta delle scarpe.
Ogni tanto da un’occhio alla porta, come a sperare che esca da un momento all’altro. Quando capisce che non uscirò, fa un respiro sconfitto e se ne va.
Stavo trattenendo il respiro dal momento in cui gli ho chiuso la porta in faccia, senza nemmeno accorgermene.

Apro l’armadio, cerco qualcosa di comodo da indossare per uno stancante pomeriggio di shopping e quando sto per mettere la sciarpa e prendere la borsa sento il campanello suonare. Guardo dallo spioncino, non vorrei mai che Ed fosse tornato alla carica, non potrei affrontarlo in questo stato. Noto con sollievo che è solo Jim, esco e chiudo a chiave.

“Jo, cos’è successo?”

“Niente, Jim. Mi sono addormentata per qualche minuto e ho rivisto tutte le cose orribili che mi ha fatto Quella Persona.”

“Oh, dio, mi dispiace tantissimo tesoro. Dev’essere difficile per te superare questa cosa. Preferisci rimanere a casa?"

“No, ho bisogno d’aria. Lo shopping mi farà bene, ho bisogno di un po’ di vestiti anche io! Ormai non entro più in nessuno a causa di questa pancia!”

“Sei bellissima, e ancora desiderabile, se posso permettermi.”
Do una pacca sulla schiena a Jim, che scoppia a ridere come un matto, e di riflesso no posso far altro che ridere pure io.
Questo ragazzo sta diventando importante per me e non ci conosciamo da nemmeno due giorni. Strana la vita.

Arrivati al centro, Jim comincia a trascinarmi dentro e fuori dai negozi, con le mani sempre più piene di buste e le tasche sempre più vuote.
- Jolene, puoi permettertelo, ora hai quello di cui hai bisogno per vivere, e inoltre sono anni che non compri più qualcosa per te stessa.
Giusto, sono ancora ossessionata dal risparmio, io e mia madre tentavamo di mettere in banca anche l’ultimo penny che trovavamo nelle tasche dei pantaloni, forse per la mia perseveranza sono stata premiata.

Jim trova i pantaloni per il lavoro, io compro dei jeans premaman e delle camicette per la primavera. Partorirò agli inizi di maggio, se tutto va bene, e non voglio certo sembrare sciatta e vestirmi con abiti sformati, dopotutto sono sempre una donna!

“Sei troppo stanca per fermarci in quello Starbucks e gustare un buon caffè?”

“Sei troppo stanco per un giro sul London Eye, quando avremo finito il caffè?”
Il suo viso si illumina, è incredulo. Inizia a saltellare sul posto eccitato, dicendomi di non averci mai fatto un giro e che è una delle cose che deve fare prima di morire.

“Hai una lista di cose da fare prima di morire?!” Chiedo con un certo sconcerto.

“Certo, chi non ce l’ha?”

“Ehm… io per esempio?”

“Beh, dovresti compilarne una. Ti motiva a tal punto che completerai metà lista nel giro di un mese. Io ho già fatto una casetta di legno, bungee jumping, ho fatto una scultura di Scrat de L’Era Glaciale…”

“Tutte queste cose? Come mai?”

“Sono cose che avrei sempre voluto fare ma non ci sono mai riuscito. Ho compilato la lista delle cose da fare prima di morire e queste le ho fatte solo nel giro di due settimane. La troppa paura di non farcela a finire la lista ti aiuta a darti una mossa.”
Sorride, si sente realizzato, così non posso fare a meno di sorridere anche io.

Prendiamo un caffè da portar via, Jim è talmente eccitato che non riesce nemmeno a stare fermo per bere con calma.

Pago i biglietti per la ruota panoramica, ormai sono le 18:30 e Londra è tutta illuminata dalle luci serali. è uno spettacolo a dir poco magnifico e constato che Jim ne è entusiasta almeno il doppio di me.

Ci fermiamo a cena in una Steak House, mangiamo una bistecca gigante e poi ci salutiamo.

“Sicura che non vuoi che ti accompagni fino a casa?”

“Sì, Jimmy, grazie davvero di tutto, è stato davvero un bel pomeriggio. Te ne sono grata. E poi casa mia è lontana da dove vivi tu, quindi ti risparmio un bel po’ di strada.”

“è vero, ma ci sarei venuto volentieri…” E quella frase in sospeso sembra dire: - pur di star con te -.

“Buonanotte Jim, e grazie ancora.”

Lo abbraccio, e con la schiena dolorante, i piedi gonfi e le braccia piene di buste mi avvio alla mia casetta.
   
 
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