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Autore: Asgard458    02/02/2016    0 recensioni
"Insieme, raggiungemmo il paradiso recitando le nostre preghiere lussuriose."
Una domenica mattina di fuoco accompagnata dalla processione in strada e dalla recitazione dell'Ave Maria
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ave Maria, piena di grazia…

La strinsi ai fianchi e la portai vicina a me, nel buio della stanza. Il profumo dei suoi capelli entrò di forza nel mio naso, facendomi ansimare al pensiero di cosa avrei potuto farle subito dopo. Sentivo le sue curve con le mani e col mio corpo; sentii il suo brivido salirle per tutta la schiena; sentii il suo respiro farsi sempre più profondo.

Il Signore è con te…

La strinsi ancora più vicina a me e le passai un dito sulla schiena, lentamente e dolcemente. La sentivo tremare davanti a me, le sue mani si chiudevano a pugno, stracciando i vestiti. Il dito scese fino in fondo, e la mano le prese il sedere, sodo e rotondo. Mi portò giù alla sua altezza e mi strappò un bacio lungo e appassionato.

Tu sei benedetta tra le donne…

Le lingue si toccavano, si sfioravano, quasi avevano paura di conoscersi meglio; le labbra non volevano staccarsi, volevano assaporare sempre di più l’altro, memorizzare il suo sapore per poi non lasciarlo più scappare via. La volevo tutta per me, e lei mi voleva tutto per se’. La sua mano arrivò sui miei pantaloni, e lentamente si fece spazio dentro la cintura, sentendo il caldo membro che tanto desiderava. Mi fece sedere sul letto di forza. Ci toccammo a vicenda lentamente. Volevo sfondarla con tutto me stesso, ma il dolce sarebbe arrivato alla fine. Le lancette dell’orologio scorrevano ancora più lente, facendoci sentire ancora più piacere provenire dalle mani dell’altro, che ci toccavano senza sosta e con forte desiderio. Mentre lei sbottonava i pantaloni, io le tolsi la camicia.

E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù…

Senza aspettare che si togliesse il reggiseno, iniziai a divorarle il seno e a modellarlo con le mie mani, sentendo tutta la morbidezza che lo caratterizzava. Tornai infante, cercando di succhiare via il nettare dal suo vero, bellissimo seno. La sua mano iniziava ad aumentare il passo, e la mia bocca diventava sempre più vorace. Stavolta fui io a prenderla di forza e buttarla sul letto; ripresi la mia opera partendo dalla pancia, e piano piano scendendo sempre più in basso. Portando il mio respiro affannoso in mezzo alle sue gambe, sentii il suo forte odore; quell’odore che mi faceva andare ogni volta su di giri; quell’odore che rapiva la mia lingua e la costringeva a mangiarla tutta. Senza lasciarle tregua ne’ respiro.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori…

Mi supplicava di fermarmi, ma ero rapito dalla lussuria, e dalla sua bellezza. Più la guardavo, più la mia lingua l’assaporava, più l’adoravo. La sua voce mi chiedeva di smettere, ma le mani nei capelli mi spingevano sempre più verso di lei. Nessuno dei due pensava più, e nessuno dei due riusciva a resistere ancora: tirai fuori il voglioso membro, e con un unico, forte movimento, riuscii a sentirla: sentivo il suo calore, sentivo il suo respiro, il suo cuore, la sua eccitazione, la sua voce. Sensazioni che mi stringevano sempre di più, e che mi facevano eccitare enormemente. La volevo ancora di più, e sempre più vicina a me. Le sue braccia si aggrapparono a me e mi strinsero al collo, mentre io tenevo le mani sul suo sedere. Come due diavoli, iniziammo a muoverci velocemente e fortemente. Nulla come prima, forte e deciso. Non volevo lasciare un solo punto intoccato: dovevo assaporarla tutta per bene, fino in fondo, e dovevo farla mia a tutti i costi.

Adesso e nell’ora della nostra morte…

Le lingue si contorcevano, come i nostri corpi presi dal piacere di possedere l’altro per quanto tempo desideravamo. In testa non avevo altro che lei. In testa non avevo altro che la sensazione di lei. In testa, non avevo altro che l’amore per lei; l’amore che mi portava a colpire ogni punto a lei orgasmico, fino a che non raggiungeva l’apice del piacere. Il suo climax colpiva lei come colpiva me: ondate di piacere mi pervadevano il corpo, facendo sussultare sia me che il mio membro. Aumentai ancor di più il passo, facendole raggiungere un livello di voce che mai avrei pensato di sentire. Al suo ennesimo orgasmo, raggiunsi il climax; mi fermai di botto. Godevo nel sentire le sue pareti muoversi, stringermi, come se non volessero lasciarmi più andar via. Insieme, raggiungemmo il paradiso recitando le nostre preghiere lussuriose.

Amen.
   
 
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