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Autore: DanieldervUniverse    02/02/2016    7 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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A\N: E riprendiamo, con “il migliore” che tutti ricordiamo che ha appena avuto una ripresa da vero asso. E auguratemi buona fortuna Praga, spero di tornare intero.

DII\N: E qui inizia il vero macello.


-Cosa è successo?- chiese Yuna nel buio, risollevandosi in piedi.

-Sembra che qualcun altro sia intervenuto- rispose l'altra ragazza -Lady Yuna, parlate ancora così posso...

Un violento clangore le interruppe, seguito da altre esclamazioni di scherno, e infine un tonfo in acqua.

-Qualcuno è caduto in acqua- osservò Yuna.

-A giudicare dalla risata che sentiamo- le rispose l'altra, afferrandola per il braccio, e quindi per la mano -Il nuovo arrivato deve essersi sbarazzato della macchina Albhed.

Si sentì un piccolo scatto e il montacarichi che aveva precedentemente trasportato la macchina iniziò ad abbassarsi, facendo entrare la luce.

Yuna scambiò uno sguardo con la sua compagna.

Questa indossava un semplice abito a pezzo unico, composto di una maglia bianca che avvolgeva seno e addome, reggendosi alle spalle per mezzo di alcuni nastri magenta, e di una mini-gonna dello stesso colore; i fianchi erano scoperti, mentre una coppia di leggins sempre magenta andavano dalla caviglia a mezza coscia; le scarpe erano di un tipo che Yuna non aveva mai visto prima, chiuse con dei nastri (stretch li chiameremmo noi) ed erano bianche e fucsia.

Infine, i suoi capelli erano rosa carne, raccolti in una coda laterale, lunghi fino alla fine delle scapole, e gli occhi azzurri.

Un Moguri le volteggiava attorno al capo.

-Lady Yuna... lei...- balbettò la ragazza, vedendo il suo volto alla luce del Sole.

-Serah?- chiamò una voce femminile.

-Serah stai bene?- le fece eco una seconda.

-OOOYYY, ragazza, sei ancora intera?- intervenne quella del nuovo arrivato, zittendo tutte le altre.

-Saliamo su quel montacarichi e usciamo da qui- disse Yuna, tirando la compagna sulla piattaforma, e di colpo quella riprese a salire.

-Conveniente- osservò Serah, guardando dietro di se.

-Ci stanno lasciando andare- le fece notare Yuna.

-Ma perché?- le chiese Serah, voltandosi verso di lei.

-Io... sono la nipote del leader degli Albhed...

-Serah!- esclamò una voce maschile, facendole voltare entrambe.

Il montacarichi aveva quasi raggiunto la superficie, e le due erano già fuori per metà corpo.

Un uomo biondo e alto, che dava già l'idea di essere più vicino ai trenta che ai venti, con un accenno di barba, un impermeabile grigio appeso sopra la camicia rossa sbottonata e ai pantaloni dello stesso colore, e dei muscoli di dimensioni ragguardevoli, le offrì la mano.

Serah ricambiò alla stretta, e venne sollevata rapidamente oltre il bordo, mentre Yuna, venne aiutata dall'altro ragazzo, decisamente più giovane e posato.

Vestiva con un paio di larghi calzoni blu, retti da varie cinture, e una maglia nera attillata; appese alla cintura portava due spade; i capelli erano castani, tagliati a caschetto.

Era poco più basso del collega, ma aveva un'aria più rassicurante.

-Ehi, come ci sei finita lì dentro?- le chiese.

-Mi hanno rapita mentre giravo per la città- rispose semplicemente, prima di reclinare il capo -Grazie.

-Serah, va tutto bene? Stai bene?- insisté il biondo, che doveva essere il fidanzato di cui la ragazza aveva parlato, stringendola al petto.

-Si Snow, sto...- replicò lei, con l'aria di stare per soffocare, finché non intervenne il terzo membro del gruppo, la sorella.

Somigliava molto a Serah, ma al contrario dell'altra aveva uno sguardo freddo e duro; vestiva con una divisa dei miliziani, e aveva una spada rosso vivo leggermente più lunga del normale appesa alla schiena, sotto uno scudo ovale.

La ragazza spinse Snow da parte con poca gentilezza, fermandosi di fronte alla sorella -Sei ferita?

-No, per niente. Grazie per avermi salvato sorellona.

-Oh, non c'è di che- intervenne la tonante voce del quarto combattente.

Tutti si voltarono per vedere un uomo decisamente avanti negli anni, ma ancora forte e muscoloso.

Aveva un marchio nero che somigliava ad una J con due ali tatuato sul petto, la pelle abbronzata, i capelli e la barba incolti, portava un immenso spadone in mano e aveva una fascia rossa a cingergli la fronte.

-Beh, voi ragazzini abbiate cura di non finire di nuovo nei guai. Potrei non esserci a salvarvi la pelle- disse con tono strafottente, prima di voltarsi verso la banchisa e prepararsi per saltare giù dalla nave.

-Certo. Ce la saremmo cavata anche senza di te- fece Snow, con tono altrettanto borioso.

L'uomo, che certamente non aveva niente da invidiare al biondo, si volse lentamente, con un sorriso orgoglioso stampato sul volto.

-Mi stai chiedendo di riempirti il culo di mazzate, poppante?

-Nei tuoi sogni grossoUGH!- stava rispondendo Snow, quando la sorella di Serah gli piantò un pugno nello stomaco.

-Lo scusi. Non ha idea di quello che dice- replicò con uno sbuffo minaccioso la ragazza.

-Bah! Che mammoletta...- replicò l'uomo, prima si saltare sulla finalmente sulla banchisa.

-Grazie per averci salvati Sir!- gli gridò Yuna.

-È stata una passeggiata per uno come me!- le rispose.

-Uff. Ora che quell'idiota puzzolente è fuori dai piedi possiamo riprendere il pellegrinaggio- disse la sorella, voltandosi verso Serah.

-Oh andiamo Clare, ci sono i campionati di Blitzball ancora in corso- protesto la ragazza -Dammi il tempo di riposare.

-Io devo essere alla via Mi'hen il prima possibile, i miei uomini mi stanno aspettando là- replicò l'altra irremovibile, mentre Snow si rimetteva in piedi.

-Il Comandante Farron?- chiese Yuna, interrompendole.

-Si- rispose la maggiore -“Lightning” se vuoi farla breve. E voi sareste?- rispose con la solita aria fredda.

-Lady Yuna, la figlia del grande Evocatore Braska!- completò Serah, contenendo appena il suo entusiasmo.

-Lady Yuna!- esclamò il ragazzo che l'aveva aiutata ad issarsi oltre il bordo della botola, eseguendo il saluto rituale -È un grande onore conoscerla! Il mio nome è Noel Kreiss!

-E io sono Snow Willers- fece il biondo, indicandosi con il pollice alzato della mano destra, e sorridendo come un idiota, invece di imitare il saluto dei suoi compagni -Fidanzato di Serah Farron ahia! Light dannazione- si lamentò, quando la ragazza gli tirò un pugno al fianco.

-Abbi un minimo di rispetto- lo minacciò.

-Uno di voi...- fece di nuovo la voce dell'uomo sconosciuto, il quale era risalito sulla nave mentre parlavano -...ha appena detto “Lady Yuna”?

-Che ci fai ancora qui pallone gonfiato? Sei in cerca di una ripassata?- fece minaccioso Snow, mostrando i pugni verso lo sconosciuto.

-Finiscila poppante. Non ho tempo per te.

-Ma brutto...!

-Snow!- cercò di fermarlo Lightning, ma quello era già scattato contro l'altro, venendo afferrato per la maglia e scagliato in acqua con un semplice gesto della mano.

-Stupido mollusco...- brontolò il combattente, riprendendo ad avanzare.

-Stai indietro bruto- minacciò Lightning, estraendo le armi, imitata da Noel.

-Aspettate- intervenne Yuna -Ci ha salvati da quella macchina Albehd. Dubito che voglia farmi del male.

-Esatto ragazzina. Non ti toccherei neanche senza il tuo permesso- le rispose, accomodante.

Il lezzo di alcool e sudore raggiunse le narici dell'evocatrice, facendola rabbrividire per lo shock.

Quell'uomo non si lavava da chissà quanto.

Trattenendo una smorfia di disgusto, si spinse oltre Lightning e Noel, fermandosi di fronte al salvatore misterioso.

L'uomo la squadrò dall'alto in basso per alcuni secondi prima di sorridere nuovamente.

Ma stavolta era un sorriso sincero, con piccolo accenno di gentilezza e senza scherno.

-Hai preso un occhio da tuo padre e uno da tua madre- disse, con un tono meno marcato.

-Si, è vero-- ammise la ragazza, sentendosi soffocare: il fetore di quell'uomo era devastante.

Si chiedeva come fosse possibile un tale olezzo.

-Sai conoscevo tuo padre. Brava persona, sempre positivo e generoso, forse troppo. Non ha mai saputo come divertirsi veramente, ma rideva sempre ai miei scherzi. Al contrario di quel serioso...

-Lei chi è?- fece Yuna, coprendosi bocca e naso con una mano per non svenire.

-Io sono Jecht piccola. Ero un Guardiano di tuo padre- dichiarò l'uomo, battendosi una mano sul petto con orgoglioso.

-Sir Jecht?- fece Yuna sgranando gli occhi dalla sorpresa.

-SIR JECHT!?- esclamarono all'unisono Noel, Lightning e Serah.

-Jecht!? Quel Jecht!?- quasi gridò Snow, issandosi oltre il parapetto della nave, bagnato fradicio -Sir quale onore!

Scivolò oltre il bordo rovinando a terra con una rotolata -Incredibile signore, il suo pugno è leggendario!

-Te ne sei accorto ragazzo eh?!- esclamò con orgoglio Jecht, portando la mano libera sul fianco.

-Quasi quanto il suo odore...- commentò sarcastica Lightning, lanciando uno sguardo di rimprovero all'ex-Guardiano.

-Cosa?- fece lui, per poi annusarsi l'ascella -UH! Oh per tutte le palle di Blitzball che schifo! Chiedo scusa!- fece indietreggiando.

Poi parve rifletterci un attimo e con un poderoso balzo saltò in mare.

-Come credi di risolvere la cosa?- domandò Lightning scettica, avvicinandosi al parapetto assieme agi altri.

-Lei è davvero Sir Jecht?- chiese Yuna, piena d'aspettativa.

-Certo che lo sono. Il solo e l'unico- replicò lui a gran voce -Al vostro servizio Yuna!

-YUNA!- fece una voce affrettata e terrorizzata, seguita da un missile che calò dal cielo e l'afferro al volo, risalendo un po in aria -Temevo di averti perso. Non ti è successo niente vero!?

Kuja la stava stritolando con tutta la propria forza, ansimando e con lieve velo di sudore sulla fronte.

-Kuja? Come mai sei qui? Come mi hai trovato?- fece Yuna, ancora sorpresa ma stringendosi forte al corpo del ragazzo.

-Quando gli Albhed vi hanno rapita, hanno mandato un biglietto alla squadra di Besaid, dicendo che vi avevano in ostaggio e che li avremo dovuti lasciar vincere se volevamo rivedervi- le rispose lui tutto d'un fiato -Sono corso da Gabranth e insieme ci siamo messi alla vostra ricerca in modo da ritrovarvi il prima possibile.

Indossava ancora la divisa della squadra, e il sollievo sul suo volto era visibile.

Yuna gli lanciò uno sguardo di gratitudine, sorridendo per l'immediata reazione del suo Guardiano.

Poi tornò seria.

-Kuja, mi dispiace. Non volevo preoccuparti o farti perdere la partita. Quando tu e Wakka stavate discutendo... beh, mi sono sentita gelosa della vostra discussione. Ti sei così infervorato che... non lo so. Poi hai scagliato Gabranth contro quelle casse senza motivo...

-Ha interrotto il nostro momento questa mattina...

-Non importa. Mi hai fatta arrabbiare. Un comportamento del genere tra due Guardiani non me lo sarei mai aspettato!- lo rimproverò con veemenza la ragazza, fissandolo dritto negli occhi.

-Mi dispiace evocatrice. Ancora una volta i miei sentimenti hanno ottenebrato il mio giudizio. Ma non potevo sopportare di avere Wakka vicino a voi, o di dover sopportare le continue interferenze di Gabranth...

-Kuja- Yuna gli mise le mani sulle spalle, continuando a fissarlo -Capisco che sei geloso, ma devi capire che è una mia scelta. I miei Guardiani devono essere tutti leali a me e alla mia causa, e tutti vogliono proteggermi. Non puoi dargli la colpa di questo.

Tra i due scese il silenzio, che divenne presto imbarazzante.

“Oh Yevon gli ho dato del geloso. Che cosa mi passa per la testa?” pensò Yuna, abbassando il capo.

“Oh no, ha capito che sono geloso: che cosa dico adesso?” pensò Kuja, alzando gli occhi al cielo.

-Ehi piccioncini- fece la rude voce di Jecht da sotto di loro -Tornate con i piedi per terra, dobbiamo parlare.

-Signore! Una minimo di rispetto! Le sue insinuazioni verso di me e la mia evocatrice...!- iniziò a rispondere Kuja, rosso fino alla punta delle orecchie.

-Tua? Ragazza questo è uno dei tuoi Guardiani? Che gusto esotico che hai- lo interruppe Jecht con tutta la sua sottile malizia.

-Sir!

-È Jecht per te mammoletta!- insisté l'uomo, iniziando a nuotare fino alla banchina, per poi issarsi nuovamente sul terreno con l'aiuto dello spadone.

Calò il silenzio, mentre il volto di Kuja riassumeva un colore più simile al normale, al contrario degli occhi che erano spalancati e con le pupille ristrette quasi a due puntini invisibili.

-Sir...Jecht?- disse infine, superando il groppo alla gola -Quel Sir Jecht?

-Il solo e unico ragazzo!- esclamò ancora l'ex-Guardiano.

-Signore quale onore!- Kuja depositò Yuna sulla banchisa ad una velocità record e si inchinò toccando terra con la fronte, verso Jecht -Sono mortificato di essermi mostrato così irrispettoso nei suoi confronti signore! Non succederà più ve lo assicuro!

-Oh per tutti gli Eoni. Smettila di fare il piagnone e comportati da uomo!- lo rimproverò Jecht con durezza, portandolo ad inginocchiarsi con una spinta del piede -Inchinarsi è un segno di debolezza! Non ti inchinare mai ad un altro uomo!

-Si signore! Ho capito!- esclamò Kuja balzando in piedi.

-Kuja!- gridò in quel momento Gabranth, sopraggiungendo di corsa, affaticato e arrossato ma non ansimante.

-Presto devi mandare il segnale a Wakka, altrimenti non potrà giocare come si deve- disse fermandosi al fianco di Jecht in perfetto equilibrio.

Non iniziò ad ansimare, non si chinò sulle ginocchia, rimase stoico al suo posto.

-Oh maledizione mi ero quasi dimenticato. Grazie Gabranth!- rispose il Jenoma portandosi una mano alla testa, prima di spiccare il volo e sollevarsi ad un altezza sufficiente.

-Uhm, tu saresti?- chiese Jecht, piantando la propria spada a terra con uno schianto ed incrociando le braccia.

-Gabranth, ex-giudice del tempio di Kilika. È un grande onore per me incontrarla di nuovo Sir Jecht- fece il ragazzo, offrendo la mano che l'altro strinse calorosamente.

-Lo conosci già?- chiese Yuna, avvicinandosi ai due, stanca di essere ignorata.

-Dieci anni fa non ero ancora il Giudice che proteggeva il tempio, ma ero lì con i miei fratelli quando Braska è arrivato per superare il giudizio.

-Storia molto affascinante- intervenne Lightning a nome del suo gruppo, che era sceso dalla nave.

-Lady Yuna, Sir Jecht, Sir Gabranth. Noi dobbiamo riprendere la nostra marcia, il tempo stringe- continuò la donna.

-Lady Yuna, è stato un piacere incontrarla. Spero che avremo modo di rivederci sulla strada per Zanarkand- le disse Serah inchinandosi.

-Lo spero anch'io, Serah Farron. Possa Yevon proteggere il vostro viaggio- rispose Yuna, inchinandosi a sua volta.

-Grazie. Pregherò affinché sia lo stesso anche per voi- disse la ragazza, prima di avviarsi assieme ai suoi compagni.

-Uff, fatto- fece Kuja, scendendo nuovamente a terra -Speriamo che di essere ancora in tempo.

-Dunque...- disse una voce cavernosa proveniente dall'alto.

Un'ombra nera si proiettò sul gruppo, mostrando la sagoma di un gigante nero in armatura, lo stesso che Yuna aveva visto al fianco di Seymour -Avete ritrovato l'evocatrice vedo.


A\N: E finalmente Yuna incontra Jecht e i nostri amici di Final Fantasy XIII(e XIII-2) si levano dalle scatole.

DII\N: E non vi dimenticate dello stregone. Era ora che i due avessero il loro faccia a faccia.

A\N: Alla prossima. Ciao.

  
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