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Autore: Rebecca04    02/02/2016    5 recensioni
[Scritta a quattro mani con MissisMalfoy (dentro trovate scritto _Alexa_ perchè ha fatto richiesta per cambiare nome)]
Merlin giovane universitario è stato costretto da ormai un anno ad abbandonare gli studi per cercare lavoro.
Trovato un annuncio per un lavoro ben remunerato come babysitter si presenterà alla casa dell’ombroso Arthur Pendragon per badare alla piccola Morgana.
Nessuno dei tre potrà immaginare quanto la loro vita cambierà da questo incontro.
(Revisione in corso)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao a tutte! 
Ricordo che la storia è scritta a quattro mani con _Alexa_!
Grazie mille mille per le recensioni dello scorso capitolo! Siamo rimaste piacevolmente sorprese :D
Ringraziamo inoltre chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate o seguite :)
Vi ricordo che eravamo rimaste ai cavalieri che scoprono che Merlin ha un ragazzo misterioso..o forse vede ancora Cenred??


Un amore di babysitter


Lance sospirò. - E anche il contratto con la Global Corporation è chiuso..! - Appoggiò soddisfatto la cartellina sulla scrivania di Arthur.
Il biondo sorrise. - Non dovevi Lance.
- Ehy, ho ancora un paio di giorni liberi dal lavoro, che avrei potuto fare?
- Che ne dici se ti offro il pranzo per sdebitarmi, uhm?
- Non devi tornare da Merlin?
- Penso non sia di buon umore oggi, stamattina mi ha quasi preso a parole quando gli ho chiesto di mettere a posto il mio studio.
- Strano…- Vociferò Lance.
- Già. Ha detto che aveva un impegno che non poteva rimandare…- Mugugnò scettico Arthur.
- Ah. - Lance rimase immobile per qualche secondo per poi schiarirsi la gola. - Ora che ci penso devo fare alcune commissioni per Gwen, penso andrò subito.
- Come?? E il pranzo?? - Chiese Arthur.
- Rimandiamo. - Lancelot si stava già avviando verso la porta. - Domani, no anzi, ci vediamo coi ragazzi, ok?
- Ok..- Sussurrò l’altro mentre l’amico usciva. Tutti strani oggi…
 
- Qualcuno mi spiega che succede?? Ho dovuto mollare un contratto e la tipa non era niente male. - Gwaine uscì dall'auto sbattendo lo sportello.
Percival lo guardò storto. - Se tu invece di giocare solo con gli smile leggessi anche le conversazioni forse capiresti.
Gwaine aprì bocca ma Lancelot lo interruppe già seccato. - Merlin ha detto a Arthur che oggi aveva un impegno che non poteva rimandare…
- Pensi si debba incontrare con..Cenred? - Aggiunse Leon.
- Ne sono sicuro, Arthur ha detto che era davvero scocciato.
I quattro si appiattirono di colpo dietro le loro auto quando intravidero il moro alla fermata dell'autobus.
- Quindi..ora lo pediniamo..? - Chiese Gwaine sorridente.
- Non vogliamo di certo che si rincontri con quel tipo. Se Arthur gli ha dato un pugno deve essere davvero un poco di buono. - Rispose subito Lance.
- Allora ci serviranno un paio di cose..Voi seguitelo io vado a recuperare un paio d'oggetti a casa. - Gwaine ammiccò ai tre e strisciò fino alla portiera.
Gli amici sospirarono, forse sarebbe stato meglio tenere Gwaine fuori da questa cosa.
 
Gwaine arrivò al parcheggio sotterraneo dove i ragazzi lo stavano aspettando.
Scese a passo sicuro, senza emettere parola, dirigendosi verso il bagagliaio.
I tre amici si fissarono senza parole. - Gwaine non abbiamo tempo, Merlin è in lavanderia, non possiamo perderlo. - Si affrettò a dire Lance.
- Ho qualcosa che potrà tornarci utile. - Aprì di scatto il baule per poi sfoderare quattro walkie talkie.
Leon si diede una pacca sulla faccia e Percival quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
- Mi auguro che tu non sia serio, Gwaine, - Mormorò Lancelot, preso dallo sconforto.
- A me sembra un'idea geniale..o preferite urlare da un piano all'altro del centro commerciale??
Lance sospirò, si avvicinò e prese uno degli aggeggi. - Chiudi quel baule, non vogliamo sapere che altro hai preso.
Gwaine sbuffò ma chiuse l'auto, per poi lanciare gli altri due walkie talkie a Leon e Perci. - Allora che nomi in codice usiamo?
- Nomi...in..codice? - Chiese Leon, sempre più scioccato.
- Si! - Sbottò Gwaine allibito. - Possibile che non abbiate mai visto un qualsiasi film di spie. - Li guardò parecchio male. - Comunque io sarò Cavaliere d'acciaio.
Percival fissò con sguardo disperato Leon e quello si girò verso Lancelot, convinto che potesse rispondergli nel modo più lucido possibile.
- Ehm, senti Gwaine..
- Cavaliere d'acciaio. - Lo corresse subito l'altro.
Lance ritornò a fissare gli altri due per poi arrendersi e ritornare su Gwaine. - Se ti diciamo di si, poi possiamo finalmente entrare..?
Gwaine annuì senza pensarci due volte. - Che nome in codice avete??
Percival fissò Lancelot come a volerlo picchiare.
- Perci, per piacere... - Tentò di calmarlo Leon.
- Se tu l'avessi portato a quella perizia psichiatrica quando te lo aveva chiesto ora non saremmo nei guai. - Disse a bassa voce Lance verso Percival.
Percival fulminò tutti e poi si mise a gesticolare con il walkie talkie.
- Gwaine... - Fece Leon - Perché non ce ne dai uno tu?
Il cavaliere d'acciaio sorrise. - Cavaliere rapato. - Indicò deciso Percival.
Ci volle tutta la forza di Leon e Lance per fermare Percival o l'avrebbe picchiato sul serio.
- Se non ti piace puoi cambiarlo...- Vociferò Gwaine.
- Sarà meglio. - Gli rispose Perci, calmandosi e dandosi un contegno.
- Direi che per noi basterà 1,2 e 3 Gwaine. - Chiarì Lancelot.
L'amico li fissò. - Cavaliere 1, 2 e 3. - Disse, indicando prima Leon, poi Lance e infine Percival.
- Per me non c'è problema. - Affermò Percival, finalmente calmo.
- Bene. - Prese parola Leon - Ora che ne dite di tornare al problema principale?
- Affermativo. - Disse Gwaine sorridente.
Lancelot si schiarì la voce. - Torniamo davanti alla lavanderia.
I quattro si misero in marcia, walkie talkie alla mano.
Si mossero verso la lavanderia in fila indiana, cercando di non farsi scoprire subito, ma quando Leon, il primo della fila, vide Merlin uscire dal negozio, si fermò creando un tamponamento a catena.
- Mi hai schiacciato un piede! - Soffiò Percival a Gwaine.
- E' colpa di Lancelot, ho dato anche una nasata alla sua schiena! - Si difese il corvino, massaggiandosi la faccia.
- Shhhhh! - Li zittì Lancelot, girandosi poi verso Leon.
Merlin si avviò verso l'entrata del supermercato, non notando i quattro cavalieri al suo inseguimento. Attraversò il grande magazzino sicuro, svicolando rapidamente tra le corsie.
I ragazzi avevano deciso di dividersi in due squadre, Gwaine e Lancelot, Percival e Leon per evitare futuri litigi.
- Te l'avevo detto che aveva girato a destra! - Si lamentò Gwaine.
- Se tu e Perci aveste smesso di litigare, non sarebbe successo questo trambusto... - Mormorò Lancelot, fissando poi Merlin scegliere tra le varie verdure esposte. - Dobbiamo avvertire gli altri due che non è nel reparto latticini.
Gwaine prese il walkie talkie sicuro di sé. - Cavaliere 1 mi ricevi?
Leon prese il walkie talkie, cercando di abbassare il volume prima che metà reparto del latte li adocchiasse.
- Dimmi...Cavaliere... - Si girò verso Percival, già dimenticatosi del nome di Gwaine.
- D'acciaio. - Pronunciò Percival seccato.
- Devi dire passo Leon! - Urlò Gwaine dall'altro lato del walkie talkie.
Leon sospirò e parlò di nuovo all'attrezzo.
- Dimmi cavaliere d'acciaio...passo.
- Merlin agganciato al reparto verdure, passo.
- In cos'è che si è agganciato? - Chiese perplesso Percival.
Gwaine sospirò. - Raggiungeteci al reparto verdure, passo.
Leon fece segno a Percival di seguirlo e si spostarono lungo i reparti.
- Gwaine... - Chiese Lance, intanto. - Non parlare così tanto in codice...Non credo che tutti capiscano.
- Si..- Sbuffò il moro.
- Si sta muovendo, andiamo! - Lancelot tirò Gwaine per la giacca, seguendo il babysitter di soppiatto. - Avverti Leon, reparto frutta!
Merlin scrutò attentamente le condizioni dei mandarini, borbottò qualcosa fra sé e sé per poi avviarsi verso un'altra corsia.
- Merlin si sta spostando, cavaliere d'acciaio e cavaliere 2 sono all'inseg..oh, oh..uooooh...
- E adesso chi è che non ha detto passo, eh?? - Ghignò Percival al walkie talkie mentre entravano nella corsia giusta, per poi vedere un ammasso di gente attorno alle cassette di mele.
Gwaine riaprì gli occhi, ritrovandosi lo sguardo di Lance davanti. - Che è successo?
Lance fissò l'amico senza speranza. Possibile che non si era accorto della cassa di mele?
- Sei inciampato perché troppo preso a chiacchierare con quel coso... - Commentò, indicando il walkie talkie.  - E siamo fortunati che Merlin non ci ha visti!
Intanto, Leon cercava di capire cosa stesse accadendo. Vedeva quel mucchio di gente e degli addetti del supermercato sbraitare.
- Dimmi che non è Gwaine... - Chiese a Perci.
- No..è il cavaliere d'acciaio. - Disse sarcastico l’altro.
Gwaine si tirò su con l'aiuto di Lance, facendo segno ai presenti di essere ancora tutto intero. - Dobbiamo riprenderlo. - Sussurrò all’amico.
Lance scambiò qualche parola con gli addetti e poi afferrò saldamente Gwaine. - Andiamo e cerca di vedere dove metti i piedi!
Leon, intanto, accompagnato da Perci, aveva seguito Merlin alla cassa e successivamente fuori dal supermercato.
- Avverti Lance che si sta dirigendo verso il negozio di vestiti per bambini!
- Cavaliere 2 stiamo seguendo Merlin verso il negozio di vestiti per bambini, passo.
- Arriviamo. - Rispose Lance, continuando a tirare Gwaine fuori dal supermercato.
- Ehy, so camminare da solo sai..? E poi non hai detto passo.
- Gwaine, per piacere... - Gli rispose Lance. - Cerchiamo di non fare casino, piuttosto.
L'amico si arrese e si ammutolì.
Camminarono veloci fino ad arrivare al cartellone pubblicitario dietro cui si stavano nascondendo Perci e Leon.
- Alla buon'ora..- Commentò il gigante.
- Che sta facendo? - Chiese subito Gwaine.
- Merlin è entrato in quel negozio, ho visto che ha preso un paio di guanti, credo siano per Morgana... - Sussurrò Leon tutto d'un fiato. - Piuttosto voi... Che è successo al supermercato?
Lance si girò verso Gwaine, accigliandosi.
- Sono inciampato in una cassetta di mele, tutto qui. - Replicò monotono il moro.
- Cavaliere d'acciaio sconfitto da un frutto. - Perci iniziò a ridere.
Merlin si avvicinò alla casa con gli articoli presi e si affrettò a pagare, il gioielliere aveva detto che prima di mezzogiorno avrebbe potuto ritirare la sua merce.
- Sta uscendo.  - Attirò l'attenzione Leon, indicando il corvino uscire dal negozio.
- Seguiamolo. - Continuò Lance, muovendosi di soppiatto.
I quattro cercarono di mimetizzarsi fra la gente, mentre Merlin imboccava le scale mobili per salire al primo piano.
- L'ascensore. - Mugugnò Gwaine infilandocisi appena le porte si aprirono.
Gli altri tre lo seguirono con meno slancio, premendo il bottone per salire.
Arrivati al primo piano Gwaine mise fuori la testa per scrutare la situazione, ritrovando Merlin vicino alle scale mobili, in procinto di camminare verso di loro.
- Premete un bottone! Sta arrivando.
Leon preso dal panico pigiò il tasto che portava a due livelli sotto il primo piano, mordendosi le labbra subito dopo. - Tasto sbagliato...
Gwaine lo guardò storto. - Così lo perderemo.
L'ascensore si fermò al piano terra, aprendosi davanti ad alcune persone.
- Fuori, svelti! - Disse Lance, tirando con lui Gwaine.
Merlin entrò in gioielleria dirigendosi verso il commesso al bancone. - Salve dovrei ritirare..
- Oh, mi ricordo di lei.
Il commesso si chinò per prendere una scatolina da sotto il bancone. - Speriamo sia di suo gradimento. - Aprì la scatolina facendo esaminare il contenuto al moro.
- E' perfetto, sono sicuro che lo apprezzerà tantissimo.
- Pacchetto regalo suppongo? - Chiese gentilmente il commesso.
- Si certo, grazie. - Merlin sorrise mentre il ragazzo iniziava ad impacchettare.
I ragazzi si fermarono affannati sulle scale.
- Dove sarà andato? - Chiese Leon con il fiatone.
- Gwaine, hai visto altro prima di tornare in ascensore? - Domandò Lance.
- Stava guardando di là. - Indicò il corridoio a sinistra, per poi iniziare a correre.
Il babysitter pagò e poi afferrò la borsina della gioielleria, salutando il commesso.
Si iniziò ad incamminare, doveva essere a casa prima che Arthur tornasse.
- Sta tornando verso di noi! - Disse Leon indicando Merlin uscire dalla gioielleria.
- Tutti al piano di sotto! - Urlò Lance, spingendo i ragazzi verso dove erano venuti.
Merlin sentì una voce chiamarlo e si girò trovandosi il commesso di fronte.
- Ha scordato questa borsa sul bancone. - Il ragazzo gliela allungò.
- Oh grazie, grazie. Non so come ringraziarla. - Merlin prese la borsina dalle mani dell'altro.
Gwaine girò la testa per controllare che l'amico non li avesse adocchiati proprio in quel momento.
- Guardate! È lui! Ha un nuovo ragazzo. - Iniziò a cercare il telefono fra le tasche per scattare una foto.
 
Il telefono di Arthur vibrò e subito si spazientì quando vide che era Gwaine.
Pigiò la cornetta verde e sospirò rispondendo.
- Gwaine, mi auguro che sia importante...
- Ho visto il nuovo ragazzo di Merlin! - Rispose entusiasta l’amico, sorridendo agli altri amici.
- Hai visto...cosa? - Chiese Arthur, lasciando cadere la penna che aveva in mano, sgranando li occhi.
- La nuova fiamma del tuo babysitter, abbiamo tanto di foto. Stavolta Merlin non potrà negare.
- Foto? - Chiese ancora più scettico Arthur.  - La foto di.. come...
- Di un tenero scambio di tenerezza. Lui comunque sembra carino, vestito bene anche. Penso abbia fatto anche un regalo al nostro Merlin.
Arthur aveva smesso di ascoltarlo da un po’.  Era rimasto allo scambio di tenerezza.
Chi era questa persona? Come poteva Merlin avergli mentito?
- Gwaine, ma ne sei proprio sicuro?
- Ti ho detto, ho la foto. Chiudo e te la mando. - Chiuse la telefonata e subito inviò la foto al biondo.
Arthur fissò quell'immagine a lungo. E più la guardava, più qualcosa al suo interno si stringeva.
Davvero Merlin si vedeva con qualcuno?
- Un secondo... - Si disse.  - E' per questo che oggi eri così nervoso? - Domandò alla foto, sospirando sconsolato.
 
**
 
Merlin entrò dalla porta e iniziò a svestirsi, dopo aver appoggiato a terra le buste. Si girò per incamminarsi quando intravide qualcuno appoggiato alla porta del salotto.
- Oddio Arthur..mi hai fatto prendere un infarto. Sei tornato prima oggi.
Il biondo spostò il viso dalla faccia di Merlin alle buste, leggendo il nome del negozio di gioielli che aveva visto nella foto.
- E' inutile che fai il finto tonto. So tutto.
- Come..?  - Merlin lo guardò titubante. - Sai..cosa?
Arthur si allontanò dalla porta, allungando le braccia lungo il corpo.
- So tutto. Pensi che non sappia chi ti ha dato quello? - Domandò, indicando la busta.
- Ma..come l'hai scoperto? - Merlin sorrise. - Volevo fosse una sorpresa.
- Sorpresa? - Sbottò il biondo. - Ti sembra forse una sorpresa? - Continuò, infuriandosi. - Potevi anche dirmelo.
Il moro iniziò a preoccuparsi. - Non capisco che ci sia di male. - Si avvicinò ad Arthur.
Il biondo si allontanò, sgranando gli occhi. - Spero tu stia scherzando. Dopo... Dopo che mi sono aperto con te...
- Non capisco Arthur. Volevo solo farti un regalo per la tua nuova nomina. Ho usato i miei soldi per comprarlo...- Affermò Merlin preoccupato.
Arthur si bloccò prima di poter rispondere. - Come? - Chiese scioccato.
Merlin recuperò la busta e gliela allungò. - È il regalo per la tua nomina a presidente, non credevo di creasse problemi.
Il biondo prese il regalo e rimase a fissarlo come se fosse alieno. - T-tu... Mi hai fatto un regalo? Solo questo?
- Si, ma hai detto che sapevi già tutto no?
Arthur lasciò la busta per terra e poi spinse Merlin contro la porta, incastrandolo fra le sue braccia e baciandolo come se quel corpo fosse ossigeno per i suoi polmoni.
Si staccò poco dopo, appoggiando la testa sulla spalla del corvino.  - Ricordami di ammazzare Gwaine.
Il moro rimase a boccheggiare per qualche secondo. - Come? Che centra Gwaine? E non voglio che gli fai niente...- Merlin lo strinse a sé.
- Quel cretino... - Bisbigliò Arthur - Credo ti abbia seguito, oggi... - Continuò, strofinando il naso contro la pelle dell'altro. - Mi ha mandato una foto di te con un altro ragazzo....
- Che cosa??! - Merlin si allontanò, ora pensava anche lui di strangolare Gwaine, ma il suo pensiero ritornò al biondo.
- E tu hai davvero pensato che io ti tradissi??
Arthur si morse il labbro, grattandosi il collo. - Sono un tipo... geloso...E.... possessivo, ecco...
- E asino. - Aggiunse il moro, guardandolo arrabbiato.
Arthur tentò di ribattere, ma poi chiuse la bocca, immaginando che non fosse la cosa più saggia da fare.
- Scusa...
Il moro gli si riavvicinò. - Ti sei appena salvato Arthur Pendragon, ma per poco. Anzi, pochissimo...E voglio vedere questa foto.
Il biondo sorrise e infilò la mano nella tasca, prendendo il cellulare e cercando la foto. - Eccola.
Il babysitter la fissò. - Questo è il commesso della gioielleria che mi riporta la borsa dimenticata in negozio. - Rialzò gli occhi su Arthur. - Ho già detto asino..?
Il biondo abbassò il viso mandando giù il groppone. - Si.
Il moro riprese la busta della gioielleria da terra e la allungò al biondo. - Visto che ormai la sorpresa è rovinata puoi aprirlo.
Arthur prese la busta e cominciò ad aprirla, tirando fuori un pacchetto. Lo scartò e si ritrovò davanti una scatolina.
Alzò un sopracciglio incuriosito e quando l'aprì, rimase senza parole.
- M-ma questo è...
- Ti piace?? Ho fatto incidere anche le tue iniziali. - Il moro gli sorrise felice.
- E' bellissimo... - Mormorò il biondo, tirando fuori il fermacravatta e sistemandolo su quella indossata al momento.  - Come sta?
- Sei ancora più bello. - Merlin gli posò un bacio sul mento.
Arthur ridacchiò imbarazzato e poi si avvicinò ancora al viso del moro, posando le labbra sulle sue, rubandogli un bacio senza però staccarsi.
Merlin si ritrasse guardandolo serio. - E che non ti venga più in mente che io possa tradirti.
Arthur annuì e si avvicinò ancora, lasciandogli un secondo bacio sulle labbra.
Il moro si appoggiò all'altro. - Bisogna che chiami Gwaine al più presto, questa cosa del seguirmi è un po’ inquietante...
 
**
 
Passarono diverse settimane dall'accaduto.
Arthur aveva promesso a Merlin di essere meno "asino" e di parlare con lui prima di trarre le conclusioni.
Il moretto aveva sorriso all'espressione di pentimento dell'altro e l'aveva perdonato, costringendolo però a mangiare una porzione di funghi quella sera come penitenza.
Avevano inoltre deciso di lasciar credere a Gwaine che Merlin avesse davvero il fidanzato, cioè il commesso del negozio di gioielli, cosicché l'altro non si mettesse più a pedinarlo come uno stalker seriale.
A pensarci era stata una cosa buffa e quasi divertente, se non fosse stato per il fatto che Gwaine li aveva quasi fatti litigare.

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Merlin prese il cellulare dalla tasca, avrebbe chiuso subito la chiamata se non fosse stato Lance, ma Morgana era a casa dell'amico affidata a Gwen, perché lui aveva un appuntamento e Arthur alcuni importanti contratti da chiudere. - Pronto?
- Ciao Merlin, posso parlarti un secondo? - Domandò Lance, con tutta calma.
- Ci sono dei problemi con Morghi? - Chiese il babysitter preoccupato.
- No, no. La piccina sta bene. - Chiarì subito l’amico.
Merlin non poteva sapere che Lance e i ragazzi dopo essersi radunati aveva deciso di pedinarlo, di nuovo.
- Volevo..
- Scusa Lance, ma ora devo proprio andare, è arrivato il mio passaggio. Ci sentiamo domani quando vengo a prendere Morghi ok?
- Si, si certo. A domani. - Chiuse la chiamata. - Ha detto che è arrivato il suo passaggio. - Tutti si voltarono immediatamente verso il vialetto di casa.
Merlin non aspettò nemmeno che Arthur entrasse dal cancello, raggiungendo l'auto fuori dalla casa.
Aprì la portiera e si infilò dentro. - Ben tornato. - Si fiondò sulle labbra del biondo. - Buon anniversario. Arthur sorrise e ricambiò il bacio. - Anche a te... - Mormorò un po’ imbarazzato.
- Un mese stupendo. - Sussurrò il moro. - Spero tu non abbia prenotato in un posto super costoso..mm?
- Non ho neanche prenotato in una bettola... - Gli rispose il biondo.
- Lo sai a che mi riferisco...non voglio che tu esageri. - Il moro si appoggiò al sedile.
- Quello lì sarebbe il suo ragazzo..? L'auto mi sembra famigliare..- Sbuffò Percival perplesso.
- Forse perché è l'auto di Arthur. - Si intromise Lance.
- Quindi Arthur lo sta portando da Cenred senza saperlo?? - Sbottò Gwaine, aggrappandosi al sedile di Leon.
- Gwaine sta calmo o mi rovinerai i sedili...- Sospirò il rosso.
- Chiamo Arthur. - Perci prese il telefono, facendo partire la chiamata.
I tre amici lo guardarono impazienti ma il gigante riattaccò sconfortato. - È spento.
- Cosa aspettiamo? - Chiese Lance, fissando la macchina allontanarsi. - Seguiamoli, no?
Leon accese il motore e partì, seguendo l'auto dell'amico fino al ristorante.
Merlin strinse di più la mano dell'altro. - Sono davvero felice. - Sorrise e guardò fuori dal finestrino, notando il favoloso locale che li attendeva.
Arthur parcheggiò la macchina e spense il motore, sospirando.  - Spero ti piaccia. Per il nostro primo mese... assieme. - Ammise il biondo imbarazzato.
Merlin gli posò un bacio sulla guancia. - È bellissimo, grazie Arthur. - Appoggiò la mano sulla maniglia dell'auto ma il biondo lo fermò.
Arthur scese, circumnavigò la macchina e molto elegantemente aprì lo sportello al compagno.
- Bhe, grazie.  - Merlin arrossì leggermente per poi prendere a braccetto Arthur.
- Mi sono assicurato un tavolo riservato..così..insomma..
 - Potremo fare i piccioncini? - Lo interruppe il babysitter.
- Già. - Arthur mandò giù a fatica, cercando di sorridere il più naturale possibile.
Merlin sorrise e senza pensarci due volte strinse il biondo a sé, baciandolo.
Avevano fatto così tanti passi avanti in quel solo mese ed era sicuro che Arthur si stesse convincendo che non aveva nulla da temere dalla loro relazione.
Leon inchiodò di colpo nel parcheggio, forse aveva le allucinazioni.
Gwaine alzò gli occhi dal telefono quando, a causa della frenata, sbattè contro il sedile. - Ohi, ma che..Oh santo..
- Cielo. - Concluse Lance, mentre Percival aveva perso l'uso della parola.
Lance fissò i due staccarsi dal bacio e poi li seguì con lo sguardo verso l'entrata. - A...avete visto pure voi? - Chiese, alla fine.
- Si...E non posso crederci...- Continuò Leon.
- Non può essere Arthur...Ce lo avrebbe detto! - Percival finalmente era riuscito a sbiascicare qualcosa.
- Infatti, siamo i suoi amici! - Continuò Gwaine.
Leon si appoggiò al sedile e Lance sospirò, girandosi poi verso gli altri.
- Non credo... È sempre chiuso...
- Dite che ha paura di dircelo? - Domandò Leon.
- Lo sa che accetteremmo anche lui, come Merlin...- Mugugnò Perci.
- È un coglione, punto! - Urlò Gwaine indispettito.
- Gwaine... - Lo riprese Leon, accigliandosi.
- Che facciamo? Andiamo via? Ormai sappiamo la verità... - Riprese il discorso Lance.
- Si è meglio. Facciamo finta di niente, ok? - Perci guardò subito Gwaine, era lui quello a più rischio stupidate.
L'amico mugugnò un si striminzito, voltandosi verso il finestrino.
- Almeno Merlin è in buone mani. - Percival sorrise.
- È vero... - Sorrise Lance. - Sono sicuro che ci riferiranno la novità al più presto.
- Ora capiamo anche il perché del pugno. Immagino sia stata gelosia. - Tentò Leon, ripartendo con la macchina.
Arthur e Merlin, intanto si erano diretti all'interno del ristorante. Il biondo aveva preso la giacca dell'altro e poi gli aveva scostato la sedia, sorridendo imbarazzato.
- Oggi ti stai proprio impegnando..- Merlin si sedette sorridendogli.
- Vado bene, no? - Chiese Arthur, sedendosi. - Ti piace qui? - Domandò ancora, indicando il ristorante.
Ciò che si presentò agli occhi del ragazzo, fu qualcosa di non troppo appariscente, ma ben organizzato.
I tavoli erano piccole isolette nella sala, ornati di tovaglie blu con piccoli ghirigori argentei. Le vetrate, lunghe ed oscurate, permettevano di guardare di fuori, grazie alle lunghe tende di organza spostate verso i lati con dei laccetti brillantati.
Una musica soave portava compagnia ai commensali ed i camerieri, rigidi e di bella presenza, si districavano fra i tavoli.
- Tutto sommato preferisco il tuo lato burbero..mi hai fatto scattare l'istinto da crocerossina con quello. - Merlin rindirizzò lo sguardo sul biondo, dopo aver esplorato il ristorante, e si accorse di aver detto qualcosa di molto imbarazzante. - Cioè..molto carino qui.
Arthur ridacchiò, passandogli il menù. - Ordina quel che vuoi!
Il moro prese il menù, osservandolo. - Ehm, io non parlo francese...
Il biondo fissò i vari piatti in lista. - Possiamo farcelo portare nella nostra lingua, non ci sono problemi. - Gli sorrise.
- Mmm, perché non ordini tu per me? Basta che non siano lumache.
Arthur annuì e ordinò per due, parlottando con il cameriere. - Merci - Concluse il biondo.
Il cameriere sorrise ai due e ai allontanò.
- Spero sia qualcosa di buono. - Il moro prese la mano di Arthur. - Dobbiamo iniziare a parlare del compleanno di Morghi.
- Adesso? - Chiese Arthur, stringendo le dita con quelle del moro. - È la nostra serata...- Mormorò.
- Però ci sono tanti preparativi da fare…
- Ci penseremo. - Sorrise Arthur, accarezzandogli la mano.
- Quindi, di cosa vuoi parlare?
- Di... quel che vuoi... - Sorrise Arthur, lasciando che l'uomo posasse due antipasti misti di affettati ed olive sul tavolo.
- Pensi sia tempo di dirlo a qualcuno..?
- B...beh... P-possiamo provarci. - Balbettò Arthur infilzando un'oliva.
- Io l'ho già detto a mia madre..- Confessò il moro.
- Oh... - Arrossì Arthur. - Che ti ha detto?
- Vuole conoscerti, potresti venire con me in ospedale questo weekend, se ti va. - Merlin lo guardò.
- Ah... - Commentò il biondo. - Certo... Spero di piacerle...
- Sono sicuro di si. - Il moro sorrise riprendendo a mangiare. - Tu vuoi dirlo a tuo zio..?
Arthur quasi si strozzò con l'acqua. - Non credo, cioè...
- È la tua famiglia, no? Potrebbe renderlo felice..se non sbaglio teneva molto al fatto che tu ti facessi una famiglia..
- Si, ma non è facile. Ci siamo riuniti da poco... - Sospirò il biondo, lasciando che il cameriere togliesse i piatti.
- Capisco. E i ragazzi? Dopo tutto se hanno accettato me non dovrebbero avere alcun problema.
- Si, beh...Penso possiamo cominciare da loro. - Sorrise Arthur, lasciandosi servire il primo.
- Sono sicuro che non avranno problemi. E poi non sarai da solo a dirglielo, ci sarò anche io. - Merlin prese un pezzetto di raviolo dal piatto, scrutando attentamente l'altro.
- Va bene, allora cominciamo dai miei amici. - Sorrise il biondo, assaggiando la pasta.
Il moro sentì un gruppo in gola. - Oh bene..- Iniziò a tossire.
- Merlin? - Chiese il biondo, fissandolo cambiare colore. - Tutto..bene?
- Mi brucia la gola. - Il moro prese il bicchiere per bere. - Non ci sono noci nei ravioli vero?
Arthur sgranò gli occhi e lasciò le posate. - I-in verità si...
- Come??? - Merlin ricominciò a tossire. - Dobbiamo andare in ospedale, il prima possibile.
Arthur si alzò di scatto dal tavolo, prendendo il giaccone di Merlin e tirandolo per le braccia. - Ne sei allergico? - Domandò, adocchiando il cameriere e sibilandogli di mettere tutto sul suo conto.
- Si che sono allergico..- Merlin continuò a tossire mentre Arthur lo scortava fuori. - Mi serve l'iniezione.
- Ti accompagno subito! - Gli disse il biondo, aprendo la macchina e spingendolo all'interno.
Merlin si accomodò sul sedile. - Volevi avvelenarmi fin dall'inizio? - Rise tra un colpo di tosse e un altro.
- No, certo che no! - Rispose Arthur, subito dopo essere entrato in macchina. - Ti porto all'ospedale, tu non sforzarti!
- Tranquillo, non sono a rischio di vita..
Arthur volò sulla super strada, con il cuore che gli batteva a mille nel petto. Il moro, accanto a lui, tossiva interrottamente, a chi voleva darla a bere con il suo “non sono in pericolo di vita”.
Come ho potuto farlo star male proprio il giorno del nostro anniversario???
Il biondo parcheggiò nella parte del pronto soccorso e, infischiandosene degli altri, uscì dalla macchina per aprire lo sportello di Merlin. - Vieni, aggrappati a me!
Il moro allungò le braccia e si sentì trascinare con forza verso l’ingresso.
- Mi serve aiuto! - Urlò Arthur, acchiappando il ragazzo per poi metterlo sotto braccio. - Mi servono dei dottori! - Continuò, impaurito.
Se avesse potuto Merlin l'avrebbe sgridato, stavano facendo una figuraccia, ma la gola gli bruciava terribilmente e il suo rossore doveva star terrorizzando Arthur.
Un'infermiera si avvicinò e fece accomodare Merlin su una sedia a rotelle. - Qual è l'emergenza? - Domandò al biondo, mentre esaminava il ragazzo.
- Ha mangiato delle noci! - Le disse tutto trafelato Arthur - E lui ne è allergico! - Continuò, guardando Merlin. - Però io non lo sapevo...- Disse infine, spaventato al massimo.
- Procederemo subito con l'iniezione di cortisone. - La donna si posizionò dietro alla carrozzina. - Lo porterò di là e vedrà che si sentirà meglio tra un po'. Per fortuna non sembra un'allergia grave o sarebbe andato in shock. Stia tranquillo, la chiamerò tra poco. - Chiarito ciò l'infermiera spinse Merlin oltre le porte dell'accettazione.
Arthur lo guardò andare via e tornò a respirare. Si infilò in macchina e si avviò verso il parcheggio, tornando poi all'ospedale ad aspettare.
L'infermiera tornò dopo circa una mezz'ora, spiegando al ragazzo che l'amico stava bene e le occorrevano i dati dell'assicurazione.
Arthur, però, non li conosceva e così diede alla ragazza i suoi, sospirando, impaziente di vedere Merlin.
La donna sorrise e riattraversò le porte.
Uscì circa un'oretta dopo, dirigendosi verso il biondo. - Ora posso portarti dal tuo amico, per favore seguimi.
Arthur scattò sull'attenti e seguì la donna dentro l'ospedale, seguendola trotterellando come un cagnolino.
- Terzo letto, dietro la tenda.
Arthur attraversò il corridoio a grandi falcate e raggiunse Merlin, respirando velocemente. - Ehy...
- Ehy..Il tuo tentativo è fallito. - Sorrise il moro dal lettino.
- Scemo... - Gli rispose Arthur, avvicinandosi e prendendogli la mano.
- Ho rovinato il nostro primo anniversario..- Mugugnò Merlin.
- Non provare nemmeno a pensarci... - Lo ammonì il biondo sospirando. - L'importante è che stai bene. Ho avuto paura.
- Ho notato. Ti avevo detto che non era grave, comunque con un bacio starei di sicuro meglio. - Merlin sorrise. - Arthur si abbassò sul viso del moro, posando le labbra su quelle di lui, tremando un poco.
Il moro lo lasciò allontanarsi ancora tremolante. - Non è colpa tua, non lo sapevi Arthur.
- Merlin... - Singhiozzò un po’ il biondo - I-io... Ho avuto paura... Ho pensato tanto e credo... Credo di essermi davvero innamorato di te...
- Oh..- Merlin strinse la mano nella sua. - Avvicinati.
Il biondo si avvicinò, stropicciandosi un occhio.
- A saperlo subito mi sarai imbottito prima di noci. - Stampò un bacio sulla fronte ad Arthur. - Anche io stupido asino. - Pronunciò quelle parole guardandolo dritto negli occhi.
Era davvero bizzarro come dal non sopportarsi era passati a questo. Forse era stato fare tutto all'incontrario.
Di solito ci si incontra e si cerca di nascondere i propri difetti, qualcosa che all'altro potrebbe non piacere e invece loro si erano innamorati proprio di quelli.
La testardaggine di Merlin, il borbottare scorbutico di Arthur, il suo volere a tutti i costi cavarsela da solo. E alla fine, senza neanche accorgersene, non riuscivano più a fare a meno dell’altro.
Arthur lo squadrò quando Merlin emise un altro colpo di tosse. - Non provare a lasciarmi..- Pronunciò, singhiozzando ed abbracciandolo. Non gli importava di sembrare stupido o bambino. Merlin era tutto ciò che voleva.
Il moro lo strinse a sé. - Sto bene Arthur, davvero non è grave..e non ci penso nemmeno a lasciarti. Non vedo l'ora di tornare a casa.
Arthur si strinse ancora di più in quell'abbraccio. Avrebbe fatto di tutto pur di proteggere Merlin.
 
Finalmente dopo i documenti burocratici i due erano riusciti a tornare a casa.
- Mi prepareresti qualcosa? Ho un po' fame..- Sussurrò Merlin tra le braccia di Arthur. - Ah, puoi anche mettermi giù.
- Ti metto sul divano. - Gli disse come ammonimento il biondo - Non voglio che ti senti male ancora.
- Va bene. - Soffiò il moro, mentre Arthur lo appoggiava tra i cuscini.
- Cosa vuoi che ti cucini? - Gli chiese poi il biondo, avviandosi verso la cucina.
Merlin lo guardò titubante, si era dimenticato di quanto il biondo fosse negato in cucina. - Puoi mettere gli avanzi di oggi in microonde.
- Sicuro? - Chiese ancora Arthur. - Posso riprovare a farti... No, però posso... Neanche, forse... - Ci fu un momento di silenzio. - Gli avanzi andranno benissimo. - Concluse il discorso il biondo.
Merlin si morse il labbro per non ridere, anche se non riuscì a nascondere un sorriso. - Forse posso prepararmi qualcosina io, se no.
- Non provare ad alzarti! - Sbraitò l’altro dalla cucina.
Merlin sospirò, dopo l’iniezione era tornato al cento per cento.
Il biondo spuntò dalla cucina con il naso sporco ed un pezzo di carne fra i capelli. - Merlin... Quando ho aperto la ciotola è volato... tutto...
- Arthur..- Il moro si alzò andandogli in contro. - Il mio cuc...- Si bloccò prima di finire. Secondo un accordo quel soprannome era stato abolito e Merlin aveva ottenuto un altro pomeriggio di riposo. - Faccio io. - Merlin gli tolse gli avanzi dai capelli con un tovagliolo, per poi notare la vaschetta mezza rovesciata. - Penso ci siano delle pizzette in frezer.
- Scusa... - Brontolò il biondo, dopo averlo fulminato per il quasi "cucciolotto".
- Ti insegnerò qualche trucchetto. - Merlin aprì il frezer, trovando la confezione di pizzette. Le mise in un piatto e poi nel microonde, sedendosi al tavolo per aspettare.
Arthur fissò il moro adoperarsi per poi sedersi dopo due mosse. - Tutto qui? - Chiese scettico.
Merlin gli lanciò un'occhiataccia. - Disse quello che due giorni fa ha fatto scoppiare un sofficino. Ti insegnerò a usare il microonde a tempo debito. Per ora puoi imparare come servire le pizzette ben cotte. - Gli sorrise.
Arthur si imbarazzò e si sedette, guardando il microonde.
 - Sicuro di stare bene? - Gli domandò il moro.
- Si.. - Sorrise il biondo, guardando ancora il microonde.
- Al pronto soccorso eri piuttosto scosso..- Merlin gli si avvicinò di più. - Non ti lascerò così facilmente.
Arthur si alzò, sentendo il microonde scattare e prese un piatto. - Avevo paura, davvero. Perché non mi hai detto di essere allergico alle noci?
- Alla cucina ci penso io, non credevo ci fossero problemi.
Il biondo ci pensò un po’ su. - Beh, in effetti... - Ammise, porgendo a Merlin piatto e tovaglioli.
- Grazie. - Merlin iniziò a mangiare.
- Sai... - Riprese Arthur, torturandosi le dita. - Mentre aspettavo che mi chiamassero, ho pensato al peggio.
- Ti avevo detto di stare tranquillo Arthur. - Merlin addentò la pizzetta guardando l'altro.
- Lo so però... Che avrei detto a Morgana? Che ti avevo ucciso con un involtino? - Ridacchiò il biondo.
- Era più un raviolo. - Scherzò il moro, per poi osservare Arthur. - Lo sai, sei davvero tenero.
Il biondo arrossì ed abbassò il viso in imbarazzo, guardando Merlin mangiare l'ultima pizzetta.
Vederlo lì ed essergli vicino era la cosa più bella che gli fosse mai accaduta dopo l'incidente dei suoi genitori: era tornato a sentirsi con gli amici, Morgana era sempre contenta, aveva fatto pace con lo zio ed il lavoro non poteva che andare meglio...
Stava bene. Con Merlin stava bene.
Si avvicinò al ragazzo, dandogli un bacio vicino all'orecchio per poi sfiorargli la guancia e poggiare le labbra su quelle di lui.
Le dita si mossero veloci e si insinuarono sotto i lembi della maglia del moro, fino a scorrere lungo la schiena.
- Ehy..che fai? - Merlin lo fissò perplesso.
Arthur respirò sulle labbra del moro, accarezzandogli la pelle calda sotto la maglia. - Andiamo di sopra?
- C-certo. - Rispose spiazzato l’altro.
Il biondo prese il babysitter in braccio e, piano, si avviò verso la camera da letto, arrossendo ad ogni passo che faceva. - Non sforziamoci troppo, però, eh...- Chiarì Arthur, si sentiva ancora titubante.
- No. - Merlin sorrise.
Appena Arthur lo mise giù si avvicinò ai bottoni della sua camicia.. - Tutto ok? - Il moro iniziò a slacciargliela lentamente.
- Si. - mormorò il biondo, bagnandosi le labbra.
Il moro sfilò l’indumento, facendola cadere a terra, per poi afferrare l’altro per la cravatta. - Vieni. - Lo guidò fino al letto, per poi sedere su di esso.
Arthur lo seguì senza dire nulla, lasciandosi guidare. Quando Merlin si sedette, il biondo lo spinse sul letto, baciandogli il collo.
Il moro lo strattonò per la cravatta, allontanandolo da sé. Si tolse poi la sua camicia, tornando a baciare il biondo.
Gli passò le mani lungo la schiena, scendendo lungo i fianchi. - Togliti i pantaloni.
Arthur arrossì e tentennò un poco. Si slacciò i pantaloni e con lentezza, li fece scivolare fino alle caviglie.
Merlin prese fra le mani l'elastico dei boxer, abbassandolo lentamente, mentre aiutava Arthur a coricarsi sul letto.
Ad ogni mugolio dell’altro il moretto sollevava gli occhi blu mare per controllare che tutto fosse a posto.
E Arthur era bordeaux, perché oltre a vederlo immerso col viso nelle sua intimità si sentiva sprofondare in quegli occhi.
- Stai bene..? Sei silenzioso..- Merlin gli poggiò un bacio sulla fronte mentre si coricava accanto a lui.
Erano stati solo pochi minuti ma al biondo erano sembrati interminabili.
Arthur si infossò nel collo del moretto ed annuì. - Beh... si...
Merlin sorrise. - Per fortuna. - Sibilò. - Ti sei trovato..ehm..a tuo agio?
- È stato strano e... diverso.
- Ah..in peggio o in meglio? - Chiese il moro leggermente preoccupato.
- Con te é stato bello. Più bello delle altre volte. - Ammise Arthur, solleticandogli il collo con le labbra.
- Bene. - Merlin si lasciò cullare da quei tocchi. - Un primo anniversario fantastico. - Sorrise, stringendo di più altro.
Si addormentarono così, uno nelle braccia dell’altro.
 
**
 
Morghi spinse con forza la porta del reparto, facendo girare tutte le infermiere.
- Morghi..che ti ho detto?? - Merlin le afferrò la mano e la strinse accanto a sè. - Qui non bisogna fare confusone.
La piccina annuì e si incamminò col faccino verso terra.
Il moro sospirò e la prese in braccio. - Non sono arrabbiato Morghi. Fa la brava e dopo prendiamo qualcosa alle macchinette ok?
La bambina annuì felice, mentre Arthur li raggiungeva.
- Stanza sette. - Disse Merlin, facendo cenno al biondo.
Arthur fissò le diverse stanze e si incamminò verso la numero sette. Il cuore gli batteva forte nel petto e presentarsi alla madre di Merlin era molto...imbarazzante.
Merlin entrò nella stanza con una Morgana raggiante in braccio.
- Merlin, tesoro. - Unith sorrise al figlio, scrutando poi la piccina. - Oh, tu devi essere Morgana..Merlin mi dice sempre quanto sei dorabile.
La bambina sorrise e si avvinghiò al collo del moro. - Lei mi piace. - Sussurrò piano, nell’orecchio del babysitter.
Unith indirizzò poi l’attenzione al biondo dietro di loro. - Arthur presumo.
Il biondo avanzò di un passo e si avvicinò alla signora, prendendole la mano fra le sue.
- Onorato di incontrarla. - Disse, facendole il baciamano e sorridendo, poi, imbarazzato.
- Oh Merlin, è proprio un gentiluomo.
Merlin roteò gli occhi, sua madre non l’aveva mai visto arrabbiato.
Il biondo si girò verso il ragazzo, mordendosi le labbra. Non sapeva che dire o che fare e stava diventando esageratamente rosso.
- Caro, avvicinami la bambina.
Il ragazzo si sedette sul lettino, poggiando Morgana accanto a sé. - Non toccare i tubicini però, capito Morghi? - Merlin indicò la flebo collegata al braccio della madre.
- Ok! - Annuì la piccola.
- Dimmi tesoro, Merlin è bravo? - Unith accarezzò la guanciotta della bambina.
- Si si! Gioca sempre con me alle Barbie e poi da quando c’è lui andiamo sempre via.
- E dove siete andati..? - Chiese sorpresa la madre.
- All’acquario! C’erano pure i coccodrilli però..e..ah! al circo, poi andiamo sempre al parco e anche in campeggio. Merlin ha pescato un parrucchino! - Morgana iniziò a ridere, mentre Unith guardava perplessa il figlio.
- Morgana..certe cose non si dicono..- Vociferò il moro.
Unith diresse la sua attenzione su Arthur, che era rimasto imbambolato. - Figliolo non stare lì in piedi, prendi una sedia e vieni qui. Non ti mangio micca.
Morgana e Merlin sorrisero a quelle parole.
Arthur drizzò sull'attenti ed annuì, prendendo una sedia lì accanto e posizionandola vicino al letto, sedendosi e togliendosi il giubbotto.
- Allora Arthur, Merlin mi ha detto che ha dovuto sostituire la tua segretaria..
Il biondo annuì, guardando il ragazzo e poi di nuovo la donna.
- Si, la mia segretaria si era ammalata. E' stato molto responsabile.
- E’ un po’ timido. - Osservò la donna guardando Merlin.
- E’ solo riservato. - Pronunciò il moro.
- Merlin, perché tu e Morgana non andate a prendere qualcosa di caldo? Oggi mi sembra faccia freschino. - La donna allungò un braccio verso il mobiletto vicino al letto e prese qualche moneta, allungandola poi alla bambina.
- Possiamo Merlin??
- Va bene..- Il moro sospirò e prese la bambina per mano. - Torniamo tra poco. - Comunicò al biondo per poi avviarsi verso l’uscita.
Arthur si irrigidì sul posto.
Questo era il momento in cui avrebbe dovuto fare bella figura con la madre di Merlin.
Ma perché si sentiva così agitato?
- Beh...Come si sente?
- Ma dammi pure del tu Arthur. Comunque oggi abbastanza bene, la dialisi non è stata così pesante. - Lo guardò sorridente. - Ma dimmi, come va con mio figlio?
Il biondo arrossì ancora e abbassò lo sguardo.
- B-bene...Lui è un ottimo babysitter e se la sa cavare benissimo anche dentro casa...
- Non stavo parlando di questo Arthur. Se non sbaglio è passato da poco un mese, no?
Se vi fosse stato un rosso più rosso di quel che era, il biondo lo avrebbe sicuramente raggiunto.
- Si, uhm, ecco... Si.
La donna gli sorrise. - E come procede?
- Bene... Se va a rilento è colo colpa mia, non sono abituato... - Rispose Arthur, per poi alzare il viso verso la signora. - Però mi sto impegnando! Io provo davvero qualcosa per lui!
Unith allungò una mano verso il ragazzo, posizionandola fra le sue.- Sono sicura che Merlin sia in buone mani con te.
Arthur sentì gli occhi pizzicargli. Non era poi così spaventoso come aveva immaginato.
- Grazie per la fiducia... - Mormorò, imbarazzato.
- Sento che sei un brav’uomo, mi basta ascoltare come mio figlio parla di te.
- Arthur! Arthur! - Morgana entrò correndo con il babysitter alle calcagna. - Abbiamo preso la cioccolata calda!
Merlin sospirò. - Penso di aver perso un paio di chili da quando sono il babysitter di Morghi. - Sorrise.
Il biondo ridacchiò ed aprì le braccia, prendendo poi Morgana per posarla sulle sue gambe.
- Beh, almeno ti sei tonificato. Sembravi così piccolino la prima volta, che dubitavo riuscissi a tenere buona Morghi.
- Miscredente..- Sibilò il moro, per poi sistemarsi accanto a lui.
- Siete una splendida famiglia. - Disse Unith, osservandoli colma di felicità.
Merlin tossicchiò. - Mamma..
- Si! Staremo sempre insieme! - Urlò Morgana, per fortuna nella stanza non vi erano altri pazienti.
Arthur ridacchiò e tirò una guancia alla bambina. - Non urlare, abbassa la voce.
Morgana gli fece la linguaccia, per poi sedersi meglio.
- Allora Morghi, raccontami ancora delle vostre uscite. - La incoraggiò Unith.
La bambina continuò a parlare fino a quando l’infermiera del turno serale entrò, annunciando che la cena sarebbe arrivata in pochi minuti.
Merlin abbracciò la madre e anche Morgana, che ricevette un’enormità di baci.
Arthur era già pronto a sgattaiolare via, ma con un colpo di tosse la donna attirò la sua attenzione, allargando le braccia. Così, anche il Pendragon senior, fu avvolto in un abbraccio.

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Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto!
Essendo un giallo non possiamo descrivere certe scene in modo approfondito... ^^' Comunque una vera e prima volta ancora non c'è stata ;)
Un saluto e se volete farci sapere che ne pensate ne saremo felici <3
  
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