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Autore: IsaMor    04/02/2016    9 recensioni
(Sterek omegaverse.)
... Il medico si sedette alla scrivania e guardando i due: "Sceriffo il suo ragazzo sta bene, deve solo riposare e prepararsi."
"Prepararmi a cosa?", chiese Stiles piuttosto confuso.
Aveva risposto ad un po' di domande durante la visita, anche se il medico sembrava aver avuto la diagnosi non appena controllato i dati di nascita del paziente sulla cartella clinica in suo possesso.
"Stiles, al calore. Sei un omega ed è arrivato il momento di andare in calore per la prima volta. Accade sempre in primavera, non per niente è considerata la stagione degli amori."...
...Scott scoppiò a ridere: "Aspetta qualche giorno e vedrai tanti di quei alpha alla porta di casa tua che tuo padre dovrà distribuire i numerini per conoscerti."
"Non essere ridicolo..."
"Stiles, meglio se te lo dico io. Odori di buono." ...
... "Vedi di stare attento. E soprattutto stammi lontano, puzzi!", ringhiò.
Lo lasciò, mentre riprendeva a camminare.
"Cosa? Io non puzzo! Mi è stato detto che odoro di buono."
"La tua giacca puzza."...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Mahealani, Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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CAPITOLO XIII

 

Stiles si sedette sul letto a guardare il peloso lupo nero che, secondo Deaton, doveva essere il suo compagno. 

"Derek?"

Un lamento arrivò dal lupo che sembrava attento a tutto ciò che Stiles diceva. 

"Ok, sei Derek. Quale sei? Quello giovane o quello normale?" 

L'animale lo guardò sollevando un sopracciglio.

"Forse, devo farti una domanda per volta. Facciamo così, abbaia una volta per il sì e due per il no."

Il lupo abbassò la testa come a voler attaccare e continuando a fissare Stiles. 

"Ok, ok, i lupi non amano abbaiare, ma non fare quello sguardo assassino. Facciamo che ringhi per il no, tanto lo fai già."

Il lupo non fece nulla se non sedersi. 

"Sei il mio Derek, quello dell'età giusta?"

L'altro rimase fermo.

"Questo è un sì. È colpa dell'incantesimo di Kate?"

Un lamento giunse dalla gola dell'animale. 

"Non lo sai. Sei capace di tornare normale?"

Un ringhio di frustrazione giunse da Derek. 

Stiles si avvicinò e prese la testa del lupo tra le mani: "Tranquillo, Deaton troverà una soluzione.", iniziò ad accarezzare e dopo aver notato che ciò lo rilassava, tentò dei grattini dietro le orecchie. L'altro se inizialmente sembrava cedere, dopo qualche secondo di goduria, prese a ringhiare. 

"Ehi, guarda che lo so che ti piace!", fece offeso Stiles sollevandosi e incrociando le braccia. 

Il lupo guardò l'umano e in risposta gli balzò addosso spingendolo sul letto e iniziando a leccargli la faccia.

"Fermo... Der... Fermo... mi fai il solletico!"

"Lo sapevo che un sourwolf scorbutico non ti bastava e dovevi farti anche un lupo vero e proprio!", la voce di Scott arrivò dalla porta aperta. 

Sembrava che tutti avesserò le chiavi di quella casa e ora anche il codice d'allarme. 

"Accuccia Derek!", fece deciso Stiles, guadagnandosi due sopracciglia alzate dal diretto interessato. 

Non era chiaro dove iniziasserò o finisserò le sopracciglia, ma l'omega riconosceva quella sua espressione fin troppo bene.

Andarono tutti e tre in salotto dove Deaton osservò l'enorme lupo che camminava sfiorando la gamba di Stiles. 

"Mi ricordi tanto tua madre Talia. Lei aveva gli occhi cerchiati di bianco ed era più minuta, ed era anche capace di ritornare alla sua forma umana.", constatò. 

L'animale fece un ringhio sbuffato a l'ultima nota del veterinario. 

"Cosa gli è successo?", domandò Scott.

Deaton l'osservò per qualche secondo: "Credo che la trasformazione iniziale non fosse conclusa, quando Stiles ha liberato il Derek giovane dalle radici. Hai detto che avevi le mani sporche di sorbo? Forse quello ha impedito che la trasformazione fosse completa. Ieri sera, oltre al ferimento da parte di Kate, è successo qualcosa?", domandò a Stiles. 

"Nulla di particolare."

Scott lo osservò: "Davvero? E quei succhiotti sul collo?"

Derek iniziò a ringhiare, geloso del fatto che la sua vita sessuale fosse sempre tanto interessante.

"Buono, Derek.", l'ammonì dolcemente Stiles, guadagnandosi un'occhiataccia.

"Aver fatto l'amore, riconoscendo il proprio omega, forse ha stimolato involontariamente il corpo e esso ha tentato di tornare alla sua vera forma senza riuscirci. Si è manifestata una delle trasformazioni che non molti licantropi riescono a raggiungere. Devi solo riuscire a tornare umano ora. Tua madre lo faceva senza problemi una volta capito il meccanismo è trovata la giusta concentrazione."

"Quindi deve solo concentrarsi? Capito Derek, devi solo volerlo!"

Il lupo guardò il suo compagno, poi chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi sulla sua forma umana, dopo un minuto in cui erano rimasti tutti con il fiato sospeso, Derek emise un mugolio di sconfitta. 

"Vedrai che ce la farai, magari ora sei ansioso e agitato e non trovi la giusta concentrazione. Ci proveremo con calma più tardi."

"Potrebbe volerci del tempo, ma è normale. Comunque se non ci riuscite nei prossimi due giorni passate in clinica.", fece Deaton. 

"Perché?", domandò Stiles. 

"Te lo spiego quando verrete.", quasi ridacchiò nel dirlo.

 

Mezz'ora dopo, tutto il branco era stato informato. 

Lo sceriffo Stilinski era passato al loft per controllare come stessero, credendo di trovare un Derek ancora giovane, ma si ritrovò un lupo di fronte e Stiles che urlava dal bagno di accomodarsi. 

"Stiles, c'è un lupo nel tuo salotto!", urlò in direzione del bagno.

"Non ti fa niente. Il caffè è appena fatto. Serviti."

Lo sceriffo guardò l'enorme animale: "Ok, buono bello. Non sono un ladro, vedi, sono lo sceriffo.", mostrò la stella sul petto, mentre raggiungeva la cucina in cerca del caffè e il lupo lo seguiva. Sembrava essere divertito dell'umano. 

Lo sceriffo prese del caffè e andò in cerca di biscotti. Trovò una scatola di biscotti ricoperti di cioccolata, ignorando quelli di soia che sospettava essere lì proprio per essere offerti a lui. 

Mise la scatola sul bancone per poi sorseggiare il caffè sotto lo sguardo del lupo, ma quando andò per prenderla era svanita. 

Si guardò intorno, e solo dopo un po' la notò ai piedi del lupo che stava seduto con sguardo di sfida.

"Quelli sono i miei biscotti!"

Il lupo ringhiò mostrando i denti. 

In quel momento arrivò Stiles: "Ciao papà, hai preso i biscotti con il caffè?"

"Il tuo lupo non me li restituisce!"

Stiles guardò la scatola a terra: "E fa bene! I tuoi sono questi di soia.", glieli mise davanti. 

"Questi li detesto e poi spiegami da quando ti sei fatto il cane?"

"Quello è un lupo ed è Derek."

"Cosa?!"

"C'è stato un piccolo cambio di problema. Adesso non è più adolescente, ma solo lupo finchè non si ritrasforma. Papà, sai che cosa mangiano i lupi?"

Lo sceriffo riflette su tutta la situazione è stranamente non era così assurda, quindi tentò: "Credo mangino vecchie nonne e ragazzine vestite di rosso."

Il lupo lo guardò storto, per poi mettersi comodo a terra e iniziare ad aprire la scatola di biscotti usando i denti, con grande soddisfazione. 

"Credo abbia risolto lui.", fece Stiles: "Comunque meglio andare in macelleria, ci vuole qualche osso, non vorrei si sgranocchi i mobili."

Stiles prese una scodella e la riempi d'acqua dopo averci scritto con un pennarello indelebile MIGUEL.

"Non guardarmi così! Devo pur chiamarti in qualche modo se usciamo per fare i bisogni."

Derek aveva uno sguardo assassino, prima di leccare le briciole intorno al muso e andare a bere dalla scodella. 

"Perché Miguel?"

"Sai, ha sempre avuto un non so chè di messicano."

"Ora ci vuole un guinzaglio e un collare per portarlo a spasso. Animali di questa taglia non possono girare in città senza guinzaglio."

"Credo di avere una delle mie sciarpe che gli può stare bene come collare, almeno finché non ne troverò uno che mi piace."

Derek gli diede le spalle al solo pensiero di un collare, anche se fatto con la sciarpa di Stiles. 

"Non crederai che ti lasci andare in giro senza il mio odore addosso!? Non oso immaginare quante cagne ci proveranno con te. Sei avvisato, se ti vedo annusare qualche barboncina ti faccio castrare!"

Lo sceriffo non sapeva se ridere, mentre Derek continuava a dare le spalle a Stiles.

"Ok, ora che abbiamo messo le cose in chiaro possiamo uscire per i tuoi bisogni. Non ho intenzione di mettere fogli di giornali in giro per casa. Quindi, vedi di farla tutta nel bosco."

Derek non sapeva se sentirsi offeso, eppure una strana frenesia all'idea di andate all'aperto lo investì in pieno. Iniziò a scodinzolare con brevi scatti, nel tentativo di trattenere la felicità di poter correre fuori casa.

Stiles andò a prendere una delle sciarpe che non usava più da dopo il calore e la mise intorno al collo del lupo. La sistemo a mo' di bandana e Derek non ebbe da ridire, anzì guardandosi allo specchio gli piacque. E poi odorava di Stiles. 

"Allora, buona passeggiata. Io vado al lavoro. Ciao.", fece lo sceriffo, raccogliendo affranto lo scatolo distrutto dei biscotti al cioccolato e buttando nell'immondizia.

"Ciao papà."

Anche Stiles uscì e salì in auto, dopo aver fatto accomodare Derek sui sedili posteriori.

"Fai il bravo. Quando saremo nella foresta ti potrai scatenare."

Derek si mise comodo, ringraziando mentalmente Stiles di non aver preso la Camaro o addio sedili in pelle con gli artigli che si ritrovava.

"Siamo arrivati. Derek, per favore, non allontanarti da me. Sei irrequieto e non vorrei perderti nel bosco."

Derek sbuffò un ringhio, iniziava a temere che Stiles l'avesse scambiato per un cagnolino domestico. 

Una volta scesi Derek si guardò intorno beandosi dei profumi del sottobosco e della piacevolezza nel calpestare l'erba con le zampe. Non seppè spiegarselo neanche lui, ma iniziò a fare dei salterli sul posto contorcendosi di felicità. 

Stava per iniziare a correre nel bosco, quando la risata cristallina di Stiles lo fece tornare lucido. Lo guardo e vide che aveva indossato una felpa rossa con cappuccio quella mattina. In tema, pensò afferrandolo con i denti per un lembo e trascinandolo nel bosco.

"Facciamo una corsa? Però aspettami!"

Iniziarono a correre rilassati, come se molta della tensione accumulata nei giorni precedenti stesse scivolando via dai loro corpi.

"No... Non riesco... a starti dietro.", ammise lasciandosi cadere in un punto soleggiato sotto i rami degli alberi: "Fai i tuoi misfatti se devi. Io mi riposo."

Derek non perse tempo e iniziò a fare ciò che ogni lupo ama fare, segnare il territorio. 

Si dedico ad un po' di alberi nei paraggi, fregandosene dell'odore di altri animali che avevano segnato la zona. Lui era più grosso e pericoloso per temere degli animaletti. 

Una volta delimitato quello che sarebbe diventato il suo angolo privato, andò a nascondersi dietro un cespuglio per fare il resto.

Terminata la parte poco carina di quella passeggiata, torno da Stiles e si mise con la testa sulle sue gambe, ricevendo delle coccole gratuite. 

Era assurdo come fosse facile farsi accarezzare in quella forma.

Stiles lo vedeva come un cagnone affettuoso, ma Derek non aveva dimenticato il suo carattere da alpha e si assicurò di strofinarsi bene su di lui, dando anche leccate al viso e al collo dell'omega. Finchè era in quella forma, voleva essere sicuro che Stiles fosse coperto dal suo odore almeno per quanto riguardava il fiuto dei licantropi. Per quello degli umani si sarebbe limitato a ringhiare se qualche alpha si fosse avvicinato troppo. Sapeva che non c'erano più rischi, dopo il legame, che qualcuno glielo rubasse, ma preferiva andare sul sicuro.

Derek lasciò a malincuore il suo angolino selvaggio, ma non poteva comportarsi da lupo tutto il tempo. Il rischio di dimenticare la sua umanità era dietro l'angolo. In quel caso sarebbe rimasto un lupo per sempre. 

 

Una volta a casa, Stiles gli promise di portarlo fuori ogni volta che voleva, anche se Derek era intenzionato a tornare umano il prima possibile. Si mise seduto davanti alla vetrata del salone principale e iniziò a cercare nella sua mente i ricordi delle lezioni di sua madre sulla trasformazione completa.

Lei era capace di farlo a comando. Di solito tutti i nati lupi riuscivano a raggiungere quello stadio di trasformazione, tranne lui e suo zio. 

Peter non si era mai impegnato davvero e il fatto che fosse la sorella a fargli da insegnante, non gli era mai andato a genio. Derek, invece era solo alle prime lezioni quando conobbe Kate e ci fu l'incendio in cui morirono i membri della sua famiglia. Una fitta al cuore lo travolse. 

Il ricordo di sua madre in forma di lupo l'aveva sempre incantato da piccolo. La pelliccia nera e gli occhi contornati di bianco erano un ricordo piacevole. 

Ricordò, anche, come sua madre spiegava che per trasformarsi in lupo bisognava evocare tutte le emozioni selvagge che si provavano e trattenerle. Mentre, per ritornare umano bisognava ancorarsi a qualcosa di bello e importante. 

Derek cercò di pensare alla cosa più umana che lo rendeva felice e in pace con tutto. Solo una persona gli veniva in mente. Si voltò a guardare Stiles che stava preparando il pranzo e il sol pensiero di non poterlo stringere tra le braccia, lo faceva impazzire, ma poi gli tornò in mente come quella mattina si era divertito a correre con lui. Era bello vedere Stiles godere della calma della foresta e sentirsi libero. 

Ridere. Non vedeva Stiles ridere di gusto da tanto. Avevano passato un periodo intenso e per nulla divertente, ma Stiles non aveva riso mai come quella mattina. 

Forse, il suo aspetto da lupo non era così male se divertiva Stiles. 

Lo osservò, mentre si piegava per prendere una pentola e non resistette a correre da lui e a dargli un leggero morso sul sedere. 

"Ahi!", guardò il lupo perplesso: "Ma sei matto? E il mio sedere, non una bistecca!"

Derek lo guardò piegando la testa di lato come al voler chiedere quale differenza ci fosse.

"Tu sei strano."

Il lupo si alzò su due zampe e si aggrappò alle spalle di Stiles per non ricadere a quattro zampe, iniziando a leccargli la faccia. 

"Derek smettila!", le risate di Stiles per quanto acute fosserò, erano deliziose alle sue orecchie. Sì, era in pace in quella forma. 

Il pranzo fu strano. Stiles aveva tentato di farlo mangiare in ciotole a terra, ma lui l'aveva fissato con sguardo assassino, finchè non aveva messo le ciotole con acqua e pasta sulla tavola ed era diventato comico, vedere Derek con le zampe anteriori puntate ai lati delle ciotola mentre immergeva il muso in esse.

Pasticciò un po' con il cibo, ma alla fine riuscì a mangiare in modo non troppo selvaggio. Stiles gli pulì il muso sporco del condimento della pasta e gli diede qualche grattino sotto al mento che Derek non rifiutò e che rese felice Stiles. 

Decise di tentare a ritrovare la sua umanità dopo pranzo, ma la persona che entrò nel loft lo fece diventare più selvatico e intrattabile. Peter si presentò con un ghigno divertito sulla faccia: "Dov'è il mio cucciolo?", esclamò allegro piegandosi in avanti. 

Ci volle un quarto d'ora e Lydia che urlava come una pazza o più precisamente come una banshee, per impedire a Derek di aprire la gola a Peter che ancora teneva un osso finto in mano.

Una volta trovata la calma, si sedetterò per parlare dell'attuale situazione del loro capobranco.

Il lupo ancora ringhiavano e mostrava i denti allo zio, mentre Peter sembrava essere cambiato improvvisamente. Fissava il nipote con attenzione. Nell'aria c'era un odore nostalgico che sembrava provenire proprio da Peter. Derek sospettò che l'uomo stesse ricordando i bei tempi con la loro famiglia. Non vedevano un licantropo lupo da anni e la cosa li rendeva terribilmente tristi, ora che avevano realizzato di essere ciò che restava della famiglia Hale.

Peter ricordava fin troppo bene l'aspetto di sua sorella in versione lupo. In media, se la ritrovava una volta alla settima con zanne in bella vista intenta a impedirgli di fare uno dei suoi soliti casini. Una volta se l'era trovata sul letto, mentre lui dormiva beato, ringhiante e incavolata nera perché aveva lasciato Derek bambino da solo nella foresta per tutta la notte. Si era giustificato spiegando che serviva a rafforzare il carattere, ma questo non gli aveva evitato tre morsi molto dolorosi a una coscia. 

I ricordi erano una brutta bestia, anche per un pazzo scatenato come Peter. 

"Assomigli a tua madre.", il lupo smise di ringhiare sentendo con quanta sincerità Peter aveva fatto quella constatazione. 

Lydia intervenne per evitare quell'aria tesa che si stava creando: "Allora, Stiles tu hai trovato qualche soluzione?"

"Beh... No. Credevo che fosse una cosa che si può risolvere con il tempo."

Lydia guardò Peter, ne avevano parlato appena saputo. L'uomo prese la parola: "Di norma è così. Quando un licantropo si trasforma spontaneamente in lupo, dopo un po' per stanchezza ritorna in sé, ma Derek si è trasformato sotto stress e se ancora non ha avuto avvisaglie di stanchezza significa che non si ritrasformera senza aiuto e impegno."

Stiles iniziò ad inquietarsi, ma il muso di Derek si infilò sotto la sua mano cercando di calmarlo. Stiles lo accarezzò d'istinto. 

"Che tipo d'aiuto?"

Lydia intervenne: "Ricordi il libro che ti ha regalato Deaton? Sicuramente ci sarà qualcosa per queste situazioni." 

"Ci vorrà un'eternità. È enorme e poi ci sono così tante ricette che non saprei quale è più adatta alla situazione."

"Qualcosa per la concentrazione.", sostenne Peter: "Talia diceva sempre che in quella forma l'istinto da lupo aveva il sopravvento. Bisognava concentrarsi molto per ritrovare la propria umanità"

"Ok. Proverò a cercare."

"Però, Derek non deve lasciarsi sopraffare dagli istinti e deve continuare a concentrarsi sui suoi doveri da uomo e capobranco se vuole tornare normale."

La testa di Derek si era poggiata su un ginocchio di Stiles. Il ragazzo capì la sua agitazione. Non sarebbe stato facile. 

 

Rimasti soli, Stiles iniziò a leggere il libro di cucina regalato da Deaton, mentre Derek cercava di concentrarsi. Era sempre più difficile, visto il desiderio impellente di uscire di nuovo con l'avvicinarsi del tramonto. Voleva correre. Era tutto ciò che desiderava in quel momento. 

"Ok lupone. Ho capito che ti annoi. Usciamo.", la frase di Stiles lo rese felice. 

Si diresserò nello stesso posto della mattina, mentre il sole calava. Derek era felice di correre libero con Stiles. Si godetterò il tramonto che si vedeva dal loro angolino selvaggio, dopo che Derek ebbe dato un'annusata al suo nuovo territorio. 

Quando iniziò a fare buio Stiles decise di tornare a casa, ma Derek sembrava più interessato a restare lì. 

"Derek, andiamo."

Bastò la sua voce a fargli ricordare che casa sua non era la foresta, ma il posto che condivideva con Stiles.

La cena non fu male, una volta messo in chiaro che Derek mangiava a tavola.

Andare a letto però divenne un problema visto che si era strofinato contro la corteccia degli alberi e non voleva farsi spazzolare. Stiles propose una soluzione alternativa, ma la lancia dell'aspirapolvere contro la sua amata pelliccia era da escludersi. Stiles l'aveva dovuto rincorrere per tutta la stanza e solo dopo estenuanti trattative a base di ringhi, avevano optato per la spazzola. Cosa che se pur umiliante inizialmente per Derek, dopo un minuto divenne piacevole.

"Regola numero uno, non stare sul mio cuscino, perdi un sacco di peli. Regola numero due, non starmi addosso, sei più grosso di prima. Regola numero tre, non leccarmi, hai una lingua enorme e finiresti per farmi venire un malanno con tutta quella bava." 

Derek lo guardò da seduto, con le sopracciglia alzate in uno strano ghigno, mentre l'altro si metteva a letto. Due secondi dopo che Stiles ebbe spento la luce, Derek balzò sul letto e violò tutte e tre le regole piazzandosi sul suo stesso cuscino, circondandolo con una zampa e iniziando a leccargli la faccia. 

"Smettila sourwolf!" 

Le suppliche del ragazzo rimaserò inascoltate. Se Derek era possessivo da umano, da lupo era peggio.

La mattina seguente, dopo la passeggiata, deciserò di andare da Deaton. Stiles voleva sapere se ci fosse qualche ricetta sul libro utile a Derek. Lui non era riuscito a trovare nulla nelle pagine che aveva letto. Forse, Deaton sapeva dove guardare. 

Entrare nella sala d'aspetto con un grosso lupo nero, fece effetto su metà delle persone presenti con i loro animali. Qualcuno si affrettò a lasciare la clinica alla velocità della luce con il suo gatto o cagnolino. I più temerari restarono fermi stringendo a sè il loro animale da compagnia. Scott uscì tutto indaffarato dall'ambulatorio: "Stiles."

"Ciao amico. Vedo che sei occupato? Non potrei parlare con Deaton? È urgente.", fece segno verso Derek e Scott capì. 

"Mi dispiace, dovete attendere il vostro turno. Abbiamo un sacco di vaccinazioni da fare."

I due non avevano intenzione di aspettare: "E dai, fratello. È un'emergenza."

Una signora con un chihuahua si intromise: "Ehi, giovanotto, io e Sissi siamo qui da due ore, aspetti il suo turno."

Derek gli ringhiò, ma Stiles intervenne subito con una carezza per calmarlo: "Buono Miguel." 

"Mi dispiace Stiles.", fece Scott con aria da cucciolo abbattuto. Stiles si rassegnò a fare la fila sedendosi su una sedia, mentre Derek lo imitava poggiano il sedere a terra. 

Dopo cinque minuti Stiles notò la signora con il viso pallido che stringeva al petto il suo topo... cagnolino. Solo allora si accorse che Derek aveva fissato il cane come si fissa una bistecca. La signora resistette solo altri due minuti, prima di fuggire dalla clinica. 

Stiles guardò Derek che sembrava avere un atteggiamento soddisfatto. 

Quindici minuti dopo ben due cani, un gatto, un piccione erano fuggiti via con relativi padroni per paura del lupo. Un temerario con un San Bernardo continuava a resistere ai ringhi di Derek. Scott arrivò e tentò di farlo entrare, ma l'uomo cedette volentieri il turno a Stiles e al suo lupo. 

"Ma dove sono tutti gli altri?", domandò Scott. 

"Non guardare me, io di solito uso l'allarme antincendio per far scappare la gente, non le occhiate assassine."

Derek trottò di fianco a Stiles felice del suo operato. 

Deaton li accolse con un sorriso indecifrabile: "Vedo che non sei tornato umano. Vi aspettavo per domani però."

"Sì, vero, ma dopo aver parlato con Peter, volevamo essere sicuri che stessimo facendo le cose nel modo giusto. Se c'è un modo più semplice per aiutare Derek a tornare umano, sarebbe meglio."

"Ho parlato con lui e Lydia di un paio di ricette utili per far ritrovare la concentrazione a Derek. Una va bene anche per umani, ma non è molto efficace. Quella che invece potrebbe funzionare, è per cuccioli che ancora non si sono trasformati nella loro forma umana. Però per Derek ci vogliono dosi maggiori e potrebbe essere pericoloso. Vanno calcolati gli ingredienti un milligrammo per volta finchè non diventerà efficace. Purtroppo, contiene Strozzalupo."

I due si guardarono in faccia: "Vuoi dargli dello Strozzalupo? Lo ucciderà!", affermò sconvolto. 

"È per questo che è pericoloso. Per i cuccioli le quantità sono precise e non rischiano nulla, ma un lupo adulto non saprei quanto di preciso possa volerci di Strozzalupo e quanto gli altri ingredienti impediranno che si avveleni."

"Quindi non c'è d'aiuto.", affermò abbattuto. 

"Stiles se volete tentare, ti insegnerò come preparare la pozione, ma devi essere tu a decidere la quantità di ingredienti." 

"Cosa? Io! Non posso... Non saprei cosa fare! E se sbagliassi?"

"Allora, è da escludere come possibilità. Dovrà cercare di trovare la concentrazione giusta senza rimedi e pozioni.", fece rammaricato osservando Derek.

Stiles guardò il suo compagno e gli fece un sorriso rassicurante visto che sembrava piuttosto abbattuto. 

Deaton si voltò in direzione di Scott: "Ci sono molti pazienti di là?"

"No"

"Visto che siete già qui è inutile rimandare a domani.", annunciò con un sorriso preoccupante sulle labbra. 

Stiles e Derek si guardarono confusi. 

"È il momento di passare l'antipulci su quella bella pelliccia che ti ritrovi Derek."

Il mannaro vide il medico prendere delle fiale da un ripiano. Già immaginava l'odore disgustoso che quella roba aveva e poi lui non era un animale, non potevano pensare di trattarlo in questo modo. 

Stiles se ne uscì con una frase per niente rassicurante.

"Ottima idea, almeno non mi riempirà casa di pulci e pidocchi!"

Si chiese da che parte stesse il suo umano e soprattutto da quando avesse preso così a cuore quella specie di abitazione in cui vivevano. 

Arretrò in cerca dell'uscita con la coda fra le gambe, quando i tre lo guardarono in attesa che si facesse avanti per passargli le gocce in punti sicuramente delicati del suo corpo. 

"Derek?", chiamò Stiles. 

Scott cercò di avvicinarsi dopo aver preso le fiale dalle mani di Deaton, ma Derek iniziò a ringhiare. 

"Non credo che voglia farsi mettere questa roba oddosso.", constatò Scott. 

Stiles sembrava avere un'aria spazientita: "Derek Hale, muoviti e fatti passare l'antipulci o da stasera dormirai sullo zerbino di casa."

Ci vollerò diversi tentativi di Scott di tenerlo fermo, per permettere finalmente a Stiles di versare le gocce nei punti  indicati da Deaton. Mezz'ora dopo uscirono e non trovarono più nessuno in sala d'aspetto, forse a causa di un paio di ululati disperati di Derek. 

Per fortuna nessuno dei loro amici licantropi era nei pressi della clinica per correre in suo soccorso e farsi due risate. 

"Derek non rotolarti nella sabbia! Stai facendo un dramma per nulla. Scott ha detto che sono inodore, quindi il tuo è un atteggiamento esagerato.", gli fece la predica Stiles.

Il lupo si diede una scrollata della sabbia in eccesso e pensò che doveva far fare un controllo al fiuto di Scott, perché era sicuro che quelle fiale puzzassero.

Tornarono a casa e Derek cercò di fare il possibile per tornare umano, ma non riusciva a restare concentrato su ciò per più di pochi minuti. 

Stiles stava guardando la pagina della pozione di cui gli aveva parlato Deaton, e Derek notò la sua espressione preoccupata. 

Non gli piaceva.

Camminò silenzioso di fronte a lui e posò la testa sul libro. Solo in quel momento Stiles lo notò: "Ehi, stai meglio? Passata la smania da antipulci?"

Lui annuì e prese a leccargli la mano. 

"Vedrai che passerà anche questa storia e un giorno ci rideremo su. Anche, se credo che Scott ci stia già ridendo come un matto!"

Derek si lasciò cullare dalle carezze del suo umano, sperando che le sue parole fossero vere. 

 

Passarono diversi giorni e Derek era ancora un lupo. 

Il ritorno a scuola si avvicinava e Stiles doveva riprendere in mano i libri, ma cercava anche di trovare una soluzione per Derek facendo ricerche su ricerche senza ottenere risultati. 

Derek intanto lottava sempre più con la sua parte animale che voleva prendere il sopravvento. 

Un paio di persone avevano già tentato di accusarlo per la scomparsa di qualche gatto, ma lui poteva affermare con prove certe che i peli tra i suoi denti non erano di gatto, ma solo di un paio di sventurate lepri di cui Stiles non doveva sapere nulla. 

Un giorno Stiles decise di portarlo a comprare un collare. Derek ringhiò diverse volte prima di capirne il motivo. Senza rendersi conto era già arrivato il giorno precedente al ritorno a scuola di Stiles. Iniziò a realizzare che avesse dei problemi a percepire il tempo che passava. Sapeva ancora sentire la luna e capire più o meno che ore fosserò, ma non si rendeva conto dei giorni che passavano. Viveva giorno per giorno e non andava bene.  

Il suo compagno l'aveva portato a scegliere un collare con targhetta così da poter girare tranquillamente intorno scuola e non dover attendere Peter o lo sceriffo per uscire per prendere aria. Il collare scelto da entrambi era di pelle nera rigido a cui era stata aggiunta una bella targhetta con il nome Miguel e il numero di cellulare di Stiles.

"Così stai meglio!", fece soddisfatto Stiles, mentre comprava strani prodotti nel negozio d'animali. Non ci badò tanto, finchè quella stessa sera l'omega non tentò di fargli il bagno.

Il bagnoschiuma sulla sua pelliccia era una cosa impensabile. Era un continuo ringhiare verso Stiles che lo teneva fermo per insaponarlo.

Alla fine, accettò che il compagno lo risciacquasse, visto che sembrava sfinito dalla lotta. 

Il giorno dopo si organizzarono con Peter. 

Stiles sarebbe andato a scuola con Derek e poi lui sarebbe andato a fare la passeggiata nel bosco con Peter che invece ci teneva ad accompagnare Lydia a scuola ogni mattina. 

Quando Stiles entrò nell'istituto, Derek non volle saperne di allontanarsi, costringendo Peter a stare in zona. 

Peter decise di avvisare Stiles che Derek non sembrava intenzionato a muoversi di lì e che si era nascosto sotto gli sparti del campo di lacrosse. 

L'omega andò da lui appena la campanella del pranzo suonò.

"Ehi, sourwolf. Mi dici che ci fai qui?", chiese passando sotto le gradinate. 

Il lupo gli corse incontro saltandogli addosso felice di vederlo. 

"Ti manco?", domandò comprensivo. 

L'altro annuì e lo leccò in faccia.

"Anche tu mi manchi e mi manca terribilmente parlare con te, anche se mi rispondevi a monosillabe.", aggiunse dolorosamente. 

Si feceró le coccole a vicenda, finchè una voce non li sorprese. Derek prese a ringhiare contro l'uomo che apparve. 

"Stiles, cosa fai qui?"

"Bobby... Ehm, coach. Ero solo venuto a controllare il mio cane."

"Cane? A me pare un lupo. Non dovrebbe stare nei confini scolastici."

"Mi dispiace, ma non vuole andare a casa.", si giustificò. 

"Chiama il tuo compagno e farlo venire a prendere. Sembra pericoloso."

"A dire il vero, Derek è fuori per lavoro e mi ha lasciato lui per protezione. Ringhia a tutti, ma alla fine è buono. Vero Miguel? Fa' il bravo.", trattenne il lupo per il collare per paura che attaccasse il suo ex.

"Fuori per lavoro, così presto Stiles?", domandò l'uomo riferendosi al periodo del legame passato da poco e notando i segni leggeri sul collo di Stiles. 

L'omega si rese conto che i segni sulle sue ghiandole erano sbiaditi in confronto a quelli degli altri omega. Persino Erica li aveva più evidenti nonostante le sue capacità rigenerative. 

Bobby Finstock sembrava temere che Stiles fosse stato abbandonato: "Stiles se c'è qualcosa che non va, puoi parlarmene."

"No. No. È tutto ok. Solo che c'era un lavoro importante da fare e il mio alpha è dovuto partire, ma tornerà presto."

"Beh, spero che tornerà per la festa del centenario dell'istituto sabato. È un evento da non perdere."

"Oh sì, sono sicuro che ce la farà."

Derek continuava a ringhiare verso l'uomo e a tirare, mentre Stiles lo teneva per il collare. 

"Forse è meglio se vado. Chiamo qualcuno per venire a prendere Miguel."

Bobby ci pensò: "Se non morde nessuno, può restare qui sotto le gradinate."

"No, lui è molto bravo, vero Miguel? È solo un tantino geloso con le persone che mi si avvicinano."

"Capisco. Derek ti ha lasciato una guardia del corpo."

"Sì, sembrerebbe!"

"Beh, ha fatto bene. C'è tanta gente che vorrebbe ancora corteggiarti nonostante tu abbia un alpha."

Stiles rimase un tantino confuso, mentre Derek tirava ancora di più per aggredire l'uomo e gli ormoni che emanava. 

Bobby notando la reazione dei due si riscosse e decise di andare via: "Ora vado. Non vorrei che mi uccidesse il tuo lupo. A domani per gli allenamenti e le selezioni. Spero non mancherai. Per domani non serve, ma non dimenticare il permesso firmato dal tuo alpha per la settima prossima. Deve esserci anche un certificato medico sulle tue condizioni fisiche."

Così dicendo andò via, lasciando a Stiles l'impressione che volesse chiedergli se fosse rimasto gravido durante il calore. 

"Derek, smettila. È il mio coach.", chiese al lupo. 

L'animale si calmò e andò in cerca della mano del ragazzo che iniziò a leccare. "Ora non fare il ruffiano!", lo rimproverò sorridendo. 

Si sedetterò al riparo da occhi indiscreti e tra una carezza e una leccata cercarono di comunicare.

"Va bene per te se torno in squadra?"

Derek emise un lamento indistinto. 

"Ti assicuro che con Bobby è tutto finito. Ci sei solo tu e ci sarai solo tu per il resto della mia vita."

Si guardarono negli occhi per diverso tempo, prima che Stiles tornasse a chiedere: "Allora, va bene? Altrimenti non è poi così importante per me giocare a lacrosse. Posso sempre venire a guardare i nostri amici giocare."

Derek iniziò a leccargli la faccia. Non gli piaceva vedere Stiles depresso. 

"Questo è un sì?"

Ottenne altre leccate di conferma.

Stiles dovette rientrare a scuola, mentre il lupo chiaramente non sembrava interessato a ritornare a casa, aspettandolo all'uscita a fine lezioni.

 

Il giorno dopo Derek ripetè ciò che aveva fatto il giorno prima, uscendo dal suo nascondiglio solo per stare a bordo campo ad osservare Stiles durante gli allenamenti. Si era messo accanto a Allison e Lydia per non dare nell'occhio. 

Vide Stiles giocare e superare le selezioni con Scott, Isaac e Danny.

Derek era tranquillo, l'unico fastidio che provava, era dovuto al coach che dava pacche, troppo spesso, sulla spalla di Stiles. 

Quando gli allenamenti finirono Stiles diede un bacio sul naso al suo lupo felice dei propri risultati nello sport e corse a fare la doccia. Aveva avvisato Derek di non farsi notare e per non innervosirlo troppo gli aveva detto che sarebberò andati via quando il parcheggio fosse stata più vuoto. Era già sera e in molti avevano assistito alle selezioni. Un lupo a spasso intorno a scuola, non era visto di buon occhio dopo la storia del puma di montagna alias Peter fuori controllo.

Stiles fece la doccia per ultimo con Danny. Non sapeva perché, ma riteneva di doversi far vedere nudo solo dal suo alpha e non da altri con gli ormoni alle stelle. 

Scott andò via quasi subito per via di una cena a casa dei genitori di Allison a cui avrebbe partecipato anche il nonno della compagna venuto da lontano, mentre Danny e Isaac furono gli ultimi. Era rimasto solo mentre si allacciava le scarpe. 

"Stiles, ancora qui?", domandò Bobby Finstock uscendo dal suo ufficio. 

"Ora vado.", fece, prendendo la borsa.

"Aspetta. Possiamo parlare? Sai, sarò il tuo coach per tutto l'anno scolastico e dopo quello che c'è stato tra di noi, non vorrei che ti sentissi a disagio."

"Bobby, non ho alcun problema a passare del tempo con te. Anche se le battute di oggi dei ragazzi della squadra, non erano per niente divertenti."

"Non ci sono andati leggeri, eh?! Quindi è davvero tutto a posto tra me e te?"

"Sì. So di non avertelo dimostrato in passato, ma sei sempre stato il professore più simpatico.", affermò allegro. 

"Davvero? Non l'avrei mai detto.", aggiunse sarcastico. 

"Ora vado. Derek mi aspetta."

"È tornato?"

"Sì, sì, è tornato. Mi aspetta a casa... me e Miguel.", precisò avendo sbagliato nome. 

"Non è venuto, però?"

"Era stanco per il viaggio.", cercò di avviarsi verso l'uscita degli spoiatoi, per evitare altre domande. 

Bobby come insegnante era più attento ai segnali di disagio che uno studente mostrava, infatti aveva intuito qualcosa: "Stiles, guardami. Sei sicuro che vada tutto bene con il tuo alpha? Sembri teso quando ne parli."

"Sì, certo. È tutto ok. Davvero. Ora devo andare.", cercò di andare via, ma Bobby l'afferrò per il braccio.

Si ritrovarono occhi negli occhi. 

"Stiles, sono tuo amico. Se hai bisogno d'aiuto perché Derek ti tratta male o ti abbandona continuamente, puoi dirmelo. So che sei orgoglioso e non sei abituato a chiedere aiuto, ma io ci sono e ci tengo ancora a te.", gli disse vedendolo tremare. 

Un ringhio giunse dal basso. 

Derek era entrato nella scuola e sembrava non aver apprezzato la scena che si era trovato davanti.

Stiles capì subito cosa stesse per accadere: "Bobby lasciami e allontanati da me. Tu sta' buono! Non è successo nulla."

Derek ringhiò ancora mostrando le zanne e vedendo Bobby lontano da Stiles, decise improvvisamente d'attaccare. 

"FERMO!"

Urlò disperato Stiles, mentre afferrava Derek e cercava di staccarlo dal braccio di Bobby. 

Quando ci riuscì, Derek arretrò rendendosi conto di ciò che aveva fatto. Guardò Stiles negli occhi e vide la delusione nei suoi confronti. 

Scappò via lasciando il suo omega a prestare soccorso al coach che perdeva sangue da una spalla. 

 

Mezz'ora dopo Stiles lasciò Bobby alle cure dei medici e riprese la sua jeep sporca di sangue per andare a cercare Derek. Aveva telefonato a tutto il branco e nessuno l'aveva visto o trovato. Al loft non c'era secondo Peter che era andato subito a cercarlo lì, così Stiles decise di andare nel posto dove Derek si sentiva più a suo agio negli ultimi tempi e cioè la foresta. 

Parcheggiò nel solito posto e si avventurò con una torcia tra gli alberi, inciampando in continuazione come mesi prima, quando era andato nel bosco con Derek in cerca del bambino scomparso. Gli sembrava passato un secolo. Un intero secolo con Derek. Doveva trovarlo e portarlo a casa loro, altrimenti non sapeva davvero come continuare a vivere senza di lui.

"Derek." chiamò quando giunse nel solito posto in cui andavano di giorno. 

Non notò nulla, tranne un'ombra acciambellata sotto l'albero dove si sedeva sempre. 

"Derek."

Il lupo stava guardando davanti a sé perso nei propri pensieri. 

Stiles gli si sedette davanti: "Derek stai bene?"

Non rispose. 

"Non fare così, ho bisogno di sapere se sei arrabbiato con me?"

L'altro lo guardò come se fosse l'esatto contrario quello che si aspettava. Era Stiles a dover essere arrabbiato con lui.

"Derek, lo so perché l'hai fatto. Temevi che Bobby riuscise a portarmi via da te, ma io sono il tuo omega e lo sarò per sempre. Quindi, non ti preoccupare adesso di ciò che hai fatto e torna a casa con me."

Il lupo emise un lamento e tornò ad abbassare la testa intenzionato a restare lì. 

Stiles l'osservò e una lacrima iniziò a scendere lungo la guancia: "Derek? Derek, non puoi restare qui, rischi di diventare completamente selvatico. Andiamo a casa, ti prego!"

L'animale continuava a restare fermo. 

Stiles non poteva credere che lo stava perdendo. Non sarebbe stato più il suo alpha, ma solo un animale. Strinse i pugni e decise: "Se tu vuoi vivere qui, lo farò anch'io!", si sedette più comodo e appoggio la testa sulla schiena di Derek. 

"Io ti amo e ho bisogno di te.", singhiozzò, chiudendo gli occhi per riposare un po'.

L'altro iniziò a agitarsi. Non voleva che Stiles restasse all'aperto a prendere freddo. Non era fatto di pelliccia e quello non era il suo habitat naturale, ma il ragazzo sembrava essersi assopito dopo un'oretta in quella posizione. 

Derek cercava di capire come fare per tenerlo al sicuro. Quella non era la vita che voleva dargli. Gli aveva promesso una casa e protezione, calore e amore, una famiglia e dei cuccioli. 

Quando realizzò che la cosa più bella ed importante per lui fosse poter abbracciare Stiles e i loro futuri bambini, accadde...

 

Stiles aprì gli occhi verso mezzanotte, sentendo freddo. Scattò seduto realizzando che non c'era più il pelo morbido di Derek a tenerlo al caldo. 

"Stiles, calmati!", gli fece una voce accanto a lui.

Si voltò e vide un corpo nudo, tranne per il collare, e perfetto disteso al suo fianco.

"Derek, sei tu?"

"E chi altri? Non mi pare che tu abbia l'abitudine di dormire con altri uomini nudi o sbaglio?"

L'omega gli si getto addosso iniziando a singhiozzare. 

L'alpha lo strinse a sè per consolarlo e baciarlo dolcemente. 

"Niente più mega lingua?"

"Non dirmi che ti manca?"

"No. L'importante è come usi questa.", sussurrò baciandolo appassionatamente. Finirono per fare l'amore nel bosco, con Derek che veniva tenuto stretto per il collare, che ancora portava, dal suo omega fuori controllo. 

 

Qualche ora dopo, Derek con indosso una coperta che stava nella jeep, e Stiles rincasarono, trovando lo sceriffo sulla porta. 

"Per fortuna state entrambi bene.", tirò un sospiro di solievo: "È bello rivederti umano figliolo."

"Grazie sceriffo."

"Papà è successo qualcosa?"

"Sì, hai accompagnato il coach in ospedale, giusto?"

"Sì, diciamo che Derek l'ha morso."

"Non so cosa sia successo, ma sembra che dopo sia scappato dall'ospedale correndo in modo strano da come l'hanno descritto."

"Modo strano?", domandò Stiles senza capire. 

Derek intervenne: "Come un licantropo.", affermò certo. 

 

   
 
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