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Autore: Atra    05/02/2016    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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Il risveglio è molto più brusco del primo, avvenuto sul treno per Timber: un dolore lancinante alla testa e uno strattone improvviso mi costringono a spalancare gli occhi.
Mi ritrovo stesa a terra proprio sul ciglio della torre; il mare ruggisce famelico sotto di me e una forte sensazione di vertigine mi fa girare la testa, soprattutto quando cerco di mettermi a sedere.
-E' tornata-.
La voce vicinissima a me mi fa sussultare e sollevare il busto, ma il mio corpo non è ancora pronto a questi movimenti repentini e solo una forte stretta al braccio mi impedisce di scivolare nuovamente nell'incoscienza.
Accovacciato accanto a me c'è Seifer, lo sguardo fisso però sull'altra figura che troneggia sul mio corpo.
La Strega.
-Ottimo Seifer. Lasciala, ora- gli ordina lei, la voce che gratta crudele sulle pareti del mio cervello, insopportabile come il suono di unghie sulla lavagna.
Mio fratello si alza in piedi, seguito dal mio sguardo sorpreso, e si appoggia alla trave metallica da cui giusto ieri avevo fatto strage di galbadiani con...lui.
Ma lui ora non è qui. Perlomeno, non il Seifer che conosco io.
-Mi senti, umana?-.
Un'altra stilettata di ghiaccio mi perfora le tempie e il dolore aumenta quando lei si china a prendermi il mento fra le dita, costringendomi a guardarla negli occhi.
Mi sfugge un gemito di dolore: il suo tocco è acido sulla mia pelle e il suo respiro sfrigola sul mio viso. L'oro delle sue iridi sembra danzare in tutto il mio campo visivo, tanto che mi sento annegare nella sua luce abbagliante, e la sensazione di soffocamento torna a opprimermi i polmoni insieme al dolore crescente.
Lei non lascia la presa, anzi la rinsalda e mi scrolla con violenza una sola volta:
-Ti ho chiesto se mi senti-.
-N-n-non t-tocc...- comincio a biascicare tentando di sottrarmi alle sue dita, che sembrano affondare sempre più nella mia carne a ogni secondo che passa. Una lacrima di sofferenza mi scivola dalle palpebre e si infila nell'incavo della mano della Strega, che la osserva incontrare la sua pelle marmorea con evidente disprezzo.
Le sue unghie grattano ancora sul mio mento, prima che lei lasci la presa e risollevi il busto, una smorfia disgustata che altera appena i suoi lineamenti scolpiti nella pietra.
Rimango un attimo sola con il mio dolore, prima di sollevare il volto e incontrare lo sguardo di mio fratello fisso su di me.
Sei stato tu...
-Cosa...cosa hai fatto?- gli domando con voce rotta, scrutando i suoi occhi ormai totalmente dorati in cerca di una traccia di familiarità che non trovo.
Seifer solleva il mento e fa spallucce:
-La cosa giusta- risponde semplicemente, seguendo poi con lo sguardo la figura svolazzante della Strega.
Dietro una cassa alla sinistra della donna si trovano Fujin e Raijin, accucciati e tremanti; per una volta ammetto che vorrei essere al loro posto, qui mi sento così...esposta.
I due sono comunque sorvegliati dall'uomo che ci ha sorpresi qui...o meglio, dalla spia che ci ha sorpresi qui; ma chi è stato più una spia? Roger o...Seifer?
Più lontano, una figura stesa a terra attira la mia attenzione. Nessun movimento proviene da lì, ma da dove mi trovo posso vederne i capelli biondi dritti e il sangue mi si rivolta nelle vene.
-Maledizione...Zell- sputo fra i denti, cercando contemporaneamente di mettermi in piedi.
La Strega si volta di scatto e il suo impulso mentale mi colpisce con un violento manrovescio, che mi fa crollare in ginocchio con uno schianto:
-Ferma lì - mi ammonisce, gli occhi splendenti di un bagliore che mi acceca come un flash - Roger, accertati se il ragazzo là in fondo sia vivo, poi vieni qui-.
La spia annuisce e si dirige baldanzosa verso Zell; arrivata vicino a lui, lo rivolta con una pedata e gli pianta senza tante cerimonie uno stivale sul petto, prima di chinarsi a controllare il respiro.
-Morto stecchito- annuncia, la voce che tradisce un certo divertimento compiaciuto.
Il mio viso ha uno scatto verso la Strega, vincendo anche il suo ferreo controllo mentale, mentre cerco di puntellarmi nuovamente sulle mani e rialzarmi; un semplice gemito mi sfugge dalle labbra per lo sforzo, il dolore alla testa, lo shock e una miriade di altre cose che non riesco a decifrare.
Immediatamente le mani di Seifer si posano saldamente sulle mie spalle per tenermi ferma a terra, ma la Strega richiama il controllo mentale e sorride:
-Aiutala, Seifer. È tua sorella-.
"È tua sorella".
Deve essere lei a ricordarglielo?
Subito sento mio fratello afferrarmi, ora più delicatamente, per le braccia e tirarmi in piedi, sorreggendomi poi per le spalle...il tutto senza dire una sola, minima parola.
Da qui vedo la spia ridacchiare e sferrare un altro calcio a Zell...che emette un lamento.
-Sto scherzando, bella. Il tuo ragazzo è un po' malconcio, ma vivo-.
-Lui non è...- preciso subito scocciata, ma la Strega mi interrompe:
-Roger vieni qui, ho detto. È ora che tu abbia la ricompensa per il tuo lavoro-.
L’uomo obbedisce come un cagnolino e trotterella verso di lei, lanciando a me uno sguardo irrisorio e a Seifer un’occhiata di superiorità. Mio fratello stringe istintivamente la presa sulle mie spalle ed emette uno sbuffo che mi sfiora la nuca.
La Strega solleva il mento, prima di posare lo sguardo oltre le mie spalle:
-Seifer, non essere così offeso - lo rimprovera bonariamente - Ho ordinato a Roger di tenervi d'occhio solo per accertarmi che l’influenza di tua sorella non fosse di ostacolo al mio richiamo. I SeeD del vostro Garden hanno creduto fosse un comune prigioniero della guerra di Dollet- dice, aprendo infine le labbra in un breve sorriso di scherno.
-E comunque è stata una fortuna direi, altrimenti sareste ancora a combattere contro i Galbadiani! - interviene compiaciuto Roger, accennando con il mento a quello che sembra proprio un detonatore abbandonato in un angolo della torre - BOOM!- esclama alla fine, scoppiando in una risata sguaiata.
Ed ecco spiegate le esplosioni improvvise durante la nostra ultima battaglia...a quanto pare alla Strega non importa sacrificare chissà quanti elementi dell'esercito di Galbadia, pur di coprire i suoi loschi piani.
Mio fratello intanto borbotta qualcosa di incomprensibile e sicuramente poco gentile, mentre in questo momento io collego un altro pezzo della storia:
-L’avevi preso sotto il tuo controllo già ieri pomeriggio, non è così?- la accuso, la voce inizialmente roca: devo schiarirla prima di poter completare la frase. La Strega mi degna appena di uno sguardo, ma una fitta di dolore alla tempia mi suggerisce che le dà fastidio che io abbia compreso, così vado avanti:
-Stamattina l’hai richiamato qui, ma quando al Garden qualcosa è andato storto hai preferito giocare la carta della prudenza e l’hai lasciato a cavarsela da solo-.
La donna solleva le sopracciglia arcuate e il dolore si intensifica: centro ancora. Non sono un’arciera per niente.
-Quando l’ho liberato dal Centro Disciplinare hai ripreso a guidarlo, senza aspettarti però che ci fosse qualcuno al suo seguito- la sfido infine a labbra contratte per resistere alle fitte al cervello, cogliendo con la coda nell’occhio il movimento di un piede di Zell.
La Strega emette il verso di una breve, acuta risata saccente e il dolore mi esplode di colpo nella testa:
-E qui ti sbagli, umana - sorride, mentre io socchiudo gli occhi e mi mordo la lingua per trattenere un lamento sofferente - Sapevo di tutti voi. Tutti voi, chiaro? Non credermi un’ingenua: potresti provare la delusione più forte di tutta la tua miserabile vita-.
La sua voce si riduce a un sibilo, come il dolore che mi martella in testa: diventa un fischio di sottofondo che mi getta in un leggero stato di stordimento quasi ipnotico, come una sottile litania.
Roger ridacchia con voce gutturale, nello stesso momento in cui Zell muove anche il braccio e si porta una mano tremante alla testa:
-Padrona, non credi di avere di meglio da fare che rispondere alle domande di una bambina?- sghignazza la spia, le mani posate sui fianchi e il tono impaziente.
La Strega ha uno scatto fluido del collo, scoccando al suo sottoposto uno sguardo che non sembra significare ciò che lui anela senza concedersi il lusso di cogliere altro.
-Sicuramente, Roger... - sorride, godendo della sua ansia trepidante - ...come la tua ricompensa-.
L’uomo annuisce vigorosamente, mentre una nuova stilettata di dolore mi attraversa il cervello. Capisco subito che non è diretta a me e ne trovo conferma quando Seifer mi lascia andare e comincia a camminare verso la Strega, la mano che ciondola pericolosamente vicino all’elsa dell’Hyperion.
La spia aggrotta le sopracciglia confusa, ma sul viso della Strega c’è solo l’espressione di piacere del gatto che gioca con il topo.
-Mi sei stato molto utile, Roger - comincia, seguendo con sguardo indolente il tremolio impaziente della destra di mio fratello - Sei stato: ieri, questa mattina, due ore prima, pochi secondi fa. La gloria è del passato, nel presente c’è solo la perdizione: ora muori-.
Roger non ha nemmeno il tempo di afferrare completamente queste parole che Seifer ha già sguainato l’Hyperion: un guizzo del polso, un sibilo tagliente dell'acciaio contro l'aria e la lama penetra nella carne, accompagnata da uno schizzo di sangue.
La spia circonda con mani tremanti la spada che gli ha appena trapassato il ventre e solleva il viso bianco come un cencio, prima su mio fratello, poi sul volto indifferente della Strega.
-Edea...- geme con voce rotta, prima che la pistola semi-automatica dell’Hyperion abbia uno scatto e mio fratello prema il grilletto. Il contraccolpo dello sparo scaraventa il corpo della spia lontano da tutti noi e fa emergere la lama dalla carne, rossa di sangue. La Strega stringe le labbra, rimanendo tranquillamente immobile:
-Sporcare il mio nome con la sua sozza lingua: viscido umano- si indigna, ridistendendo poi il viso nella sua solita indolenza.
Edea. Perché ho l'impressione che sia davvero quello il suo nome, come se non potessi associarlo a nessun'altra persona che non sia lei? Come se mi aspettassi già che la Strega si chiamasse così, quando sono sicura di non aver mai letto o sentito il suo nome...?
Seifer intanto abbandona il Gunblade a terra con un clangore, disgustato dal sangue denso che gocciola copioso dalla lama:
-Nemmeno io ho osato tanto- si vanta poi sollevando il mento, per nulla sorpreso dal nome della Strega.
Non riesco a riflettere oltre come vorrei, perché nello stesso momento Zell si solleva a sedere lamentandosi. Da dove mi trovo riesco a vedere che ha una botta violacea e gonfia sulla testa: deve averla sbattuta da qualche parte...un attimo, non sarà stato prima che io svenissi? Mi ricordo che aveva provato ad aiutarmi, ma era stato respinto da qualcu...
-Mi sono preso una piccola rivincita- commenta in questo momento Seifer, una volta tornato alle mie spalle, la voce che tradisce un ghigno soddisfatto.
Scuoto lentamente la testa, stringendo gli occhi per reprimere delle lacrime che tuttavia non riescono lo stesso a bagnarmi le guance e si fermano come fuoco nella gola a rendere le mie parole ancora più velenose:
-Non sei stato tu - dico a voce bassa, risollevando poi il viso con rabbia e puntandolo su Edea - Ma tu, lurida putt...- ringhio, prima che la Strega mi stenda un'altra volta senza muovere un dito, con una tremenda frustata di ghiaccio che brucia come fuoco rovente.
Crollo in ginocchio con un gemito mal trattenuto e in questo momento uno scalpiccio concitato mi avvisa che Zell è tornato in piedi.
-NON TOCCARLA!-.
La voce di Seifer giunge distorta alle mie orecchie, mentre le scarpe di Zell, sporche di sangue e terra, mi danzano davanti al viso e io mi piego in avanti, una mano contro la bocca per non rimettere anche l'anima.
-Fermo, Seifer - lo ammonisce la Strega, la sua voce graffiante che si infila come sabbia nelle mie ferite aperte - Non esageriamo-.
Non esageriamo?!
Questa ha fatto il lavaggio del cervello a mio fratello, ha ordinato l'esecuzione su due piedi di un uomo, sta per utilizzare una macchina del tempo per chissà quale scopo, ha una forza fuori dal comune...e non ha ancora esagerato?!
In questo momento mi accorgo che le mani di Zell sono attorno alle mie spalle e il dolore sta cominciando a scemare lentamente, pulsando sordo ma inoffensivo.
-Voglio alzarmi- mormoro subito, accorgendomi di essere ancora accovacciata a terra. Da lontano Fujin e Raijin ci osservano straniti, incapaci di dare una mano. Beh, è anche vero che non sarebbero molto di aiuto.
-Atra, non sei...- comincia Zell, ma io sbuffo spazientita:
-Zitto e dammi una mano- lo rimbecco poi, senza più voglia di stare a discutere.
Quando sono in piedi, gli lancio un'occhiataccia per intimargli di lasciarmi andare, ma una volta libera mi accorgo subito che non riesco a stare in equilibrio da sola: infatti barcollo paurosamente in avanti e lui riesce a riacciuffarmi in tempo, prima che le mie gambe cedano totalmente.
-Lasciami, ho dett...- comincio stizzita, ma lui mi dà un leggero strattone e mi tiene saldamente, al che io mi limito a puntare uno sguardo inferocito sulla Strega, che sta tornando ora a degnarci della sua onorevolissima attenzione:
-Ora che la signorina ha finito di fare i capricci, possiamo passare alla seconda parte del piano- sospira, scoccandomi uno sguardo dorato di superiorità. Sollevo il mento e le restituisco il colpo:
-Prima ci devi delle spiegazioni, Strega- sibilo, impregnando l'ultima parola di tutto il disgusto che provo.
La risposta è una frustata tremenda che mi piega di nuovo in due ed è grazie al sostegno di Zell se non finisco di nuovo a terra.
-Io non devo niente a nessuno, ti è chiaro umana?-.
Accidenti, questo sì che è disgusto nella sua forma più pura, quella che pizzica sulla lingua; mi raggiunge come uno schiaffo in piena faccia e, per la prima volta nella mia vita, mi lascia senza parole di replica.
Zell avvicina la bocca al mio orecchio:
-Piantala di stuzzicarla, Atra. Ti farà veramente del male, prima o poi- mi sussurra nervoso, beccandosi un mio sguardo rabbioso ma stanco; ha ragione, non c'è dubbio, ma non riesco a sopportare la vista di mio fratello che esegue gli ordini come un cagnolino obbediente.
Come un sottoposto, anzi.
Come un...
Un...
-...Cavaliere- boccheggio, rizzando improvvisamente la schiena e incatenando gli occhi a quelli di mio fratello, che solleva lo sguardo dal suo Hyperion ancora a terra e mi guarda interdetto, leggermente irritato. Edea si avvicina e gli mette una mano sulla spalla:
-Non ancora, Atra - sorride, facendo intravedere i denti bianchi e piccoli - Ma lo sarà molto presto. Tuttavia, non credo che tu sarai lì a goderti lo spettacolo-.
Cos'è, una sfida?
Prendo fiato per dirgliene quattro, ma Zell mi scrolla leggermente scuotendo la testa e io mi costringo a mordermi la lingua: che mi piaccia o no, adesso non sono nella posizione migliore per ribattere a tono.
La Strega non si ferma nemmeno ad aspettare una mia reazione, anche perché in questo momento il montacarichi risale con un cigolio e si arresta bruscamente al nostro piano. Un caporale si affretta a fare una tremante riverenza e la Strega si limita a sollevare un sopracciglio per ordinargli di parlare:
-Le ricerche della ragazza stanno per cominciare. Inizialmente estenderemo il raggio a tutto il continente di Galbadia, ma se necessario setacceremo anche altri territori- farfuglia quello, dopo un'imbarazzante incertezza iniziale.
Edea annuisce appena, prima di voltarsi con un fruscio dei suoi veli bianchi e concludere così la "conversazione".
Tuttavia il caporale si schiarisce la voce con un timido colpetto di tosse, che blocca semplicemente la Strega nell'atto di allontanarsi:
-Ehm...il soldato Jeff è pronto per il Salto che collauderà definitivamente la macchina del tempo- aggiunge facendo un'altra riverenza, nonostante Edea gli volti le spalle.
Sul volto della Strega si dipinge un sorriso sardonico:
-Dì a Jeff che il suo sacrificio è annullato. Ho trovato qualcosa di meglio-.
Detto questo, Edea muove lentamente il collo e il suo sguardo corre sicuro, deciso, implacabile come una freccia che disegna la sua traiettoria nella notte.
Poi si ferma, trovato il bersaglio.
I nostri occhi si incontrano e io, mio malgrado, comincio a tremare.



Ciao a tutti, rieccomi qua con il nuovo capitolo!
Come vedete, la situazione si sta facendo sempre più complicata...forse i nostri eroi facevano bene a rimanere ad annoiarsi al Garden!
Intanto si è capito cosa è successo a Seifer...anche se ci sono ancora delle cose da specificare, che ho rimandato ai prossimi capitoli.
E adesso cosa vorrà la Strega da Atra?

Mi prendo solo qualche altra riga per ringraziare tutti i miei meravigliosi recensori, che con lo scorso capitolo hanno fatto raggiungere le cento recensioni a questa storia: è un traguardo davvero importante e soddisfacente per me, grazie mille!
Ringrazio anche chi legge questa storia in silenzio, con la speranza che continuiate ad apprezzarla.

Intanto vi do appuntamento al prossimo capitolo! Ciaaaaao!
   
 
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