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Autore: damaristich    20/03/2009    15 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bella POV

Erano passati due giorni ora più ora meno. Ero in un angolo della mia prigione, avvolta dalla coperta di lana lurida. Me ne stavo con la testa appoggiata al muro, senza toccarmi. Il mio corpo mi nauseava come le mani che l'avevano toccato. Ero solo in attesa che il mio carnefice tornasse per finire il peggiore dei lavori. Volevo morire, volevo finirla lì. Non potevo reggere quella condizione. Edward non arrivava, trambusto non ce n'era. C'era sempre e solo silenzio. I miei singhiozzi non facevano più rumore ormai. Mi scuotevano, mi facevano vibrare le ossa ma niente più. Da me non proveniva che il soffio del mio respiro. Debole. In un angolo c'era il cibo che Lestat mi aveva portato e era rimasto lì. Sulla guancia avevo ancora il segno della mia disobbedienza.

Lestat era venuto varie ore dopo che che Laurent aveva lasciato la stanza, per portarmi del cibo; gli era stato ordinato. Sinceramente non avevo visto nemmeno cosa fosse. Quando era arrivato io ero ancora sul pavimento. Le lacrime erano già finite. Me ne stavo lì, in silenzio, sconvolta. Mi aveva guardata dall'alto verso il basso stando in piedi mentre io rimanevo accucciata su me stessa. Aveva ripetuto varie volte di mangiare ma non avevo risposto: non solo perchè l'idea di aprire la bocca per ingurgitare qualcosa mi nauseava, ma soprattutto perchè pensavo che la voce non sarebbe mai più uscita dalle mie labbra se non per pronunciare il nome del mio salvatore che non arrivava mai. Laurent mi aveva intimato varie volte di mangiare. Quando si era accorto di parlare contro un muro era andato su tutte le furie. Mi aveva alzata per il braccio ma le gambe non mi sorreggevano così mi ero accasciata. Avevo gli occhi bassi e non potevo vedere che i suoi piedi. Quelli dopo un pò scomparvero. La porta sbattè due volte. Non avevo ben capito come avevo fatto, forse mi aveva nuovamente sollevata, ma mi ero ritrovata appoggiata in un angolo della stanza con una felpa in grembo. Ero in reggiseno. La mia camicia giaceva strappata nella terra, ma ero talmente sconvolta che non riuscivo a vergognarmi della mia nudità. Pensavo solo a due cose: ai desideri di Laurent che non sapevo quando si sarebbero avverati e a edward, alla sua reazione se fossimo sopravvissuti, alle mie condizioni, alle sue. Avevo questi due concetti che mi turbinavano in testa e non pensavo ad altro. I miei pensieri si erano bloccati quando un grosso ceffone mi era arrivato in pieno viso. Non mi lamentai. Alzai solo gli occhi e incontrai i suoi, neri come la pece. Ebbi un pò paura. ma nemmeno tanta... Se mi avesse uccisa avrei smesso di soffrire... Non sapevo perchè mi avesse picchiata. Forse mi aveva parlato e io non l'avevo sentito. Ero in una bolla, proteggevo la mia mente con il silenzio. Non udivo nulla.

E cosi avevo continuato a sopravvivere per due giorni. Mi alzavo solo di tanto in tanto per andare in bagno e tornavo poi lì a sedermi. Non sentivo niente, non dicevo niente, non facevo niente. Pensavo alla mia famiglia e a Edward. Ogni tanto alzavo lo sguardo verso la porta con la pace e il terrore nel cuore: Quella porta di legno logora aveva due significati: salvezza e dolore.

Chinque l'avesse aperta avrebbe segnato la mia vita per sempre.

Fortunatamente di Laurent non c'era traccia. Per un giorno intero Lestat non era entrato, o almeno non me ne ero accorta, e i fagotti di cibo sul pavimento erano sempre gli stessi: il loro numero non era aumentato. Si era aggiunta solo una coperta. Era appoggiata sul letto. Evidentemente era entrato, forse lui, forse qualcun'altro mentre dormivo. Decisi di andare a prenderla. Faceva sempre freddo lì dentro. Troppo per un'umana. Non mi sentivo bene...Ogni tanto tossivo. Mancava solo che mi ammalassi. Con due coperte addosso mi sentivo meglio. Presi un fagotto di cibo dall'angolo e lo aprii. Non pareva marcio, anche perchè il freddo della stanza l'aveva mantenuto intatto. Diedi qualche morso, giusto per sopravvivere e lo rilanciai per terra. Non avevo voglia di mangiare. Non avevo voglia di vivere. Speravo.. attendevo che edward venisse. Ma lui non arrivava.

La porta si aprì e io pensavo ancora a lui. Edward.. edward.. edward... Era un chiodo fisso. Lentamente alzai lo sguardo. Era Lestat. Trassi un respiro di sollievo. in un balzo mi fu a pochi centrimetri dal viso.

< NON SOPPORTO PIU' DI SENTIRE QUEL NOME, LA DEVI SMETTERE! > lo guardai appena allibita. Che nome? io non avevo proprio parlato.. almeno.. non me ne ero accorta.

< SI CHE PARLI! TU PARLI CONTINUAMENTE,LO DICI CONTINUAMENTE! EDWARD, EDWARD, EDWARD. BASTA! EDWARD NON ARRIVERA' FATTENE UNA RAGIONE! > sgranai gli occhi... non era possibile... non era davvero possibile. come faceva?

< come faccio? semplice.. riesco a leggere nella mente.. dovresti essere a conoscenza di questi poteri o sbaglio? >

La mia bocca pendeva aperta, scioccata come la mia mente:

< t... tu riesci a.. a leggere i miei pensieri? >

< direi di si... > ero allibita. Come faceva a leggere i miei!?

< perchè non potrei leggere i tuoi? >

< perchè edw... lui non ci riesce, la mia mente gli è preclusa > non potevo pronunciare il suo nome, faceva troppo male.

< il mio potere è superiore sciocca umana > il suo potere?

< si.. il mio potere, perchè pensi che nessuno riesca a venire a prenderti. oh! si stanno ingegnando.. dovresti vederli tutti disperati > rise forte < cercano bella, dov'è bella? come sta bella? che ingenui.. come se quella sciocca della loro vampira possa riuscire a vedere dove sei > rise ancora.. non capivo! che significava? loro sapevano cosa stavano facendo i cullen? li controllavano!? e perchè alice non aveva visioni? era lui che...

< esatto.. sono proprio io. Mi basta volerlo e i loro poteri diventano inutili. Alice non potrà mai sapere dove sei, edward pure avvicinandosi non sentirà mai i nostri pensieri, i nostri odori, niente di niente.. non ti troveranno mai!! > rideva ancora. Ora era tutto chiaro. Era lui! ecco perchè lo usavano, per il suo potere. Di colpo sentii una stretta sul collo:

< no... non mi usano, io non vengo usato da nessuno. Questo per me è lavoro. Non mi importa niente nè di te, ne dei cullen, ne dei loro scopi, finito il lavoro avrò la mia ricompensa e me ne andrò. ma non IO servo nessuno! > mi guardò fisso, gli occhi erano di nuovo rossi < CAPITO? > aumentò leggermente la stretta e io annuii < bene > mollò la presa e tornai a respirare. Si allontanò da me.

< presto Laurent sarà da te... > ghignò di fronte alla mia espressione terrorizzata < spero ti divertirai con lui > detto questo uscì lasciandomi a pezzi.

Alice non mi avrebbe mai vista, nemmeno se si fossero avvicinati edward avrebbe avvertito la mia presenza. Ero spacciata e per di più a momenti Laurent sarebbe tornato. Mi guardai intorno. Doveva esserci un modo per farla finita.

 

Edward POV

< Alice maledizione! Come fai a non vedere niente! > Sbattei la mano sul muro. Dal punto del contatto si diramarono una serie di crepe. Erano passati tre giorni e Bella pareva essere stata inghiottita dalla realtà. Alice non vedeva assolutamente nulla e non serviva saper leggere nella mente per comprendere quanto fosse sconvolta. Non riusciva a collocare quei buchi neri nel tempo e nello spazio.

< scusa edward, scusami ma... > Jasper le strinse le spalle in un abbraccio guardandomi in cagnesco e mi rivolse i suoi pensieri

Lo guardai in viso, aveva ragione. Ero completamente inutile. Ma non sapevo dove cercare, non sapevo che fare, stavo solo distruggendo l'unità della famiglia. Andai nella mia stanza e mentre salivo le scale udii i pensieri di Alice.

Lo spero davvero Alice.. lo spero davvero. Ma i loro pensieri di consolazione non facevano altro che innervosirmi di più. Ero totalmente inerme. Bella era come un piccolo ago nell'universo. Non potevo avvertirla, non sapevo dov'era, non sapevo se stesse bene, Niente! Non sapevo niente! Mi sentivo soffocare per l'assenza dell'aria di cui non avevo bisogno perchè in realtà.. era bella la mia aria. E nella nullità della mia esistenza l'unica cosa che riuscivo a fare era criticare gli altri che si stavano impegnando nelle ricerche. Facevo a pezzi casa, mi lamentavo e basta. Senza Bella mi pareva di vagare nell'etere: i fili che ancoravano la mia essenza alla realtà erano stati recisi dalla mano di un uomo senza volto. Non potevo trovarlo, non sapevo chi era. E Bella stava soffrendo, era sola, pensava a me quanto io pensavo a lei e stava vivendo un incubo terribile da cui, ero certo, l'avrei svegliata presto. L'avrei stretta a me e cullata dolcemente tra le mie braccia. Avrebbe dimenticato tutta la sofferenza che stava vivendo. Lo promisi a me stesso. Pensai alla condizione in cui si trovava: l'immagine della mia piccola, fragile principessa con il volto disperato, accasciata al suolo mi lacerava. La mia mente non poteva contenere tutto quel dolore. Il mio cuore morto era stato strappato via dal mio petto. Al suo posto c'era un vuoto incolmabile, grande quanto la mancanza che avevo di lei. Sospirai per calmarmi. Jasper non avrebbe retto ancora tutto il mio dolore.

In quei tre lunghissimi giorni non avevo ancora trovato il coraggio di rivolgermi a Esme. Lei era a pezzi per Bella e aveva preso a odiarsi. Era chiusa nella sua stanza da due giorni senza uscire. Non sopportava di dover incrociare il mio sguardo e sentirsi addosso

il dolore di tutta la famiglia. Cosi si era rintanata lì ma i suoi pensieri mi ferivano. Carlisle d'altro canto era profondamente deluso da me. Non si aspettava questo mio comportamento. Dopo tutto.. loro erano la mia famiglia. Ma Bella.. lei era la mia vita. Il mio cuore morto era spezzato in mille frammenti: i sensi di colpa, il dolore, la delusione dei miei familiari. Decisi in un attimo. Esme era la mia mamma.. esme si era presa cura di me. Dovevo andare da lei: era passato anche troppo tempo. Mi fiondai fuori dalla mia stanza e incontrai Carlisle

 

 

 

Edward...

 

tentava di nascondere la tristezza. Non ci pensai due volte, gli poggiai le mani sulle spalle e lo guardai fisso negli occhi:

< mi dispiace papà, scusa, mi dispiace per il mio comportamento. Ma senza Bella mi sembra di bruciare vivo >

< lo so figliolo lo so >

 

sono contento che sei tornato in te,

Mi diede un bacio sulla fronte e una pacca sulla spalla

< lo sono anche io.. ora devo andare a parlare con lei > Mi sorrise

< vai... non desidera altro > annuii e mi avviai verso la camera di Esme udendo ancora i pensieri di mio padre:

finalmente è tornato in se, ora dobbiamo concentrarci a ritrovare Bella

Bussai. Una voce dolce e sconsolata giunse dall'interno.

< avanti > Entrai e chiusi la porta. Era in piedi, davanti alla grande vetrata, e guardava il cielo. Pioveva ininterrottamente da ore, e il cielo era terso, nero e minaccioso. Lei fissava le nuvole vorticose, stava pensando al mio sguardo arrabbiato, mi sentìì ancora più in colpa:

< carlisle non ho voglia di parlare ora... >

< mamma... > Esme si voltò, con gli occhi spaventati, brillavano.. se avesse potuto avrebbe pianto:

< edward > fece un passetto avanti ma si bloccò.. tentennava tormentandosi le mani.

< mamma mi dispiace tanto, non è colpa tua, non ti ritengo responsabile davvero! > annullai lo spazio che ci divideva con pochi passi e l'abbracciai forte, la tenevo stretta a me accarezzandole i capelli, lei si aggrappava alle mie spalle

< edward OH EDWARD perdonami > un singhiozzo le uscì soffocato < io non sapevo, mi dispiace immensamente, non so cosa fare e.. >

< shhh mamma, non hai nulla per cui chiedere perdono, anzi sono io quello che si deve scusare, quello che è successo mi sta facendo impazzire! Ma voi insieme a Bella siete le persone più importanti della mia vita, non potrei mai arrabbiarmi > Esme mi stringeva forte a se.. I suoi pensieri mi laceravano. Non avevo fatto niente per lei, ma mi amava di un amore puro, incommensurabile, come se fossi davvero suoi figlio.. Ma per me.. lei era davvero la mia mamma. La porta sbattè di colpo e ci trovammo soffocati da tante braccia

< edward edward! finalmente sei tornato in te > era Alice, Avevano ascoltato tutta la conversazione e si erano precipitati nella stanza. Carlisle stava in un angolo con gli occhi che gli brillavano per la commozione e un grande sorriso. Emmett mi diede una pacca sulla spalla, seguito da Jasper, Alice saltellava contenta. Rosalie si avvicinò prendendomi una mano:

< Ed, Bella starà bene.. quella ragazza è forte, la sua mente è invalicabile, ce la farà. Ci starà aspettando,però dobbiamo sbrigarci! > stavo per risponderle ma la concentrazione di tutti si spostò su Alice. Aveva gli occhi appannati, guardava il vuoto, stava per avere una visione. Sussultai quando le immagini nella sua testa si riversavano nelle mie:

Alice combatteva inisieme a jasper emmett e rosalie contro un numero indefinito di vampiri dagli occhi rossi. Erano nelle vicinanze di un casolare lungo una strada di campagna: il cartello indicava VIA BOLOGNA, era piena notte. Rosalie era a terra con i capelli biondi sparsi nell'erba. Due vampiri erano intenti a staccarle la testa. Emmett non riusciva a togliersene di dosso una decina: urlava il nome della sua amata

< NOOOOOOOOOOOOOO > Alice urlò inginocchiandosi e la visione finì: Io ero totalmente scioccato. Tutti le furono subito vicini chiedendole che avesse visto ma lei non riusciva a parlare. Come me.. non voleva rievocare quella visione, non voleva che accadesse. Carlisle si rivolse a me:

< edward.. cosa ha visto Alice > Deglutii

< una battaglia con un gruppo di vampiri, c'erano alice jasper emmett e rosalie.. > non volevo raccontare i dettagli. Papà li lesse nei miei occhi.

< non riuscivano a resistergli vero? >

< no... > tutti abbassarono lo sguardo... Jasper era inginocchiato accanto a Alice e l'abbracciava sostenendola. Carlisle cingeva le spalle di Esme. Rosalie e Emmett si stringevano le mani convulsamente. Poi Alice parlò:

< è in italia.. via bologna. C'era un casolare in campagna. Forse Bella è nascosta lì >

 

Ehi ehi ma non commentate più?!?! :( io triste.. In questo capitolo è tornato l'edward Pov.. pov che sta per POVERACCIO! dilaniato per la mancanza del suo amore.. poveeerini!!! chissà come si risolverà questa storia!! ma non è che sto diventando monotona? presto torna un pò di azione PROMESSO!!! aH..ovviamente via bologna è puramente inventata-.- non se se ne esista una in campagna:D

  
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