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Autore: Mitsunari    07/02/2016    0 recensioni
Ciao! Mi chiamo Fortuna è sono il demone dell'omonimo peccato. Vivo nella Karat, una scuola dove le tre razze, demoni, umani e angeli, convivono pacificamente. Credevo che la mia vita giú all'Inferno fosse monotona -che è una delle ragioni per le quali ho deciso di frequentare la scuola- ma subirà una forte scossa. Tutta una serie di eventi inaspettati mi segneranno per sempre.
Questa è una storia YAOI se non siete fan del genere non leggete!
Per gli altri, invece, buona lettura! o(^O^)o
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo primo

Apro piano e a malincuore gli occhi e mi guardo intorno: sono nella mia stanza nel dormitorio. 
È stata una notte lunga, ha piovuto tutto il tempo. Me ne sono accorto perché passo tutte le notti in bianco; noi demoni riusciamo a dormire solo se ci sforziamo. 
Mi alzo lentamente, questa mattina sono molto pensieroso. Con distrazione allungo la mia coda nera e con l punta a forme di picca -che in genere nascondo intrecciandola attorno alla vita sotto i vestiti dato che a scuola non possiamo mostrare le nostre vere forme- verso i vestiti e li prendo per poi dirigermi in bagno sbadigliando. Mi preparo: indosso una maglietta a righe nere e blu e un pantalone nero; infilo i piedi nelle scarpe, anch'esse nere, ma prima di uscire dalla stanza mi blocco davanti allo specchio.
Osservo i miei capelli neri, li odio, ho una zazzera che poi si allunga fino ad appena poco superate le spalle; i miei occhi color rugiada hanno -come sempre- un'espressione triste e i miei lineamenti sono morbidi e fanciulleschi. Odio il mio viso, mi fa sembrare una ragazza e, soprattutto, tutti mi scambiano per un umano o addirittura un angelo. Come se un angelo potesse avere i capelli neri e una coda da demone, bah.
Ringhio, stavo quasi per rompere lo specchio con un pugno ma mi trattengo.
Esco dal bagno, afferro la mia cartella ed esco dalla mia stanza chiudendo la a chiave per poi dirigermi verso la camera di Mailea (o Lussuria). Mio compagno di scuola, nonché mio migliore amico, lui è il demone della lussuria.
Busso alla porta di camera sua aspettando che apra. Mi guardo intorno, è abbastanza presto e il dormitorio è quasi vuoto, si sentono solo dei ragazzi parlare in lontananza. Sospiro, ho sempre avuto il brutto vizio di alzarmi troppo presto e dopo un Po vedo Mailea sbucare dalla porta.
«Buongiorno» mi sorride smagliante come sul solito.
«Giorno» mugolo sbaragliando.
«Whoa! Che ti è successo? Hai una faccia» mi guarda preoccupato.
«Sto bene. Sono sempre così pallido se ti riferisci a quello» spiego.
«No, intendevo dire che hai una faccia triste e depressa, si può sapere che hai?» insiste, sempre più preoccupato.
«Non devi preoccuparti per me» sussurro.
Mi mette un braccio sulle spalle abbracciandomi e mi bacia sulla guancia «Non tenerti tutto dentro Milek, sai che puoi dirmi tutto» mi incoraggia.
«Sto bene Mailea, davvero» gli sorrido debolmente.
Lui sospira e mi stringe più a sé «Mi sei mancato stanotte»
Sorrido e mi sistemo meglio tra le sue braccia «Anche tu» gli soffio sulle labbra e lo bacio.
Io e Mailea non stiamo insieme. Lui è il mio migliore amico e abbiamo spesso rapporti di sesso. Lui è il demone della lussuria, uno dei Sette e ha bisogno di rapporti carnali per nutrirsi, quindi gli do una mano e in cambio lui mi copre quando alcune notti esco dalla scuola per andare ai casinò.
Mi stacco dalla sua bocca e poggio la testa sull'incavo del suo collo, mi accorgo solo ora che aveva un odore strano. «Sei stato. On qualcuno stanotte» gli chiedo curioso ma anche con un pizzico di gelosia.
«Con nessuno, sai che non posso nutrirmi a scuola e posso fidarmi solo di te altrimenti sarei già finito nei guai» si giustifica.
«Lo so, ma... hai uno strano odore» lo guardo confuso.
Ride, ma è una risata nostalgica e triste «È la puzza dell'Inferno, Milek, l'hai già dimenticata?»
Sgrano gli occhi e mi allontano da lui. Sono consapevole che per un demone è impossibile odiare l'Inferno ma io lo sto facendo da un po' di tempo a questa parte.
«Allora è questo che ti tormenta» si avvicina a me «Fortuna, siamo demoni non possiamo cambiare la nostra natura, lo sai. Gli umani sono anche peggio di noi, quindi non capisco perché ti sforzi di essere come loro. Non fraintendermi non voglio costringerti a tornare all'Inferno, voglio solo raccomandarti di non dimenticare quella che è la tua natura»
Quel nome, il mio vero nome, mi fa tornare alla realtà. Stringo i denti e abbraccio Mailea di scatto «Lussuria, ti prego, almeno tu, non abbandonarmi!» Lo supplico.
Lui mi accarezza dolcemente i capelli «Non lo farò mai, sarò sempre con te» sussurra. 
Alzo il viso e lui mi bacia. Sento una porta aprirsi e mi allontano da lui. Non devono scoprirci o saremo nei guai. Per ma tenere salda la convivenza civile a noi demoni è proibito nutrirci all'interno delle mura scolastiche.
Guardo la porta che avevo sentito aprirsi e vedo uscire Calen (o Invidia), demone dell'invidia, un altro dei Sette.
Lui ci guarda con i suoi occhioni verdi pieni d'invidia, appunto. Fa sempre così anche se in questo periodo è diventato più insistente. Lo saluto con la mano e quando se ne va mi giro a guardare Mailea e facciamo entrambi spallucce.
«Povero Calen è invidioso» ride Mailea.
«È normale che lo sia, è parte di lui» dico semplicemente.
Mailea non risponde, mi stringe all'altezza della vita e inizia a darmi piccoli baci sul collo.
«Mmh... Mailea non è il momento dai...» mugolo e cerco di sciogliere l'abbraccio.
«Dai Milek, ho voglia...» mi sussurra con tono malizioso.
«Tu hai sempre vogli- aah~» mi scappa un gemito e mi copro la bocca quando mi tocca in mezzo alle gambe. Lo spingo indietro «Contieniti! Non passerò i guai perché non sai controllare i tuoi istinti!» sbuffo e me ne vado verso il cortile.
Nel cortile vedo Calen seduto su una panchina vicino alla fontana posta al centro del giardino e lo raggiungo «Calen!» lo chiamo facendogli segno.
Lui distoglie l'attenzione dal libro che stava leggendo, si volta è mi guarda con un certo stupore «Milek, non eri con Mailea?»
«Si, ma lui aveva da fare» dico quella mezza bugia «Ho visto che eri solo ed ho voluto raggiungerti, facciamo una passeggiata? È presto ne abbiamo di tempo prima delle lezioni» gli sorrido.
Lui accetta timidamente; quanto è carino, è uno dei peccati peggiori e tutti lo odiano per questo ma lui è così dolce ed innocente.
Ha gli occhi verdi, i capelli bianchi con sfumature verdognole, la pelle d'avorio e un corpo gracilino come il mio, anche se è un po' più alto di me.
«Di cosa vuoi parlare?» mi chiede guardandomi timidamente con i suoi occhioni smeraldo.
«Come mai stai sempre solo?» gli chiedo all'improvviso.
Lui abbassa lo sguardo «Che domande, Milek, sono il demone dell'invidia, tutti mi odiano»
Lo guardo dolcemente «Io non ti odio Calen. Il mio peccato è infimo, odioso e nettamente peggiore del tuo»
Lui mi guarda sconvolto «Ma che stai dicendo Milek? Non esiste peccato peggiore del mio»
Sorrido tristemente «Ti sbagli, Calen. Il sono l'ottavo vizio capitale, il peggiore di tutti. Gli uomini assetati di fortuna vengono emarginati dalla società; io, a differenza di voi Sette, togli agli umani ogni briciola di dignità»
«Questo lo so ma... tu sei un demone nobile, tutto ciò che fai è nobile» sussurra.
«Calen... siamo demoni, nessuno di noi può essere nobile»
«Ma tu...» non finisce la frase che vedo arrossire terribilmente. 
Sorrido e mi avvicino di poco a lui «Calen... tu in invidi tutti e tutti, ma cos'è che desideri davvero?»
Lui arrossisce ancora, fa invidia ai pomodori; è carinissimo. «I-io... desidero qualcosa che non posso avere»
«Ti va di dirmi cosa? Magari posso aiutarti» gli dico dolce e incoraggiante.
«N-non posso, Milek, mi dispiace» abbassa lo sguardo.
«Allora dimmi un'altra cosa... vuoi essere mio amico?» gli chiedo con un sorriso.
Lui mi guarda sorpreso, sta quasi piangendo di gioia «Si, certo che sarò tuo amico» sorride.
Sorrido dolcemente, mi avvicino ancora e gli do un bacio sulla guancia «Sei carinissimo Calen!» lo abbraccio e lo riempio di coccole. Lui arrossisce e si tiene una mano dove l'ho baciato. Continuo a spupazzare Calen come farei con un orsetto di peluche, quando sento arrivare Mailea che ci guarda con una strana espressione.
Lo guardo alzando un sopracciglio «Cosa c'è?» lo interrogo.
«Non sapevo che foste così intimi» dice con un tono abbastanza geloso.
Lascio Calen e fisso Mailea «Siamo amici ed è colpa mia che sono appiccicoso se ti sei fatto una strana idea» specifico.
Mailea sin avvicina a me è mi mette un braccio attorno ai fianchi «Fortuna è mio, chiaro Invidia?» guarda male Calen.
Lui abbassa lo sguardo timorosamente «S-si scusa...»
«Lussuria smettila, Calen è un mio amico e io e te non siamo compagni» gli ricordo.
«Oh, presto lo saremo. Stavo pensando di andare a chiedere la tua mano al Padre» mi diede dei piccoli baci sul collo, ma si stava impegnando, al fine di mordermi e di lasciarmi il segno.
«Smettila» lo fermo allontanandolo «Il Padre ti dirà di no dato che mi ha permesso di scegliere da solo chi sarà il mio compagno»
«I-io... vi lascio soli» sento sussurrare Calen e cerco di fermarlo ma Mailea mi stringe di nuovo non permettendogli di fare nulla e questa volta sta stringendo più forte.
«Lussuria lasciami, mi stai facendo male!» cerco di dimenarmi ma senza successo.
Lui mi guarda male, forse addirittura minaccioso «Fortuna... che significa che non sarai il mio compagno?»
«Esattamente ciò che hai detto» sbuffo e finalmente riesci a liberarmi dalle su braccia «Io ti vedo solo come un amico, Mailea. Si se fossimo compagni saremmo sistemati per l'eternità, ma voglio stare con qualcuno che lotterebbe per me è che senta qualcosa per me»
«Siamo demoni, Fortuna, non troverai nessuno con dei sentimenti» dice con disprezzo «Ciò che cerchi è un'utopia»
Abbasso lo sguardo «Io ho dei sentimenti, Mailea. E se non troverò nessuno tra i demoni cercherò tra gli umani» sentenzio determinato.
«Tu sei pazzo Fortuna. Credevo che tu fossi mio amico e che presto saremmo tornati giù all'Inferno da compagni ma sei troppo fissato con gli umani, non ti fa bene stare qui» mi guarda pietosamemte.
«I-io... non sono pazzo» sussurro «Io... voglio solo l'affetto e l'amore che merito!» lo guardo con occhi pieni di lacrime pronte a cadere. Mi sento ferito, perché mi sta facendo cosi male? Credevo che ci tenesse a me.
Lui mi guarda con i suoi occhi nocciola, quegli occhi che riuscivano sempre a farmi sciogliere, ma che questa volta mi guardano con ribrezzo «Sei un demon e Fortuna! Tutto ciò che noi meritiamo è odio!» mi urla contro.
Stringo i pugni e tento di ribattere ma non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Non mi ero mai soffermato a guardarlo così attentamente. I suoi capelli neri, la pelle pallida -come ogni demone del resto- il corpo muscoloso al punto giusto e dannatamente attraente. Inizio a sentirmi strano, la testa inizia a girarmi e le gambe tremano. Gli occhi di Lussuria luccicanti di rosso; non ci credo che sta usando i suoi poteri su di me. Cerco di resistere ma alla fine perdo i sensi.
Tutto questo non mi piace per niente.

 
  
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