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Autore: eli_mination    08/02/2016    1 recensioni
Il Barian World è scosso da una minaccia imminente. Una divinità sconfitta millenni fa si sta per risvegliare, portando distruzione e morte. L'unica soluzione? Sette umani, ai quali è stato tramandato un potere particolare, in grado di debellarla. Riusciranno nel loro intento?
[STORIA SOSPESA]
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Pov: Nick

L’anello viene deviato dalla lancia, che non si spezza minimamente, nemmeno un pezzetto di legno, ferro o di qualunque altro materiale è fatto quel giavellotto maledetto. Il cerchio di Masquerade cade a terra, quasi ai miei piedi, continuando a girare. Neanche il tempo di abbassarmi e prenderlo che Axl è già vicino a me, che tenta di infilzarmi. Mi scanso giusto in tempo e la punta di quell’arma si conficca in una piccola crepa, nel catrame nero dell’asfalto, generata dalla forza del servitore.

“Oddio! Attento!” dice Evelyn scioccata.

“Stai tranquilla! Me la caverò!” le rispondo, senza distogliere lo sguardo dal guerriero con la lancia. Nel contempo, provo ad avvicinarmi e a ferirlo con la mia arma. Lui usa la sua come scudo, parandosi il corpo. Solleva di scatto la punta e mi taglia il sopracciglio.

Metto una mano sulla fronte e subito si bagna di sangue. Ma adesso non è ora di pensarci: sono molto vicino a lui… ne approfitto per colpirlo nello stomaco con il gomito, per poi cercare di provocargli almeno un taglio sul braccio, ma ha dei bei riflessi. Troppi riflessi.

“Ci hai provato!” dice il servitore, allontanandosi piano.

“Bisogna sempre provare!” dico, lanciando un cerchio e riprendendo velocemente l’altro, che si trovava ancora sulla strada.

Nel frattempo, un ragazzino è arrivato e ci sta fissando con occhi sbarrati. Lo osservo distrattamente. Ha i capelli biondo cenere, gli occhi verde scuro e delle lentiggini sulle guance. Dovrebbe avere quindici anni.

“Che… che sta… succedendo qui?” dice, paralizzato dalla paura. “Oh… no… non tu…”

Indica Axl. Lo conosce?

“Oh, Thomas… ci rivediamo!” dice il servitore in risposta, sorpreso. “Tranquillo, non vi cerchiamo più. Ormai avete perso quello che ci serviva…”

“Di cosa state parlando?” chiedo.

“Cavolo, Thomas….” Dice Vector, parecchio innervosito. “Accidenti a te! Cosa ci fai qui?! Dovevi rimanere nascosto!”
Sono alquanto sorpreso. Persino Vector lo conosce. Perché prima Axl gli dava la caccia? Cosa voleva da lui?

“Pensavo di essere al sicuro…” risponde lui, timoroso, provocando la reazione di Vector, non proprio felice.

“Sei un idiota!” gli urla contro. “C’erano decine di migliaia di posti in cui nascondersi… E TU SCEGLI PROPRIO UNO DEI POCHI DOVE NON ANDARE?!”

Io e Axl ci fermiamo ed Evelyn si allontana da loro di qualche passo. Sembra che il Bariano si stia per alterare sul serio, a tal punto da ricorrere agli schiaffi.

“Non pensavo…” dice, impaurito dalla furia di Vector.

“ESATTO! Tu non pensi mai alle conseguenze! Ciò che hai passato non ti è bastato?”

“Vector, anche se non capisco cosa succede tra voi due, lascialo in pace!” dice Evelyn, frapponendosi davanti a Thomas.

“Tu stai zitta e non intrometterti!” le risponde Vector, rabbioso, anche se, nel suo tono, sembra che si stia calmando.

“Vector!” lo richiama Axl. “Direi che dopo… dopo avrete le dovute spiegazioni. Ma adesso dobbiamo combattere. Non vorrete per caso confondere il vostro amico e svantaggiarlo?”

A quelle parole tutti si acquietarono, Vector compreso, anche se di malavoglia.

“Possiamo continuare…” dico, cercando si affondare l’anello nel collo dell’avversario. Lui si protegge con la lancia e contemporaneamente , con l’altra estremità della sua arma, mi colpisce in testa. Per la botta forte cado a terra e, poco prima di rialzarmi, sento un dolore lancinante alla mano sinistra.

“AAARGH!” urlo, quasi paralizzato. I nervi del mio braccio propagano il dolore a tutto l’arto. Sembra che siano stati piantati milioni di spilli, quasi tutti concentrati sul dorso della mano, che vengono estratti improvvisamente. Giro la testa per capire cosa sia successo e me ne accorgo: Axl mi ha bucato la mano.

“Nick!” urla Evelyn, sorpresa e terrorizzata. Poco dopo arriva un altro affondo, che riesco ad evitare rialzandomi appena in tempo.

“Sto bene!” dico, nonostante il sangue copioso che esce da quella ferita profonda e il dolore dalla quale scaturisce. So che posso ignorare questa piccolezza, visto che lo è, e devo continuare. È in gioco qualcos’altro.

“Sei tosto!” dice Axl, di nuovo vicino a me, sfiorandomi la spalla con la punta della sua arma. Nel frattempo, lanciando un anello, riesco a lacerargli il petto e parte dell’addome: un taglio poco profondo solca il suo torace e la sua pancia. Ne lancio un altro, prontamente schivato , mentre il servitore dallo sguardo triste corre verso di me.
Mi tira un gancio ben assestato, così forte da far cadere i miei occhiali poco lontano da me. Il colpo è molto doloroso, mi sento come se avessi il naso schiacciato. Ma non demordo. Do una ginocchiata nell’addome del servitore, che si piega in due, con una faccia molto sofferente. La botta sul mio setto nasale continua a farsi sentire, sento che si gonfia, e fa male, tanto da costringermi a chiudere gli occhi per qualche secondo.

“Non mollare!” urla quel Thomas. MI fa piacere sentire il suo incoraggiamento, anche se ancora non ho la più pallida idea di chi sia e del perché conosce Vector e Axl.

“Forza, Nick! Non puoi perdere!!” mi incita Evelyn.

“Non vi deluderò!” esclamo, mentre Axl si ricompone.

“Hai amici che ti sostengono. Sono… contento per te!”

Il suo tono è molto malinconico.  A questo punto vorrei chiedergli come mai è così…

“Scusami, magari non è il caso e forse sono un po’ troppo invadente, ma… Hai una faccia molto triste… Come mai?”

Lui mi guarda, poi abbassa lo sguardo, abbozzando un sorriso.

“Perché tutti i servitori sono nati come servitori… Io no… Sono stato costretto a diventarlo…”

 
Pov: Juan

Dopo scuola, stranamente, Maria non mi ha aspettato.

L’ho vista entrare nell’istituto, quindi so che ha partecipato alle lezioni. Da quando sono andato in discoteca e l’ho incontrata conciata in quel modo, non ci siamo più sentiti. Né chiamate, né SMS, nessun contatto.

Quando ho varcato l’ingresso del liceo ci siamo scambiati una rapida occhiata, poi ha distolto subito lo sguardo. Era vestita come al solito e il suo stile nell’acconciare i capelli era lo stesso. Mi avrà visto e riconosciuto in discoteca?
Decido di chiedere ad una ragazza della sua classe. Magari mi dice qualcosa in più.

“Ehm, scusa…” le dico, sfiorandole la spalla con la mano. Lei si gira e mi squadra da capo a piedi.

“Ah… tu sei l’ex di Carolina… Cosa vuoi?” mi chiede con tono sprezzante. Carolina è stata la prima ed unica volta in cui ho dovuto lasciare una ragazza e non essere lasciato da lei. Però è una delle tante che se l’è presa con me. Ovviamente. Lei è giustificata solo perché quando era con me si comportava da bambina e faceva i capricci per ogni minima cosa.

“Ora non ha importanza chi sono! Per caso… sai dov’è andata Maria?” le chiedo, molto infastidito.

“Ora te la fai con  quella sfigata? HAHAHAHAH! Divertente e penoso… comunque, oggi il fratello è venuto a prenderla prima, quindi è già a casa.”

Cavolo! Si comporta da ochetta starnazzante!

Le rispondo un misero “grazie” e mi dirigo verso casa. Mi domando come faccia a sopportare lei e quel gruppetto del cazzo della sua classe… Povera Maria!

Mentre compio il solito tragitto sento dei lievi lamenti provenire dalla mia destra. Giro la testa e noto che un uomo con un passamontagna in testa sta dando fastidio ad una ragazza con un sacchetto nero sulla testa. Sta rovistando nel suo zaino.

Non ci penso due volte: mi precipito su quel delinquente e lo spingo, allontanandolo da quella povera malcapitata. Lui cade a terra, sbattendo la schiena contro un piccolo bidone dell’immondizia e rovesciandolo. Si può dire che ora è coperto dei suoi simili, ricoperto di schifo.

Prima che si rialzi, tolgo la busta dalla testa della ragazza: capelli scuri, occhi scuri, pelle pallida e occhiali da vista…

“Maria!” dico, a dir poco sorpreso. È ancora imbavagliata e legata e ha le lacrime agli occhi. Le tolgo il fazzoletto che le impedisce di urlare e chiedere aiuto. Poco dopo arriva una gomitata nelle mie costole, che mi mozza il fiato, poi un pugno all’altezza dell’orecchio.

“Juan! Stai attento!!” urla Maria, con voce rotta dallo sconforto.

Tiro un calcio sul petto del malfattore. Devo guadagnare tempo per far scappare la mia amica. Le libero un braccio da una delle corde che la lega, poi sciolgo velocemente l’altro nodo. Ora dovrebbe essere capace di liberarsi le caviglie da sola.

“Marai, ascolta…” dico, parandomi la testa per evitare colpi in quella zona. “Dopo esserti liberata, torna a casa. Non preoccuparti per me. Se puoi, chiama la polizia!”

“Juan… non voglio che tu ti faccia male solo per me!”

“Questo è il minimo che io possa fare adesso! Scappa!” le urlo, mentre spingo nuovamente a terra il tipo losco e mi ci butto addosso. Lei scappa, prendendo distrattamente la borsa e digitando un numero.

“Maledizione! Mi è sfuggita!” dice quel malfattore provando a scappare, ma riesco ad afferrarlo per un braccio e ad impedirgli la fuga. Poi lo strattono con tutta la forza che ho e lo getto a terra. La botta lo fa sussultare dal dolore e lo fa restare accasciato al suolo, mezzo intontito, il tempo necessario per prendere le corde con cui ha legato Maria e usarle su di lui.

“Ben ti sta, stronzo!” dico, stringendo le corde attorno ai suoi polsi, dietro la schiena, ed aspettando l’arrivo della polizia.

Uhm, chissà… Magari, dopo questa, diventerò una sorta di eroe. Anzi meglio di no, altrimenti verrei notato da tutti e sarà difficile essere un Mezzo-Bariano senza far sapere alla gente che ho i poteri.

Poco più tardi, una volante della polizia e delle moto arrivano sul posto. Dalla macchina esce…

“Papà!” dico, vedendolo in divisa. Lui mi squadra, poi mi dice:

“Oh, Juan, all’inizio, quando è arrivata la chiamata, non pensavo centrassi anche tu! Ti sei fatto male?”

“No…” dico, abbassando il capo per farmi scompigliare i capelli dal mio vecchio.

“Maria è a casa adesso!” mi comunica. “Ha detto che vorrebbe ringraziarti a dovere!”

“Vado subito!” esclamo, mentre due poliziotti mettono le manette a quel tizio e lo accompagnano alla macchina. Per un attimo, mi è sembrato che quel tipo mi stesse guardando, ma non con uno sguardo che lasciava trasparire odio…

Dopo qualche domanda, mi avvio verso la casa della mia amica.

 
Pov: Terza Persona

Poco più tardi, alla centrale di polizia, un uomo è in procinto di essere interrogato.

“Dunque, è stato arrestato con l’accusa di molestie nei confronti di una minorenne…” dice il poliziotto, che, dall’aspetto, sembra avere tanti anni di esperienza. Per lui un caso del genere è una cosa normalissima, nella sua carriera ha visto cose ben più insolite.

“Uhm, si…” mormora il delinquente, che, senza il suo passamontagna, mostra dei lineamenti giovalini. Avrà al massimo vent’anni, con capelli scuri semi-lunghi e occhi neri, i quali provocano un certo senso d’inquietudine solo a guardarli.

“Dice di chiamarsi Ben… residente in Germania, non è così?” chiede l’uomo, dando uno sguardo ai documenti piazzati sul tavolo di quella saletta completamente bianca e priva di qualunque decorazione.

Il molestatore, Ben, annuisce debolmente, mentre, sorridendo in modo malizioso, trattiene a stento una risata.
“Dunque, ha delle prove che dimostrino la sua innocenza?” chiede ancora il poliziotto.

“No… haha… Non me ne pento…” dice Ben, con lo sguardo verso il basso e fremendo come se stesse per ridere sguaiatamente. “Se solo… Quel ragazzino non fosse arrivato, avrei potuto fare altro con quella tipa… Ho un debole per quel tipo di ragazza. Sembra così innocente…”

Lo sbirro aveva interrogato spesso dei molestatori, ma quel ragazzo ha qualcos’altro che non va. Non sembra così… sano di mente.

“Perché lo hai fatto?” si limita a chiedere.

“Per divertirmi un po’… Prima di passare allo sterminio di quelle inutili fecce…” risponde il tedesco, sempre a testa bassa.

Lungo la schiena del poliziotto si fa sentire un brivido.

“Ma… di cosa stai parlando? Chi sarebbero queste fecce?” prosegue l’uomo in divisa, segnandosi distrattamente qualcosa su un foglio.

Il delinquente non risponde. Si limita a girare il collo verso destra, mantenendo quel sorriso inquietante sul suo volto. Il poliziotto si irrigidisce alla vista di quell’espressione così paurosa.

“A-allora?” balbetta. Nemmeno stavolta osa replicare. Ma fa un gesto improvviso. Solleva il braccio e apre la mano verso di lui. L’uomo, in questo momento, si rende conto di aver avuto davanti a sé un caso non di poco conto, soprattutto dopo che un qualcosa lo spinge improvvisamente contro il muro, colpendolo e frantumandolo. Dolorante, mentre perde i sensi, rivede ancora quel viso, la cui bocca è contratta in una risata che lo accompagna mentre tutto si fa sempre più buio fino a non vedere né sentire più nulla.

 
Angolo Autrice

Ohayo!! Si, lo so, perdonatemi per la lunghissima attesa! >.<

Allora, in ritardo:

-A tutti voi, spero che abbiate trascorso un buon Natale e che vi siate ingozzati di panettone o pandoro (dipende dai gusti);
-Spero che abbiate iniziato l’anno alla grande!
-Spero che la Befana vi abbia portato taaaaaante caramelle e dolci e che non vi siate sentiti male nel mangiarli.
Uff, quanto sono in ritardo. E mi raccomando, domani mangiate tante chiacchiere!! (o qualunque altro dolce di Carnevale!)

Comunque, ho fatto una piccola modifica al nome di Maria. Duuunque, la sottoscritta capra, per farlo sembrare più espaῆol  (la n con la tilde non c’è e ho dovuto mettere una lettera greca. Pardon!) aveva messo un accento. E poi ho scoperto che la parola Maria è una cosiddetta parola llana, ovvero dove l’accento cade sulla penultima sillaba. Chi non sa lo spagnolo si chiederà “Mbè? Che c’entra?”. Il problema è l’accento grafico, ovvero quello che si vede. Nelle parole llanas, l’accento si mette quando la parola termina per qualunque consonante diversa da n e s. In questo caso termina per vocale, quindi “BRAVA, ELI, TANTI COMPLIMENTI!!”

Comunque, ho messo l’ultimo paragrafo in terza persona e OMMIODDIO NESSUNO HA CAPITO CHI è BEN!! No, sul serio, è molto ovvia la cosa. Ora, direi che è tutto. Ancora una volta mi scuso per il ritardo e ci sentiamo al prossimo capitolo!!
  
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