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Autore: Morion    08/02/2016    0 recensioni
La storia parla di un soldato molto particolare che combatte per Noxus, ed ha vissuto molto a lungo combattendo molte battaglie per la città.
Ps. consiglio ai lettori di sapere vagamente la storia della città per conoscere dei personaggi, e degli ambienti politici.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 

 

Avevo viaggiato per molti anni. Il deserto di Shurima era stato il primo ostacolo; non ero abituato ad un clima desertico, soprattutto perchè il cibo non era facile da trovare e il caldo era asfissiante. Durante il mio viaggio nel deserto notai due città perdute nel deserto, più che perdute sembravano disabitate. La prima era una città molto oscura e buia. Si intravedeva un obelisco, e non mi sembrava molto ospitale; percui io mi avvicinai con cautela solo per vedere se si intravedesse qualcuno; non vidi nessuno. 

Dopodiché continuai a girovagare nel deserto alla ricerca dell’uscita da quel territorio inabitabile. Ed è lì che trovai l’altra città perduta. Questa città non la notai subito, era sotto la sabbia, nascosta, ma la notai quando, camminando su di essa, vidi un gigantesco cerchio fatto in un materiale molto particolare, era nel punto più alto della città, ed è esattamente dalla duna su cui trovai il grande cerchio che vidi la città. Era enorme. Mi sembrava di essere diventato piccolo. Intravedevo case, città, templi, addirittura lo scheletro di qualche soldato, ormai rovinato dal tempo.

Dopo aver attraversato il deserto ed arrivai al confine di Valoran. Il confine che divideva esattamente al centro in due il continente. La Grande Barriera. Era imponente. Le sue alte cime si intravedevano a malapena dal deserto. Io però cercai di sovrastarle, prendendo dei sentieri che erano segnati. Quello fu il primo segno che non ero molto lontano dalle “scimmie senza pelo”.

La montagna non fu molto difficile da superare. Mentre mi allontanavo dalla grande barriera vidi che sulla punta più alta di una montagna si vedeva del fumo. Così cercai di avvicinarmi il più possibile a quella altura. E fu lì che vidi per la prima volta quello che stavo cercando. Erano un po’ più alti rispetto a me, portavano dei grandi elmi. Parte di questi soldati avevano grandi scudi e lance. 

Quando però mi avvicinai per fare conoscenza scoprì che erano molto riservati e quindi mi mandarono via, dicendo che ero sovrannaturale. Dopo scoprì che quella popolazione si chiamava “ i Rakkor”.

Dopo aver incontrato questo popolo andai verso il Nord dove trovai la città che più amo e percui ho combattuto e combatto molto battaglie: Noxus.

Quando la vidi ero meravigliato; le mura risplendevano di un nero profondo e cupo e si vedevano stendardi cremesi, sopra le mura arcieri stavano a controllare che nessun esercito si avvicinasse troppo alla città.  

Appena vidi il cancello mi avvicinai subito ad esso, una guardia che era al cancello si avvicinò a me e mi chiese da dove venivo e cosa volevo. Dopo avergli raccontato la mia storia, chiamò un comandate: Sion. Era un uomo imponente, era gigantesco, aveva grandi muscoli e un ascia altrettanto grande. Sentì il suo vocione dire di entrare e che mi avrebbe portato dal comandante della città, Boram Darkwill.  

Fu lì che vidi per la prima volta quel grande comandante. Mentre gli raccontavo la mia storia, lui sembrava molto interessato, non si perdeva ogni mia singola parola, e faceva molte domande, per capire meglio chi fossi io. Mentre parlavo guardavo il comandante. I suoi lunghi capelli neri e i suoi occhi di un blu intenso mi meravigliavano.

Dopo aver finito il mio racconto, al contrario di quanto avevano fatto i Rakkor, mi accolse all’interno della città, dicendomi che ero molto intelligente e molto abile e che sarei diventato un grande soldato se mi fossi alleato a Noxus. Io risposi che ero al servizio della città.

Così iniziò la mia avventura all’interno dell’esercito Noxiano.

I mesi successivi iniziai ad allenarmi a diventare soldato; il mio insegnante fu proprio Sion che mi addestrò molto duramente, ad è grazie a lui che sono diventato il soldato che sono ora. Boram era contento del mio addestramento, dopo pochi mesi di addestramento ero già molto più bravo di molti dei soldati dell’esercito. 

La prima battaglia che feci fu contro i Rakkor. Noxus puntava a quelle terre da molto tempo e Boram voleva conquistare i territori al di sotto della montagna, per poi fare l’avanzata definitiva. 

In quella battagli vidi per la prima volta che cosa fosse davvero la morte, avevo visto morire molte scimmie al tempo, ma non in questo modo. I soldati che si trafiggevano a vicenda, con spade, lance e addirittura scudi. Però Sion mi fece capire una cosa durante quella battaglia: i soldati che muoiono, muoiono per la loro patria, per difendere quello che a loro è più caro. Dopo queste parole mi spronai a dare il meglio di me, per quella città che mi aveva già dato tanto.

Quel giorno vincemmo la battaglia, ma avevamo perso molti uomini. Questi Rakkor erano grandi guerrieri. E il loro esercito non era quello vero e proprio, era solo l’esercito d’assalto. 

Mentre stavamo riprendendo fiato, Sion, ricevette una lettera che il gran generale aveva mandato. Diceva di andare alla fortezza Noxiana di Andras; Jarvan I controllava un esercito imponente e serviva che qualcuno lo tenesse a freno prima dell’arrivo dell’esercito Noxiano. 

Allora ci incamminammo verso la fortezza, più ci avvicinavamo più sentivamo le urla dei soldati e il clangore delle spade. Sapevamo tutti che quella battaglia sarebbe stata un massacro. Ci rinchiudemmo all’interno della fortezza, cercando di uccidere più soldati possibili con gli arcieri. Quella battaglia era persa, se fossimo rimasti saremmo morti tutti. Sion però disse che lui e le sue truppe non si sarebbero mai arrese. Così aprimmo il portone della fortezza, e caricammo l’esercito Demaciano.

I Demaciani erano totalmente spiazzati, Sion in capo a tutti puntava ad un unico bersaglio: Jarvan. Corse sfondando tutti i soldati che si trovava ed arrivò davanti a Jarvan. Io ero troppo distante per vedere cosa stava succedendo, ma quando sentì i Demaciani urlare di gioia capì esattamente che cosa era successo: Sion era stato trafitto. Ma al contrario di quello che si erano aspettati tutti i soldati Sion, a mani nude, ruppe il collo al re demaciano. In quel momento sentimmo il corno Noxiano. I rinforzi erano arrivati!

Vincemmo quella battaglia, ma per me fu una grande perdita, Sion, il mio amico, il mio capitano, il mio maestro, il mio idolo era stato ucciso. Dopo quel giorno decisi con fermezza che se fossi dovuto morire in battaglia non avrei mai smesso di combattere, sarei sempre stato come era Sion: uno che non si arrende mai.

   
 
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