Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Frollo    10/02/2016    0 recensioni
Cammino cercando di capire, cercando di trovare una risposta agli interrogativi che mi esplodono nel cervello e che non riescono a ripulirsi da quella viscida emozione che è l’ansia. Il timore che non permette di essere lucidi, razionali. Il timore che ci rende umani. Le due facce della medaglia.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Silenzio mentre gli occhi si dischiudono incerti sul nero attorno a me. Silenzio. Un silenzio che odora di buio, che odora di paura.
Gli occhi impiegano alcuni secondi per abituarsi all’oscurità e riuscire a tornare a vedere. Un corridoio, lungo, infinito, che si perde in quel buio che pervade ogni dove, che sento stringersi su di me.
Dietro nulla, solo una fredda parete di dura roccia. Grosse pietre mal levigate e umide. Silenzio.
Come sono finito qui? Ma soprattutto, dove è “qui”?
Non ricordo nulla, senso solo il battito accelerato del mio cuore che tiene allerta i sensi pronto a tutto o a nulla.
Commino seguendo quell’unica strada murata e ad ogni passo le orecchie si tendono cercando di udire anche il più flebile suono che dia aiuto, conforto… speranza.
Eppure quel nero sembra non avere fine né tantomeno lasciare spazio a suoni, lasciare spazio alla speranza.
Cammino cercando di capire, cercando di trovare una risposta agli interrogativi che mi esplodono nel cervello e che non riescono a ripulirsi da quella viscida emozione che è l’ansia. Il timore che non permette di essere lucidi, razionali. Il timore che ci rende umani. Le due facce della medaglia.
Un grido mi risveglia, mi riporta alla realtà catapultandomi fuori dai miei pensieri per tornare in quel buio, in quel corridoio che ora si è fatto più largo. Da quando?
Un grido, due, tre, molti. Grida che annunciano persone; non sono solo. Grida che annunciano pericolo. Le due facce della medaglia.
Ed ecco, dal nulla, dal nero ombre che corrono, fuggono, attorno a me, davanti a me; scappando terrorizzate da qualcosa che non so si lasciano appena scorgere, fugaci.
Senza neppure accorgermi, già sto correndo sperando di fuggire anche io da qualunque cosa provochi quelle urla, quel terrore.
Corri! Corri! Ora non c’è tempo di pensare. A cosa poi? Non so nulla di cosa stia succedendo.
Corro finché mi rendo conto di essere solo, di nuovo, ancora. Niente più voci. Cosa?
Mi trovo in una stanza, fermo ma col cuore che ancora rimbomba nel petto.
Una stanza, enorme, come la mia incertezza, come la mia paura.
Enormi specchi sono posti l’uno di fronte all’altro come dei soldati pronti per un’ispezione. Osservo senza scorgerne il riflesso, curioso. Impaurito.
Perché ho smesso di fuggire?... Perché stavo fuggendo?
Di nuovo mi sto muovendo senza essermi reso conto. Lo specchio si fa sempre più vicino e solo ora mi rendo conto che sto vedendo; sto vedendo senza che ci sia una sola fonte di luce.
Ad ogni passo lo specchio si avvicina e ad ogni passo sento sempre meno paura, sento sempre meno ansia; semplicemente sento sempre meno.
Due occhi neri mi osservano dallo specchio, vuoti, freddi, spietati. Occhi senza pietà, senza emozioni. Gli occhi di un’orrida, scheletrica creatura che dal riflesso mi osserva… si osserva.
Non ho paura, non ho più nulla se non la consapevolezza che quelle grida fuggivano da me, da un mostro che incuteva loro paura.
Non ho paura…
Io sono la paura.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Frollo