A necessity for apologies between you and me
Baby, there is none
We had some good times, didn’t we?
We had some good tricks up our sleeve
Goodbyes are bittersweet
But it’s not the end
[ Walking In The Wind - One Direction]
È domenica mattina, il sole è accecante e non riesco a capire come io possa essere già sveglio, in piedi davanti al molo, con accanto Louis, Niall e Liam che si guardano intorno spaesati quanto me.
- Ma vi ha detto almeno perché ci voleva qui a quest’ora? Guardate che non è legale questa cosa, nemmeno Dio ha lavorato il settimo giorno ed io, non sono tanto religioso è vero, però anche mio padre la domenica mi lascia in pace a dormire – Louis fuma una sigaretta calciando sassolini nell’acqua di fronte a noi.
- Ci ha buttati giù dal letto con la forza, potrei giurare che anche il sole stesse ancora dormendo – Niall sbadiglia e si stira pigramente.
Io guardo Liam, non sembra provato come noi, anzi mi sorride ogni volta che lo guardo e la cosa mi fa sentire come se stessi camminando sulle uova.
Non ho ancora avuto tempo di somatizzare il suo sproloquio in cui mi giurava di tenere le distante da me, sto ancora cercando di capire se l’ho perdonato perché sono consapevole di quanto sia stupido o se l’ho fatto semplicemente perché lo amo troppo.
Poco importa purtroppo, poco importa soprattutto perché vediamo Harry correre in lontananza agitando le braccia come un matto, ha un capello in testa, una tenuta total black, le braccia scoperte e uno zaino in spalla.
Corre sgraziatamente e tutti lo guardiamo come se aspettassimo di vederlo capitolare al suolo da un momento all’altro.
- Ci siete tutti, bene! – sorride soddisfatto.
- Andiamo bene vestiti così? – Niall si guarda, la sua tenerezza è qualcosa di inarrivabile, sembra sempre il ragazzo inscalfibile, è sempre pronto a regalarti un sorriso e un abbraccio. Non importa cosa tu gli faccia.
- Non lo so – ridacchia e si incammina facendoci segno di seguirlo.
- Sarà meglio tu lo sappia riccio, se scopro che mi hai fatto alzare per una cretinata, quel tuo capello avrà ben poco da reggere – ripeto, a Louis piace Harry, più lo guardo, più ne sono certo. Ha gli occhi stretti a fessura e il suono della la sua voce ha un tono acido e antipatico, eppure appena Harry si gira assumendo un’espressione divertita e allo stesso tempo di sfida, anche lui sorride senza accorgersene.
- Lo possiamo chiedere al Signor Evan, ci sta aspettando, venite –
- Il signor Evan? – Liam chiede, ma tutti siamo stupiti.
- L’altro giorno Zayn mi ha portato qui al molo a pranzare, è tutto così bello, è domenica e il mare è una tavola piatta e pacifica, mi è venuta voglia di andare a pesca! –
- Sai pescare, Harry? – Niall si gratta la nuca.
- Io? Assolutamente no, ma forza, voi abitate qui da sempre saprete pescare, giusto? Io voglio imparare, quindi andiamo – Lou sta per ribattere qualcosa ma lui non lo degna di uno sguardo, cammina per il molo e saluta con la mano il signor Evan. Ci sta aspettando con la barca in moto e contrariamente al suo solito è alquanto sorridente. L’ennesimo caduto nella tela di Harry Styles.
- Liam e Zayn sanno pescare – Niall salta sulla barba, allargando le braccia per mantenere l’equilibrio.
- Ma non mi dire! – lo segue copiando i movimenti del biondo e una volta appoggiati i pieie sul ponte si gira e mi guarda con aria vittoriosa.
- Per me è ok, però le nostre canne da pesca sono in collina – spiega Liam.
- Voi salite e aiutate Evan, vado io a prenderle, faccio in fretta – sbuffo.
- Ti accompagno – si offre.
- Preferirei che tu stessi qui per evitare che Lou affoghi Harry. Niall non sarebbe capace di fermarli – provo a buttarla sul ridere, la verità è semplicemente che Liam non ha ancora visto la casa in collina e ho improvvisamente paura di come potrebbe reagire vedendola.
Lou fa una smorfia appena Harry si avvicina e prova a passare un braccio attorno alle sue spalle – Can che abbaia non morde, tranquilli –
- Non puoi portare tutta quella roba da solo, loro se la caveranno – Liam insiste, abbiamo appena fatto pace e se mi mostrerò restio al volerlo con me, penserà al peggio.
Sospiro e – allora andiamo – sento l’ansia vibrare fino alle punte dei capelli.
- Vi aspettiamo qui! – tira a sé anche Niall – Voi non siete felici? Sarà una giornata strepitosa –
- Io odio pescare – brontola Lou.
Faccio cenno con la testa a Liam di seguirmi ma non prima di aver sentito Niall e Harry ridere di gusto – Non dirà così alla fine della giornata, Nialler! Te lo assicuro –
Lo sento camminare accanto a me, deglutisco a intermittenza, la gola è completamente secca, quasi mi brucia. Prima di oggi ero sicuro che le pareti bianche fossero una grande idea, ora non ne sono più tanto sicuro.
- Sei silenzioso, va tutto bene, vero? – Liam si avvicina a me, fa scontrare casualmente il braccio contro il mio e sorride impercettibilmente.
- Tutto ok – mento spudoratamente e i miei occhi si posano sulla casa che appare in lontananza.
- Dai facciamo una corsa, chi arriva per ultimo insegna a Harry a montare la lenza e l’amo – mi da una spinta e piegando la schiena in avanti per aumentare la velocità, inizia ad allungare il passo.
- Aspetta, così non vale – le mie dita afferrano il bordo della sua t-shirt blu, ma scivolano subito. Imito la sua posizione e spingo sui talloni per diminuire le distanze, non voglio sia lui ad entrare per primo, vorrei avere l’opportunità di spiegargli.
Purtroppo non me né da modo, un attimo lo vedo davanti alla porta accarezzare la solita targa che riporta la scritta: le ali non sono ciò di cui hai bisogno, l’attimo dopo sparisce, apre la porta ed è dentro.
Affretto il passo e lo raggiungo con il fiato corto, lo trovo immobile a fissare il muro bianco, il pavimento pulito, le finestre sistemate e verniciate dello stesso colore – Avrei voluto dirtelo io… -
Lui alza una mano nella mia direzione, l’indice sembra chiedermi di stare zitto. Gira su se stesso e si affaccia alle altre stanze. Mi dispiace Liam è tutto bianco.
- Perché? – ci passiamo questa domanda come fosse una patata bollente. Ieri lo chiedevo io a lui e oggi viceversa.
- Ho pensato di renderla più ospitale, più casa… - i ragazzi ci stanno aspettando al molo e per spiegargli i motivi di questa scelta, forse non basterebbe una settimana.
- Ma tu sei i tuoi disegni, sei i tuoi murales, non c’è cosa che io ami di più al mondo del vederti disegnare – potresti amare me!
- Non è detto che le lascerò per sempre bianche, solo in questi mesi è stato meglio così, mi hanno fatto sentire più… non so nemmeno come spiegartelo, più a posto forse –
Resta zitto per qualche istante, guarda me, le pareti, i suoi occhi vagano per i miei tatuaggi, si avvicina ad osservare gli infissi e le porte, poi mi arriva accanto, allunga un pugno e lo appoggia al mio stomaco piano, poi alza la testa e sorride.
Non so cosa gli possa essere frullato in testa in questi minuti, gli occhi sono velati di tristezza, il suo sorriso invece è dolce, comprensivo, totalmente l’opposto di quello che avrei immaginato – È bella anche così, è vero, forse hai ragione, sembra più casa. Solitamente disegnavi su questi muri per sfogarti, ho passato anni a guardarti graffittare e cancellare in base a quello che provavi. È un po’ triste se non lo hai fatto per colpa mia, scusami Zayn - anche io allungo un pugno verso il suo stomaco, afferro la maglietta piano e lo tiro a me, abbracciandolo fortissimo, faccio scorrere il braccio attorno al suo collo e resto fermo – Non importa più –
Sento le sue dita contro la mia schiena, spinge forte anche lui, quasi stesse provando a scusarsi con tutto il suo corpo – In realtà hai solo cambiato tela, prima era un muro, ora le tue braccia – soffia aria calda nel mio orecchio e mi allontano un po’ per il solletico.
- Esatto – non l’avevo mai vista così, non so se veramente ho smesso di disegnare su questi muri perché lui non era con me, ma ora non voglio più essere arrabbiato. Mi sollevo un po’ sulle punte e gli bacio la fronte, a volte sembriamo sconosciuti, ma non ho dimenticato quanto adori quando lo faccio.
Infatti sorride – Ti ricordi dove le abbiamo messe l’ultima volta? –
- Non sono io ad aver rivoluzionato casa – mi blocco un attimo, sembra ci sia un po’ di risentimento nel suo tono, ma voglio far finta sia solo una mia impressione da paranoico provetto – Le avevo sistemate di sopra –
- Lì è ancora tutto come lo ricordi – sembra felice di sentirlo e sale le scale in fretta.
- Aspetta pure lì, tanto ormai ho vinto e Harry tocca a te! – mi fa la lingua e sparisce.
Non è poi così male sentire i suoi passi al piano di sopra, e guardare questa casa che nonostante abbia bisogno ancora di qualche modifica, sembra quasi una casa vera.
Harry allunga la mano verso Liam e Niall si sporge verso di me per recuperare le canne da pesca, Louis è appallottolato a prua, ha una berretta in testa e sta fumando. Non è un buon segno, ci farà soffrire le pene dell’inferno.
- Se ci siete tutti partiamo – il signor Evan ci guarda e Harry alza il pollice entusiasta.
- Allora montiamo queste canne, ho la mente libera da ogni distrazione, insegnatemi tutto quello che sapete – Liam e Niall scoppiano a ridere.
- Sarà Zayn il tuo maestro, spostiamoci a prua e fissiamo i supporti al parapetto – Liam ci precede.
- I supporti? Cosa pensi di pescare principessa un tonno gigante? – Louis ci degna della sua presenza facendo il simpatico. L’avevo detto, no?
- Tu non eri quello che odiava pescare? – Niall cerca di fare lo spiritoso, ma riceve un’occhiataccia e – Piccoletto evita o è la volta che ti butto in mare – il biondo scoppia a ridere, ma gli occhi sono un po’ inquieti.
- Montiamoli lo stesso, oggi il mare è talmente calmo che finiremo per pescare poco suppongo, almeno fra qualche ora lasceremo le esche al loro destino e noi potremmo goderci il sole – spiego ed inizio ad aprire le custodie, passando i pezzi a Liam.
- Ehi, lasciate fare a me, devo o non devo imparare – Harry toglie il pezzo di mano a Liam e inizia ad avvitarlo – male – al palo del parapetto – Aspetta Harry guarda che…. – il supporto gli scivola e finisce in acqua.
- Oops – Niall scoppia a ridere e Harry sembra veramente dispiaciuto.
- Ho visto un film l’altro giorno, si intitolava “Alla Deriva” , una barca piena di scemi che finiscono tutti in mare e nessuno pensa di abbassare la scaletta. Alla fine muoiono tutti e questa è la fine che faremo noi se lasciate fare le cose al riccio – Louis ci grazia ancora con il suono della sua voce.
- Non morirà nessuno, quanto sei tragico – Harry gli fa il verso, ma non è offeso, divertito oserei – Non corriamo questo rischio, il signor Evan rimarrà sempre sulla barca – spiega.
- Ora mi sento molto più tranquillo! – Niall sospira e gli va vicino, appoggiandogli una mano sulla spalla – Dai Lou andiamo, è una giornata fra noi è da tanto che non capita, prova a dormire un po’, vedrai che dopo sarai più rilassato – prova.
- Senti Niall non vuoi sapere cosa mi renderebbe più rilassato in questo momento, quindi visto che pare tu non sia in grado di soddisfarmi, a meno che uno degli altri tre non si offra volontario, stammi lontano –
- Di cosa stai parlando? – Liam ha gli occhi sgranati e Harry scoppia a ridere, io mi sento a disagio e non oso immaginare cosa stia provando Niall che non c’entra nulla. Mi sposto accanto a loro e lo tiro per il polso – Vieni Nialler, lascialo perdere. Fra un po’ gli passa –
- Sì, ma non sta parlando di… - continua.
Guardo malissimo Lou e lui ricambia stringendo gli occhi e lanciando via il mozzicone consumato – Non ci pensare, non ti farà niente di male. Ci siamo noi con te –
- Male? Chi mai gli voleva fare del male? Gli farei del bene, potrei fargli vedere il mondo in un modo nuovo, e non sono l’unico che dovrebbe provare questa conversione – mi guarda ancora, ma gli volto le spalle. Sa essere così dannatamente insopportabile.
Lo lasciamo nei suoi silenzi mentre prendiamo il largo, supervisiono Harry in ogni movimento, provo a spiegargli come montare la canna da pesca e guardo Liam sbiancare quando sceglie la sua, rischiando anche di togliere un occhio a Niall, che mortificato non ha più proferito parola.
Rischiamo la vita molteplici volte a turno, una volta per la scatola degli ami che fa cadere sui piedi di Liam, una volta per la lenza che non so come attorciglia attorno alla mia caviglia, rischiando di farmi finire con la testa dritto fuori dalla barca, ma alla fine le canne sono montate e ferme, tutte tranne una, quella blu di Louis, Niall l’ha comunque sistemata e messa da parte.
Credo se ne renda conto perché appena lanciamo le lenze, lui pare tornare fra noi, ridendo ad ogni disastro e avvicinandosi infine per dare un pizzicotto al fianco di Niall, l’unico a tenere la canna senza supporto – Vuoi che ti dia un po’ il cambio, si sta bene sdraiati al sole ora –
- È il tuo modo di chiedere scusa? – lo guarda fingendo risentimento, in realtà hanno questo legame strano come se Louis fosse il papà e lui il figlioletto. Sono dolci.
- È il mio modo di chiederti se vuoi il cambio – borbotta. Niall gli porge la canna e appena lui la afferra con entrambe le mani, lo abbraccia – Ok ti perdono! – strofina la faccia nella sua schiena.
- Oddio, oddio, tiraaaa – Harry punta i piedi e Liam ride e mi guarda.
- Ok, calmo non opporre troppa resistenza altrimenti la lenza si spezza. Porta in avanti il busto e appena senti la tensione calare, fai fare un giro al mulinello, come ti ho fatto vedere prima – segue le mie indicazioni per un attimo, ma nello stesso momento anche le canne di Liam e Louis paiono animarsi.
- Niall corri – urla come un bambino il più basso.
Liam invece sorride, si muove sicuro, ama pescare, è stato mio padre a insegnarci quando eravamo piccoli. Un tempo avevamo una piccola barca a motore e quanti pomeriggi abbiamo passato a pescare e fare il bagno nell’acqua gelida nonostante la stagione.
Ora non è più quel bambino, è più introverso e criptico, o forse sono io, forse non mi basta più che sia solo il mio amichetto. Guardo le sue labbra contrarsi per lo forzo, la lingua scivolare fuori mentre punta il piede incastrandolo e portando la schiena avanti e poi subito indietro, iniziando a girare il mulinello velocemente, il gesto è repentino e il cappello gli cade, mostrando i capelli spettinati. È una lotta, lui e il pesce, è bellissimo. Non riesco a trovare le parole giuste per descriverlo.
- Zayn aiuto! A.I.U.T.O! Non lo tengo, non lo tengo, nooon looo tengoooo! – non faccio in tempo a tornare in me e soccorrerlo, la lenza si spezza e Harry cade scompostamente andando a sbattere contro Niall che intento ad aiutare Louis, perde l’equilibrio e gli si aggrappa al braccio, trascinandolo con sé.
La canna di Louis viene sbalzata via, perdendo il pesce, ma fortunatamente non l’amo.
Liam intanto ha tirato su il suo primo pesce ed esulta, riponendolo nella cassa blu al centro del ponte e si affretta ad aiutare Harry.
- Siete tutti interi? – mi avvicino anche io, dopo aver riposto la canna nel supporto.
Niall è completamente sopra Louis e sta ridendo – Cosa ridi, se volevi saltami addosso non c’era bisogno di inscenare tutta questa epopea, hai rischiato di farmi spaccare l’osso del collo – si guarda intorno per cercare un appiglio e non trovando niente di suo gradimento, vedo le sue mani avvolgersi attorno al sedere del biondo stringendolo – Louis! – grida lui.
- E allora aiutami, no? Perché devo fare tutto io con te – Niall diventa paonazzo – Tutto cosa? – si alza veloce e lo aiuta a fare lo stesso.
- Eddai cucciolo, te la sei cercata? Hai un bel culo devo ammettere – Niall si allontana e si rifugia fra le mie braccia.
- Zayn, proteggimi, Louis è un molestatore – lo stringo a me e gli tengo ferma la testa, ma rido di gusto.
- Guarda che cadi dalla padella alla brace – Louis brontola e cerca di recuperare la canna ma – Stai fermo Lou, il vostro amo si è conficcato nel dito di Harry – lascio andare Niall e vedo Liam chino a soccorrerlo.
- Non è niente, gli ho detto di tirare ma Teddy dice di no –
- Ha ragione, l’amo ha un dente sul dorso, serve appunto per evitare la fuga del pesce, fa resistenza una volta dentro alla carne, così che non possa scivolare indietro – spiego - Evan la scatola del pronto soccorso dov’è? – lui scuote la testa e ce la porge.
- Ho un coltellino se ne avete bisogno – me lo offre e io lo prendo.
- Sei anche un chirurgo ora? – Louis mi prende in giro.
- No, ma se apro un po’ più la ferita senza fare resistenza, la risolviamo con un taglietto, se lo strappassi via, la ferita ci metterebbe molto di più a guarire. Scusa Harry, ti farò un po’ male – mi tremano le mani, ma Liam mi sta guardando con occhi adoranti e mi sto godendo la sensazione di essere come un’eroe dei fumetti che ama tanto, anche se non ho nessun super potere e sto per sfilare un semplice amo da un dito.
Appoggio la punta e premo, Harry stringe gli occhi e si morde il labbro, Liam gli afferra la mano e gli accarezza la testa – Dai Harry, ora passa. Zayn farà subito – le sue dita intrecciate a quei capelli, proprio come l’altra sera, mi sembra un gesto così intimo, ho quasi l’impulso di premere il coltello e fargli più male. Qualcuno dovrebbe chiudermi in manicomio.
Sono pazzo è vero, ma di Liam, non del tutto.
Il dito di Harry rimane al suo posto e dopo averlo disinfettato e aver cambiato lenza, è pronto a tornare alla ribalta, un piccolo vulcano di vita e ricci.
A fine giornata la cassa blu e piena di bei pesci, io e Liam ne prendiamo più di tutti e ci facciamo tante foto.
Era da molto tempo che non mi divertivo così, Louis non lascia stare Niall e lui fa finta di cercare rifugio da me e Liam, e Liam, lui è semplicemente quel migliore amico andato un po’ perso in questi ultimi anni, i nostri movimenti sincronizzati, precisi ed esperti, uno al fianco dell’altro. Noi e i nostri sorrisi bellissimi.
Non importa nemmeno alla fine di essere bagnati e puzzolenti, guardo il sole calare, i miei amici ridere e guardo Harry, vorrei ringraziarlo perché senza saperlo mi sta facendo rivivere la magia dei ricordi che credevo perduti.
Puzzo, sono appiccicoso, sudato e stremato. Sono anche molto felice, veramente felice, era quello che ci voleva, avevo bisogno di una giornata del genere. Ho ancora il sorriso sulle labbra, mi sento bene.
Inizialmente è stato un po’ tragico, guardare gli occhi di Liam osservare quelle pareti bianche, ma si abituerà, è stata dura anche per me in un primo momento, ora mi fanno provare quasi sollievo.
Baba non parla molto, mi mette un piatto stracolmo di cibo davanti al naso e mi spiega come Harry abbia conquistato già tutto il paese, non posso far altro che confermare le sue parole e raccontargli velocemente di quanti pesci abbiamo pescato io e Liam.
- Mark pensa che potremmo fare una bella grigliata domani sera, mamma impazzirebbe, cucinerebbe mille ricette diverse – esclamo sovra pensiero, sentendo già acquolina in bocca.
- Dovresti chiamarla, le farà piacere anche solo sapere che l’hai pensata – mi toglie il piatto, lo appoggia sopra al suo e mi dà le spalle, aprendo il rubinetto.
- Baba? –
- Dimmi Zaynie –
- Ma perché tu e la mamma vi siete lasciati? Lei tiene ancora a casa quel tuo cappotto e… - un rumore fragoroso lo fa sobbalzare, e me con lui. Da chi mai avrò preso, vero?
Si volta piano e mi guarda con occhi improvvisamente tristi – Non c’è sempre un perché, spesso l’amore non basta, le routine ci rendono schiavi e si perdono di vista le cose importanti –
– Però se due si amano davvero… -
Lo guardo curvarsi su se stesso – Domani quando arrivi in officina ricordati di chiamare il magazzino di Leeds, da York mi hanno detto che i fari per la tua Mustang sono terminati – capisco perfettamente che non ha intenzione di proseguire con il mio discorso.
Potrebbe avere ragione lui, l’amore non basta e le abitudini possono rovinare tutto, ma se decidi di arrenderti e non lottare la colpa di chi è?
Io sento che con Liam ho ancora tante carte da giocarmi, scosto la sedia, salgo le scale e mi butto sotto la doccia, devo sfregare con forza per non sentire più l’odore di mare e pesce sotto le unghie e appena mi butto sul letto, nonostante sia tardi, mi rendo conto di non avere sonno.
Tigre dorme sul davanzale della finestra, proprio sopra il mio album. Lo sento protestare appena cerco di sfilarlo, ma non importa, apro una pagina nuova e lascio vagare la matita.
Mi sto dedicando alle ombreggiature del mare quando la porta della mia camera si apre e Liam appare davanti ai miei occhi, indossa una tuta larga e una canotta bianca, il viso stanco quanto il mio.
Sorrido ma torno al mio disegno e lui mi si siede accanto in silenzio, osservandomi con attenzione.
- Sono contento che tu l’abbia usato comunque – indica il blocco.
- È stato un buon compagno – picchietto con la punta della matita sul foglio.
- Al contrario mio – sposto gli occhi su di lui, giusto in tempo per coglierlo mentre si morde il labbro e un’ondata di dispiacere si manifesta sul suo viso.
- Ci stai ancora pensando, Lee? – l’ho perdonato, lui lo sa, io ho il diritto di rimuginare ancora sulle sue parole, ma lui? È possibile che nemmeno io capisca veramente il mio migliore amico?
- Le pareti della casa in collina non sono mai state bianche, vederle così… mi sono sentito un mostro – si tortura le unghie.
- Facciamo così, tu non sei un mostro ed io non sono un santo – sembra valutare l’idea e approvarla, accennando un sorriso.
Sbadiglio e mi stiro, posando il blocco di nuovo sul davanzale. Lo guardo e non so cosa dire, i silenzi non sono mai stati un problema fra noi, ora invece mi sembra di sentirmi a disagio, nonostante oggi sia stata una bella giornata e abbiamo fatto pace, non so bene come comportarmi.
Qualche mese fa l’avrai tirato a me, ora mi limito ad appoggiare la schiena al muro, piego appena la testa indietro e chiudo gli occhi.
Giurerei di essermi addormentato per qualche secondo, perché appena sento il tocco delle sue dita sul braccio, salto su me stesso.
Non apro gli occhi subito, mi godo il calore di quel tocco delicato, sembra stia ripassando i bordi dei miei tatuaggi ed infatti è con la testa china ad osservarli che lo trovo, aprendo le palpebre.
- Hanno tutti il loro significato… -
- Già… -
- Mi dispiace Zayn… - sussurra.
Ha gli occhi così persi e dispiaciuti, mi sento stupido ad aver provato quel senso di inquietudine pochi istanti fa. Quello che ho davanti è semplicemente il mio Liam, il mio migliore amico, il mio grande amore.
Può fare o dire quello che vuole, può non capire se mi vuole o meno, ma non posso sentirmi a disagio in sua presenza.
- Ti prego non lo dire più, non ci pensare più. È successo, basta. Forse siamo un po’ come le vecchie coppie della tv, ci arrabbiamo, bisticciamo ma finiamo sempre per fare pace e volerci più bene di prima. Dovremo smettere di lottare contro la verità dei fatti – lo guardo dritto negli occhi con la consapevolezza che questo sia probabilmente il discorso più sincero mai uscito dalla mia bocca. Vorrei che anche lui smettesse di lottare e mi dicesse le cose come stanno.
- È stato bello andare a pesca oggi, era passato un sacco di tempo dall’ultima volta – perché non mi stupisco che Liam non abbia colto il senso del mio discorso?
- Dovremmo passare più tempo insieme – sento la mia voce uscire calda, sono talmente stanco, non ho nemmeno la forza di sentire la paura di essere rifiutato.
- Io vorrei… - si avvicina impercettibilmente a me, vedo la sua mano allungarsi e afferrare il bordo della coperta, l’indice gioca con la cucitura – posso dormire qui? – abbassa gli occhi e poi torna a guardarmi, respira veloce e io non ci sto capendo più niente. Cosa stiamo facendo?
Alzo un sopracciglio e lo guardo interrogativo, lui credo fraintenda e aggiunge subito – Geoff non c’è –
Sorride, ed è bello come sempre, ho ancora la sua immagine mentre seduto sugli scalini della barca indica la cassa piena di pesci appena pescati, spero Niall stampi la nostra foto, mi piacerebbe disegnarla.
- Perché vuoi dormire qui? – un’altra domanda, eppure mi accorgo sia più forte di me. Posso accettare, provare per lo meno ad accettare che lui mi voglia solo per amico, eppure certi suoi comportamenti mi fanno pensare troppo spesso ad altro, non è possibile che io fraintenda sempre.
- Harry stanotte si è offerto di aiutare Mark, pare sia il giorno delle nuove esperienze per lui, mamma mi ha chiesto di tenerlo d’occhio, sa che dormirò da Louis quindi… -
- Oh – l’immagine di Harry e tutte le cose che mi ha detto, mi fanno come svegliare.
- Perché vuoi dormire qui? – insisto. Liam questa volta o la verità o non l’avrai vinta. Lo guardo e dentro di me ripeto ti prego Liam, sii sincero. Il vero motivo, dimmi il vero motivo.
- Da quando ci deve essere un perché? – sembra stizzito.
Abbasso la testa cercando il coraggio di fare quello che mi sono promesso e – Forse dovresti andare a casa – sussurro.
- Perché? –
- Domani possiamo andare in collina insieme, potresti aiutarmi con il piano di sopra, ci sono molte cose da sistemare ancora – non riesco nemmeno a guardarlo.
- Ma io… - prova a protestare.
- Scusa Lee, domani devo lavorare ed è tardissimo, la giornata mi ha stremato – non voglio veramente che se ne vada, allo stesso tempo vorrei lui si rendesse conto del motivo per il quale sente il bisogno di rimanere e dividere un letto con me.
Sembra stupito della mia risposta, in fondo ho sempre assecondato i suoi capricci da principessa.
Credo capisca che non tornerò sui miei passi, perché si alza, muovendosi molto lentamente, quasi stesse aspettando la mia resa, che io gli permetta di restare. Peccato, stavolta non lo farò. Forse potrà sembrare che io mi stia arrendendo, invece sto provando a fare tutto il contrario.
Mi guarda un attimo, batte la mano sulla mia gamba e – Notte allora –
- Notte –
Appena chiude la porta dietro di sé, vorrei corrergli dietro e dirgli di rimanere, invece mi rifugio sotto le coperte e devo addormentarmi immaginandolo tornare indietro, perché nel sonno mi sembra quasi di sentire il suo calore.
So di dovermi svegliare, non ho sentito la sveglia suonare, eppure tutto mi grida di alzarmi. Peccato io sia troppo stanco anche solo per pensare di aprire gli occhi.
Mi crogiolo nel tepore delle lenzuola, sebbene sia estate sento l’aria fresca entrare dalla finestra aperta, poi sento il rumore della maniglia e un peso abbassare il materasso accanto a me.
Allungo la mano cercando Tigre, sebbene sappia che il gatto non è in grado di aprire la porta, ma ho troppo sonno per ragionarci, così la sento entrare in contatto con qualcosa di caldo. Non è sicuramente il gatto.
Apro gli occhi e trovo Harry seduto accanto a me, mi sorride con una tazza di caffè fumante in mano, ne beve un sorso e me lo porge.
- Buongiorno Zayn! –
Sbatto gli occhi più volte per rendermi conto che Harry è realmente nella mia stanza, ho chiuso gli occhi pensando a Liam e non mi sarei certo aspettato di risvegliarmi con lui.
Mi metto seduto a fatica, borbottando e afferro la tazza.
Lo guardo meglio, lasciando i miei occhi liberi di metterlo a fuoco. È pieno di farina, i capelli sono legati, ma molte ciocche ricadono verso il basso sparse.
- Bello fare il fornaio? – chiedo affondando il viso nella tazza.
- Stai scherzando? È il lavoro della mia vita, niente da togliere alla pesca, non fraintendermi, ma il pane… tutte quelle farine, impastare, dosare, l’odore paradisiaco delle pagnotte che abbrustoliscono in forno. Un paradiso – lo spiega ad occhi chiusi, come se fosse ancora in panetteria, non ha il viso stanco di chi non ha dormito tutta la notte, sembra quasi abbia fatto sesso tutta la notte. Estasiato e rilassato.
Non posso far altro di scoppiare a ridere. Che personaggio questo Harry.
- Deduco non vorrai provare le ebrezza di fare il meccanico – scherzo.
- Affatto! Ho promesso a Lou di dargli la rivincita dopo la giornata di pesca, si è lamentato tutta notte, ogni volta che passava davanti alla scala per andare in bagno. Mi dispiace per lui, ma sarò un favoloso meccanico –
- Assolutamente! – rido ancora.
- Scusa se mi sono permesso di invadere la tua tana, ma ho incontrato tuo padre fuori dall’officina, stavo pensando di andare a fare qualche foto in giro, però mi ha chiesto se per favore venivo a buttarti giù dal letto e ho preferito venire qui –
Sfacciato come sempre – G-grazie – affondo la schiena nel cuscino e restiamo un attimo in silenzio.
Lo guardo studiare la mia stanza, il mio letto, me. Ha uno sguardo attento e appassionato, vorrei dire che mi mette in imbarazzo, ma non lo fa.
- Mi piacerebbe fotografarti, ti ho osservato un po’ mentre dormivi e tu hai qualcosa di interessante Zayn. Davvero, davvero interessante –
- Io? – questa volta arrossisco.
- Liam ha detto che tu disegni… cioè quello lo sapevo da solo, intendo sui muri, questo non me lo avevi detto –
- Non lo faccio da un po’ in realtà – ammetto.
- Dovresti riiniziare, mi piacerebbe fotografarti mentre crei – e mi ritrovo ad arrossire per l’ennesima volta, osservarmi mentre faccio i miei murales è qualcosa che fin ora ho concesso solo a Liam.
Bevo tutto il caffè rimasto, mi alzo e – Ma non sono nemmeno le otto, protesto – è molto prima di quel che credessi.
- In cucina ci sono delle brioches ancora calde, non le ho portate su perché magari sei uno di quelli che la mattina non vuole fare colazione immediatamente – è anche premuroso.
- Ti perdono solo per le brioches – afferro i jeans, una maglietta pulita e vado in bagno, quando esco lo trovo seduto esattamente dove l’ho lasciato, con gli occhi puntati sul mio album.
- Ci sono – lo richiamo e scendiamo le scale uno dietro l’altro.
Lui entra in cucina come se conoscesse la casa da sempre, apre l’armadietto sopra il lavandino, afferra un piatto e ci dispone sopra le brioches che ha portato, io apro la porta che da accesso al garage e infilo le scarpe prima di tornare da lui.
Afferro un cornetto, lo stringo con i denti e facendomi forza sulle braccia mi siedo sul piano della cucina – Le hai fatte tu? – osservo la cioccolata tiepida uscire dallsa pasta friabile, è veramente buona, ma Harry non mi sta nemmeno ascoltando, sta fissando la porta ancora aperta e – è la tua? – indica la moto.
- Sì –
- Non la usi mai? –
- Ultimamente no, io e Lou stiamo lavorando alla mia futura automobile – ma qualcosa mi dice che lui trovi la moto più interessante.
- E se io volessi provarla? – gli occhi gli brillano mentre si volta a chiedermelo.
- Se sai guidarla è lì, puoi usarla quando vuoi – faccio spallucce.
- No, non hai capito, voglio provarla mentre la guidi tu! – sorride.
- Non so se… -
- Oh, ti pregoooo! –
Apro il gas e mi lascio andare, Harry stringe le mani attorno ai miei fianchi, sono grandi e calde, la sua pancia combacia perfettamente alla mia schiena e scopro quanto mi mancasse il rombo del motore fra le mani.
Non credo sia la prima volta che il riccio sale su una moto, deve avermi detto una bugia, o meglio, ha solo detto di volar fare un giro con me e questo ha ottenuto, è completamente sciolto e mi segue mentre piego nelle curve, vedo i suoi capelli sventolare fuori dal casco, purtroppo dagli specchietti non vedo la sua espressione, nascosta dalla visiera a specchio del suo casco.
Porto all’acceleratore al massimo, piego il polso più che posso e quando sento la risata di Harry superare il rumore del vento, finisco a ridere anche io, come un bambino.
Se non fosse troppo tardi, credo potrei guidare fino a Bradford, mi piacerebbe che mamma conoscesse Harry, ma per oggi può bastare così, appena posso invertire la direzione lo faccio e ripercorro la strada familiare fino a Whitby.
Faccio un po’ il cretino, sbandando qua e là, una volta imboccata la via principale del paese, Harry mi pizzica i fianchi per farmi smettere e ci ritroviamo a togliere i caschi davanti alla pasticceria, ridendo come pazzi.
- Se mi prometti di non ripropormi le ultime peripezie, potrei chiederti il bis – non sembra intenzionato a scendere dalla moto, porta il casco sotto il braccio e si ravviva i capelli con le mani, sporgendo la testa in avanti e poi riportandola velocemente indietro.
- Eccovi, non mi ero sognato il rombo della tua signora allora – Louis esce dal retro del negozio e si blocca un attimo guardando Harry dietro di me.
- Non fare quella faccia Louis! Non mi odi veramente, anzi vieni a darmi una mano a scendere di qui – non ha affatto bisogno di una mano, ha le gambe talmente lunghe che con un semplice movimento sarebbe a posto, eppure afferra la mano che Lou gli porge e scende platealmente dalla moto.
Rido fra me e cerco le sigarette nella tasca, accendendomene una e porgendone un’altra a Lou.
- Ah, credo ci sia qualcosa di tua proprietà sul mio divano – annuncia.
- Mio? – guardo lui e poi Harry.
- Liam! C’è Liam sul mio divano, sta dormendo – perché non è andato a casa?
Quando è andato via era abbastanza tardi perché Maura dormisse della grossa, faccio spallucce, si sveglierà, ha tempo fino a pomeriggio per riposarsi.
- Non è di mia proprietà – brontolo.
- Pensavo di aver capito che ami guidare la moto, Harry! Come mai hai deciso di fare da passeggero? – come immaginavo.
Giro la testa verso di lui e lo guardo con un mezzo sorriso – Già Harry, perché? – faccio lo stupido.
- È stata una dura notte di lavoro, ho pensato che toccare i tuoi addominali fosse un bel modo per rilassarmi – sgrano gli occhi e Louis con me, ma lui scoppia a ridere – quanto siete creduloni da uno a dieci? Però che sono stanco è vero, e poi portare qualcuno in moto è una gran questione di fiducia, se chi ti è dietro non ti segue nella guida, finire a terra è un attimo. Direi che abbiamo superato la prova – si avvicina muovendo le spalle su e giù e io in risposta gli sbatto il casco nella pancia, rischiando di farlo cadere. Fortunatamente Louis lo afferra e lo tiene su.
Sento sbadigliare, lo sentiamo tutti, ci voltiamo e Liam è in piedi davanti a noi con lo sguardo assonnato – Teddy buongiorno! – Harry gli va incontro e lo abbraccia forte, prima di dargli la possibilità di realizzare cosa stia succedendo.
- Non hai dormito? – chiede guardando i suoi vestiti ancora sporchi.
- No! Zayn mi ha portato a fare un giro in moto – Liam sbatte gli occhi velocemente un paio di volte, passando da me a lui.
- Avevo capito ti dovessi alzare presto per lavorare – borbotta.
- Ehm io… - improvvisamente mi sento in colpa. Non dovrei, eppure è così.
- Sì beh, non importa. Vado a casa a farmi una doccia, Harry tu vieni? – taglia corto
- Sì, arrivo subito, tu inizia pure ad andare – la bocca gli si apre, sembra non si aspettasse una risposta del genere.
- Ciao – non aspetta nemmeno una risposta, inizia a camminare e sparisce dietro l’angolo.
- Zayn e Louis, pensate di venire a lavorare oggi o segno un giorno di ferie? – mio padre è fermo sulla soglia dell’officina con le mani appoggiate ai fianchi e un’espressione indispettita – Oh, ciao Harry. Ancora in piedi? Dovresti proprio andare a riposare – sorride come un’ebete appena lo vede. Non vorrei dirgli che è colpa del suo amato Harry se ho fatto tardi.
- Vado subito, signore! –
- Ti dispiace portarmela in garage, tanto la sai guidare no? – faccio il sarcastico.
- Lasciala in officina – si intromette Lou.
- Sì, giusto. Vai a riposarti, non preoccuparti –
- Lasciami le chiavi, lo faccio volentieri. In fondo la vorrei davvero provare – sorrido e gliele lancio, Lou scuote la testa guardandolo impugnare le manopole e metterla in moto. Parte senza casco, ma ha ragione Harry, ormai mi fido di lui.
Lo guardo sparire con il sorriso e appena mi giro trovo Louis a fissarmi – Cosa c’è? – chiedo.
- Non ti sei accorto di nulla davvero? –
- Non ti seguo –
- Lascia stare, non so chi sia più rincoglionito fra te e Liam. Beata ignoranza – lo seguo dentro l’officina, ma perché devono essere tutti così dannatamente criptici?
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[nda]
Sono lessa, stamattina è iniziata con le tre foto postate da Liam, che amo anche sotto forma di scheletro con quale cerca di celare i suoi occhietti tristi\stanchi e finisce così, dovendomi placare perché quando scrivo degli Ziam, le parole viaggiano veloci e i capitoli diventano interminabili.
Questo è uno di quelli, l'ho dovuto interrompere così perché la parte dopo non avrei saputo come dividerla quindi ho deciso semplicemente di spostarla nel prossimo capitolo!
Voi avete capito quello che intendeva Louis?
Eh sì, ho dato un po' di spazio ai Nouis, ribadisco non riesco a shipparli come romance, però li vedo davvero come padre e figlio e ultimamente sto leggendo una ff su di loro e, non li vedo a farsi effusioni, però sono teneri come amiconi! E tra Lou e Harry non so chi amare di più!
Così abbiamo questo triangolo Ziam/Zarry e i Nouis, tutti amano Harry e voi? lo adorate sempre come all'inizio!
So che vi sembra che fra Liam e Zayn non stia capitando nulla, ma il prossimo sarà il capitolo della svolta qualcuno capirà delle cose... e non dico altro!
Stasera non ho molto da dire a parte che i ragazzi mi mancano tremendamente, e non solo loro,
parlo di amicizie e di tante cose, ma ehi, come direbbe Liam: Bla bla bla.
E' il mio mantra di quest'anno!
Come sempre #endlesslyZiam se volete condividere le frasi o scrivermi qualcosa su Twitter, se volete disagiare con me su Facebook avete la pagina Tutta Colpa Di Liam e se volete farmi domande di tutti i tipi su ask sono @SaraTarroni!
Grazie per commentare così numerose e sclerale con me, mi fate sempre morire dal ridere
Un bacio e Buon Week end
SARA