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Autore: WibblyVale    13/02/2016    4 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il lago risplendeva colpito dai raggi del sole. Kakashi teneva gli occhi chiusi e si godeva il dolce calore sulla sua pelle, mentre veniva cullato dal dolce dondolare di Isobu sotto di sé. Il demone aveva consentito a portarlo sulla sua schiena. Il Copia-ninja aveva capito che la fine del suo allenamento stava arrivando e aveva deciso di fare una chiacchierata privata con il biju .
Allora, ragazzino, vuoi dirmi di cosa hai bisogno?”
“Gyuuki-sama è stato piuttosto chiaro nello spiegare questa fase dell’allenamento. Devo imparare a convogliare ciò che assorbirò da Shiori nel resto della natura e a sigillare il potere in un contenitore non umano. Ma per questa fase l’unica cosa che posso fare è studiare, visto che potrò provarla una sola volta. Gyuuki però dice che quando sarò pronto lo saprò.”
È così. Stai continuando a fare gli esercizi che ti ha detto, no? Continui a spingere il tuo chakra al limite per provare a donarlo a lui.”
“Si, ma non ce la faccio.”
Certo, si chiama istinto di sopravvivenza. Il tuo corpo non vuole perdere la sua forza. È qua il difficile. Devi cercare di combattere quell’istinto. Se riuscirai a fare questo spargere il chakra di un’altra persona sarà una passeggiata.”
“Se lo dite voi.” Commentò tetro. Come poteva essere una passeggiata spargere l’essenza vitale di Shiori, lui non lo capiva.
Sai cosa intendo.” Replicò il demone. “Però, non sei qui per questo, vero? Cosa volevi chiedermi?
Uno schianto provenne dalla riva. Kakashi scattò a sedere in allarme per vedere che era soltanto Bee, che si stava divertendo i Kami solo sapevano a far cosa.
“È necessario disperdere proprio tutta la sua essenza vitale? Insomma …” esitò.
Se un briciolo di vita resta in lei, il potere non si staccherà e non potrai sigillarlo.”
Il jonin si colpì il ginocchio con un pugno.
“Io … io non smetterò di tentare.”
Lo so, ma un giorno dovrai convincerti che potresti perderla.”
“Siamo shinobi. Ho fatto pace con quello tanto tempo fa.” Ribatté secco, tornando a sdraiarsi sulla schiena del demone.
Non te l’ho mai chiesto. Com’era prima di andare sotto copertura?”
Kakashi sospirò e chiuse gli occhi. Un leggero sorriso gli increspò le labbra. “Era solare, le piaceva ridere, ma nei suoi occhi potevi vederlo ... quel dolore e quella sofferenza. Erano uno specchio dei miei. Cercava di trovare il buono in chiunque e, se non lo trovava, scavava a fondo finché qualcosa non saltava fuori. È la donna più testarda che io abbia mai conosciuto. Era facile che ci accapigliassimo per le cose più stupide, e allo stesso tempo non avrei potuto fare a meno dei suoi consigli. Non mi sono mai fidato di nessuno come di lei. Non sto esagerando. Dopo la morte di mio padre, una parte di me è sempre stata nascosta agli altri, ma lei … beh è un po’ difficile tenere nascosto qualcosa a qualcuno che ti legge dentro. Anche se non era solo per quello … Sono stato sempre ancorato al passato, ma quando la guardavo io vedevo il futuro.”
Isobu realizzò solo in quel momento la complessità del sentimento che li legava. Lui conosceva l’amore e l’affetto, ma quello che portava due umani a legarsi per la vita era una cosa a lui estranea. Certo se portava a soffrire così tanto non era sicuro che ne valesse la pena, ma …
E ne è valsa la pena? Cioè, essendo consapevole che lei se ne andrà e ciò porterà sofferenza ad entrambi, lo rifaresti?” Kakashi rimase in silenzio a lungo. “Voglio solo cercare di capire.” Spiegò il demone.
“È una domanda difficile. Direi di si …” rispose.
Capisco. Spero che tu non debba mai affrontarla.”
“Anche io, Isobu-sama. Anche io.”
 
Gyuuki batteva le suo otto code sul terreno impaziente. La richiesta del Copia-ninja era assurda e non aveva voglia di assecondarla. In quel momento, si sarebbe dovuto impegnare ad apprendere la sua nuova abilità, invece voleva sfidare Bee.
“Vi assicuro che mi serve per staccare un po’. Se non faccio qualcosa di diverso da questo credo che potrei impazzire!” esclamò esasperato.
Non è il momento di …” cominciò a rimproverarlo l’Ottacoda.
Kakashi si morse il labbro, era ora di tentare la tecnica finale che Gai usava con lui quando proprio non ne aveva voglia. Su di lui funzionava, perché non avrebbe potuto funzionare con il ninja della Nuvola.
“Certo, a meno che Bee non stia usando tutto ciò come una scusa per non sfidarmi. Magari è solo spaventato.”
“Cooooosaaaaaa???” la personalità del Jinchuriki prese il sopravvento. “Non credo proprio!” Mentre diceva questo, Killer Bee riprese le sue sembianze e si mise in posizione da combattimento. “Ora ti faccio vedere io chi è spaventato.”
Kakashi ghignò soddisfatto. Era riuscito ad avere ciò che voleva. Si preparò e andò all’attacco. Bee schivò il suo pugno all’ultimo momento, deviando verso destra. Nonostante la stazza notevole, il Jinchuriki era piuttosto veloce. Fu immediatamente dietro il Copia-ninja e lo colpì facendo apparire una delle code del demone.
Una pianta fermò il volo del jonin, che si rialzò prontamente.
Passò una mano sulla bocca per pulire via il sangue che era cominciato fuoriuscire. A quel punto fece i segni con le mani e attaccò il Jinchuriki con il Drago d’Acqua. La bestia si erse dal lago e si scagliò su Bee, con tutta la sua forza, avvolgendolo tra le sue spire.
Lo shinobi della Nuvola a quel punto sguainò le sue sette spade e tagliò a pezzettini il suo drago, che si dissolse cadendo a terra con un sonoro splash. Kakashi attivò lo Sharingan e decise di provare con un attacco corpo a corpo. Con il solo kunai fermò le sette spade che venivano contro di lui e, con una mossa fulminea, passò sotto le gambe del Jinchuriki, per poi colpirlo alla base del collo, facendolo stramazzare a terra.
Bee si rialzò ringhiando. Kakashi fece qualche passo indietro. Ora l’aveva decisamente fatto incazzare. Beh, in fondo era quello che voleva. Aveva voglia di un combattimento serio che non lo facesse pens … Il suo avversario spuntò dell’inchiostro dritto sulla sua faccia, accecandolo momentaneamente.
Kakashi si ripulì gli occhi, ma il Jinchuriki era sparito. Un secondo dopo lo vide riemergere dall’acqua in versione cercoterio. Si, l’aveva fatto incazzare. Cercando di non perdere la concentrazione, attivò il Raikiri. Fu in quel momento che sentì una parte di sé staccarsi. Decise di spingerla fuori, convogliandola tutta verso il suo braccio. Si mise a correre sull’acqua, cercando di avvicinarsi sempre più a Killer Bee. Aveva quasi raggiunto il biju quando fu scosso dai tremiti e vide dei puntini blu davanti ai suoi occhi. Cadrò in acqua per l’ennesima volta, si disse esasperato prima che tutto diventasse buio.
 
Una luce accecante lo avvolgeva e lui si sentiva più forte di prima. Ricordava di essere svenuto, ma non capiva dove si trovava. Al momento sperava soltanto che i suoi compagni lo salvassero per l’ennesima volta dall’annegamento.
Ad un tratto sentì una voce chiamare da lontano. “C’è nessuno?” Gli parve di riconoscerla. Anzi era certo di sapere a chi appartenesse. Camminò verso il luogo da cui era arrivato quel suono. Gli sembrava di camminare su dell’erba soffice a piedi nudi.
Quando la raggiunse, Shiori si portò una mano a ripararsi gli occhi. Sembrava stanca e affaticata, i capelli le erano appiccicati alla fronte a causa del sudore. Indossava una larga tuta giallastra … Di certo era un sogno strano.
“Kakashi.” Mormorò lei con un tremolio nella voce.
“Shiori, cosa ci fai nel mio sogno?”
“Guarda che sei tu che sei nel mio.” Ribatté lei. Anche nei suoi sogni continuavano a bisticciare.
 “Sembri stanca.”
“Ho avuto una giornataccia.”  Spiegò lei. Perché la Shiori dei suoi sogni avrebbe dovuto avere una giornataccia? “Dove siamo?” chiese, indicando il lago e il prato attorno a loro.
“Qui è dove sono venuto ad allenarmi per …”
“Per…?” lo incitò lei. Lo sapeva fin dall’inizio che c’era qualcosa di strano in tutto questo.
“Per imparare a fermarti se mai userai il potere di vita e di morte.”
La donna sbarrò gli occhi sorpresa. Allora era questo che stava succedendo? Ma certo, l’Eremita delle Sei vie era la persona che più amava Hamura.
“Perché tu mi ami.”
“Si, ma non sono il più adatto apparentemente.”
“Ah no?” domandò lei curiosa.
Lui scosse la testa. “Ma che senso ha raccontarti queste cose? Sei solo nella mia immaginazione. Non riesco a capire perché sei qui?” disse disperato il Copia-ninja.
“Credo che tu ti senta in colpa.” Shiori non sapeva dove riuscita a trovare la calma per sostenere quella conversazione senza mettersi a urlare. Kakashi aveva accettato di imparare tecniche che avrebbero potuto ucciderla, questo la faceva stare male. Allo stesso tempo, però, si sentiva più sicura. Se lei avesse ceduto al potere, qualcuno sarebbe stato in grado di fermarla.
“Anche nei miei sogni mi leggi dentro?” commentò lui con un sorriso.
“Sono una produzione del tuo inconscio. Come non potrei sapere cosa provi?”
“Già. Come non potresti?” Lo shinobi abbassò lo sguardo.
Shiori sapeva che lui non voleva farle del male e sentiva che dentro di lui c’era un grande conflitto.
“Kakashi …” L’uomo alzò lo sguardo di nuovo su di lei. “Non devi sentirti in colpa. Questa è la cosa più giusta da fare. Se dovessi mai commettere quell’errore, voglio che qualcuno sia in grado di fermarmi.”
“Questo è solo il mio subconscio che cerca di farmi stare meglio.”
“Questa è la cosa più stupida che ti abbia mai sentito dire. Sappiamo entrambi che il tuo subconscio è portato a incolparti di tutto.” Le labbra di Kakashi si alzarono leggermente in un piccolo sorriso, che fece balzare il cuore nel petto della kunoichi. “Sai che quello che ti sto dicendo è quello che ti direbbe la vera me.”
Il Copia-ninja annuì. “Continuerò a tentare di trovare un’altra soluzione.”
“Lo so.” La Nara fece qualche passo avanti e accarezzò il volto dell’uomo che amava. “Ti prego fai sapere anche ad Isobu che non lo incolpo di nulla. Ha fatto la cosa giusta.”
Kakashi notò la strana luce negli occhi della donna e i suoi movimenti lenti, ma allo stesso tempo nervosi.
“Mi sembri preoccupata.”
Shiori fece un paio di passi indietro. Come faceva a capirla anche quando non sapeva nemmeno che fosse reale?
“Io … te l’ho detto: ho avuto una giornataccia.”
“Sei un sogno, come puoi aver avuto una giornataccia?”
Lei sorrise. “I sogni a volte fanno gli straordinari.”
“Posso fare qualcosa per te?”
“Come hai detto tu sono un sogno. Non appena aprirai gli occhi, sarà come se non fossi mai esistita.”
Kakashi camminò verso di lei e le prese una mano tra le sue.
“Anche se sei solo un sogno vorrei poterti aiutare.”
Shiori sospirò. Una piccola lacrima le scese lungo le guance. Voleva dirgli tante cose, lui meritava di sapere tutto, ma aveva troppa paura di ciò che questo avrebbe comportato. Era anche vero però che lui era sempre stato l’unico a calmarla e, in quel momento, aveva bisogno più che mai della sua forza. Sapeva che suo figlio era come lei. Se lo sentiva dentro. Sarebbe stata dura per lui.
“Se vuoi darmi una mano allora … baciami per favore.” Lo implorò.
Il Copia-ninja fu contento di obbedire e la strinse immediatamente fra le sue braccia. Lasciò che fosse lei a tirare giù la maschera, accarezzandogli dolcemente il volto nel compiere l’operazione. Poi, con estenuante lentezza i loro volti si avvicinarono e le loro labbra si incontrarono.
Shiori si aggrappò al collo di lui, passando le mani tra i suoi morbidi capelli, mentre lui la teneva stretta per i fianchi. Ad un tratto, non sentirono più l’erba sotto i loro piedi, ma poco importava. Dirsi ciò che provavano a parole era difficile, ma con i gesti era molto più semplice.
Quando si separarono, rimasero a lungo a guardarsi negli occhi. Il prato e il lago attorno a loro stavano sparendo, mentre loro si libravano a mezz’aria stretti l’una all’altro.
Kakashi aveva appoggiato la fronte su quella di lei, con gli occhi ancora chiusi, mentre con una mano le accarezzava il volto e i capelli.
“Questo bacio si avvicina di più al mio sogno ideale.”
Lei ridacchiò, ma la sua voce era strana. Lui aprì gli occhi e vide delle lacrime rigarle il viso. Con una mano andò ad asciugargliele.
“Che succede?”
“Il mondo attorno a noi sta sparendo. Credo che tu ti stia svegliando.”
“Tornerò da te sta notte.”
“Si, si lo so, ma …”
“Cosa?”
“Ti amo.”
Kakashi la baciò di nuovo con più forza e passione. Spaventato che se ne andasse via, spaventato di svegliarsi, senza saperne la ragione.
“Anch’io ti amo.”
Shiori cominciò a svanire tra le sue braccia. Lui cercò di afferrarla più stretta, di tenerla vicino a sé, ma era impotente.
“No! Ti prego resta.”
“Quando mi vorrai sarò sempre qui, nei tuoi sogni.” Affermò prima di sparire. La sua voce risuonò nelle sue orecchie per qualche secondo, poi sentì una forza risucchiarlo in un grande buco nero.
 
Si risvegliò di soprassalto. Urlando il nome di Shiori. Sentiva il cuore che gli batteva forte nel petto come dopo una dura sessione di allenamento. Sembrava volesse saltare fuori da un momento all’altro.
“Yo, fratello, ti senti bene?” domandò il Jinchuriki.
Kakashi si alzò di scatto, il suo corpo pieno di adrenalina e incapace di stare fermo.
“Si, ho solo bisogno di un po’ di tempo da solo.”
Si mise a correre e si inoltrò nel bosco. Facendo il percorso a ritroso, fino a dove era entrato. Lasciava che le foglie e i rami lo colpissero. Com’era possibile che un sogno gli avesse dato delle emozioni così forti, così intense? Era diventato finalmente quello che doveva diventare. Il problema era che ora aveva se possibile più domande di prima.
Quando raggiunse il limitare della foresta, si posò le mani sulle ginocchia e cercò di riguadagnare fiato. Questo però sembrò bloccarsi nel suo tragitto prima di raggiungere i suoi polmoni. Shiori nel sogno … Lei aveva gli occhi verdi. Perché avrebbe dovuto sognarla in quel modo?
“Cazzo.” Imprecò, per poi rimettersi a correre nella direzione opposta per tornare al lago.
 
Che cosa gli è preso?” domandò Gyuuki dal corpo di Bee.
Credo sia un effetto collaterale del potere. Vedrai che presto tornerà.” Rispose il fratello.
Infatti, di lì a poco il Copia-ninja tornò, ancora scosso e con il fiatone.
“Shiori … sa. L’ho sognata e credo che abbia capito quello che abbiamo fatto.”
Isobu si mosse nervoso. “Si, è possibile che tra voi due sia sorto una specie di collegamento.” Spiegò. “Era arrabbiata?”
Kakashi scosse la testa. “Ci ha perdonato. Credo … che in un certo senso mi stesse dicendo che abbiamo fatto bene a prevenire.”
Kakashi si sedette a terra, seguito da Bee.
“Yo, ti senti bene?”
“Si, sono solo un po’ scosso. Gyuuki-sama, questo potere è immenso.”
Credo che tu possa farcela a sostenerlo. Mi raccomando sta attento.”
Lo shinobi annuì. “Credo di aver bisogno di un po’ di riposo.” Disse, per poi dirigersi verso la sua tenda.
Si stese sui cuscini rimuginando su tutto quello che era accaduto. C’era riuscito. Aveva finito il suo allenamento. Poteva finalmente tornare a casa. Anche se a essere onesto quella vita immerso nella natura e nel silenzio non gli dispiaceva del tutto.
I suoi pensieri volarono immediatamente verso Shiori. Sembrava serena, ma spaventata. Gli era sembrato che avesse bisogno di lui, ma … beh lei aveva detto chiaramente che aveva scelto il tizio incappucciato.
Kakashi sospirò. Doveva smetterla di preoccuparsi. Forse quando sarebbe tornato a Konoha avrebbe avuto talmente tanto da fare che avrebbe smesso di pensarci così tanto. Si, sicuramente Tsunade gli avrebbe dato tanto di quel lavoro, per vendicarsi della sua richiesta di ferie.
Si ritrovò a sorridere, pensando al suo villaggio e ai suoi amici. In effetti gli mancavano. Era decisamente ora di tornare.
 
La mattina successiva il Copia-ninja si era rivestito con la sua uniforme e aveva raccolto le sue cose nella borsa da viaggio. Killer Bee aveva fatto lo stesso. Era arrivato per entrambi il momento di partire.
“È ora di tornare, sennò Ai mi farà decapitare, yo.” Aveva detto il Jinchuriki.
“Di sicuro avrà sentito la tua mancanza.” Commentò l’altro shinobi.
“Probabilmente.” Commentò serio. “Ma se fosse stato preoccupato, l’intero esercito avrebbe già mobilitato.”
Lo shinobi di Konoha si avvicinò al Tricoda, che a sua volta si abbassò per poterlo guardare negli occhi.
“Grazie di tutto Isobu-sama. Spero di potervi rincontrare presto.”
Spero di si e in circostanze più allegre. È stato un piacere conoscerti, Kakashi.” Il jonin sorrise. “Ora non fare quel sorrisetto compiaciuto.”
“Mi avete chiamato per nome e non ragazzino.” Sottolineò lui.
Si, beh … Ti sei dimostrato un vero ninja dopotutto.”
Kakashi chinò il capo al complimento e si voltò per dirigersi verso la selva. “Vi aspetto al limitare della foresta.” Informò Bee e l’Ottacoda.
Voleva lasciare un po’ di privacy ai due fratelli che dovevano separare. Anche se immaginava che la presenza di Bee fosse di troppo. Gyuuki però si fidava di lui, era come se fossero la stessa entità.
Sperava che anche Naruto potesse fare pace con la Volpe. Isobu gli aveva raccontato che il fratello era pieno d’odio, ma perché non aveva più speranza negli esseri umani. Chi meglio di Naruto stesso però avrebbe potuto ridargliela. Forse, un giorno …
Bee lo raggiunse con le lacrime agli occhi.
“È stato davvero emozionante.”
Piantala idiota!” lo sgridò il demone.
“Forza andiamo” li esortò Kakashi ridacchiando.
 
Procedettero insieme per un paio di giorni, poi le loro strade si separarono. Il Copia-ninja doveva ammettere che avrebbe sentito la mancanza del Jinchuriki dell’Ottacoda. Era un tipo strambo (tra le sue conoscenze chi non lo era?), ma gli era stato di grande aiuto. Aveva capito molte cose sui demoni grazie a lui. Nonostante fosse un gran casinista, era anche un ottimo shinobi dalla notevole esperienza.
Ringraziò sia Killer Bee che Gyuuki e li salutò augurandosi di rivederli presto. Da quel momento continuò il suo viaggio in solitaria. Percorse chilometri e chilometri senza quasi mai riposare.
Dopo giorni di marcia, finalmente arrivò al villaggio. Kotetsu e Izumo erano alle porte e lo salutarono calorosamente.
“Bentornato!” lo accolse il primo.
“L’Hokage ci aveva informati del tuo arrivo. Ha ordinato di dirti che ti vuole vedere immediatamente.” Spiegò l’altro.
Kakashi si mise le mani in tasca e sbuffò.
“Qualcun altro sa del mio arrivo?”
“Nessuno …” rispose il ninja con la fascia sul naso.
“… A parte Tenzo. Lui sta lavorando fianco a fianco con l’Hokage ultimamente.”
“Capisco. Allora avrei bisogno di un piccolo favore da parte vostra.” Spiegò uno scintillio passò nel suo occhi, facendoli preoccupare.
“Cioè?” chiese Izumo.
“Tardate un po’ ad informare l’Hokage del mio arrivo. Devo occuparmi di una cosa.”
“E di cosa? Sei appena tornato.” Fece Kotetsu accigliato.
“Si tratta di una piccola faccenda personale. Vi sarò debitore.”
I due shinobi si guardarono tra di loro. “Ti potremmo chiedere qualunque cosa?” Domandò Kotetsu.
“Certo.”
“Bene. Allora tarderemo a recapitare il messaggio.” Gli assicurò l’altro ninja.
A quel punto, il Copia-ninja si inoltrò nel Villaggio, prendendo i vicoletti e vie poco frequentate, in questo modo avrebbe potuto raggiungere la sua destinazione senza che nessuno lo notasse.
Inspirò a fondo l’aria di Konoha, ascoltò il brusio e le grida della gente come se fossero la più bella musica che avesse mai ascoltato. Quel Villaggio era la sua vita e, per quanto avesse tentato di nasconderlo, gli era davvero mancato.
Raggiunse ben presto la sua meta e si fece coraggio. Era così strano avere ancora timore di quella casa. Quando stava con Shiori aveva paura che prima o poi Shikaku lo cacciasse a calci nel sedere. Una volta l’aveva anche fatto, ricordò il Copia-ninja sorridendo.
Bussò alla porta e attese che qualcuno gli venisse ad aprire. Sentì dei passi lenti avvicinarsi, poi la porta si aprì. Shikamaru lo guardava sorpreso.
“Kakashi!” esclamò.
“Ciao. Ho finito l’allenamento.” Poté notare un leggero tremito nel ragazzo al sentire quelle parole. “È arrivato il momento di parlare con tuo padre.”
Il giovane chunin annuì e si scostò per farlo passare.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Salve a tutti!!!
Sono tornata! Scusate il tremendo ritardo. Sono state due settimane di fuoco. Tornerò ad essere più regolare d’ora in avanti :) Vi ringrazio come sempre per la vostra pazienza, e per continuare a seguire questa storia.
A presto!
  
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