The truth story of valentine’s day
Valentino allontanò da sé il messaggio appena arrivato pensando.
Alcune cariche della chiesa gli consigliavano di allontanarsi da Roma a causa dell’ascesa di Aureliano. Già una volta aveva rischiato l’esecuzione tentando di convertire l’imperatore Claudio al Cristianesimo ma senza successo. Per chissà quale fortuna era stato graziato, allontanato e affidato alla nobile famiglia che oggi lo trattava così gentilmente nonostante il suo essere cristiano in mezzo ai pagani.
Dio nella sua immensa gloria veglierà su di me anche con il nuovo imperatore. Pensò.
Un leggero bussare alla porta lo distolse dalle sue elucubrazioni.
Strano pensò non dovrebbero essere ancora tornati.
La famiglia che l’ospitava nonostante tutto era di religione pagana, in quel giorno i genitori avevano portato la figlia al quel rito per la fertilità per cui, ironia della sorte, era stato mandato a Roma.
Era arrivato qui per porre termine a quella pratica in cui dei giovani venivano accoppiati dal caso e poi, per un anno, dovevano vivere in intimità per completare il rito.
Il vescovo scosse la testa per liberarsi dai pensieri e si diresse versò l’ingresso, ed una volta aperto rimase un seconda interdetto.
Per un istante, l’unica cosa che vide Valentino fu un giovane uomo d’oro. Poi quell’istante passo e alla luce tenue del focolare analizzò meglio ciò che vedeva.
Davanti a lui vi erano due giovani che non conosceva.
L’uomo che aveva pensato fosse d’oro in realtà aveva la pelle abbronzata che alla luce del fuoco sembrava dorata, come dorati sembravano i capelli biondi, e gli occhi di un marrone chiaro quasi come il miele. Teneva un braccio sulle spalle di una giovane che sembrava quasi si nascondesse.
Un altro istante passò e la donna sollevò lo sguardo su di lui, così Valentino poté osservarla. Aveva grandi occhi verde foresta, piccole lentiggini punteggiavano il naso e le guance facendola apparire più giovane, anche per la statura minuta. Il viso pallido era incorniciato da riccioli rossi. A modo suo era molto bella, così come il giovane che la stringeva a sé protettivo.
Nei secondi che passarono nessuno dei due parlò, il vecchio vescovo notò che la loro postura tradiva del nervosismo, così si decise a parlare.
— Posso aiutarvi?
La ragazza prese parola — È lei il vescovo Valentino? — chiese incerta.
L’anziano annuì.
— Vorremmo chiedervi un favore. La prego ci sposi. — disse il giovane.
Valentino rimase stupito della richiesta, e dopo un momento li invitò ad entrare, quelli non erano certo discorsi da fare fuori dove chiunque potesse ascoltare.
— Sedetevi e spiegatevi. — disse lasciandosi cadere sulla sedia accanto al focolare.
I due non se lo fecero ripetere e lo imitarono.
L’uomo dai capelli dorati allora prese parola.
— Vorremmo che lei ci sposasse e non ne facesse parola a nessuno.
— E perché mai?
— Perché mio padre ce lo ha proibito. Dice che in quanto figlio del pretore di Roma non posso sporcare il nostro nome sposando una semplice schiava — disse il giovane con rabbia.
A quelle parole Valentino si accorse dell’abbigliamento dei due. L’uomo indossava una tunica di lino e su di essa una lorica che insieme alla spatha nel cinturone lo distingueva come un legionario. Chiaramente il giovane era stato arruolato nell’esercito come un normale soldato ma le decorazioni nel suo abbigliamento lasciavano capire che apparteneva ad una famiglia ricca.
La donna dai capelli rossi era un'altra storia, portava anche lei una tunica ma di lana grezza di un bianco sporco e su di essa palla di colore marrone assai consunta, ma per lo meno le copriva il corpo e il capo dal freddo della notte. Gli abiti poveri la segnavano senz’altro come schiava.
— Ma a me non importa — continuò il ragazzo — io la amo e lei ama me e farò qualunque cosa per stare con lei. Mio padre non capisce e ha minacciato di ucciderla.
— Se è così allora perché rischi la sua vita venendo qui? Se anche vi sposassi domani ritornerete alla tua casa e se tuo padre scoprisse cosa avete fatto pensi che sarà clemente? — chiese il vecchio.
— Non sto rischiando la sua vita più di quanto non la sto rischiando io. — disse l’uomo.
—Abbiamo intenzione di fuggire da qui, andare in una terra dove nessuno ci conosce ed essere felici. Qui non c’è niente per noi. Quindi la prego ci aiuti. — prese parola la ragazza per la prima volta.
— Se avete intenzione di fuggire perché non sposarvi dopo, una volta arrivati alla terra che avete scelto?
— Perché… come avrà notato da-dai suoi abiti.. lui è… è stato.. — cominciò la donna incespicando sulle parole, in viso aveva uno sguardo sempre più tormentato e triste. Il giovane la strinse di più a sé accarezzandole il capo con l’altra mano, continuò lui a parlare.
— Sono stato arruolato per combattere conto gli Alemanni e i Marcomanni. Non possiamo scappare adesso perché controllano tutte le nuove reclute per evitare che organizzino una fuga per paura della guerra.
—Potrei dire che potremo farlo quando tornerò ma non sono un illuso, so che potrei tornare solo dopo anni ed anni di combattimento, o peggio che lì potrei incontrare la mia fine. E se così sarà allora voglio morire sapendo di essere sposato alla donna che amo, di essere morto per proteggerla, e sapendo che un giorno mi ricongiungerò a lei dopo la morte. È questo che dice la tua religione giusto vescovo?
Il vecchio annuì pensoso osservando i due. Guardò come si stringevano teneramente, come lei lo guardava, come fosse il suo sole la sua aria il suo tutto, e ascolto le dolci parole di conforto che si scambiavano.
Prese una decisione.
— Non posso sposarvi…
Venne subito interrotto dalle parole di rabbia e stizza del giovane.
— Cosa!? Ma perché, perché non vuoi! Vecchio la tua religione non dice che dovresti aiutare chi è in difficoltà e il tuo Dio non predica l’amore!? Allora spiega perché non puoi aiutare due persone che si amano davvero e che ti stanno pregando per un po’ di aiuto! — disse sempre più infuriato alzandosi in piedi. La ragazza si pose davanti a lui accarezzandogli il petto nel tentativo di calmarlo.
L’uomo la guardò ed il suo sguardo di pietra si incrinò mostrando una profonda tristezza, ormai calmo lui si appoggiò alla donna che guardando il vescovo disse — Eravamo venuti da te perché pensavamo che a differenza degli altri sacerdoti della nostra religione tu ci avresti capiti e aiutati, che ci avresti visti non come un patrone ed uno schiavo, ma come un uomo ed una donna che si amano e vogliono appartenersi corpo, mente ed anima. Eravamo disposti anche a convertirci alla tua religione per poterci unire in matrimonio, ma forse abbiamo frainteso quello che sappiamo sul tuo Dio. — concluse avviandosi verso la porta.
— Non mi avete lasciato finire. — disse internamente sia divertito che infastidito dalla poca pazienza della gioventù.
Quelle parole fecero fermare e voltare i due, negli occhi di entrambi vi era un pizzico di speranza.
— Non posso sposarvi se non vi convertite, ma avete reso chiaro che per voi non è un problema, e non senza almeno un testimone. — concluse il vecchio osservando divertito lo sguardo di gioia che fioriva nei loro volti.
— A quello avevamo già pensato. C’è un nostro amico che aspetta fuori. Lo chiamo subito! — disse il biondo eccitato quasi correndo fuori.
La donna gli sorrise ringraziandolo ancora e ancora. Valentino sentì il cuore scaldarsi alla felicità dei due e pregò Dio di vegliare su di loro.
Un terzo uomo entrò in casa e salutandolo chinando il capo.
— Bene avvicinatevi e cominciamo. — disse il vescovo alzandosi in piedi.
I due innamorati si misero uno di fronte l’altra con le mani giunte, sorrisi di felicità illuminavano i loro visi così come l’amore i loro occhi. Anche il testimone li guardava con i suoi occhi blu sorridendo a quella scena colma di sentimento.
Per tutta la “cerimonia” ne i loro sguardi ne le loro voci vacillarono mai, sicuri della loro scelta accettarono Dio e accettarono di unirsi per sempre l’uno all’altra.
— Vi dichiaro marito e moglie. Da oggi siete un'unica cosa fino alla morte.
— E se c’è una vita dopo la morte, anche allora. — sussurrò piano l’uomo a sua moglie facendola sorridere.
— Puoi baciare la sposa.
I due avvicinarono i visi e poco prima che le loro bocche si sfiorassero dissero in un'unica voce “Ti amo”.
Valentino sorrise ancora ricordando ciò che era accaduto ieri sera. Era sicuro di aver compiuto il volere di Dio unendo i due innamorati nel sacro vincolo, e facendoli diventare pecore del suo gregge.
D'altronde era per questo da giovane aveva preso i voti, per professare l’amore e l’uguaglianza tra gli uomini. Aveva sempre pensato che tutti avessero il diritto di poter amare chi volevano. E aver permesso a quella giovane coppia di poterlo fare lo aveva reso felice.
Era a conoscenza che facendolo rischiava di essere processato, ma non importava, le vie del signore erano impervie ma giuste. E aiutare il prossimo era sempre la vera strada.
Un bussare alla porta lo riscosse dai pensieri, lasciandolo confuso.
Chi può essere adesso?
Aprì la porta trovandosi davanti due uomini. Il primo era alto dagli occhi verdi e dorati molto felini e dai lineamenti che sembravano stranieri.
Il secondo lo riconobbe. Era il testimone della giovane coppia di ieri, un ragazzo dagli occhi blu e i capelli neri che lo guardava timido.
— Si? — chiese sentendo di rivivere una scena già vista.
— Salve vescovo.. io.. noi volevamo chiederle, beh un favore ecco. N-noi ecco, ci chiedevamo se potesse aiutarci ehm.. come ha fatto con i nostri amici ieri ecco… — cominciò a balbettare il giovane facendo sorridere il vecchio vescovo.
Se questo è il tuo volere io non mi opporrò signore pensò.
— Entrate e sedetevi.
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Salve a tutti e buon San Valentino! Spero che la mia storia vi sia piaciuta e che io non abbia fatto troppi errori di grammatica (^_^) e spero di non essere andata fuori contesto storico, che per chi non lo sapesse, è nella Roma del 270 d.c. circa.
Per la storia ho pensato a come poteva essere cominciata la leggenda di San Valentino e allora l'ispirazione mi ha colpita e ho scritto tutto dun fiato.
Se vi chiedete come mai non ho mai scritto i nomi dei personaggi a parte san valentino, quello è perché non si sarebbero adattati ad contesto storico e quindi mi sono poggiata solo sulla descrizione fisica.
Grazie per aver letto l'ispirazione di un giorno e spero che mi dite che ne pensate con un commento! ^///^
Grazie ancora per la lettura ed un bacio!
Ciao!
A.D.
Per la storia ho pensato a come poteva essere cominciata la leggenda di San Valentino e allora l'ispirazione mi ha colpita e ho scritto tutto dun fiato.
Se vi chiedete come mai non ho mai scritto i nomi dei personaggi a parte san valentino, quello è perché non si sarebbero adattati ad contesto storico e quindi mi sono poggiata solo sulla descrizione fisica.
Grazie per aver letto l'ispirazione di un giorno e spero che mi dite che ne pensate con un commento! ^///^
Grazie ancora per la lettura ed un bacio!
Ciao!
A.D.