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Autore: Shade Owl    14/02/2016    3 recensioni
Lawrence Powell è un giovane agente dell'FBI che da poco ha iniziato la sua carriera al Bureau, e già si trova per le mani un caso estremamente importante: quello di un sadico serial killer convinto di essere il figlio del demonio, ribattezzato dalla stampa "Devil's Child".
Nonostante la giovane età, Powell è convinto di conoscere la prossima mossa del killer, motivo per il quale decide di recarsi ad Orenthal, una piccola città in cui, se sarà fortunato, riuscirà a intercettare Devil's Child e ad arrestarlo, assicurandolo alla giustizia.
Ma qualcosa, ad Orenthal, non è come dovrebbe: le persone sono strane, e fatti via via più inspiegabili circondano le vite di molti, primo tra tutti il capo delle forze dell'ordine locali, il quale dietro il suo comportamento indecoroso sembra nascondere numerosi segreti...
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Seduto nel cassone del pick-up dello Sceriffo, Lawrence si rigirò tra le mani il pacco di ghiaccio con cui si stava tamponando la testa. Il dolore era ancora vivo, ma la sensazione di stordimento era sparita quasi completamente. Entro poco si sarebbe ripreso, mal di testa escluso.
- Quindi, ricapitoliamo…- disse Anderson, aggrottando la fronte a braccia incrociate - Ti sei gettato all'inseguimento di un serial killer estremamente pericoloso da solo, di notte e senza dirmi dove vi stavate dirigendo (motivo per cui ci ho messo tre ore a trovarti) e che, per di più, ti sei fatto attirare in trappola come un pollo? E che sei stato salvato da… una pantera?-
- Non era una pantera.- sbuffò scocciato Lawrence, guardandolo astioso.
- Quindi cosa, un leopardo abbronzato?-
- La smetta di sfottere!- esplose Lawrence.
Dran, al fianco del padrone, eruppe in un latrato furioso e fece per scagliarsi su di lui. Istintivamente, Lawrence scattò indietro nel cassone, ma lo Sceriffo, sorridendo in modo insopportabile, agguantò il collare del cane e lo trattenne.
- A cuccia, non è da mangiare. Sa di cacca. E se la mangi poi ti devo lavare i denti con l'acetone.-
Dran guaì, indietreggiando in modo remissivo.
- E tu, impara a stare allo scherzo. Potrei non essere così buono la prossima volta.- aggiunse, rivolgendosi a lui - Sul serio, ora…- continuò, lasciando cadere il sorriso - Lasciamo perdere il tuo… salvataggio miracoloso. Dimmi tutto quello che puoi su Devil's Child. Com'era fatto? Cosa ti ha detto?-
- Non l'ho visto bene. Ero stordito, ed era buio.- rispose Lawrence - E credo parlasse in falsetto, per non farsi riconoscere.-
Anderson alzò le sopracciglia.
- In… falsetto?- ripeté.
- Sì. Cos'è, sordo?- chiese.
Si sentiva più permaloso del solito, dopo quanto accaduto.

- No, ma tu sei stupido.- replicò con enfasi lo Sceriffo, col tono di chi spiega una cosa ovvia - Perché parlare in falsetto? Perché non ha usato la sua vera voce?-
- Magari per non essere riconosciuto, cosa ne dice?-
- Dio, quanto sei idiota…- gemette l'uomo, pinzandosi la radice del naso - Non ci arrivi proprio, vero? Se non lo hai mai sentito parlare è inutile parlare in falsetto, non potresti comunque riconoscere la sua voce, no? Questo vuol dire…-
- … che l'ho già incontrato!- esclamò Lawrence, incredulo: perché non lo aveva capito anche lui?
- Oh, vedi che alla fine ci arrivi?- ridacchiò Anderson.
Lawrence ripensò a quei giorni e alle persone che aveva incrociato in giro per Orenthal: con ogni probabilità era uno degli ospiti degli alberghi. Non poteva essere nessun altro.
- Ho visitato due alberghi oggi.- disse - Sicuramente alloggia lì. Se ci sbrighiamo possiamo prenderlo!-
Anderson aggrottò nuovamente la fronte.
- Tu credi?- chiese.
- Ma certo… scapperà il prima possibile, ora!- esclamò Lawrence - Vorrà allontanarsi!-
- E perché? Sappiamo che è in un albergo, non di chi si tratta.- rispose lo Sceriffo, scrollando le spalle - Se andasse via ora potremmo identificarlo chiedendo chi ha lasciato l'albergo prima del tempo. Restando e comportandosi normalmente, invece, ci depisterebbe. Chiediti piuttosto dove ha preso l'auto: non avrà usato la sua, questo è certo, sarebbe uno stupido, quindi o l'ha rubata o l'ha noleggiata, ma nel primo caso avrei saputo di un qualsiasi furto d'auto e avrei massacrato i Sykes. Siccome sono giorni che non arresto quei due cretini, resta solo una possibilità, e il posto più vicino in cui noleggiarne una è a chilometri da qui… e avrà usato…-
- … una carta di credito!-
I due si guardarono negli occhi per un momento, e Lawrence si sorprese di quanto appena successo: stava avendo una conversazione con lo Sceriffo a proposito di Devil's Child, e anche molto produttiva. Nonostante l'atteggiamento, quell'uomo stava dimostrandosi molto più intelligente di quanto avesse pensato prima.
- Dobbiamo controllare.- disse Lawrence, alzandosi in piedi.
Anderson scrollò le spalle.
- Libero di farlo. Ma io ho un sonno tremendo, ieri mi hai fatto fare tardissimo, e mi sono alzato alle sette. Se vuoi controllare adesso ti accompagno in ufficio, ma fai da solo.-
Ed ecco che tornava a essere un idiota.
- Sceriffo, dobbiamo battere il ferro finché è caldo!- protestò.
- Sarà caldo anche domattina.- sbuffò lui, agguantandolo per un braccio.
Senza alcuno sforzo lo infilò nel pick-up, richiamò il cane con un fischio e si mise al volante, senza lasciarlo replicare. Mentre lo riaccompagnava al Bed & Breakfast, Lawrence ripensò agli indizi che avevano in mano adesso, ma anche alla… cosa… che lo aveva salvato poco prima.
Non era umana, ne era sicuro. Senza dubbio era uno dei “visitatori notturni” di cui gli avevano parlato ogni tanto.
Ma perché Anderson e Donovan continuavano a ignorare la cosa e a liquidare tutto con una scrollata di spalle?
Cosa sta succedendo in questa dannata città?

Il mattino dopo Lawrence si diresse in tutta fretta verso l'Ufficio dello Sceriffo, trovando già quest'ultimo a incombere sulla scrivania di Donovan, il quale era attaccato al telefono e parlava con qualcuno dall'altra parte della linea a proposito di un'automobile.
Vedendolo entrare, Anderson gli fece cenno di tacere e indicò il suo vice: non doveva disturbarlo.
- No, non conosco modello o targa.- stava dicendo - Nemmeno il colore, no. Non la riguarda, mi dia solo l'informazione che le chiedo, accidenti!- sbottò arrabbiato - Le ho faxato il mandato, no? Lei mandi quei dannati nomi!-
Rimase in ascolto per qualche secondo, poi ringraziò e mise giù.
- Arrivano.- disse.
- Grande!- esclamò lo Sceriffo, alzando le braccia al cielo - Bene, vado a festeggiare!- annunciò, dirigendosi verso il proprio ufficio.
- Ancora vodka, capo?- chiese Clifford, senza alzare lo sguardo dalle parole crociate.
- Fatti i cazzi tuoi.- rispose, chiudendo la porta.
Alcolizzato… Pensò Lawrence, avvicinandosi a Donovan.
- Ha dovuto alzare la voce, direi.- commentò.
- Meglio io che lui.- sorrise il Vicesceriffo, accennando alla porta dietro cui era sparito il suo superiore - Ci spediranno tutto in giornata, il tempo di cercare in archivio. Timmi ha chiesto un mandato stamattina alle sei.-
- Alle… sei?- ripeté Lawrence - E chi lo firmerebbe mai a quell'ora?-
- Il giudice Rosenberg.- rispose subito Donovan - Ogni tanto giocano a scacchi.-
- Lo Sceriffo gioca a scacchi?-
- Solo per incazzarsi quando perde.- ridacchiò Clifford.
- Oh, una volta ha vinto una partita… anche se non contro Rosenberg…- ammise Dononvan, ripensandoci - Beh, ad ogni modo, entro oggi pomeriggio avremo la lista. Per adesso possiamo solo aspettare.-
- Potremmo sorvegliare gli alberghi.- osservò Lawrence.
- E come? Ci noterebbero, non crede?-
Già… ha ragione.
L'auto di servizio o il pick-up non erano proprio discreti, e sarebbero passati inosservati solo agli occhi dei residenti. Gli stranieri sarebbero stati messi in allerta… e poi lui non poteva avvicinarsi tanto alla leggera, rischiava di mettere in allarme Devil's Child.
- Quindi… non faremo niente?- chiese.
- Lei è il capo delle indagini. Checché ne dica lui.- rispose Donovan, indicando la porta dell'ufficio di Anderson.
- DONOVAN, CAZZO, TI SENTO!- gridò questi, furioso.
- Scusa!- rispose lui, sorridendo - Me lo dica lei cos'altro fare.- riprese, tornando a rivolgersi a Lawrence.
L'agente esitò, incerto sul da farsi: non aveva idea di come potevano impiegare il tempo, al momento. Forse comportarsi normalmente sarebbe stato meglio: Devil's Child non avrebbe intuito che avevano una pista e sarebbe rimasto inerte il più a lungo possibile.
- Beh… faccia pure quello che fa di solito.- disse Lawrence - Io credo che… farò due passi. Comportiamoci normalmente, come se non sapessimo nulla. Lo terrà buono.-
- Agli ordini. Sentito, Timmi?-
- VAFFANCULO!-
- Bene... ha già capito.- sorrise il Vicesceriffo.

Lawrence si prese del tempo per riflettere, girando per Orenthal a piedi. Si mantenne perlopiù nella zona del parco, dove vide la cugina della signora Donovan che faceva jogging da sola. Quando lo riconobbe lo salutò senza fermarsi, passando oltre; lui ricambiò il saluto distrattamente, continuando a ripensare allo strano salvataggio della sera prima.
Ancora non capiva cosa fosse successo, e non sopportava non capire. Vero, quella figura misteriosa lo aveva salvato, ma non poteva lasciar correre. Non solo per se stesso, ma anche per il rapporto: cosa avrebbe scritto, che una creatura simile a una pantera lo aveva salvato?
Devo trovare informazioni sui visitatori. Decise.
E la persona più indicata, probabilmente, era la prima ad avergliene parlato.

- I visitatori notturni?- trillò la signora Humphrey, seduta dietro il bancone della reception - Cosa vuole sapere?-
- Tutto quello che è in grado di dirmi.- rispose Lawrence, sporgendosi leggermente - Ne ho sentito parlare un altro paio di volte, e mi incuriosiscono. Perché non mi racconta quello che sa?-
La donna si avvicinò con fare complice, guardandosi intorno come se pensasse di essere ascoltata da orecchie indiscrete, poi lo fissò negli occhi con aria da cospiratrice che si appresta a rivelare informazioni importanti.
- Badi bene, non è molto, mi creda.- lo avvertì - Sono solo voci che girano in città. Pettegolezzi, direi.- e qui le scappò un sorrisino da bambina a cui vengono presentate delle caramelle particolarmente dolci - Non so dirle cosa sia vero e cosa no.-
- Lei dica tutto. Deciderò io.-
- Oh, bene… allora, è iniziato tutto molti anni fa. Ero ancora una bella donna, non una gallinella rugosa come adesso!- ridacchiò, scuotendo la capigliatura tremendamente cotonata - E c'era ancora il vecchio Owens in giro.-
- Chi?-
- Era lo Sceriffo, all'epoca. Assunse Anderson come Vicesceriffo. Fu in quel periodo che cominciò tutto.-
- Tutto cosa?-
- Strani avvistamenti.- rispose la donna, sgranando gli occhi - Daisy Cottom, pace all'anima sua, chiamò lo Sceriffo Owens in piena notte, terrorizzata. Aveva visto un'ombra enorme fuori in giardino. Pensava che fosse un grizzly!-
- E invece?-
- Beh, quando arrivò lo Sceriffo non c'era nulla.- rispose la donna - Ma proprio nulla, sa? Nemmeno le tracce, e non stiamo parlando di orsetti di pezza… sono dei veri bestioni, sì! Vedesse le impronte che lasciano sui prati! E come riducono i bidoni dell'immondizia… uuh…- grugnì, storcendo il naso - Ma quello non aveva fatto niente del genere. No no, si era limitato a passare di corsa! E mezz'ora più tardi venne trovata la carcassa di un animale nei pressi di Morning Hill!-
- La carcassa di un animale?-
- Oh, sì! Forse di un coyote, ma era strano… era più grosso, e sembrava che lo avessero ucciso solo per il gusto di farlo! Nessun orso si comporterebbe così!-
Lawrence sospirò: non era proprio quello che sperava.
- Capisco. Altro?-
- Oh, beh… se non le basta, ho di meglio!- disse in tono entusiasta la signora Humphrey - Le hanno raccontato la storia dell'Amnesia?-
Lawrence aggrottò la fronte.
- Della che?-
- L'Amnesia, l'Amnesia!- ripeté la donna, e dal tono si capiva che aveva tirato fuori la storia del coyote solo per fare più effetto quando fosse passata a quell'altra - Successe circa un anno dopo l'arrivo dello Sceriffo Anderson. Ovviamente era ancora un Vicesceriffo, a quei tempi…- chiarì - C'è stato un giorno, nella prima metà di gennaio… lo ricordo molto bene, eravamo pieni di turisti… in cui tutti ci siamo svegliati senza ricordare nulla.-
L'agente federale la guardò sorpreso.
- Nulla?-
- Nulla nulla!- ripeté in tono stridulo la donna - E quando dico “tutti” intendo “tutti”! Io mi svegliai qui dove sono, con in mano la penna e un turista che faceva il check out lì dov'è lei! Nessuno di noi due ricordava come ci fossimo finiti! Dopo quella mattina è tutto nebuloso fino alla sera!-
- E lei lo attribuisce ai visitatori di cui mi ha parlato?-
- E a cos'altro sennò?- replicò la donna - Vede, Bernie Raphael fu l'unica eccezione: si era nascosto in un cassonetto per tutto il giorno, e quando ne uscì era terrorizzato. Gridava di essere stato inseguito da un mostro mezzo ragno e mezzo uomo, santo Dio!- esclamò - E di essersi salvato solo perché qualcuno gli fece esplodere la testa! Certo, già all'epoca era un vero allegrone…- e mimò il gesto di bere da una bottiglia - … ma non è mai stato un bugiardo! Dio solo sa cos'ha visto davvero…-
- Signora, abbia pazienza…- sospirò pentito Lawrence, facendo per andarsene - Non ho tempo per le storie di mostri. La ringrazio per quello che mi ha detto, però…-
- Oh, ma come, ancora non le basta?- sbuffò la donna, fingendosi risentita - Va bene, allora le dirò questo: da anni, ormai, vediamo qualcosa che si aggira per la città, durante la notte. Dicono che siano animali, ma sono solo balle: gli animali fanno dei versi, si fanno sentire, non sono silenziosi! Quelle figure sono diverse… a volte sembrano umane, altre volte sembrano… qualcos'altro!-
Lawrence si trattenne dal mandarla a quel paese: dopotutto era stato lui a chiederle dei visitatori notturni. Tanto valeva lasciarla finire, per quanto deliranti fossero quei racconti.
- Abbiamo chiamato lo Sceriffo, all'inizio.- continuò la donna - E non parlo di Owens, ma dello Sceriffo Anderson. Ma lui ci ha sempre mandati al diavolo, dicendo che voleva dormire.-
- Sì, ce lo vedo…- mormorò lui tra i denti.
- Poi un giorno Jeff Sykes è uscito di notte per cercarli. Sarà stato quanto… otto, nove anni fa.- disse la signora Humphrey, ignorandolo - Credeva di poter scattare loro una foto, benedetto ragazzo… così si arrampicò su un tetto con la macchina fotografica durante la notte e rimase appostato ad attenderli.-
- E cosa successe?-
- Oh, quell'asino si addormentò lì dov'era!- rise la donna - E rischiò di rotolare giù dal tetto! Si ritrovò appeso per i pantaloni a una grondaia! Se lo immagini: tutto bello addormentato che si gira nel sonno e resta impigliato per il didietro a otto metri da terra!- e rise di nuovo, scuotendo la testa - Ah, che sciocco… poteva veramente ammazzarsi!-
- E furono i visitatori notturni a salvarlo?-
- Oh, sì! Assolutamente!- esclamò la donna - O almeno è quello che sostiene lui, anche se lo Sceriffo disse che trovarono tracce di alcool nel suo sangue. Secondo la versione ufficiale fu lui a salvarlo, correndo sul tetto prima che cadesse.-
- E Jeffrey Sykes cosa dice, invece?-
- Lui sostiene…- disse la Humphrey, abbassando la voce - … che quando i pantaloni cedettero venne afferrato per la caviglia da qualcosa di grosso e nero… una creatura che sembrava fatta di petrolio o “quella roba lì”, come dice lui… con occhi come tizzoni, che ringhiava! Gli fece venire un colpo, arrivò a farsela nei pantaloni!-
- Che aspetto aveva?-
- Oh, è alto, tutto coperto di tatuaggi e parecchio magro… lo dico sempre a sua madre quando la vedo, dovrebbe mangiare meglio…-
- Non Jeffrey Sykes!- esplose Lawrence - La creatura! Com'era?-
- Oh… beh, gliel'ho detto… era grosso!- rispose lei, agitando le mani per aggiungere enfasi - E tutto nero! E aveva una lunga coda!-
- Sembrava un animale tipo… che so… una pantera?-
- Pantera?- ripeté lei - No, semmai… semmai l'ha definita più simile a un uomo rettile.-
Lawrence trattenne un gemito di delusione: quell'idiota non aveva visto un mostro, era così ubriaco da aver scambiato lo Sceriffo per uno dei Visitors.
- Capisco…- sospirò scuotendo la testa - Beh, la ringrazio. Se non c'è altro…-
In quel momento il suo telefono squillò, e dal display riconobbe il numero dell'Ufficio dello Sceriffo.
- Donovan?-
- Già, in persona!- ridacchiò l'uomo - Le farebbe piacere sapere che ho già ricevuto i documenti che avevo chiesto?-
- Ma certo!- esclamò estatico, voltando le spalle a un'indignata signora Humphrey - Non dovevano arrivare più tardi?-
- Timmi ha detto che non voleva aspettare così tanto, quindi ha abbaiato per un po' al telefono… insomma, Timmi ha fatto Timmi e li ha convinti a fare più in fretta. Però dice che ora dobbiamo pensarci da soli, lui ha da fare.-
- Già, ovvio…- grugnì Lawrence, per nulla sorpreso - Va bene, arrivo subito!-
- Non serve, vengo io.- rispose Donovan - Ho già incrociato i dati: c'è un nome che compare sia nella lista degli indiziati che in quella dei clienti dell'autonoleggio, nell'ultimo mese… so chi è il nostro uomo!-
Lawrence trattenne a stento un grido di esultanza: lo avevano beccato!
Era il momento di chiamare la "cavalleria".

 

Questa settimana vi propino un capitolo più lungo del solito. Dovevo metterci più cose, stavolta. Sapete com'è, ci sono più situazioni da gestire, e questo allunga il brodo.
Ringrazio la solita schiera di lettori, ovvero 
Ely79, NemoTheNameless, Hedoniste, Easter_huit, Kira16, Piperilla, Evuzzola e Rohenne, che mi seguono. A lunedì prossimo!

   
 
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