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Autore: Coxin98    15/02/2016    3 recensioni
Storia scritta dal punto di vista di Beast Boy, che narra come lui e Raven si sono innamorati
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5: IL SUO VOLTO Passai tutta la notte sveglio a pensare. La mia mente tornò indietro nel tempo, in Africa, quando io avevo pochi anni: ricordai la mia malattia causata da un virus letale per l’uomo, l’intervento dei miei genitori e la mia mutazione genetica. Dopo questo mi trovai a rammentare il primo giorno alla torre dei Titans, quindi pensai alla mia amicizia immediata con Cyborg, gli orribili piatti tamariani di Stella, gli allenamenti di Robin e Corvina… sì, quella ragazza che con un solo sguardo mi aveva rapito: anche se irascibile, aggressiva ed altro, mi aveva colpito profondamente. Alla mattina avevo le occhiaie, così profonde che quando mi guardai allo specchio, stentai a riconoscermi. A colazione Corvina notò il mio stato e mi chiese se ci fossero problemi. Quando le risposi di non aver dormito mi domandò il perché. “ Mi sono messo a pensare a tante cose, così intense da non farmi dormire…” “E si può sapere a cosa pensavi?” Naturalmente, decisi di omettere il suo ricordo: “ Ho pensato alla mia infanzia. Non è stata proprio felice, mi sono successi dei fatti che non sono comuni ad un bambino normale. Poi ho ricordato il nostro primo giorno alla T-Tower” Stavo diventando rosso, quindi trovai una scusa qualunque e me la filai. Avevo appena finito di mangiare il mio taco vegetariano (sapete, amo il cibo messicano) quando suonò l’allarme. Questa volta in città c’erano gli H.I.V.E Five. Nel bel mezzo della battaglia Corvina riuscì a stendere Billy Numerous, ma Mammoth la colpì alle spalle. Cadde svenuta. Io, che ero vicino a lei, la vidi perdere i sensi e massacrai Mammoth di botte. Terminata la battaglia, portai Corvina in braccio fino alla base, entrai in camera sua, la misi sul letto e decisi di aspettare lì il suo risveglio, anche se consapevole che una volta risvegliata, mi avrebbe cacciato a pedate, se non peggio. Dopo molte ore iniziò a tormentarmi la curiosità di vederla in faccia approfittando del suo stato incosciente. Non seppi resistere e le tolsi il mantello, badando bene a non svegliarla. Ciò che vidi non so se riuscirò a descriverlo: il mio cuore perse un battito. Adagiata su quel letto c’era la creatura più bella che avessi mai visto: capelli lunghi fino alle spalle, viola come i suoi occhi, pelle bianca, fine e compatta come porcellana, aveva una gemma rossa incastonata in mezzo alla fronte. Non avevo mai visto nulla di più magnifico, eppure così semplice, in vita mia. E la parte inferiore era ancora meglio, se possibile. Era vestita solo con un body nero, che la copriva solo sulla parte superiore del corpo, perché le gambe erano nude. Rimasi a lungo a guardarle incantato, quasi stregato: erano così belle, così perfette, non riuscivo a staccare gli occhi da lì. Corvina non si mosse fino alla mattina dopo: durante la notte io non feci altro che restare accanto a lei, osai perfino accarezzarle quel viso che, alla luce della luna, era ancora più bello. Mi sentii in dovere di proteggerla sempre, di rimanerle sempre vicino, di farla stare bene in qualunque momento. Mi addormentai con la mia mano nella sua. All’alba Corvina iniziò a fluttuare nel sonno e ciò mi destò di soprassalto: si sollevò di pochi centimetri dal letto e poi si abbassò di nuovo. “Chissà come si fa a meditare nel sonno…” pensai. Feci per uscire dalla sua stanza, ma mi bloccai. Non riuscivo a lasciarla, continuai a guardare quella ragazza, quell’eroina, quella maga che con i suoi occhi ed il suo corpo mi aveva stregato. Dopo un suo movimento brusco, iniziai a temere che si fosse svegliata: con molta difficoltà (con lei che si muoveva continuamente) riuscii a rimetterle il mantello, in modo che non si accorgesse di nulla. Prima di rimetterle il cappuccio però, non resistetti e la baciai su una guancia. Poi, dopo averla guardata un’ultima volta, uscii dalla sua stanza. Per un attimo, ma solo per un attimo, mi sembrò di vederla sorridere, ma probabilmente lo avevo sognato. Per le restanti due ore, che passai sul mio letto a fissare il soffitto, pensai e ripensai a ciò che avevo fato: darle un bacio! Mi detti dello stupido anche solo per averlo pensato, come mi era venuto in mente, ma ormai era troppo tardi. Per tutto il giorno seguente, parlai solo se interrogato, ma quando Cyborg, notato il mio misero stato, mi chiese spiegazioni, gli raccontai tutto. “Cy, sono un essere spregevole, ho approfittato del fatto che Corvina fosse svenuta per..” “Non le avrai fatto qualcosa vero? Guarda che se l’hai toccata ti faccio sputare i denti!” “No fratello, cosa hai capito? Non mi sognerei nemmeno di farlo!!! Le ho sfilato il mantello e l’ho vista in faccia!” “Finalmente BB, era ora. Ed adesso che hai soddisfatto questa tua curiosità di vedere il suo viso che impressione ti ha fatto?” “Un’impressione stupenda Cy. Dopo averle tolto il mantello sono rimasto come pietrificato: era magnifica in tutto e per tutto, non so neanche spiegarti che emozioni ho provato…” “Ma se ti ha colpito così tanto, posso sapere perché oggi non l’hai nemmeno degnata di uno sguardo?” “Non lo so. Perché lei è…è talmente bella che è una sofferenza guardarla. E adesso non dormirò più la notte, perchè penso a lei notte e giorno. Ricordi quando mi hai chiesto se avessi già perso la testa per lei? Ebbene, ora è vero. Mi sono innamorato di lei e se non faccio qualcosa mi consumerò rapidamente. Che devo fare Cy?” “BB, sei proprio imbranato. Se ci tieni così tanto vorrà dire che ti aiuterò a combinare un appuntamento con Corvina, ma in cambio mi dovrai cedere metà della tua pizza ogni giorno per una settimana. Siamo intesi?” “E se il tuo piano va a rotoli per qualunque motivo?” “Io ti darò metà della mia pizza ogni giorno per due settimane. Ok?” “Va bene Cyborg, ci sto!”
   
 
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