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Autore: ArwenDurin    18/02/2016    2 recensioni
Johnlock e non triste come parrebbe :D
"Erano le ultime ore che il consulente investigativo l'avrebbe avuto vicino, pochi attimi e John Watson avrebbe sposato Mary e felice avrebbe vissuto con lei. L'ultimo walzer prima dell'addio e John non voleva staccarsi da lui, uno strano groviglio prendeva il suo stomaco al pensiero di doverlo fare. Una sorta di tristezza che lo avvolgeva con una forte pressione, impedendogli quasi di respirare (..)Ma quello non era il momento per trovare spiegazioni, cosa alquanto rara da lui, ma così fu, poiché quello era un momento per provare.. e lui voleva sentire"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Of two of them

L'ora era giunta e si percepiva l'agitazione tra i parenti e amici, tutt'intorno in un'aria di allegria. John mostrava un sorriso allo specchio mentre si annodava la cravatta color crema, ma il tremore alle mani rivelava che dentro di se non era tranquillo. La notte l'aveva passata in bianco e non per l'ansia del matrimonio, come sarebbe stato di consuetudine, ma bensì per via di quello che era successo a Baker street.
Quel bacio.. Dio!
Aveva agito così impulsivamente e da sciocco, eppure era stato tutto così naturale, come se loro due si guidassero uno contro l'altro a vicenda, contro ogni pregiudizio.
John scosse il capo mezzo divertito a quel pensiero, che se lo avesse sentito Sherlock gli avrebbe dato del sentimentale e irreale, eppure non vi era nulla di più reale di quel bacio. Di quelle labbra perfette unite alle sue, e delle sensazioni di beatitudine con lui provate. John oramai aveva capito che c'era qualcosa in lui che aveva sempre negato, ovvero cosa provasse per Sherlock, e Holmes per lui. Quando lo realizzò per un breve istante gli parve impossibile che lui, il grande Sherlock Holmes, potesse provare dei sentimenti per qualcuno, eppure era così. E Watson lo capì solo in quel momento, forse dato dal fatto che il consulente investigativo, dopo quel famoso " volo ", si era aperto di più e le emozioni riusciva a leggerle in lui, come se avesse accantonato la sua maschera con John. E lui dannazione, lo amava! John amava l'uomo più irritante, geniale, ma più saggio e migliore che avesse mai conosciuto. E non importava il dolore che Sherlock gli aveva causato, fingendo la sua morte per acciuffare Moriarty, e che gli avesse mentito per anni facendo sì che John cadesse nell'abisso della sofferenza.  D'altronde lo aveva perdonato e questo perché lui lo amava, oramai era appurato e di quell'amore che credeva di provare per Mary.
Proprio lei che lo aveva sorretto e aiutato; ma la futura signora Watson, non era stata nient'altro che una sostituta di Sherlock. Un supporto nelle sue notti passate a piangere, per la mancanza dell'unico uomo che per lui contasse davvero. John si sentì orribile a tali pensieri, poiché in lei aveva visto la donna giusta da sposare, la compagna ideale per costruirsi una famiglia e un futuro tranquillo, e lo era ancora. Questo era il suo progetto dal ritorno dalla guerra: avere una famiglia e una vita tranquilla. Ma ora il John Watson che era diventato in compagnia di Sherlock Holmes, non desiderava più questo. Chiuse gli occhi un secondo John, deglutendo a fatica, lui sapeva benissimo cosa desiderava: un viso bianco e bello e degli occhi ghiaccio, guardarlo di nuovo con quell'intensità del giorno prima. Lui desiderava Sherlock, l'aveva sempre desiderato riuscendo però a reprimerlo, ma oramai non poteva più.. John era stato travolto da Sherlock Holmes.
E  sapeva che dopo aver tastato le labbra morbide del detective, non poteva più negare l'attrazione per lui.
A quel punto John si sistemò la giacca del suo completo nero, oramai era pronto, almeno esteriormente.
Watson si allentò la cravatta in mancanza d'aria.. ma non era la cravatta a dargli questo problema. Qui si scontrò con il suo volto allo specchio, un viso così avvolto dal dubbio e sofferenza, che rimase sconvolto. Tirò un sospiro assumendo una posa militaresca, che gli diede un'aria più ferrea e controllata, ma una domanda giunse nella sua mente: era giusto sposare Mary quando dentro di se la stava tradendo di nuovo? E non solo per il fatto che se non l'avesse sposata avrebbe rotto un giuramento, ma per via che il suo cuore non apparteneva a quella donna.
Tirò un nuovo sospiro, serrando i pugni forte, come a reprimere tutto lo scombussolamento dentro di se, pronto alla lotta. 
 ______________
Ripassò mentalmente il discorso che aveva scritto, e guardò il foglio con questo contenuto: una lettera ben fatta per comunicare quello che John era per lui. Un discorso che appariva d'amicizia, ma che in realtà non era. Sherlock contava sul fatto che il circo presente al matrimonio, si sarebbe limitato a guardare ma non osservare. Ascoltando le sue parole come quelle di un degno migliore amico, e non vedendo oltre il loro significato. Ma era meglio così dopotutto! Tirò un sospiro guardando la poltrona vuota.. la poltrona di John, e per un secondo gli parve di vederlo lì. Composto a leggersi il giornale, o a guardarlo di sotto'occhi quando credeva di non essere visto.
Incredibile la sensazione di vuoto che provò in quel momento, eppure il matrimonio doveva ancora compiersi.
Pensare che lui aveva fatto di tutto per mascherare quello che aveva dentro, tra cui la paura che tutto sarebbe cambiato su quella panchina, di fronte a Buckingham Palace. Dove si torse le mani fino a far smettere il flusso sanguigno, piuttosto di non parlare a riguardo. Tra loro non sarebbe più stato lo stesso, specialmente dopo quel bacio.
Ma ora era troppo tardi, lo aveva perso dal suo ritorno da quella finta morte e non poteva più fare nulla per riaverlo.
<< Coraggio >> sussurrò a se stesso, avvicinandosi alla giacca che lo aspettava, con un groppo in gola, e mettendosela davanti allo specchio appeso alla sala.
Mycroft a vederlo così probabilmente l'avrebbe deriso e gli avrebbe ripetuto che lo aveva avvertito, che doveva dargli ascolto sul fatto che i sentimenti erano dannosi, ed inutili. Cosa che pensava anche lui prima di incontrare John Watson: poichè da quando aveva incontrato gli occhi di quell'uomo, Sherlock aveva scoperto di avere un cuore.
Improvvisamente avvertì una presenza alle sue spalle, ed il consulente investigativo si irrigidì. Alzò lo sguardo allo specchio, che rivelò di chi si trattava, ovvero proprio il centro dei suoi pensieri: John.
In un completo elegante e con aria sognante, contornata da ansia mal celata nelle labbra che si mordeva, lui era lì
<< Ho fatto quello che andava fatto >> sussurrò, avvicinandosi a Sherlock con il cuore in gola, ma felice come non mai di essere di fronte a lui.
Quest'ultimo si voltò con l' eleganza che lo caratterizzava << Tu non dovresti essere qui >> sentenziò, cercando di mantenere un tono impassibile ma fallendo, visto che tremò leggermente
" ah le emozioni.. che errore umano "
<< Ma ci sono >> quelle parole di John erano così confortanti da zittirlo.
Lo fissò: delle leggere gocce di sudore percorrevano la sua fronte e non solo per l'emozione, era segno che era corso da lui, e le sue guance arrossate avvaloravano la sua tesi. Era lì il suo John, bellissimo e confortante, aveva quasi paura che allungando la mano sparisse, ma lui era davvero lì. Lo capì dal suo respiro, e dalle deliziose rughette sul suo viso. Dalla luce dei suoi occhi, e da quelle labbra che ancora desiderava sentire e assaporare.
Lui era reale ed era lì.
I due si fissarono per dei minuti interminabili, capendosi senza bisogno di dirsi altre parole, cosa caratterizzante tra loro due. Era così che John e Sherlock comunicavano, e lo fecero anche in quel momento.
John tralasciò le spiegazioni su come fosse giunto lì, ed il fatto che prima che Mary raggiungesse l'altare, l'avesse raggiunta. E sotto il suo " porta male vedere una sposa prima" era entrato nella stanza. L'aveva presa da parte, e con molta calma le aveva parlato, mentr'ella ascoltava con apatia, quasi se tutto ciò non la toccasse davvero. Ammise chi davvero amava, e anche se quello che faceva non era giusto, non poteva più mentire. Mary aveva reagito con rassegnazione, ma senza alcun segno di sgomento per quanto vi era disapprovazione nel suo tono. L'unica reazione fu uno schiaffo che John prese in pieno viso, dalla ex sposa che uscì dalla stanza poco dopo. E così John era andato via, lasciando alle spalle il "dovere" e seguendo ciò che davvero desiderava. Voleva spiegarli tutto, ma non era quello il momento di dirlo. Lui sapeva che il consulente investigativo aveva già formulato le sue teorie, e probabilmente intuito tutto. Più avanti, avrebbe posto le adeguate deduzioni, ma non in quell'istante.
Sherlock con lentezza, e con il cuore che tamburellava nelle sue orecchie in un suono assordante, si avvicinò a lui guardandolo titubante. John avvertì la paura che lo divorava, e sorrise a quella visione così rara di Sherlock, lenendo il suo timore
" E sono davvero contento di essere qui " pensò John, ammirando la bellezza e l'eleganza dell'amore della sua vita, per poi precipitarsi addosso a lui.
John si alzò in punta di piedi e lo baciò con impeto, che scossero un po' Sherlock, ma che poi lo accesero in pochi secondi. Il detective lo strinse a sé, ricambiando quel bacio e sentendo le endorfine nel suo corpo crescere a dismisura, invadendolo, mentre il suo sangue pulsava forte nelle vene.
" felicità, questa deve essere la felicità " pensò.
L'aria intorno a loro si tinse di passione e amore, mentre i due erano abbracciati l'uno all'altro. Assorbendo quel momento da tanto agognato di essere insieme per davvero, e senza che nessuno li avrebbe più divisi.
Dopodiché il dottore si staccò per riprendere aria, e lo guardò con dolcezza
<< Questo è il mio posto >> sussurrò e Sherlock sentì "qualcosa" infiammarsi nella sua cassa toracica..e un sorriso illuminò il suo volto << Lo so, d'altronde la vita senza di me si mostrerebbe piuttosto noiosa immagino >> John ridacchiò al suo tono scherzoso e lo spinse un po'<< Adesso non esagerare >>
Sherlock assunse un'aria stizzita << Io non esagero mai, mi baso sull'osservazione e deduzione. Dal tuo tono sognante e dagl'occhi intensi, deduco che vuoi stare con me. E quello che hai detto fa intendere che.. >> si stoppò, poiché John cominciò ad accarezzargli una guancia, e Sherlock si rilassò sotto la sua carezza, zittendolo con stupore di quest'ultimo.
Il dottore portò le mani tra i ricci scuri dell'altro, che tanto adorava.
<< Che questo è il mio posto, con te. E  poi come faresti senza il tuo blogger >> sussurrò questo sulle sue labbra con un piccolo sorriso, per poi baciarlo di nuovo, non dandogli tempo di rispondere. Sherlock portò le mani ad accarezzargli la schiena, mentre John cominciò a togliergli la giacca. Accarezzò quel petto ben disegnato, ed assorbì la sensazioni di poterlo finalmente, toccare, accarezzare, baciare e amare senza timori e repressioni.
Ma lasciandosi completamente andare a lui. 
E John bevve tutto questo, con avidità e passione.
Per un attimo si staccarono in mancanza d'aria, e Sherlock con un luccichio negli occhi e un profondo sospiro, prese il viso di John tra le mani. E si godette lo sguardo devoto del suo John per un secondo, prima di parlare
<< E d'altronde Sherlock Holmes non è lo stesso senza John Watson >> il dottore sorrise a quelle parole, e di nuovo le loro labbra si incontrarono. Mentre le loro mani cominciarono ad esplorarsi sotto sospiri di desiderio, e le labbra si incontravano con ogni parte di pelle. I loro vestiti piano, cominciarono ad unirsi al pavimento, mentre i loro corpi si accendevano e il loro amore si infiammava.
L'amore che sarebbe sbocciato in totale armonia: come uno sparito già scritto che stava per produrre la sua superba melodia. Privo di errori o tentennamenti, poiché gli strumenti erano pronti, perfetti, e la musica poteva essere ascoltata limpidamente.
 
Angolo autrice: 
Ciao :) eccoci giunti all'ultimo capitolo :) ho voluto mettere un finale diverso chiedendomi "e se John avesse capito allora qual'era il posto del suo cuore?"
così abbiamo dei Johnlock felici e contenti e magari anche voi :P

Visto che nell'altro capitolo ho scordato di dirlo (pardon) lo dico adesso: questi personaggi non mi appartengono ma sono nati dalla mente geniale di Arthur Conan Doyle e da Gatiss e Moffatt nella serie tv :)

piccolo appunto: Il pezzo che John torna e alcuni frasi di esso sono prese dal finale di spider man 2 quando Mj torna da Peter.

La frase finale per cui sono mezza impazzita perché volevo fosse IC per Sherlock, ho pensato ci stesse perché quando lui dice di essere perso senza il suo blogger, una frase abbastanza "dolce" quindi ne ho aggiunta una di quel genere ma non troppo smielensa :) e prevo vi piaccia :)
 
Grazie a chiunque abbia letto questo racconto e a chi recensirà :) un grande saluto Sherlocked :)


 
   
 
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